Gentile professore, la ringrazio infinitamente per queste magnifiche lezioni di grammatica latina. Sono uno studente universitario che, purtroppo come molti, si è trovato a dover studiare «da zero» il latino. Alcuni argomenti, soprattutto quelli più semplici di morfologia, sono riuscito a studiarli autonomamente, ma per altri il suo aiuto - il solo che io abbia avuto - è stato fondamentale. Il modo in cui spiega le infinitive, il periodo ipotetico o le perifrastiche è brillante. Di immediata comprensione, rigorose ma non di un nozionismo vuoto, le sue lezioni preparano davvero lo studente a tradurre e, ancora prima, a capire i meccanismi della grammatica latina. Soprattutto in ambiente universitario certi argomenti sono dati per scontato e riassunti al limite del comprensibile! È il mio ultimo esame e, nonostante la rassegnazione iniziale, grazie al suo supporto immateriale ho ripreso fiducia in me, quella voglia insaziabile di imparare, di aggiornarmi, che in questi ultimi mesi si era un po’ affievolita. Non so davvero come poterla ringraziare!
Se è credente, mi ringrazi con una preghiera. Per il resto si ricordi delle sue fatiche di oggi quando dovrà insegnare e sia sempre disponibile verso i suoi alunni al recupero senza mai aspettarsi nulla, neppure un ringraziamento (che però fa molto piacere: grazie!). Una Santa Pasqua di Resurrezione.
Buonasera professore, le scrivo un messaggio che forse le sembrerà banale o ripetitivo ma ci tenevo a dirle che le sono veramente grata per il tempo che ha deciso di dedicare a questa materia e, soprattutto, per aver fatto sentire meno sole tutte le persone che hanno avuto bisogno di una spinta per (ri)avvicinarsi a questo latino, che tanto spaventa e, allo stesso tempo, affascina. Il fatto che abbia deciso di non volere nulla in cambio, potenzialmente neanche dei grazie, denota un grande amore verso la cultura che è meraviglioso e mi fa credere che sia stato un grande professore per i suoi alunni. Ho potuto notare che è credente e ritengo che questo sia un bellissimo esempio di "mettersi al servizio" un po' più moderno, dei giorni nostri. Le auguro ogni fortuna. P.S: pensandoci fa un po' impressione il fatto che lei non conoscerà mai i volti di tutte le persone che hanno visionato le sue lezioni o commentato sotto a qualche video, spero posso trovare questi volti di gratitudine nella sua quotidianità.
Salve, volevo ringraziarla per queste lezioni. Ho deciso di studiare il Latino a 34 anni e ho scelto il suo corso. A circa metà delle lezioni, posso dire di essere molto soddisfatto: è sempre molto preciso, chiaro e puntuale. Ringraziandola ancora, saluto cordialmente.
@@vincenzopanzeca8711 questi non mi piace rappresentano il motivo per cui l'esperimento social ha fallito: sono sicura che non ci sia un motivo, semplicemente, nascosti dietro uno schermo, tutti i frustrati e rancorosi possono "sfogarsi", facendo sentire la propria inutile voce e sferzando gli altri. non se ne curi: i suoi video, al contrario, rappresentano la ragione per cui l'esperimento social si è dimostrato vincente.
Ma nella prima frase degli esercizi, che senso ha il "ritorni"? Non c'è un "che" prima, non dovrebbe esserci congiuntivo ma indicativo lì... Non è più corretto "Avendo arato [ecc...] il contadino ritornA a casa stanco" ? Chiaramente se ci fosse il "che" prima cambierebbe tutto: es: "E' normale CHE avendo arato [ecc...] il contadino ritornI a casa stanco"...e allora sì. Ma quel congiuntivo messo lì così non riesco proprio a spiegarmelo. Attendo risposta, grazie in anticipo.
Il congiuntivo ha valore esortativo; è una proposizione principale esortativa. Chi scrive intende: poiché il contadino ha lavorato tutto il giorno ed è stanco, RITORNI a casa a riposare.
