Teologia Liberata 6 - Il pane spartito Gv. 6

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  • Опубліковано 11 вер 2024
  • I satolli travisarono quel pane (Gv 6, 26). Chi collaborò alla duplice spartizione non comprese e non ricorda (Mt 16, 9). I Corinzi celebravano col pane e non riconoscevano il corpo di Cristo (1 Cor 11, 27). E' pane semplice, ma non è semplice pane.

КОМЕНТАРІ • 13

  • @annamariagianluca1g
    @annamariagianluca1g 9 років тому

    LE SUE LEZIONI SONO MERAVIGLIOSE.. GRAZIE PROFESSORE..

  • @GiulianoLeandroLoy
    @GiulianoLeandroLoy 10 років тому

    Grazie mille professore!!

    • @FilosofiaLiberata
      @FilosofiaLiberata  10 років тому

      Caro Giuliano Leandro. Loy.,
      la Tua attenzione ci fa bene e ci sprona a fare di meglio. Mandaci anche notizia delle tue riflessioni su gmail!
      Cordialità,
      A.B. & C.

    • @GiulianoLeandroLoy
      @GiulianoLeandroLoy 10 років тому

      Molto volentieri, caro professore! Un cordiale saluto di cuore!

  • @mauriziosbrighi5734
    @mauriziosbrighi5734 10 років тому

    Se Gesù avesse potuto fare a meno dei miracoli, lo avrebbe fatto. I miracoli sono attribuiti alla linea profetica.
    Noi oggi pensiamo che ai miracoli come motivo di autenticità di Gesù, ma i miracoli mettevano il sospetto su Gesù, perché di maghi ce ne erano tanti: Apollonio di Tiana, maghi del Faraone.
    I miracoli non sono particolari motivi di credibilità: i scatti di fede sono compensati da scetticismo, ostilità.
    La risuscitazione di Lazzaro finisce con la decisione di condannare a morte Gesù.
    La logica del miracolo è quella del SEGNO.
    Il miracolo per definizione si può sempre spiegare in un altro modo.
    I miracoli di Gesù sono stati interpretati in maniere diverse nelle varie epoche.
    Mt 12,28 svela il motivo per cui Gesù fa i miracoli: mostrare che è finalmente arrivato il Regno di Dio e si sta impiantando. I miracoli sono gli antipasti del BANCHETTO del Regno, e uno non si può saziare con gli antipasti.
    Il miracolo non è per risolvere un problema immediato che prima o poi si ripresenta, ma per destare nel cuore di chi vi assiste una nostalgia di eternità. Il miracolo serve per destare la nostalgia di un futuro. Porsi in attesa di una pienezza. Non per chiudere un problema, ma aprire una speranza.

  • @mauriziosbrighi5734
    @mauriziosbrighi5734 10 років тому

    Sulle benedizioni bisognerebbe cercare di spiegare che non si tratta trasformare un oggetto in qualche cosa che abbia il fluido magico, ma si tratta di esprimere il significato di quell’oggetto in relazione al percorso di fede.
    Es. Benedizione delle uova. Non è che dopo uno fa i cappelletti sacri, ma è un umile e modesto richiamo alle feste pasquali: l’uovo che si schiude = Gesù che esce dal sepolcro.

    • @nessunaccount5442
      @nessunaccount5442 10 років тому

      Caro Mauri Tubighi,
      sa quanto frega a quei discepoli, che hanno creduto alla gloria di Gesù crocifisso, sapere che il terzo giorno è uscito dal sepolcro? Al centurione del finale di Marco (Mc 15, 39) la notizia della resurrezione farebbe solo sorridere di compatimento per chi ha dovuto attendere la fine del riposo sabbatico per credere nella gloria che quell'uomo aveva già il venerdì sera. Bastava avere preso sul serio le sue parole.
      Cordialità, A. B.

