E ci mancherebbe altro! Anche perche' (sono MB) questa associazione e' prodotto anche di un ex operaio figlio di operai e contadini! Si cerca di evitare i linguaggi eccessivamente forbiti, i bizantinismi e le circonvoluzioni retoriche anche per questo!
Bisin ha pienamente centrato il punto. L'imprenditoria italiana è estremamente provinciale per cultura. Io mi occupo di export e quasi sempre l'ufficio export, nelle nostre aziende manifatturiere, è quasi sempre un ufficio a parte, che racchiude massimo una decina di persone che viaggiano, conoscono le lingue ecc..ma l'export sono loro. L'azienda è italiana. Manca la visione internazionale della azienda, ma questo rispecchia gli italiani e la cultura italiana. Siamo al centro del mediterraneo e abbiamo paura di diventare internazionali..è incredibile
Un discorso che sento spesso fare, al di là di quelli giusti sollevati in questa chiacchierata, è: ma chi me lo fa fare? Sono un nababbo, mi pago i dividendi che voglio, nessuno mi rompe i coglioni, niente trimestrali, niente azionisti che ti decidono lo stipendio, eccetera eccetera. Chi me lo fa fare di scalare?
interessantissima discussione (come sempre). Da siciliano e messinese vorrei approfondire di più l'argomento iniziale. Spero che ci saranno altre occasioni.
Colgo l'occasione di questa interessante discussione per fare una considerazione: fare una analisi in linea di principio è facile (anche se occorre distinguere su cosa sia una analisi: una cosa è presentare i numeri che fotografano una situazione e una cosa ben più difficile identificare le variabili indipendenti che causano la situazione), quello che noto, anzi che non noto, è l'assenza di video dove vengono presentate analisi su cosa esattamente porti al desviluppo italiano, e men che meno cosa fare per invertire la tendenza e creare una lista strutturata di interventi a tal fine.
Un'altra azienda italiana che fa un prodotto eccellente con potenzialità enormi ma resta a livello familiare è la Barin di Cittadella (PD) In USA sarebbe una multinazionale, qui è poco oltre l'impresa artigiana
Molto interessante. Mi piacerebbe che si approfondisse la questione. Una cosa che mi viene in mente è l'incentivo che un imprenditore già milionario dovrebbe avere nell'ingrandire la propria azienda già di successo e che lo soddisfa umanamente ed economicamente. Pendo che il motivo culturale è la cosa principale. Culturalmente non si ha la necessità di espandere la propria attività a dismisura o di diventare miliardari se già si ha un elevato standard di vita. Insomma, il mal di testa nel fare un passo simile non ne vale il risultato. Un ragionamento tanto egoistico e provinciale quanto comprensibile ed in parte sensato.
Giusto per precisare, Techno Gym é quotata nella borsa italiana dal 05/2016. Da quel momento il suo valore azionario ha fatto il +142%. La famiglia Alessandri é ancora al vertice del management
Forse tutto parte dalla certezza del diritto che in Italia purtroppo è una chimera, se non c'è questo non c'è finanza, innovazione o ferrovie che tengano.
Grandissimo dibattito stadera. Purtroppo l'evidenza è palese. Se non si affrontano i nodi strutturali della nostra economia non si va da nessuna parte. Revisione della spesa, aiutando le persone che hanno VERAMENTE bisogno, tagliando le spese improduttive ,investire in scuola università ricerca, corsi di formazione per disoccupati ,reti infrastrutturali, reti informatiche. Promuovere le economie di scala facilitando le aggregazioni di imprese Da non ultimo una modernizzazione dello Stato, impiegando i migliori. Poi mettere mano a corruzione, mafia,malaffare,evasione fiscale. I dati del lavoro sono fuorvianti, mancano 10 milioni di posti di lavoro ,5 milioni sono nero. La gente viene sottopagata perché con tutte queste inefficienze n on si riesce a reggere la concorrenza internazionale.