Buonasera professore, colgo l'occasione di questa trentesima lezione del suo corso di latino per ringraziarla di stare consolidando la mia preparazione. Purtroppo al liceo scientifico la mia insegnante tendeva a trascurare la grammatica (anche italiana) e a dedicarsi alla letteratura. Inevitabilmente in vista degli esami universitari mi sono ritrovata a dover riprendere tanti argomenti da zero. Il suo contributo è preziosissimo. Ho anche scaricato e stampato il suo manuale pratico per la traduzione che trovo molto chiaro e ben strutturato. Spero di continuare a studiare a lungo con lei. Saluti
E io sono qui per cercare di essere ancora utile a qualcuno. Non si può far letteratura in lingua senza partire dalle fondamenta: sono i non metodi di oggi che putroppo toccano ogni settore. In bocca al lupo per i suoi esami.
Gentile Professore, forse ho tralasciato una parte delle sue spiegazioni. Perché nell'esercizio 210: potremo occupare e poté accedere (composti in italiano) vengono tradotti occupabimus e descendit, La ringrazio sin d'ora e colgo l'occasione per augurarle buone feste!!!
Grazie. Non sono composti, ma solo accompagnati da un verbo servile (potremo e potè) che qui potrebbe avere un valore del tutto fraseologico e quindi non si traduce.
Salve professore. Quando si traduce dall'italiano al latino una proposizione soggettiva, oggettiva o dichiarativa bisogna fare distinzione tra quod+ indicativo( o congiuntivo), ut+ congiuntivo o una semplice proposizione infinitiva ? Oppure possiamo decidere a nostro piacimento ?
No, non si può decidere a piacimento. Ci sono dei costrutti specifici che io non ho mai riportato perché ormai si traduce solo dal latino. Si trovano in ogni sintassi e si devono imparare tutti a memoria. Non ci sono altri sistemi per distinguerli.
Gentile professore sto studiando l'eneide libro 1 di cui ha analizzato solo una parte ed avrei una domanda sul seguente periodo dove mi pare di vedere due infinitive: Eneide 1,37 " haec secum: Mene incepto desistere victam nec possa Italia Teucrorum avertere regem?"= che io vinta debba desistere da cio' che ho iniziato (1^ infinitiva oggettiva con soggetto me) e che io non possa allontanare dall'Italia il re dei Teucri ?(2^ infinitiva oggettiva con soggetto me). Il mio dubbio è sulla seconda oggettiva perchè non riesco a capire come individuare il soggetto in quanto ad una prima traduzione lo avevo individuato in "il re de Teucri". A parte che in questa mia traduzione il senso della frase si perde ma potrebbe dirmi dal punto di vista grammaticale se potevano essere soggetti sia "me" che " Teucrorum regem" ? grazie in ogni caso per il suo lavoro
"Me" è il sogg di entrambe le infinitive. Attenzione però che un'infinitiva non può essere interrogativa, e allora?.. Qui è sottointeso "E' mai possibile che..." e il "ne" sta appunto con questo verbo sottointeso che è la proposizione principale interrogativa.
@@vincenzopanzeca8711 Grazie Professore. Quello che non ho capito è perchè l'accusativo Regem non puo' essere soggetto. Ed invece soggetto l'accusativo me.
Salve professore, Volevo fare alcune domande su esercizi svolti nelle lezioni precedenti: 1) "Non semper hominum qualis est oratio, talis est vita". Va bene considerare "hominum" un partitivo e tradurre "Non sempre fra gli uomini quale è il parlare, tale è la vita"? 2) "All'uomo buono non è gradito nuocere neppure a chi gli ha nuociuto". Va bene tradurre: "Probo homini gratum non est ne cui ei obfuit quidem"? 3) "Dai comizi sia lontano ogni clamore". Va bene tradurre: "A Comitiis omnes clamores absint"? Perché nella sua traduzione è: "A Comitiis unusquisque clamor absit"? 4) In "Essendo apparsa in cielo una comete, gli indovini predissero grandi sventure" va bene tradurre "predissero" con "providerunt"? Cordiali saluti
1) No: il c partitivo è retto o da agg numerali, o pronomi interrogativi e indefiniti, o dal sup relativo. 2) No: a colui il quale > ei qui; ha dimenticato "nuocere"; la negazione "neppure" gravita sul verbo "è gradito" non su "ha nuociuto"; non metta mai un "ne" davanti a qui quae quod perché sembrerebbe un aliquis che ha perduro "ali". 3) sì. 4) No: providere = prevedere, non predire (uno può prevdere senza predire)
Gentile professore, grazie per la lezione. A volte mi riesce difficile capire se mi trovo davanti a una proposizione infinitiva o a un semplice infinito in funzione di accusativo. Ha qualche consiglio pratico da darmi per risolvere questo dubbio? Mi sembra di perdermi in un bicchier d'acqua.