    • @mauriziosbrighi5734
      @mauriziosbrighi5734 10 років тому

      Ci sono alcune precomprensioni che sono decisive nel tema della risurrezione:
      1) Il primo passaggio è la scelta tra l’esistenza o no di Dio.
      2) Segue un secondo passaggio: scegliere fra un Dio che incide o no nella storia.
      3) Segue la scelta tra un’incidenza di tipo solo salvifico individuale ed una di tipo salvifico universale.
      4) Chi sceglie un’incidenza salvifica storica deve scegliere tra un’azione divina indifferentemente diffusa ovunque ed una qualitativamente concentrata nell’evento di Gesù Cristo.
      5) Chi sceglie Gesù come unicum deve fare un’altra scelta: scegliere fra un Gesù che conta nella sua vicenda pre-pasquale e un Gesù che conta anche nella sua vicenda pasquale.
      Se Dio si è rivelato solamente nelle parole e nei gesti di Gesù prima della Pasqua noi perdiamo il 999 per 1000 della risurrezione. Infatti quello che ci raccontano i Vangeli è soltanto una piccolissima parte della vita di Gesù. Se veramente la rivelazione consistesse nella ipsissima facta verba Jesu, noi avremmo perso quasi tutto.
      Se invece il concetto è più ampio, cioè comprendente l’approfondimento della comunità alla luce dello Spirito e della Pasqua, allora la Pasqua diventa il momento centrale della comprensione di Dio. La comprensione dei discepoli fa pare della rivelazione.
      L’evento decisivo della primitiva storia cristiana, della storia della nuova fede, è la risurrezione, operata da Dio, di Gesù che era stato crocifisso. In questo evento si accese la fede, e di qui derivò una visione completamente nuova dell’uomo, del mondo e di Dio ed un orientamento diverso di tutte le cose.
      Il centro del messaggio cristiano non è una dottrina, una morale, una teoria ascetica, ma un evento nel quale si incrociano Dio e l’uomo, eterno e storia. Tutto il resto del cristianesimo deriva dal mistero pasquale compiutosi nella risurrezione ed acquista da lì il suo significato e la sua forza.
      Ciao, Mauri.

    • @nessunaccount5442
      @nessunaccount5442 10 років тому

      Caro Mauri Tubighi,
      Gesù non è mai risorto, perché il suo morire coincide con l'ingresso nella sua gloria. C'è chi lo crede vivo, perché l'ha detto lui, e chi no. L'incontro con il risorto non è oggetto della fede. Oggetto della fede è ciò che ha detto lui sul senso della sua ora.
      Cordialità, A. B.

    • @mauriziosbrighi5734
      @mauriziosbrighi5734 10 років тому

      Utile distinguere fra risurrezione e risuscitazione:
      La risurrezione è detta solo di Gesù, perché non è la ripresa della vita dopo la parentesi, ma la ripresa della vita in un contesto di gloria.
      La risuscitazione è detta di coloro che riprendono la vita dopo la morte.
      Non c’è nell’AT un caso di risurrezione: cioè ripresa della vita in un contesto di gloria.
      Se uno parte dall’AT non arriva a dedurre quello che sarebbe dovuto capitare a Gesù, né la morte, né la risurrezione.
      Se uno invece parte dall’esperienza nei discepoli che hanno espresso in vario modo, con vari linguaggi, allora allaccia dei fili, ciascuno dei quali presenta sempre un elemento di novità.
      Sostanzialmente ci sono tre opzioni:
      1) Dio si rivela nel Gesù uomo;
      2) Dio si rivela dopo la Pasqua;
      3) Dio si rivela nel Gesù uomo e nei discepoli dopo la Pasqua.
      Anche quest’ultima, che è quella della fede cattolica, và motivata mostrando che la Pasqua è stata la scintilla che ha permesso di approfondire, non d’inventare quello che ha detto Gesù, ma rimanendo in una fedeltà creativa.
      Utile andare a vedere il linguaggio nel NT con cui è stato espresso ciò che era accaduto nella risurrezione di Gesù.

    • @nessunaccount5442
      @nessunaccount5442 10 років тому

      Caro Mauri,
      Gesù non è mai risorto. E' risorto per i discepoli giudei che hanno aspettato la fine del riposo sabbatico per comprendere traumaticamente che lui era vivo già il venerdì prima!
      Il cattolico questo lo sa, ma non lo dice perché non vuole interferire nella mentalità giudaico-cristiana, peraltro stigmatizzata nei testi interessati.
      Cordialità,
      Alberto Bassi
      P.S. "Dio si rivela nel Gesù uomo", scrive Lei. "L'uomo Gesù rivela Dio" scrive Giovanni.
      A. B.