La differenza di cui parlate sulla mentalità d'investimento tra giovani e vecchi è pazzesca in Italia: io che ho 30 anni ogni 100€ che risparmio al mese li butto in equities attraverso ETF, non credo che comprerò mai un'obbligazione prima di avere 50-60 anni; i vecchi hanno montagne di cash fermo o al massimo BTP al 2%.
Vero, ma il problema della maggioranza dei giovani italiani è che non hanno soldi da investire. Sarà interessante vedere quello che accadrà fra una ventina d'anni quando i boomer passeranno a miglior vita e le generazioni successive ne erediteranno gli ingenti capitali
Oddio, dipende da CHE etf compra ... sai quel che dici o scrivi solo per molestare? Sei apparso alcunoi giorni fa e il tasso di emissione di cazzate mi sembra alticcio.
Seattle ha il confine col Canada a Nord, boschi e oceano a Ovest, montagne e deserto a Est, e a sud Portland è a 280 km ma per andarci in treno servono 5 ore, però mi sembra sia così arretrata
aggiungendo un "non" concordiamo :) Battute e typos a parte: la lamentela della borghesia parassitica meridionale e' solo una ulteriore conferma della loro malafede, ignoranza e insipienza imprenditoriale.
Nel mio paese il PNRR lo useranno per fare una ciclabile e per restaurare un po' di palazzi storici. PS: la ciclabile in una provincia praticamente priva di ciclabili
il discorso sugli investimenti, in particolare sulla scarsa propensione al rischio (ovvero il ricco pieno zeppo di BOT, BTP, etc. che vive di cedole) secondo me è figlio di tante cose vistose e lampanti: 1) paese estremamente vecchio, sia anagraficamente che come modo di pensare.. quindi anche negli investimenti ci si comporta come negli anni '70 (mattone, buono postale, titoli di stato, etc.) 2) scarsa conoscenza finanziaria, anche il solo fatto di avere solo titoli di stato italiani (o peggio, azioni fallimentari di big o ex big: mps, saipem, etc. etc.) fa capire come la diversificazione sia un concetto per molti sconosciuto; 3) parecchio provincialismo e poca lungimiranza, che poi è uno dei motivi per cui l'attuale classe dirigente italiana si sta vendendo i gioielli di famiglia (o campa coi BOT), ovvero gente che ha grandi patrimoni, ma che ha scarse competenze, profili imbarazzanti.. si è ritrovata ricca più per discorsi ereditari (e questo l'ha detto anche gianluca mi sembra a proposito dei passaggi generazionali che saranno l'ennesimo dramma italiano)
54:40 più che vincolo tecnologico è mancanza di capacità manageriali. Il management di origine familiare ha capacità limitate e la famiglia non vuole perdere il controllo ( sia gestionale che di proprietà)
Quindi fatemi capire, fare un’alta velocità da Trieste a Torino si e sono d’accordo, perché è dove gira la maggior parte dell’economia Italiana. Farla in Campania, Calabria, Puglia e via dicendo invece no perché è dispendiosa e non rende. E il principio di coesione territoriale lo buttiamo nel cesso, scusatemi. È come dire che è giusto collegare Casalecchio a Bologna ma che ci frega di Valsamoggia che ci stanno 4 disgraziati. Poi per la mappa della rete ferroviaria del 1905, vorrei ricordare che le ferrovie calabresi sono ancora quelle del 1905. Con tanta stima aggiungo che i benefici dell’alta velocità Milano-Roma sono evidenti e lo spiegano i dati sull’utilizzo. Ma non solo, vale anche per Roma-Napoli e ancora più giù fino a Reggio Calabria (seppur in quest’ultima meno significativa per via della minor utenza). E gli Usa se lo sognano un collegamento così, che continuino a costruire highway per i loro suv.