Probabilmente lei sta confondendo gli infiniti retti da verbi servili o fraseologici che con l'infinito costituiscono un unico PV. Posso leggere - preferisco camminare. Altrimenti provi a propormi degli esempi dove lei si è incontrata con questa difficoltà.
@@vincenzopanzeca8711 quindi in una frase come "Munus in exilio quodlibet esse tuli" (Ovidio, Eroidi XII, v. 110) che io tradurrei: sopportai di essere come un qualsiasi trofeo in esilio, fero, che non è servile, regge una subordinata infinitiva? Forse qui mi confonde il fatto che sia assente il soggetto in accusativo (*me* esse munus).
@@francesca8573 A volte il soggetto dell'infinitiva è sottointeso se è lo stesso della reggente, specialmente se è in prima persona singolare. Poi non deve mai pensare che in poesia siano rispettate perfettamente le regole grammaticale e sintattiche. Succede anche in italiano e in qualsiasi altra lingua
Buongiorno, La ringrazio per il corso che sto seguendo con piacere ed interesse, e le domando: a che punto del corso consiglia di iniziare a tradurre le versioni d’autore presenti sul suo sito?
Dipende quale autore... Io purtroppo ho commesso un errore perché non pensavo assolutamente di mettere in rete tutto questo materiale e non ho così assegnato una gradualità alle versioni... Proceda almemo con altre dieci lezioni e poi cominci con Sallustio o Livio o Cesare studiando bene prima gli stili rispettivi. Buon lavoro!
Gentile professore, la ringrazio infinitamente per queste magnifiche lezioni di grammatica latina. Sono uno studente universitario che, purtroppo come molti, si è trovato a dover studiare «da zero» il latino. Alcuni argomenti, soprattutto quelli più semplici di morfologia, sono riuscito a studiarli autonomamente, ma per altri il suo aiuto - il solo che io abbia avuto - è stato fondamentale. Il modo in cui spiega le infinitive, il periodo ipotetico o le perifrastiche è brillante. Di immediata comprensione, rigorose ma non di un nozionismo vuoto, le sue lezioni preparano davvero lo studente a tradurre e, ancora prima, a capire i meccanismi della grammatica latina.
Soprattutto in ambiente universitario certi argomenti sono dati per scontato e riassunti al limite del comprensibile!
È il mio ultimo esame e, nonostante la rassegnazione iniziale, grazie al suo supporto immateriale ho ripreso fiducia in me, quella voglia insaziabile di imparare, di aggiornarmi, che in questi ultimi mesi si era un po’ affievolita. Non so davvero come poterla ringraziare!
Se è credente, mi ringrazi con una preghiera. Per il resto si ricordi delle sue fatiche di oggi quando dovrà insegnare e sia sempre disponibile verso i suoi alunni al recupero senza mai aspettarsi nulla, neppure un ringraziamento (che però fa molto piacere: grazie!). Una Santa Pasqua di Resurrezione.
Buonasera professore, le scrivo un messaggio che forse le sembrerà banale o ripetitivo ma ci tenevo a dirle che le sono veramente grata per il tempo che ha deciso di dedicare a questa materia e, soprattutto, per aver fatto sentire meno sole tutte le persone che hanno avuto bisogno di una spinta per (ri)avvicinarsi a questo latino, che tanto spaventa e, allo stesso tempo, affascina. Il fatto che abbia deciso di non volere nulla in cambio, potenzialmente neanche dei grazie, denota un grande amore verso la cultura che è meraviglioso e mi fa credere che sia stato un grande professore per i suoi alunni. Ho potuto notare che è credente e ritengo che questo sia un bellissimo esempio di "mettersi al servizio" un po' più moderno, dei giorni nostri. Le auguro ogni fortuna.
P.S: pensandoci fa un po' impressione il fatto che lei non conoscerà mai i volti di tutte le persone che hanno visionato le sue lezioni o commentato sotto a qualche video, spero posso trovare questi volti di gratitudine nella sua quotidianità.
Grandeeee proffff!!!!
