Studenti Pigri e Dispense Facili? Su Università, Apprendimento e Formazione

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  • Опубліковано 13 бер 2024
  • Gli studenti sono diventati pigri e leggono solo dispense all'università? Oppure sono i professori ad aver abbassato gli standard? Torniamo a parlare di istruzione e formazione.
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КОМЕНТАРІ • 107

  • @killergandalf
    @killergandalf 2 місяці тому +28

    Il problema secondo me è più di natura pratica.
    Uso come esempio la mia esperienza come studente di giurisprudenza:
    A giurisprudenza ( a Palermo ) le materie per laurearsi sono 37, da dare in 5 anni.
    Ora, se si calcola il numero degli appelli (7 nel corso dell' anno che diventano 9 solo se si è fuori corso) ci si rende subito conto che qualcosa non torna, dal momento che la media che uno studente dovrebbe tenere per laurearsi in tempo é di 8 materie all' anno, ragione per cui ogni appello è preziosissimo e almeno in uno di questi, ogni anno, lo studente dovrebbe riuscire a darsi ben due materie anziché una sola.
    Ora, immaginatevi studiare tra le 600 e le 1500 pagine di volumi di giurisprudenza per singola materia ; con una finestra temporale di uno, massimo due mesi tra una sessione d'appello e un' altra e ditemi voi come dovrebbe fare uno a studiare in maniera completa ed approfondita 8 materie in un anno.
    Risposta: non puoi; se lo fai per una devi necessariamente ridurre il tempo per le altre e non é neanche detto che tu riesca a superare l'esame di quella che hai maggiormente approfondito...
    Nel caso mio e dei miei colleghi le dispense non servivano a farci uscire il sabato sera ma a farci laureare il più in fretta possibile, senza finire troppo fuori corso.
    Grazie alle dispense riuscì a darmi ben 12 materie in un solo anno e finì comunque fuori corso di due (anche per colpa del covid).
    Certo, la preparazione non sempre era delle migliori, tant'è che TUTTI i laureati in giurisprudenza iniziano a studiare veramente DOPO la laurea, ma nella società di oggi, dove si possono perdere ANNI di vita in luogo che non ha a cuore la tua preparazione ma che tu abbia un tot. Di esami dati per darti un pezzo di carta, é fondamentale rendere la tua permanenza all' università la più breve possibile, in modo da poterti subito immetere nel mondo del lavoro e fare tutto lo studio del caso, con una maggiore serenità mentale dopo (cosa che all' università manca spesso).
    Ps: piccola nota sui prof. Quando passi tre mesi a preparare una materia complessa, resa ancora più difficile da un manuale scrito in una lingua aliena, per poi venire mandato dal tuo prof perché "nonostante ha risposto correttamente a tutte le domande, non mi é piaciuto che abbia usato le parole del libro e non del codice" capisci bene che il "chi me lo fa fa fare..." é solo l' inizio di una frase che si conclude con "...a farmi prendere per il culo da sti stronzi pieni di sé?".
    Soprattutto se, Tre mesi dopo, ti ripresenti senza aver toccato più nulla tranne le dispense due giorni prima, per una rinfrescata dei concetti, e lo passi con quasi il massimo dei voti...

    • @babilkebab6420
      @babilkebab6420 2 місяці тому +7

      - facciamo in modo che uno per mettere il pane in tavola nel 2024 debba avere triennale + magistrale
      - aggiungiamo difficoltà artificiali durante il percorso (quelle che hai citato: numero basso di appelli, libri di testo inadeguati e anche il professore stesso che ti boccia per aver usato le parole sbagliate, ecc.)
      - penalizziamo nel mondo del lavoro chi termina il percorso in ritardo
      Ah ma come mai la gente studia dalle dispense e dalle sbobine, e si esercita solo sui vecchi esami? Sono proprio sorpreso, non riesco a capire

    • @killergandalf
      @killergandalf 2 місяці тому

      @@babilkebab6420 ma poi il problema è che la laurea non è più un requisito così importante, nel mondo del lavoro, come lo era 40 anni fa.
      Butti anni della tua vita per prendere qualcosa che, sempre più spesso, non ti serve neanche per lavorare. Io al momento faccio un lavoro collegato alla mia laurea, ma ho dei colleghi che hanno le stesse mie mansioni ma non hanno neanche la laurea (o se ce l' hanno non é in giurisprudenza).
      Altri miei ex colleghi di università, dopo anni di vuoto, hanno trovato lavoro in ambiti dove la loro formazione in diritto non serve a nulla.
      Ancora, quando partecipo ai concorsi mi capita di concorrere con altri candidati che hanno preso la triennale in scienze giuridiche (un percorso molto più leggero come carico di studio rispetto a quello in giurisprudenza) e la loro laurea viene parificata alla mia.
      Ed ovviamente non dimentichiamoci che mentre certe lauree ti abilitano ad esercitare una certa professione (tipo quella in medicina da un paio di anni a questa parte) molte altre non lo fanno. Se questa cosa può anche funzionare per le triennali, non ha senso che valga anche per una magistrale come giurisprudenza dove, per fare l'avvocato, dopo i già citati 5 e più anni, devo fare 18 mesi / 2 anni di pratica più un' esame diviso in più prove per ottenere l' abilitazione.
      Si giustifica la cosa dicendo che la pratica e l' esame servono a formare gli aspiranti avvocati perché lo studio all' università non è sufficiente o adatto...
      Io dico che se 5 anni di studio non sono adatti a formare una persona a lavorare come avvocato, allora andrebbe abolita giurisprudenza.
      La verità è che si cerca di mettere solo altre barriere al lavoro quando in realtà basterebbe lasciare l'accesso libero a tutti in modo che la libera concorrenza ed il merito garantiscano a chi é preparato di andare avanti (anche perché di avvocati scarsi ce ne stanno parecchi, non sono la pratica e l' esame a renderti capace, ma quello che fai dopo di essi).
      Ho colleghi che pur prendendosi l'abilitazione, hanno rinunciato a lavorare come avvocato perché non riuscivano a trovare una clientela sufficiente per pagare la cassa avvocati. Non erano forse preparati per quel lavoro? Per lo stato sicuramente... Eppure non sono riusciti a trovare uno spazio in quel mercato e per questo motivo, hanno buttato anni di studio nel cesso.
      (Una di loro sta sfruttando appieno sua abilitazione: fa la gioielliera...)
      La domanda è giusta:
      chi me lo fa fare... Di non usare tutti gli strumenti a mia disposizione (dispense incluse) per laurearmi in fretta, quando tutto il sistema universitario (collegato a quello del lavoro) é solo una trappola che vuole abbindolarmi con la falsa promessa della formazione professionale, per poi succhiarmi via anni di vita senza darmi nulla in cambio?

