Buongiorno, mi sembra che la filosofia di Severino si avvicini più a un atteggiamento religioso che a un sistema filosofico rigoroso. Le sue promesse di eternità attraggono adepti, affascinati dall’idea di una verità assoluta (come in ogni religione, o quasi), ma continuo a non capire come si possa parlare di "incontrovertibilità" con strumenti dialettici e senza formalizzarla nell'ambito della logica formale. Un esempio contrario è il teorema di Gödel, che non può essere confutato proprio perché poggia su una logica incontrovertibile e non su argomenti dialettici fumosi. Migliaia di anni di discussioni basate sulla dialettica non potranno scalfire questa verità, mentre qualsiasi sistema basato sulla "fede" sfugge come un’anguilla al tribunale della razionalità, proprio a causa della vaghezza e dell’imprecisione degli argomenti. E per questo, anche mille anni di discussione sui fondamenti del Severinismo con gli adepti non porteranno mai a nulla. La verità matematica è relativa (ed è il massimo che si può ottenere: a partire da premesse non dimostrabili ma non per questo insensate, si arriva a conseguenze vere e che molto spesso trovano un rapporto con la realtà sorprendente; si pensi ad esempio alla teoria dei gruppi, nata come pura speculazione, dopo molto tempo ha trovato un fondamento nella descrizione della realtà fisica), offre una solidità che nessuna fede può pretendere, per sua stessa natura. In questo senso, chi cerca risposte assolute rischia di cadere in una forma di idolatria concettuale più che in una genuina ricerca di verità. Vale la pena ricordare che i tentativi di dimostrare l'esistenza di Dio sono stati abbandonati da secoli dalla Chiesa perché si è resa conto che sono inutili e soprattutto che non ne ha bisogno! L'Essere di Severino è una divinità, chi decide di adorarla, abbandoni pretese dimostrative. E sarebbe pure un religione comoda, in quanto è priva di etica, ma questo è un altro discorso. Non è un caso che non ci sono logici severiniani! Saluti, e grazie per gli ottimi interventi che riuscite sempre a proporre. PS Ho letto Essenza del Nichilismo e parte della struttura originaria (l'ho abbandonata perché si ripetono sempre le stesse cose)
Premesso che non parteggio a favore o contro Severino (sto pian pianino, compatibilmente con gli impegni della vita, studiando), trovo particolamente interessante il punto espresso da Italo Nobile sulla stabilità dell'identità e credo che il grosso stia in quel punto. Luigi Pavone presenta in modo cristallino le criticità del pensiero severiniano, per quanto possa io intendere. Thomas Santoli non convince: quando alla richiesta di un esempio si risponde di non saperlo proporre, la cosa è alquanto sospetta. Più approfondisco il pensiero di Severino, più mi pare che la sua "forza" stia nell'ambiguità di approccio, a cavallo tra logica, filosofia e religione. Dopo tutto, se volessimo fidarci del piu' grande logico vivente, Graham Priest, la confutazione del pensiero severiniano segue da quella del principio di non contraddizione. Ottimo programma, continuate così.
Secondo me Michele ha centrato il punto: se la struttura originaria abbisogna di premesse e regole d'inferenza per essere dimostrata, ma queste premesse e regole abbisognano della struttura originaria, siamo davanti ad un circolo vizioso. Si chieda a Santini: ok, eliminiamo tutto ciò che non ha la certezza desiderante da Severino. Cosa rimane? Risposta, immagino: la struttura originaria. Perché? Perché si dimostra che....bla bla bla. Come? Con questo passaggio, questa regola ecc.. Ma, tecnicamente, quelle cose non le abbiamo, abbiamo deciso di eliminarle perché ancora non cogenti. Insomma, un pastrocchio illogico e insensato, mi spiace...
