Io penso che la verità esiste come fondamento. Non esiste la possibilità di comprendere la verità nella sua ultimativita attraverso un discorso. È diverso. Sono d' accordo sul fatto che l' unità non si veda e non si dia come possesso definitivo nel discorso filosofico. Ma che la verità sia solo la filosofia analitica è una verità relativa 😊un fondamento che va mostrato. Che cosa fonda il fatto della verità della nostra esperienza come fondamento del tutto? Il tutto non esiste ok ed esiste solo la nostra esperienza ma come pezzo di cosa ? Dei nulla? L' esperienza fomda ogni conoscenza. Ma cosa fonda il.fatto del' esperienza? La verità esiste sia come presupposto che come meta del nostro procedere perché diversamente nessun procedere avrebbe senso o, meglio, nessun procedere potrebbe affermarsi come avente senso se non presupponesse un criterio che può mostrare il senso di quello che dice sì che la verità esiste come premessa e come meta ideale del nostro cammino in quanto anche il discorso della più folle elucubrazione possiamo mostrarlo in quanto discorso privo di logica o auto contradcentesi proprio perché esiste la verità. La verità esiste ed è ciò che ci fa procedere oltre nel nostro cammino attraverso i nostri errori e il nostro errare verso la verità. Anche se non potremo mai dire In che cosa consiste la Verità dobbiamo presupporre l'esistenza di uno spazio meta discorsivo e veritativo che sta all'origine e alla fine del nostro cammino e della nostra ricerca. La verità e' la premessa, la verità è la meta dei cammino che ci fa scontrare e incontrare ma la verità è intanto, e essenzialmente, il cammino verso la verità. Durante il cammino è giusto dire che l' unità non si da ed è vero che non possiamo, con un discorso, dire che cosa è definitivamente vero, ( il che non vuol dire che non esista la verità ma solo che non possiamo mostrarla come definitivamente tale e unitaria attraverso un discorso.!!!!) Tuttavia nel cammino possiamo procedere insieme verso la verità attraverso i nostri discorsi ovvero possiamo elaborare un discorso via via sempre più ampio, profondo, sempre più vasto e unitario e più consapevole, sempre più capace di integrare centinaia di sotto discorsi che, a sua volta, si può integrare con un altro discorso che integra al suo interno centinaia di altri sotto discorsi. Questo discorso in cammino verso il "quasi tutto" è la filosofia. Possiamo cioè durante il cammino verso la verità, che presupponiamo come meta e come premessa del nostro procedere, via via, avere una visione sempre più ampia, sempre più vasta della verità anche se non arriveremo mai ad avere la visione della verità attraverso un discorso conclusivo. La verità deve essere presupposta come premessa della nostra ricerca e deve essere posta come meta ideale della nostra ricerca e la verità è inoltre e intanto il cammino che noi facciamo insieme verso la verità che può portare via via ad una conoscenza, ad un sapere, ad una consapevolezza sempre più vasta, sempre più vicina alla verità, grazie al confronto filosofico che tu stesso egregiamente stimoli, anche se non si potrà mai iscriverla tutta dentro un discorso, dentro iun sapere conclusivo
Unità del tutto, unità nel tutto vuol dire che esiste un'idea, il significato di un'unità possibile ovvero di un abbraccio possibile capace di unificare via via in maniera sempre più profonda, vasta e integrata, la meravigliosa differenza del molteplice esistente. L'esistenza di questa idea non vuol dire affatto che non si sia capaci di farsi interpretazione della scienza o addirittura della vita quotidiana. Gli stessi grandi fisici hanno cercato la super equazione o la super teoria capace di unificare le varie forze della natura. L'idea del tutto nella scienza e nella filosofia non può essere eliminata. Ed è un' idea feconda che ci spinge nella ricerca. Nella teoria dell' evoluzione oggi esiste una collaborazione feconda tra specialisti che, sin dall' inizio, vedono un orizzonte comune capace di integrare i differenti approcci sicché il paleontologo ha bisogno dello studioso del genoma, del biologo e dello studioso del linguaggio ecc e questa visione integrata unifica una visione più ampia e integrata. Un filosofo degno di questo nome non