  • @MrDarkVincent
    @MrDarkVincent 2 місяці тому +25

    Ciao Rick, se posso permettermi ti do i miei due cents in qualità di prof universitario. TL:DR: Il docente universitario, oggi, non ha alcun incentivo a fare una didattica di qualità, perché tutto il processo valutativo e la carriera si basano sulla qualità della ricerca. Chiedi a qualsiasi professore universitario: "cosa ti serve per fare carriera?". La risposta unanime sarà "Pubblicare articoli scientifici" (alcuni settori più, altri meno). Secondo me da questo punto discende una minore dedizione all'insegnamento, che permane solo nei casi di "passione" personale del singolo docente - da cui le mosche bianche da te citate.
    La qualità della didattica non viene presa sostanzialmente in considerazione in alcuno dei momenti di valutazione delle performance di un ateneo e di un docente. Non è oggetto di valutazione del singolo docente quando deve vincere un bando da ricercatore. Non è oggetto di valutazione del singolo ricercatore quando viene valutato per l'Abilitazione Scientifica Nazionale (titolo per partecipare ai bandi a tempo indeterminato da Professore Associato o Ordinario). Non è oggetto di valutazione rilevante nei bandi da Professore Associato o Ordinario. Non è oggetto di valutazione nella ripartizione delle risorse dagli atenei ai dipartimenti, la cui assegnazione avviene per criteri basati sulle performance di ricerca. Non è oggetto di valutazione nell'assegnazione dei Fondi di Finanziamento Ordinario (FFO) da parte del Ministero agli Atenei, che si basa anch'esso sulla ricerca. Non è oggetto di valutazione nei bandi competitivi a livello Europeo (Bandi ERC/Horizon, che si basano tutti sulla qualità del progetto di ricerca proposto e sui risultati/posizionamento del ricercatore che fa la proposta). Pensa che i dipartimenti stessi, per essere definiti "Di eccellenza" devono essere collocati nelle prime posizioni a livello nazionale nella Valutazione della Qualità della Ricerca. La didattica non c'entra mai.
    La qualità della didattica non è una priorità nella gestione dell'ateneo. Esiste solo una funzione di "Assicurazione della Qualità" che viene di tanto in tanto tirata fuori - esistono dei piani di ateneo e dei periodici audit da parte del ministero, ma solitamente sono annunciati con ampio anticipo e i docenti si organizzano di conseguenza. Esiste anche un processo di Riesame annuale e ciclico quinquennale dei piani di studio, che però non è determinante (faccio parte di una Commissione Monitoraggio e Riesame, quindi parlo per esperienza diretta) - al più forniscono idee su come cambiare il corso di studi, ma sono processi di lungo corso e non strutturali sui singoli docenti. Quando vengono analizzati i questionari degli studenti ed emerge qualche criticità, questa viene gestita tra la Direzione di Dipartimento/Corso di Studi e il singolo docente. Per questa ragione i docenti non hanno lo stimolo ad innovare la propria didattica e ad aggiornare i metodi. Perché la didattica non è la priorità dell'università.
    Inoltre, la didattica occupa per legge un minimo (che spesso è anche il massimo) di 350 ore di attività nei confronti degli studenti (24% di un contratto full time da 1500 ore annue), di cui la didattica frontale erogata sono massimo 120 ore per docente (60/90 per i ricercatori precari). Quindi il restante 75% del tempo è, nella sostanza, ricerca - e in minima parte attività amministrativa e "terza missione" (disseminazione dei risultati della ricerca sul territorio e public engagement con le parti sociali di interesse).

  • @GabrielAngeluos
    @GabrielAngeluos 2 місяці тому +49

    Io personalmente vedo due grossi problemi rispetto a quello che hai detto (i qali si collegano a tuo discorso):
    1) Non siamo più interessati al percorso ma solo al risultato, l'importante è laurearsi, portare a casa lo stipendio, finire il lavoro. E non c'è nulla di sbagliato in questo, ma una società che funziona solo per il risultato crea fisiologicamente truffe, perché mentire è il modo più facile per arrivare al proprio risultato
    2) Socialmente abbiamo accettato che qualsiasi altro percorso formativo che non sia l'università è per le persone di serie B non abbastanza intelligenti. Creare un mondo dove la formazione è importante anche fuori dall'università renderebbe il lavoro delle stesse più facile perché avrebbero meno persone al loro interno.

    • @feynman_QED
      @feynman_QED 2 місяці тому +1

      Per portare a casa lo stipendio devi prima passare dei colloqui e quindi competere con altre persone. Questo richiede che tu sappia studiare bene e meglio dei tuoi competitors. Quindi si. Non basta studiare per il risultato, ma serve capire e saper applicare le cose che studi, e questo implica un lavoro diverso da quello che ti serve per ottenere solo il risultato.

  • @GianGix_
    @GianGix_ 2 місяці тому +8

    Io sono uno studente di ingegneria elettronica e ho 22 anni, quindi diciamo che sono capitato a pennello nel discorso.. spesso mi ritrovo su questo canale e nonostante io viva in un ambito diverso, praticamente tutte le cose che sento in questi video mi riguardano.. ora sarò sincero, alcuni esami li ho dati solo facendo esercizi e senza capire al 100% il significato di ciò che stavo facendo. Ho realizzato solamente più tardi che le competenze che avrei dovuto ottenere da quei corsi, non solo non le avevo apprese bene.. ma me le sono dimenticate quasi totalmente😔.
    Quindi tutt’ora il mio scopo è quello di capire veramente, non velocemente. Il fatto è che fino a poco fa mi pesava sentir dire dagli altri “eh ma io ci ho messo due giorni” per poi prendere 2/3 punti in più di me all’esame. Parlando con loro effettivamente magari delle applicazioni o conseguenze di quel che avevamo studiato, i nodi arrivavano al pettine e si notava che oltre a quelle 50/60 cose da sapere per l’esame, del resto non sapevano più di tanto.
    Dopo aver visto questo video comunque credo di aver fatto un piccolo passo in avanti.. non solo cercherò di capire bene e con calma ciò che ho davanti.. ma proverò ad assaporare ancora di più la bellezza delle cose che sto imparando, ovviamente ignorando la frase “eh ma io in due giorni..”.
    Non posso dire nient’altro che grazie! (chiedo scusa se ci sono errori grammaticali di mezzo😂)

  • @manueldulmieri5528
    @manueldulmieri5528 2 місяці тому +11

    Io faccio il giardiniere e guido una squadra di persone. Quindi l'ambito è totalmente diverso dall'università, vero? Beh, io lavoro con una certa tecnica, poto le piante ponendo attenzione alla struttura, alle gemme, al periodo di fioritura, infatti le piante che poto io crescono bene, fioriscono e son belle da vedere. Ovviamente mi ci vuole tanto impegno, tanta tecnica e tanto tempo. Lotto quasi ogni giorno per far passare questo modo di lavorare perché, con un tagliasiepi, in 5 minuti si pota una pianta senza star lì tanto a vedere gemme, rami eccetera. Quando controbatto dicendo che questo modo di lavorare non è professionale, mi si risponde "il cliente è contento, ci metto poco, chi me lo fa fare di diventare matto per potare una pianta?".
    E questo atteggiamento lo riscontro su quasi tutte le professioni con cui, direttamente o indirettamente, ho a che fare

  • @senzalogicamalsicogita
    @senzalogicamalsicogita 2 місяці тому +18

    Se l'unico obiettivo è quello di superare un esame, ottenendo il massimo risultato possibile studiando il minimo indispensabile, allora è possibile limitarsi a studiare le dispense.
    Di contro, se l'obiettivo è quello di sviluppare una conoscenza più approfondita e completa possibile (indipendentemente dalla valutazione del docente in sede d’esame), allora lo studio delle dispense non è neanche lontanamente sufficiente a raggiungere un tale obiettivo. Così come NON lo è, ad esempio, limitarsi a leggere "riassuntini" che riportano “alla meno peggio” pensieri e riflessioni di filosofi e scienziati.
    Se l'obiettivo è il raggiungimento della suddetta conoscenza, allora la via da percorrere è prima quella di procurarsi, sviluppare e potenziare tutti gli strumenti necessari e sufficienti a comprendere i pensieri e le riflessioni su menzionati, e poi utilizzarli per analizzare in maniera critica le opere e i lavori di filosofi e scienziati, leggendoli in "prima persona".
    Ovviamente, tale strada richiede impegno, dedizione, fatica, intelligenza, tempo, sacrifici, rinunce, ecc. ma esse costituiscono davvero un misero “prezzo da pagare” se si ama davvero quello che si sta studiando. Sono l’amore e la passione per quello che si sta studiando che devono essere i “motori propulsivi” dello studio, NON il desiderio di avere “successo” o “diventare famoso” che, in generale, sono meno "importanti" e possono essere considerati solo una conseguenza (che può verificarsi o meno) di quell'amore e di quella passione.