Live interessantissima. Davvero questo progetto è una piccola perla. In ogni caso, per quanto sia veramente difficile seguire Santini (per suo demerito, sia ben chiaro), forse uno spunto che si potrebbe cogliere dal suo ragionamento è che si potrebbe formalizzare un sistema fondante, che comprendesse al suo interno le premesse della logica formale + una giustificazione (ovvero il principio d'opposizione, dice lui) del perché queste premesse siano quelle necessarie per ogni forma di sapere e lui ritiene che questo sistema sia la struttura originaria. Spunto interessante, però in effetti, a mio parere, si crea cortocircuito, perché è vero che le premesse della logica formale necessitano di presupporre in qualche modo cosa sia un'identità (ergo il principio d'opposizione) per essere formulate, ma è vero anche il contrario. Secondo me non se ne esce: è proprio il limite del pensiero il fatto di dare per assunto sia l'identità, sia delle regole logiche. Poi ci sarebbe anche il discorso dell'esperienza da poter approfondire, Severino direbbe dell'apparire, che in effetti non penso si possa formalizzare in termini logici, ma semplicemente è autoevidente a livello empirico già nel cogito ergo sum e dunque in ogni forma di pensiero e da qui anche definire cosa significhi esistere, in quanto anche l'esistenza ha per forza di cose a che fare con il manifestarsi e l'esperienza empirica.
Cari, rispondo in differita con un paio di osservazioni. La prima riguarda la tautologicità della SO. Si dice spesso che la SO è più che una tautologia. Questo dipenderebbe dalla sua fondazione elenctica. Ora anche concedendo che la fondazione di un principio ne modifichi dialetticamente il significato, a me pare che non possa però modificarne le caratteristiche inferenziali. Prendiamo una rappresentazione della SO, e concediamo pure che ciò che il principio d’identità che viene così rappresentato, a dispetto della sua formulazione verbale, rappresenti “qualcosa di più” di ciò che in logica formale rappresenteremmo con le identità della forma x=x (individuali o predicative) e con le implicazioni della forma P -> P. Qualsiasi cosa sia, questo “di più” non può però conferire al principio un potere inferenziale (sintattico) superiore a quello di queste formule. Qualsiasi proposizione sia possibile derivare dalla SO, mi pare, qualsiasi cosa significhi, non può che avere quella forma. Questo mi pare sufficiente a dimostrare che nessuna logica di inferenza che non sia della forma P |- P (p.es. il Modus Ponens) può essere fondata sulla SO. Mi pare inoltre che, contrariamente a quanto sostenuto da qualcuno nella live, non sia possibile fondare elencticamente le regole di inferenza. Per negare la validità del modus ponens, ad esempio, non siamo in alcun modo costretti ad usarlo. L’affermazione che la SO è presupposta per garantire l’"identità delle regole di inferenza" (qualsiasi cosa voglia dire), mi pare del tutto irrilevante, dal momento che è presupposta nello stesso senso anche per garantire l’identità di regole invalide. Quando ci interrogiamo sul fondamento della logica, suppongo, ci interroghiamo circa il fondamento epistemologico della validità delle regole di inferenza e della verità degli assiomi, non sul fondamento della loro mera autoidentità. Il problema della fondazione è un problema filosofico aperto e molto discusso, il così detto “problema della deduzione”, e non credo che l’elenchos o la SO abbiano qualcosa da aggiungere al dibattito contemporaneo. Non è un caso che i tentativi secolari di fondare la logica sui tre principi fondamentali siano falliti e siano oggi stati abbandonati. Infine, come già detto molte volte, non vedo perché concedere a S. anche la fondazione elenctica del PNC. Dal fatto che non sia possibile negare la SO senza presupporla, segue solo che, qualora fosse falsa, sarebbe ANCHE vera. Da ciò seguirebbe che è SOLO vera solo presupponendo circolarmente il PNC (nella sua versione metalogica forte, non nella sua formulazione sintattica, che è valida anche in certe logiche paraconsitenti).