può escludere la somma unità del tutto. Certamente non può dimostrarne l'esistenza ontologica, sono d'accordo, sicuramente si tratta intanto di un'idea, ma è una grande idea, un grande significato che non può essere escluso come significante, sebbene non possa essere dimostrato che ciò che esso significhi esista. Da ciò che dici sembra che per te sia assurdo credere che tutto possa esistere. Esiste come idea limite che fa evolvere la nostra consapevolezza. Non può essere escluso come ciò che tiene insieme, ciò che abbraccia tutte le differenze, ancorché non potrò mai avere una visione conclusiva di siffatta unità. Si può deridere quanto si vuole questa idea, si può fare del sarcasmo ma un filosofo degno di questo nome non può escludere come stella polare che orienta la sua navigazione l'idea di un meraviglioso abbraccio delle meravigliose differenze. Dire che "tutto" non esiste è dognatismo tanto quanto affermare che esiste Dio. Che significa che tutto non esiste? Questo è lo stesso errore al contrario a mio avviso. Non posso dimostrare che esiste il tutto ontologicamente non vuol dire che posso escludere che esiste qualcosa che chiamiamo "tutto". Intanto esiste l'idea il significato che chiamiamo " tutto." Ma questo non vuol dire che l'esistenza del significato significhi che esiste solo come significato o l'inesistenza di ciò che questo significato designa. Non vuole dire che " tutto" esiste solo come mero significato!!!! Esiste intanto come significato, come presupposto fecondo e come finalità che nutre il cammino della conoscenza filosofica e scientifica. Ed esiste non solo come significato, a mio avviso , ma come cammino unificante, come tutto integrato e integrante la conoscenza futura. Non esiste il tutto come cosa ultima osservabile o conseguibile come possesso della conoscenza, va bene, ma esiste come calamita che fa evolvere la nostra conoscenza. Esiste in modo diverso da come esiste questo tavolo. Non è percepibile dai sensi ma non è nemmeno una mera astrazione o idealità. Ciò che fa evolvere la nostra conoscenza e fa battere il cuore e nutre il fervore del sommo poeta Dante esiste non come ciò che i sensi percepiscono ma nemmeno come mera astrazione priva di senso!. Ancora siamo a questa contrapposizione tra misticismo e logica? Tra filosofia, scienza e spiritualità per cui esiste solo cio che è osservabile e ciò che oggi non lo è è mera astrazione priva di senso? Anche questo neo empirismo Russellliano mi sembra passato insieme a Hegel
che insieme ributtante di scemenze; come si permette? probabilmente fa parte di uno scherzo stile cinema italiano (chi parla male pensa male, etc.) si occupi di cose serie.
esempio da bar: la mia mano tocca un bicchiere x bere... la mia mano è collegata tramite al mio corpo al pavimento... il pavimento al barrista... il barrista pensa a sua figlia... sua figlia in quel momento studia Orione... sua figlia usa un cellulare... fatto dalla stessa azienda che ha fatto il cellulare di Vincenzo che registra il video sui "frammenti di mondo" in-comunicanti.... a me pare che è facile capire che sta rete la puoi estendere infinita-mente come e quanto vuoi in ogni direzione... volendo anche nel passato pensando alle cause (note ed ignote)... ed al futuro pensando agli effetti (noti ed ignoti).... e quindi francamente direi: *anche il nichilismo è un totalismo in-conscio* 😎
@@primulerossa409 😊questo è nobile, spesso si mette il like se e solo se si è d accordo, tu addirittura il cuore, e sei in disaccordo😁 possiamo dire chr il.cuore unisce anche se e laddove la mente divide😁; in ogni caso se si indaga e si va in fondo, qui non c è tempo, nel disaccordo si può trovare un' area di intersezione, di sotto accordo. Credo sia questo il lavoro della filosofia; Intanto bisogna approfondire e capire bene il disaccordo, poi approfondendo l' opposizione può diventare scoperta di un area di sottoaccordo nel disaccordo. Del resto a volte anch'io scopro, dopo un po', di essere in disaccordo con me stesso 😁
Altra domanda, spero non indiscreta. Se non sbaglio in video passati ti sei definito comunista; cosa ne pensi del fatto che il comunismo (o perlomeno la sua corrente storicamente più importante) sia una filiazione indiretta dell'hegelismo?