Secondo: per una quindicina di anni ho frequentato il private equity nel nord est. Non è più un fenomeno secondario ha un ruolo ormai importante. Anche nel passaggio generazionale. Il paesaggio è completamente diverso da quello di 20 anni fa. Anche nel nord est c’è ben di più di micro e piccole imprese. Di Stevanato Group si è mai sentito parlare?
16:58 sono d'accordo che manchi una seria analisi costi benefici , ma prevedendo un ticket da quantificare la struttura non potrebbe essere ripagata in x anni da sola, facendo parte di Aspi? Il punto a mio avviso è un altro, in un paese civile gli investimenti infrastrutturali non solo sono necessari ma indispensabili per far sentire al cittadino la presenza dello Stato
Ma i concorrenti tedeschi o francesi o svedesi di Polyform che dimensioni hanno? I concorrenti europei di Polyform che presenza hanno negli USA? Mi sembra fondamentale capire le caratteristiche del settore per fare delle considerazioni. PS: io non penso che lo spam of control sia in grado di spiegare un fenomeno generale. Detto che alcune imprese sono anche cresciute, per uno standard continentale (Europa).
Arrivato al minuto 36 circa mi sento di dire 3 cose. Primo: tra molte ragioni per le quali le aziende sono piccole vi è anche la dimensione del mercato potenziale in cui operano. Semplicemente molte aziende sono piccole perché operano in mercati piccoli. E’ l’acqua fresca che spesso viene dimenticata.
Chiedo scusa della domanda. riguardo il Ponte sullo stretto o anche su altre opere semi-inutili. Immagino che voi abbiate lette il libro di Andea ponti " grandi operette" dice molte cose, che state dicendo voi. Lui ad esempio è un tecnico che si occupa di fare analisi Costi/benefici.
Riassumendo. Il ponte sullo Stretto illuderebbe che collegando la Calabria alla Sicilia improvvisamente vi fosse un incredibile colpo di reni che però sarebbe incomprensibile visto il livello economico che da Napoli arriva a Reggio Calabria. A meno che non si ipotizzi che sia la Sicilia ad innervare il sud dello stivale. Sul comparto furniture - arredo. E' a mio parere una questione culturale. Il design in Italia non è concepito nel suo significato originario che sarebbe oggetti interessanti accessibili a tutti - difatti anche lì i tedeschi dominano - ma come oggetti di lusso firmati. Con cui non diventi un' industria Così non è nata l'Ikea italiana. Quindi tutto si riduce a chiacchiere come l'economia del radicchio di Treviso o il pomodoro di Pachino. C'è il mobile della Brianza. l'unico che ha sviluppato un settore del design è Del Vecchio e la Luxottica.
Magari la borsa potrebbe aiutare a competere con i players mondiali (Nestlè, Mondelez ecc.), ma sono aperto ad ascoltare altre opinioni, magari mi sbaglio. @@abbecedario-bx7io
Una riflessione, quelli "low skilled" usciti dal mercato del lavoro tipo camerieri, persone nel turismo, parrucchiere e via dicendo, sono usciti con una paga tipo 1000 euro nel 2021, rientrati nel 2023 con la stessa paga o poco in più, ma con una inflazione molto più alta, in realtà ci hanno perso tantissimo. Quelli "skilled" magari sono riusciti ad avere aumenti senza perdere il lavoro e la curva resta + o - piatta. Regge 🤔?
Discussione interessantissima grazie. Io ho una mia teoria sul fatto che le aziende non scalino a dimensioni che li rendano competitive e presenti a livello mondiale. Da un lato c'è sicuramente un aspetto culturale. Dall'altro penso ci sia un motivo economico e di costi. Le aziende sotto i 1000 dipendenti possono ancora essere gestite appoggiandosi a un sottobosco di aziendine che lavorano in nero e quindi forniscono a prezzi molto bassi. Se cresci difficilmente riesci a gestire il nero in modo efficiente.
Ma perché molte pizzerie sono aperte da generazioni, da padre in figlio, e hanno solo un locale? Penso sia proprio un modo di fare italiano. Ma il fatto di non vendere quote di società e ridurre il controllo sull impresa è Europeo, come Bernard Arnault che passa l'azienda ai figli ora... ma vi immaginate alla apple ora i figli di steve jobs?!?