1) alla luce del Destino anche il banale A = A è APORETICO ovvero ê una mera Identità Formale NICHILISTICA in quanto il 1° A è Inconsciamente creduto essere lo Stesso 2° A quando invece sono 2 Enti Diversi così come se penso al Numero 3,14 e poi ci ripenso mi sono Apparsi due Enti DIVERSI che x Abitudine Isolante credo siano lo Stesso 2) ovviamente anche questo mio scritto è Nichilistico = SEQUENZA di Inferenze nel Tempo così come lo sono i così detti Libri di Severino 3) il Circolo Vizioso Pdnc - Elencos - Pdnc è SEQUENZIALE nel Tempo quindi Non vede che Identità CONCRETA è ISTANTANEA Immediata Non Temporale. Cmq sei stato molto + profondo dei così detti creatori di questo pur interessante dibattito. Cordialità
Severino è stato un filosofo ampiamente sopravvalutato, ma visti gli attuali tempi non mi meraviglio più di tanto. Da aggiungere che la cosiddetta ontologia neoparmenidea non ha nessuna base morale o etica, in sostanza se tutto rimane eterno tutta è ugualmente valido e non si capisce quindi a cosa servirebbe la distinzione tra il bene e il male, o l'avanzamento dell'uomo in termini spirituali, morali, culturali, economici e tecnologici. Credo che l'aspetto più spaventoso della filosofia severiniana sia proprio questo: una struttura intrinsecamente nichilistica, che a detta del suo fondatore, dovrebbe condurre gli uomini a superare ogni forma di nichilismo. Siamo messi davvero bene!
D'altronde, volendo essere ontologici, quando scrivo NON(A) (col simbolo del linguaggio logico apposito per "NON" che qui non ho a disposizione), dico neanche troppo implicitamente che "A" esiste da qualche parte, dato che lo nomino; quindi è "NON(A)" solo in un certo piano è che non c'è, sempre e non sarà mai cosa assoluta, che i seguaci di Severino se lo piantino bene nella loro zucca !!!
ll ragionamento filosofico è il tentativo di avere uno sguardo sul tutto, unico modo per cogliere il vero. E' un ragionamento che indaga i presupposti, che si mette sulla soglia e prova a cercare di cogliere quello che c'è di là, che si trova oltre la soglia, e che scopre che la soglia non è superabile ma solo maggioramente approssimbile perché qualora dovessi pensare di averla superata semplicemente facendomi la stessa domanda scoprirei un'altra soglia. Questo l'aveva già capito Platone, nel Parmenide. E ce lo dice tutta la storia della filosofia classica e moderna ad esempio quando è costretta a fermarsi alla diade Uno molti o al Motore immobile causa sui. La filosofia contemporanea non solo non ha sciolto questo nodo ma lo ha assunto come necessario - almeno da Godel in poi -, e vi ha aggiunto la problematica della realtività dello sguardo ossia la consapevolezza del limite fisiologico/storico/spaziale/culturale di qualsiasi indagine. Non solo dunque la soglia non è superabile ma solo massimamente approssimabile, ma questa indagine è necessariamente rinchiusa nei bias del soggetto che indaga. Ora, se questo è il quadro d'insieme, sentire parlare di "fondamento incontrovertibile" è sentire un discorso non filosofico, è sentire una chiacchiera senza capo né coda. Il fatto che non solo per sostenere questa tesi non ci sia la comprensione che il proprio discorso sia necessariamente dentro i presupposti che si pretenderebbe di poter giustificare, ma che ad un certo punto la logica venga affogata nell'ontologia è la certificazione che si tratti di misticismo e non di filosofia.
Goedel ha introdotto il Tempo dentro il fortino della Logica Formale Classica de facto mostrandone il carattere di mera Abitudine Inferenziale: ma è un difetto Necessario nella Terra Isolata. Le famose Geometrie Non Euclidee con le Rette Parallele che si Incontrano pone A = Non-A e demolisce il Pdnc in Geometria. Paradosso di Russell lo fa sia in Logica che in Matematica. Heidenberg lo fa nella così detta Fisica. È NECESSARIO CHE CON LO SCORRERE DEL TEMPO ERRORE NICHILISTICO CRESCA SEMPRE + NELLA TERRA ISOLATA.