@@TommasoBartolini il rapporto del comunismo con Hegel lo reputo occasionale, la tesi di Marx riguardava Epicuro. Il comunismo è una prospettiva di cui il Marxismo è stato un aspetto. Ci sono idee di Marx che reputo valide come quella di sovrastruttura ideologica, quella di plusvalore, quella di general intellect e quella di rivoluzione e lotta di classe. Si può pervenire al concetto di lotta di classe in modo indipendente dall'idea di storia per come è espressa nel manifesto del partito comunista, si perviene al concetto di lotta di classe anche senza una visione dialettica della storia. Le idee di Marx sono indipendenti da un concetto di storia come processo dialettico che tende ad una sintesi necessaria e totalizzante. Per me rimane valido anche il concetto di coscienza di classe come autocoscienza del singolo che riguarda la propria posizione antropologica nella struttura del capitale. Ora , il Comunismo consiste nella rottura di queste strutture economiche ed sociali. Questa rottura è la lotta di classe che assume forme di diverso tipo. Il pizzaiolo che studia filosofia, l'operaio che studia matematica, l'impiegato che dipinge , Il batterista che studia economia, rompono confini e fanno lotta di classe in una forma non violenta, nuove forme di lotta
Se capisco quello che vuoi dire, il rifiuto del "tutto" è implicito nella metodologia analitica, che si occupa programmaticamente di singole parti del sapere rinunciando a uno sguardo totalizzante sulla realtà. Oppure il ragionamento va nel senso inverso? Dall'accertamento dell'impossibilità del tutto si arriva alla necessità di impiegare un approccio analitico ai problemi filosofici?
@@TommasoBartolini l'approccio analitico parte dall'apertura alla realtà. Partire dalla credenza nella Totalità dell'esistente equivale ad ipotizzare una sintesi del tutto ingiustificata ed induce a cercare una "formula" che riveli la "Realtà", questo è il sogno della "Teoria del tutto" in fisica , ma è anche il sogno dei filosofi che credono in un a priori metafisico capace di racchiudere ogni manifestazione presente, passata e futura. Per me esistono solo frammenti, e non è detto che si possa pervenire ad una coerenza logica che coinvolga tutti i frammenti, la coerenza stessa può essere anche solo locale.
@@primulerossa409 ottimo, mi hai chiarito un punto importante. L'idea che la realtà sia costituita da "frammenti di mondo" non ricomponibili in un disegno unitario è affascinante (e forse un po' inquietante).
@@primulerossa409esempio da bar: la mia mano tocca un bicchiere x bere... la mia mano è collegata tramite al mio corpo al pavimento... il pavimento al barrista... il barrista pensa a sua figlia... sua figlia in quel momento studia Orione... sua figlia usa un cellulare... fatto dalla stessa azienda che ha fatto il cellulare di Vincenzo che registra il video sui "frammenti di mondo" in-comunicanti.... a me pare che è facile capire che sta rete la puoi estendere infinita-mente come e quanto vuoi in ogni direzione... volendo anche nel passato pensando alle cause (note ed ignote)... ed al futuro pensando agli effetti (noti ed ignoti).... e quindi francamente direi: *anche il nichilismo è un totalismo in-conscio* 😎
@@TommasoBartolini un conto è fare analisi metafisiche del Tutto, e di tali analisi si occupa anche la filosofia analitica. Un' altro conto è ritenere che possa esistere un sapere che dia coordinate su ciò che c'è da sapere, un intero da conoscere e su quale sia il modo in cui conoscere tale intero. La realtà è troppo vasta perché possa essere conosciuta tutta da scimmie parlanti.