Domanda: siccome Starbucks o Ikea o molte altre aziende di grandi dimensioni hanno come valore aggiunto proprio la scalabilità, mentre in Italia il valore aggiunto è dato o dal risultato finale o dalla reputazione di qualità, reale o fittizia che sia, perché si auspica che le aziende crescano di dimensioni invece che di numero? Ovviamente in quegli ambiti in cui il valore aggiunto e la produttività giustificano la proliferazione di aziende di piccole o medie dimensioni, dall'artigianato alla gastronomia, e non laddove non ci sono margini.
l'analisi costi benefici sul ponte è stata fatta (vedi trasmissioni report ecc..) i guaio è che come ogni cosa in economia i margini di incertezza e opinabilità sono così alti che ognuno puo dire quello che vuole. andate a studiare le scienze serie cari economisti
quindi questi sono professori americani top class ..e poi non sanno spiegarsi perchè aziende di successo come tecnogym non fanno il salto in botsa? ma allora mi chiedo che hanno studiato^ che sanno? che hanno da insegnare? ma li paghiamo per cosa?che tristezza
madonna che stufo di sentire parole inglesi intercalate in frasi italiane, giusto per dare l'idea di essere colti della materia. professoretti noiosi. andate a fare una azienda se sapete di economia..ah giusto troppo difficile
sono tre persone che vivono da decenni in america e insegnano in università americane, non solo quindi usano l'inglese quotidianamente e probabilmente più di quanto non usino l'italiano, ma tanto più usano quasi solo l'inglese, lingua franca anche della ricerca scientifica, quando leggono di o insegnano la materia di cui parlano nel video: ti sembra davvero così strano che per certi concetti che trattano principalmente se non solamente in inglese da decenni gli vengano naturalmente alla bocca le parole inglesi che usano di continuo invece di quelle italiane con cui magari li hanno studiati da ragazzi decenni fa?
@@Davide-kd2cm si mi sembra strano in un dibattito in lingua italiana e per un pubblico italiano. per inciso anch'io uso l'inglese quotidianamente ma sono intelligente a sufficienza per capire che quando mi rivolgo ad un pubblico di italiani lo evito. invece mi sembra un po' un approccio snob
Sono una persona semplice , un operaio , ma è sempre forte e bello ascoltare le vostre analisi .
E da oggi anche associato n. 235💙
Ci mancherebbe che noi semplici operai non possiamo goderci discussioni di questo calibro! 😊😉
Penso che coinvolgere chiunque sia proprio l'obiettivo principale di queste chiacchierate pubbliche 👍🏻
Grande
lei è proprio una bella persona
E ci mancherebbe altro!
Anche perche' (sono MB) questa associazione e' prodotto anche di un ex operaio figlio di operai e contadini!
Si cerca di evitare i linguaggi eccessivamente forbiti, i bizantinismi e le circonvoluzioni retoriche anche per questo!
Bisin ha pienamente centrato il punto. L'imprenditoria italiana è estremamente provinciale per cultura. Io mi occupo di export e quasi sempre l'ufficio export, nelle nostre aziende manifatturiere, è quasi sempre un ufficio a parte, che racchiude massimo una decina di persone che viaggiano, conoscono le lingue ecc..ma l'export sono loro. L'azienda è italiana. Manca la visione internazionale della azienda, ma questo rispecchia gli italiani e la cultura italiana. Siamo al centro del mediterraneo e abbiamo paura di diventare internazionali..è incredibile
Un discorso che sento spesso fare, al di là di quelli giusti sollevati in questa chiacchierata, è: ma chi me lo fa fare? Sono un nababbo, mi pago i dividendi che voglio, nessuno mi rompe i coglioni, niente trimestrali, niente azionisti che ti decidono lo stipendio, eccetera eccetera. Chi me lo fa fare di scalare?
interessantissima discussione (come sempre). Da siciliano e messinese vorrei approfondire di più l'argomento iniziale. Spero che ci saranno altre occasioni.