Salve, volevo ringraziarla per queste lezioni. Ho deciso di studiare il Latino a 34 anni e ho scelto il suo corso. A circa metà delle lezioni, posso dire di essere molto soddisfatto: è sempre molto preciso, chiaro e puntuale. Ringraziandola ancora, saluto cordialmente.
Grazie a lei che mi conferma con la sua esperienza il mio lavoretto. Mi dispiace solo che ci sia chi segna "non mi piace" ma non mi scrive la ragione.
@@vincenzopanzeca8711 questi non mi piace rappresentano il motivo per cui l'esperimento social ha fallito: sono sicura che non ci sia un motivo, semplicemente, nascosti dietro uno schermo, tutti i frustrati e rancorosi possono "sfogarsi", facendo sentire la propria inutile voce e sferzando gli altri. non se ne curi: i suoi video, al contrario, rappresentano la ragione per cui l'esperimento social si è dimostrato vincente.
@@bartycrouchjr4448 Grazie.
Ma nella prima frase degli esercizi, che senso ha il "ritorni"? Non c'è un "che" prima, non dovrebbe esserci congiuntivo ma indicativo lì... Non è più corretto "Avendo arato [ecc...] il contadino ritornA a casa stanco" ? Chiaramente se ci fosse il "che" prima cambierebbe tutto: es: "E' normale CHE avendo arato [ecc...] il contadino ritornI a casa stanco"...e allora sì. Ma quel congiuntivo messo lì così non riesco proprio a spiegarmelo. Attendo risposta, grazie in anticipo.
Il congiuntivo ha valore esortativo; è una proposizione principale esortativa. Chi scrive intende: poiché il contadino ha lavorato tutto il giorno ed è stanco, RITORNI a casa a riposare.
@@vincenzopanzeca8711 Ah, ha valore esortativo. Tutto chiaro, grazie mille.
Buonasera professore, colgo l'occasione di questa trentesima lezione del suo corso di latino per ringraziarla di stare consolidando la mia preparazione. Purtroppo al liceo scientifico la mia insegnante tendeva a trascurare la grammatica (anche italiana) e a dedicarsi alla letteratura. Inevitabilmente in vista degli esami universitari mi sono ritrovata a dover riprendere tanti argomenti da zero. Il suo contributo è preziosissimo. Ho anche scaricato e stampato il suo manuale pratico per la traduzione che trovo molto chiaro e ben strutturato. Spero di continuare a studiare a lungo con lei. Saluti
E io sono qui per cercare di essere ancora utile a qualcuno. Non si può far letteratura in lingua senza partire dalle fondamenta: sono i non metodi di oggi che putroppo toccano ogni settore. In bocca al lupo per i suoi esami.
Gentile Professore, forse ho tralasciato una parte delle sue spiegazioni. Perché nell'esercizio 210: potremo occupare e poté accedere (composti in italiano) vengono tradotti occupabimus e descendit, La ringrazio sin d'ora e colgo l'occasione per augurarle buone feste!!!
Grazie. Non sono composti, ma solo accompagnati da un verbo servile (potremo e potè) che qui potrebbe avere un valore del tutto fraseologico e quindi non si traduce.
Professore, Ben venga il suo corso! Argomento studiato 50 anni fa e completamente dimenticato!
Salve professore.
Quando si traduce dall'italiano al latino una proposizione soggettiva, oggettiva o dichiarativa bisogna fare distinzione tra quod+ indicativo( o congiuntivo), ut+ congiuntivo o una semplice proposizione infinitiva ? Oppure possiamo decidere a nostro piacimento ?
No, non si può decidere a piacimento. Ci sono dei costrutti specifici che io non ho mai riportato perché ormai si traduce solo dal latino. Si trovano in ogni sintassi e si devono imparare tutti a memoria. Non ci sono altri sistemi per distinguerli.
