Si può esportare cultura senza esportare i termini, come si può anche importare cultura e coniare nuovi termini per questa nuova cultura. Tutte le lingue sono in grado di coniare nuovi parole non c'è bisogno di prendere le parole dagli altri.
Francesi, Portoghesi e Spagnoli, e tanti altri, non esportano tecnologia ma la importano eppure traducono gli anglicismi e usano parole della propria lingua per esprimere concetti senza dover raccattare ogni parola dall'inglese. La nostra e debolezza e sudditanza culturale verso l'anglosfera, che viene vista come un modello da imitare, mentre reputiamo l'italiano come inutile e obsoleto, forse utile per parlare di ermi colli. Possibile che solo in italia i linguisti remino contro la propria lingua mentre negli altri paesi romanzi vi siano accademia pronte a dar aiuto per valorizzare il propio idioma.
Sì, ma se forse abbiamo bisogno di computer, trailer e outlet, certo non abbiamo bisogno di brand, store, delivery, rider, contest, tank, blend, misunderstanding, slur, sold out etc. Il problema dell'eccesso di inglesismi superflui esiste eccome.
Non è proprio così. Anche negli ambiti in cui produciamo cultura, per esempio moda, cucina, design (parola inglese) c'è un uso forse ancora maggiore dell'inglese, dato che si tratta di ambienti internazionali (quando ero piccolo io si diceva "pantaloncini / bermuda", oggi si dice "shorts", per dire). C'è un problema di sudditanza culturale, ed è dovuto al fatto che la lingua e la cultura italiana non appaiono, a noi italiani, ancora attrattive: l'italiano non è figo, non è cool, è una cosa da vecchi, che si impara a scuola; se usi solo parole italiane parli come la prof che a scuola ti metteva la nota, sei sfigato. E la causa è ancora più lontana: la lingua italiana non nasce come popolare: nasce come lingua colta, inventata a tavolino dagli intellettuali del rinascimento, usata dai più grandi scrittori della terra per produrre opere d'arte, e poi imposta dall'alto, per legge, come una lingua straniera. Ecco: l'italiano è ancora un lingua straniera: è una lingua pesante, vecchia, che sa di scuola e di biblioteca; non ha la freschezza dei dialetti, e non ha l'immediatezza dell'inglese. In mancanza di artisti in grado di usare la lingua italiana e di diffonderla anche nella sua varietà popolare, dobbiamo attingere all'inglese.
Il problema è che importiamo parole che hanno già un perfetto equivalente nell'italiano. L'altro giorno leggevo un'intervista ad uno dei tanti "espertoni" di cose internazionali che non riusciva a dire "stato nazionale" ma insisteva a dire "nation state" nonostante l'intervistatore a sua volta nelle domande usasse l'espressione italiana. In certi ambienti milanesi ormai non esistono quasi più sostantivi italiani, qualsiasi cosa va detta in inglese. E non parlo di tecnologia dove tutto sommato sarebbe pure comprensibile (ma non necessariamente accettabile). Anche nel settore moda e cibo si usano solo termini inglesi: outfit, food and beverage, persino dressing al posto di condimento. L'inglese è diventata la lingua per eccellenza, se dici condimento e non dressing non sei professionale, non vieni dall'ambiente giusto per lavorare con noi.
Quando una lingua non riesce più a produrre sostantivi per le cose nuove e addirittura perde quelli esistenti, è di fatto una lingua morta. Altro che l'italiano non è in pericolo perché diciamo lui testa e non lui tests.
Mica quello che arriva in inglese è frutto della cultura anglofona, eh. I «QR code» l'hanno inventati in Giappone, ma per via dell'appropriazione culturale dell'inglese bisogna usare questa lingua. Nei notiziari si sente spesso «Gaza City»: quanti anglofoni vivono a Gaza? Non molti, credo.