@@sergioiacino4825 Te lo dico ma non lo capirete, non x in-capacità o de-merito od ignoranza intellettualistica ma x mancanza di illuminazione cioè x vostro "attuale" de-stino. Ciò implica da parte vostra una Naturale De-risione: ed anche questo è parte del vostro "attuale" de-stino. Goedel dice che un sistema formale che accetta proposizioni riflessive negative od è incoerente od è incompleto. Se è incoerente viola IMMEDIATAMENTE il Pdnc. Se è incompleto dice che DENTRO "quel" sistema formale non di TUTTE le proposizioni è Dimostrabile se sono Vere o False cioè (rubo termine da Heisemberg) è in-determinato. Bisognerebbe salire di Livello ad un sistema superiore e così via ad OO PRO-gressium (attenzione: NON RE-gressium). Da cui: la Verità NON sarebbe DIMOSTRABILE dirà pure Tarskij. Ma già Kant con le sue Antinomie pensava cose "simili". Dove stà Aporia ? Beh qualunque Linguaggio, anche quello Naturale che il mio io-empirico ora si illude di "poter" utilizzare x co-municare, soffre di 2 grossi vulnus. Uno è di origine semantica ma qui non lo espliciterò. L'altro, che qui espliciterò, è la sua processualità temporale. Si sviluppa nel tempo. Anche le parole sono enti eterni SEMPRE DIVERSI che appaiono e scompaiono nello specchio dell'apparire uno DOPO l'altro. Se io penso nel Linguaggio Matematico Formale "1" e poi "1" mi sono apparsi DUE ENTI DIVERSI che io credo lo stesso: ma erro così come erro quando credo che la "lampada spenta" sia la stessa "lampada accesa". Che 1+1 faccia SEMPRE 2 è una ABITUDINE direbbe Hume. Quando il Cretese (Padre di tutti i para-dossi futuri come Goedel o Russell o Heisemberg o Priest) dice "mento" - allora "non-mento" allora "mento" allora "non-mento" etc etc etc CREDE di alludere sempre alla STESSA proposizione Iniziale ma in-vero sono proposizioni SEMPRE DIVERSE e quindi è assolutamente normale che siano diverse ed appaiano a DIVERSI io-empirici. Anche Goedel "esprime" tutti i passaggi della sua demo in modo NECESSARIAMENTE SEQUENZIALE quindi QUANDO arriva alla Fine quei Segni NON sono gli stessi Segni (Enti) da cui Partì. Un altro modo x evidenziare aporia è: Goedel dice che le equazioni dianofantee "NON-sono tutte Nè dimostrabili Nè falsificabili" cioè NON-dice che esse "sono tutte dimostrabili" cioè NON-dice che "sono tutte falsificabili": ma queste Proposizioni Risultato sono 3 ENTI DIVERSI il che rispetta per l'appunto il Pdnc = Pdc. Ps: ho scritto questo msg SEQUENZIALE per me auto-cosciente che non potrete cum-prenderlo e quindi lo de-riderete.
la domanda sorge spontanea: perché uno dovrebbe spendere del tempo nello studio di Severino? A cosa serve? Cioè cosa si impara? Cosa offre? è una cosa assurda che delle persone si perdano nelle astrusità del pensiero di una persona che era probabilmente uno psicopatico.
Buongiorno, mi sembra che la filosofia di Severino si avvicini più a un atteggiamento religioso che a un sistema filosofico rigoroso. Le sue promesse di eternità attraggono adepti, affascinati dall’idea di una verità assoluta (come in ogni religione, o quasi), ma continuo a non capire come si possa parlare di "incontrovertibilità" con strumenti dialettici e senza formalizzarla nell'ambito della logica formale.
