Sono attualmente a Cipro, isola che adoro. Così come la battaglia di Lepanto… è sempre un piacere vedere ancora le mura, i blasoni ed i leoni della serenissima qui.
Grazie Domus, siete sempre in prima linea nella diffusione della nostra storia patria e non solo. Grazie per farci conoscere autori bravi e competenti come il professor Boniardi a cui vanno i miei sinceri complimenti e ringraziamenti
Ormai stiamo raggiungendo il livello "Accademia Domus Orobica". Di sto passo iscriversi al canale farà curriculum come specializzazione in storia. Complimenti al professore. Non ho fatto l' università, ma adesso penso di avere capito più o meno il profumo che ha ...
A Spelonca, nelle montagne sopra Ascoli piceno, ogni 4 anni si celebra la ricorrenza di quando fornirono un albero per una delle galee che parteciparono alla battaglia. I paesani, e anche molta gente venuta da fuori, si arrampica o sulla montagna, abbattono l'albero più grande, lo sfrondano e portano giù in paese il tronco A MANO
Grande Prof. Bonardi, ci voleva un ingegnere per raccontare Lepanto in maniera comprensibile.... io ho sempre creduto che si fosse svolta nel golfo di Preveza....
Complimenti alla Domus e al professor Boniardi per aver messo in risalto un aspetto pressoché dimenticato di quella epica giornata. E visto che ognuno quà deve cacciar fuori le glorie (ed è un un aspetto sintomatico dell'importanza quasi mitologica della battaglia, se a quasi 500 anni ogni città vuol ancora vantare la sua partecipazione) aggiungo che Vicenza mise in acqua la "Uomo di Mare" al comando di Jacopo Draffano
Quando pubblicheremo il seguito apriremo uno spazio nei commenti riservato a "racconta la tua città alla battaglia", mi sa che potrebbe essere il tema di una conferenza a parte "italiani a Lepanto: mito e memoria"
Commento di carattere generale sulla/e galea/e di Brescia a Lepanto. Premesso che il problema da un punto di vista storiografico non è assolutamente rilevante, credo forse di aver capito l'arcano. Dall'ordine di battaglia di Lepanto riportato dal Venier e dal Contarini compare una galea denominata "Il Cavallo Marino", comandata dal sopracomito Giovanni Antonio Cavalli: questa potrebbe essere l'imbarcazione "incriminata". L'equivoco, se di equivoco si tratta, può essere legato al fatto che questa galea, insieme ad altre, imbarcavano fanterie reclutate a Brescia e nella provincia. Tali fanterie avevano come gonfalone lo stendardo con i Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia. Se il nucleo principale della fanteria bresciana fosse stata imbarcato sulla galea "Il Cavallo Marino" è ragionevole ritenere che anche il gonfalone sarebbe stato issato sulla stessa imbarcazione. Da qui potrebbe, e sottolineo potrebbe, nascere l'equivoco di una galea chiamata Santi Faustino e Giovita. Ritengo comunque che il tutto sia molto marginale in una prospettiva storica e che, soprattutto, non valga la pena perdersi o fare polemiche per una faccenda del genere. Questo nulla toglie all'eroismo e al sacrificio di tutti gli equipaggi (tutti, nessuno escluso) che hanno combattuto a Lepanto, sia nella flotta cristiana che nella flotta musulmana. Marco Boniardi
Per me la Sant'Alessandro di Bergamo (al Centro con Venier) e la Santa Efuemia di Brescia (all'Ala Sinistra con Barbarigo) le hanno tenute separate apposta per evitare che passassero la giornata a guardarsi addosso 😂😂😂
@@paolomolinari5938 no Erano la San eufemia e mi pare l altra si chiamasse Faustino. Brescia aveva fornito anche tutta l artiglieria pesante e quasi tutta la fucileria alla flotta
Bravo, bravo, bravo. Linguaggio chiaro e semplice, ricco di dati, curiosità e informazioni (molte delle quali si riveleranno utili da sapere quando verranno narrati i fatti della battaglia), raccontato con tutti i tecnicismi che sono propri dell'argomento. Comunicazione che arriva dritta dritta, "a tempo di pec". Aspetto con altrettanto interesse la seconda parte. Grazie molte. Viene voglia di salire su una di queste Galee e andare a combattere. 📯🌊🌊🌊🌊⚔️🛡️⚔️🌊🌊🌊🌊📯 P.s. Ho conosciuto anch'io Giuseppe Rava al Militaria di Novegro. Bravissimo illustratore 💪......ho una sua tavola sulla battaglia di Leipzig 1813 autografata.
@@marcoboniardi7246 Ingegnere ho conosciuto Lei e l’Ingegner Casaroli nel 2012 a Piacenza (Nitrurazione va Cementazione) che piacere scoprire che abbiamo anche in comune l’interesse per la Storia Militare! Complimenti per i contenuti, spero di reincontrarla!. Ing. Matteo Finotto
Il ducato di Parma e Piacenza affittò due legni genovesi, non so se dire che li armò perché l'equipaggio doveva essere per forza ligure data l'esperienza di mare di noi emiliani, e imbarcò il fior fiore della nobiltà della provincia. Abbiamo delle bandiere al castello di Rivalta a testimonianza dell'evento.
Non erano state affittate, erano due galee della flotta della Repubblica (tra cui la Capitana, ossia l’ammiraglia) su cui erano state imbarcate le fanterie reclutate da Alessandro Farnese, figlio del duca di Parma e Piacenza Ottavio
@@marcoboniardi7246 non è rapidamente 4 o 5 anni. E duravano anche di più Marcivano rapidamente quelle turche post Lepanto, costruite direttamente nei boschi senza far stagionare il legno. 6 mesi
Quale fonte usi per indicare un numero "medio" di anni maggiore di 4 o 5? Il calafataggio (spero tu sappia cosa sia) non era particolarmente accurato e, anche con un legno di buona stagionatura, una galea operante in mare in modo continuo dopo 4 o 5 anni era messa molto male. Ci sono casi in cui dopo sei mesi le galee facevano pietà (problema tipico degli ottomani e degli spagnoli che non avevano legni di buona qualità). Ma ci sono anche casi in cui anche dopo 9 anni le galee erano ancora in buono stato (vedi Capponi). Il problema vero è che noi non abbiamo (o almeno io non ne ho contezza) indicazioni sulle modalità di manutenzione delle imbarcazioni e sull'impiego operativo effettivo. A volte, nei mesi invernali erano tirate in secca, a volte no. 🤷🏻♂️
Se può essere di interesse ho trovato che i veneziani (i migliori costruttori di galee) riuscivano a farle durare anche 10-12 anni. Come dicevo bisognerebbe sapere i livelli manutenzione e, si direbbe oggi, di "revamping".
