Approccio matematico alla comunicazione. Modello di Shannon e Weaver
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- Опубліковано 6 січ 2021
- Benvenuti a lezione con sentocheposso nella playlist dedicata alla Psicologia della Comunicazione. In questa lezione inizieremo l’analisi dei diversi approcci alla comunicazione e partiremo dall’APPROCCIO MATEMATICO con il MODELLO DI SHANNON E WEAVER.
Questo modello risale alle prime ricerche degli anni ’40.
La prima pubblicazione è l’articolo A Mathematical Theory of Communication pubblicato da Claude Shannon nel Bell System Technical Journal nel 1948.
La comunicazione è vista come trasmissione di informazioni: nel secondo dopoguerra la comunicazione viene modellizzata come passaggio lineare di contenuti da un emittente ad un ricevente.
L’atto comunicativo si esaurisce nel trasferimento di informazioni al ricevente e prevede una registrazione dei contenuti trasmessi.
Si tratta di un modello lineare in cui la comunicazione consiste nel passaggio di un SEGNALE (o messaggio) da una FONTE A (emittente) attraverso un TRASMETTITORE (es voce) lungo un CANALE (es telef) +/- disturbato da un RUMORE a un DESTINATARIO B (ricevente) grazie ad un RECETTORE (es. apparato acustico).
Elementi comunicazione
- Emittente: colui che dà avvio all’azione comunicativa
- Ricevente: il destinatario del messaggio
- Messaggio: ciò che viene trasmesso, sotto forma di informazione, tra emittente e ricevente
- Codice: insieme di regole utilizzate per esprimere il messaggio (segnali fisici o sistema socialmente condiviso di organizzare i segni).
- Canale: supporto fisico, materiale o mezzo utilizzato per la trasmissione del messaggio.
- Rumore: elemento esterno; aspetti fisiologici e fattori psicologici che interferiscono con l’abilità di esprimere o comprendere un messaggio in modo efficace.
In un momento successivo sono stati aggiunti i concetti di:
RIDONDANZA: la ripetizione nell’operazione di codifica del messaggio per favorire la sua decodifica
FILTRO: processo di selezione di alcuni aspetti e proprietà del segnale rispetto ad altri nell’operazione di decodifica
FEEDBACK: la quantità di informazione che dal ricevente ritorna all’emittente, consentendogli di modificare i messaggi successivi
Caratteristiche del modello:
- La comunicazione è a una via: dove il messaggio va da “A” (emittente) verso “B” (ricevente)
- La comunicazione è vista come un trasferimento di informazioni da un emittente (A) ad un destinatario o ricevente (B) sotto forma di segnali.
- Scarsa attenzione al feedback: il destinatario del messaggio non interviene nel meccanismo comunicativo
- La comunicazione è un’attività statica fatta di atti separati di comunicazione con un inizio e una fine ben precisi
Emittente e ricevente sono simmetrici e in una relazione asimmetrica
- simmetrici: condividono intenzione di comunicare, apparati di comunicazione, codici di codifica e decodifica
- in relazione asimmetrica: i ruoli dell’emittente e destinatario sono separati:
L’ emittente ha un ruolo attivo nel determinare il significato del messaggio;
Il destinatario è, invece, recettore passivo del messaggio, non può intervenire, ma solo prendere atto o eseguire.
Pro del modello
- Ha introdotto gli elementi fondamentali dell’attività comunicativa
- Ha offerto le basi per analizzarne i fenomeni sottostanti
- Rappresenta il primo tentativo di fornire un modello teorico, operazionalmente verificabile della comunicazione umana
- Efficace se applicato all’ambito delle tecnologie delle telecomunicazioni rispetto al quale è stato creato
Contro del modello
- Non si occupa del contenuto del messaggio ma solo della qualità della trasmissione e ricezione
- Ritiene che la condizione necessaria e sufficiente per comunicare sia avere a disposizione un codice di trasmissione dei messaggi (teoria forte del codice)
- La lettura dell’emittente non è detto che sia = a quella del destinatario …. - Non tiene conto dell’ambiguità della lingua
- Trascura aspetti quali intenzionalità, ambiguità, costruzione e negoziazione di significati
- Suppone che le persone condividano uno stesso codice
- Si applica indifferentemente ad ogni contenuto, usando gli stessi meccanismi di elaborazione
- Non tiene conto degli aspetti psicologici che sottendono e accompagnano la comunicazione
- È molto forte l’aspetto linguistico
- È una comunicazione orientata all’emittente
Fonte: Anolli L. (2006), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Bologna: il Mulino.
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Sono Doriana Bertolotto, formatrice, orientatrice, esperta di processi di apprendimento e fondatrice di #sentocheposso.
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Grazie mille
Grazie mille, molto chiaro!
Grazie, è stata molto chiara nella spiegazione. Buon lavoro!
Grazie a te per il feedback! Continua a seguirmi
E per quanto riguarda la comunicazione circolare?
Salve, nel testo di Anolli viene data la seguente definizione di informazione: ‘’non è un dato di per sé isolato nella sua realtà, ma è un dato che è frutto della relazione tra due o più dati in grado di generare ulteriori conoscenze.’’ Cosa si intende per la precisione?
Significa che l’informazione non è un dato isolato, considerato come assoluto, come spesso lo pensiamo: è un elemento che diventa conoscenza in quanto, come affermato da Bateson, differenza che genera differenza. Diventa elemento di conoscenza in quanto deriva dalla relazione tra due o più dati. Da questa relazione emerge un nuovo dato che può ridurre una condizione di incertezza e può eliminare situazioni di ambiguità. In quanto tale diviene informazione. Il suo valore conoscitivo deriva da tale relazione, da tale “confronto”: solo così quel dato assume il valore di informazione. Spero di averti aiutata. In bocca al lupo per i tuoi studi!