Un esempio contrario è il teorema di Gödel, che non può essere confutato proprio perché poggia su una logica incontrovertibile e non su argomenti dialettici fumosi. Migliaia di anni di discussioni basate sulla dialettica non potranno scalfire questa verità, mentre qualsiasi sistema basato sulla "fede" sfugge come un’anguilla al tribunale della razionalità, proprio a causa della vaghezza e dell’imprecisione degli argomenti. E per questo, anche mille anni di discussione sui fondamenti del Severinismo con gli adepti non porteranno mai a nulla.
La verità matematica è relativa (ed è il massimo che si può ottenere: a partire da premesse non dimostrabili ma non per questo insensate, si arriva a conseguenze vere e che molto spesso trovano un rapporto con la realtà sorprendente; si pensi ad esempio alla teoria dei gruppi, nata come pura speculazione, dopo molto tempo ha trovato un fondamento nella descrizione della realtà fisica), offre una solidità che nessuna fede può pretendere, per sua stessa natura. In questo senso, chi cerca risposte assolute rischia di cadere in una forma di idolatria concettuale più che in una genuina ricerca di verità. Vale la pena ricordare che i tentativi di dimostrare l'esistenza di Dio sono stati abbandonati da secoli dalla Chiesa perché si è resa conto che sono inutili e soprattutto che non ne ha bisogno! L'Essere di Severino è una divinità, chi decide di adorarla, abbandoni pretese dimostrative. E sarebbe pure un religione comoda, in quanto è priva di etica, ma questo è un altro discorso.
Non è un caso che non ci sono logici severiniani!
Saluti, e grazie per gli ottimi interventi che riuscite sempre a proporre.
PS Ho letto Essenza del Nichilismo e parte della struttura originaria (l'ho abbandonata perché si ripetono sempre le stesse cose)
Premesso che non parteggio a favore o contro Severino (sto pian pianino, compatibilmente con gli impegni della vita, studiando), trovo particolamente interessante il punto espresso da Italo Nobile sulla stabilità dell'identità e credo che il grosso stia in quel punto. Luigi Pavone presenta in modo cristallino le criticità del pensiero severiniano, per quanto possa io intendere. Thomas Santoli non convince: quando alla richiesta di un esempio si risponde di non saperlo proporre, la cosa è alquanto sospetta. Più approfondisco il pensiero di Severino, più mi pare che la sua "forza" stia nell'ambiguità di approccio, a cavallo tra logica, filosofia e religione. Dopo tutto, se volessimo fidarci del piu' grande logico vivente, Graham Priest, la confutazione del pensiero severiniano segue da quella del principio di non contraddizione. Ottimo programma, continuate così.
In questa live Pavone e Michele hanno rampognato Angelo.
Dunque la conclusione che si trae è che il pensiero di Severino è tutto fumo.
Secondo me Michele ha centrato il punto: se la struttura originaria abbisogna di premesse e regole d'inferenza per essere dimostrata, ma queste premesse e regole abbisognano della struttura originaria, siamo davanti ad un circolo vizioso. Si chieda a Santini: ok, eliminiamo tutto ciò che non ha la certezza desiderante da Severino. Cosa rimane? Risposta, immagino: la struttura originaria. Perché? Perché si dimostra che....bla bla bla. Come? Con questo passaggio, questa regola ecc.. Ma, tecnicamente, quelle cose non le abbiamo, abbiamo deciso di eliminarle perché ancora non cogenti. Insomma, un pastrocchio illogico e insensato, mi spiace...
Live interessantissima. Davvero questo progetto è una piccola perla. In ogni caso, per quanto sia veramente difficile seguire Santini (per suo demerito, sia ben chiaro), forse uno spunto che si potrebbe cogliere dal suo ragionamento è che si potrebbe formalizzare un sistema fondante, che comprendesse al suo interno le premesse della logica formale + una giustificazione (ovvero il principio d'opposizione, dice lui) del perché queste premesse siano quelle necessarie per ogni forma di sapere e lui ritiene che questo sistema sia la struttura originaria. Spunto interessante, però in effetti, a mio parere, si crea cortocircuito, perché è vero che le premesse della logica formale necessitano di presupporre in qualche modo cosa sia un'identità (ergo il principio d'opposizione) per essere formulate, ma è vero anche il contrario. Secondo me non se ne esce: è proprio il limite del pensiero il fatto di dare per assunto sia l'identità, sia delle regole logiche.