  • @marcomarra4828
    @marcomarra4828 2 місяці тому +5

    Ti ringrazio Rick per questo video, non sai di quanto ne avessi bisogno, da tempo mi accompagna una grande delusione di trovare un'università preparata, che ti insegna veramente, che ti fa appassionare alla tua professione seppur con i suoi limiti, (e seppur sia una visione romanticizzata della cosa). Io da tempo vivo col disagio che se studio dai testi ufficiali per capire la materia, venivo preso per pazzo, che non capisce i meccanismi della vita, che perde tempo inutilmente, e che piuttosto è meglio che prenda la famosa "scorciatoia", così ha più tempo per cazzeggiare. Mi auguro di poter trasmettere ciò che hai detto in questo video, a più persone che frequentano l'università possibile. Voglio tantissimo ridare importanza e dignità a uno studio serio, completo e innovatore, che cambi DAVVERO la società in meglio.

  • @luigirossi4430
    @luigirossi4430 2 місяці тому +4

    Totalmente d'accordo.
    Quest'anno ho iniziato l'università e mi aspettavo un ambiente completamente diverso.
    Compagni molto mediocri (non volgio sembrare arrognte, ma molti sembrano costretti oppure vengono cosi tanto per) e questo non fa altro che diminuire il livello medio.
    I professori anche mi hanno molto deluso, ore di lezione a leggere slides super seplificate.
    PS (la mia è una facolta scientifica e trovo assurdo che si leggano le slides. E tra l'altro l'uni che frequento è una delle migliori d'Italia, MAMMAMIA)

  • @lorenzosonnessa4708
    @lorenzosonnessa4708 2 місяці тому

    Grandissimo video Rick mi ha fatto molto piacere ascoltarti. Grazie

  • @AliceAraya
    @AliceAraya 2 місяці тому

    Grazie per questo video, Rick. Mi ha dato l'occasione per una grande riflessione retrospettiva sul mio percorso universitario iniziato 20 anni fa e fallito miseramente dopo un anno solamente. Grazie davvero.

  • @Dimble324
    @Dimble324 2 місяці тому +12

    Concordo con Rick e aggiungo un ulteriore elemento di riflessione preso dalla mia esperienza personale, con una premessa su quello che dirò: ho frequentato l'università nei primi anni 2000 e noto che la struttura dei corsi di laurea di oggi è migliorata rispetto ad allora (parlo di ambito scientifico, non metto becco sull'ambito umanistico perché non ne conosco i dettagli a livello accademico).
    Io ho spesso (anche se non sempre) studiato su dispense e appunti (e così diversi miei compagni di corso) nonostante non mi piacesse per nulla, perché all'epoca (si parla del primissimo periodo della riforma del 3+2) c'era stata la tendenza, rispetto alle vecchie lauree quadriennali e quinquennali, a frazionare enormemente i corsi (io ho sostenuto 36 esami in triennale e 19 in specialistica, una parte non trascurabile dei quali aveva tagli di soli 3-4 crediti formativi).
    Con questo sistema gli esami diventavano molto più frequenti ed era di fatto molto difficile (a meno di non accettare di laurearsi con grandissimo ritardo, con tutto quello che ne consegue, es. gravare più del dovuto sulla propria famiglia) riuscire a studiare sui libri per un tempo che fosse contemporaneamente idoneo ad approfondire bene la materia, e ragionevole per sostenere l'esame in tempi decenti (ad essere onesti devo dire che per alcuni corsi non esisteva neanche un libro sull'argomento, e quindi in quei casi il docente doveva necessariamente preparare delle dispense).
    Ad un certo punto una amica, conscia del fatto che studiare sui libri era meglio, ha deciso di sostenere qualche esame studiando solo sui libri: il risultato è stato che effettivamente si sentiva decisamente più preparata, ma di contro ha notato che, dato il numero folle di esami da sostenere, diventava praticamente possibile laurearsi in un tempo ragionevole.
    Caso opposto invece quello di un mio collega di lavoro, che ha fatto il mio stesso corso di laurea, ma negli anni '80, quando vigeva la laurea quadriennale: lui mi raccontava che nella c'erano pochi esami di dimensioni molto grandi, questo permetteva di avere appelli di esame molto distanti dalla data di inizio corso, e quindi si aveva il tempo di studiare ed approfondire bene sul libro.
    Quindi secondo me alle cause di questo fenomeno, ben descritto da Rick, si può aggiungere in alcuni casi anche una struttura di alcuni corsi di laurea non pensata per favorire uno studio sui libri, ma che spinge forzatamente all'uso quasi esclusivo di dispense e appunti (a meno di non accettare il fatto di laurearsi con molto ritardo).
    Io credo che si dovrebbero abolire corsi di piccole dimensioni e utilizzare un sistema con pochi corsi di dimensioni grosse (taglio semestrale o annuale), perché questo permetterebbe a chi desidera davvero approfondire di farlo senza doverci mettere necessariamente 8-10 anni a completare un intero ciclo di laurea
    Contemporaneamente si dovrebbe far capire agli studenti l'importanza dell'uso del libro ed esigere dai docenti una maggiore rigorosità, in modo da selezionare solo quegli studenti che davvero hanno acquisito padronanza della materia (e qua sottolineo una cosa: per rigorosità intendo esigere che i concetti fondamentali di una disciplina siano stati compresi a fondo e si sia in grado di manipolarli, perché purtroppo ci sono anche docenti che creano esami estremamente difficili che in realtà valutano solo il nozionismo e quanto bene una persona ha imparato a memoria, non la comprensione profonda della materia).

  • @jackhaust
    @jackhaust 2 місяці тому +5

    Secondo me in questo caso hai sollevato alcune questioni ma che sono solo una piccola parte del totale, tra l'altro non la più rilevante. Condivido il discorso fatto da un altro commento relativamente ai corsi di lingua inglese in cui si parla di esamismo, perché la realtà è che i materiali di studio sono spesso inadeguati rispetto a ciò che richiede il docente, talvolta persino insufficienti. I libri sono spesso prolissi, pieni di dettagli elencati solo per esibire la cultura dell'autore, mentre ciò che il professore dice a lezione molto spesso è ciò che vuole sentire all'esame. Se da un lato in questo atteggiamento c'è della ego mania, dall'altro è chiaro che un prof non può pretendere l'integrazione di un intero libro di studio oltre al contenuto delle proprie lezioni, perché in questo caso le lezioni stesse sarebbero inadeguate, superflue. Inoltre concordo con il fatto che studiare i libri e non le sbobine o le dispense possa essere alla base di una preparazione migliore, anche se non è necessariamente vero, ma c'è da considerare che un esame attesta la capacità di aver acquisito determinate competenze e non altre. È un circolo vizioso in cui alla meno peggio la soluzione è integrare le dispense ai libri di testo, ma in questo modo quanto durerebbero 3-6 anni di università, a seconda dei corsi, già ricolmi di stress e nozionismo?