1) Se vede le parti e la differenza tra le parti, già presuppone il tutto. Come fa a vedere le parti, senza che esse non siano già in un tutto? Se non presupponesse il tutto non ci sarebbero parti, molteplicità. Come fa ad analizzare se non presuppone la sintesi tra le parti (esito di analisi)? Come fa ad analizzare l'irrelato? 2) Che la matematica abbia a che fare con la prassi (tecnica) e non con la verità non è certo una invenzione di Croce. Mi faccia un esempio, se vuole, di matematica contemporanea che voglia dire la verità del mondo. Non credo ne troverà molti. Lo stesso si dica per la fisica. La filosofia ha dal suo inizio a che fare con la verità e questo vuol dire che ha a che fare con la fondazione dei principi. Come fondare i principi, a questo pensa la filosofia. Non è un sistema ipotetico deduttivo. Russell critica Hegel e l'idealismo senza averlo capito. Non sa assolutamente di cosa parla. Quando parla di Hegel è di un dilettantismo imbarazzante.
Primula Vincenzo Russell è un ERRORE NECESSARIO alla Totalità Concreta: empirica-mente andrebbe quindi sostenuto (e non avversato) nel progressivo INTENSIFICARSI di tale errore necessario. Al bar si direbbe: +quella parte sbaglia meglio è per il mondo
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Io penso che la verità esiste come fondamento. Non esiste la possibilità di comprendere la verità nella sua ultimativita attraverso un discorso. È diverso. Sono d' accordo sul fatto che l' unità non si veda e non si dia come possesso definitivo nel discorso filosofico. Ma che la verità sia solo la filosofia analitica è una verità relativa 😊un fondamento che va mostrato. Che cosa fonda il fatto della verità della nostra esperienza come fondamento del tutto? Il tutto non esiste ok ed esiste solo la nostra esperienza ma come pezzo di cosa ? Dei nulla? L' esperienza fomda ogni conoscenza. Ma cosa fonda il.fatto del' esperienza? La verità esiste sia come presupposto che come meta del nostro procedere perché diversamente nessun procedere avrebbe senso o, meglio, nessun procedere potrebbe affermarsi come avente senso se non presupponesse un criterio che può mostrare il senso di quello che dice sì che la verità esiste come premessa e come meta ideale del nostro cammino in quanto anche il discorso della più folle elucubrazione possiamo mostrarlo in quanto discorso privo di logica o auto contradcentesi proprio perché esiste la verità. La verità esiste ed è ciò che ci fa procedere oltre nel nostro cammino attraverso i nostri errori e il nostro errare verso la verità. Anche se non potremo mai dire In che cosa consiste la Verità dobbiamo presupporre l'esistenza di uno spazio meta discorsivo e veritativo che sta all'origine e alla fine del nostro cammino e della nostra ricerca. La verità e' la premessa, la verità è la meta dei cammino che ci fa scontrare e incontrare ma la verità è intanto, e essenzialmente, il cammino verso la verità. Durante il cammino è giusto dire che l' unità non si da ed è vero che non possiamo, con un discorso, dire che cosa è definitivamente vero, ( il che non vuol dire che non esista la verità ma solo che non possiamo mostrarla come definitivamente tale e unitaria attraverso un discorso.!!!!) Tuttavia nel cammino possiamo procedere insieme verso la verità attraverso i nostri discorsi ovvero possiamo elaborare un discorso via via sempre più ampio, profondo, sempre più vasto e unitario e più consapevole, sempre più capace