Poi ci sarebbe anche il discorso dell'esperienza da poter approfondire, Severino direbbe dell'apparire, che in effetti non penso si possa formalizzare in termini logici, ma semplicemente è autoevidente a livello empirico già nel cogito ergo sum e dunque in ogni forma di pensiero e da qui anche definire cosa significhi esistere, in quanto anche l'esistenza ha per forza di cose a che fare con il manifestarsi e l'esperienza empirica.
Cari, rispondo in differita con un paio di osservazioni.
La prima riguarda la tautologicità della SO. Si dice spesso che la SO è più che una tautologia. Questo dipenderebbe dalla sua fondazione elenctica. Ora anche concedendo che la fondazione di un principio ne modifichi dialetticamente il significato, a me pare che non possa però modificarne le caratteristiche inferenziali. Prendiamo una rappresentazione della SO, e concediamo pure che ciò che il principio d’identità che viene così rappresentato, a dispetto della sua formulazione verbale, rappresenti “qualcosa di più” di ciò che in logica formale rappresenteremmo con le identità della forma x=x (individuali o predicative) e con le implicazioni della forma P -> P. Qualsiasi cosa sia, questo “di più” non può però conferire al principio un potere inferenziale (sintattico) superiore a quello di queste formule. Qualsiasi proposizione sia possibile derivare dalla SO, mi pare, qualsiasi cosa significhi, non può che avere quella forma. Questo mi pare sufficiente a dimostrare che nessuna logica di inferenza che non sia della forma P |- P (p.es. il Modus Ponens) può essere fondata sulla SO.
Mi pare inoltre che, contrariamente a quanto sostenuto da qualcuno nella live, non sia possibile fondare elencticamente le regole di inferenza. Per negare la validità del modus ponens, ad esempio, non siamo in alcun modo costretti ad usarlo. L’affermazione che la SO è presupposta per garantire l’"identità delle regole di inferenza" (qualsiasi cosa voglia dire), mi pare del tutto irrilevante, dal momento che è presupposta nello stesso senso anche per garantire l’identità di regole invalide. Quando ci interrogiamo sul fondamento della logica, suppongo, ci interroghiamo circa il fondamento epistemologico della validità delle regole di inferenza e della verità degli assiomi, non sul fondamento della loro mera autoidentità. Il problema della fondazione è un problema filosofico aperto e molto discusso, il così detto “problema della deduzione”, e non credo che l’elenchos o la SO abbiano qualcosa da aggiungere al dibattito contemporaneo. Non è un caso che i tentativi secolari di fondare la logica sui tre principi fondamentali siano falliti e siano oggi stati abbandonati.
Infine, come già detto molte volte, non vedo perché concedere a S. anche la fondazione elenctica del PNC. Dal fatto che non sia possibile negare la SO senza presupporla, segue solo che, qualora fosse falsa, sarebbe ANCHE vera. Da ciò seguirebbe che è SOLO vera solo presupponendo circolarmente il PNC (nella sua versione metalogica forte, non nella sua formulazione sintattica, che è valida anche in certe logiche paraconsitenti).
1) alla luce del Destino anche il banale A = A è APORETICO ovvero ê una mera Identità Formale NICHILISTICA in quanto il 1° A è Inconsciamente creduto essere lo Stesso 2° A quando invece sono 2 Enti Diversi così come se penso al Numero 3,14 e poi ci ripenso mi sono Apparsi due Enti DIVERSI che x Abitudine Isolante credo siano lo Stesso
2) ovviamente anche questo mio scritto è Nichilistico = SEQUENZA di Inferenze nel Tempo così come lo sono i così detti Libri di Severino
3) il Circolo Vizioso Pdnc - Elencos - Pdnc è SEQUENZIALE nel Tempo quindi Non vede che Identità CONCRETA è ISTANTANEA Immediata Non Temporale.