Non basta vincere battaglie. Bisogna vincere le guerre. La battaglia di Lepanto, schiacciante vittoria cristiana, è un episodio della guerra di Cipro, guerra PERDUTA dai cristiani.
Cipro fu persa dai veneziani e non penso che genovesi e spagnoli si siano stracciate le vesti per la sfortuna di Venezia. La cristianità non era un blocco granitico.
@@mauroorso1963 Giustissimo. Nessuno dei due blocchi era compatto. Il "cristianissimo" Re di Francia era alleato dell'impero ottomano. E l'impero persiano (mussulmano) fu per secoli acerrimo nemico dell'impero ottomano.
Bellissimo intervento - si potrebbe spiegare perché ad un certo punto le galee non siano più state usate nel mediterraneo? Semplice avanzamento delle tecniche veliche? Grazie mille
Quindi- armi da fuoco a parte- la struttura delle imbarcazioni e il modo di combattere non era un granché cambiato dall’epoca della battaglia di Azio(per non dire di salamina). O sbaglio?
Non è una cosa solo veneziana. È tipico di tutte le galee mediterranee, ponentine e levantine, ottomane, barbaresche, spagnole, italiane e veneziane. Le galee non avevano ponte di coperta.
@@davideluciani1754 le hanno sviluppate, in tutto il mediterraneo esistevano velieri con i ponti di coperta (navi, galeoni e altre tipologie). Ma per la guerra erano meglio le galee
Il professore non è entrato nel dettaglio ma io penso che , a questo punto, i rematori non fossero a torto nudo. Non solo a Lepanto, dove la notte deve aver fatto un freddo boia, ma neppure d'estate (rischio di scottature e simili col riverbero del sole e la salsedine). Quando esce il seguito?
Sapevo di fantesche teutoniche in buon numero sulle navi cristiane a Lepanto, qualcuno può confermarmi la cosa? Non uso il termine truppe mercenarie perché all'epoca credo che tutti fossero riconducibili a quella tipologia (giannizzeri a parte)
Vorrei chiedere al relatore qualcosa circa l'età media degli equipaggi, e per quanto o fino a quale era un rematore riusciva a fare quel lavoro massacrante. E dopo la fine della "carriera" cosa facevano? Grazie e complimenti vivissimi per l'esposizione: lucida, approfondita, e ben esposta
@ Marco Boniardi io non sarei così sincero. I vogatori erano il motore della nave, usurarli inutilmente voleva dire pregiudicare l'operatività della flotta. Inoltre Barbero riporta le lamentele degli ammiragli che protestavano di condanne troppo clementi (cioè troppo brevi) al remo. Piuttosto volevo chiederle cosa ne era dei galeotti durante l'inverno. I Buonavoglia tornavano a casa, ma i forzati?
@@ziggystardust8713 "tiravano le cuoia presto" intendo che al massimo facevano due-tre stagioni. Prova a pensare alle malattie e alla scarsa e pessima alimentazione. Se aggiungi le condizioni igieniche non puoi pensare ad un tasso di sopravvivenza elevato.
Brescia, che mi è patria per via materna, armò non una ma due galere (la Sant'Eufemia e la Santi Faustino e Giovita) ed arruolò 1800 fanti da sommare ad una carata” di 2.000 bonavoglia già in servizio alla Serenissima.
Ho controllato. Sul libro di Barbero la "Santi Faustino e Giovita" non è citata. Questo non significa a priori nulla: ogni fonte ha dei limiti. Secondo me poteva essere presente oppure no. Strano però che non sia citata.
Strano però che non si sappia con certezza assoluta la provenienza di ogni galea ed almeno il nome del comandante 🤔 , passi il nome di ogni membro dell'equipaggio o della truppa , ma i registri con tutta la lista delle imbarcazioni e della logistica qualche incaricato del serenissimo governo di san Marco l'avrà pure fatta...
Bellissima introduzione alla battaglia ma ho qualche domanda da porre in materia, sopratutto per quello che riguarda le galee (visto che il professore si presta approfitto della sua pazienza). Vado a ruota di altre discussioni qui sotto: se le condizioni di vita erano così terrificanti da pregiudicare la vita dei detenuti com'è che si trovava qualcuno disposto a farlo per denaro? E se questi venivano trattati meglio dei forzati com'era possibile mantenere uniformità nell'efficenza del "motore"? Quanto tempo passavano in mare, considerato che navigavano sottocosta? Perché, se facevano come i greci ai tempi della guerra del Peloponneso, l'equipaggio dell'imbarcazione passava in acqua un tempo assai limitato della navigazione. Esempio: da Venezia a Candia a remi (se non c'era vento) ma con quante tappe? E, arrivati a destinazione, dopo quanto su riparte? Se ci si ferma a Creta stiamo in acqua tutto il tempo? In caso di un epidemia (cosa probabile) la flotta è inutile, se I forzati si logorano lo stesso, se l'equipaggio è sottonutrito dove trova la forza per remare? E se qualcuno non riesce più a tirare avanti, in pieno mediterraneo, dove trovo il cambio? Insomma l'idea di una realtà infernale mi lascia qualche dubbio. La ringrazio in anticipo se vorrà rispondere.