di integrare centinaia di sotto discorsi che, a sua volta, si può integrare con un altro discorso che integra al suo interno centinaia di altri sotto discorsi. Questo discorso in cammino verso il "quasi tutto" è la filosofia. Possiamo cioè durante il cammino verso la verità, che presupponiamo come meta e come premessa del nostro procedere, via via, avere una visione sempre più ampia, sempre più vasta della verità anche se non arriveremo mai ad avere la visione della verità attraverso un discorso conclusivo. La verità deve essere presupposta come premessa della nostra ricerca e deve essere posta come meta ideale della nostra ricerca e la verità è inoltre e intanto il cammino che noi facciamo insieme verso la verità che può portare via via ad una conoscenza, ad un sapere, ad una consapevolezza sempre più vasta, sempre più vicina alla verità, grazie al confronto filosofico che tu stesso egregiamente stimoli, anche se non si potrà mai iscriverla tutta dentro un discorso, dentro iun sapere conclusivo
Unità del tutto, unità nel tutto vuol dire che esiste un'idea, il significato di un'unità possibile ovvero di un abbraccio possibile capace di unificare via via in maniera sempre più profonda, vasta e integrata, la meravigliosa differenza del molteplice esistente. L'esistenza di questa idea non vuol dire affatto che non si sia capaci di farsi interpretazione della scienza o addirittura della vita quotidiana. Gli stessi grandi fisici hanno cercato la super equazione o la super teoria capace di unificare le varie forze della natura. L'idea del tutto nella scienza e nella filosofia non può essere eliminata. Ed è un' idea feconda che ci spinge nella ricerca. Nella teoria dell' evoluzione oggi esiste una collaborazione feconda tra specialisti che, sin dall' inizio, vedono un orizzonte comune capace di integrare i differenti approcci sicché il paleontologo ha bisogno dello studioso del genoma, del biologo e dello studioso del linguaggio ecc e questa visione integrata unifica una visione più ampia e integrata.
Un filosofo degno di questo nome non può escludere la somma unità del tutto. Certamente non può dimostrarne l'esistenza ontologica, sono d'accordo, sicuramente si tratta intanto di un'idea, ma è una grande idea, un grande significato che non può essere escluso come significante, sebbene non possa essere dimostrato che ciò che esso significhi esista. Da ciò che dici sembra che per te sia assurdo credere che tutto possa esistere. Esiste come idea limite che fa evolvere la nostra consapevolezza. Non può essere escluso come ciò che tiene insieme, ciò che abbraccia tutte le differenze, ancorché non potrò mai avere una visione conclusiva di siffatta unità. Si può deridere quanto si vuole questa idea, si può fare del sarcasmo ma un filosofo degno di questo nome non può escludere come stella polare che orienta la sua navigazione l'idea di un meraviglioso abbraccio delle meravigliose differenze. Dire che "tutto" non esiste è dognatismo tanto quanto affermare che esiste Dio. Che significa che tutto non esiste? Questo è lo stesso errore al contrario a mio avviso. Non posso dimostrare che esiste il tutto ontologicamente non vuol dire che posso escludere che esiste qualcosa che chiamiamo "tutto". Intanto esiste l'idea il significato che chiamiamo " tutto." Ma questo non vuol dire che l'esistenza del significato significhi che esiste solo come significato o l'inesistenza di ciò che questo significato designa.
Non vuole dire che " tutto" esiste solo come mero significato!!!! Esiste intanto come significato, come presupposto fecondo e come finalità che nutre il cammino della conoscenza filosofica e scientifica. Ed esiste non solo come significato, a mio avviso , ma come cammino unificante, come tutto integrato e integrante la conoscenza futura. Non esiste il tutto come cosa ultima osservabile o conseguibile come possesso della conoscenza, va bene, ma esiste come calamita che fa evolvere la nostra conoscenza. Esiste in modo diverso da come esiste questo tavolo. Non è percepibile dai sensi ma non è nemmeno una mera astrazione o idealità. Ciò che fa evolvere la nostra conoscenza e fa battere il cuore e nutre il fervore del sommo poeta Dante esiste non come ciò che i sensi percepiscono ma nemmeno come mera astrazione priva di senso!. Ancora siamo a questa contrapposizione tra misticismo e logica? Tra filosofia, scienza e spiritualità per cui esiste solo cio che è osservabile e ciò che oggi non lo è è mera astrazione priva di senso? Anche questo neo empirismo Russellliano mi sembra passato insieme a Hegel
@@vickymax4027 ti ho messo un cuore perché le tue parole sono vibranti e intense,certo non sono d'accordo con te.
che insieme ributtante di scemenze; come si permette? probabilmente fa parte di uno scherzo stile cinema italiano (chi parla male pensa male, etc.) si occupi di cose serie.
esempio da bar: la mia mano tocca un bicchiere x bere... la mia mano è collegata tramite al mio corpo al pavimento... il pavimento al barrista... il barrista pensa a sua figlia... sua figlia in quel momento studia Orione... sua figlia usa un cellulare... fatto dalla stessa azienda che ha fatto il cellulare di Vincenzo che registra il video sui "frammenti di mondo" in-comunicanti.... a me pare che è facile capire che sta rete la puoi estendere infinita-mente come e quanto vuoi in ogni direzione... volendo anche nel passato pensando alle cause (note ed ignote)... ed al futuro pensando agli effetti (noti ed ignoti).... e quindi francamente direi: *anche il nichilismo è un totalismo in-conscio* 😎
@@primulerossa409 😊questo è nobile, spesso si mette il like se e solo se si è d accordo, tu addirittura il cuore, e sei in disaccordo😁 possiamo dire chr il.cuore unisce anche se e laddove la mente divide😁; in ogni caso se si indaga e si va in fondo, qui non c è tempo, nel disaccordo si può trovare un' area di intersezione, di sotto accordo. Credo sia questo il lavoro della filosofia; Intanto bisogna approfondire e capire bene il disaccordo, poi approfondendo l' opposizione può diventare scoperta di un area di sottoaccordo nel disaccordo. Del resto a volte anch'io scopro, dopo un po', di essere in disaccordo con me stesso 😁
Altra domanda, spero non indiscreta. Se non sbaglio in video passati ti sei definito comunista; cosa ne pensi del fatto che il comunismo (o perlomeno la sua corrente storicamente più importante) sia una filiazione indiretta dell'hegelismo?
@@TommasoBartolini il rapporto del comunismo con Hegel lo reputo occasionale, la tesi di Marx riguardava Epicuro.
Il comunismo è una prospettiva di cui il Marxismo è stato un aspetto.
Ci sono idee di Marx che reputo valide come quella di sovrastruttura ideologica, quella di plusvalore, quella di general intellect e quella di rivoluzione e lotta di classe.
Si può pervenire al concetto di lotta di classe in modo indipendente dall'idea di storia per come è espressa nel manifesto del partito comunista, si perviene al concetto di lotta di classe anche senza una visione dialettica della storia.
Le idee di Marx sono indipendenti da un concetto di storia come processo dialettico che tende ad una sintesi necessaria e totalizzante.
Per me rimane valido anche il concetto di coscienza di classe come autocoscienza del singolo che riguarda la propria posizione antropologica nella struttura del capitale.
Ora , il Comunismo consiste nella rottura di queste strutture economiche ed sociali.
Questa rottura è la lotta di classe che assume forme di diverso tipo.