  • @gabrielenobile142
    @gabrielenobile142 2 місяці тому +7

    Adesso all'università l'importante è dare 4 esami a sessione.
    Se passi 3/4 mesi su un esame per cercare di leggere tutto e approfondire ti guardano con sospetto.
    Agli esami, tranne in pochi casi, ai professori non interessa vedere quanto hai approfondito gli argomenti, basta che vedono che hai aperto i libri e sei passato a volte anche con voti abbastanza alti.
    Per quella che è la mia esperienza mi sono fatto l'idea che all'università interessi molto dare quanti più voti alti possibile, così poi nelle statistiche tutti gli studenti risultano con una media alta e l'università può dire che ha un ottimo livello perché tutti gli studenti hanno buoni risultati.

    • @alexandros2724
      @alexandros2724 2 місяці тому +3

      Eh beh ci credo che ti guardano strano, se a ogni esame dedichi 3/4 mesi ti laurei a 40 anni. Diretta conseguenza della separazione in triennale e magistrale che ha quasi raddoppiato il numero di esami totali.
      Già abbiamo uno dei sistemi scolastici più lunghi al mondo, i ragazzi giustamente si stufano di rimanere mantenuti dai genitori a vita

  • @mrboboli8794
    @mrboboli8794 2 місяці тому +13

    Non ho ancora visto il video ma prima ancora di guardarlo voglio dire questo: "Sono uno studente universitario e mi rifiuto di pagare 98€ per un inutile libro di fisica zanichelli che ogni anno fa la versione "nuova" in cui cambiano solo l'ordine delle pagine e degli esercizi, questo perché la fisica è sempre la stessa.
    Tanto vale usare le dispense del professore, chiarire i dubbi con chat gpt e perplexity ed in fine leggere il pdf gratuito del libro originale scritto in inglese, 'FUNDAMENTALS OF PHYSICS' di David Halliday "

    • @ultimatejager4058
      @ultimatejager4058 2 місяці тому +2

      Nessuno ti vieta di cercare tu dei testi alternativi da integrare alla dispensa per ampliare il tuo bagaglio culturale

    • @lalettricesolitaria
      @lalettricesolitaria 2 місяці тому +1

      Ma se recuperi il testo originale, oltre alle dispense, hai fatto benissimo. Con la questione economica si fa quel che si può e io concordo nel cercarsi fonti meno dispendiose, specie quando si è studenti e il budget è quello che è.

    • @mrboboli8794
      @mrboboli8794 2 місяці тому +2

      ​@@lalettricesolitariaGrazie del commento perché mi ha permesso di rendermi conto del fatto che ho dato per scontata la conclusione a cui volevo arrivare partendo dal discorso. In pratica volevo affermare che purtroppo per come sono impostate le cose a livello economico può accadere che anche uno studente volenteroso sia portato a scegliere le dispense per questioni economiche o per il fatto di non avere gli strumenti per poter compensare (ad esempio sapere che ci sono fonti gratuite o non sapere leggere un testo in inglese)

    • @riccardocalderini4484
      @riccardocalderini4484 2 місяці тому +2

      Io all'università per i testi mi appoggiavo spesso a quelle copisterie.......che stampano integralmente... Ci siamo capiti cosa..
      Ma cmq il problema dei libri nuovi e poi lasciati là a prendere polvere era nella scuola superiore, indirizzo professionale. Lista dei testi per la materia di termoidraulica e termodinamica che poi l'insegnante non li usava nemmeno. E allora perché cazzo farmeli prendere

    • @lalettricesolitaria
      @lalettricesolitaria 2 місяці тому

      @@mrboboli8794 beh, diciamo che molti studenti si fermano al programma di studi e hanno una sorta di timore riverenziale nel cambiare testi. Io non sono riuscita a convincere ex colleghi che potevano usare un certo manuale di storia, presente in pdf sappiamo tutti dove, in luogo di quello nel piano di studi (introvabile ovunque e non disponibilenemmenosu amazon). Al giorno d'oggi le possibilità sono tantissime.

  • @fabriziodallolmo9840
    @fabriziodallolmo9840 2 місяці тому +2

    Caro Rick,
    Bellissima esposizione sulla differenza tra conoscenza e nozionismo. Mi trovi d’accordissimo sulla tua analisi e sulla conclusione che culturalmente abbiamo smesso di credere nell’accrescimento umano attraverso la crescita intellettuale.
    Quello chi mi trova in disaccordo è l’individuazione della meritocrazia come cura di questa malattia. Vivo negli Stati Uniti da oltre vent’anni e nel tempo mi sono reso conto che la meritocrazia, che è un Vangelo da queste parti, non è una cura all’indifferenza alla crescita personale, al contrario potenzia la perniciosità delle cause che portano a detta indifferenza, in quanto crea un incentivo perverso alla ragione strumentale che è il vero opposto della crescita intellettuale come fine a se stessa che culturalmente dovremmo recuperare.
    Mi farebbe piacere sentire il tuo parere se avessi voglia e tempo per rispondere.

  • @DarioDC28
    @DarioDC28 2 місяці тому +2

    Grazie Rick per questo video preziosissimo. Ho passato 10 anni in università da triennale a dottorato e sono completamente d'accordo con la tua ricostruzione. Purtroppo, mi sembra che il trend sia difficile da invertire :/

  • @_.Joseph._2
    @_.Joseph._2 Місяць тому

    Grazie davvero per le parole e i validissimi pensieri, i quali penso che noi studenti, e non solo, dovremmo imprimere nella nostra essenza❤; te lo dico da studente di medicina. Grazie.

  • @giovannitirone
    @giovannitirone 2 місяці тому

    Ciao Rick, concordo con tutto, sarebbe secondo me anche molto bello indagare un po’ la questione di orientamento reale dei giovani verso qualcosa che veramente rispecchi le loro inclinazioni e non le aspettative di chi hanno intorno. Non si spiega altrimenti l'alto tasso di abbandono universitario e lo spirito da “secondo liceo” (obbligatorio) che ormai ammanta l'uni.

  • @antoniodandrea8646
    @antoniodandrea8646 Місяць тому +1

    Sono uno studente universitario e condivido pienamente. Per apprendere bene e per far sì che le cose restino impresse nella nostra mente c'è bisogno di tempo e fatica e rielaborazione. Il problema è che c'è questo desiderio di dare quanto prima gli esami e finire in tempo il percorso di studi per evitare di andare fuori corso. La velocità, quindi, è anche elemento da non sottovalutare.

  • @fatemamohsin8767
    @fatemamohsin8767 2 місяці тому

    Mi aspettavo una bella collaborazione con ADC a riguardo!

  • @sarasena97
    @sarasena97 2 місяці тому +2

    Aggiungo una questione: se l'obbiettivo è fare uno specifico lavoro, e per suddetto serve la laurea, allora non c'è niente di male a studiare dalle dispense. Alla fine l'Università è anche pregna di esami "non utili allo scopo". Come per esempio qualsiasi esame di fisica in un qualsiasi corso di laurea scientifico (che non sia la laurea in matematica o fisica): ridondante rispetto alle nozioni apprese alle superiori.

