NOTA: in spagnolo si dice "OBTENER", non "OBTENIR". Errore mio. (vi prego, basta commenti su questo 😅) Il DOP (dizionario di ortografia e pronunzia): www.dizionario.rai.it/ Grazie ai magnifici membri del Club per il sostegno! A proposito, ecco i materiali bonus per questo video: - approfondimento dell'argomento nel podcast esclusivo "Tre Parole": www.patreon.com/posts/tp-55-sul-e-42553511 - audio e PDF (con trascrizione e lessico difficile): www.patreon.com/posts/doppie-fantasma-42659773
È una lezione estremamente interessante e chiara. Ne sono grata. È stata un grande piacere ascoltare la tua spiegazione. Sono olandese e in questo momento non saprei trovare un esempio nella nostra lingua. Noi invece siamo capaci di pronunciare molti consonanti uno dopo l'altro: woonplezier. Tutti i consonanti devono essere pronunciati. Poi nella nostra lingua c'è il fenomeno di due vocali che formano un altro suono. P.e. oe diventa u: voet = piede. Nel 'woonplezier' ie= i. Significa in italiano: il piacere di vivere in una bella casa accogliente. Mi creano molti momenti piacevoli le tue conferenze! Dorothea (81 anni ormai)
Hallo Doro! 't is echt moeijlik te zeggen(?!), maar... e' difficile dire, ma e' probabile che si tratti anche di altre cause, quali convenienza di stampa (tipografia) oltreche', naturalmente, di evoluzione fonetica (cambiamento dei suoni/vowel shift): Confronta (cfr.) Eng. "foot", Duits "Fuß", Eng. "pleasure" dal Francese/ Frans "plaisir" etc. L' olandese scritto ha uno spelling piu' aggiornato (uptodate) dell'Inglese e del Tedesco (Hochdeutsch), che ovviamente, sono anche altre lingue con una fonetica diversa, ma anche simile, se non uguale, in parole della stessa origine etimologica.
Bel video! Io sono di Roma, ma ho amici in Emilia-Romagna e Lombardia che mi riprendono ogni volta che dico queste doppie fantasma, dicendomi che non è italiano standard e, per esempio, che dovrei dire “è vero” staccato. Io ho sempre provato a fargli capire che queste cose si sentono anche nei doppiaggi, ma non mi hanno mai dato retta. Questo video è da mostrare a tutti quelli che dicono che al centro e al sud si pronuncia tutto male
Mandagli il video! :D Ci sono effettivamente dei casi in cui alcuni raddoppiamenti fatti a Roma non sono considerati standard. Per esempio, voi dite sempre "llì", "qquì", "ppiù", indipendentemente dalla parola precedente. Per es.: "vieni qqui", ""stai llà", "non ne voglio ppiù" ecc. Inoltre fate tutta una serie di raddoppiamenti all'interno delle parole ("libbero" al posto di "libero", "reggione" al posto di "regione", ecc.). Però sì, la maggior parte dei raddoppiamenti fonosintattici che fate corrispondono perfettamente alla norma :)
@@PodcastItaliano Sì, sì, hai perfettamente ragione a sottolineare la presenza di questi problemi di pronuncia che abbiamo nel Lazio. Sono solo stanco di sentirmi dire che al nord si parla e si pronuncia meglio a prescindere. Grazie mille per i video che fai. Questo verra usato come arma per combattere i pregiudizi 😂 Continua così!
Che poi non li chiamerei nemmeno "problemi di pronuncia": sono caratteristiche della pronuncia regionale del romano, al pari di tante altre peculiarità non-standard dei vari italiani regionali del Nord. Tu potresti ribattere, tra le altre cose, che al Nord spesso pronunciamo le "sc" e le "gn" "scempie" (=non doppie) e non "geminate" (=doppie), come si fa invece al centro-sud e nell'italiano standard. È un "errore"? È più "sbagliato" della pronuncia "libbero" al posto di "libero"? Io vorrei che superassimo questi pregiudizi e discriminazioni basate sull'accento e apprezzassimo la varietà di accenti (e di dialetti) che abbiamo in Italia. Mettiamoci il cuore in pace: in Italia lo standard non lo parla nessuno; tutti, in qualche modo, ce ne discostiamo: al Nord, al Centro e al Sud.
@@PodcastItaliano Bravissimo come sempre. Ce n'è un altro, di raddoppiamento romano non standard, anche se non è molto elegante citarlo: la 'm' iniziale della parola 'merda' è sempre raddoppiata!
@@PodcastItaliano potresti farmi per favore un esempio di come al nord le “sc” e le “gn” vengono pronunciate scempie anzichè geminate? (Sono di Bologna)
Ciao Davide, mi hai lasciata a bocca aperta! Che fenomeno interessantissimo. Mi fa ricordare di quando ho sentito per la prima volta la parola "davvero", a gennaio, appena iniziato ad imparare l'italiano. L'ho sentita in un film e ho pensato che fosse scritta "da vero", ma poi ho scoperto che era "davvero". Quindi sì, me ne sono accorta dei fenomeni di assimilazione e univerbazione, anche se non conoscevo i termini. Ma non ho mai notato il raddoppiamento fonosintattico! Grazie per il video, e per favore, continua a parlarci dei argomenti linguistici, mi piacciono un sacco.
Che interessante! Io sono figlia di calabrese e parlo spagnolo. Ho sempre sentito mio padre fare questo raddoppiamento, anche lo posso pronunciare io quando parlo in italiano. Sei molto bravo e si può percepire negli tuoi occhi come ti piacciono queste cose interessanti. Grazie!
J'avais fait un peu d'italien au lycée, puis plus tard je l'avais étudié avec Duolingo, mais j'avais jamais entendu parler de ce phénomène, et pourtant, il est assez important dans la sonorité de l'italien standard. Déjà plus généralement je trouve que les consonnes géminées (longues) sont une des grandes caractéristiques de l'italien par rapport aux autres langues romanes (avec les voyelles longues et l'accent tonique très marqué), donc si on ne connait pas le raddoppiamento fonosintattico, on part sur des mauvaises bases si on essaye de se rapprocher le plus possible de l'italien standard. Merci pour la vidéo !
Bravo... didattico, schematico, intelligente nella comunicazione! Sono d'accordo con te sul fatto che è fondamentale capire quali parole prendono il raddoppiamento in fiorentino, e chissenefrega, e quali parole lo prendono nella standardizzazione della lingua nel doppiaggio cinematografico.
grazie Davide, io ho studiato l'italiano e continuo a farlo, leggendo, ascoltando, parlando, e devo dire che non ho mai trovato un articolo come il tuo su questo interessante particolare della lingua . Una spiegazione fantastica. Auguri e a presto
Abito vicino a Venezia e sono metà italiano e metà tedesco (da parte di mia mamma). Qui c'è molta confusione con i dialetti, anche perché già tra un paese e l'altro cambiano molte regole e le parole. Sicuramente non abbiamo le doppie e a stento se ne fa uso per via del dialetto; tuttavia con mia mamma che a le volte fa difficoltà a sentirle (e quindi mi chiede come si scrive una determinata parola) ho tastato questo argomento e leggendo il titolo del video mi sono incuriosito. Come già potevo immaginare, ho scoperto nuovi aspetti della lingua italiana (che purtroppo non viene sempre spiegata e approfondita in maniera esaustiva nelle scuole dell'obbligo, anche per il poco interesse mostrato dagli alunni). Quindi grazie per queste interessantissime nozioni, sulla nostra lingua che di fatto è patrimonio del nostro paese variopinto!
Ciao, sono argentino e ho sentito qualcuno dire "a Roma" ma anche tanti dire "a RRRRoma" e non capivo il motivo. Ora è tutto chiaro! Ho sentito anche questo fenomeno in altre parole. Un'altra cosa che vedo spesso è che gli italiani pronunciano assolutamente tutte le lettere delle parole (invece gli argentini non). PE: La parola "STANDARD" Gli italiani dicono STANDARRRRDDDDD e chi parliamo lo spagnolo diciamo "estandar". Saluti David! Molto interessante il video.
Ciao. Sono un cultore del tango, sia per la parte musicale che per l'aspetto del ballo. Mi piace molto la sonorità del "castigliano" come lo si parla in Sudamerica, e in Argentina in particolare. Ho notato che spesso, nel vostro uso comune, la "s" tende a sparire, per esempio nella parola "destino", che diviene "de-tino" con la "s" sostituita da un brevissimo suono aspirato. L'ho notato in particolare nei brani cantati da Juan Carlos Cáceres e, a proposito, ho notato che spesso pure la "s" finale tende a sparire, per cui Carlos diviene Carlo.
@@robertorizzardi1954 Ciao Roberto! Buona osservazione. Sì, infatti la "S" spesso non ha così tanto precenso, soprattutto quando segue una forte consonante. Ad esempio, con la parola "KIOSKO" (chiosco in Ita.) la S diventa J, motivo per cui diciamo Kiojhko molte volte. È un fenomeno piuttosto particolare!
Sono brasiliano e non conoscevo queste informazionii sul radoppiamento, soprattutto la differenza tra il uso nel sud e nel nord d'Italia. Grazie mille por l'esplicazioni.
Interessante! Sono laureata in lingue e sono napoletana. Sono cose che si fanno spesso senza consapevolezza. Sapere il perché è molto utile. Molto bravo.
Onestamente credevo fossero i dialetti del sud ad abusare delle doppie, ora non correggeró più mio figlio che studiando a Roma ha iniziato a raddoppiare la qualunque 😅. Grazie, davvero illuminante!
Mi piace tantissimo il tuoi video. È stato molto chiaro. Sono studente della lingua e cultura italiana e mente parlavo in una chat con una italiana mi ha fatto correzione quando ho scritto “Io a posto”, lei mi ha detto che se scrive attaccata (apposto). Credo che ci sono tanti italiani che devono vedere questo video.
Sicuramente :) A leggera discolpa della tua amica, direi che molti italiani tendono a confondere A POSTO ("bene", "in ordine") con APPOSTA ("volutamente", "di proposito"), che sono due espressioni diverse, perché di fatto entrambe vengono dall'unione della preposizione A con le parole POSTO e POSTA, solo che la prima non si è univerbata, mentre la seconda sì... e questo in un modo del tutto arbitrario. Purtroppo in termini di memorizzazione questi casi ambigui, a livello psico-linguistico, non sono così facili da dominare, e da questo nascono scritture errate come "apposto" (mentre "a posta" è accettabile, anche se ormai rarissimo). L'unico modo per non sbagliare mai è prendersi il "disturbo" di analizzare entrambe le forme e capire PERCHÉ si scrivono in un modo piuttosto che in un altro: con l'azione stessa di indagare, la regola resta impressa. Ma la pazienza non è la virtù di questi tempi :o)
Mi sono sempre chiesto perché a volte questo fenomeno succede e in quali casi. Adesso capisco perché succede anche nella mia lingua madre, lo spagnolo. Grazie per la tua spiegazione. molto pratico.❤️
Ciao Davide, mi e piaciuto molto questo video perche tu hai parlato tanto sul aspetti di la lingua e la grammatica. Anche ho visto chi non solo per me e veramente importante sia anche pero alltre studianti de italiano. Ti chiedo di continuare con questa clase di videos che ci aiutano nell imparamento della lingua italiana
Io sono italiano, di Como, ma famiglia originaria di Catania. Proprio recentemente mi sono chiesto come mai si sentono spesso nell' italiano parlato delle doppie che nella scrittura sono inesistenti. E adesso, grazie al tuo video, ho capito tutto. Credo che hai ragione te a dire che al nord questo fenomeno non esista, ma é solo del centro-sud. Mi sono reso conto di pronunciare spesso doppie quando in realtà non ci sono. Es: io direi aCcomo. Ma penso che sia perché i miei sono siciliani. Cmq grazie mille per questo video
Interessante! Immagino quindi che la tua pronuncia sia per lo più comasca ma con qualche "spolverata" di catanese, no? Lo stesso succede qui a Torino, città che ha ricevuto una fortissima immigrazione dal centro-sud: i giovani (mi includo anch'io) hanno una pronuncia molto ibrida, che ha una base torinese ma anche molti elementi centromeridionali (tra cui anche i raddoppiamenti).
Essendo umbro (centro Italia) faccio sempre il raddoppiamento fonosintattico..tranne effettivamente dopo "dove" e "sopra", in quei casi pronuncio la consonante seguente senza raddoppiarla Ottimo lavoro!
@@danielminetto2731 Sono di Foligno, nella parte orientale dell'Umbria... Dopo "come" e "da" non raddoppio le consonanti, mentre nella mia zona se "qualche" è seguito da consonante il raddoppiamento fonosintattico si realizza spesso ma non sempre, probabilmente dipende dalla velocità con cui parliamo Come va? = Come va? Vengo da Foligno = Vengo da Foligno Qualche tempo fa = Qualchettempo fa o qualche tempo fa (soprattutto parlando velocemente) Qualche volta = Qualchevvolta o qualche volta (soprattutto parlando velocemente) Anche te sei umbro?
@@xjmmjbnqfstjdijoj2044 No, io sono nato in Argentina ma ho la cittadinanza italiana. Mio padre è ligure e mia madre era figlia di siciliani. Sono passato da Foligno col treno ma non mi sono fermato. Dell'Umbria conosco solo Perugia ed Assisi. Sono andato 5 volte in Italia. Mi appassiona la lingua italiana.
Grazie Davide. Molto interessante. Sono insegnante dell' inglese e conosco della pronuncia per spiegare così. Sono nuova con l'italiano. Spagnolo è a mia madrelingua.
Interessantissimo video. Uno dei primi a dedicare tanta attenzione a questo fenomeno fu Gioacchino Belli nei suoi sonetti romaneschi. Il raddoppiamento fonosintattico era (e ancora è) un aspetto fondamentale del dialetto romanesco. Penso che sia il dialetto d'Italia dove il fenomeno conquista più spazio. Questo perché non solo rispetta le regole del fiorentino, ma ne aggiunge altre. Tutte le parole che iniziano con B, G (Letta Ggi), Z raddoppieranno sempre e comunque. Inoltre c'è un'intera categoria di parole che raddoppiano sempre: Ccosì (che deriva dal più arcaico Accussi), qqui, cchiesa ( da ecclesia), llì e llà (intesi come luoghi) ssedia. Particolare il raddoppiamento della S, che crea stranezze del tipo "domani/sabbato/domenica ssera. Ah si mi ero dimenticato del completo decadimento del raddoppiamento relativo alla lettera R. Un giorno aprirò un canale 😊
@@PodcastItaliano Beh dipende come intendiamo il raddoppiamento fonosintattico. Spesso ho visto associare a questo nome il fenomeno del raddoppiamento delle consonanti all'inizio delle parole, qualunque sia il contesto. C'è un intero capitolo dedicato al raddoppiamento nel "Romanesco ieri e oggi", che lo evidenzia in quel modo lì.
Grazie per il video molto interessante! Non ho saputo nulla de questo fenomeno (sono americana). Mi piace tantissimo il tuo accento con la pronuncia d'italiano "standard", e molto facile capire tutto.
W IL RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO! Sì, ci vuole davvero molta pazienza nei confronti di coloro che, non sapendo nemmeno cosa sia, ritengono dialettale e scorretta la pronuncia di chi lo sa usare.
Io sono sardo e questo fenomeno lo conoscevo già e dalla tua spiegazione, mi sembra di avere una dizione molto simile a quella standard (nonostante i sardi tendano a raddoppiare qualsiasi consonante). Talvolta mi rendo conto addirittura di usare due forme distinte (una senza raddoppiamento e l'altra con) per la stessa espressione a seconda di come mi viene.
Anche per parlare in dizione a volte si omette un raddoppiamento, quando ce ne sono molti di seguito. Ad es: "E tu che ne dici?", sentirai spesso un doppiatore omettere il raddoppiamento della c, della n, o di entrambe
Molto interessante, io ho imparato un po' di italiano a Genova, dove non c'è questo raddoppiamento, ma lo sentivo in tv da gente del sud e non capivo l'origene. Un saluto di questa parte del mondo, città del Messico!
Salve Prof. Sono inadeguato ; penso di non essere all'altezza di seguire una lezione come questa. Riflettendo, però, mi dico che non sono né un laureando in lettere né un insegnante, mi piace la mia lingua l'italiano e i suoi corsi li adoro, quindi ci sta.! Non me ne voglia Prof., ma preferisco quando mi parla della canzoni di Jova e addirittura me la suona al pianoforte., quando dedica una lezione di discernimento introspettivo., oppure quando mi presenta i borghi della bella Torino! Tutto ciò senza precludere il fatto che la seguirò, comunque., un caro saluto ! 😊
Davide, sei un ragazzo da ammirare! (admirer in francese, la D viene assimilata dalla M! :) , ormai e` chiaro) Mi piace tutto che dici! Saluti dalla Russia!
Ciao Davide! Che interessante questo fenomeno. Sono brasiliana ed è da qualche mese che studio l'italiano. Anche se capisco la tua spiegazione (sempre bella, molto chiara) non sempre riesco sentire la differenza tra la pronuncia delle doppie e singole consonanti. A volte sembrano uguali!
Interessante, Davide! Già avevo notato questo raddoppiamento quando ascoltavo alcuni madrelingua parlando l'italiano. Però, non conoscevo la origine oppure il perché di questo fenomeno. Adesso posso capirlo meglio. Grazie mille e un abbraccio dal Brasile!
In francese, normalmente, non c'è ripetizione di consonanti. Quelle che sono scritte sono scritte per ragioni etimologiche, o sono fantasie di scrivani medievali. Tuttavia, sentiamo sempre più persone pronunciare parole come "grammaire, colloque, collègue": [gram.mèr] ; [kol.lok] ; [kol.lèg] invece di [gramèr] ; [kolok] ; [kolèg] che sono le pronunce standard. Questo sembra essere un effetto della scrittura sulla pronuncia, che alcuni chiamano effetto Buben.
Ciao, Davide! Leggendo il titolo ho subito pensato/sperato parlassi anche di parole come "polizia / Croazia / grattugia / disgrazia" e altre. Queste parole sono le uniche che, noi Lombardi, raddoppiamo; tutte le altre menzionate da te, nel video in questione, non le raddoppiamo mai, eccezion fatta per quanto riguarda l'orario (sono le tre e mezza - tre emmezza); che, comunque, io sono uno dei pochissimi a non raddoppiare! :) Spero ci sarà un altro video a riguardo! ;)
Davide, il moderatore di Mappa Mundi, cui accenno sotto per il suo accento ai miei orecchi tipicamente romano (vedi raddoppiamento fonosintattico in corso di parola ) si chiama Alfonso Desiderio, Gedi Visual. Mappa Mundi/Limes rivista italiana di geopolitica su youtube.
Le cartine che hai fatto vedere verso il minuto 2:17 circa sono molto semplificative. L'isoglossa del fenomeno del raddoppiamento fonosintattico, sulla costa adriatica, dovrebbe scendere fino a sotto Ancona, dove molti tratti gallo-italici convivono con quelli tipicamente centro-meridionali. In generale l'isoglossa che divide i dialetti gallo-italici da quelli centro-settentrionali viene fatta passare sotto Senigallia, che è un po' più a sud rispetto alla cartina che hai mostrato. In generale rimangono ingiustamente fuori tutte le parlate gallo-picene. Bel video, comunque!
Bravo! Molto utile! Insegno dizione ai cantanti in conservatorio a (F)Firenze, e lo condividerò soprattutto agli stranieri. Vorrei solo farti notare che "Chi (s)sei?" viene dal latino Quis es, la consonante esisteva. Infatti è interessante che con la parola "che" il raddoppiamento non si fa che nelle interrogative: Che (d)dici?. Dal latino Quid. Mentre quando è una relativa "la vita che ti diedi" non si raddoppia. Perché la parola latina di base Qui/Quae non aveva consonante (nel periodo in cui il latino che si trasformava in italiano stava perdendo le terminazioni consonantiche dei casi). Il tu probabilmente fa il raddoppiamento perché nello stesso periodo era privilegiata la forma rafforzativa del Tut(e), specie nelle esclamazioni o nelle interrogative. Le popolazioni celtico-galliche del Nord non hanno conservato memoria fonetica del latino perché questa è stata prima di tutto una seconda lingua e quindi poi i loro dialetti si sono maggiormente arricchiti di influenze gotiche, bizantine e longobarde. Quindi, come tutte le seconde lingue, ci si sforza sempre di pronunciarle bene per non fare brutta figura con i madrelingua. Per cui ai Toscani, Siciliani e Lucani fare grande uso della assimilazione non faceva tanta specie perché era la loro lingua. Basti pensare alle origini fondamentalmente siculo-toscane della poesia dei XI-XIII secoli. Al Nord hanno imparato a prunciare l'italiano sempre come seconda lingua. Quindi, io penso, la leggevano esattamente come si scriveva. Senza consonanti. Per essere già molto perfezionisti. Grazie ancora! Ti seguo con grande interesse.
Ciao. Penso che questo sia il terzo video di te che vedo ... Il tuo accento italiano penso sia molto neutro ma e bellisimo ... sono venezuelana e non ho molto tempo nel paese e sto ancora imparando la lingua
In Napoletano l'uso della doppia si estende all'aspetto lessicale del periodo, per cui si raddoppia la prima degli aggettivi quando hanno uso sostantivato. Per esempio " 'O nnir", dove "nero" è inteso come colore, si raddoppia, mente " 'O can nir" dove nero diventa aggettivo di cane, non si raddoppia. Lo stesso accade per i verbi sostantivati. Comunque grazie mille per questi podcast, sono sempre interessantissimi.
i would like to see a video/lesson for your italian fellows about the greek words you use in italian language because im sure many people dont know from where some words come...:)
Una persona che abita in Toscana centrale mi ha detto che non sempre si raddoppia dopo COME e DOVE ma che in entrambi i casi le regole sono le stesse. Si raddoppiano gli avverbi (come ssempre, come mmai) Si raddoppiano i verbi all'infinito (come ddire), ma non i verbi coniugati. Si raddoppiano anche i pronomi: come mme, come tte, come llui/llei, come nnoi/vvoi, come lloro. Non saprei per il resto delle parole quando si raddoppia.
Io, da fiorentina, posso dire che, sì, lo usiamo, ma lo pronunciamo anche molto velocemente, quindi c'è il suono di una doppia, ma è breve. Ad Arezzo, per esempio, in alcuni casi non c'è ("a posto", per es., loro lo dicono esattamente così com'è: A Posto). Comunque a me piace che nel parlato restino queste differenze. Mi dispiacerebbe vedere uno del Nord sforzarsi di pronunciare doppie che nella sua lingua non ci sono, o un romano costretto a rinunciare alle sue doppie, per parlare un italiano che non è il suo... Per questo tendo a non correggere mai i "difetti" di pronuncia, quando qualcuno parla. Poi il bello è che è proprio dalla parlata originale che si riconosce la provenienza di chi parla.
Un'aggiunta che forse può essere interessante. A Firenze, o almeno capita a me, ci sono due diversi "come": Il "come" interrogativo, che non causa RFS (= Rafforzamento/raddoppiamento FonoSintattico). Il "come" congiunzione, che invece causa RFS. Mi sorprende il fatto che il RFS in "da" sia percepito come obsoleto o localismo fiorentino, al pari della situazione di "dove": da fiorentino di giovane generazione, l'RFS dopo "da" è comunissimo (e immaginavo, sbagliando forse, largamente diffuso al Centro-Sud), mentre dopo "dove" non raddoppio mai.
Sono egiziano, prima ho studiato al Politecnico di Torino, poi a Roma.. me capita una cosa stranissima, quando parlo con un amico Torinese mi salgano le parole senza raddoppiamento con i vocali sempre aperti in maniera esagerata, a Roma invece, mi salgano i raddoppiamenti in maniera spontanea senza rendermi conto 🙈
En algunas hablas andaluzas del sur de España (el andaluz es una lengua con diversas realizaciones), la vibrante r suele ser asimilada por nasal n o m. Así viennes de viernes, canne de carne y Cammen de Carmen.
Francamente sono un po' stupito nell'apprendere che quel raddoppiamento sia "italiano standard". Ero convinto fosse un fattore dialettale, come la mia estremamente meneghina (milanese per gli amici stranieri che dovessero leggere) tendenza, al contrario, ad eliminare ogni doppia, ovunque si presenti. A tal proposito ricordo una mia anziana parente bergamasca, ora non c'è più purtroppo, che parlava esclusivamente il dialetto, particolarmente difficile, della valle nella quale era nata, e che era convinta che per tradurre in italiano ciò che diceva bastasse raddoppiare tutte le consonanti e tramutare le "s" in "z", ragione per la quale la parola "esoso" (codicioso, cupide, greedy, gierig) veniva pronunciata "ezzozzo".
Io da italiano ho scoperto l'esistenza del fenomeno solo 2 anni fa (alla veneranda età di 29 anni), in un corso di musica in cui c'erano molti cantanti (l'insegnante, un romanaccio, che gridava "daje rega' co' er raddoppiamento fonosintattico!"). Lavorando spesso con cantanti stranieri, ti posso confermare che sia per loro un fenomeno totalmente alieno (al massimo ti raddoppiano tutte le consonanti interne di una parola) Da genovese devo dire che lo trovo molto naturale, anzi quando non lo sento fare mi suona tutto un po' troppo... nordico. Ma forse perchè ho avuto la nonna di Roma che mi ha influenzato?
Sono un milanese trapiantato a Pavia da ormai quattordici anni circa (ho 21 anni), e confermo quanto detto in questo video. La lingua lombarda occidentale e orientale è stata col tempo assimilata al latino per questioni storiche e sociali, di conseguenza ci sono due "pulsioni" (passami il termine) che sono sopravvissute nella cadenza lombarda (parlo della Lombardia perché è la mia regione): la prima tende a disgiungere quanto più possibile non solo le parole tra di loro, ma anche il loro suono, caratteristica tipica delle lingue del centro-nord europa, ma anche dell'est (basti guardare la lingua slava con tutte le sue varianti). La seconda cerca di omologarsi a quella che è diventata la lingua italiana e con il suo giusto equilibrio tra il fiorentino volgare e la lingua latina. Questo genera infine una sorta di confusione inconscia e da qui il fenomeno descritto in questo video per le regioni del nord
In "andò (v)via" c'è anche il discorso della vocale che non può essere lunga in sillaba chiusa. Nel romanesco la r doppia non c'è: "aRoma la guera se scrive cò du ere. che sennò è erore", e la b è sempre doppia: "probbabbilmente" (anche a Napoli), mentre in Sicilia è la d: "parliamo ddue lingue ddiverse.
Ciao Davide! Si studia a scuola questo fenomeno? Te lo chiedo perché sono figlio di italiani nato in Argentina. Secondo te dovrebbe insegnarsi? Lo stesso discorso con le vocali aperte e chiuse
A scuola non mi hanno mai insegnato nulla di queste cose e presumo che sia generalmente così dappertutto. La dizione la studiano soprattutto attori e doppiatori che sono quelli con la pronuncia più corretta, anche se alcuni attori mantengono la parlata regionale per alcuni personaggi. Comunque secondo me certe nozioni andrebbero insegnate anche a scuola.
È un video molto interessante! Sei bravo come sempre! Potresti parlare di pronuncia della lettera N seguita da B, P, V, F. Ad esempio San Pietro si sente come SaM Pietro, un po' come uM po'. Oppure la parola LUNGO, anche qui la lettera N viene un pochino cambiata?🤔
Non conoscevo questo fenomeno, però è vero che mi chiedevo perché si pronunciasse /èvvero/, pensavo che fosse una questione di sottolineare l'intonazione. Comunque, per il caso de "chi sei", io avrei detto che si raddoppia la s perché all'inizio di parola si pronuncia sempre così, forse sono sbagliato. Bravissimo video, un abbraccio, Davide! :D
No, non ti sbagli. All'inizio di una frase, oppure in una forma interrogativa si raddoppia spesso molto di più. "Evvero", come raddoppiamento fonosintattico, invece di "è vero" è molto diffuso. Esiste anche una parola (poco usata, in realtà) che è NEVVERO, ed è la contrazione di "Non è vero?" E' usata sempre in forma interrogativa ed è Italiano standard.
Un altro argomento interessante sarebbe l'assimilazione della N finale delle parole deboli alla seguente consonante B, P, M, come in "San Marino" che si pronuncia come "sammarino" o in "un ballo" che si pronuncia come "umballo" o in "un pacco" che diventa "umpacco". Ho chiesto alcuni amici italiani se si erano accorti di questo fenomeno, ma erano sempre convinti che si dovesse pronunciare queste frasi come scritto, anche se difatti facevano l'assimilazione. Tu cosa ne pensi, Davide?
Grazie. Sono italiana del nord e non conoscevo questo fenomeno, anzi, se sentivo qualcuno dire "apposto", lo consideravo in errore. Con te c'è sempre da imparare, i tuoi video sono interessantissimi.
Complimenti di nuovo, Davide: dimostri una conoscenza davvero invidiabile delle particolarita' sottostanti il raddoppiamento sintattico, che provano come il fiorentino parlato sia, anche per motivi geografici, piu' vicino al lessico originario latino delle parlate settentrionali, ma non solo: potresti forse andare oltre in questo ambito di ricerca, e spiegare perche' "arRoma", invece, mi pare che in quel caso non si raddoppi ma si dica "a Roma", mentre si raddoppia volentieri con certe consonanti anche interne ad una parola? Es.: "ecC'airagGione!" Cfr. la parlata del moderatore di Mappa Mondi/Limes geopolitica su youtube. Grazie.
@@Gorgonath non mi permetto di contraddirti date le tue egregie credenziali "da parlante romano" in merito. Eppure ho quell'impressione li': dipende forse da come i Romani pronunciano "Roma", cioe' con la vocale tonica piu' lunga - , per cui la r che precede non suona cosi' doppia come in Toscana (arRoma). Mi piacerebbe una tua risposta, sono si' quisquilie, ma nondimeno stuzzichevoli per chi ami il proprio idioma e le sue varieta' di pronuncia.
@@morenoboni5079 no hai ragione, devo fare una precisazione: nella parlata romana più stretta tutte le r tendono a diventare singole, quindi anche "a Roma" subirebbe questa cosa. tuttavia ciò accade solo in una parlata abbastanza pesante, mentre nel generale accento romano che la maggior parte dei giovani romani usa in generale le r raddoppiate ci sono, e quindi "a Roma" è "arroma"
Carissimo, Ti ringrazio della precisazione, che mi fa piacere, perche' confermi con molta puntualita' una mia impressione: sentivo che la stessa frase in qualche modo suona diversa. Questo, credo, e' anche lo spirito giusto per occuparsi delle varieta' e accenti parlati del nostro idioma, pronti cioe' a differenziare. Spesso, in queste cose, e' proprio chi viene da fuori che nota certe piccolezze, mentre chi parla con un certo accento abitualmente, puo' non farci piu' caso. Anch'io sono divenuto consapevole del mio modo di parlare cosi'. Comunque, da fiorentino,ti dico che il romanesco colorito e autentico parlato ad es., da Enrico Brignano, mi piace davvero tanto! Grazie.
@@Gorgonath infatti, ricordo di aver sentito Alberto Sordi in un suo film "classico" dire "erore" con una r (quindi "parocchia" e "a roma" perche' foneticamente, anche la r di roma preceduta dalla preposizione a, equivale alla r originariamente pronunciata singola (scempia) in corso di parola, qualora essa si trovi fra 2 vocali. Il fatto, pero', che come tu noti, le persone romane piu' giovani raddoppino le r in questi casi, denota un cambiamento nella pronunzia che merita riflessione. Certamente il romanesco parlato attualmente non e' piu' quello dei tempi di Trilussa e anche di Aldo Fabrizi... ma influenzato dalla pronunzia standard prevalente sui social. Ciao.
Come dici nel finale del video alcuni di questi raddoppiamenti non ci sono in Calabria (che di raddoppiamenti in genere ne ha tanti), mentre li ho notati in Toscana (non solo a Firenze), come per esempio "chi (s)sei, dove (s)sei, da (s)solo ecc."
hai sbagliato col esempio di spagnolo di obtiner, è obtener, ma comunque sei proprio bravo, ti seguo da un po' e soltanto posso dirti bravo! Mi piace un sacco l'italiano, forse fra una settimana avrò il c2🤞 Saluti dalla Spagna!
NOTA: in spagnolo si dice "OBTENER", non "OBTENIR". Errore mio. (vi prego, basta commenti su questo 😅)
Il DOP (dizionario di ortografia e pronunzia): www.dizionario.rai.it/
Grazie ai magnifici membri del Club per il sostegno! A proposito, ecco i materiali bonus per questo video:
- approfondimento dell'argomento nel podcast esclusivo "Tre Parole": www.patreon.com/posts/tp-55-sul-e-42553511
- audio e PDF (con trascrizione e lessico difficile): www.patreon.com/posts/doppie-fantasma-42659773
JAJAJAAJJA
IL DOP dovrebbero aggiornarlo usa ancora la tecnologia flash per riprodurre i suoni
@@Gabriele-kx7jc concordo, è davvero antidiluviano
Sì l’ho veduto ))) 😁volevo dirlo
Si, justo eso pensaba cuando mencionaste el español 🇪🇸
Muy buen video, gracias por subirlo :)
È una lezione estremamente interessante e chiara. Ne sono grata. È stata un grande piacere ascoltare la tua spiegazione. Sono olandese e in questo momento non saprei trovare un esempio nella nostra lingua. Noi invece siamo capaci di pronunciare molti consonanti uno dopo l'altro: woonplezier. Tutti i consonanti devono essere pronunciati. Poi nella nostra lingua c'è il fenomeno di due vocali che formano un altro suono. P.e. oe diventa u: voet = piede. Nel 'woonplezier' ie= i. Significa in italiano: il piacere di vivere in una bella casa accogliente.
Mi creano molti momenti piacevoli le tue conferenze! Dorothea (81 anni ormai)
Caspita, Lei è davvero brava, complimenti! Io sono Italiano e sto studiando l'Olandese. Trovo la pronuncia dell'Olandese abbastanza difficile.
Complimenti! Le ha una grande energia e voglia di imparare lodevole per la sua età!
Hallo Doro! 't is echt moeijlik te zeggen(?!), maar... e' difficile dire, ma e' probabile che si tratti anche di altre cause, quali convenienza di stampa (tipografia) oltreche', naturalmente, di evoluzione fonetica (cambiamento dei suoni/vowel shift): Confronta (cfr.) Eng. "foot", Duits "Fuß", Eng. "pleasure" dal Francese/ Frans "plaisir" etc. L' olandese scritto ha uno spelling piu' aggiornato (uptodate) dell'Inglese e del Tedesco (Hochdeutsch), che ovviamente, sono anche altre lingue con una fonetica diversa, ma anche simile, se non uguale, in parole della stessa origine etimologica.
Complimenti, Dorothea!!! C’é un’altra Dorotea nel canale di youtube in Spagnolo di Linguriosa. ❤️
Bel video! Io sono di Roma, ma ho amici in Emilia-Romagna e Lombardia che mi riprendono ogni volta che dico queste doppie fantasma, dicendomi che non è italiano standard e, per esempio, che dovrei dire “è vero” staccato. Io ho sempre provato a fargli capire che queste cose si sentono anche nei doppiaggi, ma non mi hanno mai dato retta. Questo video è da mostrare a tutti quelli che dicono che al centro e al sud si pronuncia tutto male
Mandagli il video! :D Ci sono effettivamente dei casi in cui alcuni raddoppiamenti fatti a Roma non sono considerati standard. Per esempio, voi dite sempre "llì", "qquì", "ppiù", indipendentemente dalla parola precedente. Per es.: "vieni qqui", ""stai llà", "non ne voglio ppiù" ecc. Inoltre fate tutta una serie di raddoppiamenti all'interno delle parole ("libbero" al posto di "libero", "reggione" al posto di "regione", ecc.). Però sì, la maggior parte dei raddoppiamenti fonosintattici che fate corrispondono perfettamente alla norma :)
@@PodcastItaliano Sì, sì, hai perfettamente ragione a sottolineare la presenza di questi problemi di pronuncia che abbiamo nel Lazio. Sono solo stanco di sentirmi dire che al nord si parla e si pronuncia meglio a prescindere. Grazie mille per i video che fai. Questo verra usato come arma per combattere i pregiudizi 😂
Continua così!
Che poi non li chiamerei nemmeno "problemi di pronuncia": sono caratteristiche della pronuncia regionale del romano, al pari di tante altre peculiarità non-standard dei vari italiani regionali del Nord. Tu potresti ribattere, tra le altre cose, che al Nord spesso pronunciamo le "sc" e le "gn" "scempie" (=non doppie) e non "geminate" (=doppie), come si fa invece al centro-sud e nell'italiano standard. È un "errore"? È più "sbagliato" della pronuncia "libbero" al posto di "libero"? Io vorrei che superassimo questi pregiudizi e discriminazioni basate sull'accento e apprezzassimo la varietà di accenti (e di dialetti) che abbiamo in Italia.
Mettiamoci il cuore in pace: in Italia lo standard non lo parla nessuno; tutti, in qualche modo, ce ne discostiamo: al Nord, al Centro e al Sud.
@@PodcastItaliano Bravissimo come sempre. Ce n'è un altro, di raddoppiamento romano non standard, anche se non è molto elegante citarlo: la 'm' iniziale della parola 'merda' è sempre raddoppiata!
@@PodcastItaliano potresti farmi per favore un esempio di come al nord le “sc” e le “gn” vengono pronunciate scempie anzichè geminate? (Sono di Bologna)
Ciao Davide, mi hai lasciata a bocca aperta! Che fenomeno interessantissimo. Mi fa ricordare di quando ho sentito per la prima volta la parola "davvero", a gennaio, appena iniziato ad imparare l'italiano. L'ho sentita in un film e ho pensato che fosse scritta "da vero", ma poi ho scoperto che era "davvero". Quindi sì, me ne sono accorta dei fenomeni di assimilazione e univerbazione, anche se non conoscevo i termini. Ma non ho mai notato il raddoppiamento fonosintattico! Grazie per il video, e per favore, continua a parlarci dei argomenti linguistici, mi piacciono un sacco.
Mi fa piacere che ti sia piaciuto. A volte temo che questi argomenti siano un po' troppo tecnici...
Che interessante! Io sono figlia di calabrese e parlo spagnolo. Ho sempre sentito mio padre fare questo raddoppiamento, anche lo posso pronunciare io quando parlo in italiano. Sei molto bravo e si può percepire negli tuoi occhi come ti piacciono queste cose interessanti. Grazie!
Hai ragione, le trovo molto interessanti 😁
J'avais fait un peu d'italien au lycée, puis plus tard je l'avais étudié avec Duolingo, mais j'avais jamais entendu parler de ce phénomène, et pourtant, il est assez important dans la sonorité de l'italien standard. Déjà plus généralement je trouve que les consonnes géminées (longues) sont une des grandes caractéristiques de l'italien par rapport aux autres langues romanes (avec les voyelles longues et l'accent tonique très marqué), donc si on ne connait pas le raddoppiamento fonosintattico, on part sur des mauvaises bases si on essaye de se rapprocher le plus possible de l'italien standard.
Merci pour la vidéo !
Bravo... didattico, schematico, intelligente nella comunicazione! Sono d'accordo con te sul fatto che è fondamentale capire quali parole prendono il raddoppiamento in fiorentino, e chissenefrega, e quali parole lo prendono nella standardizzazione della lingua nel doppiaggio cinematografico.
Ottimo canale,mi sorprende che abbia così tanti iscritti,ma ritorna in me,la speranza nel popolo italiano. Complimenti per l'ottimo lavoro
E stato molto affascinante. Grazie mille.
Ciao Davide! Mi piacciono un sacco il tuo video. È molto interessante e chiaro. Grazie!
grazie Davide, io ho studiato l'italiano e continuo a farlo, leggendo, ascoltando, parlando, e devo dire che non ho mai trovato un articolo come il tuo su questo interessante particolare della lingua . Una spiegazione fantastica. Auguri e a presto
Abito vicino a Venezia e sono metà italiano e metà tedesco (da parte di mia mamma). Qui c'è molta confusione con i dialetti, anche perché già tra un paese e l'altro cambiano molte regole e le parole.
Sicuramente non abbiamo le doppie e a stento se ne fa uso per via del dialetto; tuttavia con mia mamma che a le volte fa difficoltà a sentirle (e quindi mi chiede come si scrive una determinata parola) ho tastato questo argomento e leggendo il titolo del video mi sono incuriosito.
Come già potevo immaginare, ho scoperto nuovi aspetti della lingua italiana (che purtroppo non viene sempre spiegata e approfondita in maniera esaustiva nelle scuole dell'obbligo, anche per il poco interesse mostrato dagli alunni). Quindi grazie per queste interessantissime nozioni, sulla nostra lingua che di fatto è patrimonio del nostro paese variopinto!
Ciao, sono argentino e ho sentito qualcuno dire "a Roma" ma anche tanti dire "a RRRRoma" e non capivo il motivo. Ora è tutto chiaro! Ho sentito anche questo fenomeno in altre parole.
Un'altra cosa che vedo spesso è che gli italiani pronunciano assolutamente tutte le lettere delle parole (invece gli argentini non). PE: La parola "STANDARD" Gli italiani dicono STANDARRRRDDDDD e chi parliamo lo spagnolo diciamo "estandar". Saluti David! Molto interessante il video.
Grazie, Daniel!
Ciao. Sono un cultore del tango, sia per la parte musicale che per l'aspetto del ballo. Mi piace molto la sonorità del "castigliano" come lo si parla in Sudamerica, e in Argentina in particolare. Ho notato che spesso, nel vostro uso comune, la "s" tende a sparire, per esempio nella parola "destino", che diviene "de-tino" con la "s" sostituita da un brevissimo suono aspirato. L'ho notato in particolare nei brani cantati da Juan Carlos Cáceres e, a proposito, ho notato che spesso pure la "s" finale tende a sparire, per cui Carlos diviene Carlo.
@@robertorizzardi1954 Ciao Roberto! Buona osservazione. Sì, infatti la "S" spesso non ha così tanto precenso, soprattutto quando segue una forte consonante. Ad esempio, con la parola "KIOSKO" (chiosco in Ita.) la S diventa J, motivo per cui diciamo Kiojhko molte volte. È un fenomeno piuttosto particolare!
Sono brasiliano e non conoscevo queste informazionii sul radoppiamento, soprattutto la differenza tra il uso nel sud e nel nord d'Italia. Grazie mille por l'esplicazioni.
Interessante! Sono laureata in lingue e sono napoletana. Sono cose che si fanno spesso senza consapevolezza. Sapere il perché è molto utile. Molto bravo.
Grazie, Davide. Prima noticia che ho su questo radoppiamento. 🎉
Ciao! Ci sono tante cose che io non conoscevo sulle doppie, molto interessante. Grazie mille.
Saluti dal Messico.
Onestamente credevo fossero i dialetti del sud ad abusare delle doppie, ora non correggeró più mio figlio che studiando a Roma ha iniziato a raddoppiare la qualunque 😅. Grazie, davvero illuminante!
Mi piace tantissimo il tuoi video. È stato molto chiaro. Sono studente della lingua e cultura italiana e mente parlavo in una chat con una italiana mi ha fatto correzione quando ho scritto “Io a posto”, lei mi ha detto che se scrive attaccata (apposto). Credo che ci sono tanti italiani che devono vedere questo video.
Sicuramente :)
A leggera discolpa della tua amica, direi che molti italiani tendono a confondere A POSTO ("bene", "in ordine") con APPOSTA ("volutamente", "di proposito"), che sono due espressioni diverse, perché di fatto entrambe vengono dall'unione della preposizione A con le parole POSTO e POSTA, solo che la prima non si è univerbata, mentre la seconda sì... e questo in un modo del tutto arbitrario.
Purtroppo in termini di memorizzazione questi casi ambigui, a livello psico-linguistico, non sono così facili da dominare, e da questo nascono scritture errate come "apposto" (mentre "a posta" è accettabile, anche se ormai rarissimo).
L'unico modo per non sbagliare mai è prendersi il "disturbo" di analizzare entrambe le forme e capire PERCHÉ si scrivono in un modo piuttosto che in un altro: con l'azione stessa di indagare, la regola resta impressa.
Ma la pazienza non è la virtù di questi tempi :o)
Mi sono sempre chiesto perché a volte questo fenomeno succede e in quali casi. Adesso capisco perché succede anche nella mia lingua madre, lo spagnolo. Grazie per la tua spiegazione. molto pratico.❤️
Adoro questo video (ed il tuo canale... chiaramente! :D Grazie mille! Sei fantastico!
Spiegazione splendida e chiarissima!
Davide, grazie. Questo video è molto interessante!
Ciao Davide, mi e piaciuto molto questo video perche tu hai parlato tanto sul aspetti di la lingua e la grammatica.
Anche ho visto chi non solo per me e veramente importante sia anche pero alltre studianti de italiano.
Ti chiedo di continuare con questa clase di videos che ci aiutano nell imparamento della lingua italiana
Stupendo come sempre! Interessantissimo! Grazie mille! Una bella domenica a te!
Io sono italiano, di Como, ma famiglia originaria di Catania. Proprio recentemente mi sono chiesto come mai si sentono spesso nell' italiano parlato delle doppie che nella scrittura sono inesistenti. E adesso, grazie al tuo video, ho capito tutto. Credo che hai ragione te a dire che al nord questo fenomeno non esista, ma é solo del centro-sud. Mi sono reso conto di pronunciare spesso doppie quando in realtà non ci sono. Es: io direi aCcomo. Ma penso che sia perché i miei sono siciliani. Cmq grazie mille per questo video
Interessante! Immagino quindi che la tua pronuncia sia per lo più comasca ma con qualche "spolverata" di catanese, no? Lo stesso succede qui a Torino, città che ha ricevuto una fortissima immigrazione dal centro-sud: i giovani (mi includo anch'io) hanno una pronuncia molto ibrida, che ha una base torinese ma anche molti elementi centromeridionali (tra cui anche i raddoppiamenti).
Essendo umbro (centro Italia) faccio sempre il raddoppiamento fonosintattico..tranne effettivamente dopo "dove" e "sopra", in quei casi pronuncio la consonante seguente senza raddoppiarla
Ottimo lavoro!
In latino infatti sono Ubi e Supra. Senza consonante. Come De da cui deriva "di" dopo il quale non si raddoppia.
Da che parte dell' Umbria sei? Dopo COME si raddoppia da quelle parti?
Dopo DA?
Dopo QUALCHE?
@@danielminetto2731 Sono di Foligno, nella parte orientale dell'Umbria...
Dopo "come" e "da" non raddoppio le consonanti, mentre nella mia zona se "qualche" è seguito da consonante il raddoppiamento fonosintattico si realizza spesso ma non sempre, probabilmente dipende dalla velocità con cui parliamo
Come va? = Come va?
Vengo da Foligno = Vengo da Foligno
Qualche tempo fa = Qualchettempo fa o qualche tempo fa (soprattutto parlando velocemente)
Qualche volta = Qualchevvolta o qualche volta (soprattutto parlando velocemente)
Anche te sei umbro?
@@Tamerlano1997 interessante, grazie mille per la precisazione!
@@xjmmjbnqfstjdijoj2044
No, io sono nato in Argentina ma ho la cittadinanza italiana. Mio padre è ligure e mia madre era figlia di siciliani. Sono passato da Foligno col treno ma non mi sono fermato. Dell'Umbria conosco solo Perugia ed Assisi.
Sono andato 5 volte in Italia. Mi appassiona la lingua italiana.
Grazie Davide. Molto interessante. Sono insegnante dell' inglese e conosco della pronuncia per spiegare così. Sono nuova con l'italiano. Spagnolo è a mia madrelingua.
Mi piace molto questi tuoi vídeos. Abraços do Brasil.
Interessantissimo video. Uno dei primi a dedicare tanta attenzione a questo fenomeno fu Gioacchino Belli nei suoi sonetti romaneschi. Il raddoppiamento fonosintattico era (e ancora è) un aspetto fondamentale del dialetto romanesco. Penso che sia il dialetto d'Italia dove il fenomeno conquista più spazio. Questo perché non solo rispetta le regole del fiorentino, ma ne aggiunge altre. Tutte le parole che iniziano con B, G (Letta Ggi), Z raddoppieranno sempre e comunque. Inoltre c'è un'intera categoria di parole che raddoppiano sempre: Ccosì (che deriva dal più arcaico Accussi), qqui, cchiesa ( da ecclesia), llì e llà (intesi come luoghi) ssedia. Particolare il raddoppiamento della S, che crea stranezze del tipo "domani/sabbato/domenica ssera.
Ah si mi ero dimenticato del completo decadimento del raddoppiamento relativo alla lettera R.
Un giorno aprirò un canale 😊
Mmm, però hai menzionato dei raddoppiamenti che nulla hanno a che vedere con il RF
@@PodcastItaliano Beh dipende come intendiamo il raddoppiamento fonosintattico. Spesso ho visto associare a questo nome il fenomeno del raddoppiamento delle consonanti all'inizio delle parole, qualunque sia il contesto. C'è un intero capitolo dedicato al raddoppiamento nel "Romanesco ieri e oggi", che lo evidenzia in quel modo lì.
Grazie per il video molto interessante! Non ho saputo nulla de questo fenomeno (sono americana). Mi piace tantissimo il tuo accento con la pronuncia d'italiano "standard", e molto facile capire tutto.
Ciao! La tua lezione sei stata molto agradabile!
W IL RADDOPPIAMENTO FONOSINTATTICO!
Sì, ci vuole davvero molta pazienza nei confronti di coloro che, non sapendo nemmeno cosa sia, ritengono dialettale e scorretta la pronuncia di chi lo sa usare.
Io sono sardo e questo fenomeno lo conoscevo già e dalla tua spiegazione, mi sembra di avere una dizione molto simile a quella standard (nonostante i sardi tendano a raddoppiare qualsiasi consonante). Talvolta mi rendo conto addirittura di usare due forme distinte (una senza raddoppiamento e l'altra con) per la stessa espressione a seconda di come mi viene.
Ciao! Di che zona della Sardegna, per curiosità?
@@PodcastItaliano Campidano, la parte sud.
Anche per parlare in dizione a volte si omette un raddoppiamento, quando ce ne sono molti di seguito. Ad es: "E tu che ne dici?", sentirai spesso un doppiatore omettere il raddoppiamento della c, della n, o di entrambe
Davvero interessante!
Mi piace un sacco questo argomento.
👏👏👏👏
É molto molto interessante, per davvero hai fatto una ricerca grande, bravo 👏i miei complimenti 💐👌
Molto interessante, io ho imparato un po' di italiano a Genova, dove non c'è questo raddoppiamento, ma lo sentivo in tv da gente del sud e non capivo l'origene. Un saluto di questa parte del mondo, città del Messico!
Salve Prof. Sono inadeguato ; penso di non essere all'altezza di seguire una lezione come questa. Riflettendo, però, mi dico che non sono né un laureando in lettere né un insegnante, mi piace la mia lingua l'italiano e i suoi corsi li adoro, quindi ci sta.! Non me ne voglia Prof., ma preferisco quando mi parla della canzoni di Jova e addirittura me la suona al pianoforte., quando dedica una lezione di discernimento introspettivo., oppure quando mi presenta i borghi della bella Torino! Tutto ciò senza precludere il fatto che la seguirò, comunque., un caro saluto ! 😊
Davvero interessante! Grazie! ❤️
Davide, sei un ragazzo da ammirare! (admirer in francese, la D viene assimilata dalla M! :) , ormai e` chiaro) Mi piace tutto che dici! Saluti dalla Russia!
Ciao Davide! Che interessante questo fenomeno. Sono brasiliana ed è da qualche mese che studio l'italiano. Anche se capisco la tua spiegazione (sempre bella, molto chiara) non sempre riesco sentire la differenza tra la pronuncia delle doppie e singole consonanti. A volte sembrano uguali!
Interessante, Davide! Già avevo notato questo raddoppiamento quando ascoltavo alcuni madrelingua parlando l'italiano. Però, non conoscevo la origine oppure il perché di questo fenomeno. Adesso posso capirlo meglio. Grazie mille e un abbraccio dal Brasile!
Molto interessante. Grazie!
Molto interessante questo video. Mi piace tanto la tua pronuncia dalla parola "standard", ji, ji... Grazie e saluti da Tenerife
In francese, normalmente, non c'è ripetizione di consonanti. Quelle che sono scritte sono scritte per ragioni etimologiche, o sono fantasie di scrivani medievali.
Tuttavia, sentiamo sempre più persone pronunciare parole come "grammaire, colloque, collègue": [gram.mèr] ; [kol.lok] ; [kol.lèg] invece di [gramèr] ; [kolok] ; [kolèg] che sono le pronunce standard.
Questo sembra essere un effetto della scrittura sulla pronuncia, che alcuni chiamano effetto Buben.
Ciao, Davide! Leggendo il titolo ho subito pensato/sperato parlassi anche di parole come "polizia / Croazia / grattugia / disgrazia" e altre.
Queste parole sono le uniche che, noi Lombardi, raddoppiamo; tutte le altre menzionate da te, nel video in questione, non le raddoppiamo mai, eccezion fatta per quanto riguarda l'orario (sono le tre e mezza - tre emmezza); che, comunque, io sono uno dei pochissimi a non raddoppiare! :)
Spero ci sarà un altro video a riguardo! ;)
Che Novità !!! Grazie..
Io dico e scrivo "tutt'appost", perché il mio ragazzo è calabrese 😂
Ahahah, anche qui a Torino tra i giovani è diffuso "t'appost", come contrazione di "tutto a posto" 😂
I tuoi video sono veramente interessanti! In Sardegna accade nel nostro italiano regionale, ma accade spessissimo anche nella lingua sarda!
Complimenti. Nel mio dialetto campano si usano le parole citate. Grazie mille.
Sempre interessante , Grazie
Mi ricorda quando una mia amica di Milano pronunciò "a razzo" come /a'rattso/ invece di /ar'raddzo/ e pensavo stesse parlando di un arazzo :')
Ahahah bellissimo!
Ottima spiegazione, complimenti
Fascinating and very well presented!
Vivendo aRRRRRoma lo sto notando in continuazione, ma certe cose non sapevo che fossero proprio regolarizzate☺️
Davide, il moderatore di Mappa Mundi, cui accenno sotto per il suo accento ai miei orecchi tipicamente romano (vedi raddoppiamento fonosintattico in corso di parola ) si chiama Alfonso Desiderio, Gedi Visual. Mappa Mundi/Limes rivista italiana di geopolitica su youtube.
Le cartine che hai fatto vedere verso il minuto 2:17 circa sono molto semplificative. L'isoglossa del fenomeno del raddoppiamento fonosintattico, sulla costa adriatica, dovrebbe scendere fino a sotto Ancona, dove molti tratti gallo-italici convivono con quelli tipicamente centro-meridionali. In generale l'isoglossa che divide i dialetti gallo-italici da quelli centro-settentrionali viene fatta passare sotto Senigallia, che è un po' più a sud rispetto alla cartina che hai mostrato. In generale rimangono ingiustamente fuori tutte le parlate gallo-picene. Bel video, comunque!
Grazie per il commento, Piero!
Bravissimo 👏👏👏
Bel canale... Grazie!
Bravo! Molto utile! Insegno dizione ai cantanti in conservatorio a (F)Firenze, e lo condividerò soprattutto agli stranieri. Vorrei solo farti notare che "Chi (s)sei?" viene dal latino Quis es, la consonante esisteva. Infatti è interessante che con la parola "che" il raddoppiamento non si fa che nelle interrogative: Che (d)dici?. Dal latino Quid. Mentre quando è una relativa "la vita che ti diedi" non si raddoppia. Perché la parola latina di base Qui/Quae non aveva consonante (nel periodo in cui il latino che si trasformava in italiano stava perdendo le terminazioni consonantiche dei casi). Il tu probabilmente fa il raddoppiamento perché nello stesso periodo era privilegiata la forma rafforzativa del Tut(e), specie nelle esclamazioni o nelle interrogative. Le popolazioni celtico-galliche del Nord non hanno conservato memoria fonetica del latino perché questa è stata prima di tutto una seconda lingua e quindi poi i loro dialetti si sono maggiormente arricchiti di influenze gotiche, bizantine e longobarde. Quindi, come tutte le seconde lingue, ci si sforza sempre di pronunciarle bene per non fare brutta figura con i madrelingua. Per cui ai Toscani, Siciliani e Lucani fare grande uso della assimilazione non faceva tanta specie perché era la loro lingua. Basti pensare alle origini fondamentalmente siculo-toscane della poesia dei XI-XIII secoli. Al Nord hanno imparato a prunciare l'italiano sempre come seconda lingua. Quindi, io penso, la leggevano esattamente come si scriveva. Senza consonanti. Per essere già molto perfezionisti.
Grazie ancora! Ti seguo con grande interesse.
Romani qui, in "la vita che ti diedi" io pronuncio la t di ti come doppia
Salve!
Come si comporta a Firenze il raddoppiamento dopo le parole COME e DOVE? Si raddoppia sempre o solo in certi casi?
Ciao. Penso che questo sia il terzo video di te che vedo ... Il tuo accento italiano penso sia molto neutro ma e bellisimo ... sono venezuelana e non ho molto tempo nel paese e sto ancora imparando la lingua
In Napoletano l'uso della doppia si estende all'aspetto lessicale del periodo, per cui si raddoppia la prima degli aggettivi quando hanno uso sostantivato.
Per esempio " 'O nnir", dove "nero" è inteso come colore, si raddoppia, mente " 'O can nir" dove nero diventa aggettivo di cane, non si raddoppia. Lo stesso accade per i verbi sostantivati.
Comunque grazie mille per questi podcast, sono sempre interessantissimi.
i would like to see a video/lesson for your italian fellows about the greek words you use in italian language because im sure many people dont know from where some words come...:)
Veramente questo è un video a proposito della fonetica italiana, non vedo cosa possa centrare la radice greca di alcune parole a questo proposito.
@@ThePietrocks parlavo in generale non per questo video non lo specifico...è una riflessione interessante
Grazie
Una persona che abita in Toscana centrale mi ha detto che non sempre si raddoppia dopo COME e DOVE ma che in entrambi i casi le regole sono le stesse.
Si raddoppiano gli avverbi (come ssempre, come mmai)
Si raddoppiano i verbi all'infinito (come ddire), ma non i verbi coniugati.
Si raddoppiano anche i pronomi: come mme, come tte, come llui/llei, come nnoi/vvoi, come lloro.
Non saprei per il resto delle parole quando si raddoppia.
Dovrò farci caso!
Io, da fiorentina, posso dire che, sì, lo usiamo, ma lo pronunciamo anche molto velocemente, quindi c'è il suono di una doppia, ma è breve.
Ad Arezzo, per esempio, in alcuni casi non c'è ("a posto", per es., loro lo dicono esattamente così com'è: A Posto).
Comunque a me piace che nel parlato restino queste differenze.
Mi dispiacerebbe vedere uno del Nord sforzarsi di pronunciare doppie che nella sua lingua non ci sono, o un romano costretto a rinunciare alle sue doppie, per parlare un italiano che non è il suo...
Per questo tendo a non correggere mai i "difetti" di pronuncia, quando qualcuno parla.
Poi il bello è che è proprio dalla parlata originale che si riconosce la provenienza di chi parla.
Un'aggiunta che forse può essere interessante. A Firenze, o almeno capita a me, ci sono due diversi "come":
Il "come" interrogativo, che non causa RFS (= Rafforzamento/raddoppiamento FonoSintattico).
Il "come" congiunzione, che invece causa RFS.
Mi sorprende il fatto che il RFS in "da" sia percepito come obsoleto o localismo fiorentino, al pari della situazione di "dove": da fiorentino di giovane generazione, l'RFS dopo "da" è comunissimo (e immaginavo, sbagliando forse, largamente diffuso al Centro-Sud), mentre dopo "dove" non raddoppio mai.
Quindi "come vva?" e "come te". Interessante :)
@@PodcastItaliano Forse mi sono spiegato male, è il contrario:
come [t:]e
come [v]a?
@@albertofarfesani3801 invece in romano "come te" si raddoppia sempre indipendentemente dalla posizione e "come va" non si raddoppia mai.
@@albertofarfesani3801 scusa, ho scritto evidentemente in un attimo di stanchezza ahahah
@@albertofarfesani3801 ha proposito, ho notato giusto oggi quanto mi hai detto in una parlante di Firenze :) molto interessante
Sono egiziano, prima ho studiato al Politecnico di Torino, poi a Roma.. me capita una cosa stranissima, quando parlo con un amico Torinese mi salgano le parole senza raddoppiamento con i vocali sempre aperti in maniera esagerata, a Roma invece, mi salgano i raddoppiamenti in maniera spontanea senza rendermi conto 🙈
Molto interessante ! 😮
Scusa, permettimi, Davide: "anche me" come hai detto, o "anch'io"? Io avrei detto "anch'io": perchè avrei sbagliato?
Io sono argentino e non mi avevo reso conto di queste fenomeno, molto interesante
In Andalusian, we also double the second condonant in words like obtener and adquirir.
Anche quella infatti è un'assimilazione :)
¿crees que también pasa a veces cuando aspiramos las «s»? por ejemplo: estamos -> /'e(h)ttamo(h)/
En algunas hablas andaluzas del sur de España (el andaluz es una lengua con diversas realizaciones), la vibrante r suele ser asimilada por nasal n o m. Así viennes de viernes, canne de carne y Cammen de Carmen.
Da me in Lombardia diciamo a(p)òsto colla o aperta, a Torino e in Standard è chiusa?
Francamente sono un po' stupito nell'apprendere che quel raddoppiamento sia "italiano standard". Ero convinto fosse un fattore dialettale, come la mia estremamente meneghina (milanese per gli amici stranieri che dovessero leggere) tendenza, al contrario, ad eliminare ogni doppia, ovunque si presenti.
A tal proposito ricordo una mia anziana parente bergamasca, ora non c'è più purtroppo, che parlava esclusivamente il dialetto, particolarmente difficile, della valle nella quale era nata, e che era convinta che per tradurre in italiano ciò che diceva bastasse raddoppiare tutte le consonanti e tramutare le "s" in "z", ragione per la quale la parola "esoso" (codicioso, cupide, greedy, gierig) veniva pronunciata "ezzozzo".
Io da italiano ho scoperto l'esistenza del fenomeno solo 2 anni fa (alla veneranda età di 29 anni), in un corso di musica in cui c'erano molti cantanti (l'insegnante, un romanaccio, che gridava "daje rega' co' er raddoppiamento fonosintattico!").
Lavorando spesso con cantanti stranieri, ti posso confermare che sia per loro un fenomeno totalmente alieno (al massimo ti raddoppiano tutte le consonanti interne di una parola)
Da genovese devo dire che lo trovo molto naturale, anzi quando non lo sento fare mi suona tutto un po' troppo... nordico. Ma forse perchè ho avuto la nonna di Roma che mi ha influenzato?
In spagnolo si dice "obtener", saluti dal Venezuela
La tua parola "pronuncia" si ha suonato con un grande accento russo "пронунсия" 😂 12:39
Sei quasi un russo :)))
Mai saputo/studiato .. sono veneta. Grazie
Grazie assaj !
Sono un milanese trapiantato a Pavia da ormai quattordici anni circa (ho 21 anni), e confermo quanto detto in questo video. La lingua lombarda occidentale e orientale è stata col tempo assimilata al latino per questioni storiche e sociali, di conseguenza ci sono due "pulsioni" (passami il termine) che sono sopravvissute nella cadenza lombarda (parlo della Lombardia perché è la mia regione): la prima tende a disgiungere quanto più possibile non solo le parole tra di loro, ma anche il loro suono, caratteristica tipica delle lingue del centro-nord europa, ma anche dell'est (basti guardare la lingua slava con tutte le sue varianti). La seconda cerca di omologarsi a quella che è diventata la lingua italiana e con il suo giusto equilibrio tra il fiorentino volgare e la lingua latina. Questo genera infine una sorta di confusione inconscia e da qui il fenomeno descritto in questo video per le regioni del nord
In "andò (v)via" c'è anche il discorso della vocale che non può essere lunga in sillaba chiusa. Nel romanesco la r doppia non c'è: "aRoma la guera se scrive cò du ere. che sennò è erore", e la b è sempre doppia: "probbabbilmente" (anche a Napoli), mentre in Sicilia è la d: "parliamo ddue lingue ddiverse.
Ciao a tutti!
Le parole COME e DOVE producono raddoppiamento soltanto in Toscana?
Sempre o in certi casi?
E nello standard?
Se ne discuteva in qualche commento. Se non mi sbaglio si raddoppia il come comparativo (come tte) ma non il come interrogativo (come mai?).
Ciao Davide! Si studia a scuola questo fenomeno?
Te lo chiedo perché sono figlio di italiani nato in Argentina.
Secondo te dovrebbe insegnarsi?
Lo stesso discorso con le vocali aperte e chiuse
A scuola non mi hanno mai insegnato nulla di queste cose e presumo che sia generalmente così dappertutto. La dizione la studiano soprattutto attori e doppiatori che sono quelli con la pronuncia più corretta, anche se alcuni attori mantengono la parlata regionale per alcuni personaggi.
Comunque secondo me certe nozioni andrebbero insegnate anche a scuola.
È un video molto interessante! Sei bravo come sempre! Potresti parlare di pronuncia della lettera N seguita da B, P, V, F. Ad esempio San Pietro si sente come SaM Pietro, un po' come uM po'. Oppure la parola LUNGO, anche qui la lettera N viene un pochino cambiata?🤔
Beh molte lingue europee hanno comunque questi stessi fenomeni, quindi non so quanto avrebbe senso dedicargli un video
Non conoscevo questo fenomeno, però è vero che mi chiedevo perché si pronunciasse /èvvero/, pensavo che fosse una questione di sottolineare l'intonazione. Comunque, per il caso de "chi sei", io avrei detto che si raddoppia la s perché all'inizio di parola si pronuncia sempre così, forse sono sbagliato.
Bravissimo video, un abbraccio, Davide! :D
No, non ti sbagli.
All'inizio di una frase, oppure in una forma interrogativa si raddoppia spesso molto di più.
"Evvero", come raddoppiamento fonosintattico, invece di "è vero" è molto diffuso.
Esiste anche una parola (poco usata, in realtà) che è NEVVERO, ed è la contrazione di "Non è vero?" E' usata sempre in forma interrogativa ed è Italiano standard.
@@marcop2312 che interessante, grazie! ^^
Un altro argomento interessante sarebbe l'assimilazione della N finale delle parole deboli alla seguente consonante B, P, M, come in "San Marino" che si pronuncia come "sammarino" o in "un ballo" che si pronuncia come "umballo" o in "un pacco" che diventa "umpacco". Ho chiesto alcuni amici italiani se si erano accorti di questo fenomeno, ma erano sempre convinti che si dovesse pronunciare queste frasi come scritto, anche se difatti facevano l'assimilazione. Tu cosa ne pensi, Davide?
È molto interessante il tuo video Grazie mille ! Veramente sarà difficile fare una buona pronuncia ed essere capiti da tutti gli italiani 😟😩
Grazie. Sono italiana del nord e non conoscevo questo fenomeno, anzi, se sentivo qualcuno dire "apposto", lo consideravo in errore. Con te c'è sempre da imparare, i tuoi video sono interessantissimi.
Rimane un errore
@@hpvspeedmachine4183, ascolta bene ciò che dice Davide,nello scritto è un errore, nel parlato no.
@@Doppiaerre906 purtroppo a volte viene anche scritto e nei social spesso
@@TheLupello, I social sono proprio l'ultimo posto da cui imparare qualcosa.
@@hpvspeedmachine4183 invece no, guarda il video
5:52 Obtener*
Interesante, en español se dice 'obtener.'
Complimenti di nuovo, Davide: dimostri una conoscenza davvero invidiabile delle particolarita' sottostanti il raddoppiamento sintattico, che provano come il fiorentino parlato sia, anche per motivi geografici, piu' vicino al lessico originario latino delle parlate settentrionali, ma non solo: potresti forse andare oltre in questo ambito di ricerca, e spiegare perche' "arRoma", invece, mi pare che in quel caso non si raddoppi ma si dica "a Roma", mentre si raddoppia volentieri con certe consonanti anche interne ad una parola? Es.: "ecC'airagGione!" Cfr. la parlata del moderatore di Mappa Mondi/Limes geopolitica su youtube. Grazie.
a me pare proprio che "a Roma" si pronunci "arroma" invece, da parlante romano
@@Gorgonath non mi permetto di contraddirti date le tue egregie credenziali "da parlante romano" in merito. Eppure ho quell'impressione li': dipende forse da come i Romani pronunciano "Roma", cioe' con la vocale tonica piu' lunga - , per cui la r che precede non suona cosi' doppia come in Toscana (arRoma). Mi piacerebbe una tua risposta, sono si' quisquilie, ma nondimeno stuzzichevoli per chi ami il proprio idioma e le sue varieta' di pronuncia.
@@morenoboni5079 no hai ragione, devo fare una precisazione: nella parlata romana più stretta tutte le r tendono a diventare singole, quindi anche "a Roma" subirebbe questa cosa.
tuttavia ciò accade solo in una parlata abbastanza pesante, mentre nel generale accento romano che la maggior parte dei giovani romani usa in generale le r raddoppiate ci sono, e quindi "a Roma" è "arroma"
Carissimo, Ti ringrazio della precisazione, che mi fa piacere, perche' confermi con molta puntualita' una mia impressione: sentivo che la stessa frase in qualche modo suona diversa. Questo, credo, e' anche lo spirito giusto per occuparsi delle varieta' e accenti parlati del nostro idioma, pronti cioe' a differenziare. Spesso, in queste cose, e' proprio chi viene da fuori che nota certe piccolezze, mentre chi parla con un certo accento abitualmente, puo' non farci piu' caso. Anch'io sono divenuto consapevole del mio modo di parlare cosi'. Comunque, da fiorentino,ti dico che il romanesco colorito e autentico parlato ad es., da Enrico Brignano, mi piace davvero tanto! Grazie.
@@Gorgonath infatti, ricordo di aver sentito Alberto Sordi in un suo film "classico" dire "erore" con una r (quindi "parocchia" e "a roma" perche' foneticamente, anche la r di roma preceduta dalla preposizione a, equivale alla r originariamente pronunciata singola (scempia) in corso di parola, qualora essa si trovi fra 2 vocali.
Il fatto, pero', che come tu noti, le persone romane piu' giovani raddoppino le r in questi casi, denota un cambiamento nella pronunzia che merita riflessione.
Certamente il romanesco parlato attualmente non e' piu' quello dei tempi di Trilussa e anche di Aldo Fabrizi... ma influenzato dalla pronunzia standard prevalente sui social. Ciao.
Come dici nel finale del video alcuni di questi raddoppiamenti non ci sono in Calabria (che di raddoppiamenti in genere ne ha tanti), mentre li ho notati in Toscana (non solo a Firenze), come per esempio "chi (s)sei, dove (s)sei, da (s)solo ecc."
Lezione gradibilissima
hai sbagliato col esempio di spagnolo di obtiner, è obtener, ma comunque sei proprio bravo, ti seguo da un po' e soltanto posso dirti bravo! Mi piace un sacco l'italiano, forse fra una settimana avrò il c2🤞
Saluti dalla Spagna!
It seems to me this may also be explained, synchronically, as a phenomenon of juncture.
Ciao! Molto interessante ed utili informazione. Ma ho trovato un piccolo svaglio: in spagnolo ottenere si dice "obtener" invece ce "obtenir"
mi piace questi video di etimologia
E quando scrivono "avvolte", invece di a volte?
Comunque, ottima spiegazione.