L'italiano è pieno di parole di origine straniera. Ciò che non succede oggi è che non riusciamo ad adattare le nuove parole straniere, non solo di origine inglese, alla lingua italiana e le usiamo così come sono. Inoltre, oggi le informazioni corrono velocemente, in 'real time', per cui il processo di trasformazione o di traduzione viene annullato. E poi per alcuni l'utilizzo di un termine straniero anzichè dell'equivalente italiano è un motivo di vanto.
Francamente, non dovremmo affatto preoccuparci di interrompere l'afflusso di parole inglesi all'interno della lingua italiana (parlata da meno dello 0,5% della popolazione del pianeta). Invece, dovremmo preoccuparci (e preoccuparci *molto* ) di imparare una lingua che sia utilizzabile in ambito europeo e globale, come l'Inglese. Continuare a coltivare il nostro provincialismo spacciandolo per patriottismo o per amore della propria Cultura (con la C maiuscola...) è autolesionistico.
Si si poi ci omologheremmo agli USA. Sarebbe autolesionista elevare l'inglese a lingua superiore a tutte le altre e considerare le altre lingue inferiori a essa. Il provincialismo sta nel reputare il proprio idioma inutile e sostituirlo con l'inglese
Senza guardare il video. Semplicemente creando nuove parole. Già lo faccio io quando serve. Chiaro le parole nate in inglese (tranne per i verbi) dovrebbero rimanere tali o leggermente italianizzate ma non completamente modificate come fatto nel francese.
"Scannerizzare" non si può sentire ... e non ha senso. "Automatizzare" significa rendere automatico. "Magnetizzare" significa rendere magnetico. "Alfabetizzare" significa rendere alfabeta ovvero capace di leggere e scrivere ... "Scannerizzare" non significa alcunché del genere. Effettuare una scansione si dovrebbe rendere con "scansionare".
Ma è sognare avere un unico idioma mondiale dove tutti possono comunicare? Magari non il più "musicale" del mondo, ma il più diffuso. Si dovrebbe incentivare l'utilizzo di parole e soprattutto della lingua inglese per aprirsi al mondo.
@@giusejab4948 io personalmente non credo a questo ruolo salvifico dell'inglese. Mi sembra solo una deriva autoritaria e sprezzante ritenere che una lingua apre le menti e le altre le chiudono.
Bisognerebbe incentivare l'uso di parole italiane dato che l'inglese sta letteralmente riducendo l'italiano a un dialetto dell'inglese, come nelle università. Solo in Italia siamo così sudditi culturali degli USA per gettare nel cesso il nostro idioma per tentare di acquisirne uno che si ritiene superiore. E poi se ci fosse solo un idioma si perderebbero tutti gli altri. Ripeto, solo in Italia siamo così "appecorati" agli USA da ritenere il nostro idioma inferiore. Si veda ci che dice la Crusca piuttosto che questo anglofilo linguista
@@CoppodiMarcovaldo789 L'Italia è in coda all'Europa quanto a conoscenza della lingua inglese. Secondo uno studio condotto da EF (Education first) su 100 Paesi in tutto il mondo siamo al 36esimo posto con un punteggio di 55,31 su 100 dietro a Spagna, Francia e le altre grandi nazioni europee, quindi nessun "appecoronamento" come lei sostiene . Poi, di grazia, che male ci sarebbe se si perdessero gli altri idiomi? In cambio si potrebbe realmente parlare, scrivere e comunicare con tutto il mondo, con tutte le differenti culture; e detto tra noi secondo me ci sarebbero anche molti meno problemi.
@@giusejab4948 Non stavo parlando dell'apprendimento dell'inglese quanto dell'(ab)uso di anglicismi nell'italiano, sono due cose diverse che a quanto pare voi itanglesi tendete a confondere. Che male ci sarebbe se si perdessero altri idiomi ? Non merita risposta tale domanda. Ogni idioma è portatore di cultura e tradizione perderli sarebbe un'enorme smarrimento culturale, o forse per voi angloinvasati l'unica lingua degna di essere parlata è l'inglese colonizzatore ?