  • @letizia-
    @letizia- 2 місяці тому

    Buongiorno Rick, grazie per il video interessante e stimolante. Volevo provare a porti una domanda a proposito del tema affrontato sperando nella sua pertinenza.
    Cosa pensi e come pensi si possano intrecciare ai problemi di studenti e professori universitari portati nel tuo discorso, le possibilità del non frequentare (soprattutto quando l'esame del non frequentante e del frequentante non presentano diversità) e dell'accesso alle registrazioni delle lezioni che alcuni professori garantiscono?
    Da un lato entrambe le modalità rendono più accessibile l'università ma dall'altro permettono una minor partecipazione e immersione. Pensi che questi fattori vadano a sostenere la crescita dell'intera questione problematica di cui hai parlato o che siano slegati da essa?
    Un imbocca al lupo per il nuovo progetto dell'academy.

  • @Dr.Sortospino
    @Dr.Sortospino 2 місяці тому +17

    Ma secondo me il problema non è lo studiare. Il problema è l’esame. Io ho fatto in diversi anni Ielts, toefl, e GRE. Lì non conta come sai l’inglese, conta come passi l’esame. Non si studia l’inglese, ma come superare l’esame di inglese. E ci sono corsi e corsi su come farlo. Non come studiare l’inglese per l’esame ma come scrivere in inglese per prendere un voto più alto. Non è neanche nozionismo o pillolismo: è esamismo. La concezione che l’esame ti certifichi che tu abbia un minimo di competenza. A discrezione di ogni professore fra l’altro.
    Ma appena esci dal mondo accademico e poi entri nel mondo “vero” a nessuno importa davvero cosa hai imparato finché tantocché hai il titolo di ingegnere o dottore di qualsivoglia cors e non ammazzi nessuno 😅
    Tanto, poi vai a lavorare veramente, e quelle quattro basi che hai imparato dovrebbero essere sufficienti. E nel frattempo impari di più tutto quello che hai bisogno nel tuo lavoro. Io sono dottore di ricerca in ingegneria dei materiali. Robe che so dall’uni studiando come Rick 120203040 cose. Robe che mi servono davvero nel lavoro 5-6 😓🙄 cose che ho imparato lavorando 102045050.
    Se sai quindi che c’è un gap di conoscenza fra richiesto e offerto, significa che qualunque cosa va bene per passare l’esame, tanto imparerai quelle quattro cose che ti servono davvero e quelle nozioni in futuro.
    Per quello ci sono master e contro master

    • @Saitama0
      @Saitama0 2 місяці тому

      Mi sembra una visione limitata

    • @Dr.Sortospino
      @Dr.Sortospino 2 місяці тому +1

      @@Saitama0 Grazie SaitamaZero per il tuo notevole contributo e apporto alla conversazione e nel giudicare un commento su UA-cam come una tesi di dottorato. Se hai una opinione a caldo e non hai un cazzo da dire oltre, perché non tieni le dita a freno o le usi per pensare e scrivere i motivi per cui pensi sia una visione limitata?

    • @Saitama0
      @Saitama0 2 місяці тому

      @@Dr.Sortospino nella maggior parte delle università ti danno le informazioni che poi sono necessarie per arrivare al momento in cui imparando il relativo lavoro, hai l’elasticità per incastrare le tue attitudini e conoscenze a quella che è la componente pratica in maniera decorosa. Non vedo come la maggior parte dei lavori possano essere fatti con metodo e criterio se si sa sommariamente quello che poi serve nell’applicazione del suddetto lavoro. Un cardiologo che conosce a grandi linee il sistema circolatorio rispetto a uno che l’ha studiato con passione finisce per essere un medico mediocre. Mi spiace che te la prendi per così poco

    • @leonardooriettidelduca626
      @leonardooriettidelduca626 2 місяці тому

      Effettivamente è come dici. Infatti la triennale spesso serve solo a metterti un po' alla prova.

  • @ignazio6037
    @ignazio6037 2 місяці тому +2

    Io personalmente ho scelto economia aziendale invece che filosofia perché escludendo l'insegnamento che non m'interessava, vedevo in questa facoltà una mancanza di garanzia tale che non sarei riuscito a studiare. Il punto è che all' università nessuno è disposto veramente a studiare in assenza completa di garanzie. Oltre alla passione, penso che chi si iscrive ad una determinata facoltà (anche quelle dove è più difficile trovare lavoro) è perché un minimo sempre ci crede nel futuro che gli può dare quel tipo di studio.

  • @Blackicon97
    @Blackicon97 2 місяці тому +3

    Purtroppo mi duole dare notizia che anche le materie scientifiche non sono messe meglio.
    La testimonianza che posso portare è quella di studente di ingegneria informatica della Sapienza.
    Per dare un'idea: il mio professore di intelligenze artificiali ci fece vedere un video del robot che aveva costruito con alcuni studenti. Fu interessante? Sì, assolutamente, ma non potei fare a meno di notare che nel video lui non avesse ancora i capelli bianchi.
    Immagino che anche in altre materie scientifiche si patisca molto la resistenza dei professori all'aggiornamento, ma vi posso assicurare che in quelle prettamente informatiche la situazione è davvero demoralizzante.
    Mi sono affacciato al mondo del lavoro non ancora laureato, e la difficoltà di trovare un posto dove non sia richiesta una certificazione universitaria è enorme.
    La cosa che più mi ha fatto tristezza è che sono stato in grado di rispondere alle domande che mi sono state poste, in sede di colloquio, quasi esclusivamente grazie alle conoscenze apprese da autodidatta.
    A quello che hai detto nel video, Rick, vorrei aggiungere che purtroppo la pressione a laurerarsi arriva anche da datori di lavoro che non sono in grado di comprendere quanto la passione e l'impegno possano fare la differenza. Molto più di un pezzo di carta.
    Per questo mi dispiace quando vedo snobbismo verso chi non lo possiede o verso mestieri che non richiedono una laurea.
    Pensate che un meccanico non abbia dovuto studiare mesi per saper aggiustare la vostra auto? O che un contadino non abbia speso anni per comprendere come dosare nutrienti e pesticidi per farvi arrivare i pomodori in tavola?
    Detto questo mi fermo, anche se mi piacerebbe scrivere molto di più.
    Ti ringrazio per questo video, da me molto sentito.

  • @marconwps
    @marconwps 2 місяці тому

    Bravo parla delle cause!!