Tanta roba! grazie per questi video chiaccherata!
Colgo l'occasione di questa interessante discussione per fare una considerazione: fare una analisi in linea di principio è facile (anche se occorre distinguere su cosa sia una analisi: una cosa è presentare i numeri che fotografano una situazione e una cosa ben più difficile identificare le variabili indipendenti che causano la situazione), quello che noto, anzi che non noto, è l'assenza di video dove vengono presentate analisi su cosa esattamente porti al desviluppo italiano, e men che meno cosa fare per invertire la tendenza e creare una lista strutturata di interventi a tal fine.
Un'altra azienda italiana che fa un prodotto eccellente con potenzialità enormi ma resta a livello familiare è la Barin di Cittadella (PD)
In USA sarebbe una multinazionale, qui è poco oltre l'impresa artigiana
Perché Bisin si tocca sempre la pelata?
Molto interessante. Mi piacerebbe che si approfondisse la questione. Una cosa che mi viene in mente è l'incentivo che un imprenditore già milionario dovrebbe avere nell'ingrandire la propria azienda già di successo e che lo soddisfa umanamente ed economicamente. Pendo che il motivo culturale è la cosa principale. Culturalmente non si ha la necessità di espandere la propria attività a dismisura o di diventare miliardari se già si ha un elevato standard di vita. Insomma, il mal di testa nel fare un passo simile non ne vale il risultato. Un ragionamento tanto egoistico e provinciale quanto comprensibile ed in parte sensato.
Giusto per precisare, Techno Gym é quotata nella borsa italiana dal 05/2016. Da quel momento il suo valore azionario ha fatto il +142%. La famiglia Alessandri é ancora al vertice del management
GL aveva i ricordi di prima di partire per l'America :)
Forse tutto parte dalla certezza del diritto che in Italia purtroppo è una chimera, se non c'è questo non c'è finanza, innovazione o ferrovie che tengano.
Grandissimo dibattito stadera.
Purtroppo l'evidenza è palese.
Se non si affrontano i nodi strutturali della nostra economia non si va da nessuna parte.
Revisione della spesa, aiutando le persone che hanno VERAMENTE bisogno, tagliando le spese improduttive ,investire in scuola università ricerca, corsi di formazione per disoccupati ,reti infrastrutturali, reti informatiche.
Promuovere le economie di scala facilitando le aggregazioni di imprese
Da non ultimo una modernizzazione dello Stato, impiegando i migliori.
Poi mettere mano a corruzione, mafia,malaffare,evasione fiscale.
I dati del lavoro sono fuorvianti, mancano 10 milioni di posti di lavoro ,5 milioni sono nero.
La gente viene sottopagata perché con tutte queste inefficienze n
on si riesce a reggere la concorrenza internazionale.
ok
Bravissimi😊
Commento tattico
La differenza di cui parlate sulla mentalità d'investimento tra giovani e vecchi è pazzesca in Italia: io che ho 30 anni ogni 100€ che risparmio al mese li butto in equities attraverso ETF, non credo che comprerò mai un'obbligazione prima di avere 50-60 anni; i vecchi hanno montagne di cash fermo o al massimo BTP al 2%.
Vero, ma il problema della maggioranza dei giovani italiani è che non hanno soldi da investire.
Sarà interessante vedere quello che accadrà fra una ventina d'anni quando i boomer passeranno a miglior vita e le generazioni successive ne erediteranno gli ingenti capitali
@@enricogarro5884non saranno più ingenti a quel punto
Oddio, dipende da CHE etf compra ... sai quel che dici o scrivi solo per molestare? Sei apparso alcunoi giorni fa e il tasso di emissione di cazzate mi sembra alticcio.
