Via Crucis - Teatro Massimo Bellini

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  • Опубліковано 1 кві 2021
  • Una “Via Crucis” che incrocia musica e prosa, passato e presente: l’omonimo capolavoro lisztiano s’intreccia così al testo elaborato un anno fa da Francesco Riccardi, prestigiosa firma di “Avvenire” e giornalista di formazione cattolica, mosso dalla tragica pandemia a calarsi nella “passione” dei degenti, dei loro cari e del personale sanitario. È questa l’articolata interazione di generi prescelta dal Teatro Massimo Bellini di Catania per celebrare la Settimana Santa, contemplando - insieme alla suggestione musicale - sofferte parole di fede, per una commossa riflessione umana e religiosa sull’emergenza sanitaria.
    🖥 L’appuntamento è per il 2 aprile alle 19.30 su GLOBUS Television canale 819 DTT Sicilia e sul Canale UA-cam del teatro: Venerdì Santo, data canonica di ogni Via Crucis.
    L’esecuzione è stata naturalmente videoregistrata per essere diffusa in tv o sui canali social, dal momento che il pubblico è ancora escluso dalla fruizione dal vivo, stante la perdurante chiusura delle sale teatrali e da concerto. L’ente lirico etneo è anzi tra quelli che più efficacemente hanno utilizzato lo streaming per ovviare all’impossibilità di accogliere il pubblico e invece raggiungerlo con gli strumenti messi al servizio dalla tecnologia.
    🎶 La partitura di Franz Liszt, per organo, coro, mezzosoprano e baritono si fonde con la Via Crucis per malati, famiglie e medici di Riccardi. Sul podio Luigi Petrozziello, maestro del coro del Massimo catanese, protagonisti vocali il mezzosoprano Sonia Fortunato e il baritono Massimiliano Fichera, all’organo Gianfranco Nicoletti, voce recitante Manuela Ventura.
    La Via Crucis - Die 14 Stationen des Kreuzweges (Le 14 stazioni della Croce) è una creazione musicale dall’impianto per l’epoca modernissimo, in cui convivono lingue diverse e, circostanza ancora più singolare, le suggestioni modali cedono il passo ad elementi dissonanti e atonali ante litteram, con quasi mezzo secolo di anticipo. Siamo nella tarda produzione di colui che era diventato l’abate Liszt, risoluto ad abbracciare uno stile (anche di vita) meditativo, fino a dismettere i panni del virtuoso insuperabile.
    Ogni stazione s’alternerà con quelle corrispondenti nel testo concepito da Francesco Riccardi per il suo quotidiano. In particolare, la XIII stazione rievoca nel titolo - «La bara deposta in un camion» - le immagini legate alle vittime di Bergamo. E sono pensieri dolorosi quelli evocati dal giornalista, sono presagi della fine inevitabile, ma solo terrena, perché incrollabile è la fede in Lui. Anche questa Via Crucis - quattordici stazioni più una ai tempi del Covid-19 - racconta una “passione” di morte nella certezza della Resurrezione.
    Sono riflessioni che si scolpiscono nello spirito: «Si muore soli, ma in una folla di compagni di sventura durante una pandemia e non c’è tempo, non c’è modo di venire salutati e onorati come si dovrebbe. Mani pietose, avvolte in guanti sterili, ti stendono seminudo in una bara. Nessuna sindone t’avvolge, solo un telo di plastica. Si è così in tanti che occorre l’esercito per portare via tutti». L’ansia e la paura ci divorano, eppure lo sappiamo: «Non c’è colpa nel contagio se non quella d’aver condiviso il cuore abbracciando qualcuno o dimostrato amicizia stringendo mani». E ancora: «La malattia è sempre croce, ma d’un legno più pesante quando si deve portarla da soli. Quando si rischia di trasmetterla ad altri e occorre essere isolati. Quando si è troppo deboli e il fiato che manca ci fa precari come una foglia in autunno. È allora che allarghiamo le braccia a chiedere aiuto, a cercare un abbraccio. Ed è proprio con quel gesto, con quel sì, che senza accorgercene ci facciamo croce noi stessi».
    «Ma pandemia - avverte l’autore - non è e non sarà mai l’ultima parola». Perché il Padre è sempre vicino ad ognuno di noi per guarire la nostra anima.
    📖 Una Via Crucis per malati, famiglie e medici
    Testo di Francesco Riccardi
    (per gentile concessione del quotidiano “Avvenire”)
    Le quattordici stazioni più una ai tempi del Covid-19. Dal contagio alla cremazione, Passione e morte negli ospedali.
    Ma pandemia non è e non sarà mai l'ultima parola.
    Mezzosoprano: Sonia Fortunato
    Baritono: Massimiliano Fichera
    Soli
    Claudia Caristi: soprano
    Maria Grazia Calderone: mezzosoprano
    Loretta Nicolosi: contralto
    Massimo Ruta: tenore
    Maurizio Muscolino: basso
    Organista: Gianfranco Nicoletti
    Voce recitante: Manuela Ventura
    Direttore: Luigi Petrozziello
    Coro e tecnici del Teatro Massimo “V. Bellini” Catania
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