  • @F.eri15
    @F.eri15 23 дні тому

    Ciao Rick, sono una studentessa universitaria che frequenta lettere classiche e sta mettendo tutta sé stessa in questo percorso…credo estremamente nella meritocrazia sebbene devo ammettere che non sempre la vedo riconosciuta nella mia esperienza. Condivido in parte quello che hai detto: rimango scioccata quando vedo gli studenti del mio corso protestare davanti alla facoltà perché l’esame di latino è troppo difficile ( in altri termini “non è preparabile in 14 giorni”) o quando i professori dicono dispiaciuti che più cose di così non possono togliere dal programma.
    Tuttavia penso anche che riuscire a dedicare 8 mesi ad ogni esame di letteratura è a livello pratico infattibile per la maggior parte delle persone: io sono studentessa fuori sede, economicamente dipendente dai miei genitori e gli appelli di esame che ho in un anno sono limitati. Se dovessi fare così per tutti gli esami non riuscirei probabilmente a laurearmi. Dico questo ma penso comunque ad un approccio serio e consapevole allo studio: riprendendo l’esame di letteratura, io l’ho preparato in due mesi e mezzo studiando no stop, e leggendo il più possibile le opere integralmente; ho preso il massimo, ma ammetto che più di così anche per questioni pratiche non sarei riuscita a fare. Sono quindi d’accordo con te per l’aspetto meritocratico, sul fatto di non abbassare il livello ecc… ma a volte, a mia discolpa, dico che purtroppo ( e sono la prima a dispiacermene ) non è possibile dedicare tutto il tempo che un esame meriterebbe… personalmente cerco di affrontare al meglio lo studio degli esami che nei miei progetti di lavoro futuro mi saranno fondamentali, mentre devo per forza di cose dedicare meno tempo agli altri

  • @anthea7482
    @anthea7482 2 місяці тому

    Non posso che plaudire a questa perfetta analisi❤

  • @imperator732
    @imperator732 2 місяці тому

    Si, è vero, non si leggono più le opere. Per me su alcuni corsi di studio è meglio così. Per esempio io studio lettere, e mi è piaciuto molto studiare i corsi dedicati alla letteratura, storia ecc. Però ci sono alcuni corsi di studio che ho trovato noiosi ed inutili come diritto privato, sociologia, metodologia della didattica, geografia ecc. e si spreca meno tempo a studiare sulle dispense per i corsi che non ti interessano ma che sono obbligatori.

  • @costycanta9142
    @costycanta9142 2 місяці тому +1

    Da laureanda magistrale al Politecnico di Milano: il dottorato qui al PoliMI sta diventando la nuova magistrale (per tutti i fenomeni che citi giustamente).

  • @riccardotognoli6910
    @riccardotognoli6910 26 днів тому

    Da ragazzo di 19 anni e studente di ingegneria non posso che farti i complimenti. Davvero bravo!

  • @antonelloluzzi5661
    @antonelloluzzi5661 2 місяці тому +1

    Se posso..ho studiato matematica applicata e fisica matematica (triennale+ magistrale) mi sono capitati docenti che preparavano le lezioni sul libro X, scritto a volte dagli stessi,e se, malauguratamente, allargavi gli orizzonti la prendevano sul personale..

  • @alessandrascoglio7616
    @alessandrascoglio7616 2 місяці тому +1

    Poi ti trovi a giurisprudenza, con libri da 1500 pagine (da comprare ogni semestre perché il prof fa la nuova versione e quella precedente non è nemmeno rivendibile, con tanti €€€ sprecati), più i codici e poi i prof all' esame vogliono sapere la loro versione detta a lezione, parola per parola. Perché ovviamente a lezione ti dà una versione diversa da quella che c'è sul suo libro. Ovvio che si deve ripiegare su dispense e sbobine. È un'istruzione di valore? No. Ma altrimenti come passi gli esami se il sistema è questo?

  • @mrwolandzeta1499
    @mrwolandzeta1499 2 місяці тому

    La conoscenza comporta subire quello che imparerai. Che sia una cosa buona o cattiva non conta, la sperimenterai se la vuoi capire; e più male ti fai più sei sicuro di avere capito

  • @pietromarconi
    @pietromarconi 2 місяці тому

    Hai ragione

  • @AlwaysHungry9
    @AlwaysHungry9 2 місяці тому +2

    Sui "tantissimi laureati" invece penso che in Italia ci sia il problema opposto. L'Italia è il paese UE in cui gli studenti entrano più tardi, escono più tardi, e con meno laureati! (dopo la Romania) Quindi non so se renderla più difficile sia veramente la soluzione. Probabile sia un problema strutturale che interessa vari ambiti: organizzativi, dei docenti, dei corsi, dei collegamenti con il mondo del lavoro, se ne può parlare. Ma il problema non è che ci sono troppi laureati in Italia... Anzi, come detto, è esattamente l'opposto.

  • @mattpieroni94
    @mattpieroni94 2 місяці тому +1

    Un problema che sembra messo in secondo piano è perchè un esame che necessità 8 mesi di studio può essere messo in programma insieme ad altri 5 in un anno? Il sistema scolastico ed universitario è completamente slegato al mondo del lavoro, le materie sono ciò di più teorico ed astratto possibile e i laureati sono senza vere competenze pratiche, proni a dover accettare tirocini apprendistati e stage per iniziare. In questa ottica la perversione del meccanismo del: "mi sbrigo che tanto prima finisco prima inizio imparare e a guadagnare" si inserisce. Insieme al fatto che la misura dello sforzo individuale è diventato solo il successo economico, che raramente dipende dalla cura con cui un individuo ha approfondito un argomento universitario, ma molto più probabilmente a quanto ha trattato in sede di colloquio o quanto spesso ha cambiato azienda, e quanto si sappia vendere bene.

  • @saveriofarella9757
    @saveriofarella9757 2 місяці тому

    Grazie Rick, un paio di volte mi é capitato di sentirmi dire “se non ha studiato sul libro del prof purtroppo devo mandarla a casa” e mi sono sempre sentito uno stupido. Ti ringrazio.

  • @luciano_variatio
    @luciano_variatio 2 місяці тому +69

    Possiamo dire una cosa? Benissimo che la scuola sia diventata di massa, è stato un balzo in avanti e uno dei più grandi progressi nella storia dell’umanità. L’università però non può essere di massa, l’illusione che tutti dopo la scuola vadano all’università è appunto un’illusione. Deve essere alla portata di tutti economicamente parlando, e in Italia in larga parte è già così (o comunque in larga parte andare all’università non è più proibitivo che andare a scuola…). Ma solo una minoranza dopo aver passato più di dieci anni sui banchi di scuola ha voglia di approfondire andando all’università. Invece no, tutti devono fare l’università, e che cosa è successo? Il livello si è abbassato. Oggi all’università il livello è basso, in generale, figuriamoci se parliamo delle materie umanistiche, frequentate da tanta gente che se non obbligata mai si metterebbe a leggere un libro, ad esempio. L’università è per molti oggi un parcheggio un limbo un’inutile prosecuzione della scuola, perché gli è stato detto che se non fai l’università non avrai un lavoro, e poi che succede? Finisci l’università e stai disoccupato perché non trovi il tipo di lavoro per cui hai studiato… Ai giovani va detto di rimboccarsi le maniche, università o non università, non di fare l’università e addirittura dire cosa devono studiare quali facoltà frequentare, etc. Così finiranno tutto fuori corso disoccupati e insoddisfatti

    • @lucadominguez4659
      @lucadominguez4659 2 місяці тому +3

      Esatto, si tratta proprio di un problema di comunicazione già presente nelle superiori, perché se chiedi quale sia il prossimo passo tutti ti dicono l'università, nessuno ti informa correttamente dei tanti piccoli corsi pratici e abilitativi nei più disparati campi. Corsi che a mio avviso molto spesso finiscono per essere molto più interessanti dell'università stessa che tende a disperdersi enormemente con il carico di studio e gli argomenti trattati.