I rematori liberi provenivano dai ceti più umili, il fatto che le condizioni a bordo fossero pessime è il motivo per cui se ne trovavano sempre meno e si doveva, quindi, ricorrere ai forzati. I tre rematori che manovravano un singolo remo non erano tutti della stessa qualità, il migliore stava all’interno. I rematori non sbarcavano mai, passavano tutto il tempo in mare, solo marinai e soldati potevano sbarcare durante le soste Soste e tempi della navigazione erano a discrezione del capitano (se la galea era in navigazione individuale) o del capitano generale/provveditore (ammiraglio) se navigavano in squadra. Le soste erano determinate dalla necessità di rifornimento di acqua e cibo, dalle condizioni meteo e anche dalle opportunità commerciali (fermarsi per vendere o acquistare merce). In caso di maltempo non si ripartiva finché non c’erano le condizioni per farlo. Per avere un’idea dei tempi di navigazione: da Cadice a Genova, in condizioni ottimali, 5 giorni Epidemie e malattie inficiavano l’efficienza della singola galea e della flotta. È il motivo, ad esempio, per cui le galee tendenzialmente non navigavano da ottobre ad aprile: i rematori vivendo all’aperto sul ponte si ammalavano facilmente e se il numero degli ammalati era troppo elevato la galea non poteva più operare come unità da battaglia (riusciva sempre a muoversi, anche con pochi rematori in salute, ma la velocità da battaglia veniva compromessa). Le epidemie erano un problema che poteva portare al fallimento di una campagna (accadde, ad esempio, nel 1570)
@@domusorobica2014 Grazie non vedo l'ora che si possa fare, sono sempre stato uno studioso e appassionato della rivolta decembrista vorrei sentire altre opinioni al di fuori delle mie. Cordialità
13:10 senza contare che la Francia ha sempre avuto ottimi rapporti con il sultanato turco, pertanto non credo gli sarebbe dispiaciuto se gli spagnoli avessero preso una batosta a Lepanto.
@@marcoboniardi7246 come oggi non era tutto bianco o nero: sicuramente qualche cattolico convinto avrà partecipato per salvare il mondo Cristiano, altri per interesse e altri ancora per facciata. Inoltre ricordiamo che i re francesi avevano l’appellativo di cristianissimi, nel mentre però facevano accordi con il nemico musulmano 😅
@Felix io credo che la maggior parte abbia partecipato di quello spirito di crociata, non facciamo gli uomini dell'epoca (e di oggi) più smaliziati di quel già non sono. Parteciparono allo scontro genti di Bergamo e di Brescia, di Mantova e di Piacenza, di Novara, di Bologna. Uomini per cui di Cipro non aveva alcuna rilevanza strategica e che non viveva di commercio marittimo e che avrebbe trovato di che campare facendo altro. Del resto è improbabile che qualcuno sua diventato ricco con quella battaglia (qualche moneta si sarà potuta pure sgraffignare dai turbante degli ottomani ma i denari veri, ammesso che ci siano stati, saranno andati alla cassa della Lega). Troppo alto il rischio per un guadagno incerto e limitato.
@Felix Dobbiamo vederla con gli occhi degli aristocratici di allora, pensa che solo Bergamo offrì un contributo volontario a fondo perduto di 24mila ducati. Denaro che, anche fosse stata vinta la guerra, la municipalità non avrebbe mai più rivisto. L'onore, cioè il buonome, è un attributo per cui si rischia volentieri. Pensa ai Fugger che per un titolo nobiliare hanno mandato in bancarotta la ditta
Le galee non tenevano bene il mare, specie oer la loro forma di chiglia, poi vi era il problema dei rematori senza alcun riparo, che ne riduceva l'uso nei mesi caldi (maggio-ottobre) Forse sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, ma avrebbe monopolizzato questa parte
@@marcoboniardi7246grazie. Penso che andrò presto al museo dell'Arsenale, mi farò accompagnare da un amico che è diretto discendente del comandante della fanteria di una galea veneziana
Permettetemi, ma sono un paio di inesattezze...all'inizio si dice che manca l'Austria, ms l'Austria c'è perché fa parte dell'impero di Carlo V. Gli attori non sono tre, ma quattro poiché c'è pure lo Stato della Chiesa che fa da catalizzatore dell' alleanza.
Secondo me stai confondendo un po' alcune cose. Partiamo dall'Austria. Fino a Carlo V la politica imperiale era comune. Dopo, avendo Carlo V diviso l'impero, la politica dell'Austria inizia a divergere da quella della Spagna. È vero che sono lo stesso impero ma hanno però interessi differenti...e infatti prima di Lepanto l'Austria è fuori dall'alleanza anti ottomana (per i motivi esposti nel video). La Chiesa è un discorso diverso. Se vai avanti nel video (questo video e quello successivo) vedrai che il suo ruolo è stato evidenziato...eccome. All'inizio si parla dei tre attori dal punto di vista geopolitico e del loro interesse nel Mediterraneo...e questi attori sono tre: la Spagna imperiale di Filippo II, la Repubblica di Venezia e l'Impero Ottomano.
Mi colpisce il fatto che se è vero che le perdite in navi affondate o catturate, dal lato turco, sono di gran lunga superiori alle perdite cristiane, le perdite in uomini indicate nel riepilogo presentato appaiono uguali, cioè 15.000 uomini per parte, ho forse letto male?
@@marcoboniardi7246 barbero delle volte spara le sue cazzate , non puoi basarti su di lui e copincollare. Io non l ho messa come " ah campanilismo" ma per farti leggere di più
Caro Olmo Hauner (ma che nome è?)... vorrà dire che mi documenterò di più. Grazie del consiglio. Mi segnali in base a quale fonte parli di due galee "bresciane" a Lepanto? Sai, non è che internet sia una fonte affidabile.
Bravissimo, peccato quei termini astrusi...capitain schep o come diavolo si scrive. Sarebbe opportuno parlare la propria lingua (mi scuso per la precisazione)
Certo che sentire chi era il "papà" di Carlo V è impressionante, o tempora o mores... dopo il "piuttosto" dialettale, la prima sconfitta è la lingua italiana, prima ancora degli Ottomani, e questo in un sito che dovrebbe essere culturale! Peccato.