Seattle ha il confine col Canada a Nord, boschi e oceano a Ovest, montagne e deserto a Est, e a sud Portland è a 280 km ma per andarci in treno servono 5 ore, però mi sembra sia così arretrata
aggiungendo un "non" concordiamo :)
Battute e typos a parte: la lamentela della borghesia parassitica meridionale e' solo una ulteriore conferma della loro malafede, ignoranza e insipienza imprenditoriale.
Nel mio paese il PNRR lo useranno per fare una ciclabile e per restaurare un po' di palazzi storici.
PS: la ciclabile in una provincia praticamente priva di ciclabili
il discorso sugli investimenti, in particolare sulla scarsa propensione al rischio (ovvero il ricco pieno zeppo di BOT, BTP, etc. che vive di cedole) secondo me è figlio di tante cose vistose e lampanti: 1) paese estremamente vecchio, sia anagraficamente che come modo di pensare.. quindi anche negli investimenti ci si comporta come negli anni '70 (mattone, buono postale, titoli di stato, etc.) 2) scarsa conoscenza finanziaria, anche il solo fatto di avere solo titoli di stato italiani (o peggio, azioni fallimentari di big o ex big: mps, saipem, etc. etc.) fa capire come la diversificazione sia un concetto per molti sconosciuto; 3) parecchio provincialismo e poca lungimiranza, che poi è uno dei motivi per cui l'attuale classe dirigente italiana si sta vendendo i gioielli di famiglia (o campa coi BOT), ovvero gente che ha grandi patrimoni, ma che ha scarse competenze, profili imbarazzanti.. si è ritrovata ricca più per discorsi ereditari (e questo l'ha detto anche gianluca mi sembra a proposito dei passaggi generazionali che saranno l'ennesimo dramma italiano)
Tu, dove lo hai allocato il grano?
algo, que ritmo!
Oltre alla produttività come rientra e quanto pesa nel declino il discorso demografico?
54:40 più che vincolo tecnologico è mancanza di capacità manageriali. Il management di origine familiare ha capacità limitate e la famiglia non vuole perdere il controllo ( sia gestionale che di proprietà)
👍👍👍
In Veneto molti di quelli che vendono l'azienda si "buttano" nell'immobiliare. Fermo restando i BTP
Quindi fatemi capire, fare un’alta velocità da Trieste a Torino si e sono d’accordo, perché è dove gira la maggior parte dell’economia Italiana. Farla in Campania, Calabria, Puglia e via dicendo invece no perché è dispendiosa e non rende.
E il principio di coesione territoriale lo buttiamo nel cesso, scusatemi.
È come dire che è giusto collegare Casalecchio a Bologna ma che ci frega di Valsamoggia che ci stanno 4 disgraziati.
Poi per la mappa della rete ferroviaria del 1905, vorrei ricordare che le ferrovie calabresi sono ancora quelle del 1905.
Con tanta stima aggiungo che i benefici dell’alta velocità Milano-Roma sono evidenti e lo spiegano i dati sull’utilizzo. Ma non solo, vale anche per Roma-Napoli e ancora più giù fino a Reggio Calabria (seppur in quest’ultima meno significativa per via della minor utenza). E gli Usa se lo sognano un collegamento così, che continuino a costruire highway per i loro suv.
Secondo: per una quindicina di anni ho frequentato il private equity nel nord est. Non è più un fenomeno secondario ha un ruolo ormai importante. Anche nel passaggio generazionale. Il paesaggio è completamente diverso da quello di 20 anni fa. Anche nel nord est c’è ben di più di micro e piccole imprese. Di Stevanato Group si è mai sentito parlare?
si aivoglia
Ci sono modi peggiori del Ponte di Messina di sprecare denaro pubblico ad es. Il Superbonus
Mi viene in mente la famiglia Lobecci, mai voluto quotarsi, un peccato.