    • @massimocecchini4207
      @massimocecchini4207 2 місяці тому +20

      a me non sembra che ci sia tutto questo bisogno di ridurre il numero di laureati in Italia; anzi, tra i paesi europei siamo quelli con la percentuale di laureati sul totale di persone tra i 20 e i 64 anni più bassa (20 % circa). Se riducessimo ulteriormente il numero di laureati in Italia condanneremmo (ancora di più) il nostro Paese alla povertà futura e al declino. Non se la prenda con i giovani, che fanno ciò che possono in un sistema che li penalizza attivamente, ma con i professori e i ministri competenti che non stanno facendo il loro lavoro.

    • @antoniomele4830
      @antoniomele4830 2 місяці тому +8

      Una maggiore scolarizzazione è associata ad una migliore società, non è un male che ci siano più persone che studiano anzi

    • @anthea7482
      @anthea7482 2 місяці тому +1

      Analisi perfetta!

    • @luciano_variatio
      @luciano_variatio 2 місяці тому +1

      @@antoniomele4830 Dove avrei affermato che è un male?

  • @valv674
    @valv674 2 місяці тому

    Ciao Rick. Considerando l’ampio respiro del video il titolo che hai usato, a mio dire, diventa in un certo qual modo riduttivo. Grazie per mettere a fuoco questi gravissimi problemi che trovo avranno limitatissimo margine di risoluzione nei prossimi anni e il peggio è che sono in pochi anche soltanto a notarli. Con quale velleità potremo allora sperare di risolverli? Io sono come te una di quelli che all’università crede e ha creduto e che è stata per questo penalizzata in più occasioni, sia dall’istituzione che dai pari, al punto da essere sbeffeggiata. Rifletto continuamente anche sul fatto che se avessi studiato trent’anni fa probabilmente il mio impegno e il mio effettivo amore verso l’apprendimento sarebbero stati riconosciuti e apprezzati con più facilità. Grazie, oltretutto, per aver accennato al pillolismo, un problema così grave e generalizzato da accomunare svariate questioni della contemporaneità, compresa quella in oggetto. Per quanto mi riguarda, sarebbe così importante divulgare il tema che ti esorterei a scriverci un libro.

  • @s3rit661
    @s3rit661 Місяць тому

    9:20 La cosa ironica è che non si tratta del "loro approccio", ci sono professori che pretendono che i loro studenti si concentrino sui testi dando delle dispense abbastanza ridicole, senza contenuto, e altri che forniscono delle dispense perfette scrivendo anche "no textbook required". Non è una questione che riguarda solo gli studenti, riguarda anche il corpo docenti, per alcuni esami se vuoi sapere la mia, le dispense sono più che sufficienti.

  • @riccardocalderini4484
    @riccardocalderini4484 2 місяці тому +2

    Vogliamo parlare del percorso di scrittura di una tesi triennale o magistrale che sia? Frequenza di risposta alle mail, sostegno ecc col proprio relatore che spesso nemmeno legge la tesi del laureando che ha davanti nel giorno della dissertazione. Cosa che se scrivi al Papa hai più possibilità di risposta

  • @gianboll
    @gianboll 2 місяці тому

    Quante verità

  • @thewicked8040
    @thewicked8040 2 місяці тому

    Perché non fai un video dove mostri o spieghi il modo in cui ti approcci o approcciavi te allo studio? Per esempio che strumenti usi, in che modo rielabori il materiale ecc.. Credo che potrebbe interessare a molti

  • @MFeyBlizzard
    @MFeyBlizzard 2 місяці тому

    Condivido molte delle riflessioni che hai portato in questo video ma a mio parere questo problema impatta molto di più le scuole precedenti all università. In università si presume (anche se spoiler non è sempre così) che l individuo abbia la capacità di riconoscere cosa gli possa interessare di più e approfondire tale argomento autonomamente con strumenti che vengono portati a lezione. Questo non avviene nelle scuole precedenti dove io mi sono sentito represso e sbagliato nel mio voler approfondire e studiare veramente una materia e viene incentivata la ricerca del minimo indispensabile

    • @MFeyBlizzard
      @MFeyBlizzard 2 місяці тому

      Io in tre anni di filosofia di autori che posso dire di conoscere completamente, nell interezza dei suoi testi completamente da poter essere interprete è uno solo, dove potuto confrontarmi con i massimi esponenti di questo autore in italia. Il resto rimangono nozioni o si letture critiche ma di solo uno/due libri ad autori

  • @yanizhelyazkova5930
    @yanizhelyazkova5930 2 місяці тому +1

    okay capisco il discorso, hai ragione...ma il tuo metodo trasformerebbe la laurea triennale in fisica in una laurea di 10 anni 😅

  • @ignazio6037
    @ignazio6037 2 місяці тому +2

    Togliere la meritocrazia non farebbe che acuire le differenze sociali e le disuguaglianze.

  • @giadar.8962
    @giadar.8962 2 місяці тому

    Io sono una di quelle che ha usato dispense e appunti, consapevole che era solo per passare l'esame. L'ho fatto perché avevamo tirocinio al mattino, lezione al pomeriggio e spesso gli esami erano il sabato (laurea in ambito sanitario). Come se non bastasse, dovevo dare tutti gli esami nei tempi "giusti", mantenendo una media alta, per non perdere la borsa di studio.
    Ho iniziato a studiare davvero dopo la laurea (conseguita nel 2006).
    Ho scritto questo per trasmettere che la superficialità dell'apprendimento è stata prima di tutto voluta "dall'alto". Chi ha scritto il programma di studi? Uno studente svogliato?

  • @stefanopurple4642
    @stefanopurple4642 2 місяці тому

    Io vedo un serio problema di responsabilità. Nessuno, o quasi, si sente di rischiare per fare cose dense ma che si perdono a lungo termine. Piuttosto si sceglie di agganciarsi ad un treno e insrtirsi nei flussi di lavori prodotti dal team...articoli, ricerche, divulgazione etc.
    Quando si esce dal rischio si smette di progettare. Quando si decide di camminare sempre un passo dietro ai pochi che ci provano è solo perche , in fondo, stiamo solo aspettando il momento buono per prenderci qualcosa che era ed è di altri.
    Come dite nel video, se non ci credi piu tendi a non fare di piu

  • @lalettricesolitaria
    @lalettricesolitaria 2 місяці тому +3

    In 32 minuti, hai elencato degnamente tutti i problemi dell'università italiana. Quello che mi fa rabbia è sapere per esperienza quanto questi siano i 32 minuti più utili per pianificare un cambiamento che sia concreto. Ma chi può cambiare la situazione si crogiuola in questi problemi: pillolismo, god complex dei professori, le dispense studiate per disillusione... come se ne esce collettivamente?
    Individualmente - per la mia esperienza - ha funzionato solo il profondo amore per lo studio, ma non so grazie a quale miracolo sono riuscita a mantenerlo vivo durante gli anni universitari. Non mi sorprende che, data la situazione a livello nazionale, chi studia oggi abbia già perso la pazienza prima ancora di iniziare.

    • @leswolf1877
      @leswolf1877 2 місяці тому

      Studio italiano da qualche anno, ma non ho familiarità con il termine "pillolismo", e non sono riuscito a trovare una spiegazione chiara online. Potrebbe per favore spiegare questo termine? Grazie. (A proposito, ho apprezzato la sua valutazione generale e la secondo.)

    • @lalettricesolitaria
      @lalettricesolitaria 2 місяці тому

      @@leswolf1877 Pillolismo significa ridurre lo studio di una materia vasta in piccole parti (facili da digerire, come le pillole): la riduzione della quantità di studio in piccole parti però pregiudica anche l'ampiezza del discorso, quindi viene percepita come una azione riduttiva.

