Come ho lavorato alla nascita del Common rail: la killer-app italiana del 1997 nei motori Diesel

Luigi Gortan spiega il funzionamento del Common Rail e racconta il suo contributo allo sviluppo di questa killer application italiana del 1997 per i motori Diesel
Protagonista: Ing. Luigi Gortan, già Dirigente Ente Controlli Automatici, Centro Ricerche FIAT, Orbassano, TO
Intervista: Prof. Carlo Massironi
Realizzazione: Massimo Giovannini
Italian Technology Hall of Fame: ingegnoitaliano.org
#motors #diesel #commonrail #italia

[@davide6656]

Nei primi anni 80 il mio professore di meccanica al 4o anno di ITIS ci disse che la Fiat aveva la tecnologia rivoluzionaria che avrebbe cambiato per sempre i motori diesel. Tra le altre cose ci parlava di recupero energia dalla frenata, di motori ibridi, di caldaie a condensazione, di airbag, ecc. Lo spartiacque industriale economico e sociale in Italia avvenne in quegli anni. Un caro saluto a tutti i periti meccanici di quei tempi. Forza e coraggio italiani che quando sarà il momento sapremo rialzarci e riprendere da dove abbiamo lasciato cioè da dove ci hanno costretto a lasciare. 👍🏼

[@eroslazzarini9502]

Ho lavorato in SGS (ST ora) ad Agrate, in Olivetti, in Magneti Marelli Divisione Elettronica poi per poco in Ericsson, partecipando a fasi di concezione e sviluppo di nuove tecniche e prodotti. Potrei raccontare delle tante opposizioni cieche e conformismo nonpensante visto non solo fra i decisori aziendali (...) ma anche fra i colleghi. Per il common rail, quando arrivai in MM ho visitato il laboratorio sensori in cui si costruivano i trasduttori da 1500bar per gli iniettori chiamati Unijet di Bari, fondamentale per controllare l'alta pressione del gasolio con il common rail, in fase di dismissione: un ingegnere di processo mi disse la causa fosse perché "alle temperature di esercizio non è stabile" tipico limite di una tecnologia (hybrid thick film nel caso) che poteva essere risolto con un cambiamento di base, come fece poi un fornitore ricordo giapponese. La centralina era veramente grande all'inizio, tanto che non ci stava nel vano motore della Lancia Thema usata come veicolo di prova, veniva posizionata nell'abitacolo. Ma non era una centralina di sviluppo Marelli, penso un prototipo fatto dal Centro Ricerche Fiat, in MM c'erano al tempo già hw di centraline per le competizioni con risorse in grado di ridurne le dimensioni a pari potenza di calcolo. Ricordo ancora la tristezza del mio collega ingegnere di prodotto che stava lavorando alla industrializzazione della centralina quando dovette fare un pacco di tutti i prototipi e documenti da consegnare a Bosch perché gli era stato venduto il progetto. Non fu una decisione di Magneti Marelli (pur sempre popolata a livelli alti da yes man fiat) ma direttamente una scelta della casa madre a quel che so. Unico valido accordo preso da fiat con Bosch è stato che se poi il sistema common rail fosse diventato vendibile la stessa fiat poteva subito comprarlo: e così fu con l'Alfa 155 in test se ricordo e poi sull'Alfa 156, prima auto diesel common rail sul mercato mondiale nel 1997. Solo 3 anni dopo la vendita di prototipo e brevetti!

[@italiantechnology]

Gentile Eros Lazzarini, grazie per la sua testimonianza. Personalmente, studiando da diversi anni le storie di tecnologia italiana che poteva essere e non è stata, mi sono fatto l'idea che il principale problema non siano i manager così e così. Che pure si incontrano in molte storie, ma che sono altrettanto presenti in California, in Germania o in Corea del Sud. L'idea che ho è che molte aziende italiane abbiano sofferto e continuino a soffrire di limitati capitali (sia bancari che di rischio) e che questa limitazione tenda a rendere anche molti buoni manager eccessivamente contrari a prendersi dei rischi. Per dirla in breve: ingegneri incredibili ma manager troppo spesso così e così per via del fatto che il capitale è quello che è. Credo che l'elemento di maggior debolezza del sistema sia la carenza di un settore finanziario che capisce l'innovazione e che riesce a raccogliere i capitali per finanziarla.

[@rick3914]

@@italiantechnology Centro !

[@AM-mk3zc]

Che testimonianza fantastica

[@federicocampera965]

Non la conoscevo ma che piacere ascoltarla

[@64660N4t4l3]

Il problema dei dirigenti in Italia é importante.
Il motivo é semplice, non é sufficiente un titolo di laurea e conoscenze giuste. Bisogna avere anche capacità diverse che si imparano con la gavetta, con ruoli di responsabilitá crescente nello stesso settore o similare e comunque c'é chi é piú dotato e chi meno. Bisogna premiare chi ha capacitá e motivazioni maggiori. La teoria che basta sapersi imporre in modo fermo e autoritario ai sottoposti e tutto il resto che si impara nei corsi di formazione che tutti i dirigenti adesso seguono, sono solamente dei metodi per domare i dipendenti da parte dei superiori incapaci e anzi obbligarli a coprire loro stessi le lacune dei superiori e sacrificarsi anche con straordinari o tutto quello che serve per soddisfare i loro bisogni per raggiungere gli obiettivi aziendali.
Il nostro é un sistema che negli ultimi decenni é notevolmente regredito.
Non sono in grado di valorizzare le risorse che hanno. Sono capaci solamente a consumarle per i loro scopi personali di carriera. Il resto del mondo ci sta superando anche con risorse (soprattutto umane) inferiori alle nostre.

[@federicomanara]

Invenzione grandiosa

[@CaterinaBabino-sv4yt]

Molto interessante

[@giannineve]

La ricerca è alla base della ricchezza. Spesso chi ha le risorse economiche è interessato a come godersele.

[@mauriziostefanelli322]

DIRIGENZE MIOPI MALE ITALIANO, OLIVETTI 101

[@vasyloliyar5081]

👍💪
Purtroppo conformismo è molto presente nelle aziende...