@@CoppodiMarcovaldo789 “Itanglesi” e “angloinvasati” … lei mi strappa in sorriso 😄, la immagino anzianotto con gli occhialini a maledire tutti questi giovinastri che parlano inglese e che si relazionano al mondo mentre lei mastica amaro cullandosi nella propria ignoranza (ovviamete in materia di conoscenza delle linue). Suvvia, apra la mente ed immagini un mondo dove tutti possono comunicare senza problemi e fraintendimenti. Immagino abbia viaggiato poco o se lo ha fatto abbia solo comunicato con i suoi amici o conterranei (e poi mi parla di arricchimento culturale , ohibo’). Io ho viaggiato molto ed adesso vivo all’estero, posso con certezza dire che l’italiano e la lingua piu’ bella del mondo ma questo non mi impedisce di apprezzare altre lingue ; ovviamente se dovessi scegliere per una lingua universale sceglierei l’italiano, ma non e’ possibile e quindi l’inglese utopisticamente e’ l’unica lingua che puo’ servire allo scopo . P.S. Possiamo anche dire che di tutte le lingue del mondo (circa 2700), l'Inglese è quella con il vocabolario più ricco: circa 500.000 parole (il tedesco ha “solo” circa 185.000 parole, l'Italiano 150.000 e il Francese 100.000). Studi ed apra la mente !
Si può esportare cultura senza esportare i termini, come si può anche importare cultura e coniare nuovi termini per questa nuova cultura. Tutte le lingue sono in grado di coniare nuovi parole non c'è bisogno di prendere le parole dagli altri.
eh mica detto
take it easy, relax bro, keep well etc etc sono forme compiute verbali che in italia ormai (e purtroppo) vengono usate
Anche le più comuni okay e stop che sono già parte della lingua.
@@TheMatps fra 50 anni avanti così non esisterà più la lingua italiana, evviva la "multicultura"
Francesi, Portoghesi e Spagnoli, e tanti altri, non esportano tecnologia ma la importano eppure traducono gli anglicismi e usano parole della propria lingua per esprimere concetti senza dover raccattare ogni parola dall'inglese. La nostra e debolezza e sudditanza culturale verso l'anglosfera, che viene vista come un modello da imitare, mentre reputiamo l'italiano come inutile e obsoleto, forse utile per parlare di ermi colli. Possibile che solo in italia i linguisti remino contro la propria lingua mentre negli altri paesi romanzi vi siano accademia pronte a dar aiuto per valorizzare il propio idioma.
Sì però anche te la punteggiatura non è che la sai proprio usare.
Analisi perfetta
Ottima analisi sul fenomeno linguistico contemporaneo, caratterizzato da influssi sempre più impetuosi di predominanza anglofona
Sì, ma se forse abbiamo bisogno di computer, trailer e outlet, certo non abbiamo bisogno di brand, store, delivery, rider, contest, tank, blend, misunderstanding, slur, sold out etc. Il problema dell'eccesso di inglesismi superflui esiste eccome.
Si potrebbe pronunciare in italiano e magari italianizzare le parole che non si possono tradurre. Per tutte le altre si può fare a meno.
Non è proprio così. Anche negli ambiti in cui produciamo cultura, per esempio moda, cucina, design (parola inglese) c'è un uso forse ancora maggiore dell'inglese, dato che si tratta di ambienti internazionali (quando ero piccolo io si diceva "pantaloncini / bermuda", oggi si dice "shorts", per dire). C'è un problema di sudditanza culturale, ed è dovuto al fatto che la lingua e la cultura italiana non appaiono, a noi italiani, ancora attrattive: l'italiano non è figo, non è cool, è una cosa da vecchi, che si impara a scuola; se usi solo parole italiane parli come la prof che a scuola ti metteva la nota, sei sfigato.
E la causa è ancora più lontana: la lingua italiana non nasce come popolare: nasce come lingua colta, inventata a tavolino dagli intellettuali del rinascimento, usata dai più grandi scrittori della terra per produrre opere d'arte, e poi imposta dall'alto, per legge, come una lingua straniera. Ecco: l'italiano è ancora un lingua straniera: è una lingua pesante, vecchia, che sa di scuola e di biblioteca; non ha la freschezza dei dialetti, e non ha l'immediatezza dell'inglese. In mancanza di artisti in grado di usare la lingua italiana e di diffonderla anche nella sua varietà popolare, dobbiamo attingere all'inglese.
Il problema è che importiamo parole che hanno già un perfetto equivalente nell'italiano. L'altro giorno leggevo un'intervista ad uno dei tanti "espertoni" di cose internazionali che non riusciva a dire "stato nazionale" ma insisteva a dire "nation state" nonostante l'intervistatore a sua volta nelle domande usasse l'espressione italiana.
In certi ambienti milanesi ormai non esistono quasi più sostantivi italiani, qualsiasi cosa va detta in inglese. E non parlo di tecnologia dove tutto sommato sarebbe pure comprensibile (ma non necessariamente accettabile). Anche nel settore moda e cibo si usano solo termini inglesi: outfit, food and beverage, persino dressing al posto di condimento.
L'inglese è diventata la lingua per eccellenza, se dici condimento e non dressing non sei professionale, non vieni dall'ambiente giusto per lavorare con noi.
Quando una lingua non riesce più a produrre sostantivi per le cose nuove e addirittura perde quelli esistenti, è di fatto una lingua morta. Altro che l'italiano non è in pericolo perché diciamo lui testa e non lui tests.
Chiarissimo
Mica quello che arriva in inglese è frutto della cultura anglofona, eh. I «QR code» l'hanno inventati in Giappone, ma per via dell'appropriazione culturale dell'inglese bisogna usare questa lingua. Nei notiziari si sente spesso «Gaza City»: quanti anglofoni vivono a Gaza? Non molti, credo.
L'italiano è pieno di parole di origine straniera. Ciò che non succede oggi è che non riusciamo ad adattare le nuove parole straniere, non solo di origine inglese, alla lingua italiana e le usiamo così come sono. Inoltre, oggi le informazioni corrono velocemente, in 'real time', per cui il processo di trasformazione o di traduzione viene annullato. E poi per alcuni l'utilizzo di un termine straniero anzichè dell'equivalente italiano è un motivo di vanto.
Francamente, non dovremmo affatto preoccuparci di interrompere l'afflusso di parole inglesi all'interno della lingua italiana (parlata da meno dello 0,5% della popolazione del pianeta). Invece, dovremmo preoccuparci (e preoccuparci *molto* ) di imparare una lingua che sia utilizzabile in ambito europeo e globale, come l'Inglese. Continuare a coltivare il nostro provincialismo spacciandolo per patriottismo o per amore della propria Cultura (con la C maiuscola...) è autolesionistico.
Si si poi ci omologheremmo agli USA. Sarebbe autolesionista elevare l'inglese a lingua superiore a tutte le altre e considerare le altre lingue inferiori a essa. Il provincialismo sta nel reputare il proprio idioma inutile e sostituirlo con l'inglese
Senza guardare il video.
Semplicemente creando nuove parole.
Già lo faccio io quando serve.
Chiaro le parole nate in inglese (tranne per i verbi) dovrebbero rimanere tali o leggermente italianizzate ma non completamente modificate come fatto nel francese.
"Scannerizzare" non si può sentire ... e non ha senso.
"Automatizzare" significa rendere automatico.
"Magnetizzare" significa rendere magnetico.
"Alfabetizzare" significa rendere alfabeta ovvero capace di leggere e scrivere ...
"Scannerizzare" non significa alcunché del genere.
Effettuare una scansione si dovrebbe rendere con "scansionare".
Bella sinteri, complimenti. :)
Perché mai dovremmo interrompere l'afflusso di parole inglesi nell'italiano?
@@mlk4175 l'importante è che chi parla italiano o altre lingue meno prestigiose dell'inglese non venga discriminato.
Perché si sta snaturando una lingua fino a ridurla a un ibrido inutile per descrivere il nulla. Solo una sudditanza culturale verso gli USA
Ma è sognare avere un unico idioma mondiale dove tutti possono comunicare? Magari non il più "musicale" del mondo, ma il più diffuso.
Si dovrebbe incentivare l'utilizzo di parole e soprattutto della lingua inglese per aprirsi al mondo.
@@giusejab4948 io personalmente non credo a questo ruolo salvifico dell'inglese. Mi sembra solo una deriva autoritaria e sprezzante ritenere che una lingua apre le menti e le altre le chiudono.
Bisognerebbe incentivare l'uso di parole italiane dato che l'inglese sta letteralmente riducendo l'italiano a un dialetto dell'inglese, come nelle università. Solo in Italia siamo così sudditi culturali degli USA per gettare nel cesso il nostro idioma per tentare di acquisirne uno che si ritiene superiore. E poi se ci fosse solo un idioma si perderebbero tutti gli altri. Ripeto, solo in Italia siamo così "appecorati" agli USA da ritenere il nostro idioma inferiore. Si veda ci che dice la Crusca piuttosto che questo anglofilo linguista
@@CoppodiMarcovaldo789 L'Italia è in coda all'Europa quanto a conoscenza della lingua inglese. Secondo uno studio condotto da EF (Education first) su 100 Paesi in tutto il mondo siamo al 36esimo posto con un punteggio di 55,31 su 100 dietro a Spagna, Francia e le altre grandi nazioni europee, quindi nessun "appecoronamento" come lei sostiene .
Poi, di grazia, che male ci sarebbe se si perdessero gli altri idiomi? In cambio si potrebbe realmente parlare, scrivere e comunicare con tutto il mondo, con tutte le differenti culture; e detto tra noi secondo me ci sarebbero anche molti meno problemi.
@@giusejab4948 Non stavo parlando dell'apprendimento dell'inglese quanto dell'(ab)uso di anglicismi nell'italiano, sono due cose diverse che a quanto pare voi itanglesi tendete a confondere. Che male ci sarebbe se si perdessero altri idiomi ? Non merita risposta tale domanda. Ogni idioma è portatore di cultura e tradizione perderli sarebbe un'enorme smarrimento culturale, o forse per voi angloinvasati l'unica lingua degna di essere parlata è l'inglese colonizzatore ?
@@CoppodiMarcovaldo789 “Itanglesi” e “angloinvasati” … lei mi strappa in sorriso 😄, la immagino anzianotto con gli occhialini a maledire tutti questi giovinastri che parlano inglese e che si relazionano al mondo mentre lei mastica amaro cullandosi nella propria ignoranza (ovviamete in materia di conoscenza delle linue).
Suvvia, apra la mente ed immagini un mondo dove tutti possono comunicare senza problemi e fraintendimenti. Immagino abbia viaggiato poco o se lo ha fatto abbia solo comunicato con i suoi amici o conterranei (e poi mi parla di arricchimento culturale , ohibo’).
Io ho viaggiato molto ed adesso vivo all’estero, posso con certezza dire che l’italiano e la lingua piu’ bella del mondo ma questo non mi impedisce di apprezzare altre lingue ; ovviamente se dovessi scegliere per una lingua universale sceglierei l’italiano, ma non e’ possibile e quindi l’inglese utopisticamente e’ l’unica lingua che puo’ servire allo scopo .
P.S. Possiamo anche dire che di tutte le lingue del mondo (circa 2700), l'Inglese è quella con il vocabolario più ricco: circa 500.000 parole (il tedesco ha “solo” circa 185.000 parole, l'Italiano 150.000 e il Francese 100.000).
Studi ed apra la mente !