Grazie per questo video, Yasmina. Ho frequentato il liceo classico, mi sono laureato in lettere classiche e, in seguito, ho ottenuto la laurea magistrale in Filologia classica. Non mi pento del percorso di studi scelto, anche perché, sebbene con brevi contratti come docente di liceo, ho cercato di trasmettere la mia passione per le discipline che ho amato sin da adolescente. Al netto dei miei trentadue anni, tuttavia, confrontarsi con la precarietà del mondo della scuola e con ministri che, per ottenere un'abilitazione, debbano propinare test a crocette, è davvero avvilente.
“Le storie che si scriveranno, i quadri che si dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell’uomo, la sua autentica bandiera […] quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente utili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell’atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne.“ Dino Buzzati, da “Il Mago”.
Prof.Pani, cara Yasmina (se mi è concessa la confidenza, visto che ti ho scoperto da poco, ma le tue riflessioni mi toccano spesso profondamente) applauso a scena aperta! Sto leggendoti da solo, ma ugualmente... standing ovation! Condivido ogni concetto che hai espresso, che come al solito hai argomentato con rigore. Di più... sei riuscita a illustrare l'importanza delle materie umanistiche, parlando non solo in modo logico, ma anche emozionandomi citando il passo di Levi. E non è proprio a questo che servono la letteratura e l'arte? A farci entrare in empatia con altri esseri umani, magari estinti da secoli e in cui possiamo riscoprirci e anche educarci alla nostra umanità. Ahimè non sono laureato, ma ho fatto il liceo negli anni '80. Ho cominciato con il classico e ho finito con lo scientifico, tutto nella scuola pubblica, senza recuperi o per vie facilitate. Da allora, confrontandomi anche con mia sorella insegnante e laureata in lettere antiche, ho assistito ad un progressivo depauperimento dei licei. E ogni volta che il Ministero della Pubblica Istruzione si rinnova, pare inevitabile che con le riforme si riesca sempre a fare un po' peggio di prima, indipendentemente dal colore politico del Ministro in carica. E questo sembra riguardare drammaticamente proprio i licei. Tipo togliere il latino da certe varianti di Liceo Scientifico, che lo fanno assomigliare di più a un istituto tecnico (con grande rispetto per gli istituti tecnici). O diluire i programmi di greco e latino, fino a portare in queste materie uno studente del quinto anno di oggi ad abilità medie paragonabili ad uno del terzo anno di una volta. E ancora... aver notizia di laureandi, che devono farsi scrivere la tesi da ghost writer, perchè non hanno neanche le abilità minime per scrivere in italiano corretto. Unico cambiamento veramente positivo che mi viene in mente, è stato l'estensione della lingua straniera a tutti i cinque anni di Liceo Classico. Se ne sentiva effettivamente la mancanza e sarebbe stato anacronistico non farlo. A volte viene proprio la tentazione di dar ragione alle drammatiche affermazioni del Prof.Galimberti, quando sostiene che ci stiamo vendendo l'anima alla tecnica, come unico valore universale. Come dicevo, non sono laureato e quindi 'sulla carta' il mio livello culturale non è elevato. Faccio il fotografo di beni culturali e opere d'arte e quasi paradossalmente è un genere di fotografia molto tecnica e poco artistica. Ma ogni volta che mi accingo a riprendere un codice miniato in greco antico o l'iscrizione di una lapide romana, sento che quegli anni un po' travagliati tra liceo classico e scientifico, mi fanno guardare quegli oggetti col rispetto e la sensibilità non del tecnocrate, ma dell'essere umano. Anche se magari oggi non saprei più neanche tradurli. Buon lavoro Yasmina.
Al di là della condivisione o meno della riflessione, mi soffermo sul fatto che ormai non servono neanche più i ghostwriter per compilare la tesi. Oggi si usa chatgpt.
Ma il dato assodato che dal liceo classico escano persone più preparate da dove esce fuori? Non sto criticando ma vorrei le fonti, mi sembra una cosa molto strana, e poi più preparati in che senso e per fare cosa?
Infatti non è assolutamente vero, la scuola italiana in generale ha un impostazione dispersiva e un metodo di insegnamento nozionistico il classico non da assolutamente niente in più rispetto alle altre.
@@MarcoCanovaTrue si sicuramente un professore che sa trasmetterti la passione per la sua materia ha un valore aggiunto, però c'è da dire che non è proprio vero ciò che dice Jasmina, la gente che esce dal classico non è più preparata degli altri anzi spesso e volentieri hanno una preparazione carente su tantissime materie che sono necessarie per la prosecuzione degli studi senza le quali bisogna fare un grosso sforzo per recuperare rispetto a chi ha fatto altre scuole (che magari lasciano lacune in altri campi eh sia chiaro, la scuola italiana fa schifo dappertutto), continuare a pensare che basta aver studiato latino e greco e ignorare altre materie come informatica, matematica, fisica, biologia, e credere che servano solo a fare soldi, vuol dire non aver proprio capito che nel mondo di oggi avere competenze nelle materie scientifiche è essenziale per stare al mondo e che studiare greco e latino va bene solo per fare il figo nei salotti, tutto qua
In genere, almeno fino a qualche tempo fa, il liceo classico era il liceo più difficile (è un fatto abbastanza noto, che ha radici nel passato; infatti il classico era ritenuto il luogo dove si formavano i cosiddetti ''quadri dirigenti'' della società); per questa sua difficoltà, gli studenti che riescono a uscirne (alcuni - più onesti - preferiscono mollare e darsi al crimine) hanno (o avevano) in media una più alta capacità di studio, che aiuta nel proseguo degli studi o nell'attività lavorativa. Sottolineo che ciò vale ''in media": ovviamente ci sono ragazzi che fanno il tecnico che hanno molta più propensione allo studio di altri che fanno il classico. Inoltre questo forse valeva più nel passato che nel presente, perché le cose stanno un po' cambiando.
@@jofel131 tutto molto opinabile sinceramente, è vero che fino a un po' di tempo fa gli istituti superiori che non fossero licei erano per "chi non vuole studiare", oggi è già diverso, ma come la mettiamo col liceo scientifico? E poi ripeto, preparati in cosa e secondo quale metro? Se vai a fare lettere o filosofia all'università ovvio che il classico potrebbe prepararti meglio, ma per il resto? 😅
Sarebbe bello poter vivere in un mondo dove ciascuno possa scegliere di vivere solo per studiare, contemplare, comporre, senza bisogno dell'imposizione di un profitto, se non l'abbellimento della propria anima e di tutte le anime insieme
Opere dell’ingegno umano La tecnica sembra l’unica cosa rilevante nel secolo attuale; forse dovremmo evitare di impoverire l’umana intelligenza,sfruttando la capacità, fortemente energivora, dedicata alla generazione di ricchezza, tramite calcolatori (computer) quantistici occupati a generare artificiose più che artificiali intelligenze.
@@YasminaPani Buona sera, chissà che l'attuale classe dirigente sempre più ricca non di trasformi in una sorta di aristocrazia capace e orgogliosa di detenere la conoscenza e la cultura o di arrogarne il diritto...
Sempre sul pezzo, bravissima! Non avere ricevuto una formazione Umanistica e' uno dei grandi rimpianti della mia vita [ho frequentato scuole a dir poco raccapriccianti e ora mi ritrovo senz'arte né parte].
C'è una bellezza travolgente nei fiori che nascono in mezzo al cemento. Un po' come quelle persone che come te riescono a pensare in questo modo, persino durante i nostri tempi, sempre più superficiali e scialbi. Spero che le persone non si trasformino definitivamente in pietre ❤
Volevo partire confermando che il voler chiudere un qualsiasi tipo di scuola è un semplice scempio alla cultura nel suo complesso, in modo che ciò che dirò in seguito non rischi di essere travisto, o che venga etichettato come chi vuole abolire/chiudere questi licei, (che a scrivere qualcosa su internet è sempre più difficile di sti tempi) ma mi permetto di dare uno spunto/provocazione: perché le materie più tecniche e pratiche non vengono messe sullo stesso piano? Come mai non si riesce a ritrovare la stessa bellezza di un testo come quello letto, in un complesso algoritmo, oppure in un progetto tecnicamente avanzatissimo? Volete per caso insinuare che tutti gli sforzi fatti per trovare dei metodi e delle regole che riescano a spiegare come funziona tutto ciò che ci circonda, interconnessi tra loro fino a creare un qualcosa di incredibile (vedi le opere architettoniche, i nostri smartphone, il sistema economico ecc.), siano forse inferiori ad un testo scritto, ad una poesia di qualche riga? Io trovo che anche chi segue un percorso di studi tecnico con l'obiettivo, non di guadagnare milioni progettando la prossima innovazione tecnologica, ma di creare un qualcosa in grado di plasmare il futuro, sia alla pari se non superiore a qualcuno che scrive dei testi per puro diletto, questo perché spera nel suo piccolo di riuscire a fare la differenza non solo per lui ma per chiunque altro entrerà in contatto con le sue invenzioni, che siano materiali o meno. Quello che è il guadagno è un qualcosa che viene dopo ed è semplicemente una conseguenza della natura delle materie tecniche/pratiche, che a differenza della letteratura che necessita semplicemente di un foglio di carta ed una penna, richiede materiali e risorse più elaborate. Non bisognerebbe partire dal presupposto che chi incentiva lo studio della matematica, fisica, medicina ecc. lo faccia per il solo ritorno economico, anche perché (e qui un punto in cui mi sento di dissentire) sono materie ben più complesse rispetto alla letteratura e alla poesia, semplicemente perché tutte le varie materie umanistiche e artistiche, sono basate sulla prospettiva di noi umani, mentre ciò che è tecnico/pratico si basa, oltre che sulla comprensione di noi esseri viventi, sulla comprensione di tutto ciò che ci circonda non solo su noi persone, e quindi per questo la trovo una branca più completa e complessa.
Provocazione per provocazione: parto dallo spunto della censura su internet sempre più frequente... Ma ti sei chiesto perché c'è questo diffuso fenomeno censorio e da chi è controllato? La questione non è l' algoritmo in quanto prodotto matematico, ma la questione è chi controlla o determina l' algoritmo. Forse l'apertura mentale serve esattamente per poter comprendere quello che succede e avere una visione d'insieme del mondo e non una visione parcellizzata e da operaio da catena di montaggio di Charly Chaplin o tecnico- "scienziato specializzato", che scienziato non è, ma è qualcos'altro: scienziato è chi ha dubbi e si pone domande cerca risposte, non denaro e profitti. Solo così si può comprendere -nel senso autentico di 'cum-prehendo' - ciò che succede a noi, intorno a noi e quali siano le forze e la posta in gioco.. Porre la questione come se fosse un idiota antagonismo tra materie umanistiche e materie scientifiche è una forma di riduzionismo mentale tipico di una modalità mercantilista che cerca di interpretare l'universo in una logica dell' aut/aut in opposizione alla logica del et/et ... Esattamente come fanno i venditori per fare acquistare un prodotto arrivando a stringere la mente del compratore in una logica " o acquisti o sbagli (a non acquistare) ..." Tale manipolazione mentale invoglia il conflitto tra "umanisti" e "scientisti", svalorizzando sia gli uni sia gli altri, riducendo entrambi alla mentalità due tifosi per opposte squadre di calcio con la stessa ridotta mentalità faziosa focalizzata sullo scontro. La maestosità e meraviglia di arti, scienze e letteratura ha ovviamente pari dignità, non solo ma ciascuna ha la sua specificità a comporre un universo ricco e multiforme. Quello che viene cancellato con il ridurre tutto al conflitto banale dilemma se sia meglio la scienza o la letteratura è proprio la possibilità di vedere la metodica e precisa modalità di assere ogni cosa al profitto economico e ad una mentalità economicista come radice fondante di ogni azione e pensare umano sia nel campo scientifico che letterario. E questa a mio parere è una vera bestemmia contro le potenzialità del genio e della mente umana che viene ridotta ad una logica utilitaristica se produce Per Conto Terzi un utile profitto, con pagamento in percentuale di salario o più nobile parcella se il lavoro è intellettuale dando anche il contentino psicologico alle categorie di volta in volta premiate dalle Élites che detengono il potere: in questo contesto la definizione di 'Élite' è "scientifica" e fa riferimento alla precisa accezione coniata da Wilfred Pareto nel suo Trattato Generale di Sociologia. Vi prego di notare che il creatore della Sociologia come scienza era un Ingegnere, non solo per laurea, ma che aveva lavorato con successo come ingegnere... e non era un laureato in lettere classiche... Nella logica del controllo finanziario i "rami secchi" si tagliano uno per uno, prendendoli singolarmente, e accentuando divisioni e conflitti dimodochè possano essere visti dall'opinione pubblica come una categoria che strilla perché viene abolito il loro segmento di mercato in quanto sono "obsoleti" e improduttivi, ovvero non portano profitto.. E nel proporre questa visione delle cose i professionisti degli Uffici Relazioni Pubbliche, abbreviati con anglismo in P.R. , fanno miracoli ! Ci rendiamo conto di conseguenza che cosa significa realmente "tagliare i rami secchi di studi classici", con quali metodologie viene attuata l'operazione e infine "cui prodest" ? La cosa più divertente è che scrivo tutto questo partendo da un ottica totalmente differente dal pensiero marxista classico, anche se può sembrare una analisi fatta da un sindacalista comunista degli anni 70 (razza pura estintasi per cause varie tra cui sperimentazione genetica con creazione di OGM con innesto di DNA consociativo e MRNA a logica di mercato ) È vero che vi sono analisi molto lucide e illuminanti sulla questione della tecnica, dell'alienazione nelle società capitaliste ecc., ma sono analisi datate a forme di capitalismo "primitivo" . Le società di oggi esprimono realtà che hanno subito mutamenti evolutivi complessi e richiedono analisi altrettanto evolute e capaci di cogliere aspetti differenti e innovativi. Non solo ma credo vi siano anche filoni interpretativi trasversali che giungono alle medesime conclusioni pur partendo ab origine da provenienze culturali ben differenti. In questo percorso è fondamentale l'analisi di Max Weber su lavoro manuale e lavoro intellettuale tanto quanto le analisi di J. Habermas della Scuola di Francoforte. Oggi ci troviamo di fronte ad un preciso tentativo di fare prevalere l'interesse economico su tutto e di asservire tutto alla logica del profitto. Se non possiamo definire questa una forma di Totalitarismo allora possiamo buttare via il termine perché inutile per descrivere un fenomeno che possiamo osservare ma che non possiamo denominare in quanto "tabù" ( non vi ricorda il fenomeno censorio su internet?) , ma la cosa peggiore è il tentativo di fare sembrare tutto questo Etico e Buono. Ovvero la logica del profitto viene fatta come se fosse cosa Buona e Giusta per lo sfruttato di turno... Mica male come giochino mentale. In tale ottica lo studio e l'educazione non possono essere altro se non una specie di Corso di Formazione Aziendale o corso di orientamento pre-aziendale per la tenera età in modo da sviluppare consumatori e addetti ai vari livelli produttivi. Di conseguenza tutto ciò che è fuori da questa logica di addestramento dei futuri lavoratori/consumatori è obsoleto, non produttivo, e quindi "un ramo secco da tagliare", come ad esempio il liceo classico o se non si può tagliarlo lo si snatura tagliando materia per materia quelle che "addestrano la mente al pensiero", e intendo il pensiero puro e semplice. E questo avviene nel liceo classico tanto quanto nel liceo scientifico, tanto quanto in tutti gli altri rami di studio.. Un liceo artistico cosa serve? A insegnare a trovare il lavoro più redditizio con le abilità di disegnare, pitturare, ecc. ! Servono ottimi esecutori, non pensatori. Servono persone con forte ambizione al profitto, non sognatori. Servono servi, non esseri liberi che provano il piacere di fare ciò che scelgono. Questa secondo me è la visione d'insieme con cui si affronta la situazione della scuola, dell'educazione e delle potenzialità meravigliose della mente umana, che sono sotto attacco se "fuori mercato". Se possibile evitiamo di farci fuorviare da conflittualità indotte usate come "armi di distrazione di massa"... Grazie.
Credo sia molto corretto sostenere che la vera comprensione (cum prehendo) avviene non solo a livello mentale, ma anche col corpo e a livello emozionale. Ma questo genere di comprensione implica non disgiungere le parti fisica, mentale ed emotiva (psicologica? spirituale? ), ma questo non significa dover porre in antitesi scienze e lettere. In breve: non dici cose sbagliate, secondo me, ma semplicemente poni l'intera questione in una prospettiva che credo sia errata e fuorviante. Spiegazione: se fosse vero quanto sostieni le grandi multinazionali dell'agro alimentare non distruggerebbero le piccole produzioni di nicchia dove la conoscenza è unita al concreto saper fare. Pensa alla produzione dei vini di nicchia fatta da agricoltori che non solo si spaccano la schiena ( si può dire il culo? È più adeguato) su vitigni in terrazzamenti montani non raggiungibili con mezzi meccanici: in Italia col solito anglismo è nato il marchio Heroic Wine, con un preciso disciplinare identificativo. Ebbene se tu vai a vedere come lavorano veramente capisci che devono amare quel che fanno e lo fanno non solo col corpo e con la loro manualità, ma devono anche usare il cervello. E non lo fanno solo per profitto, anzi. Tutto quello che sostieni i miei amici orientali lo risolvono così: unità di Corpo, Mente e Spirito, il sapere e il sapere fare costituiscono un unità. In pratica un teorico può scrivere 500 libri sul nuoto, ma non è capace di nuotare.. Un bambino figlio di pescatori di perle nuota come un pesce ma non capisce nulla di teoria del galleggiamento. Conosce onde e maree e squali meglio di un meteorologo marino o di un biologo... Magari se quel bambino studia diventa un grande scienziato capace di elaborare nuove teorie sui moti marini o sull'ecosistema di squali e maree... La questione è che se il profitto e l'economia sono i valori fondanti una società umana e pretendono di determinare studi e processo di formazione dei giovani esseri umani e di chi insegna loro, detto alla francese : siamo fottuti! Ritengo però il tuo commento estremamente interessante, proprio perché allarga la prospettiva e amplia la questione...
La risposta è che in Italia c'è un diffuso feticismo per le materie umanistiche e un disgusto nemmeno mascherato per la matematica in primis e le materie scientifiche in secundis. Da ciò deriva che chi veramente conta emigra all'estero e fa fortuna lì perché qua viene valorizzato di più chi recita Dante a memoria, e qui ci rimangono una serie di pseudo-intellettuali che pensano che insegnare robette come l'economia o l'informatica non sia roba scolastica, per cui chi non è portato/appassionato di suo sarà un adulto incapace di stare al mondo (che però ha studiato 45 volte il dolce stil novo).
Ciao Yasmina, condivido il tuo pensiero e ti ringrazio per questo video. Ho riflettuto però sulle tue conclusioni. Pare tu faccia una differenza troppo netta tra le materie che nutrono l'anima e quelle che possono servire al portafoglio. Da ragazzino ero appassionato di astronomia e quando capivo alcuni fenomeni, anche banali, mi sentivo felice, eppure non mi è servito per mangiare... Anche la scienza può riempire lo spirito, ma so per certo che tu non hai alcun dubbio a riguardo. Un saluto
Ciao Yasmina, da laureata in materie tecniche, ma con studi classici alle spalle e grande amore per le materie umanistiche, non posso che convenire con te. Concedimi solo un'ulteriore piccolo passo: tu hai tentato di non parlare dell'utilità, ma trasuda comunque. Anche nella situazione più disumana che tu hai evocato , l'arte ha garantito umanità. Grazie delle riflessioni e del come le hai esposte. Buon pomeriggio :)
Come sempre fai un discorso ben strutturato ed interessante. Grazie per questo e grazie di esporti. In questo caso però avrei delle obiezioni: - cosa intendi dicendo che il classico è più difficile? Che vengono bocciati più studenti che negli altri istituti? - il classico forma le élite, credo si vero ma è così perché grazie al classico la gente diventa capace o è così perché gente capace e con genitori elitari va al classico? - sul aberrazione della scuola che ti deve far trovare lavoro sono abbastanza d’accordo, ma è un discorso che mi piacerebbe sviluppassi meglio.
Non è vero infatti che il liceo classico è "la scuola più difficile in Italia". Innanzitutto perché la difficoltà di una materia è legata a chi la impara, quindi al suo interesse, alle sue attitudini; e poi perché un'altra buona parte la fanno gli insegnanti.
Il mio vecchio liceo voleva introdurre un indirizzo STEM al liceo classico senza però riuscirci. Nessuna ora tagliata al regolare quadro orario ma niente, non riesce a decollare. Peccato.
Io ho fatto un corso simile, si chiamava indirizzo Brocca: stessa matematica dello scientifico, fisica ecc. Ma ovviamente eravamo due gatti e poi lo hanno chiuso, era troppo difficile
@@YasminaPaniadesso esiste un percorso chiamato Liceo Classico Europeo che comprende l'unione del Latino e del Greco in una materia ovvero Lettere classiche con una riduzione delle ore aggiungendo altre materie come Geografia,Diritto ed Economia,seconda lingua straniere oltre l'inglese,potenziamento di Matematica. Questo indirizzo è attivo solo nei convitti ed educandati quindi è riservato a poche persone in quanto i convitti sono pochi in Italia e serve affinchè i ragazzi possano mangiare in mensa dato che devono fare spesso i pomeriggi
Vengo da un istituto tecnico commerciale, e ritengo che tutte le materie richiedono una elaborazione mentale per comprenderla. Il pensiero matematico, letterario, ma anche tecnico portano ad ottenere risultati ottimali. Purtroppo troppo spesso vedo studiare per una interrogazione, un esame salvo poi resettare il tutto. Il segreto è l'amore per determinate materie che rendono un linguista persona di valore come può esserlo un economista, un ingegnere. C'è una cosa però che fa da filo rosso nel sapere, la stira e la filosofia. Qualsiasi studio non può prescindere dalla comprensione della sua evoluzione e della ragione per cui l'uomo cerca di ottenere da quello studio un fattore per migliorare sé stessi. All'epoca studiavo parallelamente approfondimenti di storia e, in misura più soft, filosofia, tato da proporre di portare all'orale proprio storia come terza materia. Se non so da dove vengo e perché percorro una strada... dove sto andando? Con mia soddisfazione cito il caso di una persona del classico che con grande prosopopea dichiarò che il peggiore studente del classico sarebbe stato meglio di un buon studente degli istituti tecnici. Con molta tranquillità proposi una gara su una materia comune ai due indirizzi, la storia... l'ho letteralmente stracciata ( vero era un test nozionistico, ma l'avrei stracciata comunque). Come in qualunque attività umana, studio, lavoro... Dove c'è gusto non c'è perdenza
La spocchia della persona del classico che asseriva di saperne di più manifesta proprio la convinzione (peraltro espressa all'inizio del video) che tale liceo sia il migliore in termini di formazione e istruzione personale, cosa peraltro non sempre vera, evidentemente...
@@ZosoTRK Mah, diciamo che in quel caso poteva più la mia passione per la storia che il percorso di studi liceali. Sulla questione esistono anche fattori di prestigio; per anni avere un figlio al classico era uno status, per la famiglia, con conseguente imbarbarimento di un percorso di studi di elevato potenziale con elementi che con l'impegno nello studio non avevano... dimistichezza. Una volta era anche conferma di uno status per una classe di professionisti o di una scalata sociale. Quando mio figlio si iscrisse alle superiori, venne fuori che si era iscritta al classico una compagna che mai alle interrogazioni aveva proferito parola in tre anni (senza mai essere bocciata). Poi questo modello scolastico in generale pensa all'inclusione confondendola con il paternalismo (eufemismo) e livella la qualità della formazione e delle competenze ai livelli più bassi. I ragazzi sono spesso in parcheggio a vivere come nei social, e occorre fermezza per dire "mi sto formando". Alcuni elementi non sono da liceo, ma cosa hanno fatto di male tecnici e professionali per meritarseli. Gli stessi genitori, mediamente assenti nel ruolo di educatori, delegato alla Tv e ai social, cercano di assumere un ruolo di paladini dei figli quando questi hanno comportamenti indifendibili; così abbiamo ragazzi svogliati che "soffrono del disturbo dell'attenzione", per cui 6 politico. Di qui anche gli "impuniti" che ad esempio si iscrivono a Medicina nell'est Europa, tornano nell'Università italiana di Forlimpopoli, per poi laurearsi con un titolo alla megauniversità prestigiosa. Bravo figliolo, ci pensano mamma e papà. Tanto per fare le cose oggi c'è anche l'intelligenza artificiale
Buongiorno Yasmina. Nulla da dire sulla tua esposizione perché in primis, anche ho vissuto la scuola solo da studente e non saprei giudicare se delle materie sono utili o meno, soprattutto comunque concordo sull'importanza delle materie "inutili" per la formazione dell'individuo. Io sono laureato in ingegneria ma sono appassionato di teatro, storia e letteratura, amo il latino, era l'unica materia in cui avevo quasi 8 di media al liceo, scientifico, ancora oggi ricordo abbastanza bene la grammatica, amavo molto tradurre, passavo diverso tempo a cercare l'accezione piu corretta. Ricordo peraltro che ad un colloquio di lavoro, venti anni fa, l'esaminatore mi chiese che passioni avessi e quando gli parlai appunto di letteratura, teatro ecc, fece una smorfia e mi definì sprezzantemente "ingegnere umanista", perché secondo lui un ingegnere deve avere come sfera di interessi solo le materie " utili" del suo campo, il resto fa perdere tempo ed energia.. Curioso che quello che lui considerava un insulto, io lo percepivo invece come un complimento ma tant'ê....Ê vero che nei momenti bui la letteratura serve, Dante scrisse la Commedia in esilio, Bertolt Brecht scrisse "Vita di Galileo" alla vigilia della II guerra mondiale, costretto a scappare dalla Germania per le persecuzioni ecc. Per quanto riguarda le eccellenze, anche qui non saprei che dire, mi viene però in mente quello che succedeva ai miei tempi, adesso forse è tutto diverso. In terza media, sto parlando dei primissimi anni 80, i professori, anche molto esplicitamente, indirizzavano i migliori, spesso provenienti da famiglie agiate, al classico, quelli bravini ma non geni ma di buona famiglia (tipo il sottoscritto...) , al liceo scientifico (ricordo ancora il coordinatore che disse ai miei genitori che facendo lo scientifico, considerato ai tempi un surrogato meno nobile del classico, almeno un lavoro l'avrei trovato, lasciando intendere che non ero comunque all'altezza di fare il classico, dove avrei fallito quindi meglio abbassare il livello e studiare cose piu concrete..Notare che era il mio professore di italiano, il quale mi considerava il migliore nella sua materia...infatti mi indirizzò allo scientifico...). Infine, gli asini figli di poveri, venivano indirizzati agli Itis o a ragioneria. A ciò si aggiunga che ci si poteva iscrivere, una volta scelto l'indirizzo, solo al liceo o all'Itis della zona in cui si abitava, io non potevo frequentare un liceo dalla parte opposta di Milano per dire. Oggi invece si, infatti nel mio vecchio liceo, che da sempre è considerato il piu prestigioso di Milano, c'è il test di ingresso (come anche altri qui a Milano). Tutto questo per dire che non so se veramente esista una stretta correlazione tra indirizzo ed eccellenze, perché se in una scuola ci mandi i migliori e in un'altra i peggiori, è piu probabile che le eccellenze escano dalle prime scuole che dalle seconde. Tenuto conto che chi faceva il liceo metteva in conto di fare l'universitá quindi la famiglia doveva permetterselo. Tanto è vero che al Politecnico di Milano, dove ho frequentato ingegneria, in varie facoltá, da gestionale, a elettrica, nucleare, meccanica, ecc, conoscevo molti studenti, alcuni del classico partirono con difficoltá ma poi si laurearono brillantemente. Ma avevo diversi amici dell'Itis che si laurearono in 5 anni. Ma erano tutti studenti brillanti anche giá alle superiori. Purtroppo non ho statistiche da supporto ma sospetto che la vera differenza non sia data tanto dal liceo o dall'Itis quanto dalla scuola in se e dai professori. Ripeto, se si mandano i migliori nelle scuole piu prestigiose con i professori migliori, è piu facile che escano le eccellenze. Insomma, a mio avviso dipende piu dal fatto che la scuola è sempre classista. Forse oggi meno, non so. Ciao.
io non ho una laurea, ho un diploma da perito elettronico; ogni tanto sogno di non aver fatto l'esame di maturità, ma ho capito che la scuola deve fare la scuola e la scuola e il lavoro sono due cose separate; poi ci sta frequentare corsi professionalizzanti, master o simili per prepararsi per un lavoro ma dopo aver finito il proprio percorso scolastico. Una delle cose che mi rende orgoglioso è che mio figlio grande l'anno prossimo frequenterà il liceo che ha frequentato Levi.
Bellissimo video, complimenti. La verità è che il sistema ci vuole tutti pronti ad essere produttivi il prima possibile, e tutto il resto è "lusso", come sostiene qualcuno.
Sarò sincero, in questo video ho trovato una profonda disconnessione fra l'argomento di partenza e la riflessione finale. Innanzitutto perchè le materie umanistiche non sono appannaggio esclusivo del liceo classico, visto che vengono insegnate in tutti gli altri indirizzi e la differenza al massimo è nello studio del Greco, ma anche perchè anche tu porti avanti questo punto di vista un po' datato del classico come "fucina di eccellenze". Non ho nessun interesse a difendere il mio percorso o quello di altri e aggiungo anche che potrei tranquillamente essere condizionato dalle mie esperienze personali e da quelle di persone che conosco e che hanno frequentato il classico, ma mi sembra evidente come ogni volta che si faccia riferimento a questi temi si tiri sempre fuori dal cilindro qualche eterea competenza o predisposizione data dall'aver studiato il Greco o aver approfondito con un paio di ore in più a settimana la letteratura che dovrebbe in qualche modo renderti più profondo o preparato alla vita. A renderti più profondo sono le tue esperienze personali e gli insegnanti che ti hanno spiegato queste materie, professori capaci e appassionati che nel momento in cui sei più perso, come nell'adolescenza, sono capaci di darti una direzione, non è certo il fatto che tu debba fare traduzioni dal latino e greco, nè tantomeno la quantità di ore per cui studi quella specifica materia, a fare la differenza. Io stesso non ho mai sviluppato una profonda passione per la letteratura nonostante abbia passato l'intera adolescenza a divorare libri e abbia avuto almeno un'insegnante al liceo che ha ispirato alcuni miei compagni. Quindi chiudiamo i licei classici? Assolutamente no, il punto per me è rendersi conto che si tratta soltanto di una specializzazione diversa come lo è l'Itis, il tecnologico, il linguistico, il musicale o qualunque altro indirizzo in cui viene data più enfasi ad alcune materie rispetto ad altre. Trasformare questa fase dell'educazione in una fucina di nuovi professionisti in uno specifico lavoro è un abominio che mi auguro non si concretizzi mai, ma allo stesso tempo pensare che un dato indirizzo possa darti competenze o profondità come quelle di cui parli nel video la vedo al più come i resti di una vecchia concezione dell'elitarismo che permeava il liceo classico nel secolo scorso e poco altro. La letteratura e più in generale quella che chiamiamo "la cultura" è decisamente più importante di quanto la si fa passare e meriterebbe di non essere così bistrattata, l'esempio di Primo Levi è eclatante, ma dare maggiore importanza a questi temi per me è quasi del tutto sconnesso dal liceo classico e dal suo valore, altrimenti avremmo 95% di musicisti che escono dal liceo musicale, 95% interpreti/traduttori che escono dal liceo linguistico, 95% medici e ingegneri che escono dal liceo scientifico, ma la realtà ci dimostra che non è affatto così e il liceo (per fortuna) è ancora un periodo di transizione in cui la differenza più che l'indirizzo la fanno i professori che si incontrano.
Ciao Yasmina. Volevo aggiungere una curiosità, a proposito del tema da te sollevato, probabilmente lo conoscerai meglio di me. Nel 1860, Jules Verne scrisse il suo secondo romanzo, "Parigi nel XX secolo", dove l'autore francese immagina una Parigi del 1960, in cui vive un giovane poeta in versi latini appena laureatosi in lettere antiche. Solo che il mondo del 1960, futuristico, non ha bisogno di letterati o di musicisti, ma di abili ingegneri e tecnici. Il poeta, orgoglioso della sua cultura, non riesce ad inserirsi in quella società che non capisce, governata dalla tecnologia e dal profitto economico. È comunque un grande artista e dedica tutti i suoi sforzi a comporre poemi che nessuno leggerà mai, ma è incapace di lavorare per potersi mantenere. Il romanzo, venne proposto al suo editore che però lo bocciò, perché troppo futuristico e soprattutto, troppo pessimistico, chiudendolo in una cassaforte, in attesa di tempi migliori. Il libro però venne dimenticato fino a quando, fu ritrovato da un suo pronipote nel 1989 e stampato nel 1994. All'interno del libro, vengono descritte alcune innovazioni che Verne immaginava nel 1960, tra cui il " facsimile", una sorta di fax, una rete mondiale di trasmissione dati (una sorta di internet anche se fatta con i telegrafi), degli aggeggi che dovevano essere degli specie di climatizzatori, le auto a gas, dei treni della metropolitana sopraelevati e soprattutto, le due cose forse più inquietanti per la loro attualità: descrisse l'edificio del Louvre con una costruzione in vetro posta di fronte e una specie di altissimo faro, dove ora sorge la torre Eiffel. In effetti, davanti al Louvre, nel 1988 venne inaugurata la Piramide di vetro che fa da atrio al museo, mentre la torre Eiffel venne costruita tra il 1887 e il 1889, più di venti anni dopo che Verne aveva scritto il suo libro...
Grazie Yasmina. Se vogliamo comunque parlare di ciò che sarebbe bene fare per far uscire dal percorso scolastico-accademico persone più preparate, io sono fermamente convinto che al classico le materie inutili siano alcune discipline scientifiche insegnate poco e male, per amore del di tutto un po'. Credo che una riforma strutturale della scuola dovrebbe tenere molto più conto degli indirizzi alle superiori, far studiare meno materie ma in modo più completo e approfondito, così magari da ridurre di un anno il liceo e superare quell'abominio della laurea triennale, riconosciuta come inutile ormai all'unanimità.
Beh insomma.. che sono fatte male è vero, ma che la soluzione sia toglierle non credo 😅 fisica e matematica sono essenziali in qualsiasi scuola, e anche un minimo di chimica e biologia. Semplicemente bisogna che vengano insegnate decentemente, e che gli alunni dei licei diversi dallo scientifico si mettano in testa che sono importanti quanto le altre.
@@ventus68 in realtà ne avevo uno bravissimo ma che, in quell'impianto lì, con le poche ore a disposizione e l'imprinting che "ci devono insegnare un mestiere", ha fatto quello che ha potuto, in modo fin commovente.
@@alessandroa.2800 Sei fortunato allora ci sono insegnanti al liceo che nonostante le ore fanno solo danni. Meglio un'ora fatta per bene che 20 fatte male.
Ciao Yasmina, la cosa più bella di questo video è stata vederti così trasportata dal sentimento! La stessa passione che metto io quando faccio lezione sulle materie tecniche inerenti l'elettronica (sono un ingegnere). Dico solo una cosa: ho vissuto il liceo scientifico da studente e sto vivendo gli istituti tecnici da docente, pertanto posso dire con cognizione di causa che l'unico motivo che rende i licei le scuole superiori più difficili è solo la "mentalità italiana" secondo cui gli studenti di serie A frequentano i licei mentre tutti gli altri i tecnici e i professionali. Ma ti assicuro che se così non fosse i tecnici avrebbero un livello di difficoltà almeno pari a quello dei licei. Ciò che conta è che ognuno possa studiare ciò che gli piace e trovare il proprio posto nella società. Un abbraccio
mi trovo d'accordo, io mi accorgo che molte persone tendono a scegliere non ciò che le appassiona ma ciò che non le appassioni ma che gli dà soldi e ciò mi rende triste.
Come fai a leggere questa "roba" senza piangere. Io l'ho letta da ragazza e poi mai più xkè mi strappa l'anima ogni volta. E intendiamoci... non l'ho più riletta (come faccio invece con altro) perchè è emotivamente troppo per me, non per altro! Meraviglioso e orrorifico insieme, non gliela fò, semplicemente!
Parole giustissime Yasmina. E grazie per aver ricordato Levi e il suo Canto di Ulisse. Nulla di più azzeccato. Ricordo come lessi quelle righe attonito e quasi tremando per la meraviglia. Si percepisce in te tutta la commozione e questo vale più di mille argomentazioni. Buona serata.
Brava ! Mi avevi fatto ridere a crepapelle con il video sul libro di D'avenia e ora sono qui in lacrime per Levi, per la tua lettura di Levi, per gli attacchi a tutto ciò da parte di coloro che non riescono, non possono essere mossi da tutta questa "inutilità".
Ogni volta che si tira fuori questo argomento ho sentimenti contrastanti, ma sapendo di non avere le competenze per poter dire cosa fare e cosa no posso solo limitarmi a delle personalissime opinioni. Credo che in tutte le scuole vadano imposte alcune materie (es. diritto) e rivoluzionati molti dei programmi (es. storia: gli antichi Romani ripetuti 4 volte in 9 anni e programmi che se arrivano alla Guerra Fredda devi dire grazie?) e in generale ridurre il numero di materie per aumentare il numero delle ore dedicate a ciascuna materia. Alle superiori ho dovuto studiare una serie di cose che magari avrei anche apprezzato se non fossero state trattate con una fretta e una superficialità disarmanti (ovviamente non me la prendo coi professori che avendo molti argomenti da trattare e pochissimo tempo non potevano fare diversamente). Riepto, non so quale sia la soluzione migliore. Fare meno ma farlo meglio? Forse, va anche detto che, come faceva notare una youtuber che seguo, molte persone non conoscerebbero MAI Dante se non lo studiassero a scuola, perchè magari provenienti da ambienti in cui non lo si sente nominare nemmeno per sbaglio. La storia, l'arte e la letteratura italiana sono talmente vaste che comprendo anche la decisione di tentare di trattare tutto, pur se in maniera generica. Nella mia città (e so per certo che accade in molti altri posti) molti vengono spediti al liceo classico perchè è stata la scuola dei genitori, e si tratta di ragazzi in buona parte provenienti da famiglie a reddito medio-alto e che quindi si possono permettere ripetizioni, scuole private e tant'altro. Credo sarebbe interessante indagare sul perchè il liceo classico forma le eccellenze, e nonostante io non abbia dati alla mano mi sento di azzardare l'ipotesi che non si tratti solo di programmi e materie. In aggiunta a ciò le scuole professionali vengono viste come la stazione d'arrivo di quelli che non hanno voglia di studiare e/o semplicemente non "sono in grado", in sisntesi gente che non ha voglia di investire nella propria istruzione e di sicuro non verrà spinta a farlo in quelle scuole. In proposito credo anche sia il caso di abolire il foglietto che si da in terza media con i "suggerimenti" dei professori sull'istituto superiore da frequentare (ne parlava Alessandro De Concini), perchè che scuola è una che invece di spronarli dice a dei ragazzini di 13 anni "tu non sei fatto per studiare, vattene al professionale". A questo credo si aggiungano altre cagate (non riesco a vederle diversamente) come "se vuoi fare il medico vai al classico perchè i termini medici vengono tutti dal greco". Non ho studiato nè greco nè medicina nè ho dati alla mano, ma ho sentito da varie persone che se si vuole entrare a medicina è decisamente più utile studiare biochimica come Dio comanda, altro che greco antico.
Di solito una volta che si toglie una cosa che prima veniva offerta a tutti gratis, quella riappare a pagamento ma diventa esclusiva per chi se lo può permettere. Cosa diventeranno le lettere classiche e moderne quando smetteranno di essere insegnate nella scuola pubblica? Appannaggio dei pensionati e dei privilegiati? Detto questo, è più che normale che le persone evitino un campo di studi in cui non c'è speranza di trovare lavoro. Per me la grande crisi delle lettere classiche si vede DOPO i licei, nelle università. Io ho fatto il liceo linguistico senza troppi ostacoli posti dalla mia famiglia, latino era la mia materia preferita (perché me la godevo e l'insegnante era talentuosa, non perché mi ha insegnato a pensare)...ma dopo il liceo le conversazioni erano tutte un "c'è lavoro? Di che tipo? Con che garanzia?" e diciamo che sono stata caldamente incoraggiata a buttarmi su una università diversa da quella che sognavo. Non porto rancore a nessuno per quella scelta indotta dai miei genitori, ogni tanto penso a chi invece ha fatto quella scelta di cuore che io non ho avuto il coraggio di fare e mi chiedo quanti di loro sono oggi antichisti, ricercatori, professori, e quanti invece fanno salti mortali in trincea, lottando per contrattini precari chissà dove, cambiando paese ogni anno per una borsa di studio. È vero che è un lusso vivere esclusivamente dei proventi dell'attività intellettuale, chiunque ha dovuto spiegare alla sua famiglia cos'è una borsa di studio, cosa è un assegno di ricerca lo sa: "Ma è a tempo indeterminato?" chiederanno i genitori. I genitori "con senso pratico" ritengono che per scalare la scala sociale sia abbastanza fattibile il salto da figlio di operaio a ingegnere/medico, meno fattibile è il salto che porta verso il figlio filologo. Mi auguro che le materie considerate poco profittevoli rimangano nella scuola pubblica a continuare a svolgere il loro ruolo: rispondere al bisogno degli esseri umani di produrre e fruire arte, ma temo che le materie umanistiche potrebbero finire nuovamente, come in altre epoche, in una torre d'avorio.
Per trovare lavori remunerativi serve comunque l'università e il classico non è un ostacolo. Quanti medici o architetti hanno fatto il liceo classico o altri licei ancora? Poi per l'università chi non ha la borsa di studio può comunque lavorare per pagarsi gli studi.
@@lordcall2058 non hai capito, io parlavo del fatto che non è facile né incoraggiato scegliere di fare lettere classiche all'università per poi lavorare nel campo delle lettere classiche. E la borsa di studio o assegno di ricerca è il primo lavoro che ottieni quando vuoi lavorare come ricercatore, e l'università l'hai già finita.
Apprezzo molto il lavoro divulgativo che fai su linguistica e letteratura (e colgo l'occasione per ringraziarti, visto che è la prima volta che commento), ma questa volta non mi trovo del tutto d'accordo. Provo a procedere per punti: 1) Il liceo classico forma le eccellenze? Sì, ma non perché è necessariamente la scuola più difficile. Come è stato osservato anche da qualcun altro, il liceo classico forma le eccellenze perché a frequentarlo sono, guarda caso, quelli che (mediamente) erano più bravi degli altri anche PRIMA, vuoi perché hanno i genitori laureati, molti libri in casa, più stimoli culturali e più occasioni per approfondire quello che studiano, perché provengono da famiglie alto-borghesi delle ZTL dove spesso i figli "devono" fare il classico, oppure semplicemente perché si sono distinti come bravi studenti e i loro professori delle medie li hanno indirizzati lì proprio per l'idea diffusa che "al classico ci vanno quelli più bravi". È un meccanismo di auto-selezione: il classico non forma le eccellenze perché le materie che si insegnano sono intrinsecamente più difficili, forma le eccellenze perché CI VANNO le eccellenze (sempre guardando ai grandi numeri, ovvio poi che ci sono quelli meno brillanti anche al classico). 2) Sono d'accordo invece nel rigettare le scemenze sul fatto che il greco e il latino "ti aprono la mente", "ti insegnano a pensare", come se tutto il resto invece no. Così come sono d'accordo che anche le materie umanistiche servano a livello pratico, ma questo è un altro discorso. 3) Tu contesti l'idea che a scuola si debba studiare solo materie utili nel senso di "profittevoli", rivendicando l'utilità di un sapere inutile. E in linea di principio io sono anche d'accordo. Però secondo me non è questo il punto. Il punto è che le ore settimanali quelle sono, e posto che non possiamo incrementarle più di tanto, si deve accettare che non si può insegnare tutto con lo stesso grado di approfondimento. Quindi si dovrebbe mantenere un approccio pragmatico, selezionando cosa tenere e cosa lasciare fuori, a cosa dare più peso e a cosa meno. Ecco, secondo me il PESO che ancora oggi si attribuisce nella scuola italiana alle materie umanistiche, e in particolare al latino e al greco, è eccessivo e ingiustificato (e lo dico da giovane insegnante di lettere, quindi mi sto dando la zappa sui piedi). Mentre è fondamentale che i ragazzi usciti dalle superiori sappiano comprendere e analizzare un testo in italiano, non è così fondamentale, a mio avviso, che sappiano leggere Seneca in originale e tradurlo (cosa che, tra l'altro, spesso non sanno fare in maniera decente neanche molti di quelli che escono dal classico, ma anche questo è un altro discorso). Non credo sia così fondamentale dedicare ore e ore a tradurre Senofonte e Cicerone, o a leggere testi di grandi autori della letteratura italiana che sono troppo complessi o troppo profondi per le capacità e la sensibilità di un adolescente medio (ripeto: medio, non Yasmina Pani, non Primo Levi). Parte di quelle ore sarebbe più utile (non tanto per trovare un lavoro remunerativo, ma per capire un po' meglio come cazzo funziona il mondo in cui viviamo) spenderle, ad esempio, ad acquisire almeno le nozioni base della statistica e dell'economia, a studiare informatica in modo decente, a imparare logica e argomentazione (che potrebbe essere parte di filosofia, se filosofia a scuola non fosse solo "storia della filosofia" come di fatto è). Purtroppo le ore a disposizione non sono infinite, e qualcosa bisogna ridimensionare. E a me sembra che se c'è un settore che ha buoni margini per essere ridimensionato è proprio quello delle materie umanistiche, vista tra l'altro la quantità di argomenti che si ripetono: grammatica, epica, storia, geografia, il cazzo di Manzoni... è PIENO di robe che i ragazzi si vedono spiegate e rispiegate più volte tra medie e superiori (sfido io, poi, ad appassionarsi alle materie umanistiche...). Quindi, perché non partire da qui? E se invece no, cosa togliamo per far posto a saperi e discipline oggi troppo poco presenti nelle scuole? Religione, certo, ma è un'ora a settimana. Poi? 4) Forse la cosa migliore, come ha proposto gente molto più "studiata" di me, sarebbe non tanto abolire il liceo classico, bensì abolire l'idea di "liceo" tout court. Abolire le mille distinzioni tra scuole superiori, e fare un'unica scuola media-superiore che contempli un certo numero di ore a settimana da dedicare alle 4-5 materie fondamentali (italiano, matematica, inglese e poco altro), e per le restanti ore le altre materie, obbligatorie magari solo per un anno o due, giusto per acquisire le conoscenze di base, e poi facoltative. Saranno i singoli studenti, man mano che crescono, maturano interessi, passioni e progetti per il loro futuro, a scegliere cosa approfondire e cosa no. Chi, facendo un anno di latino obbligatorio, se ne innamora, lo approfondirà negli anni successivi. Chi invece si scopre appassionato di fisica o economia, magari dedicherà più ore a quelle materie. 5) L'arte risponde a un bisogno primordiale dell'essere umano e non a una mera esigenza di guadagno, vero. Ma non prendiamoci in giro: fare arte o studiare arte come ragione di vita, lavoro, occupazione principale della propria esistenza È un lusso. E non perché oggi viviamo in una società capitalistica che blablabla, ma perché lo è sempre stato. La maggior parte degli scrittori, intellettuali, poeti, compositori e artisti di ogni genere lo sono diventati anche perché hanno potuto permetterselo. Certo, ci sono mille eccezioni, ma se guardiamo i grandi numeri credo ci sia una bella sproporzione tra i due gruppi. Perché un conto è contemplare opere d'arte, godere del bello artistico, cercare l'arte quando ne avvertiamo il bisogno; un altro è vivere d'arte. E al di là di questo, l'obiettivo non credo sia quello di eliminare dalla scuola lo studio delle varie forme d'arte, bensì quello di ridimensionare lo studio di ALCUNE forme d'arte, magari proprio per lasciar posto ANCHE ad altre forme d'arte troppo trascurate. Si tratta di mettere in discussione l'idea, che molti insegnanti per primi hanno, che tutte le arti (ma si potrebbe anche dire "tutte le materie") sono uguali, ma alcune (la Sacra Letteratura) sono più uguali delle altre. Per me "abolire il liceo classico" significa anzitutto superare nei fatti quest'idea qui. Che poi per Yasmina Pani o Primo Levi la letteratura SIA effettivamente più importante o più preziosa di altro, per il proprio percorso di vita, va benissimo. Ma torniamo al discorso di prima: lo studente medio NON È Yasmina Pani o Primo Levi. Cerchiamo di non dimenticarcelo. 6) Quelle pagine di Levi sono meravigliose. Grazie per avermelo ricordato.
1) Ho detto proprio io nel video che non "deve" essere necessariamente la scuola più difficile: attualmente lo è. E non ho detto che sono più difficili le materie, ma la scuola. 3) Il peso al greco e al latino viene dato, in Italia, soltanto al liceo classico. Gli altri licei il greco non ce l'hanno, e il latino vede ridursi le ore di anno in anno, al punto che addirittura chiamiamo licei indirizzi che il latino nemmeno ce l'hanno. La storia dell'arte è stata ridotta ovunque, la filosofia si fa solo al triennio dei licei e anche questa in molti indirizzi è stata ridotta. Musica se ne fa solo alle medie e nel liceo musicale. Quindi dove sarebbe tutto questo peso dato alle materie umanistiche? Di fatto l'unica cosa che è rimasta sono le 4 ore di italiano, che sono le stesse di matematica. 4) Potrebbe anche andarmi bene, anche se temo che sia molto, ma molto più complicato di così! 5) Non parlavo affatto di fare arte per vivere e non parlavo di formare il nuovo Primo Levi: il punto del discorso era un altro, come anche tu sai.
@@YasminaPani 1) Alla fine forse diciamo la stessa cosa, solo partendo da punti diversi. Io non ho negato che sia la scuola più difficile, semplicemente ribaltavo il rapporto di causa-effetto che mi sembra facessi tu nel video (ma magari ho interpretato male io): secondo te forma le eccellenze perché è la scuola più difficile, mentre secondo me finisce spesso per essere la scuola più difficile proprio perché ci vanno le eccellenze, gli studenti migliori, ma spesso anche gli insegnanti più preparati. Da una scuola che può contare su insegnanti capaci e classi mediamente più brillanti e intellettualmente vivaci mi sembra logico che escano in percentuale maggiore le "eccellenze". Tutto parte, credo, dal fatto che nell'opinione comune il liceo classico continua ad essere percepito come una scuola d'élite, e in quanto tale tende ad essere frequentata da studenti spinti da genitori mediamente più abbienti ed istruiti, che vogliono "il meglio" per la formazione dei loro figli e magari non hanno grossi problemi a finanziare in futuro i loro studi all'università, e conseguentemente da insegnanti che aspirano a lavorare con loro perché lo trovano più stimolante (non vale per tutti, ovviamente). 3) Certo, se partiamo da com'era la situazione vent'anni fa sì, è vero che il peso in termini di ore delle materie umanistiche si è ridotto, soprattutto per effetto della riforma Gelmini. Ma appunto partivamo da una situazione a mio avviso fuori dal mondo già vent'anni fa. E nonostante tutto il latino è ancora presente in diversi licei, con meno ore che in passato, forse, ma in qualche caso con le stesse ore di inglese, per dire. Tutto ok? Per me no. In italiano, come dicevo, mi risulta che si ripetano una marea di argomenti fra medie e superiori, eppure evidentemente si continuano a ritenere necessarie 4 ore. Che sono le stesse di matematica solo allo scientifico, se non sbaglio. Ma anche ammettendo che oggi le materie umanistiche hanno lo stesso peso delle altre, mi par di capire che tu (ma come te molti altri) contesti questo parziale ridimensionamento. Quindi era meglio prima? Poi vabbè, si potrebbe aprire tutto un discorso su come vengono insegnate, le materie umanistiche, perché al di là delle ore il vero scandalo sono i programmi, ma su quello forse potremmo trovarci già più d'accordo. 4) Non metto in dubbio che sia molto complicato, ma nemmeno impossibile. Certo servono investimenti, tanto tempo e soprattutto la volontà politica di riformare profondamente la scuola italiana. Finché mancherà la terza, i soldi non si troveranno mai e di tempo ce ne vorrà sempre di più. 5) Hai detto nel video che la parola poetica sopravvive anche nelle peggiori situazioni che l'umanità si è trovata ad affrontare, perché è un bisogno connaturato all'essere umano. Ed è vero. Quello che volevo evidenziare io, però, è che questo c'entra poco col passare ore e ore a scuola a leggere Foscolo e Manzoni. Perché di nuovo, la parola poetica sopravvive non tanto perché a scuola si studiano Foscolo e Manzoni, ma proprio perché ci sono i Primo Levi che, nonostante abbiano studiato chimica, riescono poi a tirarti fuori "Se questo è un uomo" dall'esperienza del lager. L'idea (non dico che tu la condivida, ma molti insegnanti sì) che somministrare liturgicamente pagine della "Gerusalemme liberata" a sedicenni con l'ormone a palla sia un buon modo per avvicinarli all'arte e aiutarli a comprendere che non contano solo i soldi e che anche le cose "inutili" in realtà sono importanti è un'idea secondo me ingenua e scollegata dalla realtà (quella in cui i ragazzi, usciti da scuola, ascoltano Sfera Ebbasta). È un'idea figlia di un mondo in cui l'istruzione superiore era riservata a pochi eletti, che potevano anche dedicare abbondanti risorse all'otium letterario (che, ricordiamolo, era quella cosa a cui potevano dedicarsi gli intellettuali romani mentre il lavoro toccava agli schiavi: non la migliore delle prospettive per il futuro della nostra società, mi pare). Abbiamo deciso che vogliamo la scuola di massa, e nella scuola di massa non ci sono solo i figli di Calenda, c'è anche il figlio del metalmeccanico che oggi, per fortuna, è costretto ad andare a scuola e non a lavorare a 13 anni. Vogliamo fargli passare ore a leggere e far finta di capire Petrarca o Lucrezio (aka ripetere a pappagallo le quattro nozioni apprese dal manuale o dall'insegnante), o magari è più opportuno che esca dalla scuola dell'obbligo con una decente padronanza dell'italiano contemporaneo, acquisibile leggendo anche scrittori meno blasonati ma più vicini alla sua sensibilità culturale?
Il bello è tutto ciò che piace senza interesse, tutto ciò che piace senza concetto, tutto ciò che è fine senza finalità (E. Kant). Come sempre hai ragione da vendere. Sei bravissima
Sarei curioso di vedere i dati relativi alle eccellenze uscite dal liceo classico. Il liceo scientifico si è affermato in Italia molti anni dopo il classico quindi mi sembra normale ancora non ci siano così tante eccellenze provenienti dallo scientifico. Anche se di "recente" abbiamo avuto Parisi.
Consiglio di ascoltare anche un video su UA-cam che trovi cercando "Odifreddi, granellini, Vecchioni liceo classico". È interessante tanto quanto il tuo prezioso contributo
Bravissima, anche questa volta: un invito alla riflessione per individui che, immagino, non frequentano abitualmente il suo canale... La sua parte, lei, l'ha fatta; egregiamente.
credo, che il problema non sia che la scuola debba creare un utile, ma che debba avere un obbiettivo; il nostro sistema scolastico è nato e rimane sostansialmente strutturato come figlio di un regime che aveva settato chiaramente gli obbiettvi della scuola, i suoi quelli del tempo, ma degli obbiettivi. Oggi salvo il concetto utilitaristico il nostro sistema non è in grado di immaginare altri obbiettivi scolastici, ma credo che la risposta non debba essere arrocarsi ma porsi una domanda: io che strumenti voglio dare a i giovani, che individui voglio formare? credo personalmente che in primis il sistema scolastico debba essere olistico, la conoscenza specialistica è di settore e quindi inutile, quasi, al di fuori del settore stesso ma fondamentale nel sistema, un esperto di cultura greca antica deve sapere il greco ma al di fuori di quell'area il greco antico mi chiedo che obbietivo realizza? tuttavia l'uomo è più della sua specialità è più dei suoi quattrini e quindi un certo olismo è fondamentale, tuttavia non è a mio avviso lo sviluppo della persona umana il problema quanto piuttosto dare stumenti e chiavi di lettura della realtà in cui l'individuo si trova a vivere, qui pongo la critica all'inutilità di insegniare del greco e latino in che modo mi insegna a vivere? in che modo in un modo tecnologico in cui la psicologia è usata come arma di marceting, in cui l'economia fagocita l'essere e ancora in Italia non abiamo capito cosa sia lo spred può aiutare? o almeno visto che anche il tempo della scuola è limitato se pur prenda laga parte del tempo di un giovane, ci sono cose che se insegniate meglio relizerebbero quell'obietivo di dare al giovane strumenti efficaci per interagire e interpetare la società moderna? Il mio punto non è greco si o greco no ma greco perchè? ok la risposta che hai provato a dare è aiuta a scavare nell'animo umano ma davvero solo questo obbietivo giustifica 5 anni di studio di una lingua morta? specie se questo atto di spelologia spirituale può essere attuato anche con l'arte anche con la filosofia anche con la musica, perchè non studiare musica allora e dare un pò di cultura a gente che come riferimento culturale ha la trap? In primis và capito che scuola vogliamo e poi capire in che mondo viviamo, 80 anni fà aveva un senso studiare religione ma oggi? aveva un senso studiare greco e latino ma oggi? un tempo aveva un senso studiare la matematica dei numeri immaginari piuttosto che informatica e programmazione ma oggi? il problema è che a me il 90% di quello che ho imparato a scuola non è servito nella vita (non solo e non tanto per fare soldi ma in generale) e oggi rimpiango che non mi siano state insegnate altre cose che ritengo mille volte più necessarie a un uomo moderno (e.s. economia, psicologia, filosofia e non storia della filosofia, informatica fatta seriamente, sociologia, geopolitica e teorie politiche piuttosto che geografia che oggi con le mappe serve come il 2 di picche) rimpiango che devo essere io il professore di mestesso per capire interpetare agire in questa modernità.
Concordo in toto, sembra che ogni volta che si critichi l'utilità delle materie umanistiche lo si faccia perché non fanno fare soldi e non è vero, sono inutili perché ( soprattutto alcune come greco, latino, anche alcuni capitoli di storia che vengono ripetuti dalle elementari alle superiori e vengono totalmente saltate le storie di intere civiltà che ci lasciano buchi enormi su quello che è il mondo moderno) non servono se non in settori specifici in cui con determinate lingue antiche ci hai a che fare tutti i giorni, capire come funziona un computer, capire che un video che sembra vero può non esserlo è non solo importante, è essenziale per vivere senza che il politico o il semplice troll ci prenda per il naso o ci truffi,lo stesso per econometria, sono strumenti matematici che servono per capire il mondo e non farsi prendere per il culo per decenni da partiti populisti che promettono soldi a pioggia senza che l'elettorato capisca che stanno facendo cazzate e invece si continua a pensare al denaro e come al solito si manda tutto in vacca a farsi le pippe su quanto sia bella e affascinante la letteratura e si spompina questo o quell'autore, spoiler si può continuare a leggere anche dopo la scuola e studiare altre lingue anche dopo l'università e si imparano comunque benissimo senza troppe difficoltà, non c'è bisogno di sottrarre anni preziosi alla formazione di materie davvero complesse
@@giovannaferretti1798 prego?!?! ci può anche rendere edotti del suo pensiero sull'insegnamento del greco e latino alle superiori magari ponendo una critica costruttiva e argomentata alla posizioni espresse? per inciso la punteggiatura "?!?!" nella nostra bellisima lingua scritta è altrettanto un errore... giusto perchè lei lo sappia, visto che sembra essere molto attenta alla corretenza dei contenuti scritti; perdoni la critica che spero sia costrutiva ma notando la sua attenzione per la forma del linguaggio non vorrei che tale errore ortografico di puntegiatura le fosse sfuggito.
Il tuo video si riassume negli ultimi secondi. Non devo fare liceo classico per apprezzare l'arte ma devo studiare una materia tecnica per poter trovare più facilmente lavoro in un mondo dove senza lavoro Non si vive
Cosa ne pensi del fatto che oramai l'uomo non sia più necessario per produrre certi tipi di arte (filastrocche, immagini, poesie, immagini già ora; ma a breve a quanto pare l'IA potrà produrre film completamente sceneggiati, interi libri o quadri secondo lo stile desiderato)? Ci si appoggia certo su quanto già attualmente esistente, ma che senso avrà studiare quello che sì, ci rende umani, ma che non è più una nostra esclusiva, e che sembra essere proprio l'argomento sul quale poggia il tuo intero ragionamento?
Grazie per questo video. Mi sembra che viviamo in tempi di barbarie, siamo circondati da omettini che se tornasse l'epoca di Dickens ne sarebbero quasi felici...
Aggiungerei solo che la scuola non ha come obbiettivo quello di farti fare i soldi, una volta adulto. Secondo me crea eserciti di persone la cui massima aspirazione è essere un lavoratore dipendente. Poi, i più fortunati potranno avere uno stipendio e una posizione migliori rispetto alla massa. È vero che ossessionare i ragazzi fin da giovanissimi con la necessità di trovare un lavoro è veramente un obbrobrio.
La migliore spiegazione sull'utilità delle materie inutili sta proprio nella vita di Levi, molto più che non nella sua opera: sarebbe stato uno dei più grandi autori della storia della letteratura se non fosse stato anche profondamente ancorato alla scienza? Nell'ulitmo periodo della sua vita si era appassionato molto alla programmazione dei neonati computer. Cos'è la programmazione informatica se non l'applicazione di un linguaggio? Un linguaggio che, per dirla con parole tue, adesso sarebbe largamente preferito alle lingue classiche da un ragazzino che debba scegliere il proprio percorso di studi. Con questo nuovo linguaggio lui ha scelto di creare delle opere d'arte visuale, nonostante gli scarni mezzi dell'epoca. Paradossalmente ho sempre creduto che pensare a Levi come all'autore di Se questo è un uomo e La tregua sia una cosa molto simile a sminuirlo, perché è verissimo che sono opere fra le più umane e alte mai scritte, ma lui era molto di più. Credo che avrebbe riso in faccia a qualsiasi imbecille che avesse avuto il coraggio di uscirsene con una frase come quella che ha portato te a fare questa breve lezione, perché aveva capito che la cultura è l'unico modo per capire e apprezzare appieno questa bizzarra coincidenza che è la vita. Quindi non c'è da stupirsi che recitasse la Commedia in un lager, non c'è da stupirsi che discutesse con un uomo con un centesimo della propria cultura riguardo questioni meramente pratiche, come ne La chiave a stella, o che avesse deciso di raccontare sé stesso e aneddoti riguardanti la sua vita utilizzando gli elementi della tavola periodica, come ne Il sistema periodico. Bada bene: chi ti scrive è un perito meccanico che di lavoro fa il metalmeccanico, ma che da tutta la vita cerca di seguire virtute e canoscenza. Anzi, solo la canoscenza, ché siamo (ancora) scimmie del cazzo che non si possono permettere discorsi alti come l'etica, la morale o la virtù e men che meno si possono permettere di anteporle alla realtà dei fatti e all'umanità.
Bravissima Yasmina, non so se leggerai questo commento su un video ormai un po' vecchio, ma tutto quello che dici qui è giusto, poche cose sono più inutili delle "materie utili" nella formazione dei giovani liceali
Buongiorno Jasmina, ho sempre pensato, anche per i motivi che tu espliciti, che il Liceo Classico fosse e sia un'ottima scuola. Io da tredicenne ho scelto lo Scientifico, poiché per quanto il classico mi attirasse molto (io ero portato sia per le discipline umanistiche che per quelle scientifiche), scelsi lo scientifico perché in questa scuola si facevano Disegno e Storia dell'arte, e io ero molto attratto dal disegno. Infatti dopo lo scientifico partii a Firenze per studiare Architettura, mantenendomi gli studi con ogni tipo di lavoro, in particolare il cameriere, il barista, e poi tanti altri. Quello che credo sia un limite del Liceo Classico, cosa che mi è stata confermata da diversi genitori, è che si faccia Storia dell'arte (disciplina interessantissima se il docente ci sa fare), ma non si facciano attività espressive, di comunicazione visiva. Non so se qualcosa è cambiato negli ultimi anni, ma credo che insegnare Storia dell'arte senza che questa contempli uno spazio da dedicare alla creatività, alla sperimentazione, alla scoperta, all'espressività dei ragazzi, sia un peccato. Esprimersi anche visivamente credo possa rendere uno studente più "completo" e possa dargli oltre che degli strumenti, anche un'esperienza e delle emozioni importanti. La creatività è una di quelle facoltà che ti insegnano anche a progettarti la vita, a fare delle scelte, perciò la inserirei in qualche modo nei nostri bellissimi licei classici.
Ciao Yasmina, approfitto di questo video per farti una domanda che è solo in parte legata al tema che hai trattato. Come conosciamo la pronuncia delle parole latine e greche? Questa conoscenza è arrivata a noi tramandandosi, nel corso dei secoli, grazie alle persone che conoscevano queste lingue? Il latino dei romani è la stessa lingua che usava il clero e i letterati nel medioevo? Grazie
@Riemann questa la so..eh eh scusa, dopo giustamente ti risponderà Yasmina, che ci spiegherá bene tutti i passaggi, io ricordo che qualche anno fa mi avevano spiegato, durante una visita ai resti sotterranei di un teatro romano sotto l'attuale Camera di commercio a Milano, che il latino che si studia a scuola in Italia, è quello che segue la pronuncia ecclesiastica o scolastica, che è arrivata ai nostri giorni dall'Alto Medio Evo, quando venne utilizzato dagli ecclesiasti dell'epoca. Invece, a partire mi sembra da Erasmo da Rotterdam, si è cercato di ricostruire la pronuncia del latino classico, arrivando nel corso dei secoli alla cosiddetta "Restituta" che, se non sbaglio, è utilizzata nei Paesi soprattutto del Nord Europa e che è molto diversa da quella "Scolastica". Mi ricordo che durante quella visita, vedemmo un video con Albertazzi che declamava alcune poesie e leggeva dei testi con la pronuncia appunto della "Restituta". Ad esempio, nella serie "Barbarians" di Netflix, i romani parlano secondo la pronuncia "Restituta" (ricordo che in uno stralcio visto su youtube, un centurione pronunciava "Kaesar" per "Caesar" e non "Cesar" come ero abituato al liceo). Per il greco invece non sono edotto, qui serve ancora di più l'intervento di Yasmina. Ciao
@@lucat5479 Non ho studiato greco antico; parlo greco moderno (o meglio, lo parlavo: purtroppo sono anni che non lo parlo e ho dimenticato quasi tutto) e, con tutto il rispetto per i classicisti, sentire il greco con la pronuncia del liceo classico mi suona come gesso che stride sulla lavagna 😂 infatti i greci lo pronunciano come il greco moderno
@@galea79 interessante. D'altronde, c'è un grosso problema di fondo, 2000 e passa anni fa, non c'erano ancora i registratori. Infatti non sappiamo neanche con precisione come fossero allestite le tragedie greche ma soprattutto come recitassero gli attori. Credo che anche qui siano andati a intuito e attraverso varie ricostruzioni.
Di solito concordo con te, Yasmina, ma oggi devo dire che dissento su molti punti. Premetto che ho vissuto "entrambi i mondi": ho preso un diploma tecnico perito chimico, mentre attualmente mi sto impegnando negli studi umanistici all'università (sto seguendo un corso di laurea triennale in storia). Ho avuto una formazione quindi tanto scientifica quanto umanistica. Numero 1: al minuto [1.28] affermi che dal liceo classico escono le eccellenze. Questo è vero, ma non è certo grazie al latino o al greco. La questione è a monte: riguarda infatti la selezione operata in terza media. Un ragazzo che dimostra di essere brillante di solito viene spronato dagli insegnanti e/o dai genitori a frequentare un liceo, in particolare classico o scientifico. Difficilmente un ragazzo "secchione" verrà invitato a frequentare un istituto tecnico, che ancora oggi è ritenuto inferiore a un liceo (cosa che è vera solo in parte, dato che esistono istituti tecnici di gran lunga più difficili, per esempio, di licei delle scienze umane). Numero 2: al minuto [1.55] affermi che non esistono materie più importanti di altre. Questo è vero solo in parte, a mio modo di vedere. In teoria ogni materia ha la stessa importanza delle altre: matematica, storia, educazione fisica, religione, latino, musica, e via discorrendo. Tutte possono potenzialmente arricchire lo studente. Tuttavia, de facto alcune materie sono più importanti di altre per comprendere il mondo che ci circonda e la società in cui viviamo (storia, economia, diritto, lingua italiana e lingua inglese per citarne alcune). Alcune discipline sono poi più spendibili di altre sul mercato del lavoro: la già citata economia, ma anche matematica, chimica, ecc... Numero 3: il fatto che si debba scegliere a 13/14 anni la scuola superiore di secondo grado è un problema secondo me. Fosse per me eliminerei le medie e allungherei le elementari e le superiori. La scuola superiore dovrebbe essere uguale per tutti nei primi anni, mentre a 15-16 anni lascerei agli studenti la possibilità di scegliere una parte del curriculum (ovviamente alcune materie dovrebbero rimanere obbligatorie, come matematica, storia, inglese, diritto ed economia). Tutto ciò però c'entra poco con la visione "economicistica" della scuola. Numero 4: mi allaccio alle tua affermazioni del minuto [3.12]. Riguardo storia e filosofia il problema non è che vengano insegnate, anche perché storia è importantissima, anche più di matematica, per esempio. Rimane però il problema del come vengano insegnate: filosofia di fatto è storia della filosofia, mentre l'insegnamento della storia trascura vergognosamente l'età contemporanea, a vantaggio di altri periodi. Tali materie non dovrebbero essere abolite: andrebbe però riformato il loro insegnamento. Riguardo al greco antico e al latino, quale sarebbe la loro utilità in campo sociale? Soprattutto per quanto riguarda il greco antico. Sicuramente c'è, non lo metto in dubbio, ma è di gran lunga inferiore rispetto ad altre materie. Numero 5: [3.40] la scuola ha molti scopi: formare un cittadino capace di stare in società, permettere al ragazzo di comprendere il mondo che lo circonda e orientarlo verso le proprie passioni. Tra i diversi scopi della scuola, c'è sicuramente ANCHE quello di formare i ragazzi in vista di uno sbocco lavorativo. Numero 6: riguardo la letteratura, trovo poco senso nell'insegnarla a ragazzi di 12-13 anni (scuole medie), i quali difficilmente la potranno apprezzare, finendo per impararla puramente a pappagallo, salvo poi dimenticare quasi tutto con la fine del ciclo scolastico. La letteratura la insegnerei alle superiori e basta, magari negli ultimi 3 anni di scuola.
Infine ci tenevo a dire una cosa. A scuola il tempo è limitato. Bisogna fare una cernita delle materie da insegnare, per forza di cose. Sarebbe bellissimo insegnare musica, teatro, numismatica, botanica e altre discipline, tutte quante utili, nelle scuole superiori italiane. Peccato però che ciò rischi di andare a detrimento di materie come economia, storia e diritto. Trovo agghiacciante che uno studente sappia svolgere una versione di latino senza però sapere la differenza tra Stato federale e stato accentrato, oppure la legge della domanda e dell'offerta.
Non capisco in base a quale parametro oggettivo si affermi che il liceo classico è la più difficile di tutte. Cosa lo rende più difficile di un liceo scientifico?
È sempre interessante ascoltarti ma in video come questo fuoriesce prepotentemente tutto il tuo amore per la Letteratura e per la sua funzione fondamentale. Un video che mette in evidenza dolcezza ed emozione.
Spesso ho notato che chi propone di abolire il liceo classico sia chi non ha conseguito un diploma di liceo classico oppure l'ha frequentato e ha raggiunto il diploma con grandi calci nel sedere.
Ciao Yasmina! Anche se questo video è vecchio, spero riuscirai a leggere comunque il mio commento 😊 Ti scrivo perché sarei curiosa di conoscere (nei commenti o ancora meglio con un video dedicato) la tua opinione riguardo il registro elettronico nelle scuole. Qual è la tua esperienza da docente? Cosa pensi invece dell'utilizzo che ne fanno genitori e studenti? Non ho scelto a caso di commentare sotto questo video, perché, a parer mio, molti di quelli che osannano la praticità del registro elettronico, non si rendono conto "dell'utilità dell'inutilità" del vecchio buon diario, da un punto di vista educativo e pedagogico.
L'ultima frase del video mi ha ricordato di una donna imprigionata dal regime stalinista. Questa donna era costretta a stare tutto il tempo in una cella senza fare nulla. Era riuscita a non impazzire solo pensando nella mente a opere letterarie. Purtroppo non mi ricordo il nome della donna.
Tali metodi sono usati tuttora anche nei paesi democratici, mettere una persona in una stanza "bianca" (sistema "della stanza bianca"), cioè senza stimoli sensoriali, per fiaccarne la mente ed ottenere confessioni, ecc. Per non crollare, o ti crei un mondo immaginario (come hai scritto che ha fatto quella donna), o se la conosci pratichi la meditazione: osservazione consapevole e distaccata dei propri stati mentali senza farsene travolgere. Su un meditatore il metodo che hai descritto non ha alcun potere.
La letteratura ha una componente di immedesimazione e di immersione nel mondo altrui straordinaria. Non vi è neppure nel cinema una capacità di immersione paragonabile. E' quindi uno strumento potentissimo per evadere ma anche per approfondire i significati della vita. Tuttavia ho seri dubbi che il posto della letteratura sia nella scuola proprio perché essa può essere capita solo come esperienza personale, come qualcosa che facciamo perché vogliamo farla, perché non possiamo smettere di farla, e non perché dobbiamo e ci è imposta. Posso però solo esprimere dubbi, non ho certezze. Ma in linea generale direi che il dono pià grande che potrebbe fare la scuola ai nostri ragazzi è motivarli a leggere al di fuori della scuola e per motivi non legati ai voti scolastici.
L'idea può anche essere romantica, ma nella pratica i ragazzi non leggono manco se li educhi a farlo, figurati se non imparano a scuola che cos'è un testo letterario. Soprattutto oggi che sono circondati da altri stimoli che distraggono senza richiedere alcuno sforzo
Mi sono sempre domandato perché gli insegnanti di matrie umanistiche non sono mai riusciti a trasmettere la gioia dello studio negli istituti tecnici o tantomeno nei famigerati professionali ,mi sembra di vederci uno snobbismo culturale che chi professa conoscenza filosofica e umanistica dovrebbe non avere .. ma purtroppo anche chi insegna lo fa per lo stipendio quindi è sempre megio portarlo a casa con poca fatica
Grazie 💛 per il prezioso messaggio; quando la tendenza concorre al raggiungimento dell'utile, ricordarsi delle basi è fondamentale. Iscrivendo mia figlia alle scuole superiori c'era allegata una lettera del ministero con i dati dell' occupazione a confronto secondo il tipo di indirizzo scolastico. 😐 13 anni e trattarli come adulti disillusi.
@Elena B. questo è già un passo avanti rispetto ai miei tempi quando si diceva: "Tu sei un secchione e hai il papà ricco, vai al classico, tu invece sei un caprone con dei genitori pezzenti, fila subito all'ITIS o, se proprio vuoi, a ragioneria..."
@@YasminaPani ringrazia i tuoi genitori sardignoli retrogradi , cocciuti ,piccoli e ottusi se ora hanno una figlia tapiro!!! Sei atea però bestemmi!!! Non è colpa fel signore se sei quel che sei
Grande Yasmina. In 15 minuti, senza sproloqui, discorsi saccenti o parole inutili, hai reso profondamente il senso del perché i giovani devono continuare a studiare ciò che magari non ha come scopo il trovare velocemente un lavoro fruibile in questi nostri Tempi, ma che arricchisca la nostra UMANITÀ e la nostra INTERIORITÀ. ❤
Ciao Yasmina. Potrei stare qui a scrivere una valanga di cose che sai già o alle quali avrai già pensato. Quindi come al solito mi limito a partecipare al traffico e a farti sapere che ci sono;)
Io l' ho frequentato come tutta la mia famiglia ...in effetti è vero,c'è un livello di cultura generale di base di altro livello rispetto ad altri istituti...proprio a livello di spirito" artistico" ...e me ne sono accorta soprattutto a distanza di anni... Senza contare che chi l' ha frequentato ha in genere una visione critica maggiore del mondo,nei vari aspetti della vita
Hai spiegato tutto quello che ho sempre pensato, meglio di come avrei mai potuto fare. Purtroppo il futuro vedrà l'arte come un misero prodotto dell'automatismo delle intelligenze artificiali... la strada è quella. E' la conferma che la maggior parte delle persone non ha mai capito nulla dell'arte.
Yasmina io classe 95 sono figlio della sensazione del vuoto sotto i piedi, della paura, con mio padre che prima va in cassa integrazione e poi viene licenziato, la paura di perdere la casa e finire sotto i ponti; noi siamo cresciuti nell' apice della disillusione capitalistica. Noi pensiamo a campare e basta i sogni se li tengano gli anni 80... altro che liceo classico e imparare a vivere con la filosofia e la letteratura, la paura è il nostro background
Perché secondo te io son figlia di Berlusconi e ho il culo parato? La paura di non trovare lavoro e rimanere sotto un ponte ce l'ha avuta anche la mia generazione, non c'entra davvero nulla con l'amore per l'arte.
Non bisogna per forza fare il liceo classico o l'universita' per approcciarsi all'arte, alla letteratura, alla filosofia. "Se questo e' un uomo" e' un testo che si legge senza alcuna difficolta' e che anche a una prima lettura e senza conoscenza critica non puo' altro che sconvolgerti. E cosi' tanti altri. Non si parla di sacrificare la vita all'arte, quella e' una scelta personale. SI parla del fatto che quelle materie che sono considerate spesso "inutili" sono quelle che hanno a che fare con noi come esseri umani, e, qualunque sia il percorso di vita che scegliamo, vale la pena non privarsene.
Grazie Yasmina, per queste riflessioni e, soprattutto, per questa lettura. Ricordo che, quando andavo al liceo (tanti anni fa), la mia professoressa d'Italiano ci lesse esattamente questo stesso brano. Anch'io penso che, sebbene la scuola abbia bisogno di rinnovarsi e superare alcune concezioni legate al passato, questo discorso che si continua a fare sull'utilità e inutilità di alcune conoscenze - portato avanti per altro anche da persone molto intelligenti e istruite - sia di una banalità e piattezza abbastanza disarmanti e dimostra, per altro, una scarsa conoscenza del variegato mondo del lavoro. Basterebbe solo considerare (ma ci sarebbero molte altre cose da dire) che, molto spesso, le persone trovano lavoro in ambiti molto tecnici e specifici, diversissimi tra loro, e quindi pensare che vi sia una ricetta a priori che consenta a una persona di acquisire le conoscenze che le saranno utili nella vita futura è utopico; inoltre questa visione, portata all'estremo, presuppone un concetto di utilità slegato da quello di volontà e di attitudine individuale, una visione secondo me del tutto disumana e deleteria. Concluderei cercando di sfatare un altro mito, quello dell'identificazione ''materie umanistiche'' = ''inutilità'' e ''materie scientifiche'' = ''utilità''; in primis, anche se in genere le materie umanistiche non sono considerate stricto sensu delle scienze (sebbene la questione di cosa sia una scienza sia abbastanza spinosa), esse si avvalgono comunque di metodologie scientifiche, e quindi anche coloro che ritengono che l'unica forma di sapere che valga la pena affrontare sia il sapere scientifico e che solo quest'ultimo comporti una forma di utilità, non possono per ciò stesso condannare in blocco le materie umanistiche; in secondo luogo vi sono moltissime conoscenze scientifiche che generalmente, dal punto di vista dell'individuo, sono del tutto inutili, ma che chi ama veramente il sapere scientifico ritiene che valga la pena di studiare; molte conoscenze della matematica, ad esempio, sono del tutto teoriche e prive di un'immediata ricaduta pratica (anche se spesso le ricadute pratiche di conoscenze teoriche avanzate vengono scoperte con decenni di ritardo, ma non è di queste conoscenze che volevo parlare); per fare un altro esempio forse un po' stupido: nella vita lavorativa di un ingegnere o un tecnico, la definizione di integrale e il modo in cui si calcolano alcuni integrali risulterà abbastanza inutile, perché generalmente si usano dei software adatti allo scopo; tuttavia queste conoscenze rappresentano un punto importante nello sviluppo, sia concettuale che storico, del sapere scientifico, e vale la pena di studiarle.
Io ho studiato Filosofia, e da sempre "combatto" nella mia famiglia contro quella che ritengo la piu' stupida delle obiezioni: "eh, ma a cosa serve." Senza nemmeno il punto di domanda. Ho 6 nipoti, 4 fanno le superiori, e sono le persone a cui voglio piu' bene al mondo.Mandero' questo video, intelligente e commovente, a tutti loro poco prima che inizi la scuola.
Per quanto mi ricordi, la gente si chiede il motivo per il quale si studia qualsiasi materia “non banale”. Da matematico, ho sentito spesso dire che “a parte far di conto, la matematica non serve”. Poi lo scrivono sui social, non comprendendo che lo schermettino che hanno sotto gli occhi è stato progettato proprio grazie a quanto i suddetti consideravano “inutile”. Tornando alle materie umanistiche: confesso, ab illo tempore anche io mi chiedevo a cosa servisse studiare storia. Non l’ho capito, a scuola. Anni dopo, leggendo altro (Greene, 48 laws of power), mi si sono aperti gli occhi. Raggiungere il satori così casualmente mi ha dato un’estrema soddisfazione, ma mi ha anche fatto chiedere perché non mi è mai stata data una risposta da chi me la doveva istituzionalmente. La mia posizione attuale, visto come molte materie vengono insegnate, è che pochi sono in grado di fare i docenti.
Sì però che le materie scientifiche servano per trovare lavoro ormai non lo mette più in dubbio nessuno, quindi anche se non si capisce bene cosa ti insegni davvero la matematica si ritiene comunque che vada studiata per un fine pratico. Almeno, io vedo questa differenza
@@YasminaPani sfumature. Da Eratostene a Riemann, da Gauss a Gödel, i ricercatori sono sempre stati mossi dal voler sapere. Di contro, la scolarizzazione oramai non è più nemmeno una condizione sufficiente, solo necessaria. Ogni giorno vedo ingegneri che probabilmente hanno trovato la laurea nel Dixan
Però questa "gratuità" dell'arte, questo svincolo dal profitto, è presente anche in altre forme del pensiero umano: prima di tutto nella matematica pura e poi in un'altra lunga lista di "scienze" (quindi non di arte) altrettanto svincolate dal profitto. Solo per fare qualche esempio: l'astronomia, la botanica, la geologia, l'archeologia, ecc. Quindi non solo l'arte è avulsa dal guadagno, ma oserei dire anche qualunque ricerca scientifica "pura". È piuttosto la tecnologia che si piega - e piega il sapere - al profitto.
Sì ma il punto è che quelle discipline possono essere (e vengono) usate per produrre, cosa che non avviene con quelle umanistiche (nelle quali rientra anche l'archeologia).
Ma con le sole scuole superiori quale sarebbe un lavoro che porterebbe a fare soldi? Il geometra? Il ragioniere? Il perito informatico? L'elettricista? L'idraulico? Oggi chi esce dalle superiori e riesce a trovare un lavoro anche minimamente coerente con quello che ha studiato può dirsi già molto fortunato, figurarsi se da dipendente riesce a guadagnare uno stipendio a quattro zeri.
pensi che lo studio delle materie umanistiche possa condurre un individuo a comprendere appieno un evventuale messaggio nascosto, in maniera più o meno evvidente, dentro un' opera artistica come quella di Primo Levi che hai citato?
La gente non si rende conto che l'arte non è stata inventata ieri o 2000 anni fa dai greci, così per sfizio da qualcuno che stava lì a grattarsi in pausa pranzo. L'arte è nata col pensiero dell'uomo, anzi addirittura prima con i nostri cugini umani e chissà che non fosse presente anche in altre specie della nostra linea evolutiva in qualche forma perduta. Nasce per bisogno nel momento in cui la mente ha fatto quel salto evolutivo nell'espressione di sé: l'uomo così ha sentito il bisogno di esprimersi attraverso qualcosa di apparentemente inutile, sia magari per dire cose utili, visto che non poteva esprimersi verbalmente come noi, ma anche per dire cose per il gusto di dirle, per lasciare una traccia di sé, per raccontare qualcosa. Che necessità aveva un uomo di decine di migliaia di anni fa di riprodurre una mandria o, soprattutto, il contorno della propria mano, su una caverna buia in cui nessuno probabilmente sarebbe mai più andato per ammirarli? Lo stesso di Primo Levi di raccontare Dante in un lager. L'arte, questa cosa inutile, ci distingue davvero dagli altri animali, perché è un qualcosa che può essere slegato da qualsiasi senso pratico, ma che comunque non è inutile. È un'espressione del nostro essere, sia che la creiamo, sia che la appreziamo e basta. Eliminare lo studio di una qualsiasiasi sua forma sarebbe una perdita di un pezzo di ciò che ci rende quello che siamo.
Ho guardato questo video due volte prima di commentarlo. Ammetto che si è trattato di una cosa che non avevo mai razionalizzato. Ad esempio visitare musei, chiese e monumenti, dopo si è persone diverse. Purtroppo negli uomini c'è molto classismo.
In realtà moltissime eccellenze italiane escono dai licei scientifici, dipende sempre cosa intendiamo. Anche perché, anche fosse, direi che ci sono altre spiegazioni che esulano dalla qualità formativa del classico in sé. Ad esempio che mediamente il classico è più frequentato da famiglie, benestanti e/o acculturate, cioè ragazzi che vivono già in un ambiente predisposto a esplorare il loro potenziale. Poi sull'importanza delle materie considerate inutili. Una visione prettamente lavoro centrica, sono d'accordo, però è più interessante il discorso che ha fatto De concini in un suo recente video
Le eccellenze provengono da: 1 - contesti familiari che supportano i figli, li fanno sentire persone capaci e di valore, e fanno di tutto per aiutarli materialmente e moralmente; 1 bis - talento naturale; 2 - percorso di studi adatto, e che porta a "contatti" adatti, nessuno diventa una "eccellenza" isolatamente. Se non entri in contatto con un "centro di eccellenza" che ti accoglie, non diventi un'eccellenza. Quindi, con tutto il dovuto rispetto a chi è diventato un'eccellenza, pari rispetto sia dato a chi, a parità di valore e impegno speso, non è arrivato a tale traguardo.
@Ungabunga.44 C'è eccome un processo di selezione, seppur non ufficiale. Chi è bravo viene sempre indirizzato verso il liceo, in particolare verso il classico, dagli insegnanti, dai genitori e dalla società
Mi dispiace ma questo video, per quanto io sia d'accordo con la premessa, passa dalla parte sbagliata e mi intristisce anche un po'. Sono un laureato in chimica a cui piace la letteratura, e sono felice che ci sia nei licei anche in quelli non di indirizzo però ci sono delle precisazioni da fare. Così come il fatto che una materia sia utile non è prerogativa delle materie scientifiche ma lo sono anche quelle umanistiche anche la scienza può cambiarti profondamente e intimamente. Io non sono più lo stesso, e lo ricordo come fosse ieri, quando alle scuole medie ho scoperto che il mondo era formato di atomi, che noi siamo fatti di atomi, reazioni continue che ci permettono di fare tutto ciò che facciamo. Lí capí di non credere nell'anima o in Dio ad esempio. La differenza è solo che nella letteratura i ragionamenti sono scritti, almeno in parte, nella scienza invece devi fare tutto il lavoro da solo
La tipa non ha detto che la scienza non ti cambia interiormente e che è solo utile a fare soldi. Il video ha lo scopo di evidenziare come le materie umanistiche, spesso dichiarate inutili, siano comunque necessarie nella formazione e nella vita di una persona.
@@azurbtkl3901 non ho detto che lo ha detto, ho detto che sembrava dalla sua narrazione che solo Primo Levi e la letteratura possa cambiarti in quel modo, e non sono d'accordo. Può Primo Levi come può Galileo
@@leonardoperitore6581 e comunque quella di cui parli tu, al limite, è la visione filosofica del mondo che ti è scaturita dalla conoscenza scientifica. Dunque ancora una materia umanistica? Ma al di là di queste sottigliezze su cui sarebbe puerile stare a spaccare il capello, mi spiace, ad avere la prerogativa di espressione dell'animo umano è l'arte, non certo la scienza, questo per definizione. La tipa in ogni caso non poteva certo mettersi a elencare esempi per la materia preferita di ognuno di noi, semplicemente ha fatto un video sulla letteratura in quanto questa è sempre più demonizzata negli ultimi tempi in quanto poco utile, e stop, non ha detto che uno non può emozionarsi sulla scienza. Che c'entrano le tue lagnanze? "Va dalla parte sbagliata" ah certo perché la chimica è a rischio eliminazione nei licei, lo sanno tutti...
@@azurbtkl3901Io non mi sto lagnando volevo solo ampliare il discorso. Detto ciò vedo più in pericolo la chimica (nel suo insieme) delle materie umanistiche. Non credo che nessuno le leverà mai realmente dal liceo. In Italia c'è un interesse incredibile per i beni culturali, l'arte e la letteratura, giustamente perché sono la nostra storia. Spesso però ci sono demonizzazioni insensate per le ricerche scientifiche e le innovazioni tecnologiche (nucleare, OGM ecc..) Inoltre è presente una chemofobia tale che ogni brand sente la necessità di scrivere sulle proprie confezioni che è "naturale" come se questo fosse un valore rispetto al "chimico". Basta guardare quanto del budget nazionale è riservato alla conservazione delle opere d'arte rispetto a quanto ne è riservato alla ricerca scientifica. Noi forniamo chimici che poi vanno a lavorare all'estero perché non investiamo a sufficienza per tenerli in italia
@@leonardoperitore6581 io ho sempre trovato fastidiose queste lotte tra materie e saperi, e ora inizio a sentirle come noiose e insopportabili. La cultura intera è a rischio in Italia, non è il caso di fare gare; dal punto di vista scientifico siamo ignorantissimi ed esposti a bufale di ogni tipo; ma difendere l'arte e la letteratura non significa dire che le altre materie sono aride o che vengono fatte meglio o per troppe ore.
Perfettamente d'accordo. Dicevo cose simili - con meno poesia - tempo fa in un video: è bello vedere anche come si possano dire le stesse cose in termini diversi ❤
Grazie per questo video, Yasmina. Ho frequentato il liceo classico, mi sono laureato in lettere classiche e, in seguito, ho ottenuto la laurea magistrale in Filologia classica. Non mi pento del percorso di studi scelto, anche perché, sebbene con brevi contratti come docente di liceo, ho cercato di trasmettere la mia passione per le discipline che ho amato sin da adolescente. Al netto dei miei trentadue anni, tuttavia, confrontarsi con la precarietà del mondo della scuola e con ministri che, per ottenere un'abilitazione, debbano propinare test a crocette, è davvero avvilente.
Comprendo perfettamente
“Le storie che si scriveranno, i quadri che si dipingeranno, le musiche che si comporranno, le stolte pazze e incomprensibili cose che tu dici, saranno pur sempre la punta massima dell’uomo, la sua autentica bandiera […] quelle idiozie che tu dici saranno ancora la cosa che più ci distingue dalle bestie, non importa se supremamente utili, forse anzi proprio per questo. Più ancora dell’atomica, dello sputnik, dei razzi intersiderali. E il giorno in cui quelle idiozie non si faranno più, gli uomini saranno diventati dei nudi miserabili vermi come ai tempi delle caverne.“
Dino Buzzati, da “Il Mago”.
♥️
Che gran caxxata 😂😂
Prof.Pani, cara Yasmina (se mi è concessa la confidenza, visto che ti ho scoperto da poco, ma le tue riflessioni mi toccano spesso profondamente)
applauso a scena aperta!
Sto leggendoti da solo, ma ugualmente... standing ovation!
Condivido ogni concetto che hai espresso, che come al solito hai argomentato con rigore.
Di più... sei riuscita a illustrare l'importanza delle materie umanistiche, parlando non solo in modo logico, ma anche emozionandomi citando il passo di Levi.
E non è proprio a questo che servono la letteratura e l'arte?
A farci entrare in empatia con altri esseri umani, magari estinti da secoli e in cui possiamo riscoprirci e anche educarci alla nostra umanità.
Ahimè non sono laureato, ma ho fatto il liceo negli anni '80.
Ho cominciato con il classico e ho finito con lo scientifico, tutto nella scuola pubblica, senza recuperi o per vie facilitate.
Da allora, confrontandomi anche con mia sorella insegnante e laureata in lettere antiche, ho assistito ad un progressivo depauperimento dei licei.
E ogni volta che il Ministero della Pubblica Istruzione si rinnova, pare inevitabile che con le riforme si riesca sempre a fare un po' peggio di prima, indipendentemente dal colore politico del Ministro in carica.
E questo sembra riguardare drammaticamente proprio i licei.
Tipo togliere il latino da certe varianti di Liceo Scientifico, che lo fanno assomigliare di più a un istituto tecnico (con grande rispetto per gli istituti tecnici).
O diluire i programmi di greco e latino, fino a portare in queste materie uno studente del quinto anno di oggi ad abilità medie paragonabili ad uno del terzo anno di una volta.
E ancora... aver notizia di laureandi, che devono farsi scrivere la tesi da ghost writer, perchè non hanno neanche le abilità minime per scrivere in italiano corretto.
Unico cambiamento veramente positivo che mi viene in mente, è stato l'estensione della lingua straniera a tutti i cinque anni di Liceo Classico.
Se ne sentiva effettivamente la mancanza e sarebbe stato anacronistico non farlo.
A volte viene proprio la tentazione di dar ragione alle drammatiche affermazioni del Prof.Galimberti, quando sostiene che ci stiamo vendendo l'anima alla tecnica, come unico valore universale.
Come dicevo, non sono laureato e quindi 'sulla carta' il mio livello culturale non è elevato.
Faccio il fotografo di beni culturali e opere d'arte e quasi paradossalmente è un genere di fotografia molto tecnica e poco artistica.
Ma ogni volta che mi accingo a riprendere un codice miniato in greco antico o l'iscrizione di una lapide romana, sento che quegli anni un po' travagliati tra liceo classico e scientifico, mi fanno guardare quegli oggetti col rispetto e la sensibilità non del tecnocrate, ma dell'essere umano.
Anche se magari oggi non saprei più neanche tradurli.
Buon lavoro Yasmina.
Al di là della condivisione o meno della riflessione, mi soffermo sul fatto che ormai non servono neanche più i ghostwriter per compilare la tesi. Oggi si usa chatgpt.
Ma il dato assodato che dal liceo classico escano persone più preparate da dove esce fuori? Non sto criticando ma vorrei le fonti, mi sembra una cosa molto strana, e poi più preparati in che senso e per fare cosa?
Infatti non è assolutamente vero, la scuola italiana in generale ha un impostazione dispersiva e un metodo di insegnamento nozionistico il classico non da assolutamente niente in più rispetto alle altre.
Me lo chiedevo anche io… non ha alcun senso logico… gran differenza la fa il professore a mio modo di vedere
@@MarcoCanovaTrue si sicuramente un professore che sa trasmetterti la passione per la sua materia ha un valore aggiunto, però c'è da dire che non è proprio vero ciò che dice Jasmina, la gente che esce dal classico non è più preparata degli altri anzi spesso e volentieri hanno una preparazione carente su tantissime materie che sono necessarie per la prosecuzione degli studi senza le quali bisogna fare un grosso sforzo per recuperare rispetto a chi ha fatto altre scuole (che magari lasciano lacune in altri campi eh sia chiaro, la scuola italiana fa schifo dappertutto), continuare a pensare che basta aver studiato latino e greco e ignorare altre materie come informatica, matematica, fisica, biologia, e credere che servano solo a fare soldi, vuol dire non aver proprio capito che nel mondo di oggi avere competenze nelle materie scientifiche è essenziale per stare al mondo e che studiare greco e latino va bene solo per fare il figo nei salotti, tutto qua
In genere, almeno fino a qualche tempo fa, il liceo classico era il liceo più difficile (è un fatto abbastanza noto, che ha radici nel passato; infatti il classico era ritenuto il luogo dove si formavano i cosiddetti ''quadri dirigenti'' della società); per questa sua difficoltà, gli studenti che riescono a uscirne (alcuni - più onesti - preferiscono mollare e darsi al crimine) hanno (o avevano) in media una più alta capacità di studio, che aiuta nel proseguo degli studi o nell'attività lavorativa. Sottolineo che ciò vale ''in media": ovviamente ci sono ragazzi che fanno il tecnico che hanno molta più propensione allo studio di altri che fanno il classico. Inoltre questo forse valeva più nel passato che nel presente, perché le cose stanno un po' cambiando.
@@jofel131 tutto molto opinabile sinceramente, è vero che fino a un po' di tempo fa gli istituti superiori che non fossero licei erano per "chi non vuole studiare", oggi è già diverso, ma come la mettiamo col liceo scientifico? E poi ripeto, preparati in cosa e secondo quale metro? Se vai a fare lettere o filosofia all'università ovvio che il classico potrebbe prepararti meglio, ma per il resto? 😅
Sarebbe bello poter vivere in un mondo dove ciascuno possa scegliere di vivere solo per studiare, contemplare, comporre, senza bisogno dell'imposizione di un profitto, se non l'abbellimento della propria anima e di tutte le anime insieme
Ovviamente questo è impossibile, ma non è nemmeno detto che bisogna arrivare all'eccesso opposto per forza
Opere dell’ingegno umano
La tecnica sembra l’unica cosa rilevante nel secolo attuale; forse dovremmo evitare di impoverire l’umana intelligenza,sfruttando la capacità, fortemente energivora, dedicata alla generazione di ricchezza, tramite calcolatori (computer) quantistici occupati a generare artificiose più che artificiali intelligenze.
@@YasminaPani
Buona sera, chissà che l'attuale classe dirigente sempre più ricca non di trasformi in una sorta di aristocrazia capace e orgogliosa di detenere la conoscenza e la cultura o di arrogarne il diritto...
Yasmina, ti sei superata. Questo è il tuo video più bello.
Grazie 🙂
Mi sono emozionata, grazie per questo preziosissimo discorso.
Grazie 🙂
Sempre sul pezzo, bravissima!
Non avere ricevuto una formazione Umanistica e' uno dei grandi rimpianti della mia vita [ho frequentato scuole a dir poco raccapriccianti e ora mi ritrovo senz'arte né parte].
Amico, non è mai troppo tardi; già solo seguendo video come questi stai lavorando alla tua formazione. Non buttarti giù!
@@pimpalola Vorrei sperare che fosse così... Grazie dell'incoraggiamento.
C'è una bellezza travolgente nei fiori che nascono in mezzo al cemento.
Un po' come quelle persone che come te riescono a pensare in questo modo, persino durante i nostri tempi, sempre più superficiali e scialbi. Spero che le persone non si trasformino definitivamente in pietre ❤
Oddio hai descritto con una immagine perfetta l'opinione che ho anche io di chi porta avanti questi punti di vista :)
Grazie ❤
Volevo partire confermando che il voler chiudere un qualsiasi tipo di scuola è un semplice scempio alla cultura nel suo complesso, in modo che ciò che dirò in seguito non rischi di essere travisto, o che venga etichettato come chi vuole abolire/chiudere questi licei, (che a scrivere qualcosa su internet è sempre più difficile di sti tempi) ma mi permetto di dare uno spunto/provocazione: perché le materie più tecniche e pratiche non vengono messe sullo stesso piano? Come mai non si riesce a ritrovare la stessa bellezza di un testo come quello letto, in un complesso algoritmo, oppure in un progetto tecnicamente avanzatissimo? Volete per caso insinuare che tutti gli sforzi fatti per trovare dei metodi e delle regole che riescano a spiegare come funziona tutto ciò che ci circonda, interconnessi tra loro fino a creare un qualcosa di incredibile (vedi le opere architettoniche, i nostri smartphone, il sistema economico ecc.), siano forse inferiori ad un testo scritto, ad una poesia di qualche riga? Io trovo che anche chi segue un percorso di studi tecnico con l'obiettivo, non di guadagnare milioni progettando la prossima innovazione tecnologica, ma di creare un qualcosa in grado di plasmare il futuro, sia alla pari se non superiore a qualcuno che scrive dei testi per puro diletto, questo perché spera nel suo piccolo di riuscire a fare la differenza non solo per lui ma per chiunque altro entrerà in contatto con le sue invenzioni, che siano materiali o meno. Quello che è il guadagno è un qualcosa che viene dopo ed è semplicemente una conseguenza della natura delle materie tecniche/pratiche, che a differenza della letteratura che necessita semplicemente di un foglio di carta ed una penna, richiede materiali e risorse più elaborate. Non bisognerebbe partire dal presupposto che chi incentiva lo studio della matematica, fisica, medicina ecc. lo faccia per il solo ritorno economico, anche perché (e qui un punto in cui mi sento di dissentire) sono materie ben più complesse rispetto alla letteratura e alla poesia, semplicemente perché tutte le varie materie umanistiche e artistiche, sono basate sulla prospettiva di noi umani, mentre ciò che è tecnico/pratico si basa, oltre che sulla comprensione di noi esseri viventi, sulla comprensione di tutto ciò che ci circonda non solo su noi persone, e quindi per questo la trovo una branca più completa e complessa.
Provocazione per provocazione: parto dallo spunto della censura su internet sempre più frequente...
Ma ti sei chiesto perché c'è questo diffuso fenomeno censorio e da chi è controllato? La questione non è l' algoritmo in quanto prodotto matematico, ma la questione è chi controlla o determina l' algoritmo. Forse l'apertura mentale serve esattamente per poter comprendere quello che succede e avere una visione d'insieme del mondo e non una visione parcellizzata e da operaio da catena di montaggio di Charly Chaplin o tecnico- "scienziato specializzato", che scienziato non è, ma è qualcos'altro: scienziato è chi ha dubbi e si pone domande cerca risposte, non denaro e profitti.
Solo così si può comprendere -nel senso autentico di 'cum-prehendo' - ciò che succede a noi, intorno a noi e quali siano le forze e la posta in gioco..
Porre la questione come se fosse un idiota antagonismo tra materie umanistiche e materie scientifiche è una forma di riduzionismo mentale tipico di una modalità mercantilista che cerca di interpretare l'universo in una logica dell' aut/aut in opposizione alla logica del et/et ... Esattamente come fanno i venditori per fare acquistare un prodotto arrivando a stringere la mente del compratore in una logica " o acquisti o sbagli (a non acquistare) ..."
Tale manipolazione mentale invoglia il conflitto tra "umanisti" e "scientisti", svalorizzando sia gli uni sia gli altri, riducendo entrambi alla mentalità due tifosi per opposte squadre di calcio con la stessa ridotta mentalità faziosa focalizzata sullo scontro. La maestosità e meraviglia di arti, scienze e letteratura ha ovviamente pari dignità, non solo ma ciascuna ha la sua specificità a comporre un universo ricco e multiforme. Quello che viene cancellato con il ridurre tutto al conflitto banale dilemma se sia meglio la scienza o la letteratura è proprio la possibilità di vedere la metodica e precisa modalità di assere ogni cosa al profitto economico e ad una mentalità economicista come radice fondante di ogni azione e pensare umano sia nel campo scientifico che letterario. E questa a mio parere è una vera bestemmia contro le potenzialità del genio e della mente umana che viene ridotta ad una logica utilitaristica se produce Per Conto Terzi un utile profitto, con pagamento in percentuale di salario o più nobile parcella se il lavoro è intellettuale dando anche il contentino psicologico alle categorie di volta in volta premiate dalle Élites che detengono il potere: in questo contesto la definizione di 'Élite' è "scientifica" e fa riferimento alla precisa accezione coniata da Wilfred Pareto nel suo Trattato Generale di Sociologia. Vi prego di notare che il creatore della Sociologia come scienza era un Ingegnere, non solo per laurea, ma che aveva lavorato con successo come ingegnere... e non era un laureato in lettere classiche...
Nella logica del controllo finanziario i "rami secchi" si tagliano uno per uno, prendendoli singolarmente, e accentuando divisioni e conflitti dimodochè possano essere visti dall'opinione pubblica come una categoria che strilla perché viene abolito il loro segmento di mercato in quanto sono "obsoleti" e improduttivi, ovvero non portano profitto.. E nel proporre questa visione delle cose i professionisti degli Uffici Relazioni Pubbliche, abbreviati con anglismo in P.R. , fanno miracoli !
Ci rendiamo conto di conseguenza che cosa significa realmente "tagliare i rami secchi di studi classici", con quali metodologie viene attuata l'operazione e infine "cui prodest" ?
La cosa più divertente è che scrivo tutto questo partendo da un ottica totalmente differente dal pensiero marxista classico, anche se può sembrare una analisi fatta da un sindacalista comunista degli anni 70 (razza pura estintasi per cause varie tra cui sperimentazione genetica con creazione di OGM con innesto di DNA consociativo e MRNA a logica di mercato )
È vero che vi sono analisi molto lucide e illuminanti sulla questione della tecnica, dell'alienazione nelle società capitaliste ecc., ma sono analisi datate a forme di capitalismo "primitivo" . Le società di oggi esprimono realtà che hanno subito mutamenti evolutivi complessi e richiedono analisi altrettanto evolute e capaci di cogliere aspetti differenti e innovativi. Non solo ma credo vi siano anche filoni interpretativi trasversali che giungono alle medesime conclusioni pur partendo ab origine da provenienze culturali ben differenti. In questo percorso è fondamentale l'analisi di Max Weber su lavoro manuale e lavoro intellettuale tanto quanto le analisi di J. Habermas della Scuola di Francoforte.
Oggi ci troviamo di fronte ad un preciso tentativo di fare prevalere l'interesse economico su tutto e di asservire tutto alla logica del profitto. Se non possiamo definire questa una forma di Totalitarismo allora possiamo buttare via il termine perché inutile per descrivere un fenomeno che possiamo osservare ma che non possiamo denominare in quanto "tabù" ( non vi ricorda il fenomeno censorio su internet?) , ma la cosa peggiore è il tentativo di fare sembrare tutto questo Etico e Buono. Ovvero la logica del profitto viene fatta come se fosse cosa Buona e Giusta per lo sfruttato di turno... Mica male come giochino mentale.
In tale ottica lo studio e l'educazione non possono essere altro se non una specie di Corso di Formazione Aziendale o corso di orientamento pre-aziendale per la tenera età in modo da sviluppare consumatori e addetti ai vari livelli produttivi. Di conseguenza tutto ciò che è fuori da questa logica di addestramento dei futuri lavoratori/consumatori è obsoleto, non produttivo, e quindi "un ramo secco da tagliare", come ad esempio il liceo classico o se non si può tagliarlo lo si snatura tagliando materia per materia quelle che "addestrano la mente al pensiero", e intendo il pensiero puro e semplice. E questo avviene nel liceo classico tanto quanto nel liceo scientifico, tanto quanto in tutti gli altri rami di studio.. Un liceo artistico cosa serve? A insegnare a trovare il lavoro più redditizio con le abilità di disegnare, pitturare, ecc. !
Servono ottimi esecutori, non pensatori. Servono persone con forte ambizione al profitto, non sognatori. Servono servi, non esseri liberi che provano il piacere di fare ciò che scelgono.
Questa secondo me è la visione d'insieme con cui si affronta la situazione della scuola, dell'educazione e delle potenzialità meravigliose della mente umana, che sono sotto attacco se "fuori mercato".
Se possibile evitiamo di farci fuorviare da conflittualità indotte usate come "armi di distrazione di massa"... Grazie.
Credo sia molto corretto sostenere che la vera comprensione (cum prehendo) avviene non solo a livello mentale, ma anche col corpo e a livello emozionale. Ma questo genere di comprensione implica non disgiungere le parti fisica, mentale ed emotiva (psicologica? spirituale? ), ma questo non significa dover porre in antitesi scienze e lettere.
In breve: non dici cose sbagliate, secondo me, ma semplicemente poni l'intera questione in una prospettiva che credo sia errata e fuorviante.
Spiegazione: se fosse vero quanto sostieni le grandi multinazionali dell'agro alimentare non distruggerebbero le piccole produzioni di nicchia dove la conoscenza è unita al concreto saper fare. Pensa alla produzione dei vini di nicchia fatta da agricoltori che non solo si spaccano la schiena ( si può dire il culo? È più adeguato) su vitigni in terrazzamenti montani non raggiungibili con mezzi meccanici: in Italia col solito anglismo è nato il marchio Heroic Wine, con un preciso disciplinare identificativo. Ebbene se tu vai a vedere come lavorano veramente capisci che devono amare quel che fanno e lo fanno non solo col corpo e con la loro manualità, ma devono anche usare il cervello. E non lo fanno solo per profitto, anzi.
Tutto quello che sostieni i miei amici orientali lo risolvono così: unità di Corpo, Mente e Spirito, il sapere e il sapere fare costituiscono un unità. In pratica un teorico può scrivere 500 libri sul nuoto, ma non è capace di nuotare.. Un bambino figlio di pescatori di perle nuota come un pesce ma non capisce nulla di teoria del galleggiamento. Conosce onde e maree e squali meglio di un meteorologo marino o di un biologo... Magari se quel bambino studia diventa un grande scienziato capace di elaborare nuove teorie sui moti marini o sull'ecosistema di squali e maree... La questione è che se il profitto e l'economia sono i valori fondanti una società umana e pretendono di determinare studi e processo di formazione dei giovani esseri umani e di chi insegna loro, detto alla francese : siamo fottuti!
Ritengo però il tuo commento estremamente interessante, proprio perché allarga la prospettiva e amplia la questione...
La risposta è che in Italia c'è un diffuso feticismo per le materie umanistiche e un disgusto nemmeno mascherato per la matematica in primis e le materie scientifiche in secundis. Da ciò deriva che chi veramente conta emigra all'estero e fa fortuna lì perché qua viene valorizzato di più chi recita Dante a memoria, e qui ci rimangono una serie di pseudo-intellettuali che pensano che insegnare robette come l'economia o l'informatica non sia roba scolastica, per cui chi non è portato/appassionato di suo sarà un adulto incapace di stare al mondo (che però ha studiato 45 volte il dolce stil novo).
Ciao Yasmina, condivido il tuo pensiero e ti ringrazio per questo video. Ho riflettuto però sulle tue conclusioni. Pare tu faccia una differenza troppo netta tra le materie che nutrono l'anima e quelle che possono servire al portafoglio. Da ragazzino ero appassionato di astronomia e quando capivo alcuni fenomeni, anche banali, mi sentivo felice, eppure non mi è servito per mangiare... Anche la scienza può riempire lo spirito, ma so per certo che tu non hai alcun dubbio a riguardo. Un saluto
Io pure...sia greco sia astronomia:)
Non intendevo dire che le materie scientifiche non nutrono l'anima
Ciao Yasmina, da laureata in materie tecniche, ma con studi classici alle spalle e grande amore per le materie umanistiche, non posso che convenire con te. Concedimi solo un'ulteriore piccolo passo: tu hai tentato di non parlare dell'utilità, ma trasuda comunque. Anche nella situazione più disumana che tu hai evocato , l'arte ha garantito umanità. Grazie delle riflessioni e del come le hai esposte. Buon pomeriggio :)
Grazie 🙂
Finalmente qualcuno tocca il tasto giusto e discute del vero problema legato all’educazione. È musica per le mie orecchie. Grazie, Yasmina!
Come sempre fai un discorso ben strutturato ed interessante. Grazie per questo e grazie di esporti.
In questo caso però avrei delle obiezioni:
- cosa intendi dicendo che il classico è più difficile? Che vengono bocciati più studenti che negli altri istituti?
- il classico forma le élite, credo si vero ma è così perché grazie al classico la gente diventa capace o è così perché gente capace e con genitori elitari va al classico?
- sul aberrazione della scuola che ti deve far trovare lavoro sono abbastanza d’accordo, ma è un discorso che mi piacerebbe sviluppassi meglio.
Non è vero infatti che il liceo classico è "la scuola più difficile in Italia". Innanzitutto perché la difficoltà di una materia è legata a chi la impara, quindi al suo interesse, alle sue attitudini; e poi perché un'altra buona parte la fanno gli insegnanti.
Il mio vecchio liceo voleva introdurre un indirizzo STEM al liceo classico senza però riuscirci. Nessuna ora tagliata al regolare quadro orario ma niente, non riesce a decollare. Peccato.
Io ho fatto un corso simile, si chiamava indirizzo Brocca: stessa matematica dello scientifico, fisica ecc. Ma ovviamente eravamo due gatti e poi lo hanno chiuso, era troppo difficile
@@YasminaPaniadesso esiste un percorso chiamato Liceo Classico Europeo che comprende l'unione del Latino e del Greco in una materia ovvero Lettere classiche con una riduzione delle ore aggiungendo altre materie come Geografia,Diritto ed Economia,seconda lingua straniere oltre l'inglese,potenziamento di Matematica. Questo indirizzo è attivo solo nei convitti ed educandati quindi è riservato a poche persone in quanto i convitti sono pochi in Italia e serve affinchè i ragazzi possano mangiare in mensa dato che devono fare spesso i pomeriggi
Vengo da un istituto tecnico commerciale, e ritengo che tutte le materie richiedono una elaborazione mentale per comprenderla. Il pensiero matematico, letterario, ma anche tecnico portano ad ottenere risultati ottimali. Purtroppo troppo spesso vedo studiare per una interrogazione, un esame salvo poi resettare il tutto.
Il segreto è l'amore per determinate materie che rendono un linguista persona di valore come può esserlo un economista, un ingegnere.
C'è una cosa però che fa da filo rosso nel sapere, la stira e la filosofia. Qualsiasi studio non può prescindere dalla comprensione della sua evoluzione e della ragione per cui l'uomo cerca di ottenere da quello studio un fattore per migliorare sé stessi.
All'epoca studiavo parallelamente approfondimenti di storia e, in misura più soft, filosofia, tato da proporre di portare all'orale proprio storia come terza materia.
Se non so da dove vengo e perché percorro una strada... dove sto andando?
Con mia soddisfazione cito il caso di una persona del classico che con grande prosopopea dichiarò che il peggiore studente del classico sarebbe stato meglio di un buon studente degli istituti tecnici.
Con molta tranquillità proposi una gara su una materia comune ai due indirizzi, la storia... l'ho letteralmente stracciata ( vero era un test nozionistico, ma l'avrei stracciata comunque).
Come in qualunque attività umana, studio, lavoro... Dove c'è gusto non c'è perdenza
La spocchia della persona del classico che asseriva di saperne di più manifesta proprio la convinzione (peraltro espressa all'inizio del video) che tale liceo sia il migliore in termini di formazione e istruzione personale, cosa peraltro non sempre vera, evidentemente...
@@ZosoTRK Mah, diciamo che in quel caso poteva più la mia passione per la storia che il percorso di studi liceali.
Sulla questione esistono anche fattori di prestigio; per anni avere un figlio al classico era uno status, per la famiglia, con conseguente imbarbarimento di un percorso di studi di elevato potenziale con elementi che con l'impegno nello studio non avevano... dimistichezza. Una volta era anche conferma di uno status per una classe di professionisti o di una scalata sociale.
Quando mio figlio si iscrisse alle superiori, venne fuori che si era iscritta al classico una compagna che mai alle interrogazioni aveva proferito parola in tre anni (senza mai essere bocciata).
Poi questo modello scolastico in generale pensa all'inclusione confondendola con il paternalismo (eufemismo) e livella la qualità della formazione e delle competenze ai livelli più bassi.
I ragazzi sono spesso in parcheggio a vivere come nei social, e occorre fermezza per dire "mi sto formando". Alcuni elementi non sono da liceo, ma cosa hanno fatto di male tecnici e professionali per meritarseli.
Gli stessi genitori, mediamente assenti nel ruolo di educatori, delegato alla Tv e ai social, cercano di assumere un ruolo di paladini dei figli quando questi hanno comportamenti indifendibili; così abbiamo ragazzi svogliati che "soffrono del disturbo dell'attenzione", per cui 6 politico.
Di qui anche gli "impuniti" che ad esempio si iscrivono a Medicina nell'est Europa, tornano nell'Università italiana di Forlimpopoli, per poi laurearsi con un titolo alla megauniversità prestigiosa. Bravo figliolo, ci pensano mamma e papà.
Tanto per fare le cose oggi c'è anche l'intelligenza artificiale
Buongiorno Yasmina. Nulla da dire sulla tua esposizione perché in primis, anche ho vissuto la scuola solo da studente e non saprei giudicare se delle materie sono utili o meno, soprattutto comunque concordo sull'importanza delle materie "inutili" per la formazione dell'individuo. Io sono laureato in ingegneria ma sono appassionato di teatro, storia e letteratura, amo il latino, era l'unica materia in cui avevo quasi 8 di media al liceo, scientifico, ancora oggi ricordo abbastanza bene la grammatica, amavo molto tradurre, passavo diverso tempo a cercare l'accezione piu corretta. Ricordo peraltro che ad un colloquio di lavoro, venti anni fa, l'esaminatore mi chiese che passioni avessi e quando gli parlai appunto di letteratura, teatro ecc, fece una smorfia e mi definì sprezzantemente "ingegnere umanista", perché secondo lui un ingegnere deve avere come sfera di interessi solo le materie " utili" del suo campo, il resto fa perdere tempo ed energia..
Curioso che quello che lui considerava un insulto, io lo percepivo invece come un complimento ma tant'ê....Ê vero che nei momenti bui la letteratura serve, Dante scrisse la Commedia in esilio, Bertolt Brecht scrisse "Vita di Galileo" alla vigilia della II guerra mondiale, costretto a scappare dalla Germania per le persecuzioni ecc. Per quanto riguarda le eccellenze, anche qui non saprei che dire, mi viene però in mente quello che succedeva ai miei tempi, adesso forse è tutto diverso. In terza media, sto parlando dei primissimi anni 80, i professori, anche molto esplicitamente, indirizzavano i migliori, spesso provenienti da famiglie agiate, al classico, quelli bravini ma non geni ma di buona famiglia (tipo il sottoscritto...) , al liceo scientifico (ricordo ancora il coordinatore che disse ai miei genitori che facendo lo scientifico, considerato ai tempi un surrogato meno nobile del classico, almeno un lavoro l'avrei trovato, lasciando intendere che non ero comunque all'altezza di fare il classico, dove avrei fallito quindi meglio abbassare il livello e studiare cose piu concrete..Notare che era il mio professore di italiano, il quale mi considerava il migliore nella sua materia...infatti mi indirizzò allo scientifico...). Infine, gli asini figli di poveri, venivano indirizzati agli Itis o a ragioneria. A ciò si aggiunga che ci si poteva iscrivere, una volta scelto l'indirizzo, solo al liceo o all'Itis della zona in cui si abitava, io non potevo frequentare un liceo dalla parte opposta di Milano per dire. Oggi invece si, infatti nel mio vecchio liceo, che da sempre è considerato il piu prestigioso di Milano, c'è il test di ingresso (come anche altri qui a Milano). Tutto questo per dire che non so se veramente esista una stretta correlazione tra indirizzo ed eccellenze, perché se in una scuola ci mandi i migliori e in un'altra i peggiori, è piu probabile che le eccellenze escano dalle prime scuole che dalle seconde. Tenuto conto che chi faceva il liceo metteva in conto di fare l'universitá quindi la famiglia doveva permetterselo. Tanto è vero che al Politecnico di Milano, dove ho frequentato ingegneria, in varie facoltá, da gestionale, a elettrica, nucleare, meccanica, ecc, conoscevo molti studenti, alcuni del classico partirono con difficoltá ma poi si laurearono brillantemente. Ma avevo diversi amici dell'Itis che si laurearono in 5 anni. Ma erano tutti studenti brillanti anche giá alle superiori. Purtroppo non ho statistiche da supporto ma sospetto che la vera differenza non sia data tanto dal liceo o dall'Itis quanto dalla scuola in se e dai professori. Ripeto, se si mandano i migliori nelle scuole piu prestigiose con i professori migliori, è piu facile che escano le eccellenze. Insomma, a mio avviso dipende piu dal fatto che la scuola è sempre classista. Forse oggi meno, non so. Ciao.
io non ho una laurea, ho un diploma da perito elettronico; ogni tanto sogno di non aver fatto l'esame di maturità, ma ho capito che la scuola deve fare la scuola e la scuola e il lavoro sono due cose separate; poi ci sta frequentare corsi professionalizzanti, master o simili per prepararsi per un lavoro ma dopo aver finito il proprio percorso scolastico. Una delle cose che mi rende orgoglioso è che mio figlio grande l'anno prossimo frequenterà il liceo che ha frequentato Levi.
Bellissimo video, complimenti. La verità è che il sistema ci vuole tutti pronti ad essere produttivi il prima possibile, e tutto il resto è "lusso", come sostiene qualcuno.
Sarò sincero, in questo video ho trovato una profonda disconnessione fra l'argomento di partenza e la riflessione finale. Innanzitutto perchè le materie umanistiche non sono appannaggio esclusivo del liceo classico, visto che vengono insegnate in tutti gli altri indirizzi e la differenza al massimo è nello studio del Greco, ma anche perchè anche tu porti avanti questo punto di vista un po' datato del classico come "fucina di eccellenze".
Non ho nessun interesse a difendere il mio percorso o quello di altri e aggiungo anche che potrei tranquillamente essere condizionato dalle mie esperienze personali e da quelle di persone che conosco e che hanno frequentato il classico, ma mi sembra evidente come ogni volta che si faccia riferimento a questi temi si tiri sempre fuori dal cilindro qualche eterea competenza o predisposizione data dall'aver studiato il Greco o aver approfondito con un paio di ore in più a settimana la letteratura che dovrebbe in qualche modo renderti più profondo o preparato alla vita. A renderti più profondo sono le tue esperienze personali e gli insegnanti che ti hanno spiegato queste materie, professori capaci e appassionati che nel momento in cui sei più perso, come nell'adolescenza, sono capaci di darti una direzione, non è certo il fatto che tu debba fare traduzioni dal latino e greco, nè tantomeno la quantità di ore per cui studi quella specifica materia, a fare la differenza. Io stesso non ho mai sviluppato una profonda passione per la letteratura nonostante abbia passato l'intera adolescenza a divorare libri e abbia avuto almeno un'insegnante al liceo che ha ispirato alcuni miei compagni.
Quindi chiudiamo i licei classici? Assolutamente no, il punto per me è rendersi conto che si tratta soltanto di una specializzazione diversa come lo è l'Itis, il tecnologico, il linguistico, il musicale o qualunque altro indirizzo in cui viene data più enfasi ad alcune materie rispetto ad altre. Trasformare questa fase dell'educazione in una fucina di nuovi professionisti in uno specifico lavoro è un abominio che mi auguro non si concretizzi mai, ma allo stesso tempo pensare che un dato indirizzo possa darti competenze o profondità come quelle di cui parli nel video la vedo al più come i resti di una vecchia concezione dell'elitarismo che permeava il liceo classico nel secolo scorso e poco altro.
La letteratura e più in generale quella che chiamiamo "la cultura" è decisamente più importante di quanto la si fa passare e meriterebbe di non essere così bistrattata, l'esempio di Primo Levi è eclatante, ma dare maggiore importanza a questi temi per me è quasi del tutto sconnesso dal liceo classico e dal suo valore, altrimenti avremmo 95% di musicisti che escono dal liceo musicale, 95% interpreti/traduttori che escono dal liceo linguistico, 95% medici e ingegneri che escono dal liceo scientifico, ma la realtà ci dimostra che non è affatto così e il liceo (per fortuna) è ancora un periodo di transizione in cui la differenza più che l'indirizzo la fanno i professori che si incontrano.
Ciao Yasmina. Volevo aggiungere una curiosità, a proposito del tema da te sollevato, probabilmente lo conoscerai meglio di me. Nel 1860, Jules Verne scrisse il suo secondo romanzo, "Parigi nel XX secolo", dove l'autore francese immagina una Parigi del 1960, in cui vive un giovane poeta in versi latini appena laureatosi in lettere antiche. Solo che il mondo del 1960, futuristico, non ha bisogno di letterati o di musicisti, ma di abili ingegneri e tecnici. Il poeta, orgoglioso della sua cultura, non riesce ad inserirsi in quella società che non capisce, governata dalla tecnologia e dal profitto economico. È comunque un grande artista e dedica tutti i suoi sforzi a comporre poemi che nessuno leggerà mai, ma è incapace di lavorare per potersi mantenere. Il romanzo, venne proposto al suo editore che però lo bocciò, perché troppo futuristico e soprattutto, troppo pessimistico, chiudendolo in una cassaforte, in attesa di tempi migliori. Il libro però venne dimenticato fino a quando, fu ritrovato da un suo pronipote nel 1989 e stampato nel 1994. All'interno del libro, vengono descritte alcune innovazioni che Verne immaginava nel 1960, tra cui il " facsimile", una sorta di fax, una rete mondiale di trasmissione dati (una sorta di internet anche se fatta con i telegrafi), degli aggeggi che dovevano essere degli specie di climatizzatori, le auto a gas, dei treni della metropolitana sopraelevati e soprattutto, le due cose forse più inquietanti per la loro attualità: descrisse l'edificio del Louvre con una costruzione in vetro posta di fronte e una specie di altissimo faro, dove ora sorge la torre Eiffel. In effetti, davanti al Louvre, nel 1988 venne inaugurata la Piramide di vetro che fa da atrio al museo, mentre la torre Eiffel venne costruita tra il 1887 e il 1889, più di venti anni dopo che Verne aveva scritto il suo libro...
Grazie Yasmina. Se vogliamo comunque parlare di ciò che sarebbe bene fare per far uscire dal percorso scolastico-accademico persone più preparate, io sono fermamente convinto che al classico le materie inutili siano alcune discipline scientifiche insegnate poco e male, per amore del di tutto un po'. Credo che una riforma strutturale della scuola dovrebbe tenere molto più conto degli indirizzi alle superiori, far studiare meno materie ma in modo più completo e approfondito, così magari da ridurre di un anno il liceo e superare quell'abominio della laurea triennale, riconosciuta come inutile ormai all'unanimità.
Beh insomma.. che sono fatte male è vero, ma che la soluzione sia toglierle non credo 😅 fisica e matematica sono essenziali in qualsiasi scuola, e anche un minimo di chimica e biologia. Semplicemente bisogna che vengano insegnate decentemente, e che gli alunni dei licei diversi dallo scientifico si mettano in testa che sono importanti quanto le altre.
Sogno istituti tecnici e professionali inquinati dalla letteratura con insegnanti appassionati. Grazie Yasmina 🥹
Guarda che letteratura italiana la fanno pure lì.
@@ventus68 certo, io ho fatto un istituto tecnico, ma la letteratura è rimasta sempre nel sottoscala.
@@alessandroa.2800 Avrai trovato un cattivo insegnante ma ci sono cattivi insegnanti anche al liceo.
@@ventus68 in realtà ne avevo uno bravissimo ma che, in quell'impianto lì, con le poche ore a disposizione e l'imprinting che "ci devono insegnare un mestiere", ha fatto quello che ha potuto, in modo fin commovente.
@@alessandroa.2800 Sei fortunato allora ci sono insegnanti al liceo che nonostante le ore fanno solo danni. Meglio un'ora fatta per bene che 20 fatte male.
Non c'è altro da dire, hai perfettamente ragione.. E grazie. ❤
♥️
Oggi mi hai fatta piangere. Non me l'aspettavo ma è successo.
Ti amo
@@YasminaPani Anche io, lo sai bene ❤️
Omne tulisti punctum. Grazie per queste riflessioni preziose, che scaldano il cuore.
Grazie 🙂
Bellissimo video. Confesso che la citazione di Levi mi ha commosso.
Grazie 🙂
"Sostenitori delle materie utili";
Tipo Boldrin?
anche il giovanottone "ferrato" 🙂che gli sta accanto ...
@@davidxoomer3806 chi è? Ce n'è parecchi
La cosa divertente sono i "seminari" che tengono... Sono fatti SEMPRE senza la presenza di linguisti o docenti di materie letterarie.
Certamente.
Ciao Yasmina, la cosa più bella di questo video è stata vederti così trasportata dal sentimento! La stessa passione che metto io quando faccio lezione sulle materie tecniche inerenti l'elettronica (sono un ingegnere). Dico solo una cosa: ho vissuto il liceo scientifico da studente e sto vivendo gli istituti tecnici da docente, pertanto posso dire con cognizione di causa che l'unico motivo che rende i licei le scuole superiori più difficili è solo la "mentalità italiana" secondo cui gli studenti di serie A frequentano i licei mentre tutti gli altri i tecnici e i professionali. Ma ti assicuro che se così non fosse i tecnici avrebbero un livello di difficoltà almeno pari a quello dei licei. Ciò che conta è che ognuno possa studiare ciò che gli piace e trovare il proprio posto nella società. Un abbraccio
Buonasera yasmina.
Ieri spiegavo ad un estraneo come io fossi insensibile all'arte letteraria. Oggi, mi hai fatto commuovere. Grazie
Davvero? Mi fa molto piacere
mi trovo d'accordo, io mi accorgo che molte persone tendono a scegliere non ciò che le appassiona ma ciò che non le appassioni ma che gli dà soldi e ciò mi rende triste.
Le tue parole sono come una doccia fresca d'estate. Grazie
Come fai a leggere questa "roba" senza piangere. Io l'ho letta da ragazza e poi mai più xkè mi strappa l'anima ogni volta. E intendiamoci... non l'ho più riletta (come faccio invece con altro) perchè è emotivamente troppo per me, non per altro! Meraviglioso e orrorifico insieme, non gliela fò, semplicemente!
Parole giustissime Yasmina. E grazie per aver ricordato Levi e il suo Canto di Ulisse. Nulla di più azzeccato. Ricordo come lessi quelle righe attonito e quasi tremando per la meraviglia. Si percepisce in te tutta la commozione e questo vale più di mille argomentazioni. Buona serata.
Grazie
Brava ! Mi avevi fatto ridere a crepapelle con il video sul libro di D'avenia e ora sono qui in lacrime per Levi, per la tua lettura di Levi, per gli attacchi a tutto ciò da parte di coloro che non riescono, non possono essere mossi da tutta questa "inutilità".
Grazie 🙂
Ogni volta che si tira fuori questo argomento ho sentimenti contrastanti, ma sapendo di non avere le competenze per poter dire cosa fare e cosa no posso solo limitarmi a delle personalissime opinioni.
Credo che in tutte le scuole vadano imposte alcune materie (es. diritto) e rivoluzionati molti dei programmi (es. storia: gli antichi Romani ripetuti 4 volte in 9 anni e programmi che se arrivano alla Guerra Fredda devi dire grazie?) e in generale ridurre il numero di materie per aumentare il numero delle ore dedicate a ciascuna materia. Alle superiori ho dovuto studiare una serie di cose che magari avrei anche apprezzato se non fossero state trattate con una fretta e una superficialità disarmanti (ovviamente non me la prendo coi professori che avendo molti argomenti da trattare e pochissimo tempo non potevano fare diversamente). Riepto, non so quale sia la soluzione migliore. Fare meno ma farlo meglio? Forse, va anche detto che, come faceva notare una youtuber che seguo, molte persone non conoscerebbero MAI Dante se non lo studiassero a scuola, perchè magari provenienti da ambienti in cui non lo si sente nominare nemmeno per sbaglio. La storia, l'arte e la letteratura italiana sono talmente vaste che comprendo anche la decisione di tentare di trattare tutto, pur se in maniera generica.
Nella mia città (e so per certo che accade in molti altri posti) molti vengono spediti al liceo classico perchè è stata la scuola dei genitori, e si tratta di ragazzi in buona parte provenienti da famiglie a reddito medio-alto e che quindi si possono permettere ripetizioni, scuole private e tant'altro. Credo sarebbe interessante indagare sul perchè il liceo classico forma le eccellenze, e nonostante io non abbia dati alla mano mi sento di azzardare l'ipotesi che non si tratti solo di programmi e materie.
In aggiunta a ciò le scuole professionali vengono viste come la stazione d'arrivo di quelli che non hanno voglia di studiare e/o semplicemente non "sono in grado", in sisntesi gente che non ha voglia di investire nella propria istruzione e di sicuro non verrà spinta a farlo in quelle scuole. In proposito credo anche sia il caso di abolire il foglietto che si da in terza media con i "suggerimenti" dei professori sull'istituto superiore da frequentare (ne parlava Alessandro De Concini), perchè che scuola è una che invece di spronarli dice a dei ragazzini di 13 anni "tu non sei fatto per studiare, vattene al professionale".
A questo credo si aggiungano altre cagate (non riesco a vederle diversamente) come "se vuoi fare il medico vai al classico perchè i termini medici vengono tutti dal greco". Non ho studiato nè greco nè medicina nè ho dati alla mano, ma ho sentito da varie persone che se si vuole entrare a medicina è decisamente più utile studiare biochimica come Dio comanda, altro che greco antico.
Di solito una volta che si toglie una cosa che prima veniva offerta a tutti gratis, quella riappare a pagamento ma diventa esclusiva per chi se lo può permettere. Cosa diventeranno le lettere classiche e moderne quando smetteranno di essere insegnate nella scuola pubblica? Appannaggio dei pensionati e dei privilegiati?
Detto questo, è più che normale che le persone evitino un campo di studi in cui non c'è speranza di trovare lavoro. Per me la grande crisi delle lettere classiche si vede DOPO i licei, nelle università. Io ho fatto il liceo linguistico senza troppi ostacoli posti dalla mia famiglia, latino era la mia materia preferita (perché me la godevo e l'insegnante era talentuosa, non perché mi ha insegnato a pensare)...ma dopo il liceo le conversazioni erano tutte un "c'è lavoro? Di che tipo? Con che garanzia?" e diciamo che sono stata caldamente incoraggiata a buttarmi su una università diversa da quella che sognavo. Non porto rancore a nessuno per quella scelta indotta dai miei genitori, ogni tanto penso a chi invece ha fatto quella scelta di cuore che io non ho avuto il coraggio di fare e mi chiedo quanti di loro sono oggi antichisti, ricercatori, professori, e quanti invece fanno salti mortali in trincea, lottando per contrattini precari chissà dove, cambiando paese ogni anno per una borsa di studio.
È vero che è un lusso vivere esclusivamente dei proventi dell'attività intellettuale, chiunque ha dovuto spiegare alla sua famiglia cos'è una borsa di studio, cosa è un assegno di ricerca lo sa: "Ma è a tempo indeterminato?" chiederanno i genitori.
I genitori "con senso pratico" ritengono che per scalare la scala sociale sia abbastanza fattibile il salto da figlio di operaio a ingegnere/medico, meno fattibile è il salto che porta verso il figlio filologo.
Mi auguro che le materie considerate poco profittevoli rimangano nella scuola pubblica a continuare a svolgere il loro ruolo: rispondere al bisogno degli esseri umani di produrre e fruire arte, ma temo che le materie umanistiche potrebbero finire nuovamente, come in altre epoche, in una torre d'avorio.
Per trovare lavori remunerativi serve comunque l'università e il classico non è un ostacolo. Quanti medici o architetti hanno fatto il liceo classico o altri licei ancora? Poi per l'università chi non ha la borsa di studio può comunque lavorare per pagarsi gli studi.
@@lordcall2058 non hai capito, io parlavo del fatto che non è facile né incoraggiato scegliere di fare lettere classiche all'università per poi lavorare nel campo delle lettere classiche. E la borsa di studio o assegno di ricerca è il primo lavoro che ottieni quando vuoi lavorare come ricercatore, e l'università l'hai già finita.
Apprezzo molto il lavoro divulgativo che fai su linguistica e letteratura (e colgo l'occasione per ringraziarti, visto che è la prima volta che commento), ma questa volta non mi trovo del tutto d'accordo. Provo a procedere per punti:
1) Il liceo classico forma le eccellenze? Sì, ma non perché è necessariamente la scuola più difficile. Come è stato osservato anche da qualcun altro, il liceo classico forma le eccellenze perché a frequentarlo sono, guarda caso, quelli che (mediamente) erano più bravi degli altri anche PRIMA, vuoi perché hanno i genitori laureati, molti libri in casa, più stimoli culturali e più occasioni per approfondire quello che studiano, perché provengono da famiglie alto-borghesi delle ZTL dove spesso i figli "devono" fare il classico, oppure semplicemente perché si sono distinti come bravi studenti e i loro professori delle medie li hanno indirizzati lì proprio per l'idea diffusa che "al classico ci vanno quelli più bravi". È un meccanismo di auto-selezione: il classico non forma le eccellenze perché le materie che si insegnano sono intrinsecamente più difficili, forma le eccellenze perché CI VANNO le eccellenze (sempre guardando ai grandi numeri, ovvio poi che ci sono quelli meno brillanti anche al classico).
2) Sono d'accordo invece nel rigettare le scemenze sul fatto che il greco e il latino "ti aprono la mente", "ti insegnano a pensare", come se tutto il resto invece no. Così come sono d'accordo che anche le materie umanistiche servano a livello pratico, ma questo è un altro discorso.
3) Tu contesti l'idea che a scuola si debba studiare solo materie utili nel senso di "profittevoli", rivendicando l'utilità di un sapere inutile. E in linea di principio io sono anche d'accordo. Però secondo me non è questo il punto. Il punto è che le ore settimanali quelle sono, e posto che non possiamo incrementarle più di tanto, si deve accettare che non si può insegnare tutto con lo stesso grado di approfondimento. Quindi si dovrebbe mantenere un approccio pragmatico, selezionando cosa tenere e cosa lasciare fuori, a cosa dare più peso e a cosa meno. Ecco, secondo me il PESO che ancora oggi si attribuisce nella scuola italiana alle materie umanistiche, e in particolare al latino e al greco, è eccessivo e ingiustificato (e lo dico da giovane insegnante di lettere, quindi mi sto dando la zappa sui piedi). Mentre è fondamentale che i ragazzi usciti dalle superiori sappiano comprendere e analizzare un testo in italiano, non è così fondamentale, a mio avviso, che sappiano leggere Seneca in originale e tradurlo (cosa che, tra l'altro, spesso non sanno fare in maniera decente neanche molti di quelli che escono dal classico, ma anche questo è un altro discorso). Non credo sia così fondamentale dedicare ore e ore a tradurre Senofonte e Cicerone, o a leggere testi di grandi autori della letteratura italiana che sono troppo complessi o troppo profondi per le capacità e la sensibilità di un adolescente medio (ripeto: medio, non Yasmina Pani, non Primo Levi). Parte di quelle ore sarebbe più utile (non tanto per trovare un lavoro remunerativo, ma per capire un po' meglio come cazzo funziona il mondo in cui viviamo) spenderle, ad esempio, ad acquisire almeno le nozioni base della statistica e dell'economia, a studiare informatica in modo decente, a imparare logica e argomentazione (che potrebbe essere parte di filosofia, se filosofia a scuola non fosse solo "storia della filosofia" come di fatto è). Purtroppo le ore a disposizione non sono infinite, e qualcosa bisogna ridimensionare. E a me sembra che se c'è un settore che ha buoni margini per essere ridimensionato è proprio quello delle materie umanistiche, vista tra l'altro la quantità di argomenti che si ripetono: grammatica, epica, storia, geografia, il cazzo di Manzoni... è PIENO di robe che i ragazzi si vedono spiegate e rispiegate più volte tra medie e superiori (sfido io, poi, ad appassionarsi alle materie umanistiche...). Quindi, perché non partire da qui? E se invece no, cosa togliamo per far posto a saperi e discipline oggi troppo poco presenti nelle scuole? Religione, certo, ma è un'ora a settimana. Poi?
4) Forse la cosa migliore, come ha proposto gente molto più "studiata" di me, sarebbe non tanto abolire il liceo classico, bensì abolire l'idea di "liceo" tout court. Abolire le mille distinzioni tra scuole superiori, e fare un'unica scuola media-superiore che contempli un certo numero di ore a settimana da dedicare alle 4-5 materie fondamentali (italiano, matematica, inglese e poco altro), e per le restanti ore le altre materie, obbligatorie magari solo per un anno o due, giusto per acquisire le conoscenze di base, e poi facoltative. Saranno i singoli studenti, man mano che crescono, maturano interessi, passioni e progetti per il loro futuro, a scegliere cosa approfondire e cosa no. Chi, facendo un anno di latino obbligatorio, se ne innamora, lo approfondirà negli anni successivi. Chi invece si scopre appassionato di fisica o economia, magari dedicherà più ore a quelle materie.
5) L'arte risponde a un bisogno primordiale dell'essere umano e non a una mera esigenza di guadagno, vero. Ma non prendiamoci in giro: fare arte o studiare arte come ragione di vita, lavoro, occupazione principale della propria esistenza È un lusso. E non perché oggi viviamo in una società capitalistica che blablabla, ma perché lo è sempre stato. La maggior parte degli scrittori, intellettuali, poeti, compositori e artisti di ogni genere lo sono diventati anche perché hanno potuto permetterselo. Certo, ci sono mille eccezioni, ma se guardiamo i grandi numeri credo ci sia una bella sproporzione tra i due gruppi. Perché un conto è contemplare opere d'arte, godere del bello artistico, cercare l'arte quando ne avvertiamo il bisogno; un altro è vivere d'arte. E al di là di questo, l'obiettivo non credo sia quello di eliminare dalla scuola lo studio delle varie forme d'arte, bensì quello di ridimensionare lo studio di ALCUNE forme d'arte, magari proprio per lasciar posto ANCHE ad altre forme d'arte troppo trascurate. Si tratta di mettere in discussione l'idea, che molti insegnanti per primi hanno, che tutte le arti (ma si potrebbe anche dire "tutte le materie") sono uguali, ma alcune (la Sacra Letteratura) sono più uguali delle altre. Per me "abolire il liceo classico" significa anzitutto superare nei fatti quest'idea qui. Che poi per Yasmina Pani o Primo Levi la letteratura SIA effettivamente più importante o più preziosa di altro, per il proprio percorso di vita, va benissimo. Ma torniamo al discorso di prima: lo studente medio NON È Yasmina Pani o Primo Levi. Cerchiamo di non dimenticarcelo.
6) Quelle pagine di Levi sono meravigliose. Grazie per avermelo ricordato.
1) Ho detto proprio io nel video che non "deve" essere necessariamente la scuola più difficile: attualmente lo è. E non ho detto che sono più difficili le materie, ma la scuola.
3) Il peso al greco e al latino viene dato, in Italia, soltanto al liceo classico. Gli altri licei il greco non ce l'hanno, e il latino vede ridursi le ore di anno in anno, al punto che addirittura chiamiamo licei indirizzi che il latino nemmeno ce l'hanno. La storia dell'arte è stata ridotta ovunque, la filosofia si fa solo al triennio dei licei e anche questa in molti indirizzi è stata ridotta. Musica se ne fa solo alle medie e nel liceo musicale. Quindi dove sarebbe tutto questo peso dato alle materie umanistiche? Di fatto l'unica cosa che è rimasta sono le 4 ore di italiano, che sono le stesse di matematica.
4) Potrebbe anche andarmi bene, anche se temo che sia molto, ma molto più complicato di così!
5) Non parlavo affatto di fare arte per vivere e non parlavo di formare il nuovo Primo Levi: il punto del discorso era un altro, come anche tu sai.
@@YasminaPani 1) Alla fine forse diciamo la stessa cosa, solo partendo da punti diversi. Io non ho negato che sia la scuola più difficile, semplicemente ribaltavo il rapporto di causa-effetto che mi sembra facessi tu nel video (ma magari ho interpretato male io): secondo te forma le eccellenze perché è la scuola più difficile, mentre secondo me finisce spesso per essere la scuola più difficile proprio perché ci vanno le eccellenze, gli studenti migliori, ma spesso anche gli insegnanti più preparati. Da una scuola che può contare su insegnanti capaci e classi mediamente più brillanti e intellettualmente vivaci mi sembra logico che escano in percentuale maggiore le "eccellenze". Tutto parte, credo, dal fatto che nell'opinione comune il liceo classico continua ad essere percepito come una scuola d'élite, e in quanto tale tende ad essere frequentata da studenti spinti da genitori mediamente più abbienti ed istruiti, che vogliono "il meglio" per la formazione dei loro figli e magari non hanno grossi problemi a finanziare in futuro i loro studi all'università, e conseguentemente da insegnanti che aspirano a lavorare con loro perché lo trovano più stimolante (non vale per tutti, ovviamente).
3) Certo, se partiamo da com'era la situazione vent'anni fa sì, è vero che il peso in termini di ore delle materie umanistiche si è ridotto, soprattutto per effetto della riforma Gelmini. Ma appunto partivamo da una situazione a mio avviso fuori dal mondo già vent'anni fa. E nonostante tutto il latino è ancora presente in diversi licei, con meno ore che in passato, forse, ma in qualche caso con le stesse ore di inglese, per dire. Tutto ok? Per me no. In italiano, come dicevo, mi risulta che si ripetano una marea di argomenti fra medie e superiori, eppure evidentemente si continuano a ritenere necessarie 4 ore. Che sono le stesse di matematica solo allo scientifico, se non sbaglio. Ma anche ammettendo che oggi le materie umanistiche hanno lo stesso peso delle altre, mi par di capire che tu (ma come te molti altri) contesti questo parziale ridimensionamento. Quindi era meglio prima? Poi vabbè, si potrebbe aprire tutto un discorso su come vengono insegnate, le materie umanistiche, perché al di là delle ore il vero scandalo sono i programmi, ma su quello forse potremmo trovarci già più d'accordo.
4) Non metto in dubbio che sia molto complicato, ma nemmeno impossibile. Certo servono investimenti, tanto tempo e soprattutto la volontà politica di riformare profondamente la scuola italiana. Finché mancherà la terza, i soldi non si troveranno mai e di tempo ce ne vorrà sempre di più.
5) Hai detto nel video che la parola poetica sopravvive anche nelle peggiori situazioni che l'umanità si è trovata ad affrontare, perché è un bisogno connaturato all'essere umano. Ed è vero. Quello che volevo evidenziare io, però, è che questo c'entra poco col passare ore e ore a scuola a leggere Foscolo e Manzoni. Perché di nuovo, la parola poetica sopravvive non tanto perché a scuola si studiano Foscolo e Manzoni, ma proprio perché ci sono i Primo Levi che, nonostante abbiano studiato chimica, riescono poi a tirarti fuori "Se questo è un uomo" dall'esperienza del lager. L'idea (non dico che tu la condivida, ma molti insegnanti sì) che somministrare liturgicamente pagine della "Gerusalemme liberata" a sedicenni con l'ormone a palla sia un buon modo per avvicinarli all'arte e aiutarli a comprendere che non contano solo i soldi e che anche le cose "inutili" in realtà sono importanti è un'idea secondo me ingenua e scollegata dalla realtà (quella in cui i ragazzi, usciti da scuola, ascoltano Sfera Ebbasta). È un'idea figlia di un mondo in cui l'istruzione superiore era riservata a pochi eletti, che potevano anche dedicare abbondanti risorse all'otium letterario (che, ricordiamolo, era quella cosa a cui potevano dedicarsi gli intellettuali romani mentre il lavoro toccava agli schiavi: non la migliore delle prospettive per il futuro della nostra società, mi pare). Abbiamo deciso che vogliamo la scuola di massa, e nella scuola di massa non ci sono solo i figli di Calenda, c'è anche il figlio del metalmeccanico che oggi, per fortuna, è costretto ad andare a scuola e non a lavorare a 13 anni. Vogliamo fargli passare ore a leggere e far finta di capire Petrarca o Lucrezio (aka ripetere a pappagallo le quattro nozioni apprese dal manuale o dall'insegnante), o magari è più opportuno che esca dalla scuola dell'obbligo con una decente padronanza dell'italiano contemporaneo, acquisibile leggendo anche scrittori meno blasonati ma più vicini alla sua sensibilità culturale?
@@gianlucataddei7201 Concordo con te, la ragazza del video è decisamente di parte, e fa passare il suo punto di vista come verità assoluta.
Il bello è tutto ciò che piace senza interesse, tutto ciò che piace senza concetto, tutto ciò che è fine senza finalità (E. Kant). Come sempre hai ragione da vendere. Sei bravissima
Sarei curioso di vedere i dati relativi alle eccellenze uscite dal liceo classico.
Il liceo scientifico si è affermato in Italia molti anni dopo il classico quindi mi sembra normale ancora non ci siano così tante eccellenze provenienti dallo scientifico. Anche se di "recente" abbiamo avuto Parisi.
Anche io, ma credo che non avremo mai risposta.
E sarei anche curioso di sapere tra queste eccellenze quante provengono da famiglie agiate
Consiglio di ascoltare anche un video su UA-cam che trovi cercando "Odifreddi, granellini, Vecchioni liceo classico". È interessante tanto quanto il tuo prezioso contributo
Sei meravigliosa. Ragionamento ed esposizione perfetti.
Grazie mille
Grazie di esistere. Non ho altro da aggiungere.
Grazie 🙂
Bravissima, anche questa volta: un invito alla riflessione per individui che, immagino, non frequentano abitualmente il suo canale... La sua parte, lei, l'ha fatta; egregiamente.
Qualcuno che cita l’importanza dell’ozium, grazie per le tue considerazioni abbiamo bisogno di persone come te❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️
Commosso, applaudo.
Grazie per il tuo punto di vista, l'ho trovato molto arricchente.
credo, che il problema non sia che la scuola debba creare un utile, ma che debba avere un obbiettivo; il nostro sistema scolastico è nato e rimane sostansialmente strutturato come figlio di un regime che aveva settato chiaramente gli obbiettvi della scuola, i suoi quelli del tempo, ma degli obbiettivi.
Oggi salvo il concetto utilitaristico il nostro sistema non è in grado di immaginare altri obbiettivi scolastici, ma credo che la risposta non debba essere arrocarsi ma porsi una domanda: io che strumenti voglio dare a i giovani, che individui voglio formare? credo personalmente che in primis il sistema scolastico debba essere olistico, la conoscenza specialistica è di settore e quindi inutile, quasi, al di fuori del settore stesso ma fondamentale nel sistema, un esperto di cultura greca antica deve sapere il greco ma al di fuori di quell'area il greco antico mi chiedo che obbietivo realizza? tuttavia l'uomo è più della sua specialità è più dei suoi quattrini e quindi un certo olismo è fondamentale, tuttavia non è a mio avviso lo sviluppo della persona umana il problema quanto piuttosto dare stumenti e chiavi di lettura della realtà in cui l'individuo si trova a vivere, qui pongo la critica all'inutilità di insegniare del greco e latino in che modo mi insegna a vivere? in che modo in un modo tecnologico in cui la psicologia è usata come arma di marceting, in cui l'economia fagocita l'essere e ancora in Italia non abiamo capito cosa sia lo spred può aiutare? o almeno visto che anche il tempo della scuola è limitato se pur prenda laga parte del tempo di un giovane, ci sono cose che se insegniate meglio relizerebbero quell'obietivo di dare al giovane strumenti efficaci per interagire e interpetare la società moderna?
Il mio punto non è greco si o greco no ma greco perchè? ok la risposta che hai provato a dare è aiuta a scavare nell'animo umano ma davvero solo questo obbietivo giustifica 5 anni di studio di una lingua morta? specie se questo atto di spelologia spirituale può essere attuato anche con l'arte anche con la filosofia anche con la musica, perchè non studiare musica allora e dare un pò di cultura a gente che come riferimento culturale ha la trap?
In primis và capito che scuola vogliamo e poi capire in che mondo viviamo, 80 anni fà aveva un senso studiare religione ma oggi? aveva un senso studiare greco e latino ma oggi? un tempo aveva un senso studiare la matematica dei numeri immaginari piuttosto che informatica e programmazione ma oggi? il problema è che a me il 90% di quello che ho imparato a scuola non è servito nella vita (non solo e non tanto per fare soldi ma in generale) e oggi rimpiango che non mi siano state insegnate altre cose che ritengo mille volte più necessarie a un uomo moderno (e.s. economia, psicologia, filosofia e non storia della filosofia, informatica fatta seriamente, sociologia, geopolitica e teorie politiche piuttosto che geografia che oggi con le mappe serve come il 2 di picche) rimpiango che devo essere io il professore di mestesso per capire interpetare agire in questa modernità.
Concordo in toto, sembra che ogni volta che si critichi l'utilità delle materie umanistiche lo si faccia perché non fanno fare soldi e non è vero, sono inutili perché ( soprattutto alcune come greco, latino, anche alcuni capitoli di storia che vengono ripetuti dalle elementari alle superiori e vengono totalmente saltate le storie di intere civiltà che ci lasciano buchi enormi su quello che è il mondo moderno) non servono se non in settori specifici in cui con determinate lingue antiche ci hai a che fare tutti i giorni, capire come funziona un computer, capire che un video che sembra vero può non esserlo è non solo importante, è essenziale per vivere senza che il politico o il semplice troll ci prenda per il naso o ci truffi,lo stesso per econometria, sono strumenti matematici che servono per capire il mondo e non farsi prendere per il culo per decenni da partiti populisti che promettono soldi a pioggia senza che l'elettorato capisca che stanno facendo cazzate e invece si continua a pensare al denaro e come al solito si manda tutto in vacca a farsi le pippe su quanto sia bella e affascinante la letteratura e si spompina questo o quell'autore, spoiler si può continuare a leggere anche dopo la scuola e studiare altre lingue anche dopo l'università e si imparano comunque benissimo senza troppe difficoltà, non c'è bisogno di sottrarre anni preziosi alla formazione di materie davvero complesse
Scusi, FA, VA con l'accento?!?!
@@giovannaferretti1798 prego?!?!
ci può anche rendere edotti del suo pensiero sull'insegnamento del greco e latino alle superiori magari ponendo una critica costruttiva e argomentata alla posizioni espresse?
per inciso la punteggiatura "?!?!" nella nostra bellisima lingua scritta è altrettanto un errore... giusto perchè lei lo sappia, visto che sembra essere molto attenta alla corretenza dei contenuti scritti; perdoni la critica che spero sia costrutiva ma notando la sua attenzione per la forma del linguaggio non vorrei che tale errore ortografico di puntegiatura le fosse sfuggito.
Il tuo video si riassume negli ultimi secondi. Non devo fare liceo classico per apprezzare l'arte ma devo studiare una materia tecnica per poter trovare più facilmente lavoro in un mondo dove senza lavoro Non si vive
Cosa ne pensi del fatto che oramai l'uomo non sia più necessario per produrre certi tipi di arte (filastrocche, immagini, poesie, immagini già ora; ma a breve a quanto pare l'IA potrà produrre film completamente sceneggiati, interi libri o quadri secondo lo stile desiderato)? Ci si appoggia certo su quanto già attualmente esistente, ma che senso avrà studiare quello che sì, ci rende umani, ma che non è più una nostra esclusiva, e che sembra essere proprio l'argomento sul quale poggia il tuo intero ragionamento?
Grazie per questo video. Mi sembra che viviamo in tempi di barbarie, siamo circondati da omettini che se tornasse l'epoca di Dickens ne sarebbero quasi felici...
Aggiungerei solo che la scuola non ha come obbiettivo quello di farti fare i soldi, una volta adulto. Secondo me crea eserciti di persone la cui massima aspirazione è essere un lavoratore dipendente. Poi, i più fortunati potranno avere uno stipendio e una posizione migliori rispetto alla massa. È vero che ossessionare i ragazzi fin da giovanissimi con la necessità di trovare un lavoro è veramente un obbrobrio.
La migliore spiegazione sull'utilità delle materie inutili sta proprio nella vita di Levi, molto più che non nella sua opera: sarebbe stato uno dei più grandi autori della storia della letteratura se non fosse stato anche profondamente ancorato alla scienza? Nell'ulitmo periodo della sua vita si era appassionato molto alla programmazione dei neonati computer. Cos'è la programmazione informatica se non l'applicazione di un linguaggio? Un linguaggio che, per dirla con parole tue, adesso sarebbe largamente preferito alle lingue classiche da un ragazzino che debba scegliere il proprio percorso di studi. Con questo nuovo linguaggio lui ha scelto di creare delle opere d'arte visuale, nonostante gli scarni mezzi dell'epoca. Paradossalmente ho sempre creduto che pensare a Levi come all'autore di Se questo è un uomo e La tregua sia una cosa molto simile a sminuirlo, perché è verissimo che sono opere fra le più umane e alte mai scritte, ma lui era molto di più. Credo che avrebbe riso in faccia a qualsiasi imbecille che avesse avuto il coraggio di uscirsene con una frase come quella che ha portato te a fare questa breve lezione, perché aveva capito che la cultura è l'unico modo per capire e apprezzare appieno questa bizzarra coincidenza che è la vita. Quindi non c'è da stupirsi che recitasse la Commedia in un lager, non c'è da stupirsi che discutesse con un uomo con un centesimo della propria cultura riguardo questioni meramente pratiche, come ne La chiave a stella, o che avesse deciso di raccontare sé stesso e aneddoti riguardanti la sua vita utilizzando gli elementi della tavola periodica, come ne Il sistema periodico. Bada bene: chi ti scrive è un perito meccanico che di lavoro fa il metalmeccanico, ma che da tutta la vita cerca di seguire virtute e canoscenza. Anzi, solo la canoscenza, ché siamo (ancora) scimmie del cazzo che non si possono permettere discorsi alti come l'etica, la morale o la virtù e men che meno si possono permettere di anteporle alla realtà dei fatti e all'umanità.
La nuova arte è l' armocromia con le "donne-stagione" ... per aver misura del presente.
Bravissima Yasmina, non so se leggerai questo commento su un video ormai un po' vecchio, ma tutto quello che dici qui è giusto, poche cose sono più inutili delle "materie utili" nella formazione dei giovani liceali
Buongiorno Jasmina, ho sempre pensato, anche per i motivi che tu espliciti, che il Liceo Classico fosse e sia un'ottima scuola. Io da tredicenne ho scelto lo Scientifico, poiché per quanto il classico mi attirasse molto (io ero portato sia per le discipline umanistiche che per quelle scientifiche), scelsi lo scientifico perché in questa scuola si facevano Disegno e Storia dell'arte, e io ero molto attratto dal disegno. Infatti dopo lo scientifico partii a Firenze per studiare Architettura, mantenendomi gli studi con ogni tipo di lavoro, in particolare il cameriere, il barista, e poi tanti altri. Quello che credo sia un limite del Liceo Classico, cosa che mi è stata confermata da diversi genitori, è che si faccia Storia dell'arte (disciplina interessantissima se il docente ci sa fare), ma non si facciano attività espressive, di comunicazione visiva. Non so se qualcosa è cambiato negli ultimi anni, ma credo che insegnare Storia dell'arte senza che questa contempli uno spazio da dedicare alla creatività, alla sperimentazione, alla scoperta, all'espressività dei ragazzi, sia un peccato. Esprimersi anche visivamente credo possa rendere uno studente più "completo" e possa dargli oltre che degli strumenti, anche un'esperienza e delle emozioni importanti. La creatività è una di quelle facoltà che ti insegnano anche a progettarti la vita, a fare delle scelte, perciò la inserirei in qualche modo nei nostri bellissimi licei classici.
Ciao Yasmina, approfitto di questo video per farti una domanda che è solo in parte legata al tema che hai trattato.
Come conosciamo la pronuncia delle parole latine e greche?
Questa conoscenza è arrivata a noi tramandandosi, nel corso dei secoli, grazie alle persone che conoscevano queste lingue?
Il latino dei romani è la stessa lingua che usava il clero e i letterati nel medioevo?
Grazie
@Riemann questa la so..eh eh scusa, dopo giustamente ti risponderà Yasmina, che ci spiegherá bene tutti i passaggi, io ricordo che qualche anno fa mi avevano spiegato, durante una visita ai resti sotterranei di un teatro romano sotto l'attuale Camera di commercio a Milano, che il latino che si studia a scuola in Italia, è quello che segue la pronuncia ecclesiastica o scolastica, che è arrivata ai nostri giorni dall'Alto Medio Evo, quando venne utilizzato dagli ecclesiasti dell'epoca. Invece, a partire mi sembra da Erasmo da Rotterdam, si è cercato di ricostruire la pronuncia del latino classico, arrivando nel corso dei secoli alla cosiddetta "Restituta" che, se non sbaglio, è utilizzata nei Paesi soprattutto del Nord Europa e che è molto diversa da quella "Scolastica". Mi ricordo che durante quella visita, vedemmo un video con Albertazzi che declamava alcune poesie e leggeva dei testi con la pronuncia appunto della "Restituta". Ad esempio, nella serie "Barbarians" di Netflix, i romani parlano secondo la pronuncia "Restituta" (ricordo che in uno stralcio visto su youtube, un centurione pronunciava "Kaesar" per "Caesar" e non "Cesar" come ero abituato al liceo). Per il greco invece non sono edotto, qui serve ancora di più l'intervento di Yasmina. Ciao
@@lucat5479 Non ho studiato greco antico; parlo greco moderno (o meglio, lo parlavo: purtroppo sono anni che non lo parlo e ho dimenticato quasi tutto) e, con tutto il rispetto per i classicisti, sentire il greco con la pronuncia del liceo classico mi suona come gesso che stride sulla lavagna 😂 infatti i greci lo pronunciano come il greco moderno
@@galea79 interessante. D'altronde, c'è un grosso problema di fondo, 2000 e passa anni fa, non c'erano ancora i registratori. Infatti non sappiamo neanche con precisione come fossero allestite le tragedie greche ma soprattutto come recitassero gli attori. Credo che anche qui siano andati a intuito e attraverso varie ricostruzioni.
Di solito concordo con te, Yasmina, ma oggi devo dire che dissento su molti punti. Premetto che ho vissuto "entrambi i mondi": ho preso un diploma tecnico perito chimico, mentre attualmente mi sto impegnando negli studi umanistici all'università (sto seguendo un corso di laurea triennale in storia). Ho avuto una formazione quindi tanto scientifica quanto umanistica.
Numero 1: al minuto [1.28] affermi che dal liceo classico escono le eccellenze. Questo è vero, ma non è certo grazie al latino o al greco. La questione è a monte: riguarda infatti la selezione operata in terza media. Un ragazzo che dimostra di essere brillante di solito viene spronato dagli insegnanti e/o dai genitori a frequentare un liceo, in particolare classico o scientifico. Difficilmente un ragazzo "secchione" verrà invitato a frequentare un istituto tecnico, che ancora oggi è ritenuto inferiore a un liceo (cosa che è vera solo in parte, dato che esistono istituti tecnici di gran lunga più difficili, per esempio, di licei delle scienze umane).
Numero 2: al minuto [1.55] affermi che non esistono materie più importanti di altre. Questo è vero solo in parte, a mio modo di vedere. In teoria ogni materia ha la stessa importanza delle altre: matematica, storia, educazione fisica, religione, latino, musica, e via discorrendo. Tutte possono potenzialmente arricchire lo studente.
Tuttavia, de facto alcune materie sono più importanti di altre per comprendere il mondo che ci circonda e la società in cui viviamo (storia, economia, diritto, lingua italiana e lingua inglese per citarne alcune). Alcune discipline sono poi più spendibili di altre sul mercato del lavoro: la già citata economia, ma anche matematica, chimica, ecc...
Numero 3: il fatto che si debba scegliere a 13/14 anni la scuola superiore di secondo grado è un problema secondo me. Fosse per me eliminerei le medie e allungherei le elementari e le superiori. La scuola superiore dovrebbe essere uguale per tutti nei primi anni, mentre a 15-16 anni lascerei agli studenti la possibilità di scegliere una parte del curriculum (ovviamente alcune materie dovrebbero rimanere obbligatorie, come matematica, storia, inglese, diritto ed economia).
Tutto ciò però c'entra poco con la visione "economicistica" della scuola.
Numero 4: mi allaccio alle tua affermazioni del minuto [3.12]. Riguardo storia e filosofia il problema non è che vengano insegnate, anche perché storia è importantissima, anche più di matematica, per esempio. Rimane però il problema del come vengano insegnate: filosofia di fatto è storia della filosofia, mentre l'insegnamento della storia trascura vergognosamente l'età contemporanea, a vantaggio di altri periodi. Tali materie non dovrebbero essere abolite: andrebbe però riformato il loro insegnamento.
Riguardo al greco antico e al latino, quale sarebbe la loro utilità in campo sociale? Soprattutto per quanto riguarda il greco antico. Sicuramente c'è, non lo metto in dubbio, ma è di gran lunga inferiore rispetto ad altre materie.
Numero 5: [3.40] la scuola ha molti scopi: formare un cittadino capace di stare in società, permettere al ragazzo di comprendere il mondo che lo circonda e orientarlo verso le proprie passioni. Tra i diversi scopi della scuola, c'è sicuramente ANCHE quello di formare i ragazzi in vista di uno sbocco lavorativo.
Numero 6: riguardo la letteratura, trovo poco senso nell'insegnarla a ragazzi di 12-13 anni (scuole medie), i quali difficilmente la potranno apprezzare, finendo per impararla puramente a pappagallo, salvo poi dimenticare quasi tutto con la fine del ciclo scolastico. La letteratura la insegnerei alle superiori e basta, magari negli ultimi 3 anni di scuola.
Infine ci tenevo a dire una cosa. A scuola il tempo è limitato. Bisogna fare una cernita delle materie da insegnare, per forza di cose. Sarebbe bellissimo insegnare musica, teatro, numismatica, botanica e altre discipline, tutte quante utili, nelle scuole superiori italiane. Peccato però che ciò rischi di andare a detrimento di materie come economia, storia e diritto.
Trovo agghiacciante che uno studente sappia svolgere una versione di latino senza però sapere la differenza tra Stato federale e stato accentrato, oppure la legge della domanda e dell'offerta.
Non capisco in base a quale parametro oggettivo si affermi che il liceo classico è la più difficile di tutte. Cosa lo rende più difficile di un liceo scientifico?
Ciao, potrei avere il tuo contatto per proporti una recensione?
info@yasminapani.it
Quello che una macchina per quanto complessa se pur evoluta non potrà mai fare.
È sempre interessante ascoltarti ma in video come questo fuoriesce prepotentemente tutto il tuo amore per la Letteratura e per la sua funzione fondamentale. Un video che mette in evidenza dolcezza ed emozione.
Grazie 🙂
"La letteratura si occupa di cosa cazzo voglia dire sentirsi un essere umano" (David Foster Wallace) ❤
Eh sì ♥️
"La letteratura insegna la gioia di vivere." (Bertolt Brecht)
GRAZIE❤
Spesso ho notato che chi propone di abolire il liceo classico sia chi non ha conseguito un diploma di liceo classico oppure l'ha frequentato e ha raggiunto il diploma con grandi calci nel sedere.
Ciao Yasmina! Anche se questo video è vecchio, spero riuscirai a leggere comunque il mio commento 😊 Ti scrivo perché sarei curiosa di conoscere (nei commenti o ancora meglio con un video dedicato) la tua opinione riguardo il registro elettronico nelle scuole. Qual è la tua esperienza da docente? Cosa pensi invece dell'utilizzo che ne fanno genitori e studenti? Non ho scelto a caso di commentare sotto questo video, perché, a parer mio, molti di quelli che osannano la praticità del registro elettronico, non si rendono conto "dell'utilità dell'inutilità" del vecchio buon diario, da un punto di vista educativo e pedagogico.
Senza poesia e senza cultura letteraria non si può dare a tutto il resto la direzione giusta del fare e del guadagnare oltre che dell'essere.
Bravissima, le parole giuste, grazie.
L'ultima frase del video mi ha ricordato di una donna imprigionata dal regime stalinista.
Questa donna era costretta a stare tutto il tempo in una cella senza fare nulla.
Era riuscita a non impazzire solo pensando nella mente a opere letterarie.
Purtroppo non mi ricordo il nome della donna.
Tali metodi sono usati tuttora anche nei paesi democratici, mettere una persona in una stanza "bianca" (sistema "della stanza bianca"), cioè senza stimoli sensoriali, per fiaccarne la mente ed ottenere confessioni, ecc.
Per non crollare, o ti crei un mondo immaginario (come hai scritto che ha fatto quella donna), o se la conosci pratichi la meditazione: osservazione consapevole e distaccata dei propri stati mentali senza farsene travolgere. Su un meditatore il metodo che hai descritto non ha alcun potere.
La letteratura ha una componente di immedesimazione e di immersione nel mondo altrui straordinaria. Non vi è neppure nel cinema una capacità di immersione paragonabile. E' quindi uno strumento potentissimo per evadere ma anche per approfondire i significati della vita. Tuttavia ho seri dubbi che il posto della letteratura sia nella scuola proprio perché essa può essere capita solo come esperienza personale, come qualcosa che facciamo perché vogliamo farla, perché non possiamo smettere di farla, e non perché dobbiamo e ci è imposta.
Posso però solo esprimere dubbi, non ho certezze. Ma in linea generale direi che il dono pià grande che potrebbe fare la scuola ai nostri ragazzi è motivarli a leggere al di fuori della scuola e per motivi non legati ai voti scolastici.
L'idea può anche essere romantica, ma nella pratica i ragazzi non leggono manco se li educhi a farlo, figurati se non imparano a scuola che cos'è un testo letterario. Soprattutto oggi che sono circondati da altri stimoli che distraggono senza richiedere alcuno sforzo
Mi sono sempre domandato perché gli insegnanti di matrie umanistiche non sono mai riusciti a trasmettere la gioia dello studio negli istituti tecnici o tantomeno nei famigerati professionali ,mi sembra di vederci uno snobbismo culturale che chi professa conoscenza filosofica e umanistica dovrebbe non avere .. ma purtroppo anche chi insegna lo fa per lo stipendio quindi è sempre megio portarlo a casa con poca fatica
Grazie 💛 per il prezioso messaggio; quando la tendenza concorre al raggiungimento dell'utile, ricordarsi delle basi è fondamentale.
Iscrivendo mia figlia alle scuole superiori c'era allegata una lettera del ministero con i dati dell' occupazione a confronto secondo il tipo di indirizzo scolastico. 😐 13 anni e trattarli come adulti disillusi.
@Elena B. questo è già un passo avanti rispetto ai miei tempi quando si diceva: "Tu sei un secchione e hai il papà ricco, vai al classico, tu invece sei un caprone con dei genitori pezzenti, fila subito all'ITIS o, se proprio vuoi, a ragioneria..."
Terribile
Non so come tu abbia fatto a leggere Levi a voce alta senza scoppiare in lacrime. Complimenti, come sempre.
Il suo sorriso è il pianto di commozione❤️
@@taniarull3175 è una docente che bestemmia e con le tette di fuori, vai a controllare i video vecchi, forse non la conosci bene
Grazie ❤
@@YasminaPani ringrazia i tuoi genitori sardignoli retrogradi , cocciuti ,piccoli e ottusi se ora hanno una figlia tapiro!!! Sei atea però bestemmi!!! Non è colpa fel signore se sei quel che sei
Grazie Yasmina!
Grande Yasmina. In 15 minuti, senza sproloqui, discorsi saccenti o parole inutili, hai reso profondamente il senso del perché i giovani devono continuare a studiare ciò che magari non ha come scopo il trovare velocemente un lavoro fruibile in questi nostri Tempi, ma che arricchisca la nostra UMANITÀ e la nostra INTERIORITÀ.
❤
Grazie 🙂
Ciao Yasmina. Potrei stare qui a scrivere una valanga di cose che sai già o alle quali avrai già pensato. Quindi come al solito mi limito a partecipare al traffico e a farti sapere che ci sono;)
♥️
Io l' ho frequentato come tutta la mia famiglia ...in effetti è vero,c'è un livello di cultura generale di base di altro livello rispetto ad altri istituti...proprio a livello di spirito" artistico" ...e me ne sono accorta soprattutto a distanza di anni...
Senza contare che chi l' ha frequentato ha in genere una visione critica maggiore del mondo,nei vari aspetti della vita
Hai spiegato tutto quello che ho sempre pensato, meglio di come avrei mai potuto fare. Purtroppo il futuro vedrà l'arte come un misero prodotto dell'automatismo delle intelligenze artificiali... la strada è quella.
E' la conferma che la maggior parte delle persone non ha mai capito nulla dell'arte.
Yasmina io classe 95 sono figlio della sensazione del vuoto sotto i piedi, della paura, con mio padre che prima va in cassa integrazione e poi viene licenziato, la paura di perdere la casa e finire sotto i ponti; noi siamo cresciuti nell' apice della disillusione capitalistica.
Noi pensiamo a campare e basta i sogni se li tengano gli anni 80...
altro che liceo classico e imparare a vivere con la filosofia e la letteratura, la paura è il nostro background
Perché secondo te io son figlia di Berlusconi e ho il culo parato? La paura di non trovare lavoro e rimanere sotto un ponte ce l'ha avuta anche la mia generazione, non c'entra davvero nulla con l'amore per l'arte.
Non bisogna per forza fare il liceo classico o l'universita' per approcciarsi all'arte, alla letteratura, alla filosofia. "Se questo e' un uomo" e' un testo che si legge senza alcuna difficolta' e che anche a una prima lettura e senza conoscenza critica non puo' altro che sconvolgerti. E cosi' tanti altri. Non si parla di sacrificare la vita all'arte, quella e' una scelta personale. SI parla del fatto che quelle materie che sono considerate spesso "inutili" sono quelle che hanno a che fare con noi come esseri umani, e, qualunque sia il percorso di vita che scegliamo, vale la pena non privarsene.
Ciao Yasmina dovresti fare un dibattito con Michele Boldrin.
Non nutro questo desiderio
Come disse Stephen King: "La finzione è la verità dentro la bugia."
Grazie Yasmina, per queste riflessioni e, soprattutto, per questa lettura. Ricordo che, quando andavo al liceo (tanti anni fa), la mia professoressa d'Italiano ci lesse esattamente questo stesso brano. Anch'io penso che, sebbene la scuola abbia bisogno di rinnovarsi e superare alcune concezioni legate al passato, questo discorso che si continua a fare sull'utilità e inutilità di alcune conoscenze - portato avanti per altro anche da persone molto intelligenti e istruite - sia di una banalità e piattezza abbastanza disarmanti e dimostra, per altro, una scarsa conoscenza del variegato mondo del lavoro. Basterebbe solo considerare (ma ci sarebbero molte altre cose da dire) che, molto spesso, le persone trovano lavoro in ambiti molto tecnici e specifici, diversissimi tra loro, e quindi pensare che vi sia una ricetta a priori che consenta a una persona di acquisire le conoscenze che le saranno utili nella vita futura è utopico; inoltre questa visione, portata all'estremo, presuppone un concetto di utilità slegato da quello di volontà e di attitudine individuale, una visione secondo me del tutto disumana e deleteria. Concluderei cercando di sfatare un altro mito, quello dell'identificazione ''materie umanistiche'' = ''inutilità'' e ''materie scientifiche'' = ''utilità''; in primis, anche se in genere le materie umanistiche non sono considerate stricto sensu delle scienze (sebbene la questione di cosa sia una scienza sia abbastanza spinosa), esse si avvalgono comunque di metodologie scientifiche, e quindi anche coloro che ritengono che l'unica forma di sapere che valga la pena affrontare sia il sapere scientifico e che solo quest'ultimo comporti una forma di utilità, non possono per ciò stesso condannare in blocco le materie umanistiche; in secondo luogo vi sono moltissime conoscenze scientifiche che generalmente, dal punto di vista dell'individuo, sono del tutto inutili, ma che chi ama veramente il sapere scientifico ritiene che valga la pena di studiare; molte conoscenze della matematica, ad esempio, sono del tutto teoriche e prive di un'immediata ricaduta pratica (anche se spesso le ricadute pratiche di conoscenze teoriche avanzate vengono scoperte con decenni di ritardo, ma non è di queste conoscenze che volevo parlare); per fare un altro esempio forse un po' stupido: nella vita lavorativa di un ingegnere o un tecnico, la definizione di integrale e il modo in cui si calcolano alcuni integrali risulterà abbastanza inutile, perché generalmente si usano dei software adatti allo scopo; tuttavia queste conoscenze rappresentano un punto importante nello sviluppo, sia concettuale che storico, del sapere scientifico, e vale la pena di studiarle.
Video meraviglioso, quanto ti avrei preferito come professoressa di italiano!
Grazie 🙂
Ancora una volta bellissima e infinitamente intelligente
peccato l'età la lontananza i ruoli ...
Io ho studiato Filosofia, e da sempre "combatto" nella mia famiglia contro quella che ritengo la piu' stupida delle obiezioni: "eh, ma a cosa serve." Senza nemmeno il punto di domanda. Ho 6 nipoti, 4 fanno le superiori, e sono le persone a cui voglio piu' bene al mondo.Mandero' questo video, intelligente e commovente, a tutti loro poco prima che inizi la scuola.
Grazie 🙂
Per quanto mi ricordi, la gente si chiede il motivo per il quale si studia qualsiasi materia “non banale”.
Da matematico, ho sentito spesso dire che “a parte far di conto, la matematica non serve”. Poi lo scrivono sui social, non comprendendo che lo schermettino che hanno sotto gli occhi è stato progettato proprio grazie a quanto i suddetti consideravano “inutile”.
Tornando alle materie umanistiche: confesso, ab illo tempore anche io mi chiedevo a cosa servisse studiare storia. Non l’ho capito, a scuola. Anni dopo, leggendo altro (Greene, 48 laws of power), mi si sono aperti gli occhi. Raggiungere il satori così casualmente mi ha dato un’estrema soddisfazione, ma mi ha anche fatto chiedere perché non mi è mai stata data una risposta da chi me la doveva istituzionalmente.
La mia posizione attuale, visto come molte materie vengono insegnate, è che pochi sono in grado di fare i docenti.
Sì però che le materie scientifiche servano per trovare lavoro ormai non lo mette più in dubbio nessuno, quindi anche se non si capisce bene cosa ti insegni davvero la matematica si ritiene comunque che vada studiata per un fine pratico. Almeno, io vedo questa differenza
@@YasminaPani sfumature. Da Eratostene a Riemann, da Gauss a Gödel, i ricercatori sono sempre stati mossi dal voler sapere.
Di contro, la scolarizzazione oramai non è più nemmeno una condizione sufficiente, solo necessaria. Ogni giorno vedo ingegneri che probabilmente hanno trovato la laurea nel Dixan
Da Alberto Sordi “se volete la vita agiata qualcuno dovremo pur rapinare” cari i miei finanzieri - giocatori di borse - dei miei piedi!
Però questa "gratuità" dell'arte, questo svincolo dal profitto, è presente anche in altre forme del pensiero umano: prima di tutto nella matematica pura e poi in un'altra lunga lista di "scienze" (quindi non di arte) altrettanto svincolate dal profitto. Solo per fare qualche esempio: l'astronomia, la botanica, la geologia, l'archeologia, ecc.
Quindi non solo l'arte è avulsa dal guadagno, ma oserei dire anche qualunque ricerca scientifica "pura".
È piuttosto la tecnologia che si piega - e piega il sapere - al profitto.
Sì ma il punto è che quelle discipline possono essere (e vengono) usate per produrre, cosa che non avviene con quelle umanistiche (nelle quali rientra anche l'archeologia).
Ma con le sole scuole superiori quale sarebbe un lavoro che porterebbe a fare soldi? Il geometra? Il ragioniere? Il perito informatico? L'elettricista? L'idraulico? Oggi chi esce dalle superiori e riesce a trovare un lavoro anche minimamente coerente con quello che ha studiato può dirsi già molto fortunato, figurarsi se da dipendente riesce a guadagnare uno stipendio a quattro zeri.
pensi che lo studio delle materie umanistiche possa condurre un individuo a comprendere appieno un evventuale messaggio nascosto, in maniera più o meno evvidente, dentro un' opera artistica come quella di Primo Levi che hai citato?
Non si è capito?
La gente non si rende conto che l'arte non è stata inventata ieri o 2000 anni fa dai greci, così per sfizio da qualcuno che stava lì a grattarsi in pausa pranzo. L'arte è nata col pensiero dell'uomo, anzi addirittura prima con i nostri cugini umani e chissà che non fosse presente anche in altre specie della nostra linea evolutiva in qualche forma perduta. Nasce per bisogno nel momento in cui la mente ha fatto quel salto evolutivo nell'espressione di sé: l'uomo così ha sentito il bisogno di esprimersi attraverso qualcosa di apparentemente inutile, sia magari per dire cose utili, visto che non poteva esprimersi verbalmente come noi, ma anche per dire cose per il gusto di dirle, per lasciare una traccia di sé, per raccontare qualcosa. Che necessità aveva un uomo di decine di migliaia di anni fa di riprodurre una mandria o, soprattutto, il contorno della propria mano, su una caverna buia in cui nessuno probabilmente sarebbe mai più andato per ammirarli? Lo stesso di Primo Levi di raccontare Dante in un lager. L'arte, questa cosa inutile, ci distingue davvero dagli altri animali, perché è un qualcosa che può essere slegato da qualsiasi senso pratico, ma che comunque non è inutile. È un'espressione del nostro essere, sia che la creiamo, sia che la appreziamo e basta. Eliminare lo studio di una qualsiasiasi sua forma sarebbe una perdita di un pezzo di ciò che ci rende quello che siamo.
Che bel commento!
@@silviazoppi7986 grazie 😊 è un pensiero che mi è venuto di getto. Sarà che ogni volta mi sento punta nel vivo, visto che ho fatto il classico.
Ho guardato questo video due volte prima di commentarlo.
Ammetto che si è trattato di una cosa che non avevo mai razionalizzato. Ad esempio visitare musei, chiese e monumenti, dopo si è persone diverse.
Purtroppo negli uomini c'è molto classismo.
"mi piacerebbe che tu approfondissi"
In realtà moltissime eccellenze italiane escono dai licei scientifici, dipende sempre cosa intendiamo. Anche perché, anche fosse, direi che ci sono altre spiegazioni che esulano dalla qualità formativa del classico in sé. Ad esempio che mediamente il classico è più frequentato da famiglie, benestanti e/o acculturate, cioè ragazzi che vivono già in un ambiente predisposto a esplorare il loro potenziale.
Poi sull'importanza delle materie considerate inutili. Una visione prettamente lavoro centrica, sono d'accordo, però è più interessante il discorso che ha fatto De concini in un suo recente video
@UngaBunga? Non ho detto che siano la stessa cosa
Raga non è una gara, non c'è bisogno che difendiate il liceo scientifico. Credo che il mio discorso fosse molto chiaro
Le eccellenze provengono da:
1 - contesti familiari che supportano i figli, li fanno sentire persone capaci e di valore, e fanno di tutto per aiutarli materialmente e moralmente;
1 bis - talento naturale;
2 - percorso di studi adatto, e che porta a "contatti" adatti, nessuno diventa una "eccellenza" isolatamente. Se non entri in contatto con un "centro di eccellenza" che ti accoglie, non diventi un'eccellenza.
Quindi, con tutto il dovuto rispetto a chi è diventato un'eccellenza, pari rispetto sia dato a chi, a parità di valore e impegno speso, non è arrivato a tale traguardo.
@Ungabunga.44 C'è eccome un processo di selezione, seppur non ufficiale. Chi è bravo viene sempre indirizzato verso il liceo, in particolare verso il classico, dagli insegnanti, dai genitori e dalla società
@@sator3946 Assolutamente vero, questo capitò a mio fratello anche se poi non si trovò bene.
Concordo al 100% e mi batto su questa cosa costantemente, mi pare di combattere coi mulini...
Mi dispiace ma questo video, per quanto io sia d'accordo con la premessa, passa dalla parte sbagliata e mi intristisce anche un po'. Sono un laureato in chimica a cui piace la letteratura, e sono felice che ci sia nei licei anche in quelli non di indirizzo però ci sono delle precisazioni da fare. Così come il fatto che una materia sia utile non è prerogativa delle materie scientifiche ma lo sono anche quelle umanistiche anche la scienza può cambiarti profondamente e intimamente. Io non sono più lo stesso, e lo ricordo come fosse ieri, quando alle scuole medie ho scoperto che il mondo era formato di atomi, che noi siamo fatti di atomi, reazioni continue che ci permettono di fare tutto ciò che facciamo. Lí capí di non credere nell'anima o in Dio ad esempio. La differenza è solo che nella letteratura i ragionamenti sono scritti, almeno in parte, nella scienza invece devi fare tutto il lavoro da solo
La tipa non ha detto che la scienza non ti cambia interiormente e che è solo utile a fare soldi. Il video ha lo scopo di evidenziare come le materie umanistiche, spesso dichiarate inutili, siano comunque necessarie nella formazione e nella vita di una persona.
@@azurbtkl3901 non ho detto che lo ha detto, ho detto che sembrava dalla sua narrazione che solo Primo Levi e la letteratura possa cambiarti in quel modo, e non sono d'accordo. Può Primo Levi come può Galileo
@@leonardoperitore6581 e comunque quella di cui parli tu, al limite, è la visione filosofica del mondo che ti è scaturita dalla conoscenza scientifica. Dunque ancora una materia umanistica? Ma al di là di queste sottigliezze su cui sarebbe puerile stare a spaccare il capello, mi spiace, ad avere la prerogativa di espressione dell'animo umano è l'arte, non certo la scienza, questo per definizione. La tipa in ogni caso non poteva certo mettersi a elencare esempi per la materia preferita di ognuno di noi, semplicemente ha fatto un video sulla letteratura in quanto questa è sempre più demonizzata negli ultimi tempi in quanto poco utile, e stop, non ha detto che uno non può emozionarsi sulla scienza. Che c'entrano le tue lagnanze? "Va dalla parte sbagliata" ah certo perché la chimica è a rischio eliminazione nei licei, lo sanno tutti...
@@azurbtkl3901Io non mi sto lagnando volevo solo ampliare il discorso. Detto ciò vedo più in pericolo la chimica (nel suo insieme) delle materie umanistiche. Non credo che nessuno le leverà mai realmente dal liceo. In Italia c'è un interesse incredibile per i beni culturali, l'arte e la letteratura, giustamente perché sono la nostra storia. Spesso però ci sono demonizzazioni insensate per le ricerche scientifiche e le innovazioni tecnologiche (nucleare, OGM ecc..) Inoltre è presente una chemofobia tale che ogni brand sente la necessità di scrivere sulle proprie confezioni che è "naturale" come se questo fosse un valore rispetto al "chimico". Basta guardare quanto del budget nazionale è riservato alla conservazione delle opere d'arte rispetto a quanto ne è riservato alla ricerca scientifica. Noi forniamo chimici che poi vanno a lavorare all'estero perché non investiamo a sufficienza per tenerli in italia
@@leonardoperitore6581 io ho sempre trovato fastidiose queste lotte tra materie e saperi, e ora inizio a sentirle come noiose e insopportabili. La cultura intera è a rischio in Italia, non è il caso di fare gare; dal punto di vista scientifico siamo ignorantissimi ed esposti a bufale di ogni tipo; ma difendere l'arte e la letteratura non significa dire che le altre materie sono aride o che vengono fatte meglio o per troppe ore.
Bellissimo video👏👏👏
Grazie ❤
Soltanto GRAZIE
Perfettamente d'accordo.
Dicevo cose simili - con meno poesia - tempo fa in un video: è bello vedere anche come si possano dire le stesse cose in termini diversi ❤
❤