  • @user-is6cx2sm8o
    @user-is6cx2sm8o 2 місяці тому

    👏🏻👏🏻👏🏻

  • @rachm06
    @rachm06 2 місяці тому +2

    Ma solo io inizio dalle dispense/scorciatoie finchè ad un certo punto "cazzo ma qui è troppo interessante, vediamo altre fonti..." e così se ne vanno 3 mesi XD

  • @federkodo8938
    @federkodo8938 2 місяці тому +1

    mmm un po i social ci hanno influenzato. ci hanno abituato a vedere il risultato finale, all'apparenza. non il percorso, il sudore dietro. volgiamo le cose subito e con il minimo sforzo e appena ci sono i primi grossi ostacoli si molla

    • @giudalberto
      @giudalberto 2 місяці тому

      Tu dirò: secondo me il problema è ancora più in profondità. I social sicuramente hanno dato un bel colpo, ma l'attitudine esisteva già da prima. Con questo non voglio difendere i social, sia chiaro: la loro esistenza è resa possibile da quella stessa attitudine che accentuano, e che evidentemente era già nello spirito del tempo

  • @MicheleCaine
    @MicheleCaine 2 місяці тому +3

    Un antico saggio diceva: "La filosofia si studia sui testi degli autori e non su Wikipedia".

    • @Rentzanimanera
      @Rentzanimanera 2 місяці тому +6

      Che poi alla fine fu proprio quel saggio a scrivere la pagina di Wikipedia.

    • @MicheleCaine
      @MicheleCaine 2 місяці тому +2

      @@Rentzanimanera Lei non sa una segah

    • @davidescristofaros2241
      @davidescristofaros2241 2 місяці тому

      Wikipedia in inglese però è un' ottima introduzione!

  • @simoneviviani9819
    @simoneviviani9819 2 місяці тому

    Rick, devo confessarti che salto sempre la sigla in modo compulsivo anche se è brevissima

  • @donniedarko1226
    @donniedarko1226 2 місяці тому

    È da un po’ che non seguo… Ma ha mai parlato del perché non fa più video con Boldrin?

    • @jeanpaulsars
      @jeanpaulsars 2 місяці тому

      Lui no ma Boldrin ha detto in una live che è stato rick a troncare improvvisamente i rapporti dopo che boldrin gli aveva fatto notare che alcune cose che aveva detto in un video sulla questione israelo palestinese erano false

  • @ilnikogo7034
    @ilnikogo7034 2 місяці тому

    Ci vorrebbe che le scuole socratiche partissero sin dalle elementari

  • @giorgiolopresti7252
    @giorgiolopresti7252 2 місяці тому

    Hai detto tante cose utili, e tante cose che sono completamente errate in senso oggettivo e persino misurabile. Purtroppo non posso rispondere in un commento, però non hai citato assolutamente nemmeno un decreto o una legge in ambito scolastico. Parli di un prima e un poi, ma prima e poi quando? Parli bene delle persone laureate negli anni '90 rispetto a quelle del 2010, quando proprio in quegli anni le cose erano molto in crescita quindi proprio l'esempio contrario perché il minimo qualitativo è stato nel 2000. E infatti se stiamo piangendo oggi è per via di chi si è laureato 20 anni fa. Poi sì, il merito: ci sono però pubblicazioni scientifiche sui sistemi complessi che mostrano come a volte gli impulsi casuali (Tizio il panettiere alla presidenza) siano meglio dei sistemi meritocratici. Lo so che fa male a sentirlo perché io sono un meritocratico, ma è così in media, e certamente quando un sistema democratico si ammala. Sicuramente tutto il resto del messaggio che lanci va benissimo, ma occhio a non sembrare paternalistico, anche perché noi (anche tu) siamo i giovani quindi dovremmo provare a fare gli innovatori. Per esempio: cosa si potrebbe fare per migliorare le cose? Ad esempio far ritornare i ragazzi ad amare la dimensione del libro e allontanarsi dal gioco competitivo.

    • @giorgiolopresti7252
      @giorgiolopresti7252 2 місяці тому

      E ti dico pure: io parlavo di minimo qualitativo nell'istruzione universitaria nel 2000. Ora però dovremo affrontare la, quantomeno apparente, regressione del Q.I. medio dopo gli anni '90. Per quanto io ritenga le misure di Q.I. circa inutili, esse potrebbero rivelare una tendenza veritiera.

  • @robygame4128
    @robygame4128 2 місяці тому

    Dario Torrisi left the chat

  • @marcocisafrulli3623
    @marcocisafrulli3623 2 місяці тому

    Se studi ingegneria anche solo per passare un esame devi studiare parecchio

    • @luigirossi4430
      @luigirossi4430 2 місяці тому

      Vero che devi studiare tanto, ma secondo me (frequento ingegneria anche io) la difficoltà è dettata dal fatto che i professori leggono slides e il livello medio degli studenti è molto scadente

  • @cerodiseppia5499
    @cerodiseppia5499 24 дні тому

    Perdonami, ma questa volta devo intervenire a correggere quello che dici. Nella tua argomentazione confondi il concetto di merito con quello di autoefficacia percepita e di impotenza appresa. La meritocrazia è una cornice ideologica fondata sull'idea che per raggiungere determinati traguardi bastino le risorse personali, con ciò intendendo quelle cognitive, relazionali, economiche, lavorative in senso lato. Questo modo di pensare è errato, nel senso che alla base di queste stesse risorse ci sono condizionamenti che stanno al di fuori del volere dell'individuo. Tu stesso se fossi nato in Congo, avessi dovuto venire qui a imparare a 20 anni una lingua straniera, nel frattempo raccogliere pomodori e lavare bagni al weekend per poterti permettere cibo del discount, dubito fortemente che oggi staresti fondando la Cogito Academy. Di conseguenza sì, pedagogicamente parlando il discorso del merito è l'anti-educazione per eccellenza.

    • @rickdufer
      @rickdufer  24 дні тому

      Ma dove sta scritto che la meritocrazia è l'idea che BASTINO le risorse personali? La meritocrazia è l'idea secondo cui SENZA l'uso delle tue risorse personali, dei tuoi talenti e della tua volontà, non c'è contesto che ti possa portare a raggiungere traguardi. I sistemi meritocratici infatti lavorano molto sul welfare, sull'istruzione pubblica, sulla condivisione delle risorse e sul tentativo di migliorare i contesti dove le risorse personali sono mortificate. La tua è una caricatura: NESSUNO ha mai pensato che con la sola volontà uno ce la possa fare. Io vivo in un contesto più privilegiato di uno studente del Congo? Certamente. Ma ho conseguito risultati eccellenti pur vivendo una situazione di difficoltà economiche in passato, non mi è stato regalato nulla e per quanto la mia fortuna esista, la mia volontà ha giocato un ruolo essenziale in quello che faccio. Questa è la meritocrazia, non diciamo stupidaggini.

  • @giovannitestore1845
    @giovannitestore1845 2 місяці тому

    Scusa, chi è Burioni?

    • @Marina-sz2kj
      @Marina-sz2kj 2 місяці тому

      È uno scienziato, se non sbaglio virologo

  • @RobbyRoberts91
    @RobbyRoberts91 2 місяці тому

    il liceo dei ricchi o: