A scuola andavo male a causa della timidezza. Ai professori non fregava un cazzo e, per loro, bastava urlare alla cazzum verso chi non faceva i compiti, non studiava ecc. Grazie al piffero che, trattando male un ragazzo "debole", si isoli. Andando ai corsi di recupero, appunto, riuscivo a recuperare tutto. Con poche persone in classe, mi concentravo molto meglio
ormai a 26 anni che faccio quest'anno mi sento veramente solo, non per scelta ma perché sono stato "forzato" da persone che mi hanno trattato sempre di merda, ero sempre un bambino sorridente ma gli altri probabilmente pensavano che fossi fortunato pieno di soldi o chissà che cosa, alla fine ero semplicemente io perché mi autoalimentavo questà " felicità". adesso le giornate sono sempre uguali a casa e passano con una velocità impressionante, mentre gli altri si fidanzano, si sposano e hanno un lavoro appagante, ci ho fatto il callo ecco
Capisco come ti senti. Se vuoi però approfondire la condizione moderna ti consiglio questi autori: Nietzsche, Heidegger, Evola, Guenon, Junger, Dugin, Mishima.
@@HerzogHyperboreisch ti ringrazio, sono all'università ma fuori corso, visto che ho avuto "problemi" di vario genere ma oltre quello orami sento che mi manca un pezzo della mia vita che non colmerò mai
La cosa tragica - che però, paradossalmente, assume così anche carattere consolatorio - è che non sei il solo così. È un'intera generazione di giovani uomini che si sente così, come puoi dedurre anche dal video. Capirlo, ai suoi tempi, mi fece riconciliare col mondo; e parte delle cause di questo fenomeno sono inquadrate da alcuni degli autori citati. Il primo fu Dostoevskij, che nelle Memorie dal Sottosuolo già aveva descritto un prototipo di quello che noi oggi chiamiamo doomer.
Tutti questi problemi psicologici sarebbero inesistenti se vivessimo in una società sana. La scuola è già di per sé un ambiente molto diseducativo. Analizzate la radice del problema, non i rami.
la parola libertà della società moderna voluta dalla politica per il consumismo si traduce con la parola invivibilità.. Libertà=Invivibilità e mi capirete seppur vissuto punter resterò punter anche da uomini soli più moderni.. da dentro un mondo semmai un po' visto come dal Taxi tipo nella prima scena di Taxi Driver con De Niro
Io sono quasi hikikomori, passo le giornate da solo in camera, esco soltanto per le cose necessarie. Non è così male la solitudine, io mi ci trovo bene. Non sopporto lo schifo che c'è fuori nel mondo
Sicuramente avrai avuto le tue delusioni e i tuoi dolori per arrivare a una tale considerazione...questo mi dispiace molto. Tuttavia non possiamo trascurare la nostra sfera sociale, non possiamo fare finta che la socialità, la condivisione non siano bisogni primari dell'individuo. Sin dalla preistoria, vivamo in società. La nostra essenza, la nostra esistenza (sin dal momento della nascita) è basata sulla condivisione, sull'aiuto e sul supporto reciproco. Io sono una persona che ha un bisogno vitale dei propri spazi e del passare diverse ore al giorno da solo, ma questo non mi impedisce (e non deve impedirmi) di avere una cerchia sociale che mi faccia sentire appagato e realizzato in pieno. Sii resiliente, coltiva la speranza e prima o poi troverai persone valide con le quali condividere. Anche io sono molto selettivo ma allo stesso tempo mi sforzo di vedere il bello e i punti di forza in ogni persona che incontro. L'essere umano deve tenere a mente che a causa di diversi bias tende a focalizzarsi sugli aspetti negativi piuttosto che su quelli positivi e quindi tende spesso a vedere le cose peggiori rispetto al loro stato reale.
Conosco persone che erano come te, poi iscrivendosi in palestra o iniziando a correre ogni mattina e buttando nel cesso i videogiochi sono letteralmente rinati, trova una strategia per abbandonare questa confort zone che sta diventando la tua tomba... Non sprecare gli anni della tua vita così fidati... Ho 39 anni e mi rendo conto solo ora di quante giornate ho buttato nel cesso per averle spese male.... Ti abbraccio ti auguro il meglio 😜👍
@@giuseppemaggio5894leggendo il commento mi é venuto l’impulso di rispondere, ma tu hai espresso benissimo il concetto che avrei voluto veicolare. le connessioni con altri individui sono la cosa più bella che si può sperimentare su questo mondo, come qualsiasi cosa profondamente bella richiede sforzo e coraggio, coraggio significa provarci nonostante la paura che ci blocca, significa anche sbagliare e fare figuracce, ma é necessario per fare esperienza di emozioni che ci fanno comprendere perché viviamo.
Io ho sempre avuto problemi col mondo esterno. Preferivo stare a casa più di ogni altra cosa. Niente cinema, parco, ristorante... mi sforzavo giusto per uscire con le amiche e non sembrare una sfigata. Poi è arrivata l'università, il periodo peggiore. Speravo di trovare persone di un certo calibro, invece avevo le medie, ma peggio. Tutte le mie coetanee a saltare le lezioni, uscire insieme, prendere in giro i docenti e giusto cinque amiche mi sono trovata (tra cui un ragazzo, in senso amicale). Sarò onesta, uscire è proprio una tortura, non importa se caldo o freddo, ma il rumore e il comportamento della gente mi tolgono completamente la voglia di socializzare. Detto questo, non penso di essere hikikomori, visto che mi piace parlare con la mia famiglia ed evito di stare sempre in camera mia
Ho 19 anni, sono abbastanza introverso, ho sempre avuto difficoltà a creare una relazione sociale vera e propria e quei pochi amici che avevo li ho persi per svariate ragioni durante la mia adolescenza. A complicare ciò ha influito sicuramente l'isolamento durante il lockdown, ma anche prima del 2020 eccetto che a scuola e ogni tanto in palestra passavo la gran parte del tempo a casa ad impegnarmi nello studio e nei miei hobby da cui traevo soddisfazione e tanto piacere. Ho frequentato sempre con piacere la scuola sino al quinto anno, impegnandomi e, soprattutto a partire dalla pandemia, uscivo solo per andare a scuola (in classe ero un po' più legato ad un mio compagno anch'egli introverso e con qualche altra compagna, ma al di fuori della scuola non siamo mai usciti) e per necessità varie. Adesso sono iscritto all'università, ma ho frequentato poche volte perché non traggo tanta utilità dalle lezioni (che non sono obbligatorie), però mi sono reso conto di avere difficoltà (un po' anche prima del lockdown) a legarmi con persone nuove e soprattutto con interessi e passioni diverse dalle mie. Da un po' di tempo mi sento diverso dagli altri, a volte ho anche ipotizzato di essere autistico ad alto funzionamento ed effettivamente ho diverse caratteristiche molto simili alla sindrome di asperger, ma poi penso che probabilmente sono soltanto paranoie. Un Asperger lo è sin dalla nascita, ma dubito anche ciò poiché non ricordo bene i miei vissuti infantili in relazione con gli altri, come mi comportavo con i miei simili all'asilo e cose di questo genere, ma di una cosa ne sono certo. Quando ero piccolo, ai primi anni delle elementari, mia madre si preoccupava molto e non mi permetteva di uscire e nonostante ciò non avevo nessuno con cui davvero uscire. Spesso giocavo da solo oppure con mio fratello e mi divertivo molto ugualmente, oramai mi ero abituato a giocare da solo con le macchinine in cameretta e, a tratti, ero così ispirato da inventarmi storie, casi investigativi, insomma nonostante avessi pochi amici e non uscissi spesso (se così potevano chiamarsi) non mi sentivo mai solo. Il punto è che quei pochi amici con cui uscivo saltuariamente alle medie mi hanno fatto fuori dal loro gruppo senza alcuna spiegazione, mentre con un altro ci siamo persi nel passaggio dalle medie alle superiori anche perché non andavamo spesso d'accordo ed eravamo alla fine abbastanza diversi. Dal 2020 in poi è stato un disastro, perché nonostante avessi più tempo libero per me stesso ho perso il contatto sociale con i miei compagni se non attraverso le videolezioni. Nel 2021, poi, ho avuto qualche ricaduta psicologica durante il lockdown e il periodo della zona rossa e, solo l'anno seguente, sono ritornato a scuola per vivere quella che per me era la normalità. Ora mi chiederete perché abbia scritto tutto ciò. Perché probabilmente mi aiuta ad esprimere le mie emozioni e a raccontare vissuti che potranno essere molto simili a quelli di altre persone, anche coetanei. Spero che possa aiutarvi a sentirvi meno soli, meno "diversi" secondo questa società.
a rapporto ! 👍 ciao , sfondi un una porta scardinata : i miei coetanei , erano talmente infidi che definirli serpi è dire poco .. ad un certo punto li ho tagliati fuori ( assieme allo studio superiore e la cosa è connessa ) per dedicarmi allo studio individuale di tutto ciò che mi interessava , dalla fisica quantistica all'esoterismo , passando per prepping , crafting ed arti marziali , e sono rinato .. pensa che l'ultima volta che ho giocato alla playstation con qualcuno ( e l'online non conta ) sono passati più di dieci anni ; essere solitari non un male , a patto di saper convivere con sé stessi , perché è quella la vera sfida , che , una volta superata ti porta ad eccellere in qualunque campo tu voglia , ed io ne sono l'esempio vivente .. sempre in gamba , e non permettere mai ad altri di giudicarti arbitrariamente , è quello il vero male
Un Asperger lo è fin dalla nascita, ma tante volte le nostre difficoltà emergono prepotentemente dalle superiori in poi, quando i ritmi, le diversità e anche i valori si scontrano con quelli dei tipici in modo forte, quindi ci sta che da piccoli non sempre si riconoscano queste caratteristiche, anche perché spesso si è spronati a fare masking e adattarsi, ma da grandi diventa molto più difficile, e non è nemmeno giusto perché neghiamo noi stessi, io stesso l'ho scoperto solo a 36 quindi anche tu potresti esserlo, non credo siano paranoie, ma se vuoi approfondire ci sono vari canali anche su UA-cam tipo aspergeritalia e altri di professionisti tipo Moscone, David Vagni.
@@donvalve2257 grazie mille per la tua risposta, cercherò di informarmi al meglio e forse farò la diagnosi. Per me è dura parlarne anche con i miei, perché forse potrebbero dirmi che siano soltanto delle paranoie e che non sia vero eccetera. Magari cercherò di far vedere loro alcuni video in cui dei professionisti in tale ambito ne parlano.
Io personalmente non vivo completamente isolato solo perché ho il lavoro e i genitori (che non vivono con me e con i quali ho un buon rapporto). Per il resto, non ho alcun amico e ben poche conoscenze (quasi tutte ereditate dall'università). Molto sinceramente, non ho mai avuto molto da dire agli altri.
I commenti mi fanno sentire meno solo, che bella sensazione. Sono disoccupato ma in Naspi, ho un bel po' di soldi da parte ma non mi va quasi mai di uscire con i miei amici, esco di più con i miei genitori per fare la spesa e commissioni varie, o se esco comunque preferisco fare le mie cose da solo. Ciò che mi fa più rabbia è il fatto che sto faticando a trovare un nuovo lavoro dopo aver passato anni della mia vita concentrato sullo studio per laurearmi, ero uno che non aveva voglia di uscire il sabato sera anche se avevo un esame due settimane dopo. Adesso le giornate sono sì tranquille ma tutte uguali.
Esci e incontra gente, nei posti che ti piacciono. Che si radunano per la stessa passione. Conosco almeno una coppia che si è conosciuta alla fiera del fumetto/film e videogiochi e sono sposati ora (per esempio) . Potrebbe essere altro ❤ . Vale lo stesso per amicizie. Abbiamo bisogno anche del faccia a faccia, del fisico, di guardare la gente che si muove, cammina etc . È una sensazione insostituibile. A volte mi siedo sulle panchine ed osservo. Magari finisce che parlo con i vicini oppure che ho un momento bellissimo per far vedere agli occhi la natura. Oppure provo un bar nuovo e se deve succedere qualcosa accade. Altrimenti mi godo ciò che mangio, il chiacchiericcio. E vado via augurando un buon lavoro a chi fa il turno 😊, e il loro sorriso è stupendo . Uscendo vedo anche richieste di staff. Anche se fossero lavori di breve tempo che male fa? Fa curriculum, si socializza, si impara qualcosa. Ah giusto, ho iniziato a fare volontariato. Cercano spesso gente che cucini, o chi porta il camioncino per andare a prendere il cibo, per poi darlo alla Mensa ( cibo avanzato ai supermercati ancora buoni ma in procinto di scadenza) . Io però faccio pulizie la mattina. Mi ha dato un obbiettivo . Un motivo per svegliarmi la mattina presto. Aiuto, togliendo lavori lunghi e ripetitivi a chi deve fare cose più pesanti. E chi va a mangiare trova pulito. C’è chi lo fa il volontario per i canili. Non puoi capire quanto coraggio e forza diano quelle creature 😢che vogliono solo essere amate ed amare incondizionatamente. Abbandonate nei modi più crudeli 😢 . Sono riuscita a salvare 5 animali ed adottarli , l’ultimo è un micione di quasi 9 anni . E mi tira su anche quando credo di non poter ridere più. Scusa se ho divagato. Buona vita ❤
È normale che se uno vive una vita da diverso e bullizzato, colleziona solo brutte esperienze, poi ne rimane traumatizzato sviluppando in automatico dissgi del genere. Il mondo e la società, per come sono strutturate in modo malsano, non danno niente di bello perciò preferiscono isolarsi. Non avere gente opportunista, cattiva, falsa, superficiale attorno è buona cosa.
Apprezzo da sempre il lavoro che svolgi, per sensibilizzare i più e farli sentire meno soli nelle difficoltà che possono trovare nel percorso della vita. Ho letto un bel po' di commenti e mi sono intristito, perché in tanti soffrono di solitudine, forzata o meno. In tanti cercano delle scuse, delle giustificazioni, delle attenuanti, degli alibi per giustificare la propria situazione e si intristiscono ancora di più. Io vorrei dire solo che non è colpa di nessuno; credo sia colpa dell'imperfezione dell'essere umano se così vogliamo chiamarla, ma anche e soprattutto delle categorizzazioni e del dover sempre trovare una ragione o una motivazione per una cosa o l'altra. Tantissime cose del mondo non si spiegano e probabilmente non si spiegheranno mai. Bisognerebbe vivere la propria vita con le proprie sensazioni, senza paragonarsi, seppur difficilissimo, perché ognuno è diverso dall'altro e non esiste una via giusta o una sbagliata, a parte quella in cui si fanno soffrire altre persone ovviamente. E senza star lì a ragionare sul perché quella cosa non va, quell'altra non va ecc. Bisognerebbe trovare il proprio scopo nella vita e vivere le giornate in virtù di quella. Le sovrastrutture sociali sono numerose, ma sono appunto sovrastrutture e non si deve per forza seguire quelle per sentirsi giusti. Se alcuni tendono a stare lontano dalle persone, probabilmente non ritengono la loro compagnia idonea alla crescita interiore. Il problema è sempre rappresentato dall'idea imposta che, siccome tutti fanno X, allora anche io devo fare così, ma in realtà non è così e questo lo si comprende nel tempo. Si dovrebbero fare le cose solo se appartenenti al sé, ma siccome il sé fondamentalmente non lo si conosce mai fino in fondo, l'unico modo per farlo sarebbe sperimentare nuove esperienze. Quest'attività è davvero stimolante, ma purtroppo si scontra spesso con difficoltà economiche, paraocchi di stampo familiare, bassa autostima; detta attività può perdere energia nel corso del tempo: da bambini si è generalmente attivi e gioiosi, crescendo ci si scontra con realtà molto differenti e non per forza "giuste", che attenuano le proprie energie interiori, facendo vedere il mondo brutto e cattivo. La cosa triste è proprio che non si ha torto, nel vedere il mondo brutto e cattivo: guerre, schiavitù, omertà, ipocrisia sono costanti presenti da sempre e non scompariranno mai, perché presenti in piccola o larga parte nell'essere umano. Io credo che una persona "equilibrata" sia quella che riesce a tener presente questi fenomeni, ma che fa sì che non influenzino negativamente il proprio percorso di vita. Questa forza viene fuori solo se si trova uno scopo nella vita, altrimenti tutto è opaco. Lo scopo della vita può essere anche piccolo e apparentemente insignificante, però la società lo renderà effettivamente insignificante e irrisorio se non corrispondente agli archetipi che il sistema sociale nei secoli ha inculcato, ovvero far soldi, sposarsi e far figli per consumare nuova merce e produrre nuovi lavoratori che pagheranno. Solidarietà per tutti coloro che soffrono e preferiscono restare lontano dal mondo. La vita è davvero tosta, non è per niente un "gioco" semplice. Auguro a TUTTI, me compreso, di trovare una connessione profonda col sé e la natura, che è ciò che più, secondo me, vale nel nostro piccolo passaggio sulla Terra. E auguro di alleggerire il tutto, perché siamo troppo complessati, troppo pieni di roba, troppo carichi di parole e pensieri. Spogliamoci di tutto. Divertiamoci, ovvero distraiamoci. Proviamo cose nuove, prendiamoci in giro, perché nulla ha senso in fin dei conti. Un caro saluto a tutti
Buona vita ❤🎉 . La felicità non è l’obiettivo ma uno stato d’animo, e per fortuna. Altrimenti non lo raggiungerebbe nessuno 😊 . Verso i nostri obiettivi “ e oltre “ 🎶
Di solito quelli che creano dipendenza sono quelli online, stile Fortnite, quelli possono essere molto pericolosi, quelli in locale, diciamo action adventure stile Tomb raider li adoro, hanno belle storie, ambientazioni ed enigmi e non hanno durate eccessive, li il rischio è ridotto, per me sono sempre stati un toccasana, puoi giocare quando vuoi, con i tuoi tempi, non sei forzato a giocare sempre in modo prolungato come appunto i Fortnite della situazione.
Ci sono delle circostanze che ti spingono ad essere un hikikomori, e la probabilità si alza ancora di più se l'individuo è introverso. Se in età adolescenziale non si hanno amici negli anni a venire è difficile inserirsi in contesti sociali e il problema si cronicizza. Se non si riesce a legare all'università o al lavoro (sempre che il lavoro ce l'hai) l'isolamento persiste.
Io direi solo università, al lavoro ci sono dinamiche per cui è meglio lasciar perdere, comunque per questo è importante non abbattersi, la vita non sempre va come vogliamo, non riusciamo a trovare amici, cerchiamo attivita o hobby che ci riempiono la vita, non sarà uguale ma si può stare bene anche così.
La parte più bella di essere adulti è poter scegliere di stare in posti che ci piacciono e per conseguenza meravigliosa si può chiacchierare con persone che sono lì perché gli piace la nostra stessa cosa . Ballo, cinema, teatro, concerti, i pre gara formula 1, moto, calcio etc etc. In bocca al lupo. Inizia dalle cose che ami, per te e se capita saprai già di che argomento parlare
Video bellissimo come sempre Capisco benissimo queste dipendenze, in quanto temo di essere affetto anch'io, 24 anni. Mi piacerebbe trovare modi per uscirne, anche se logicamente non so bene come (ho cominciato quando, tra università e covid mi sono trovato a vivere molto tempo da solo, e per quanto cerchi di fare attività che non siano quelle, non riesco a trovare altri modi per occupare il tempo (a questo si aggiunge la paura costante di star perdendo tempo, che amplifica il problema)) Non ci sono dei posti o delle attività in cui gente simile si può ritrovare? Magari due persone che hanno un certo problema, parlandone riescono a risolverlo entrambe. Se sì mi piacerebbe esserne parte
Come Hikikomori Italia abbiamo creato un gruppo online per ragazzi isolati tra i 18 e i 30 anni. Si incontrano due volte al mese in videochiamata, insieme a due nostre psicologhe. Se sei interessato scrivici a info@hikikomoriitalia.it
Entra nella proloco del tuo comune...inizia facendo quello che frigge le patate, ritroverai la gioia di vivere, a volte basta solo il coraggio del,primo,passo.
Uscite ragazzi la vita è breve. Non rimanete in casa riempitevi la bita di interessibe impegni..volontariato ecc. Siete il futuro e tutto questo spaventa. Liberatevi da gabbie mentali, fate sport, ballo, incontratevi, organizzate incontri, ritrovi, quel che volete ma uscite e apritevi, non sprecate la vita! Vivete ora!
Molto riduttivo studiare solo la Gen Z, io ho 32 anni (Millennials), ed è dal 2023 (circa inizio dicembre) che non esco di casa. Per quanto riguarda i contatti sociali invece sono circa 5-6 mesi che non ne ho, e a casa ho un rapporto molto conflittuale con i genitori, se rivolgo loro la parola è solo per dirgli che è colpa loro, che non hanno palle ed è colpa loro se oggi sono ridotto così. Ho fatto anche più di un anno di psicoterapia, risultati zero, sembra che non sia io ad essere sbagliato ma il mondo che mi circonda.
No dai non dire così ai tuoi genitori, sembra che se non ci fossero saresti sotto un ponte, forse dovresti prenderti la responsabilità di tutto ciò che ti riguarda
@@danielemaghini1527 diciamo che sarebbe molto lungo da spiegare.. posso solo dirti che si, in parte è anche colpa mia, ma anche i miei non mi hanno aiutato in certi aspetti della mia vita (involontariamente certo, non è che mi odiano o vogliono il mio male), però un pò per me, un pò per loro, un pò per le persone del cavolo che ho incontrato nella vita, un pò per la sfiga, alla fine nei momenti in cui la mia vita era ad un bivio e poteva cambiare in meglio mi è sempre andata male fino ad ora.
Alla fine questa vita è la tua. I tuoi genitori, con i loro limiti e i loro difetti hanno fatto il possibile per aiutarti e hanno anche fatto i loro errori. Ma la vita è la tua. Devi esser tu a tenerci per primo. Quindi reagisci e datti da fare. A volte si può esser sfigati parecchio, ma bisogna trovare la forza per tirarsi su. Questa è la tua unica vita.non ne avrai altre. Non avrai mai piu 32 anni. Quindi vedi di viverli al meglio delle tue possibilità, perche non avrai altre occasioni.
Io non sono un hikikomori ma credo che ne sia a rischio di diventarlo. Ho 17 anni ed oltre alla scuola non esco mai di casa e non ho delle amicizie profonde, probabilmente anche perché in quanto autistico ed omosessuale aprirmi con gli altri è genuinamente difficile e stressante. Mi piacerebbe vivere in una società dove possa esprimere me stesso ma essendo in Italia anche parlare di omosessualità o neurodivergenze sarebbe un miracolo, per via di ciò ho cercato anche di aggregarmi a delle comunità online e mi sono interessato alla community furry (purtroppo giudicata eccessivamente male per via di stereotipi e luoghi comuni e disinformazione a go go). Sembra un altro mondo, le persone sono generalmente più socievoli e meno pesanti; il fandom mi ha pure dato incoraggiamento necessario per migliorare nel disegno (in quanto voglio studiare game design) e sarebbe tutto bello se non fosse che è solo che ciò che esiste solo su internet. La vita reale mi offre meno gioia di quella online, non che la vita reale mi faccia schifo o che mi provochi reazioni negative ma solo online mi sento veramente apprezzato senza dover pretendere di essere un'altra persona.
Ciao, ho 42 anni, dono autistico e asessuale, e ci sono passato anche io alla tua età, uscivo solo per scuola e suonare in banda, ho scoperto a 36 di essere autistico, ma gia a 22 ho incominciato a uscire da solo, sapendo che gli altri mi rifiutavano nonostante io mi fossi comportato sempre bene, e da allora è diventato molto naturale, vado al cinema, teatro, concerti ecc senza problemi, molti neurotipici non ci riescono, questo per dirti che anche se gli altri ti rifiutano non è che vali meno, essendo autistico funzioni in modo diverso, quindi ci saranno sempre difficoltà con i neurotipici, ma non chiuderti in casa, se no gliela dai vinta, fai quello che ti piace per conto tuo, fregatene se gli altri non ti vogliono.
Scusa ma a 17 anni sei ancora giovanissimo… sei sicuro di essere stato diagnosticato bene con autismo? Prova a andare da due specialisti almeno, e vedere se le diagnosi coincidono. Poi sulla sessualità, sei talmente piccolo e giovane che secondo me non dovresti bollarti come omosessuale. Hai una vita davanti per crescere anche nel tuo ruolo di uomo, quindi non ti chiudere dietro un’ etichetta. Potresti benissimo sviluppare ancora la tua identità di uomo e magari scoprirai che sei adatto e vorresti una moglie e figli. Poi a 17 anni senza patente e non lavorando e non potendo nemmeno entrare in molti locali in quanto minorenne e andando ancora a scuola non mi stupisco che tu non abbia grande vita sociale. Vedrai che crescerai!
@@FoundSheep-ANomosessualità è una variante e non una malattia, sull'autismo ti dico dato che lo sono, che scoprirlo a 17 anni è già piuttosto tardi, è già difficile intervenire a quell'età, l'ideale sarebbe scoprirlo alle elementari ma tanti come il sottoscritto l'hanno scoperto solo da adulti (36 diagnosi a 40) quindi se dice di essere entrambe le cose non lo metterei in dubbio, sull'autismo adesso ci sono molte più conoscenze rispetto a 30 anni fa, quando un autistico secondo i canoni errati per forza non parlava e aveva gravi deficit cognitivi.
Noto una cosa simile nel mio caso,ho giocato online su discord con altri ragazzi appassionati per un bel po causa covid,e per loro era normale giocare intere serate per mesi in chat vocale e non farsi vedere mai in faccia,cosa per me assurda.
E' stata più o meno la mia storia. Ho incominciato a isolarmi sui 15 anni, quando il piccolo gruppo che frequentavo usciva più spesso la sera, perchè ero estremamente ansioso e insicuro a livello sociale. L'isolamento è continuato all'università, in quanto alla triennale vivevo a casa dai miei e non ho legato con nessuno. Mi sono sforzato un pò per cambiare giunto alla specialistica, in quanto ero costretto a condividere l'appartamento con altri coetanei...ma alla fine vergognandomi di me stesso non sono mai riuscito a sviluppare relazioni autentiche con nessuno, solo di facciata. Ho faticato a concludere il percorso universitario anche per l'enorme ansia che l'aspetto sociale mi portava (esami orali, interazioni coi prof per la tesi, etc), ma alla fine ce l'ho fatta con quasi 2 anni di ritardo. Poi ho deciso di mettermi in gioco sul serio, forzandomi a partecipare a meetups con gente nuova e facendo internships/volontariato per progetti universitari di campo all'estero. E' stato difficile, spesso poco piacevole, ma sono anche riuscito a sviluppare un paio di amicizie più autentiche nel corso degli anni, che sono poi andate perse per colpa mia. Mi sono depresso pesantemente soprattutto per il fatto di non essere mai riuscito ad avere una relazione sentimentale (o anche solo sessuale) nella mia vita, solo cotte non corrisposte, quando tutto intorno a me fiorivano relazioni di continuo. L'unico modo in cui sono riuscito a trovare un pò di pace è arrendendomi. Ora all'alba dei 37 ho smesso di provarci. I rifiuti continui pesano troppo, così come lo stress emotivo a livello sociale. Cerco di vivere al meglio che posso in solitudine. Non sono depresso come ero un tempo, ma neanche felice. Mi preoccupa un pò il declino cognitivo precoce che una vita del genere sembri possa causare, ma sono stanco e stufo di mettermi in gioco solo per prendere pesci in faccia. Sono stufo della gente in generale.
@@Dominic-tq6dw purtroppo sono messo male pure lì, sia di lineamenti di viso che di fisico. Ma il problema principale restano le insicurezze e la mancanza assoluta di carisma a livello sociale
È solo vittimismo il tuo, fatti aiutare da uno psicoterapeuta, non c è niente di male a farsi aiutare se il fine è vivere meglio. Dal niente non nasce niente.
@@valk9519 allora senti un altro psicoterapeuta, poi domandati perché hai perso quelle amicizie che dicevi e perché sei stufo della gente in generale. Non puoi pensare che la gente sia tutta uguale, circondati di persone sincere e simpatiche, anche poche e porta avanti le tue passioni. L autocommiserazione non porta a niente se non ad altra negatività.
Ciao Marco,ci vorrebbero pagine e pagine per ringraziare del lavoro che fai,per istruire e aiutare i genitori e le persone in difficoltà,da ragazzo che ha vissuto la fase Hikikomori dagli 11 ai 14 anni e che attualmente sta scrivendo un libro dove parlo delle mie esperienze,bisogna sensibilizzare ancora di più sul tema,i numeri sono in aumento e questo è preoccupante.
@bigchungus4431 Sono assolutamente d'accordo, che ci piaccia o meno la questione hikikomori è palesemente legata a quella incel. Possiamo farci raccontare quanto gli incel siano persone che si pestino i piedi da sole, che si autodemoliscano ecc, come purtroppo alcuni personaggi incompetenti continuano a sostenere sui social ma non è assolutamente così. Aumentano gli incel e di pari passo gli hikikomori. Sarà un caso il fatto che il fenomeno Hikikomori nasca in Giappone, paese con una natalità ormai pressoché nulla e dinamiche sentimentali/relazionali prossime allo zero (tanto da produrre simil cyborg che possano rimpiazzare le donne)? No. In Italia è in aumento mi dite? Ma pensa un po'... Un altro paese dove la natalità è a picco e negli ultimi 6-7 anni le relazioni tra uomini e donne stanno implodendo. Chiaramente i disagi che possano portare un ragazzo a vivere da hikikomori possono essere differenti ma il botto enorme che sta facendo questo triste fenomeno è legato prevalentemente al peggioramento delle relazioni tra i sessi. Non sono un incel e della redpill riconosco solo alcuni concetti però che la follia selettiva femminile di questi ultimi anni stia costringendo tantissimi ragazzi a non vivere una vita di relazioni amorose naturali e normali è un dato di fatto. I ragazzi hanno storicamente sempre preso dei pali e affrontato delusioni, ma oggi questo atteggiamento femminile escludente in base a canoni precisi e rigidi sta impedendo a troppi ragazzi di vivere una dinamica naturale, e non in base a "scusa non mi piaci" ma in base a una check list precisa che porta almeno l'80% dei ragazzi a beccarsi un "tu non puoi". Togliere a un adolescente la possibilità di relazionarsi con le ragazze è come togliergli la possibilità di vivere le amicizie, devastante. Si va a generare un vortice di insicurezze e inadeguatezze ingestibile che non rallenta mai, il successivo accartocciamento su se stessi, l'evitamento delle interazioni sociali e l'atteggiamento difensivo del chiudersi nel proprio angolo sicuro sono purtroppo conseguenze distruttive, ma anche prevedibili e ovvie per certi versi... L'educazione sentimentale è una vera urgenza a livello scolastico, servirà veramente a tutti, ragazzi e ragazze.
@@giyucane_tomiokamadonnaL’educazione sentimentale scolastica risolverebbe poco e nulla. Ci sono “imposizioni” biologiche e culturali che la semplice istruzione NON può abbattere. Chissà come staremo messi tra 50 anni.
la scuola , almeno in italia , è formata su base ottocentesca : è più orientata verso il dare lavoro ai professori che tutelare gli studenti .. aggiungici poi bullismo ( sia verticale che orizzontale ) , microcriminalità quasi mai contrastata per le più varie ragioni , dal buonismo estremo al fatto che i perpetratori hanno famiglie ricche ed influenti capaci di affossare l'istituto , al fatto che se espelli gente perdi alunni e quindi soldi , i compiti talmente tanti assieme allo studio che il tempo libero lo paghi con insufficienze e alla lunga bocciature , il fatto che deve formare lavoratori ubbidienti e sottomessi , non pensatori e\o studiosi .. questi e tanti altri motivi , tra cui tengo a ricordare regole assurde ed illogiche e docenti arteriosclerotici che le difendono a qualunque costo ; fun fact : ho 28 anni e la terza media , ma di fatto , amando studiare per conto mio ho la cultura di un professore universitario e anche di più , e parecchie cose che ho studiato a scuola ( alberghiera ) riesco a visualizzarle solo adesso che sto per conto mio ( difatti cucino come uno chef ) dato che lo stress dell'ambiente si è dissolto del tutto a distanza di anni .. ancora più divertente il fatto che , quando ero ancora uno studente " ufficiale " praticavo uno sport più gli scout , ed ho dovuto lasciare tutto sennò sarei stato bocciato ( parole della professoressa che mi metteva i voti ) ; l'ho fatto , e poi sono comunque passato in terza media con 6,5 ( ai loro occhi ero uno scarto ) . e avrei un casino di altre cose da raccontare , ma poi potrei danneggiare l'immagine di qualcuno , e non voglio problemi .. in conclusione : datemi del classista se volete , ma lo studio base dovrebbe essere fino alle medie , le superiori un'optional per chi può permetterselo ( per denaro o meriti intellettuali ) , se si vuole imparare una professione , ci sono i corsi appositi \ gavetta , che insegnano più di un tizio in un'aula ( sul professionale , ovvio ) il sistema è marcio , quindi è normale che la gente " sana " tagli la corda , se tutti hanno l'influenza ed io no , perché dovrei farmi contagiare ? è illogico
@@danielemaghini1527 sì ; è il mio massimo titolo di studio , e della sintassi mi importa poco , mica devo impressionare una platea di cravattoni .. mi riferisco alle conoscenze , so un pò di tutto e parecchie cose dannatamente bene , tra cui una perfetta conoscenza ( a parte alcuni termini , ma per quello c'è sempre il dizionario ) dell'inglese , in parte a scuola ( terza media ) e per il resto da autodidatta tramite osmosi musicale ; dell'indorare i discorsi mi importa poco , preferisco la sostanza , all'opposto del mondo accademico : è oramai un'ammasso di gente che segue principi illogici , come la proprietà intellettuale che blocca l'uso di idee utili , l'appropriazione culturale che impedisce l'autodeterminazione e soprattutto l'ossequiosa ed imbarazzante obbedienza alle lobby che frena il progresso e la conoscenza .. finché faranno così non otterranno nulla , staranno nella caverna mentre gente come me ammirerà lo splendore del sole
Ciao Marco, (sono un canale di sensibilizzazione sull'omosessualità maschile, ma sul mio profilo faccio solo e soltanto capire alle persone che essere gay significa solo essere attratti dal proprio sesso. Null'altro. Ma proprio nulla, perché per il resto siamo uomini al 100%). Vorrei approfittare del video per chiederti in quale modo sono collegate il fenomeno hikikomori e l'omosessualità maschile. Io sono hikikomori, però non in maniera disastrosa (nel senso che se devo uscire a fare la spesa esco, ma quando devo inreragire con gli altri non ne voglio sapere nulla). Non nego che per l'80% circa, con la mia situazione di hikikomori, c'entra la mia omosessualità. Proprio non ci riesco a rapportarmi con gli altri. Ho paura di essere lasicato fuori, o meglio, di essere trattato diversamente se dicessi di essere gay, rispetto a come mi tratterebbero normalmente credendomi etero. Non penso riuscirò mai a sbloccarmi. Sai dirmi quanto sono collegate le due cose? Ci sono stati degli studi? Quanti hikikomori lo fanno perché sono gay?
Ciao, sì può capitare che l'isolamento sia determinato dal proprio orientamento sessuale o dalla disforia di genere, ma solitamente, se si riesce a elaborare, individualmente e socialmente (famiglia) questo aspetto, poi il problema dell'isolamento tende a risolversi di conseguenza poiché non c'è necessariamente un deficit nelle competenze socioemotive
Ciao, Trovo questi video interessanti ed istruttivi! Ho una curiosità, se possibile mi piacerebbe una risposta… Ma è possibile identificare in modo precoce un bambino che, in futuro, potrebbe isolarsi? Nel senso che può succedere anche a ragazzi che fin da bambini sono stati super estroversi e pieni di amici, o tendenzialmente si tratta di persone che son da piccole manifestavano disagio a relazionarsi con gli altri?
Ultimamente stavo giocando a final fantasy ix in giapponese e mi imbatto in questa questa frase qui : " ジタン 考えてもみろよ。。。。 今まで一度だって、自分と同じような、 それでいてまともに話せるような仲間にビビは、 会ったことがないんだぞ? ダガー でももし。。。。そんな仲間にひどいことを言われらたり、いじめられたりしたら? ジタン そんなことを気にして仲間をつくる奴があるか? そんなことを気にしてる奴を仲間と呼べるか? ジタン それに、もしかしたら あいつも見つけられるかもしれない ダガー 見つける? 何を? ジタン いつか帰るところだよ" Per farla a breve è un scambio di battute tra Gidan e Daga avvenuto durante la loro visita al villaggio dei maghi neri. Cerco di parafrasare il contenuto del dialogo in giapponese. All' inizio Gidan fa notare a Daga che Vivi non ha mai avuto modo di parlare direttamente con i propri simili. Di fronte a questa considerazione Daga gli fa notare per colpa dei maghi neri Vivi è stato tormentato e insultato pesantemente ed è proprio per questo motivo dovrebbe odiarli. Gidan confuta questa visione facendole capire quanto sia importante per Vivi ritrovarsi a parlare con gli propri simili con i quali può stabilire delle relazioni profonde dato che non ha mai avuto modo di farlo . In quel luogo potrà per prima volta avere una propria compagnia. Di questo dialogo C'è soprattutto questa battuta qui a cui mi diede molto da pensare: もしかしたら あいつもみつけられるかもしれない[.] いつか帰るところだよ。Forse anche lui potrebbe aver trovato un posto a cui ritornare un giorno. Ognuno di noi ha la propensione naturale a stabilire dei rapporti profondi con gli spiriti affini con i quali possiamo instaurare un legame duraturo. Quando costruiamo tali legami sentiamo di aver creato una communita di spiriti affini . Nonostante non ci si veda spesso possiamo pur sempre contare sul loro aiuto nel momento nel bisogno. Ci aiutano proprio perché si aspettano che anche noi li aiuteremo nel momento del bisogno. Una rete di supporto a cui possiamo sempre fare ricorso. Penso che per uscire dallo stato di isolamento di cui sto sperimentando in questo momento ho bisogno di ciò.
Da amante dei Final Fantasy penso non esiste miglior mentore di Auron, di Final Fantasy x, un guardiano saggio, solitario, cinico e realista ma anche altruista, indipendente, sarcastico e coraggioso, il suo messaggio e la sua personalità si può riassumere in: ragionate sempre con la vostra testa, fregatevene dell'opinione degli altri anche se vi sono tutti contro, perché è molto probabile se non certo che voi siete nel giusto, se non era per lui la gente si sarebbe bevuto le balle di Yevon e i suoi pontefici, maestri, all'infinito.
Purtroppo pur essendo un'ottima persona e discretamente intelligente, ho avuto tanta tanta sfortuna nella vita e ho lasciato vincere depressione ed isolamento.
Io ho sempre avuto una certa "pulsione all'isolamento", come la chiami tu, soprattutto a partir dai 12 anni, ma l'ho sempre combattuta strenuamente tanto che dopo i 16 anni sono riuscito a crearmi delle amicizie fidate. Dopo i 24 anni però questa pulsione è riemersa prepotentemente e ad oggi, ne ho 32, mi sono rimasti letteralmente due amici, di cui una vive lontano da me. Secondo te posse essere definito sulla via dell'hikkikomori?
Mi permetto di esporre un pensiero riguardo all'impulsività. Probabilmente il dato potrebbe essere stato male interpretato. L'impulsività, come anche le altre manifestazioni di una emotività instabile potrebbe trovare radici in un gap di maturità emotiva generata a sua volta dalla tipica difficoltà nell'adesione all'ambiente e difficoltà comunicative tipiche dei neurodivergenti. Chi pensa in un modo diverso gestisce lo stress e l'ansia in un modo diverso, oltre a processare e comunicare le informazioni in modo diverso. Ne deriva che per essi trovare un modo di aderire a contesti sociali capaci di favorire uno sviluppo emotivo efficaci è tutt'altro che scontato. In questo senso il dato dell'impulsività può trovare un senso anche se potrebbe essere stata confusa appunto una difficoltà comunicativa e di gestione emotiva a causa di un mancato sviluppo emotivo con l'essere una testa calda per banale bisogno di attenzione (anche quest'ultima non si esclude con quanto proposto in realtà, potrebbero essere vere entrambe le cose contemporaneamente)
Sarebbe bello creare gruppi appositi e fare degli incontri per chi abita la stessa città o organizzare dei viaggi insieme. Credo che ormai dovrebbe essere più fattibile. Gli introversi ed i neurotipici non dovrebbero giustificarsi di nulla e così via. Anche gli Hikikomori italiani. Gli invalidi . Sarebbe stupendo 😍
Io ero uno studente invisibile e adesso sono un lavoratore-hikkikomori-incel. La mia vita si divide tra la casa-prigione e il lavoro. Non bevo, non fumo, non rido, non scopo
Sono stata bocciata nel primo anno di infermieristica. E come fuori Corso non ero obbligata a tornare a lezione obbligatoriamente. E sono rimasta parecchio tempo a casa per studiare. Ed è stato devastante. Ho iniziato a studiare in biblioteca. Poi però ho scoperto ironicamente di essere un po' un autistica...quindi è un po' strano il decidere se mi fa bene sempre stare con gli altri. Mi stanco facilmente a stare sempre con gli altri, mi sento un po' persa ma anche da sola mi sento male, ma allo stesso tempo uso il tempo da sola per rigenerarmi dal tempo passato fuori. In particolare la città mi sembra un stimolazione eccessiva. Mi ricordo che dopo scuola avevo bisogno di una camera buia e silenziosa per rilassarmi e rigenerarmi, musica rilassante..ecc. Ma stare isolata non mi permette di imparare a come adattarmi a certe situazioni sociali.. imparare il masking per non sentirmi strana ahaha quindi mi sento un mix di cose. Preferisco posti più tranquilli se devo uscire, parchi, laghi.. poi amicizie tranquille e attività un po' noiose.. quindi mi piace uscire ma non mi piacciono tutti i posti e non con tutti. Ad esempio mi piace fare un giro a Milano ma solo in certi posti..non mi piacciono invece luoghi troppo stretti e pieno di persone. Non me la cavo nei gruppi di whatsapp. La cosa più difficile é il masking in certe situazioni, alcune situazioni mi fanno dimenticare come interagire, ho imparato a guardare le persone negli occhi anche se a forza di guardarli troppo negli occhi credo dia fastidio, quindi devo capire un po' il Giusto equilibrio 😂.. per quello preferisco un po' isolarmi ma quando esco so come cavarmela ormai, ho imparato certe cose e potrebbero non esserci sospetti. Ps. Non credo di essere hikikomori, forse a rischio..visto che quando non me la cavo in certe situazioni entrò in uno stato di paralisi. O anche perché non trovo facile piacere a tutti e devo elaborare dei ruoli per cavarmela. Forse anche l'eccesso di stimoli. Ma anche la gente maleducata o la gente che capisce che sono un po' strana ed effettivamente mi fanno sentire strana, certa gente in particolare non molto gentile che cerca di farti sentire a disagio..quindi è un lavoraccio al lavoro soprattutto
Il punto è che NON devi piacere a tutti. Non li accontenteremo mai credimi. Ammiro il tuo impegno nel migliorarti. NON devono piacerti tutti i posti. Finché stai bene e non fai male a nessuno è tutto ok . Chi ti critica dice molto di sè NON DI TE . Continua a non frequentare gente con atteggiamenti tossici, e starai meglio possibile. Potresti anche essere PAS (persona altamente sensibile) o un mix tra estroversa ed introversa ( ha un nome specifico ma non me lo ricordo) . Lascia che siano loro da soli a sprecare le loro e energie con presunte cose. Non sei un vestito che deve calzare a persone irrispettose, in modo perfetto. Anche io preferisco gruppi piccoli perché poi finisce che non ti godi tutte le persone che ci sono. Anche io sono la strana . Ormai ho deciso di divertirmi a vedere le loro espressioni, che credono di sapere come sono tutte le persone nel mondo. Buona vita
Io sono rimasta isolata 1. per la povertà (non ho soldi e per stare con gli altri, purtroppo, oggi servono i soldi..) 2. Tutto è peggiorato con la p@ndem. con la reclusione forzata Ma soprattutto perché sono povera.
Se non hai un lavoro iscriviti all’università, con un isee basso paghi intorno ai 100 euro/anno; gli studenti sono quasi tutti poveri (perché lavoratori part time o perché foraggiati quanto basta per affitto, cibo e poco altro dai genitori); frequenta aule studio e biblioteche, riscaldamento d’inverno, a/c d’estate, gli studenti ci vanno per studiare e socializzare; otterrai inoltre benifici dai vari enti istituzionali per il diritto allo studio ( in base alla tua regione vitto/alloggio gratis o quasi); nel frattempo trova un lavoro part time se non lo hai, se abiti al sud trasferisciti al nord (in piemonte ad esempio otterresti tramite edisu, in base all’isee, un posto letto in residenza e pasti da 2,5€, oltre a lavoro praticamente assicurato nella ristorazione)
@@danielemaghini1527 ciao Daniele, ti ringrazio per la risposta così articolata :) a saperle prima queste cose... purtroppo, al momento, sono "incastrata" in una situazione particolare... non sto a scrivere la mia vita privata sul web. Grazie al cielo ho il necessario assicurato per sopravvivere (a casa!!) Ma per uscire a bere qualcosa, pizzeria, cinema, palestra, uno spettaccolo ecc.. insomma le fare le cose che si fanno tra amici, cose per socializzare, non ho i soldi. Ho spesso declinato inviti di amici per questo motivo...e piano piano, "giustamente" hanno smesso di chiamarmi.. e mi sono rintanata in casa. Poi con la p@ndem, colpo di grazia... solitudine e dopo prezzi alle stelle. So per certo che molti sono nella mia stessa situazione, ma non ne parliamo apertamente perché c'è molto imbarazzo.. che che se ne dica, la povertà è brutta.
io ho avuto e ho ancora lunghi periodi in cui mi isolo e non mi va di uscire, di andare a scuola, di studiare, di uscire in generale anche da camera mia (tranne per andare in bagno o per mangiare). ora sono 3 mesi che non vado in palestra, ed è cominciato tutto perché era uno di quei momenti in cui non riuscivo a fare nulla, poi è arruvato il senso di colpa, e quando ci andavo stavo peggio di quando non ci andavo, quindi ho semplicemente smesso vedendo come gli alyri miei compagni andassero avanti (peatico judo), e ora non riesco a riprendere. poi l'anno scorso ho avuto un periodo di parecchi mesi, quasi tutto il secondo quadrimestre scolastico in cui facevo 3 giorni di assensa a settimana, o se andago me ne andavo sempre via prima, avevo persino paura di essere bicciato, pee fortuna non è stato così. non penso che mi possa definire hikikomori, ma ho quella tendenza lì, e a volte ho paura di non riuscire a fare nulla nella vita per questi proboemi di autoisolamento e distanziamento sociale, anxge se molto spesso cerco di non pensarci e penso che sia normale per non sentirmi ancora più in colpa
Ciao, da quello che dici penso che ti farebbe bene avviare un dialogo con uno psicologo; ti potrebbe aiutare a capire da cosa derivino questa tua tendenza ad isolarsi e questi momenti in cui non riesci a far nulla e potrebbe fornirti delle strategie per attenuarli o addirittura risolverli. Però non aspettare ad affrontare questa cosa, perché più aspetti più la risoluzione sarà faticosa e lunga. Non ti vergognare a chiedere aiuto e sostegno agli adulti che hai intorno; se non puoi/vuoi farlo in casa allora nell' ambito scolastico parlane col tuo coordinatore di classe o almeno con un professore di cui ti fidi, loro possono darti una mano. Oppure se nella tua scuola è attivo il CIC prendi appuntamento con loro, non si tratta in questo caso di una terapia psicologica, ma è comunque un primo step in cui esporre il disagio che provi a un professionista il quale può indirizzarti su come proseguire in altra sede con un terapeuta. Insomma, che sia in famiglia o a scuola cerca di fare questo primo passo. E non sentirti in colpa per questi tuoi periodi, non c'è niente di cui sentirsi in colpa, cerca solo di avviare questo percorso perché potrebbe aiutarti a stare meglio. Il primo passo può far paura, a volte si teme di essere giudicati o ridicolizzati, ma se la persona di fronte a te non è uno stupido o un fetente e ne ha la possibilità, stai tranquillo che ti aiuterà. Ti auguro di stare meglio. Ciao.
La solitudine, in particolare la solitudine maschile, è uno dei mali del ventunesimo secolo. Tra perdita di senso ed alienazione, stiamo costruendo un mondo che affonda le sue radici nella sofferenza e nella patologia. In teoria essere "woke" dovrebbe significare anche parlare di questi temi, mettere in luce questi fenomeni, di cui si parla pochissimo, analizzarli, comprenderli, cercare di evitare la catastrofe sociale. Ma in certi ambienti ancora non è emersa una parola che non sia sterile giudizio, biasimo, meschina derisione dell'altrui dolore.
È possibile che ci sia qualche correlazione tra il periodo COVID caratterizzato da un forte isolamento sociale con l'aumentare dei casi di hikikomori secondo voi? Oppure la condizione è più legata allo sviluppo del singolo individuo a livello strettamente psicologico?
L'ultima volta che sono uscito al sabato sera era il 2015... sto sempre da solo. Esco solo per il lavoro. Siamo in molti in queste condizioni di solitudine. È difficile cambiare
Se hai un lavoro e pratichi sport individualmente non sei un hikikomori, se un uomo dannatamente fortunato. Forse troppo fortunato per essere vero. E infatti la sfortuna è che non lo sai... ma se lo sai! Quando ho iniziato a praticare questo regime mi sono trasformato in uno studente universitario quasi serio nel giro di un amen. Il guaio è stata l'attesa per trovare lavoro, e ovviamente il mancato guadagno (iniziando tardi). Se sono un hikikomori o meno scopritelo voi, a questo punto mi basta espatriare per vendermi al miglior offerente e ho fatto tombola. D'altra parte siamo nell'era dell'homo economicus e la legge della domanda e dell'offerta pervade ogni aspetto della vita privata e pubblica, una nuova religione di stato (mondiale)... e allora così sia!
Io sono donna e sono chiusa in casa da anni (eccetto uscite sporadiche per studi). Non sono incel. Può essere un fenomeno collegato, ma non è per tutti così.
Video molto interessante. Vorrei fare una domanda, che potrebbe risultare prolissa e forse superflua. Ho sempre pensato di essere a rischio di sviluppare tendenze hikkikomori, o meglio, ho tendenze hikkikomori e ho paura di arrivare in futuro a questa condizione di disagio psicologico. In primo luogo, sono una persona iperrazionale. Non lo dico come vanteria o aspirazione (tendenza che purtroppo vedo abbastanza diffusa nelle persone con questa inclinazione), ma proprio come dato di fatto. Vedendo come i miei coetanei (16 anni) reagiscono ai probolemi come il mio approccio sia in alcune situazioni perfino eccessivamente pragmatico, in alcuni casi fatico a comprendere addirittura l'apprensione piscologica dell'altro. In secondo luogo, la mia razionalità mi porta a provare indifferenza e disgusto per tutta quella serie di comportamenti sociali "tradizionali" o "stereotipici" (sono anche straight edge, quindi non usao alcol o sigarette o altro come mezzo sociale per "essere più disinvolto"). Provo disinteresse diciamo, non solo però nelle situazioni, ma addirittura nel rapporto con l'altro. Questo è un grande limite sia per quanto riguarda il rapprto con gli altri (non riesco a portare avanti un discorso nel quale ho poco da dire, o basato su sensazioni/sentimenti/esperienze personali), ma anche oer quanto riguarda il rapporto con me stesso, visto che il mio rifiuto dell'altro mi porta a trincerarmi nella mia testa. In un certo senso io sono un po' hikkikomori, sono già chiuso nella mia mente. (chiaramente non oserei mai mettere a paragone il mio disagio con il disagio provato da un vero hikkikomori, in confronto io me la passo di lusso, questo è solo un paragone indicativo). Non so se il disinteresse per gli altria sia causato dal fatto che non trovi interessante i loro discorsi, ho paura però che sia qualcosa di più profondo, una sorta di antisocialitá quasi organica, innata. In terzo lugo, ho forte ansia. Tuttavia secondo me (per quanto possano essere affidabili le autoanalisi psicologiche, e cioè molto poco) non è corretto definirla ansia sociale, in quanto non è legata al mancato rispetto di norme sociali e all'ansia da prestazione in sé, ma al non raggiungimento di obiettivi che mi sono preposto. Ho un'indole ossesivo compulsiva, nel senso che sono soggetto spesso a pensieri intrusivi del tipo che "obbligano" a compiere una certa azione apparentemente e sostanzialmente immotivata sa necessità oggettive. Diciamo che scrivo questo per capire se qualcun'altro abbia tendenze simili alle mie, se le avuto e come ne è uscito / cosa mi devo aspettare (anche se in realtà so più o meno cosa mi devo aspettare, ho poca fiducia nel fatto che in futuro possa essere meno "antisociale" -che poi è un termine improprio che dovrei usare con più attenzione-. In ultimo luogo, vorrei fare una domanda: se io non trovo interessante la relazione con l'altro, e non soffro per questo, e semplicemente vivo in società ignorando per quanto possibile gli altri e andando per la mia strada, e sono perlato mosso da valori che potremmo definire "etici", (vedo l'etica non come prodotta dall'amore per l'altro ma dalla giustizia intesa cone complesso logico basato sulla reciprocità del beneficio, e dal non egoismo razionale), sono veramente a rischio di diventare hikkikomori? Potrebbe sembrare una domanda stupida, ma da quello che mi pare di aver capito seguendo Marco un hikkikomori è qualcuno che soffre in società, che ha ansia sociale e si sente pressato a sottostare a determinati meccanismi, e soffre per questo, e dunque si isola per proteggersi dal disagio sociale. Nel mio caso, viste le inclinazioni e la mia ansia legata al non risucire a fare quello che mi prefiggo, sono realmente a rischio specifico di subire disagio da un ipotetico isolamento? Perché viste le premesse non credo, eppure temo, percependo l'estrema sofferenza di un hikkikomori, di poter essere soggetto a questo disagio.
@@MarcoCrepaldiIo sono stato per anni un quasi hikikomori. Verso i 20 anni vedevo i miei amici allontanarsi. Alcuni si fidanzavano altri andavano via dal paese. Io purtroppo non avevo giá da prima una grande vita sociale unita anche a una tendenza alla introversione. Durante l'università ho avuto modo di conoscere nuove persone e frequentarle fuori dall'Università saltuariamente. Ma spesso passavo i miei sabati (soprattutto d'inverno) a casa. Amici del liceo scomparsi e in 5 anni abbiamo fatto una sola uscita. Un anno prima della pandemia mi trasferisco in una città per lavoro, durante la settimana le uscite erano per andare in palestra con il coinquilino e nei venerdì con 2 o 3 amici dell'università. Passa la pandemia e mi ritrovo dinuovo dai miei in smart working perenne che non so con chi uscire. Inizialmente avevo un po timore a ritrovare gli amici del paese e rivederli cosi cambiati. Ora mi ritrovo a 30 anni esco con 3 o 4 persone del mio paesello, vado in palestra, cerco di non essere mai piú fermo in casa. Ma spesso non ho voglia di fare nulla. Spesso penso ai sabati sprecati, alle feste saltate, alle bevute non fatte, mi chiedo come sarebbe ora la mia vita se non avessi sprecato alcuni dei miei anni migliori. So di non essere ne bello ne fotogenico, ma almeno una ragazza una volta in 10 anni la rimediavo.
@@TheLastInquisitor Mi sa che ci assomigliamo molto. Avremmo molto da dire, e magari ci farebbe anche piacere dilungarci nel trattare questo (o altri argomenti), ma oltre quello non ci piace interagire. Insomma: niente più dello stretto necessario.
Magari starei attento all'uso del termine "disagio sociale". Sembra una autocolpevolizzazione. Secondo me si può parlare di disagio se non riesci a soddisfare i tuoi bisogni, e i tuoi bisogni li devi stabilire tu in base a cosa si può fare in un dato contesto. Ad esempio oggi avere una bella famiglia non è più un desiderio consentito, visto che chi ci prova ha mooolte possibilità di finire a gambe all'aria e quindi mooolto peggio di prima! Non hai un disagio, semplicemente ti trovi su un terreno impraticabile. Rendersene conto, secondo me, è segno di grande intelligenza e non di disagio.
No lui ha fatto qualche altro video sull'argomento, ma se ti interessa c'è un libro molto interessante di Francesca Padrevecchi! Spiega molto bene il fenomeno!
Le persone asociali al 100% purtroppo esisteranno sempre in ogni epoca storica. A tutti gli altri dico: ricordate sempre che gli amici si contano sulle dita di una mano, il resto sono conoscenti. Capito questo si comprende come funziona il mondo e si vive piu' sereni
Si possono fare nuove amicizie a qualsiasi eta', che magari vanno a sostituire quelle vecchie se si sono perdute. Ho letto una notizia che diceva che il 40% degli over 75 viveva in solitudine, il problema e' se succede nei 74 anni precedenti
@@guadagnaredacasa3829molte ricerche dicono che dai 25 è difficile fare nuove amicizie, anche per i superestroversi, è un dato di fatto, quindi se uno non riesce a farle non deve struggersi, questo non vuol dire che ti devi rinchiudere in casa, basta trovare attività, hobby che ti riempiono la vita, io spesso esco solo, da quando ho 22 anni, e mi diverto anche di più di quando sono in compagnia, poi è soggettiva la cosa, il problema qui nel video è la reclusione e il ritiro sociale, uno può essere asociale e non avere amici, ma non essere un ritirato, sono due cose diverse, se già lavori o esci di casa anche solo per passeggiare non sei hikikomori.
È tutto dato dalla bruttezza,non esistono hikikomori belli. Ti chiudi in casa perche non sei bello quindi non hai la ragazza e ti sebti diverso da tutti.
@@massimodueuro3392 nel mio caso .. è una salvezza.. solo mi sento più felice , concentrato .. non sono portato per la socialità… la lascio volentieri agli altri ..
@@aquilottoaquilotto8735 Puoi non essere portato ma dato che non sei un alieno o un puma avrai anche tu il bisogno di condividere l'esperienza della vita con altre persone. Poi mi puoi dire che nella tua situazione particolare sei circondato da persone che ti fanno solo del male quindi la solitudine è addirittura preferibile e posso essere d'accordo ma il bisogno rimane
@@massimodueuro3392 no, nessun bisogno di condividere con gli altri .. una volta che ho raggiunto i miei obiettivi mi sento a posto con me stesso , non mi occorrono gli altri .. ho giusto 4/5 amici e qualche buon conoscente .. ma si sono fatti avanti loro , non sono andati io a cercarli ..
Volete combattere l'asocialità, cosa impossibile fortunatamente, ma dite hikikomori perché se diceste asociali vi riderebbero in faccia! Dato che si puo studiare e lavorare da casa.
Essere asociale e Hikikomori non è la stessa cosa, uno può essere asociale ma uscire piu spesso di casa e avere piu Hobby "esterni" di un superestroverso.
@@donvalve2257 invece sì perché c'è un altro video ( non suo ) in cui il "recluso" viene portato via di forza dalla polizia perché esce tutti i giorni per fare le commissioni, ma non parla con nessuno.
@@alisiaaaaa2754per hikikomori si intende un autorecluso, quindi colui che volontariamente non esce più di casa, poi non so di chi sia il video, ma non mi risulta che si può obbligare uno a socializzare se non vuole, poi il tizio in questione sarà stato portato via per altro, magari creava problemi non so,oppure non era autosufficiente, ma nessuno viene portato via perché asociale, altrimenti mezzomondo andrebbe recluso secondo questa logica, probabilmente o è un falso, oppure non dice tutti i fatti nel video, una cosa simile è successo a un mio concittadino, ma è stato portato via perché ha cominciato ad aggredire la gente, finché era asociale e tranquillo (col cervello fuso da lsd) era solo seguito da un assistente, ma poteva muoversi liberamente.
Meglio diventare un ricco mori. Quando sei sufficientemente ricco vai a Sintra a vedere il castello dei Mori. A quel punto sei un Ricco Mori che è meglio di un chicco Mori.
"È il nostro mondo che mi ha causato così tanto dolore! Un mondo falso,pieno di contraddizioni! È stato questo mondo infernale a ridurmi così!". (Obito Uchiha)
A scuola andavo male a causa della timidezza. Ai professori non fregava un cazzo e, per loro, bastava urlare alla cazzum verso chi non faceva i compiti, non studiava ecc. Grazie al piffero che, trattando male un ragazzo "debole", si isoli. Andando ai corsi di recupero, appunto, riuscivo a recuperare tutto. Con poche persone in classe, mi concentravo molto meglio
Potevi anche reagire e picchiare i professori o ucciderli, la scelta è stata tua
ormai a 26 anni che faccio quest'anno mi sento veramente solo, non per scelta ma perché sono stato "forzato" da persone che mi hanno trattato sempre di merda, ero sempre un bambino sorridente ma gli altri probabilmente pensavano che fossi fortunato pieno di soldi o chissà che cosa, alla fine ero semplicemente io perché mi autoalimentavo questà " felicità". adesso le giornate sono sempre uguali a casa e passano con una velocità impressionante, mentre gli altri si fidanzano, si sposano e hanno un lavoro appagante, ci ho fatto il callo ecco
Capisco come ti senti. Se vuoi però approfondire la condizione moderna ti consiglio questi autori: Nietzsche, Heidegger, Evola, Guenon, Junger, Dugin, Mishima.
E anche assolutamente Dostoevskij. Se devi passare le giornate in casa, tantovale studiare e leggere oltre che navigare su internet.
@@HerzogHyperboreisch ti ringrazio, sono all'università ma fuori corso, visto che ho avuto "problemi" di vario genere ma oltre quello orami sento che mi manca un pezzo della mia vita che non colmerò mai
Gli altri divorziano e sono insolventi, ma tu non lo sai. Semplicemente perché sui social sono tutti belli, sorridenti e in tiro... ovviamente.
La cosa tragica - che però, paradossalmente, assume così anche carattere consolatorio - è che non sei il solo così. È un'intera generazione di giovani uomini che si sente così, come puoi dedurre anche dal video. Capirlo, ai suoi tempi, mi fece riconciliare col mondo; e parte delle cause di questo fenomeno sono inquadrate da alcuni degli autori citati. Il primo fu Dostoevskij, che nelle Memorie dal Sottosuolo già aveva descritto un prototipo di quello che noi oggi chiamiamo doomer.
Tutti questi problemi psicologici sarebbero inesistenti se vivessimo in una società sana. La scuola è già di per sé un ambiente molto diseducativo.
Analizzate la radice del problema, non i rami.
la parola libertà della società moderna voluta dalla politica per il consumismo si traduce con la parola invivibilità.. Libertà=Invivibilità e mi capirete
seppur vissuto punter resterò punter anche da uomini soli più moderni.. da dentro un mondo semmai un po' visto come dal Taxi tipo nella prima scena di Taxi Driver con De Niro
La scuola fa cagare a dir poco per come è strutturata! I social secondo me sono proprio la rovina.
@@pipinoilbreve6829 si i social la rovina dell' ambiguità con la possibilità data in diretta di dissentire
Dipende dalle scuole, generalizzare è inutile
@@valfosco non in Italia sicuramente
Io sono quasi hikikomori, passo le giornate da solo in camera, esco soltanto per le cose necessarie. Non è così male la solitudine, io mi ci trovo bene. Non sopporto lo schifo che c'è fuori nel mondo
Il problema lo sentirai dopo... quando sarai forzato a stare a contatto con la gente nel mondo del lavoro.
cercherò di ridurre al massimo le interazioni comr faccio da sempre
Sicuramente avrai avuto le tue delusioni e i tuoi dolori per arrivare a una tale considerazione...questo mi dispiace molto. Tuttavia non possiamo trascurare la nostra sfera sociale, non possiamo fare finta che la socialità, la condivisione non siano bisogni primari dell'individuo. Sin dalla preistoria, vivamo in società. La nostra essenza, la nostra esistenza (sin dal momento della nascita) è basata sulla condivisione, sull'aiuto e sul supporto reciproco. Io sono una persona che ha un bisogno vitale dei propri spazi e del passare diverse ore al giorno da solo, ma questo non mi impedisce (e non deve impedirmi) di avere una cerchia sociale che mi faccia sentire appagato e realizzato in pieno. Sii resiliente, coltiva la speranza e prima o poi troverai persone valide con le quali condividere. Anche io sono molto selettivo ma allo stesso tempo mi sforzo di vedere il bello e i punti di forza in ogni persona che incontro. L'essere umano deve tenere a mente che a causa di diversi bias tende a focalizzarsi sugli aspetti negativi piuttosto che su quelli positivi e quindi tende spesso a vedere le cose peggiori rispetto al loro stato reale.
Conosco persone che erano come te, poi iscrivendosi in palestra o iniziando a correre ogni mattina e buttando nel cesso i videogiochi sono letteralmente rinati, trova una strategia per abbandonare questa confort zone che sta diventando la tua tomba... Non sprecare gli anni della tua vita così fidati... Ho 39 anni e mi rendo conto solo ora di quante giornate ho buttato nel cesso per averle spese male.... Ti abbraccio ti auguro il meglio 😜👍
@@giuseppemaggio5894leggendo il commento mi é venuto l’impulso di rispondere, ma tu hai espresso benissimo il concetto che avrei voluto veicolare. le connessioni con altri individui sono la cosa più bella che si può sperimentare su questo mondo, come qualsiasi cosa profondamente bella richiede sforzo e coraggio, coraggio significa provarci nonostante la paura che ci blocca, significa anche sbagliare e fare figuracce, ma é necessario per fare esperienza di emozioni che ci fanno comprendere perché viviamo.
Io ho sempre avuto problemi col mondo esterno. Preferivo stare a casa più di ogni altra cosa. Niente cinema, parco, ristorante... mi sforzavo giusto per uscire con le amiche e non sembrare una sfigata. Poi è arrivata l'università, il periodo peggiore. Speravo di trovare persone di un certo calibro, invece avevo le medie, ma peggio. Tutte le mie coetanee a saltare le lezioni, uscire insieme, prendere in giro i docenti e giusto cinque amiche mi sono trovata (tra cui un ragazzo, in senso amicale). Sarò onesta, uscire è proprio una tortura, non importa se caldo o freddo, ma il rumore e il comportamento della gente mi tolgono completamente la voglia di socializzare. Detto questo, non penso di essere hikikomori, visto che mi piace parlare con la mia famiglia ed evito di stare sempre in camera mia
La tua definizione e' asociale, perche' non comunichi volentieri con persone esterne al tuo ambito familiare originario
Non credo che ribellione sia la parola esatta per quanto riguarda l’isolamento degli hikikomori!
Lo fanno molto ma molto probabilmente per difesa!
Ho 19 anni, sono abbastanza introverso, ho sempre avuto difficoltà a creare una relazione sociale vera e propria e quei pochi amici che avevo li ho persi per svariate ragioni durante la mia adolescenza. A complicare ciò ha influito sicuramente l'isolamento durante il lockdown, ma anche prima del 2020 eccetto che a scuola e ogni tanto in palestra passavo la gran parte del tempo a casa ad impegnarmi nello studio e nei miei hobby da cui traevo soddisfazione e tanto piacere. Ho frequentato sempre con piacere la scuola sino al quinto anno, impegnandomi e, soprattutto a partire dalla pandemia, uscivo solo per andare a scuola (in classe ero un po' più legato ad un mio compagno anch'egli introverso e con qualche altra compagna, ma al di fuori della scuola non siamo mai usciti) e per necessità varie. Adesso sono iscritto all'università, ma ho frequentato poche volte perché non traggo tanta utilità dalle lezioni (che non sono obbligatorie), però mi sono reso conto di avere difficoltà (un po' anche prima del lockdown) a legarmi con persone nuove e soprattutto con interessi e passioni diverse dalle mie. Da un po' di tempo mi sento diverso dagli altri, a volte ho anche ipotizzato di essere autistico ad alto funzionamento ed effettivamente ho diverse caratteristiche molto simili alla sindrome di asperger, ma poi penso che probabilmente sono soltanto paranoie. Un Asperger lo è sin dalla nascita, ma dubito anche ciò poiché non ricordo bene i miei vissuti infantili in relazione con gli altri, come mi comportavo con i miei simili all'asilo e cose di questo genere, ma di una cosa ne sono certo. Quando ero piccolo, ai primi anni delle elementari, mia madre si preoccupava molto e non mi permetteva di uscire e nonostante ciò non avevo nessuno con cui davvero uscire. Spesso giocavo da solo oppure con mio fratello e mi divertivo molto ugualmente, oramai mi ero abituato a giocare da solo con le macchinine in cameretta e, a tratti, ero così ispirato da inventarmi storie, casi investigativi, insomma nonostante avessi pochi amici e non uscissi spesso (se così potevano chiamarsi) non mi sentivo mai solo. Il punto è che quei pochi amici con cui uscivo saltuariamente alle medie mi hanno fatto fuori dal loro gruppo senza alcuna spiegazione, mentre con un altro ci siamo persi nel passaggio dalle medie alle superiori anche perché non andavamo spesso d'accordo ed eravamo alla fine abbastanza diversi. Dal 2020 in poi è stato un disastro, perché nonostante avessi più tempo libero per me stesso ho perso il contatto sociale con i miei compagni se non attraverso le videolezioni. Nel 2021, poi, ho avuto qualche ricaduta psicologica durante il lockdown e il periodo della zona rossa e, solo l'anno seguente, sono ritornato a scuola per vivere quella che per me era la normalità. Ora mi chiederete perché abbia scritto tutto ciò. Perché probabilmente mi aiuta ad esprimere le mie emozioni e a raccontare vissuti che potranno essere molto simili a quelli di altre persone, anche coetanei. Spero che possa aiutarvi a sentirvi meno soli, meno "diversi" secondo questa società.
a rapporto ! 👍
ciao , sfondi un una porta scardinata : i miei coetanei , erano talmente infidi che definirli serpi è dire poco .. ad un certo punto li ho tagliati fuori ( assieme allo studio superiore e la cosa è connessa ) per dedicarmi allo studio individuale di tutto ciò che mi interessava , dalla fisica quantistica all'esoterismo , passando per prepping , crafting ed arti marziali , e sono rinato ..
pensa che l'ultima volta che ho giocato alla playstation con qualcuno ( e l'online non conta ) sono passati più di dieci anni ;
essere solitari non un male , a patto di saper convivere con sé stessi , perché è quella la vera sfida , che , una volta superata ti porta ad eccellere in qualunque campo tu voglia , ed io ne sono l'esempio vivente ..
sempre in gamba , e non permettere mai ad altri di giudicarti arbitrariamente , è quello il vero male
@@davideburgassi grazie mille!
Un Asperger lo è fin dalla nascita, ma tante volte le nostre difficoltà emergono prepotentemente dalle superiori in poi, quando i ritmi, le diversità e anche i valori si scontrano con quelli dei tipici in modo forte, quindi ci sta che da piccoli non sempre si riconoscano queste caratteristiche, anche perché spesso si è spronati a fare masking e adattarsi, ma da grandi diventa molto più difficile, e non è nemmeno giusto perché neghiamo noi stessi, io stesso l'ho scoperto solo a 36 quindi anche tu potresti esserlo, non credo siano paranoie, ma se vuoi approfondire ci sono vari canali anche su UA-cam tipo aspergeritalia e altri di professionisti tipo Moscone, David Vagni.
@@donvalve2257 grazie mille per la tua risposta, cercherò di informarmi al meglio e forse farò la diagnosi. Per me è dura parlarne anche con i miei, perché forse potrebbero dirmi che siano soltanto delle paranoie e che non sia vero eccetera. Magari cercherò di far vedere loro alcuni video in cui dei professionisti in tale ambito ne parlano.
Io personalmente non vivo completamente isolato solo perché ho il lavoro e i genitori (che non vivono con me e con i quali ho un buon rapporto). Per il resto, non ho alcun amico e ben poche conoscenze (quasi tutte ereditate dall'università). Molto sinceramente, non ho mai avuto molto da dire agli altri.
I commenti mi fanno sentire meno solo, che bella sensazione. Sono disoccupato ma in Naspi, ho un bel po' di soldi da parte ma non mi va quasi mai di uscire con i miei amici, esco di più con i miei genitori per fare la spesa e commissioni varie, o se esco comunque preferisco fare le mie cose da solo. Ciò che mi fa più rabbia è il fatto che sto faticando a trovare un nuovo lavoro dopo aver passato anni della mia vita concentrato sullo studio per laurearmi, ero uno che non aveva voglia di uscire il sabato sera anche se avevo un esame due settimane dopo. Adesso le giornate sono sì tranquille ma tutte uguali.
Esci e incontra gente, nei posti che ti piacciono. Che si radunano per la stessa passione. Conosco almeno una coppia che si è conosciuta alla fiera del fumetto/film e videogiochi e sono sposati ora (per esempio) . Potrebbe essere altro ❤ . Vale lo stesso per amicizie. Abbiamo bisogno anche del faccia a faccia, del fisico, di guardare la gente che si muove, cammina etc . È una sensazione insostituibile. A volte mi siedo sulle panchine ed osservo. Magari finisce che parlo con i vicini oppure che ho un momento bellissimo per far vedere agli occhi la natura. Oppure provo un bar nuovo e se deve succedere qualcosa accade. Altrimenti mi godo ciò che mangio, il chiacchiericcio. E vado via augurando un buon lavoro a chi fa il turno 😊, e il loro sorriso è stupendo . Uscendo vedo anche richieste di staff. Anche se fossero lavori di breve tempo che male fa? Fa curriculum, si socializza, si impara qualcosa. Ah giusto, ho iniziato a fare volontariato. Cercano spesso gente che cucini, o chi porta il camioncino per andare a prendere il cibo, per poi darlo alla Mensa ( cibo avanzato ai supermercati ancora buoni ma in procinto di scadenza) . Io però faccio pulizie la mattina. Mi ha dato un obbiettivo . Un motivo per svegliarmi la mattina presto. Aiuto, togliendo lavori lunghi e ripetitivi a chi deve fare cose più pesanti. E chi va a mangiare trova pulito. C’è chi lo fa il volontario per i canili. Non puoi capire quanto coraggio e forza diano quelle creature 😢che vogliono solo essere amate ed amare incondizionatamente. Abbandonate nei modi più crudeli 😢 . Sono riuscita a salvare 5 animali ed adottarli , l’ultimo è un micione di quasi 9 anni . E mi tira su anche quando credo di non poter ridere più. Scusa se ho divagato. Buona vita ❤
È normale che se uno vive una vita da diverso e bullizzato, colleziona solo brutte esperienze, poi ne rimane traumatizzato sviluppando in automatico dissgi del genere. Il mondo e la società, per come sono strutturate in modo malsano, non danno niente di bello perciò preferiscono isolarsi. Non avere gente opportunista, cattiva, falsa, superficiale attorno è buona cosa.
@BenPotter-hd1jw condivido in pieno
Apprezzo da sempre il lavoro che svolgi, per sensibilizzare i più e farli sentire meno soli nelle difficoltà che possono trovare nel percorso della vita. Ho letto un bel po' di commenti e mi sono intristito, perché in tanti soffrono di solitudine, forzata o meno. In tanti cercano delle scuse, delle giustificazioni, delle attenuanti, degli alibi per giustificare la propria situazione e si intristiscono ancora di più. Io vorrei dire solo che non è colpa di nessuno; credo sia colpa dell'imperfezione dell'essere umano se così vogliamo chiamarla, ma anche e soprattutto delle categorizzazioni e del dover sempre trovare una ragione o una motivazione per una cosa o l'altra. Tantissime cose del mondo non si spiegano e probabilmente non si spiegheranno mai. Bisognerebbe vivere la propria vita con le proprie sensazioni, senza paragonarsi, seppur difficilissimo, perché ognuno è diverso dall'altro e non esiste una via giusta o una sbagliata, a parte quella in cui si fanno soffrire altre persone ovviamente. E senza star lì a ragionare sul perché quella cosa non va, quell'altra non va ecc. Bisognerebbe trovare il proprio scopo nella vita e vivere le giornate in virtù di quella. Le sovrastrutture sociali sono numerose, ma sono appunto sovrastrutture e non si deve per forza seguire quelle per sentirsi giusti. Se alcuni tendono a stare lontano dalle persone, probabilmente non ritengono la loro compagnia idonea alla crescita interiore. Il problema è sempre rappresentato dall'idea imposta che, siccome tutti fanno X, allora anche io devo fare così, ma in realtà non è così e questo lo si comprende nel tempo. Si dovrebbero fare le cose solo se appartenenti al sé, ma siccome il sé fondamentalmente non lo si conosce mai fino in fondo, l'unico modo per farlo sarebbe sperimentare nuove esperienze. Quest'attività è davvero stimolante, ma purtroppo si scontra spesso con difficoltà economiche, paraocchi di stampo familiare, bassa autostima; detta attività può perdere energia nel corso del tempo: da bambini si è generalmente attivi e gioiosi, crescendo ci si scontra con realtà molto differenti e non per forza "giuste", che attenuano le proprie energie interiori, facendo vedere il mondo brutto e cattivo. La cosa triste è proprio che non si ha torto, nel vedere il mondo brutto e cattivo: guerre, schiavitù, omertà, ipocrisia sono costanti presenti da sempre e non scompariranno mai, perché presenti in piccola o larga parte nell'essere umano. Io credo che una persona "equilibrata" sia quella che riesce a tener presente questi fenomeni, ma che fa sì che non influenzino negativamente il proprio percorso di vita. Questa forza viene fuori solo se si trova uno scopo nella vita, altrimenti tutto è opaco. Lo scopo della vita può essere anche piccolo e apparentemente insignificante, però la società lo renderà effettivamente insignificante e irrisorio se non corrispondente agli archetipi che il sistema sociale nei secoli ha inculcato, ovvero far soldi, sposarsi e far figli per consumare nuova merce e produrre nuovi lavoratori che pagheranno. Solidarietà per tutti coloro che soffrono e preferiscono restare lontano dal mondo. La vita è davvero tosta, non è per niente un "gioco" semplice. Auguro a TUTTI, me compreso, di trovare una connessione profonda col sé e la natura, che è ciò che più, secondo me, vale nel nostro piccolo passaggio sulla Terra. E auguro di alleggerire il tutto, perché siamo troppo complessati, troppo pieni di roba, troppo carichi di parole e pensieri. Spogliamoci di tutto. Divertiamoci, ovvero distraiamoci. Proviamo cose nuove, prendiamoci in giro, perché nulla ha senso in fin dei conti. Un caro saluto a tutti
Il tuo è il commento più completo ed equilibrato che ho letto, e a proposito mi piacciono le tue creazioni.
Buona vita ❤🎉 . La felicità non è l’obiettivo ma uno stato d’animo, e per fortuna. Altrimenti non lo raggiungerebbe nessuno 😊 . Verso i nostri obiettivi “ e oltre “ 🎶
Ciao Marco, sarebbe interessante vedere un video che tratta il tema della dipendenza da videogiochi.
C'è un libro intitolato " La psicologia dei videogiochi ", consiglio di leggerlo.
Di solito quelli che creano dipendenza sono quelli online, stile Fortnite, quelli possono essere molto pericolosi, quelli in locale, diciamo action adventure stile Tomb raider li adoro, hanno belle storie, ambientazioni ed enigmi e non hanno durate eccessive, li il rischio è ridotto, per me sono sempre stati un toccasana, puoi giocare quando vuoi, con i tuoi tempi, non sei forzato a giocare sempre in modo prolungato come appunto i Fortnite della situazione.
Ci sono delle circostanze che ti spingono ad essere un hikikomori, e la probabilità si alza ancora di più se l'individuo è introverso. Se in età adolescenziale non si hanno amici negli anni a venire è difficile inserirsi in contesti sociali e il problema si cronicizza. Se non si riesce a legare all'università o al lavoro (sempre che il lavoro ce l'hai) l'isolamento persiste.
Io direi solo università, al lavoro ci sono dinamiche per cui è meglio lasciar perdere, comunque per questo è importante non abbattersi, la vita non sempre va come vogliamo, non riusciamo a trovare amici, cerchiamo attivita o hobby che ci riempiono la vita, non sarà uguale ma si può stare bene anche così.
La parte più bella di essere adulti è poter scegliere di stare in posti che ci piacciono e per conseguenza meravigliosa si può chiacchierare con persone che sono lì perché gli piace la nostra stessa cosa . Ballo, cinema, teatro, concerti, i pre gara formula 1, moto, calcio etc etc. In bocca al lupo. Inizia dalle cose che ami, per te e se capita saprai già di che argomento parlare
Video bellissimo come sempre
Capisco benissimo queste dipendenze, in quanto temo di essere affetto anch'io, 24 anni.
Mi piacerebbe trovare modi per uscirne, anche se logicamente non so bene come (ho cominciato quando, tra università e covid mi sono trovato a vivere molto tempo da solo, e per quanto cerchi di fare attività che non siano quelle, non riesco a trovare altri modi per occupare il tempo (a questo si aggiunge la paura costante di star perdendo tempo, che amplifica il problema))
Non ci sono dei posti o delle attività in cui gente simile si può ritrovare? Magari due persone che hanno un certo problema, parlandone riescono a risolverlo entrambe. Se sì mi piacerebbe esserne parte
Come Hikikomori Italia abbiamo creato un gruppo online per ragazzi isolati tra i 18 e i 30 anni. Si incontrano due volte al mese in videochiamata, insieme a due nostre psicologhe. Se sei interessato scrivici a info@hikikomoriitalia.it
Cerca un gruppo plastic free o retake
Entra nella proloco del tuo comune...inizia facendo quello che frigge le patate, ritroverai la gioia di vivere, a volte basta solo il coraggio del,primo,passo.
Uscite ragazzi la vita è breve. Non rimanete in casa riempitevi la bita di interessibe impegni..volontariato ecc. Siete il futuro e tutto questo spaventa. Liberatevi da gabbie mentali, fate sport, ballo, incontratevi, organizzate incontri, ritrovi, quel che volete ma uscite e apritevi, non sprecate la vita! Vivete ora!
Puoi fare un video riguardante i bambini hikkikomori e di come, ad esempio, si isolino per tutta l'estate? Fidati esistono
Molto riduttivo studiare solo la Gen Z, io ho 32 anni (Millennials), ed è dal 2023 (circa inizio dicembre) che non esco di casa. Per quanto riguarda i contatti sociali invece sono circa 5-6 mesi che non ne ho, e a casa ho un rapporto molto conflittuale con i genitori, se rivolgo loro la parola è solo per dirgli che è colpa loro, che non hanno palle ed è colpa loro se oggi sono ridotto così.
Ho fatto anche più di un anno di psicoterapia, risultati zero, sembra che non sia io ad essere sbagliato ma il mondo che mi circonda.
No dai non dire così ai tuoi genitori, sembra che se non ci fossero saresti sotto un ponte, forse dovresti prenderti la responsabilità di tutto ciò che ti riguarda
@@danielemaghini1527 diciamo che sarebbe molto lungo da spiegare.. posso solo dirti che si, in parte è anche colpa mia, ma anche i miei non mi hanno aiutato in certi aspetti della mia vita (involontariamente certo, non è che mi odiano o vogliono il mio male), però un pò per me, un pò per loro, un pò per le persone del cavolo che ho incontrato nella vita, un pò per la sfiga, alla fine nei momenti in cui la mia vita era ad un bivio e poteva cambiare in meglio mi è sempre andata male fino ad ora.
Alla fine questa vita è la tua.
I tuoi genitori, con i loro limiti e i loro difetti hanno fatto il possibile per aiutarti e hanno anche fatto i loro errori.
Ma la vita è la tua.
Devi esser tu a tenerci per primo.
Quindi reagisci e datti da fare.
A volte si può esser sfigati parecchio, ma bisogna trovare la forza per tirarsi su.
Questa è la tua unica vita.non ne avrai altre.
Non avrai mai piu 32 anni.
Quindi vedi di viverli al meglio delle tue possibilità, perche non avrai altre occasioni.
Io non sono un hikikomori ma credo che ne sia a rischio di diventarlo.
Ho 17 anni ed oltre alla scuola non esco mai di casa e non ho delle amicizie profonde, probabilmente anche perché in quanto autistico ed omosessuale aprirmi con gli altri è genuinamente difficile e stressante.
Mi piacerebbe vivere in una società dove possa esprimere me stesso ma essendo in Italia anche parlare di omosessualità o neurodivergenze sarebbe un miracolo, per via di ciò ho cercato anche di aggregarmi a delle comunità online e mi sono interessato alla community furry (purtroppo giudicata eccessivamente male per via di stereotipi e luoghi comuni e disinformazione a go go).
Sembra un altro mondo, le persone sono generalmente più socievoli e meno pesanti; il fandom mi ha pure dato incoraggiamento necessario per migliorare nel disegno (in quanto voglio studiare game design) e sarebbe tutto bello se non fosse che è solo che ciò che esiste solo su internet.
La vita reale mi offre meno gioia di quella online, non che la vita reale mi faccia schifo o che mi provochi reazioni negative ma solo online mi sento veramente apprezzato senza dover pretendere di essere un'altra persona.
Ciao, ho 42 anni, dono autistico e asessuale, e ci sono passato anche io alla tua età, uscivo solo per scuola e suonare in banda, ho scoperto a 36 di essere autistico, ma gia a 22 ho incominciato a uscire da solo, sapendo che gli altri mi rifiutavano nonostante io mi fossi comportato sempre bene, e da allora è diventato molto naturale, vado al cinema, teatro, concerti ecc senza problemi, molti neurotipici non ci riescono, questo per dirti che anche se gli altri ti rifiutano non è che vali meno, essendo autistico funzioni in modo diverso, quindi ci saranno sempre difficoltà con i neurotipici, ma non chiuderti in casa, se no gliela dai vinta, fai quello che ti piace per conto tuo, fregatene se gli altri non ti vogliono.
Scusa ma a 17 anni sei ancora giovanissimo… sei sicuro di essere stato diagnosticato bene con autismo? Prova a andare da due specialisti almeno, e vedere se le diagnosi coincidono.
Poi sulla sessualità, sei talmente piccolo e giovane che secondo me non dovresti bollarti come omosessuale. Hai una vita davanti per crescere anche nel tuo ruolo di uomo, quindi non ti chiudere dietro un’ etichetta. Potresti benissimo sviluppare ancora la tua identità di uomo e magari scoprirai che sei adatto e vorresti una moglie e figli.
Poi a 17 anni senza patente e non lavorando e non potendo nemmeno entrare in molti locali in quanto minorenne e andando ancora a scuola non mi stupisco che tu non abbia grande vita sociale.
Vedrai che crescerai!
@@FoundSheep-ANomosessualità è una variante e non una malattia, sull'autismo ti dico dato che lo sono, che scoprirlo a 17 anni è già piuttosto tardi, è già difficile intervenire a quell'età, l'ideale sarebbe scoprirlo alle elementari ma tanti come il sottoscritto l'hanno scoperto solo da adulti (36 diagnosi a 40) quindi se dice di essere entrambe le cose non lo metterei in dubbio, sull'autismo adesso ci sono molte più conoscenze rispetto a 30 anni fa, quando un autistico secondo i canoni errati per forza non parlava e aveva gravi deficit cognitivi.
Noto una cosa simile nel mio caso,ho giocato online su discord con altri ragazzi appassionati per un bel po causa covid,e per loro era normale giocare intere serate per mesi in chat vocale e non farsi vedere mai in faccia,cosa per me assurda.
E' stata più o meno la mia storia. Ho incominciato a isolarmi sui 15 anni, quando il piccolo gruppo che frequentavo usciva più spesso la sera, perchè ero estremamente ansioso e insicuro a livello sociale. L'isolamento è continuato all'università, in quanto alla triennale vivevo a casa dai miei e non ho legato con nessuno. Mi sono sforzato un pò per cambiare giunto alla specialistica, in quanto ero costretto a condividere l'appartamento con altri coetanei...ma alla fine vergognandomi di me stesso non sono mai riuscito a sviluppare relazioni autentiche con nessuno, solo di facciata. Ho faticato a concludere il percorso universitario anche per l'enorme ansia che l'aspetto sociale mi portava (esami orali, interazioni coi prof per la tesi, etc), ma alla fine ce l'ho fatta con quasi 2 anni di ritardo.
Poi ho deciso di mettermi in gioco sul serio, forzandomi a partecipare a meetups con gente nuova e facendo internships/volontariato per progetti universitari di campo all'estero. E' stato difficile, spesso poco piacevole, ma sono anche riuscito a sviluppare un paio di amicizie più autentiche nel corso degli anni, che sono poi andate perse per colpa mia. Mi sono depresso pesantemente soprattutto per il fatto di non essere mai riuscito ad avere una relazione sentimentale (o anche solo sessuale) nella mia vita, solo cotte non corrisposte, quando tutto intorno a me fiorivano relazioni di continuo. L'unico modo in cui sono riuscito a trovare un pò di pace è arrendendomi.
Ora all'alba dei 37 ho smesso di provarci. I rifiuti continui pesano troppo, così come lo stress emotivo a livello sociale. Cerco di vivere al meglio che posso in solitudine. Non sono depresso come ero un tempo, ma neanche felice. Mi preoccupa un pò il declino cognitivo precoce che una vita del genere sembri possa causare, ma sono stanco e stufo di mettermi in gioco solo per prendere pesci in faccia. Sono stufo della gente in generale.
Ma esteticamente come sei?
@@Dominic-tq6dw purtroppo sono messo male pure lì, sia di lineamenti di viso che di fisico. Ma il problema principale restano le insicurezze e la mancanza assoluta di carisma a livello sociale
È solo vittimismo il tuo, fatti aiutare da uno psicoterapeuta, non c è niente di male a farsi aiutare se il fine è vivere meglio. Dal niente non nasce niente.
@@stellina5289 sono stato da 2 diversi, ma non mi hanno aiutato granché
@@valk9519 allora senti un altro psicoterapeuta, poi domandati perché hai perso quelle amicizie che dicevi e perché sei stufo della gente in generale. Non puoi pensare che la gente sia tutta uguale, circondati di persone sincere e simpatiche, anche poche e porta avanti le tue passioni. L autocommiserazione non porta a niente se non ad altra negatività.
Ciao Marco,ci vorrebbero pagine e pagine per ringraziare del lavoro che fai,per istruire e aiutare i genitori e le persone in difficoltà,da ragazzo che ha vissuto la fase Hikikomori dagli 11 ai 14 anni e che attualmente sta scrivendo un libro dove parlo delle mie esperienze,bisogna sensibilizzare ancora di più sul tema,i numeri sono in aumento e questo è preoccupante.
secondo me il problema è anche molto collegato col fenomeno incel
C'è sicuramente una parziale sovrapposizione tra i due fenomeni, non a caso, come detto, la maggior parte degli hikikomori sono maschi etero
Incel, neet, hikkikomori, blackpill, doomer, mgtow, npnw, gymcel: tutti fenomeni collegati.
si io cio un canale blackpil ahahha@@HerzogHyperboreisch
@bigchungus4431 Sono assolutamente d'accordo, che ci piaccia o meno la questione hikikomori è palesemente legata a quella incel. Possiamo farci raccontare quanto gli incel siano persone che si pestino i piedi da sole, che si autodemoliscano ecc, come purtroppo alcuni personaggi incompetenti continuano a sostenere sui social ma non è assolutamente così. Aumentano gli incel e di pari passo gli hikikomori. Sarà un caso il fatto che il fenomeno Hikikomori nasca in Giappone, paese con una natalità ormai pressoché nulla e dinamiche sentimentali/relazionali prossime allo zero (tanto da produrre simil cyborg che possano rimpiazzare le donne)? No. In Italia è in aumento mi dite? Ma pensa un po'... Un altro paese dove la natalità è a picco e negli ultimi 6-7 anni le relazioni tra uomini e donne stanno implodendo. Chiaramente i disagi che possano portare un ragazzo a vivere da hikikomori possono essere differenti ma il botto enorme che sta facendo questo triste fenomeno è legato prevalentemente al peggioramento delle relazioni tra i sessi. Non sono un incel e della redpill riconosco solo alcuni concetti però che la follia selettiva femminile di questi ultimi anni stia costringendo tantissimi ragazzi a non vivere una vita di relazioni amorose naturali e normali è un dato di fatto. I ragazzi hanno storicamente sempre preso dei pali e affrontato delusioni, ma oggi questo atteggiamento femminile escludente in base a canoni precisi e rigidi sta impedendo a troppi ragazzi di vivere una dinamica naturale, e non in base a "scusa non mi piaci" ma in base a una check list precisa che porta almeno l'80% dei ragazzi a beccarsi un "tu non puoi". Togliere a un adolescente la possibilità di relazionarsi con le ragazze è come togliergli la possibilità di vivere le amicizie, devastante. Si va a generare un vortice di insicurezze e inadeguatezze ingestibile che non rallenta mai, il successivo accartocciamento su se stessi, l'evitamento delle interazioni sociali e l'atteggiamento difensivo del chiudersi nel proprio angolo sicuro sono purtroppo conseguenze distruttive, ma anche prevedibili e ovvie per certi versi... L'educazione sentimentale è una vera urgenza a livello scolastico, servirà veramente a tutti, ragazzi e ragazze.
@@giyucane_tomiokamadonnaL’educazione sentimentale scolastica risolverebbe poco e nulla. Ci sono “imposizioni” biologiche e culturali che la semplice istruzione NON può abbattere.
Chissà come staremo messi tra 50 anni.
la scuola , almeno in italia , è formata su base ottocentesca :
è più orientata verso il dare lavoro ai professori che tutelare gli studenti .. aggiungici poi bullismo ( sia verticale che orizzontale ) , microcriminalità quasi mai contrastata per le più varie ragioni , dal buonismo estremo al fatto che i perpetratori hanno famiglie ricche ed influenti capaci di affossare l'istituto , al fatto che se espelli gente perdi alunni e quindi soldi , i compiti talmente tanti assieme allo studio che il tempo libero lo paghi con insufficienze e alla lunga bocciature , il fatto che deve formare lavoratori ubbidienti e sottomessi , non pensatori e\o studiosi ..
questi e tanti altri motivi , tra cui tengo a ricordare regole assurde ed illogiche e docenti arteriosclerotici che le difendono a qualunque costo ;
fun fact : ho 28 anni e la terza media , ma di fatto , amando studiare per conto mio ho la cultura di un professore universitario e anche di più , e parecchie cose che ho studiato a scuola ( alberghiera ) riesco a visualizzarle solo adesso che sto per conto mio ( difatti cucino come uno chef ) dato che lo stress dell'ambiente si è dissolto del tutto a distanza di anni ..
ancora più divertente il fatto che , quando ero ancora uno studente " ufficiale " praticavo uno sport più gli scout , ed ho dovuto lasciare tutto sennò sarei stato bocciato ( parole della professoressa che mi metteva i voti ) ;
l'ho fatto , e poi sono comunque passato in terza media con 6,5 ( ai loro occhi ero uno scarto ) .
e avrei un casino di altre cose da raccontare , ma poi potrei danneggiare l'immagine di qualcuno , e non voglio problemi ..
in conclusione : datemi del classista se volete , ma lo studio base dovrebbe essere fino alle medie , le superiori un'optional per chi può permetterselo ( per denaro o meriti intellettuali ) , se si vuole imparare una professione , ci sono i corsi appositi \ gavetta , che insegnano più di un tizio in un'aula ( sul professionale , ovvio )
il sistema è marcio , quindi è normale che la gente " sana " tagli la corda , se tutti hanno l'influenza ed io no , perché dovrei farmi contagiare ? è illogico
Benché tu dica di avere la cultura di un professore universitario la tua sintassi odora sorprendentemente di terza media
@@danielemaghini1527 sì ;
è il mio massimo titolo di studio , e della sintassi mi importa poco , mica devo impressionare una platea di cravattoni ..
mi riferisco alle conoscenze , so un pò di tutto e parecchie cose dannatamente bene , tra cui una perfetta conoscenza ( a parte alcuni termini , ma per quello c'è sempre il dizionario ) dell'inglese , in parte a scuola ( terza media ) e per il resto da autodidatta tramite osmosi musicale ;
dell'indorare i discorsi mi importa poco , preferisco la sostanza , all'opposto del mondo accademico : è oramai un'ammasso di gente che segue principi illogici , come la proprietà intellettuale che blocca l'uso di idee utili , l'appropriazione culturale che impedisce l'autodeterminazione e soprattutto l'ossequiosa ed imbarazzante obbedienza alle lobby che frena il progresso e la conoscenza ..
finché faranno così non otterranno nulla ,
staranno nella caverna mentre gente come me ammirerà lo splendore del sole
Ciao Marco, (sono un canale di sensibilizzazione sull'omosessualità maschile, ma sul mio profilo faccio solo e soltanto capire alle persone che essere gay significa solo essere attratti dal proprio sesso. Null'altro. Ma proprio nulla, perché per il resto siamo uomini al 100%). Vorrei approfittare del video per chiederti in quale modo sono collegate il fenomeno hikikomori e l'omosessualità maschile. Io sono hikikomori, però non in maniera disastrosa (nel senso che se devo uscire a fare la spesa esco, ma quando devo inreragire con gli altri non ne voglio sapere nulla). Non nego che per l'80% circa, con la mia situazione di hikikomori, c'entra la mia omosessualità. Proprio non ci riesco a rapportarmi con gli altri. Ho paura di essere lasicato fuori, o meglio, di essere trattato diversamente se dicessi di essere gay, rispetto a come mi tratterebbero normalmente credendomi etero. Non penso riuscirò mai a sbloccarmi.
Sai dirmi quanto sono collegate le due cose? Ci sono stati degli studi? Quanti hikikomori lo fanno perché sono gay?
Ciao, sì può capitare che l'isolamento sia determinato dal proprio orientamento sessuale o dalla disforia di genere, ma solitamente, se si riesce a elaborare, individualmente e socialmente (famiglia) questo aspetto, poi il problema dell'isolamento tende a risolversi di conseguenza poiché non c'è necessariamente un deficit nelle competenze socioemotive
Ciao,
Trovo questi video interessanti ed istruttivi!
Ho una curiosità, se possibile mi piacerebbe una risposta…
Ma è possibile identificare in modo precoce un bambino che, in futuro, potrebbe isolarsi?
Nel senso che può succedere anche a ragazzi che fin da bambini sono stati super estroversi e pieni di amici, o tendenzialmente si tratta di persone che son da piccole manifestavano disagio a relazionarsi con gli altri?
Io invece ho sempre avuto problemi a socializzare ma a scuola ci sono sempre andata volentieri ed ero anche brava nello studio adesso ho quaranta anni
Ultimamente stavo giocando a final fantasy ix in giapponese e mi imbatto in questa questa frase qui : " ジタン 考えてもみろよ。。。。 今まで一度だって、自分と同じような、 それでいてまともに話せるような仲間にビビは、 会ったことがないんだぞ?
ダガー でももし。。。。そんな仲間にひどいことを言われらたり、いじめられたりしたら?
ジタン そんなことを気にして仲間をつくる奴があるか? そんなことを気にしてる奴を仲間と呼べるか?
ジタン それに、もしかしたら あいつも見つけられるかもしれない
ダガー 見つける? 何を?
ジタン いつか帰るところだよ"
Per farla a breve è un scambio di battute tra Gidan e Daga avvenuto durante la loro visita al villaggio dei maghi neri. Cerco di parafrasare il contenuto del dialogo in giapponese. All' inizio Gidan fa notare a Daga che Vivi non ha mai avuto modo di parlare direttamente con i propri simili. Di fronte a questa considerazione Daga gli fa notare per colpa dei maghi neri Vivi è stato tormentato e insultato pesantemente ed è proprio per questo motivo dovrebbe odiarli.
Gidan confuta questa visione facendole capire quanto sia importante per Vivi ritrovarsi a parlare con gli propri simili con i quali può stabilire delle relazioni profonde dato che non ha mai avuto modo di farlo . In quel luogo potrà per prima volta avere una propria compagnia. Di questo dialogo C'è soprattutto questa battuta qui a cui mi diede molto da pensare: もしかしたら あいつもみつけられるかもしれない[.] いつか帰るところだよ。Forse anche lui potrebbe aver trovato un posto a cui ritornare un giorno.
Ognuno di noi ha la propensione naturale a stabilire dei rapporti profondi con gli spiriti affini con i quali possiamo instaurare un legame duraturo. Quando costruiamo tali legami sentiamo di aver creato una communita di spiriti affini . Nonostante non ci si veda spesso possiamo pur sempre contare sul loro aiuto nel momento nel bisogno. Ci aiutano proprio perché si aspettano che anche noi li aiuteremo nel momento del bisogno. Una rete di supporto a cui possiamo sempre fare ricorso. Penso che per uscire dallo stato di isolamento di cui sto sperimentando in questo momento ho bisogno di ciò.
Da amante dei Final Fantasy penso non esiste miglior mentore di Auron, di Final Fantasy x, un guardiano saggio, solitario, cinico e realista ma anche altruista, indipendente, sarcastico e coraggioso, il suo messaggio e la sua personalità si può riassumere in: ragionate sempre con la vostra testa, fregatevene dell'opinione degli altri anche se vi sono tutti contro, perché è molto probabile se non certo che voi siete nel giusto, se non era per lui la gente si sarebbe bevuto le balle di Yevon e i suoi pontefici, maestri, all'infinito.
Purtroppo pur essendo un'ottima persona e discretamente intelligente, ho avuto tanta tanta sfortuna nella vita e ho lasciato vincere depressione ed isolamento.
Ti capisco, praticamente anche io
Io ho sempre avuto una certa "pulsione all'isolamento", come la chiami tu, soprattutto a partir dai 12 anni, ma l'ho sempre combattuta strenuamente tanto che dopo i 16 anni sono riuscito a crearmi delle amicizie fidate. Dopo i 24 anni però questa pulsione è riemersa prepotentemente e ad oggi, ne ho 32, mi sono rimasti letteralmente due amici, di cui una vive lontano da me. Secondo te posse essere definito sulla via dell'hikkikomori?
Potresti essere a rischio. Nel caso chiedi supporto psicologico
Mi permetto di esporre un pensiero riguardo all'impulsività.
Probabilmente il dato potrebbe essere stato male interpretato. L'impulsività, come anche le altre manifestazioni di una emotività instabile potrebbe trovare radici in un gap di maturità emotiva generata a sua volta dalla tipica difficoltà nell'adesione all'ambiente e difficoltà comunicative tipiche dei neurodivergenti. Chi pensa in un modo diverso gestisce lo stress e l'ansia in un modo diverso, oltre a processare e comunicare le informazioni in modo diverso. Ne deriva che per essi trovare un modo di aderire a contesti sociali capaci di favorire uno sviluppo emotivo efficaci è tutt'altro che scontato.
In questo senso il dato dell'impulsività può trovare un senso anche se potrebbe essere stata confusa appunto una difficoltà comunicativa e di gestione emotiva a causa di un mancato sviluppo emotivo con l'essere una testa calda per banale bisogno di attenzione (anche quest'ultima non si esclude con quanto proposto in realtà, potrebbero essere vere entrambe le cose contemporaneamente)
Sarebbe bello creare gruppi appositi e fare degli incontri per chi abita la stessa città o organizzare dei viaggi insieme. Credo che ormai dovrebbe essere più fattibile. Gli introversi ed i neurotipici non dovrebbero giustificarsi di nulla e così via. Anche gli Hikikomori italiani. Gli invalidi . Sarebbe stupendo 😍
Io ero uno studente invisibile e adesso sono un lavoratore-hikkikomori-incel. La mia vita si divide tra la casa-prigione e il lavoro. Non bevo, non fumo, non rido, non scopo
Prova a fare tutto il contrario di quello che stai facendo ora e vedi cosa funziona e cosa no, procedi approssimando
Ma vorresti fare tutte queste cose? Io sono donna e sono come te, ma per scelta...ah ogni tanto esco per andare a concerti e stop
Sono stata bocciata nel primo anno di infermieristica. E come fuori Corso non ero obbligata a tornare a lezione obbligatoriamente. E sono rimasta parecchio tempo a casa per studiare. Ed è stato devastante. Ho iniziato a studiare in biblioteca. Poi però ho scoperto ironicamente di essere un po' un autistica...quindi è un po' strano il decidere se mi fa bene sempre stare con gli altri. Mi stanco facilmente a stare sempre con gli altri, mi sento un po' persa ma anche da sola mi sento male, ma allo stesso tempo uso il tempo da sola per rigenerarmi dal tempo passato fuori. In particolare la città mi sembra un stimolazione eccessiva. Mi ricordo che dopo scuola avevo bisogno di una camera buia e silenziosa per rilassarmi e rigenerarmi, musica rilassante..ecc. Ma stare isolata non mi permette di imparare a come adattarmi a certe situazioni sociali.. imparare il masking per non sentirmi strana ahaha quindi mi sento un mix di cose. Preferisco posti più tranquilli se devo uscire, parchi, laghi.. poi amicizie tranquille e attività un po' noiose.. quindi mi piace uscire ma non mi piacciono tutti i posti e non con tutti. Ad esempio mi piace fare un giro a Milano ma solo in certi posti..non mi piacciono invece luoghi troppo stretti e pieno di persone. Non me la cavo nei gruppi di whatsapp.
La cosa più difficile é il masking in certe situazioni, alcune situazioni mi fanno dimenticare come interagire, ho imparato a guardare le persone negli occhi anche se a forza di guardarli troppo negli occhi credo dia fastidio, quindi devo capire un po' il Giusto equilibrio 😂.. per quello preferisco un po' isolarmi ma quando esco so come cavarmela ormai, ho imparato certe cose e potrebbero non esserci sospetti.
Ps. Non credo di essere hikikomori, forse a rischio..visto che quando non me la cavo in certe situazioni entrò in uno stato di paralisi. O anche perché non trovo facile piacere a tutti e devo elaborare dei ruoli per cavarmela. Forse anche l'eccesso di stimoli. Ma anche la gente maleducata o la gente che capisce che sono un po' strana ed effettivamente mi fanno sentire strana, certa gente in particolare non molto gentile che cerca di farti sentire a disagio..quindi è un lavoraccio al lavoro soprattutto
Il punto è che NON devi piacere a tutti. Non li accontenteremo mai credimi. Ammiro il tuo impegno nel migliorarti. NON devono piacerti tutti i posti. Finché stai bene e non fai male a nessuno è tutto ok . Chi ti critica dice molto di sè NON DI TE . Continua a non frequentare gente con atteggiamenti tossici, e starai meglio possibile. Potresti anche essere PAS (persona altamente sensibile) o un mix tra estroversa ed introversa ( ha un nome specifico ma non me lo ricordo) . Lascia che siano loro da soli a sprecare le loro e energie con presunte cose. Non sei un vestito che deve calzare a persone irrispettose, in modo perfetto. Anche io preferisco gruppi piccoli perché poi finisce che non ti godi tutte le persone che ci sono. Anche io sono la strana . Ormai ho deciso di divertirmi a vedere le loro espressioni, che credono di sapere come sono tutte le persone nel mondo. Buona vita
Io sono rimasta isolata
1. per la povertà (non ho soldi e per stare con gli altri, purtroppo, oggi servono i soldi..)
2. Tutto è peggiorato con la p@ndem. con la reclusione forzata
Ma soprattutto perché sono povera.
Se non hai un lavoro iscriviti all’università, con un isee basso paghi intorno ai 100 euro/anno; gli studenti sono quasi tutti poveri (perché lavoratori part time o perché foraggiati quanto basta per affitto, cibo e poco altro dai genitori); frequenta aule studio e biblioteche, riscaldamento d’inverno, a/c d’estate, gli studenti ci vanno per studiare e socializzare; otterrai inoltre benifici dai vari enti istituzionali per il diritto allo studio ( in base alla tua regione vitto/alloggio gratis o quasi); nel frattempo trova un lavoro part time se non lo hai, se abiti al sud trasferisciti al nord (in piemonte ad esempio otterresti tramite edisu, in base all’isee, un posto letto in residenza e pasti da 2,5€, oltre a lavoro praticamente assicurato nella ristorazione)
@@danielemaghini1527 ciao Daniele, ti ringrazio per la risposta così articolata :) a saperle prima queste cose... purtroppo, al momento, sono "incastrata" in una situazione particolare... non sto a scrivere la mia vita privata sul web. Grazie al cielo ho il necessario assicurato per sopravvivere (a casa!!) Ma per uscire a bere qualcosa, pizzeria, cinema, palestra, uno spettaccolo ecc.. insomma le fare le cose che si fanno tra amici, cose per socializzare, non ho i soldi. Ho spesso declinato inviti di amici per questo motivo...e piano piano, "giustamente" hanno smesso di chiamarmi.. e mi sono rintanata in casa. Poi con la p@ndem, colpo di grazia... solitudine e dopo prezzi alle stelle. So per certo che molti sono nella mia stessa situazione, ma non ne parliamo apertamente perché c'è molto imbarazzo.. che che se ne dica, la povertà è brutta.
io ho avuto e ho ancora lunghi periodi in cui mi isolo e non mi va di uscire, di andare a scuola, di studiare, di uscire in generale anche da camera mia (tranne per andare in bagno o per mangiare). ora sono 3 mesi che non vado in palestra, ed è cominciato tutto perché era uno di quei momenti in cui non riuscivo a fare nulla, poi è arruvato il senso di colpa, e quando ci andavo stavo peggio di quando non ci andavo, quindi ho semplicemente smesso vedendo come gli alyri miei compagni andassero avanti (peatico judo), e ora non riesco a riprendere. poi l'anno scorso ho avuto un periodo di parecchi mesi, quasi tutto il secondo quadrimestre scolastico in cui facevo 3 giorni di assensa a settimana, o se andago me ne andavo sempre via prima, avevo persino paura di essere bicciato, pee fortuna non è stato così.
non penso che mi possa definire hikikomori, ma ho quella tendenza lì, e a volte ho paura di non riuscire a fare nulla nella vita per questi proboemi di autoisolamento e distanziamento sociale, anxge se molto spesso cerco di non pensarci e penso che sia normale per non sentirmi ancora più in colpa
Ciao, da quello che dici penso che ti farebbe bene avviare un dialogo con uno psicologo; ti potrebbe aiutare a capire da cosa derivino questa tua tendenza ad isolarsi e questi momenti in cui non riesci a far nulla e potrebbe fornirti delle strategie per attenuarli o addirittura risolverli. Però non aspettare ad affrontare questa cosa, perché più aspetti più la risoluzione sarà faticosa e lunga. Non ti vergognare a chiedere aiuto e sostegno agli adulti che hai intorno; se non puoi/vuoi farlo in casa allora nell' ambito scolastico parlane col tuo coordinatore di classe o almeno con un professore di cui ti fidi, loro possono darti una mano. Oppure se nella tua scuola è attivo il CIC prendi appuntamento con loro, non si tratta in questo caso di una terapia psicologica, ma è comunque un primo step in cui esporre il disagio che provi a un professionista il quale può indirizzarti su come proseguire in altra sede con un terapeuta. Insomma, che sia in famiglia o a scuola cerca di fare questo primo passo. E non sentirti in colpa per questi tuoi periodi, non c'è niente di cui sentirsi in colpa, cerca solo di avviare questo percorso perché potrebbe aiutarti a stare meglio. Il primo passo può far paura, a volte si teme di essere giudicati o ridicolizzati, ma se la persona di fronte a te non è uno stupido o un fetente e ne ha la possibilità, stai tranquillo che ti aiuterà.
Ti auguro di stare meglio. Ciao.
La solitudine, in particolare la solitudine maschile, è uno dei mali del ventunesimo secolo. Tra perdita di senso ed alienazione, stiamo costruendo un mondo che affonda le sue radici nella sofferenza e nella patologia.
In teoria essere "woke" dovrebbe significare anche parlare di questi temi, mettere in luce questi fenomeni, di cui si parla pochissimo, analizzarli, comprenderli, cercare di evitare la catastrofe sociale. Ma in certi ambienti ancora non è emersa una parola che non sia sterile giudizio, biasimo, meschina derisione dell'altrui dolore.
È possibile che ci sia qualche correlazione tra il periodo COVID caratterizzato da un forte isolamento sociale con l'aumentare dei casi di hikikomori secondo voi?
Oppure la condizione è più legata allo sviluppo del singolo individuo a livello strettamente psicologico?
il covid non c'entra
L'ultima volta che sono uscito al sabato sera era il 2015... sto sempre da solo. Esco solo per il lavoro. Siamo in molti in queste condizioni di solitudine. È difficile cambiare
Anche io così, a me va bene così. Odio la società di oggi
Mi piacerebbe sapere perche certe mie risposte a certi commenti vengono oscurati anche se non ho offeso nessuno?
Quale è il podcast? Non lo trovo su patreon
Se hai un lavoro e pratichi sport individualmente non sei un hikikomori, se un uomo dannatamente fortunato. Forse troppo fortunato per essere vero. E infatti la sfortuna è che non lo sai... ma se lo sai!
Quando ho iniziato a praticare questo regime mi sono trasformato in uno studente universitario quasi serio nel giro di un amen. Il guaio è stata l'attesa per trovare lavoro, e ovviamente il mancato guadagno (iniziando tardi). Se sono un hikikomori o meno scopritelo voi, a questo punto mi basta espatriare per vendermi al miglior offerente e ho fatto tombola.
D'altra parte siamo nell'era dell'homo economicus e la legge della domanda e dell'offerta pervade ogni aspetto della vita privata e pubblica, una nuova religione di stato (mondiale)... e allora così sia!
E palesemente colegato anche al fenomeno incel. Perché depressione ansie e frustrazioni sessualità dilagano tra gli hikikomori!
Io sono donna e sono chiusa in casa da anni (eccetto uscite sporadiche per studi). Non sono incel.
Può essere un fenomeno collegato, ma non è per tutti così.
Video molto interessante.
Vorrei fare una domanda, che potrebbe risultare prolissa e forse superflua.
Ho sempre pensato di essere a rischio di sviluppare tendenze hikkikomori, o meglio, ho tendenze hikkikomori e ho paura di arrivare in futuro a questa condizione di disagio psicologico.
In primo luogo, sono una persona iperrazionale. Non lo dico come vanteria o aspirazione (tendenza che purtroppo vedo abbastanza diffusa nelle persone con questa inclinazione), ma proprio come dato di fatto. Vedendo come i miei coetanei (16 anni) reagiscono ai probolemi come il mio approccio sia in alcune situazioni perfino eccessivamente pragmatico, in alcuni casi fatico a comprendere addirittura l'apprensione piscologica dell'altro.
In secondo luogo, la mia razionalità mi porta a provare indifferenza e disgusto per tutta quella serie di comportamenti sociali "tradizionali" o "stereotipici" (sono anche straight edge, quindi non usao alcol o sigarette o altro come mezzo sociale per "essere più disinvolto"). Provo disinteresse diciamo, non solo però nelle situazioni, ma addirittura nel rapporto con l'altro. Questo è un grande limite sia per quanto riguarda il rapprto con gli altri (non riesco a portare avanti un discorso nel quale ho poco da dire, o basato su sensazioni/sentimenti/esperienze personali), ma anche oer quanto riguarda il rapporto con me stesso, visto che il mio rifiuto dell'altro mi porta a trincerarmi nella mia testa. In un certo senso io sono un po' hikkikomori, sono già chiuso nella mia mente. (chiaramente non oserei mai mettere a paragone il mio disagio con il disagio provato da un vero hikkikomori, in confronto io me la passo di lusso, questo è solo un paragone indicativo).
Non so se il disinteresse per gli altria sia causato dal fatto che non trovi interessante i loro discorsi, ho paura però che sia qualcosa di più profondo, una sorta di antisocialitá quasi organica, innata.
In terzo lugo, ho forte ansia. Tuttavia secondo me (per quanto possano essere affidabili le autoanalisi psicologiche, e cioè molto poco) non è corretto definirla ansia sociale, in quanto non è legata al mancato rispetto di norme sociali e all'ansia da prestazione in sé, ma al non raggiungimento di obiettivi che mi sono preposto. Ho un'indole ossesivo compulsiva, nel senso che sono soggetto spesso a pensieri intrusivi del tipo che "obbligano" a compiere una certa azione apparentemente e sostanzialmente immotivata sa necessità oggettive.
Diciamo che scrivo questo per capire se qualcun'altro abbia tendenze simili alle mie, se le avuto e come ne è uscito / cosa mi devo aspettare (anche se in realtà so più o meno cosa mi devo aspettare, ho poca fiducia nel fatto che in futuro possa essere meno "antisociale" -che poi è un termine improprio che dovrei usare con più attenzione-.
In ultimo luogo, vorrei fare una domanda: se io non trovo interessante la relazione con l'altro, e non soffro per questo, e semplicemente vivo in società ignorando per quanto possibile gli altri e andando per la mia strada, e sono perlato mosso da valori che potremmo definire "etici", (vedo l'etica non come prodotta dall'amore per l'altro ma dalla giustizia intesa cone complesso logico basato sulla reciprocità del beneficio, e dal non egoismo razionale), sono veramente a rischio di diventare hikkikomori?
Potrebbe sembrare una domanda stupida, ma da quello che mi pare di aver capito seguendo Marco un hikkikomori è qualcuno che soffre in società, che ha ansia sociale e si sente pressato a sottostare a determinati meccanismi, e soffre per questo, e dunque si isola per proteggersi dal disagio sociale. Nel mio caso, viste le inclinazioni e la mia ansia legata al non risucire a fare quello che mi prefiggo, sono realmente a rischio specifico di subire disagio da un ipotetico isolamento? Perché viste le premesse non credo, eppure temo, percependo l'estrema sofferenza di un hikkikomori, di poter essere soggetto a questo disagio.
Son domande complesse, potrei provare a rispondere in un podcast
@@MarcoCrepaldi grazie, il lavoro che fai è importantissimo, volevo approfittarne per farti i complimenti.
@@MarcoCrepaldiIo sono stato per anni un quasi hikikomori. Verso i 20 anni vedevo i miei amici allontanarsi. Alcuni si fidanzavano altri andavano via dal paese. Io purtroppo non avevo giá da prima una grande vita sociale unita anche a una tendenza alla introversione. Durante l'università ho avuto modo di conoscere nuove persone e frequentarle fuori dall'Università saltuariamente. Ma spesso passavo i miei sabati (soprattutto d'inverno) a casa. Amici del liceo scomparsi e in 5 anni abbiamo fatto una sola uscita. Un anno prima della pandemia mi trasferisco in una città per lavoro, durante la settimana le uscite erano per andare in palestra con il coinquilino e nei venerdì con 2 o 3 amici dell'università. Passa la pandemia e mi ritrovo dinuovo dai miei in smart working perenne che non so con chi uscire. Inizialmente avevo un po timore a ritrovare gli amici del paese e rivederli cosi cambiati. Ora mi ritrovo a 30 anni esco con 3 o 4 persone del mio paesello, vado in palestra, cerco di non essere mai piú fermo in casa. Ma spesso non ho voglia di fare nulla. Spesso penso ai sabati sprecati, alle feste saltate, alle bevute non fatte, mi chiedo come sarebbe ora la mia vita se non avessi sprecato alcuni dei miei anni migliori. So di non essere ne bello ne fotogenico, ma almeno una ragazza una volta in 10 anni la rimediavo.
@@TheLastInquisitor Mi sa che ci assomigliamo molto. Avremmo molto da dire, e magari ci farebbe anche piacere dilungarci nel trattare questo (o altri argomenti), ma oltre quello non ci piace interagire. Insomma: niente più dello stretto necessario.
Magari starei attento all'uso del termine "disagio sociale". Sembra una autocolpevolizzazione. Secondo me si può parlare di disagio se non riesci a soddisfare i tuoi bisogni, e i tuoi bisogni li devi stabilire tu in base a cosa si può fare in un dato contesto. Ad esempio oggi avere una bella famiglia non è più un desiderio consentito, visto che chi ci prova ha mooolte possibilità di finire a gambe all'aria e quindi mooolto peggio di prima! Non hai un disagio, semplicemente ti trovi su un terreno impraticabile. Rendersene conto, secondo me, è segno di grande intelligenza e non di disagio.
Ma quindi gli eremiti di un tempo erano gli hikikomori del passato?
Ci avete isolato per 2 anni con la pandemia adesso in povertà assoluta.. dove dobbiamo andare..
Alla fine è un problema psicologico come tanti altri, e va curato ovviamente
Io ad esempio ho una forte dipendenza dal fare sesso. E sono in astinenza da 5 anni perché non me la danno
Allora sei guarito...
@@Simone-se8jkesatto ahaha
Hikikomori? É la prima volta che ne parli sul canale?
No lui ha fatto qualche altro video sull'argomento, ma se ti interessa c'è un libro molto interessante di Francesca Padrevecchi! Spiega molto bene il fenomeno!
tutta colpa di quella cosa inutile chiamata scuola
E' normale che siamo isolati la vita e' troppo cara..poi dopo vaccino e pandemia siamo impazziti..per mangiare 2 pizze ci vogliono 70 euro follia
Le persone asociali al 100% purtroppo esisteranno sempre in ogni epoca storica. A tutti gli altri dico: ricordate sempre che gli amici si contano sulle dita di una mano, il resto sono conoscenti. Capito questo si comprende come funziona il mondo e si vive piu' sereni
Si possono fare nuove amicizie a qualsiasi eta', che magari vanno a sostituire quelle vecchie se si sono perdute. Ho letto una notizia che diceva che il 40% degli over 75 viveva in solitudine, il problema e' se succede nei 74 anni precedenti
@@guadagnaredacasa3829molte ricerche dicono che dai 25 è difficile fare nuove amicizie, anche per i superestroversi, è un dato di fatto, quindi se uno non riesce a farle non deve struggersi, questo non vuol dire che ti devi rinchiudere in casa, basta trovare attività, hobby che ti riempiono la vita, io spesso esco solo, da quando ho 22 anni, e mi diverto anche di più di quando sono in compagnia, poi è soggettiva la cosa, il problema qui nel video è la reclusione e il ritiro sociale, uno può essere asociale e non avere amici, ma non essere un ritirato, sono due cose diverse, se già lavori o esci di casa anche solo per passeggiare non sei hikikomori.
Purtroppo...mica è una malattia
È tutto dato dalla bruttezza,non esistono hikikomori belli. Ti chiudi in casa perche non sei bello quindi non hai la ragazza e ti sebti diverso da tutti.
Ok, ora tornatene pure in quella fogna del forum dei brutti
La solitudine è la cosa più bella del mondo
L'evidenza dice il contrario
@@massimodueuro3392 nel mio caso .. è una salvezza.. solo mi sento più felice , concentrato .. non sono portato per la socialità… la lascio volentieri agli altri ..
@@aquilottoaquilotto8735 Puoi non essere portato ma dato che non sei un alieno o un puma avrai anche tu il bisogno di condividere l'esperienza della vita con altre persone. Poi mi puoi dire che nella tua situazione particolare sei circondato da persone che ti fanno solo del male quindi la solitudine è addirittura preferibile e posso essere d'accordo ma il bisogno rimane
@@massimodueuro3392 no, nessun bisogno di condividere con gli altri .. una volta che ho raggiunto i miei obiettivi mi sento a posto con me stesso , non mi occorrono gli altri .. ho giusto 4/5 amici e qualche buon conoscente .. ma si sono fatti avanti loro , non sono andati io a cercarli ..
Lo sai che ti stai raccontando una scusa vero?
Volete combattere l'asocialità, cosa impossibile fortunatamente, ma dite hikikomori perché se diceste asociali vi riderebbero in faccia! Dato che si puo studiare e lavorare da casa.
Essere asociale e Hikikomori non è la stessa cosa, uno può essere asociale ma uscire piu spesso di casa e avere piu Hobby "esterni" di un superestroverso.
@@donvalve2257 invece sì perché c'è un altro video ( non suo ) in cui il "recluso" viene portato via di forza dalla polizia perché esce tutti i giorni per fare le commissioni, ma non parla con nessuno.
@@alisiaaaaa2754per hikikomori si intende un autorecluso, quindi colui che volontariamente non esce più di casa, poi non so di chi sia il video, ma non mi risulta che si può obbligare uno a socializzare se non vuole, poi il tizio in questione sarà stato portato via per altro, magari creava problemi non so,oppure non era autosufficiente, ma nessuno viene portato via perché asociale, altrimenti mezzomondo andrebbe recluso secondo questa logica, probabilmente o è un falso, oppure non dice tutti i fatti nel video, una cosa simile è successo a un mio concittadino, ma è stato portato via perché ha cominciato ad aggredire la gente, finché era asociale e tranquillo (col cervello fuso da lsd) era solo seguito da un assistente, ma poteva muoversi liberamente.
Perché una camicia col colletto del parroco? Manca solo il trattino bianco,poi è anche grigio prete
È una normalissima camicia con colletto alla coreana.
Come direbbe Sgarbi: è un "prete del laicismo" 😂😂😂😂
Qual è la procedura per diventare un chicco Mori non sto scherzando Sto scherzando Veramente lo sto dicendo
Per essere un vero "Chicco" mori devi comprare i giocattoli per bambini della omonimia marca 😂😂😂😂 e poi... mori😂😂
Guarda gli altri video di Marco sugli Hikikomori se sei interessato, in alcuni video si spiega meglio il fenomeno.
Non penso sia una medaglia al valore, o un qualcosa che mostri al supermercato e ti fanno lo sconto...
Meglio diventare un ricco mori. Quando sei sufficientemente ricco vai a Sintra a vedere il castello dei Mori. A quel punto sei un Ricco Mori che è meglio di un chicco Mori.
Proprio così, anche io ero così purtroppo, grazie alla DAD, è un mondo malefico
"È il nostro mondo che mi ha causato così tanto dolore! Un mondo falso,pieno di contraddizioni! È stato questo mondo infernale a ridurmi così!". (Obito Uchiha)