Il pizzaiolo che studia filosofia, l'operaio che studia matematica, l'impiegato che dipinge ,
Il batterista che studia economia, rompono confini e fanno lotta di classe in una forma non violenta, nuove forme di lotta
@@primulerossa409beh... direi che (scendendo a livello empirico illusorio) la Storia non ha sconfitto solo idealismo... ma pure i vari marxismi
Se capisco quello che vuoi dire, il rifiuto del "tutto" è implicito nella metodologia analitica, che si occupa programmaticamente di singole parti del sapere rinunciando a uno sguardo totalizzante sulla realtà. Oppure il ragionamento va nel senso inverso? Dall'accertamento dell'impossibilità del tutto si arriva alla necessità di impiegare un approccio analitico ai problemi filosofici?
@@TommasoBartolini l'approccio analitico parte dall'apertura alla realtà.
Partire dalla credenza nella Totalità dell'esistente equivale ad ipotizzare una sintesi del tutto ingiustificata ed induce a cercare una "formula" che riveli la "Realtà", questo è il sogno della "Teoria del tutto" in fisica , ma è anche il sogno dei filosofi che credono in un a priori metafisico capace di racchiudere ogni manifestazione presente, passata e futura.
Per me esistono solo frammenti, e non è detto che si possa pervenire ad una coerenza logica che coinvolga tutti i frammenti, la coerenza stessa può essere anche solo locale.
@@primulerossa409 ottimo, mi hai chiarito un punto importante. L'idea che la realtà sia costituita da "frammenti di mondo" non ricomponibili in un disegno unitario è affascinante (e forse un po' inquietante).
@@primulerossa409esempio da bar: la mia mano tocca un bicchiere x bere... la mia mano è collegata tramite al mio corpo al pavimento... il pavimento al barrista... il barrista pensa a sua figlia... sua figlia in quel momento studia Orione... sua figlia usa un cellulare... fatto dalla stessa azienda che ha fatto il cellulare di Vincenzo che registra il video sui "frammenti di mondo" in-comunicanti.... a me pare che è facile capire che sta rete la puoi estendere infinita-mente come e quanto vuoi in ogni direzione... volendo anche nel passato pensando alle cause (note ed ignote)... ed al futuro pensando agli effetti (noti ed ignoti).... e quindi francamente direi: *anche il nichilismo è un totalismo in-conscio* 😎
@@TommasoBartolini un conto è fare analisi metafisiche del Tutto, e di tali analisi si occupa anche la filosofia analitica.
Un' altro conto è ritenere che possa esistere un sapere che dia coordinate su ciò che c'è da sapere, un intero da conoscere e su quale sia il modo in cui conoscere tale intero.
La realtà è troppo vasta perché possa essere conosciuta tutta da scimmie parlanti.
1) Se vede le parti e la differenza tra le parti, già presuppone il tutto. Come fa a vedere le parti, senza che esse non siano già in un tutto? Se non presupponesse il tutto non ci sarebbero parti, molteplicità. Come fa ad analizzare se non presuppone la sintesi tra le parti (esito di analisi)? Come fa ad analizzare l'irrelato?
2) Che la matematica abbia a che fare con la prassi (tecnica) e non con la verità non è certo una invenzione di Croce. Mi faccia un esempio, se vuole, di matematica contemporanea che voglia dire la verità del mondo. Non credo ne troverà molti. Lo stesso si dica per la fisica.
La filosofia ha dal suo inizio a che fare con la verità e questo vuol dire che ha a che fare con la fondazione dei principi. Come fondare i principi, a questo pensa la filosofia. Non è un sistema ipotetico deduttivo.
Russell critica Hegel e l'idealismo senza averlo capito. Non sa assolutamente di cosa parla. Quando parla di Hegel è di un dilettantismo imbarazzante.
Primula Vincenzo Russell è un ERRORE NECESSARIO alla Totalità Concreta: empirica-mente andrebbe quindi sostenuto (e non avversato) nel progressivo INTENSIFICARSI di tale errore necessario. Al bar si direbbe: +quella parte sbaglia meglio è per il mondo