@@marcoboniardi7246 non dubitavo che sarebbe arrivata una risposta più civile e meno scorbuticamente presupponente, la sostanza e l'equilibrio della sua conversazione erano una garanzia... Sono io che la ringrazio per l'impegno che assume, è solo segno di intelligenza sicura, che non ha bisogno di.... offendersi per difendersi. Veda, accetto e mi diverte anche la punta di ironia, il buon sorridere è il sale della vita ed è l'unica cosa che ci distingue dagli animali. Sul merito giova ricordare che anche don Lisander andò a risciacquare i suoi panni in Arno e indubbiamente ne guadagnò... e qui finiamo con le quisquilie, è bene rammentare che oltre un certo limite non è bene spingersi, de minimis non curat praetor! Sul resoconto di battaglia ed antefatti, ottimo... un argomento che conosco perché mi ha sempre affascinato. Il particolare degli archibugieri sardi, è quasi sicuramente una "licenza poetica" di D'Annunzio. Il... vate, che riprende la notizia tramandata da una fonte del resto quasi coeva all'avvenimento, enfaticamente declama: "O Cagliari. I quattrocento archibugieri sardi, /che don Giovanni d'Austria alla battaglia/ sotto il vessillo della sua Reale/ s'ebbe per incrollabile muraglia.", e se, come anche lei mi sembra ipotizzi, non può sicuramente negarsi che sardi abbiano partecipato allo scontro sotto le Armi spagnole - del resto il Regno di Sardegna faceva allora parte della Corona di Spagna- e non può escludersi che nella flotta spagnola fossero anche imbarcate truppe, o meglio combattenti sardi, questi però, altrettanto certamente, non potevano appartenere al Tercio di Sardegna, perché, tra l'altro esso, se non erro, pare disciolto già nel 1568, dopo massacranti combattimenti nelle Fiandre. La fonte, pur quasi coeva, che menziona "quatrozientos arcabuzeros sacados del Tercio de Cerdeña", è alquanto controversa, imprecisa e mancante di riscontri coerenti con altre fonti, anche dell'epoca o di poco posteriori. L'equivoco potrebbe essere nato, già da allora, dal fatto che il comandante di alcune unità spagnole a Lepanto era lo stesso che a suo tempo comandava il Tercio de Cerdeña. Resta, delle tappe in Sardegna della flotta spagnola in quel periodo, una lapide, posta in tempi moderni, che ricorda come Cervantes, combattente a Lepanto ed anche però successivamente ad Algeri e Tunisi, passasse per Cagliari nel 1573, quindi comunque successivamente a Lepanto, ed una bandiera ottomana -da annoverare tra i molteplici trofei sparsi in diverse località della penisola, che anche lei giustamente ricorda e che si sperano autentici...- presente in Villa d'Orri, residenza dei Manca, marchesi di Nissa, Villahermosa e Santa Croce, alcuni dei quali pare abbiano preso parte allo scontro. Su un altro vessillo, che si voleva di analoga origine e conservato in una Chiesa di Cagliari, i dubbi di autenticità sono ben più forti e fondati. Ora mi accomiato da lei e la saluto, ad maiora, buon lavoro e buona vita.
Ottima esposizione, ho apprezzato molto anche i particolari tecnici nella descrizione degli armamenti.
Grazie mille
Complimenti , un’esposizione molto chiara ed esaustiva .
Un piacere ascoltare
Grazie
Grazie mille per avermi seguito. 😊
Sono attualmente a Cipro, isola che adoro. Così come la battaglia di Lepanto… è sempre un piacere vedere ancora le mura, i blasoni ed i leoni della serenissima qui.
Evviva
Giorno corretto per questo video 👏
?
@@earnurgrugnospezzato Oggi è l'anniversario della battaglia.
Chissà perché si parla relativamente poco delle flotte a Lepanto, in tanta aneddotica si dimentica l'arte del mare
Abbiamo cercato di fare qualcosa di diverso dal solito.
Davvero completo ed interessante, in associazione con l'altro intervento merita di diventare LA LEZIONE su Lepanto
Grazie mille...quale onore.
Grande Marco ^_^
Grazie mille Mirko
Grazie Domus, siete sempre in prima linea nella diffusione della nostra storia patria e non solo. Grazie per farci conoscere autori bravi e competenti come il professor Boniardi a cui vanno i miei sinceri complimenti e ringraziamenti
Grazie a te
Esposizione di rara competenza. Grazie!
Grazie a te. Troppo buono.
Grazie mille Sig.Boniardi e grazie D.O. 🔝
Ottimo.
Ci sono vedute del Canaletto con fuste da guerra in Laguna fino al 1700. Complimenti al professore per l'approfondimento.
Grazie mille. Hai ragione: i legni a remi (galee, galeotte e fuste) ci saranno ancora fino al '700.
complimenti e grazie per questa conferenza
Grazie a te
Ormai stiamo raggiungendo il livello "Accademia Domus Orobica".
Di sto passo iscriversi al canale farà curriculum come specializzazione in storia.
Complimenti al professore.
Non ho fatto l' università, ma adesso penso di avere capito più o meno il profumo che ha ...
Adulatore. 😂😂😂😂
A Spelonca, nelle montagne sopra Ascoli piceno, ogni 4 anni si celebra la ricorrenza di quando fornirono un albero per una delle galee che parteciparono alla battaglia.
I paesani, e anche molta gente venuta da fuori, si arrampica o sulla montagna, abbattono l'albero più grande, lo sfrondano e portano giù in paese il tronco A MANO
Non lo sapevo. Forte.
Complimenti professore per il video
Grazie. Troppo buono.
Se tanto mi da tanto non vedo l'ora di sentire della battaglia. Scommetto che sarà epica (ma veritiera)
Speriamo ti possa piacere anche la seconda parte. Grazie.
Gloria al professor Marco Boniardi. 👏👏👏
Grazie a te.
Grande Prof. Bonardi, ci voleva un ingegnere per raccontare Lepanto in maniera comprensibile.... io ho sempre creduto che si fosse svolta nel golfo di Preveza....
Grazie a te
Complimenti alla Domus e al professor Boniardi per aver messo in risalto un aspetto pressoché dimenticato di quella epica giornata. E visto che ognuno quà deve cacciar fuori le glorie (ed è un un aspetto sintomatico dell'importanza quasi mitologica della battaglia, se a quasi 500 anni ogni città vuol ancora vantare la sua partecipazione) aggiungo che Vicenza mise in acqua la "Uomo di Mare" al comando di Jacopo Draffano
Quando pubblicheremo il seguito apriremo uno spazio nei commenti riservato a "racconta la tua città alla battaglia", mi sa che potrebbe essere il tema di una conferenza a parte "italiani a Lepanto: mito e memoria"
@Porfirij Petrovic detta "la mangia gatti" 😁😁😁
Vero. Grazie per il commento.