Cmq sei stato molto + profondo dei così detti creatori di questo pur interessante dibattito.
Cordialità
Dal minuto 32... :.bene Italo Nobile, finalmente!
"Senza logica mal si cogita!", non è male !
Severino è stato un filosofo ampiamente sopravvalutato, ma visti gli attuali tempi non mi meraviglio più di tanto. Da aggiungere che la cosiddetta ontologia neoparmenidea non ha nessuna base morale o etica, in sostanza se tutto rimane eterno tutta è ugualmente valido e non si capisce quindi a cosa servirebbe la distinzione tra il bene e il male, o l'avanzamento dell'uomo in termini spirituali, morali, culturali, economici e tecnologici. Credo che l'aspetto più spaventoso della filosofia severiniana sia proprio questo: una struttura intrinsecamente nichilistica, che a detta del suo fondatore, dovrebbe condurre gli uomini a superare ogni forma di nichilismo. Siamo messi davvero bene!
In che modo il fatto che non esista veramente il bene o il male sarebbe un difetto a livello filosofico? A mio parere è geniale invece.
La cosa più bella sono gli shampi di Luigi a Santini!
La strategia di dire “certo certo” quando si viene confutati ha fatto il suo tempo, o forse no?
D'altronde, volendo essere ontologici, quando scrivo NON(A) (col simbolo del linguaggio logico apposito per "NON" che qui non ho a disposizione), dico neanche troppo implicitamente che "A" esiste da qualche parte, dato che lo nomino; quindi è "NON(A)" solo in un certo piano è che non c'è, sempre e non sarà mai cosa assoluta, che i seguaci di Severino se lo piantino bene nella loro zucca !!!
AM dice sempre che l'Origine si "mostra" ed è meglio di una dimostrazione, ma allora io dico che secondo me anche l'empirico "mostra", o no !?
ll ragionamento filosofico è il tentativo di avere uno sguardo sul tutto, unico modo per cogliere il vero. E' un ragionamento che indaga i presupposti, che si mette sulla soglia e prova a cercare di cogliere quello che c'è di là, che si trova oltre la soglia, e che scopre che la soglia non è superabile ma solo maggioramente approssimbile perché qualora dovessi pensare di averla superata semplicemente facendomi la stessa domanda scoprirei un'altra soglia.
Questo l'aveva già capito Platone, nel Parmenide. E ce lo dice tutta la storia della filosofia classica e moderna ad esempio quando è costretta a fermarsi alla diade Uno molti o al Motore immobile causa sui.
La filosofia contemporanea non solo non ha sciolto questo nodo ma lo ha assunto come necessario - almeno da Godel in poi -, e vi ha aggiunto la problematica della realtività dello sguardo ossia la consapevolezza del limite fisiologico/storico/spaziale/culturale di qualsiasi indagine. Non solo dunque la soglia non è superabile ma solo massimamente approssimabile, ma questa indagine è necessariamente rinchiusa nei bias del soggetto che indaga.
Ora, se questo è il quadro d'insieme, sentire parlare di "fondamento incontrovertibile" è sentire un discorso non filosofico, è sentire una chiacchiera senza capo né coda. Il fatto che non solo per sostenere questa tesi non ci sia la comprensione che il proprio discorso sia necessariamente dentro i presupposti che si pretenderebbe di poter giustificare, ma che ad un certo punto la logica venga affogata nell'ontologia è la certificazione che si tratti di misticismo e non di filosofia.
Goedel ha introdotto il Tempo dentro il fortino della Logica Formale Classica de facto mostrandone il carattere di mera Abitudine Inferenziale: ma è un difetto Necessario nella Terra Isolata. Le famose Geometrie Non Euclidee con le Rette Parallele che si Incontrano pone A = Non-A e demolisce il Pdnc in Geometria. Paradosso di Russell lo fa sia in Logica che in Matematica. Heidenberg lo fa nella così detta Fisica. È NECESSARIO CHE CON LO SCORRERE DEL TEMPO ERRORE NICHILISTICO CRESCA SEMPRE + NELLA TERRA ISOLATA.
