(Ep.32) ACQUACOLTURA: tutto quello che devi sapere
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- Опубліковано 2 лис 2024
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Le prime testimonianze della pratica dell’acquacoltura risalgono infatti alle più antiche dinastie cinesi ed egiziane che le tramanderanno a loro volta alle nascenti popolazioni etrusca e romana.
È del 2.500 a.C. il bassorilievo ritrovato nella tomba di Aktihetep, in Egitto, che chiaramente ritrae un uomo intento a raccogliere tilapie (pesci d’acqua dolce) nei pressi di uno stagno; risale invece alla Cina del 475 a.C. il primo trattato di piscicoltura.
Molte sono inoltre le testimonianze sotto forma di testi antichi, mosaici e resti di manufatti da parte degli Etruschi e dei Romani, che esaltavano la dedizione con cui i nostri antenati si impegnavano nell’allevamento di pesci nelle ricche e preziose aree del mediterraneo.
Le prime forme di allevamento prevedevano la cattura in mare o nei bacini d’acqua dolce degli esemplari da riprodurre; mentre dobbiamo aspettare il 19 secolo per il primo ciclo biologico completamente controllato dall'uomo, periodo in cui avvenne la domesticazione della trota.
Oggi sono circa 500 gli organismi acquatici di cui si può controllare, almeno in parte, il ciclo biologico e poter quindi procedere all’allevamento; tra questi le principali specie sono spigola, orata e salmone per quanto riguarda l’acquacoltura marina; trote, tilapie, carpe, storioni e anguille relativamente a quella d’acqua dolce.
In base al tipo di gestione e all'intensità dei flussi energetici coinvolti, l'acquacoltura viene principalmente suddivisa in acquacoltura estensiva, intensiva e iperintensiva.
Queste attività in mare diventeranno sicuramente strategiche per il futuro del pianeta con una popolazione umana in costante crescita.
Complimenti per il video. La morale che se ne trae è corretta. Occorrerà rivolgersi sempre più a fonti di nutrimento provenienti dall'acquacoltura. Purtroppo esistono allevamenti sparsi nel mondo non rispettosi delle necessarie condizioni biologiche, nutrizionali, climatiche e di trattamento dei dipendenti. Uno dei modi per essere sicuri che il prodotto allevato provenga da fonti sostenibili è cercare la presenza del marchio ASC, un ente internazionale, di cui potresti parlare, che stabilisce le best practices ambientali e sociali per un'acquacoltura sostenibile.
Video molto ma molto interessante
"Dobbiamo diventare da cacciatori ad allevatori" frase molto bella e profonda . 😊
Grazie mille Giorgio, in fondo è proprio questo il processo che inevitabilmente dovremo affrontare :)
Ciao Alessandro, ho dei dubbi riguardo delle stime che riporti. Nel video dici che "la flotta attuale cattura 65 tonnellate (flotta mondiale? 65 tonnellate l'anno?) di prodotti ittici destinati al consumo umano, più altre 35 tonnellate destinate all'acquacoltura. Nei prossimi 35 anni avremo bisogno di oltre 85 tonnellate di prodotti ittici, richiesta che potrà essere soddisfatta esclusivamente dal miglioramento delle pratiche di acquacoltura". Ora o i dati che porti sono errati oppure le 35 tonnellate di pescato destinato all'acquacoltura non possono essere destinate al consumo umano diretto, dal momento che 65 più 35 fa 100, tonnellate che basterebbero ampiamente a soddisfare la richiesta di cui parli. Ti chiedo delucidazioni, un saluto.
Ciao Luca, grazie per l'osservazione, in effetti quando dico avremo bisogno di 85 milioni di tonnellate, manca in più rispetto all'attuale. L'anno scorso quando feci il video non conoscevo ancora questo sito che trovo ottimo ourworldindata.org/seafood-production#global-seafood-production nei video che produco ora nel 2021 faccio sempre affidamento a questo database :)
Sono daccordo sui concetti contenuti ,pero Pura pubblicita niente di práctico o utile
Mi piacerebbe lavorare in un impianto di acquacoltura.