Vicenza dovrebbe averne avute due: La Torre di Ludovico da Porto e L'Uomo marino di Giacomo Trissino.
Uomo marino o Uomo di mare è lo stesso
Complimenti al relatore: ottima lezione, asciutta ma completa
Grazie mille.
Ottimo davvero
Grazie mille
@@marcoboniardi7246Ho aspettato il momento giusto per guardare il video.
Grazie, professor Boniardi.
Grazie.
Grazie a te. Davvero.
Eccellente esposizione.
Grazie.
Grande Prof
Grazie mille davvero.
Hurrà!!!
Grazie
Commento di carattere generale sulla/e galea/e di Brescia a Lepanto. Premesso che il problema da un punto di vista storiografico non è assolutamente rilevante, credo forse di aver capito l'arcano. Dall'ordine di battaglia di Lepanto riportato dal Venier e dal Contarini compare una galea denominata "Il Cavallo Marino", comandata dal sopracomito Giovanni Antonio Cavalli: questa potrebbe essere l'imbarcazione "incriminata". L'equivoco, se di equivoco si tratta, può essere legato al fatto che questa galea, insieme ad altre, imbarcavano fanterie reclutate a Brescia e nella provincia. Tali fanterie avevano come gonfalone lo stendardo con i Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia. Se il nucleo principale della fanteria bresciana fosse stata imbarcato sulla galea "Il Cavallo Marino" è ragionevole ritenere che anche il gonfalone sarebbe stato issato sulla stessa imbarcazione. Da qui potrebbe, e sottolineo potrebbe, nascere l'equivoco di una galea chiamata Santi Faustino e Giovita.
Ritengo comunque che il tutto sia molto marginale in una prospettiva storica e che, soprattutto, non valga la pena perdersi o fare polemiche per una faccenda del genere. Questo nulla toglie all'eroismo e al sacrificio di tutti gli equipaggi (tutti, nessuno escluso) che hanno combattuto a Lepanto, sia nella flotta cristiana che nella flotta musulmana. Marco Boniardi
Aggiungo...il Cavalli era un nobile di origine bresciana.
Grazie! Avevo fatto un commento sotto un altro post, ma questo chiude la discussione
Per me la Sant'Alessandro di Bergamo (al Centro con Venier) e la Santa Efuemia di Brescia (all'Ala Sinistra con Barbarigo) le hanno tenute separate apposta per evitare che passassero la giornata a guardarsi addosso 😂😂😂
Aggiungo però che, sul finire del giorno, deve essere stato bello trovarsi tra i sopravvissuti con gente che parlava la tua stessa lingua.
Brescia aveva 2 galee.
Ti pareva che i bresciani non esageravano ....😁
@Alessio Macconi la mitica galea fantasma del bresciano volante 😂😂😂
@@paolomolinari5938 no
Erano la San eufemia e mi pare l altra si chiamasse Faustino.
Brescia aveva fornito anche tutta l artiglieria pesante e quasi tutta la fucileria alla flotta
Bravo, bravo, bravo.
Linguaggio chiaro e semplice, ricco di dati, curiosità e informazioni (molte delle quali si riveleranno utili da sapere quando verranno narrati i fatti della battaglia), raccontato con tutti i tecnicismi che sono propri dell'argomento.
Comunicazione che arriva dritta dritta, "a tempo di pec".
Aspetto con altrettanto interesse la seconda parte. Grazie molte.
Viene voglia di salire su una di queste Galee e andare a combattere.
📯🌊🌊🌊🌊⚔️🛡️⚔️🌊🌊🌊🌊📯
P.s. Ho conosciuto anch'io Giuseppe Rava al Militaria di Novegro. Bravissimo illustratore 💪......ho una sua tavola sulla battaglia di Leipzig 1813 autografata.
Grazie mille.
@@marcoboniardi7246 Ingegnere ho conosciuto Lei e l’Ingegner Casaroli nel 2012 a Piacenza (Nitrurazione va Cementazione) che piacere scoprire che abbiamo anche in comune l’interesse per la Storia Militare! Complimenti per i contenuti, spero di reincontrarla!. Ing. Matteo Finotto
Grazie Matteo. Un piacere re-incontrarti.
Grazie
Il ducato di Parma e Piacenza affittò due legni genovesi, non so se dire che li armò perché l'equipaggio doveva essere per forza ligure data l'esperienza di mare di noi emiliani, e imbarcò il fior fiore della nobiltà della provincia. Abbiamo delle bandiere al castello di Rivalta a testimonianza dell'evento.
Non erano state affittate, erano due galee della flotta della Repubblica (tra cui la Capitana, ossia l’ammiraglia) su cui erano state imbarcate le fanterie reclutate da Alessandro Farnese, figlio del duca di Parma e Piacenza Ottavio
Bravo
Grazie
Volevo chiedere al professore quanto fosse lunga la vita operativa di una galea, per quanti anni poteva tenere il mare?
Pochi anni. Gli scafi marcivano rapidamente. Al massimo 4 o 5 anni di vita operativa. Grazie del tuo interessamento.
@@marcoboniardi7246 non è rapidamente 4 o 5 anni. E duravano anche di più Marcivano rapidamente quelle turche post Lepanto, costruite direttamente nei boschi senza far stagionare il legno.
6 mesi
Quale fonte usi per indicare un numero "medio" di anni maggiore di 4 o 5? Il calafataggio (spero tu sappia cosa sia) non era particolarmente accurato e, anche con un legno di buona stagionatura, una galea operante in mare in modo continuo dopo 4 o 5 anni era messa molto male. Ci sono casi in cui dopo sei mesi le galee facevano pietà (problema tipico degli ottomani e degli spagnoli che non avevano legni di buona qualità). Ma ci sono anche casi in cui anche dopo 9 anni le galee erano ancora in buono stato (vedi Capponi). Il problema vero è che noi non abbiamo (o almeno io non ne ho contezza) indicazioni sulle modalità di manutenzione delle imbarcazioni e sull'impiego operativo effettivo. A volte, nei mesi invernali erano tirate in secca, a volte no. 🤷🏻♂️
Se può essere di interesse ho trovato che i veneziani (i migliori costruttori di galee) riuscivano a farle durare anche 10-12 anni. Come dicevo bisognerebbe sapere i livelli manutenzione e, si direbbe oggi, di "revamping".
Ed io che pensavo che le navi a Lepanto somigliassero a quelle di Ben Hur
Ottimo. Sono riuscito a raccontare qualcosa di nuovo.
Non basta vincere battaglie. Bisogna vincere le guerre.
La battaglia di Lepanto, schiacciante vittoria cristiana, è un episodio della guerra di Cipro, guerra PERDUTA dai cristiani.
Già
Cipro fu persa dai veneziani e non penso che genovesi e spagnoli si siano stracciate le vesti per la sfortuna di Venezia.
La cristianità non era un blocco granitico.
@@mauroorso1963 Giustissimo. Nessuno dei due blocchi era compatto.
Il "cristianissimo" Re di Francia era alleato dell'impero ottomano.
E l'impero persiano (mussulmano) fu per secoli acerrimo nemico dell'impero ottomano.
Bellissimo intervento - si potrebbe spiegare perché ad un certo punto le galee non siano più state usate nel mediterraneo? Semplice avanzamento delle tecniche veliche? Grazie mille
Corretto. Miglioramento del sistema velico dei vascelli rispetto ai galeoni.
Quindi- armi da fuoco a parte- la struttura delle imbarcazioni e il modo di combattere non era un granché cambiato dall’epoca della battaglia di Azio(per non dire di salamina). O sbaglio?
No, non sbagli. A parte gli speroni sopra la linea di galleggiamento rispetto ai rostri che stavano sotto.
@@marcoboniardi7246 come mai i veneziani non svilupparono mai imbarcazioni con ponte coperta come le caravelle?
Non è una cosa solo veneziana. È tipico di tutte le galee mediterranee, ponentine e levantine, ottomane, barbaresche, spagnole, italiane e veneziane. Le galee non avevano ponte di coperta.
@@davideluciani1754 le hanno sviluppate, in tutto il mediterraneo esistevano velieri con i ponti di coperta (navi, galeoni e altre tipologie). Ma per la guerra erano meglio le galee
Il professore non è entrato nel dettaglio ma io penso che , a questo punto, i rematori non fossero a torto nudo. Non solo a Lepanto, dove la notte deve aver fatto un freddo boia, ma neppure d'estate (rischio di scottature e simili col riverbero del sole e la salsedine). Quando esce il seguito?
tra qualche settimana esce la seconda parte, interamente dedicata alla battaglia
Osservazione dotata di sensi pratico...
Lezione da accademico di livello. Ho letto ilibro di Barbero e di Santoni. Lei ne suggerisce altri?
Quello di Nicolò Capponi su Lepanto.
Sapevo di fantesche teutoniche in buon numero sulle navi cristiane a Lepanto, qualcuno può confermarmi la cosa? Non uso il termine truppe mercenarie perché all'epoca credo che tutti fossero riconducibili a quella tipologia (giannizzeri a parte)
Sì è vero. C'erano anche truppe di lingua tedesca se non ricordo male circa 2000 uomini
Se vale qualcosa non ho raccontato un mucchio di cose e di aneddoti
Vorrei chiedere al relatore qualcosa circa l'età media degli equipaggi, e per quanto o fino a quale era un rematore riusciva a fare quel lavoro massacrante. E dopo la fine della "carriera" cosa facevano? Grazie e complimenti vivissimi per l'esposizione: lucida, approfondita, e ben esposta
Non ho dati, dovrei documentarmi. Credo che non fosse una bella vita quella di vogare in galea. Secondo me tiravano le cuoia presto.
@ Marco Boniardi io non sarei così sincero. I vogatori erano il motore della nave, usurarli inutilmente voleva dire pregiudicare l'operatività della flotta. Inoltre Barbero riporta le lamentele degli ammiragli che protestavano di condanne troppo clementi (cioè troppo brevi) al remo. Piuttosto volevo chiederle cosa ne era dei galeotti durante l'inverno. I Buonavoglia tornavano a casa, ma i forzati?
Sicuro..il T9
@@ziggystardust8713 "tiravano le cuoia presto" intendo che al massimo facevano due-tre stagioni. Prova a pensare alle malattie e alla scarsa e pessima alimentazione. Se aggiungi le condizioni igieniche non puoi pensare ad un tasso di sopravvivenza elevato.
Bellissimo intervento !!! Il relatore ha per caso scritto qualche libro sull'argomento?
No... ma con la quantità di materiale che ho raccolto, mi verrebbe voglia di farlo.
@@marcoboniardi7246 si sbrighi!!!….
Brescia, che mi è patria per via materna, armò non una ma due galere (la Sant'Eufemia e la Santi Faustino e Giovita) ed arruolò 1800 fanti da sommare ad una carata” di 2.000 bonavoglia già in servizio alla Serenissima.
👍
Hai ragione. Ho dimenticato di citarla.
Ho controllato. Sul libro di Barbero la "Santi Faustino e Giovita" non è citata. Questo non significa a priori nulla: ogni fonte ha dei limiti. Secondo me poteva essere presente oppure no. Strano però che non sia citata.
Strano però che non si sappia con certezza assoluta la provenienza di ogni galea ed almeno il nome del comandante 🤔 , passi il nome di ogni membro dell'equipaggio o della truppa , ma i registri con tutta la lista delle imbarcazioni e della logistica qualche incaricato del serenissimo governo di san Marco l'avrà pure fatta...
Bellissima introduzione alla battaglia ma ho qualche domanda da porre in materia, sopratutto per quello che riguarda le galee (visto che il professore si presta approfitto della sua pazienza). Vado a ruota di altre discussioni qui sotto: se le condizioni di vita erano così terrificanti da pregiudicare la vita dei detenuti com'è che si trovava qualcuno disposto a farlo per denaro? E se questi venivano trattati meglio dei forzati com'era possibile mantenere uniformità nell'efficenza del "motore"? Quanto tempo passavano in mare, considerato che navigavano sottocosta? Perché, se facevano come i greci ai tempi della guerra del Peloponneso, l'equipaggio dell'imbarcazione passava in acqua un tempo assai limitato della navigazione. Esempio: da Venezia a Candia a remi (se non c'era vento) ma con quante tappe? E, arrivati a destinazione, dopo quanto su riparte? Se ci si ferma a Creta stiamo in acqua tutto il tempo? In caso di un epidemia (cosa probabile) la flotta è inutile, se I forzati si logorano lo stesso, se l'equipaggio è sottonutrito dove trova la forza per remare? E se qualcuno non riesce più a tirare avanti, in pieno mediterraneo, dove trovo il cambio? Insomma l'idea di una realtà infernale mi lascia qualche dubbio. La ringrazio in anticipo se vorrà rispondere.
Mamma mia. Vediamo se riesco a risponderti. Non che sappia tutto a memoria; cerco e ti rispondo...o almeno provo.
I rematori liberi provenivano dai ceti più umili, il fatto che le condizioni a bordo fossero pessime è il motivo per cui se ne trovavano sempre meno e si doveva, quindi, ricorrere ai forzati.
I tre rematori che manovravano un singolo remo non erano tutti della stessa qualità, il migliore stava all’interno.
I rematori non sbarcavano mai, passavano tutto il tempo in mare, solo marinai e soldati potevano sbarcare durante le soste
Soste e tempi della navigazione erano a discrezione del capitano (se la galea era in navigazione individuale) o del capitano generale/provveditore (ammiraglio) se navigavano in squadra. Le soste erano determinate dalla necessità di rifornimento di acqua e cibo, dalle condizioni meteo e anche dalle opportunità commerciali (fermarsi per vendere o acquistare merce). In caso di maltempo non si ripartiva finché non c’erano
le condizioni per farlo. Per avere un’idea dei tempi di navigazione: da Cadice a Genova, in condizioni ottimali, 5 giorni
Epidemie e malattie inficiavano l’efficienza della singola galea e della flotta. È il motivo, ad esempio, per cui le galee tendenzialmente non navigavano da ottobre ad aprile: i rematori vivendo all’aperto sul ponte si ammalavano facilmente e se il numero degli ammalati era troppo elevato la galea non poteva più operare come unità da battaglia (riusciva sempre a muoversi, anche con pochi rematori in salute, ma la velocità da battaglia veniva compromessa). Le epidemie erano un problema che poteva portare al fallimento di una campagna (accadde, ad esempio, nel 1570)
Non capisco perché UA-cam continui a cancellare le mie risposte.
Grazie al Prof.Beri per l'aiuto
Per approfondire scarichi gratuitamente il testo dei primi del 600 di Pantero Pantera (L'Armata Navale). Troverà una miniera di informazioni.
È possibile diventare patron di questo bellissimo canale?
tra qualche mese se Dio vuole sarà possibile, intanto puoi proporre qualcosa che ti interessa😉
@@domusorobica2014 Grazie non vedo l'ora che si possa fare, sono sempre stato uno studioso e appassionato della rivolta decembrista vorrei sentire altre opinioni al di fuori delle mie. Cordialità
per quello c'è Aldo Ferrari, chiediamo a lui
@@Ale15072Decabrista?
Scusa.
👍👍👍👍
👍
13:10 senza contare che la Francia ha sempre avuto ottimi rapporti con il sultanato turco, pertanto non credo gli sarebbe dispiaciuto se gli spagnoli avessero preso una batosta a Lepanto.
Verissimo. Però va detto che c'erano anche alcuni cavalieri francesi, tedeschi ed inglesi sulla flotta della lega.
@@marcoboniardi7246 come oggi non era tutto bianco o nero: sicuramente qualche cattolico convinto avrà partecipato per salvare il mondo Cristiano, altri per interesse e altri ancora per facciata. Inoltre ricordiamo che i re francesi avevano l’appellativo di cristianissimi, nel mentre però facevano accordi con il nemico musulmano 😅
@Felix io credo che la maggior parte abbia partecipato di quello spirito di crociata, non facciamo gli uomini dell'epoca (e di oggi) più smaliziati di quel già non sono. Parteciparono allo scontro genti di Bergamo e di Brescia, di Mantova e di Piacenza, di Novara, di Bologna. Uomini per cui di Cipro non aveva alcuna rilevanza strategica e che non viveva di commercio marittimo e che avrebbe trovato di che campare facendo altro. Del resto è improbabile che qualcuno sua diventato ricco con quella battaglia (qualche moneta si sarà potuta pure sgraffignare dai turbante degli ottomani ma i denari veri, ammesso che ci siano stati, saranno andati alla cassa della Lega). Troppo alto il rischio per un guadagno incerto e limitato.
Felix hai ragione. In guerra c'è di tutto. Ora come allora.
@Felix Dobbiamo vederla con gli occhi degli aristocratici di allora, pensa che solo Bergamo offrì un contributo volontario a fondo perduto di 24mila ducati. Denaro che, anche fosse stata vinta la guerra, la municipalità non avrebbe mai più rivisto. L'onore, cioè il buonome, è un attributo per cui si rischia volentieri. Pensa ai Fugger che per un titolo nobiliare hanno mandato in bancarotta la ditta
Le galee non tenevano bene il mare, specie oer la loro forma di chiglia, poi vi era il problema dei rematori senza alcun riparo, che ne riduceva l'uso nei mesi caldi (maggio-ottobre)
Forse sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, ma avrebbe monopolizzato questa parte
Verissimo. Sono d'accordissimo con te.
@@marcoboniardi7246grazie.
Penso che andrò presto al museo dell'Arsenale, mi farò accompagnare da un amico che è diretto discendente del comandante della fanteria di una galea veneziana
Bellissimo
Solimano venne nominato il Magnifico dai cristiani, per gli ottomani era il Legislatore.
Già 😊
Permettetemi, ma sono un paio di inesattezze...all'inizio si dice che manca l'Austria, ms l'Austria c'è perché fa parte dell'impero di Carlo V. Gli attori non sono tre, ma quattro poiché c'è pure lo Stato della Chiesa che fa da catalizzatore dell' alleanza.