Gentile professore sto studiando l'eneide libro 1 di cui ha analizzato solo una parte ed avrei una domanda sul seguente periodo dove mi pare di vedere due infinitive:
Eneide 1,37 " haec secum: Mene incepto desistere victam nec possa Italia Teucrorum avertere regem?"= che io vinta debba desistere da cio' che ho iniziato (1^ infinitiva oggettiva con soggetto me) e che io non possa allontanare dall'Italia il re dei Teucri ?(2^ infinitiva oggettiva con soggetto me). Il mio dubbio è sulla seconda oggettiva perchè non riesco a capire come individuare il soggetto in quanto ad una prima traduzione lo avevo individuato in "il re de Teucri". A parte che in questa mia traduzione il senso della frase si perde ma potrebbe dirmi dal punto di vista grammaticale se potevano essere soggetti sia "me" che " Teucrorum regem" ? grazie in ogni caso per il suo lavoro
"Me" è il sogg di entrambe le infinitive. Attenzione però che un'infinitiva non può essere interrogativa, e allora?.. Qui è sottointeso "E' mai possibile che..." e il "ne" sta appunto con questo verbo sottointeso che è la proposizione principale interrogativa.
@@vincenzopanzeca8711 Grazie Professore. Quello che non ho capito è perchè l'accusativo Regem non puo' essere soggetto. Ed invece soggetto l'accusativo me.
@@rossellasala7563 Perché il sogg di entrambe le infinitive è "me", cioé Giunone e "regem" è il c. ogg di "avertere".
Salve professore,
Volevo fare alcune domande su esercizi svolti nelle lezioni precedenti:
1) "Non semper hominum qualis est oratio, talis est vita". Va bene considerare "hominum" un partitivo e tradurre "Non sempre fra gli uomini quale è il parlare, tale è la vita"?
2) "All'uomo buono non è gradito nuocere neppure a chi gli ha nuociuto". Va bene tradurre: "Probo homini gratum non est ne cui ei obfuit quidem"?
3) "Dai comizi sia lontano ogni clamore". Va bene tradurre: "A Comitiis omnes clamores absint"? Perché nella sua traduzione è: "A Comitiis unusquisque clamor absit"?
4) In "Essendo apparsa in cielo una comete, gli indovini predissero grandi sventure" va bene tradurre "predissero" con "providerunt"?
Cordiali saluti
1) No: il c partitivo è retto o da agg numerali, o pronomi interrogativi e indefiniti, o dal sup relativo. 2) No: a colui il quale > ei qui; ha dimenticato "nuocere"; la negazione "neppure" gravita sul verbo "è gradito" non su "ha nuociuto"; non metta mai un "ne" davanti a qui quae quod perché sembrerebbe un aliquis che ha perduro "ali". 3) sì. 4) No: providere = prevedere, non predire (uno può prevdere senza predire)
Grazie mille🙏🏻
Gentile professore, grazie per la lezione. A volte mi riesce difficile capire se mi trovo davanti a una proposizione infinitiva o a un semplice infinito in funzione di accusativo. Ha qualche consiglio pratico da darmi per risolvere questo dubbio? Mi sembra di perdermi in un bicchier d'acqua.
Probabilmente lei sta confondendo gli infiniti retti da verbi servili o fraseologici che con l'infinito costituiscono un unico PV. Posso leggere - preferisco camminare. Altrimenti provi a propormi degli esempi dove lei si è incontrata con questa difficoltà.
@@vincenzopanzeca8711 quindi in una frase come "Munus in exilio quodlibet esse tuli" (Ovidio, Eroidi XII, v. 110) che io tradurrei: sopportai di essere come un qualsiasi trofeo in esilio, fero, che non è servile, regge una subordinata infinitiva? Forse qui mi confonde il fatto che sia assente il soggetto in accusativo (*me* esse munus).
@@francesca8573 A volte il soggetto dell'infinitiva è sottointeso se è lo stesso della reggente, specialmente se è in prima persona singolare. Poi non deve mai pensare che in poesia siano rispettate perfettamente le regole grammaticale e sintattiche. Succede anche in italiano e in qualsiasi altra lingua
@@vincenzopanzeca8711 ho capito, la ringrazio molto, è stato gentilissimo.
Buongiorno,
La ringrazio per il corso che sto seguendo con piacere ed interesse, e le domando: a che punto del corso consiglia di iniziare a tradurre le versioni d’autore presenti sul suo sito?
Dipende quale autore... Io purtroppo ho commesso un errore perché non pensavo assolutamente di mettere in rete tutto questo materiale e non ho così assegnato una gradualità alle versioni... Proceda almemo con altre dieci lezioni e poi cominci con Sallustio o Livio o Cesare studiando bene prima gli stili rispettivi. Buon lavoro!
@@vincenzopanzeca8711 grazie!
Chisari