52:00 questo ragionamento mi fa pensare all'industria cinema italiano, di come sia decaduta con l 'avvento dei multisala
Sono di Alba. Alba ha 30.000 abitanti (non 300.000) e non ha solo Ferrero ci sono altre 2 aziende note a livello mondiale
16:58 sono d'accordo che manchi una seria analisi costi benefici , ma prevedendo un ticket da quantificare la struttura non potrebbe essere ripagata in x anni da sola, facendo parte di Aspi?
Il punto a mio avviso è un altro, in un paese civile gli investimenti infrastrutturali non solo sono necessari ma indispensabili per far sentire al cittadino la presenza dello Stato
Pare che l'aumento dell'offerta tra Italo e Frecce abbia anche comportato un aumento dei ritardi sulle linee ferroviarie più trafficate
Ma i concorrenti tedeschi o francesi o svedesi di Polyform che dimensioni hanno? I concorrenti europei di Polyform che presenza hanno negli USA? Mi sembra fondamentale capire le caratteristiche del settore per fare delle considerazioni. PS: io non penso che lo spam of control sia in grado di spiegare un fenomeno generale. Detto che alcune imprese sono anche cresciute, per uno standard continentale (Europa).
Chi non sa fare insegna
CONSIGLIO LIBRO DI VITO TANZI ITALICA PER LA QUESTIONE MERIDIONALE
Arrivato al minuto 36 circa mi sento di dire 3 cose. Primo: tra molte ragioni per le quali le aziende sono piccole vi è anche la dimensione del mercato potenziale in cui operano. Semplicemente molte aziende sono piccole perché operano in mercati piccoli. E’ l’acqua fresca che spesso viene dimenticata.
Chiedo scusa della domanda. riguardo il Ponte sullo stretto o anche su altre opere semi-inutili. Immagino che voi abbiate lette il libro di Andea ponti " grandi operette" dice molte cose, che state dicendo voi. Lui ad esempio è un tecnico che si occupa di fare analisi Costi/benefici.
Technogym è in borsa però
La crescita dell'Italia nel prossimo decennio dipende dalla crescita del Sud. L'economia del Nord è satura.
Riassumendo.
Il ponte sullo Stretto illuderebbe che collegando la Calabria alla Sicilia improvvisamente vi fosse un incredibile colpo di reni che però sarebbe incomprensibile visto il livello economico che da Napoli arriva a Reggio Calabria. A meno che non si ipotizzi che sia la Sicilia ad innervare il sud dello stivale.
Sul comparto furniture - arredo.
E' a mio parere una questione culturale. Il design in Italia non è concepito nel suo significato originario che sarebbe oggetti interessanti accessibili a tutti - difatti anche lì i tedeschi dominano - ma come oggetti di lusso firmati. Con cui non diventi un' industria
Così non è nata l'Ikea italiana.
Quindi tutto si riduce a chiacchiere come l'economia del radicchio di Treviso o il pomodoro di Pachino. C'è il mobile della Brianza.
l'unico che ha sviluppato un settore del design è Del Vecchio e la Luxottica.
dopo colaninno, tronchetti ... si diventa attenti
Se penso ad un esempio di azienda che non cerca la borsa o non prova a fare il “big jump” mi viene in mente FERRERO.
Scusate non sono arrivato a quando avete citato il caso.
Magari la borsa potrebbe aiutare a competere con i players mondiali (Nestlè, Mondelez ecc.), ma sono aperto ad ascoltare altre opinioni, magari mi sbaglio. @@abbecedario-bx7io
Andare in Borsa e ottenere capitale di modo da competere con le altre big aziende (nestlè, mondelez, ecc.)@@abbecedario-bx7io
anche l'economia sommersa che in pandemia non poteva emergere forse determina la curva ...
Una riflessione, quelli "low skilled" usciti dal mercato del lavoro tipo camerieri, persone nel turismo, parrucchiere e via dicendo, sono usciti con una paga tipo 1000 euro nel 2021, rientrati nel 2023 con la stessa paga o poco in più, ma con una inflazione molto più alta, in realtà ci hanno perso tantissimo. Quelli "skilled" magari sono riusciti ad avere aumenti senza perdere il lavoro e la curva resta + o - piatta. Regge 🤔?