@@pierpier7806ma cosa sta dicendo? 😅
@@sergioiacino4825 nulla🤪
@@pierpier7806 eh, mi sa... Provi a rivederlo meglio Gödel e poi mi dica in che punto di uma delle sue dimostrazioni tira in ballo logiche temporali
@@sergioiacino4825 Te lo dico ma non lo capirete, non x in-capacità o de-merito od ignoranza intellettualistica ma x mancanza di illuminazione cioè x vostro "attuale" de-stino.
Ciò implica da parte vostra una Naturale De-risione: ed anche questo è parte del vostro "attuale" de-stino.
Goedel dice che un sistema formale che accetta proposizioni riflessive negative od è incoerente od è incompleto.
Se è incoerente viola IMMEDIATAMENTE il Pdnc.
Se è incompleto dice che DENTRO "quel" sistema formale non di TUTTE le proposizioni è Dimostrabile se sono Vere o False cioè (rubo termine da Heisemberg) è in-determinato. Bisognerebbe salire di Livello ad un sistema superiore e così via ad OO PRO-gressium (attenzione: NON RE-gressium). Da cui: la Verità NON sarebbe DIMOSTRABILE dirà pure Tarskij. Ma già Kant con le sue Antinomie pensava cose "simili". Dove stà Aporia ? Beh qualunque Linguaggio, anche quello Naturale che il mio io-empirico ora si illude di "poter" utilizzare x co-municare, soffre di 2 grossi vulnus. Uno è di origine semantica ma qui non lo espliciterò. L'altro, che qui espliciterò, è la sua processualità temporale. Si sviluppa nel tempo. Anche le parole sono enti eterni SEMPRE DIVERSI che appaiono e scompaiono nello specchio dell'apparire uno DOPO l'altro. Se io penso nel Linguaggio Matematico Formale "1" e poi "1" mi sono apparsi DUE ENTI DIVERSI che io credo lo stesso: ma erro così come erro quando credo che la "lampada spenta" sia la stessa "lampada accesa". Che 1+1 faccia SEMPRE 2 è una ABITUDINE direbbe Hume.
Quando il Cretese (Padre di tutti i para-dossi futuri come Goedel o Russell o Heisemberg o Priest) dice "mento" - allora "non-mento" allora "mento" allora "non-mento" etc etc etc CREDE di alludere sempre alla STESSA proposizione Iniziale ma in-vero sono proposizioni SEMPRE DIVERSE e quindi è assolutamente normale che siano diverse ed appaiano a DIVERSI io-empirici. Anche Goedel "esprime" tutti i passaggi della sua demo in modo NECESSARIAMENTE SEQUENZIALE quindi QUANDO arriva alla Fine quei Segni NON sono gli stessi Segni (Enti) da cui Partì. Un altro modo x evidenziare aporia è: Goedel dice che le equazioni dianofantee "NON-sono tutte Nè dimostrabili Nè falsificabili" cioè NON-dice che esse "sono tutte dimostrabili" cioè NON-dice che "sono tutte falsificabili": ma queste Proposizioni Risultato sono 3 ENTI DIVERSI il che rispetta per l'appunto il Pdnc = Pdc.
Ps: ho scritto questo msg SEQUENZIALE per me auto-cosciente che non potrete cum-prenderlo e quindi lo de-riderete.
..scusate...forse non sapete che Santini non sta bene...
la domanda sorge spontanea: perché uno dovrebbe spendere del tempo nello studio di Severino? A cosa serve? Cioè cosa si impara? Cosa offre? è una cosa assurda che delle persone si perdano nelle astrusità del pensiero di una persona che era probabilmente uno psicopatico.
è una teoria non falsificabile, quindi inutile 😊