Secondo me stai confondendo un po' alcune cose. Partiamo dall'Austria. Fino a Carlo V la politica imperiale era comune. Dopo, avendo Carlo V diviso l'impero, la politica dell'Austria inizia a divergere da quella della Spagna. È vero che sono lo stesso impero ma hanno però interessi differenti...e infatti prima di Lepanto l'Austria è fuori dall'alleanza anti ottomana (per i motivi esposti nel video). La Chiesa è un discorso diverso. Se vai avanti nel video (questo video e quello successivo) vedrai che il suo ruolo è stato evidenziato...eccome. All'inizio si parla dei tre attori dal punto di vista geopolitico e del loro interesse nel Mediterraneo...e questi attori sono tre: la Spagna imperiale di Filippo II, la Repubblica di Venezia e l'Impero Ottomano.
@@marcoboniardi7246
Grazie per l'approfondimento.
Mi colpisce il fatto che se è vero che le perdite in navi affondate o catturate, dal lato turco, sono di gran lunga superiori alle perdite cristiane,
le perdite in uomini indicate nel riepilogo presentato appaiono uguali, cioè 15.000 uomini per parte, ho forse letto male?
Brescia aveva 2 galee. Passero, partecipazione di Brescia alla guerra di Cipro
Ho già risposto sopra. Barbero ne indica una sola. Tutto può essere... però non mi pare una questione cruciale, al di là del campanilismo.
@@marcoboniardi7246 barbero delle volte spara le sue cazzate , non puoi basarti su di lui e copincollare.
Io non l ho messa come " ah campanilismo" ma per farti leggere di più
Caro Olmo Hauner (ma che nome è?)... vorrà dire che mi documenterò di più. Grazie del consiglio. Mi segnali in base a quale fonte parli di due galee "bresciane" a Lepanto? Sai, non è che internet sia una fonte affidabile.
Preferisco voi a Barbero...
Quale onore. Grazieeeeeee. 😊😊
Mille volte barbero è un cantastorie
Bravissimo, peccato quei termini astrusi...capitain schep o come diavolo si scrive. Sarebbe opportuno parlare la propria lingua (mi scuso per la precisazione)
Non ho capito a cosa ti stia riferendo?
Ma il tercio di Sardegna? A Cagliari è conservato stendardo turchesco.
è spiegato il caso del tercio di Sardegna, non era un tercio ma erano comunque sardi
Esatto
Reazione a caldo a "le 3 caravelle di Colombo che non sono 3 caravelle"
m.ua-cam.com/video/5ezIv-wQpvI/v-deo.html
Genio assoluto. 😂😂😂😂😂😂😂😂
Sono piegato in due.
Certo che sentire chi era il "papà" di Carlo V è impressionante, o tempora o mores... dopo il "piuttosto" dialettale, la prima sconfitta è la lingua italiana, prima ancora degli Ottomani, e questo in un sito che dovrebbe essere culturale!
Peccato.
peccato sì, di tutta una conferenza sei riuscito a tirar fuori solo questo?
Grazie del suggerimento...la prossima volta "piuttosto" userò il termine "astero padre". Piuttosto.
@@marcoboniardi7246 non dubitavo che sarebbe arrivata una risposta più civile e meno scorbuticamente presupponente, la sostanza e l'equilibrio della sua conversazione erano una garanzia...
Sono io che la ringrazio per l'impegno che assume, è solo segno di intelligenza sicura, che non ha bisogno di.... offendersi per difendersi.
Veda, accetto e mi diverte anche la punta di ironia, il buon sorridere è il sale della vita ed è l'unica cosa che ci distingue dagli animali.
Sul merito giova ricordare che anche don Lisander andò a risciacquare i suoi panni in Arno e indubbiamente ne guadagnò... e qui finiamo con le quisquilie, è bene rammentare che oltre un certo limite non è bene spingersi, de minimis non curat praetor!
Sul resoconto di battaglia ed antefatti, ottimo... un argomento che conosco perché mi ha sempre affascinato.
Il particolare degli archibugieri sardi, è quasi sicuramente una "licenza poetica" di D'Annunzio.
Il... vate, che riprende la notizia tramandata da una fonte del resto quasi coeva all'avvenimento, enfaticamente declama: "O Cagliari. I quattrocento archibugieri sardi, /che don Giovanni d'Austria alla battaglia/ sotto il vessillo della sua Reale/ s'ebbe per incrollabile muraglia.",
e se, come anche lei mi sembra ipotizzi, non può sicuramente negarsi che sardi abbiano partecipato allo scontro sotto le Armi spagnole - del resto il Regno di Sardegna faceva allora parte della Corona di Spagna- e non può escludersi che nella flotta spagnola fossero anche imbarcate truppe, o meglio combattenti sardi, questi però, altrettanto certamente, non potevano appartenere al Tercio di Sardegna, perché, tra l'altro esso, se non erro, pare disciolto già nel 1568, dopo massacranti combattimenti nelle Fiandre.
La fonte, pur quasi coeva, che menziona "quatrozientos arcabuzeros sacados del Tercio de Cerdeña", è alquanto controversa, imprecisa e mancante di riscontri coerenti con altre fonti, anche dell'epoca o di poco posteriori.
L'equivoco potrebbe essere nato, già da allora, dal fatto che il comandante di alcune unità spagnole a Lepanto era lo stesso che a suo tempo comandava il Tercio de Cerdeña.
Resta, delle tappe in Sardegna della flotta spagnola in quel periodo, una lapide, posta in tempi moderni, che ricorda come Cervantes, combattente a Lepanto ed anche però successivamente ad Algeri e Tunisi, passasse per Cagliari nel 1573, quindi comunque successivamente a Lepanto, ed una bandiera ottomana -da annoverare tra i molteplici trofei sparsi in diverse località della penisola, che anche lei giustamente ricorda e che si sperano autentici...- presente in Villa d'Orri, residenza dei Manca, marchesi di Nissa, Villahermosa e Santa Croce, alcuni dei quali pare abbiano preso parte allo scontro.
Su un altro vessillo, che si voleva di analoga origine e conservato in una Chiesa di Cagliari, i dubbi di autenticità sono ben più forti e fondati.
Ora mi accomiato da lei e la saluto, ad maiora, buon lavoro e buona vita.
Grazie
Nello Jutland lo stesso numero di unità?
Di preciso non saprei dirti. Guarda Wikipedia. 😉