Discussione interessantissima grazie. Io ho una mia teoria sul fatto che le aziende non scalino a dimensioni che li rendano competitive e presenti a livello mondiale. Da un lato c'è sicuramente un aspetto culturale. Dall'altro penso ci sia un motivo economico e di costi. Le aziende sotto i 1000 dipendenti possono ancora essere gestite appoggiandosi a un sottobosco di aziendine che lavorano in nero e quindi forniscono a prezzi molto bassi. Se cresci difficilmente riesci a gestire il nero in modo efficiente.
La AV la chiede l Europa per il ten T Corridoi AMstedan/ rotttedam Sicilia e la Salerno Reggio Calabria/ Palermo / Agrigento
usare i cavi dell trasporto di corrente dell'alta velocità per trasportate internet
Ma perché molte pizzerie sono aperte da generazioni, da padre in figlio, e hanno solo un locale? Penso sia proprio un modo di fare italiano. Ma il fatto di non vendere quote di società e ridurre il controllo sull impresa è Europeo, come Bernard Arnault che passa l'azienda ai figli ora... ma vi immaginate alla apple ora i figli di steve jobs?!?
Domanda: siccome Starbucks o Ikea o molte altre aziende di grandi dimensioni hanno come valore aggiunto proprio la scalabilità, mentre in Italia il valore aggiunto è dato o dal risultato finale o dalla reputazione di qualità, reale o fittizia che sia, perché si auspica che le aziende crescano di dimensioni invece che di numero? Ovviamente in quegli ambiti in cui il valore aggiunto e la produttività giustificano la proliferazione di aziende di piccole o medie dimensioni, dall'artigianato alla gastronomia, e non laddove non ci sono margini.
Perché in Italia abbiamo quasi solo quelle e generano meno ricchezza, inoltre sono quelle che tendono ad evadere di più e fanno meno innovazione
@@RiccardoVenturi-ov3vlsì, ma la tua è la risposta standard a una domanda che non è la mia
Le scorte in Italia sono anche tassate.
Emigrare …. Olanda quotata ?
per precisione, Technogym è quotata in Borsa eh...
l'analisi costi benefici sul ponte è stata fatta (vedi trasmissioni report ecc..) i guaio è che come ogni cosa in economia i margini di incertezza e opinabilità sono così alti che ognuno puo dire quello che vuole. andate a studiare le scienze serie cari economisti
quindi questi sono professori americani top class ..e poi non sanno spiegarsi perchè aziende di successo come tecnogym non fanno il salto in botsa? ma allora mi chiedo che hanno studiato^ che sanno? che hanno da insegnare? ma li paghiamo per cosa?che tristezza
Commento tattico. 🪖
madonna che stufo di sentire parole inglesi intercalate in frasi italiane, giusto per dare l'idea di essere colti della materia. professoretti noiosi. andate a fare una azienda se sapete di economia..ah giusto troppo difficile
sono tre persone che vivono da decenni in america e insegnano in università americane, non solo quindi usano l'inglese quotidianamente e probabilmente più di quanto non usino l'italiano, ma tanto più usano quasi solo l'inglese, lingua franca anche della ricerca scientifica, quando leggono di o insegnano la materia di cui parlano nel video: ti sembra davvero così strano che per certi concetti che trattano principalmente se non solamente in inglese da decenni gli vengano naturalmente alla bocca le parole inglesi che usano di continuo invece di quelle italiane con cui magari li hanno studiati da ragazzi decenni fa?
@@Davide-kd2cm si mi sembra strano in un dibattito in lingua italiana e per un pubblico italiano. per inciso anch'io uso l'inglese quotidianamente ma sono intelligente a sufficienza per capire che quando mi rivolgo ad un pubblico di italiani lo evito. invece mi sembra un po' un approccio snob