Salve professore, Le segnalo queste cose che ho trovato negli esercizi della XXX lezione: - Nell'es.222, all'8ª frase si sostituisca "orribilem monstrum vicisse" con "horribile monstrum necavisse" e alla 13ª fr. "moeniis" con "moenibus"; - Alla frase 6ª fr. dell'es.224 bisogna aggiungere "dei (gen.)"; Infine, alla 9ª frase dell'es.210 (XXIX lezione) bisogna aggiungere la traduzione di "col suo canto".
Buongiorno professore, esercizio 223, frase 11, si potrebbe tradurre col condizionale "Tramandano che Romolo, figlio di Marte, dopo la morte fosse asceso al cielo ed in seguito i romani lo venerassero come un dio" oppure va usato sempre il congiuntivo?
Io ho tradotto con il cong passato, lei con il cong trapassato (non con il condizionale!): sono possibili entrambi le traduzioni perché "tradunt", reggente, è fuori dal tempo e può essere inteso in italiano come un presente o un presente storico.
Se ho un presente nella reggente e un infinito perfetto nell'infinitiva devo esprimere anteriorità, posso usare un qualsiasi tempo passato? Tipo il passato remoto o l'imperfetto? O per forza il congiuntivo?
Il congiuntivo solo se l'azione espressa dal verbo non è certa ma probabile. Per i tempi, sì, certo, un tempo passato che rispetti però le regole della lingua italiana.
Buongiorno professore, le chiedo un chiarimento riguardo alla frase 1, esercizio 224: "Licurgo ordinò che tutti gli Spartani pranzassero in comune perché non restasse nascosta l'intemperanza di nessuno" . Lei ha tradotto : Licurgus iussit .....ne in occulto nullius intemperantiam esset . Essendo una finale, il soggetto intemperantia non va usato al nominativo? Un'altra cosa, è corretto accostare ne+nullius? Sappiamo che UT + NEMO diventa NE + QUIS, insomma io avrei tradotto : Licurgus iussit.....ne in occulto cuius intemperantia esset. Qual è la sua opinione? Grazie mille, buona giornata.
@@vincenzopanzeca8711 in questo caso Dido non può essere inteso come accusativo? Oppure si sarebbe dovuto trovare Didonem? La considerazione scaturisce dal fatto che sul dizionario troviamo scritto "acc. Dido, VERG."
@@lucaspiniello6068 Finalmente ho capito (mi perdoni... la vecchiaia!..): ha ragione "Dido" non è un errore, come ho detto, all'accusativo può fare anche così, ma siamo alla XXXI lezione e io ho cercato poiché m'interessavano le infinitive, di non perdermi in altre considerazioni che potevano distrarre dall'argomento proposto. Grazie per il suo intervento.
Salve professore, Le segnalo queste cose che ho trovato negli esercizi della XXX lezione:
- Nell'es.222, all'8ª frase si sostituisca "orribilem monstrum vicisse" con "horribile monstrum necavisse" e alla 13ª fr. "moeniis" con "moenibus";
- Alla frase 6ª fr. dell'es.224 bisogna aggiungere "dei (gen.)";
Infine, alla 9ª frase dell'es.210 (XXIX lezione) bisogna aggiungere la traduzione di "col suo canto".
Corretto. Grazie.
Buongiorno professore, esercizio 223, frase 11, si potrebbe tradurre col condizionale "Tramandano che Romolo, figlio di Marte, dopo la morte fosse asceso al cielo ed in seguito i romani lo venerassero come un dio" oppure va usato sempre il congiuntivo?
Io ho tradotto con il cong passato, lei con il cong trapassato (non con il condizionale!): sono possibili entrambi le traduzioni perché "tradunt", reggente, è fuori dal tempo e può essere inteso in italiano come un presente o un presente storico.
Se ho un presente nella reggente e un infinito perfetto nell'infinitiva devo esprimere anteriorità, posso usare un qualsiasi tempo passato? Tipo il passato remoto o l'imperfetto? O per forza il congiuntivo?
Il congiuntivo solo se l'azione espressa dal verbo non è certa ma probabile. Per i tempi, sì, certo, un tempo passato che rispetti però le regole della lingua italiana.
@@vincenzopanzeca8711 Grazie mille
Buongiorno professore, le chiedo un chiarimento riguardo alla frase 1, esercizio 224: "Licurgo ordinò che tutti gli Spartani pranzassero in comune perché non restasse nascosta l'intemperanza di nessuno" . Lei ha tradotto : Licurgus iussit .....ne in occulto nullius intemperantiam esset . Essendo una finale, il soggetto intemperantia non va usato al nominativo? Un'altra cosa, è corretto accostare ne+nullius? Sappiamo che UT + NEMO diventa NE + QUIS, insomma io avrei tradotto : Licurgus iussit.....ne in occulto cuius intemperantia esset. Qual è la sua opinione? Grazie mille, buona giornata.
Grazie! Corretto.
Alla frase 6 del primo esercizio Dido non è un errore, il dizionario porta Dido come accusativo.
Se guarda bene, Dido è nominativo che può fare all'accusativo: Didonem o Didon o Dido
@@vincenzopanzeca8711 in questo caso Dido non può essere inteso come accusativo? Oppure si sarebbe dovuto trovare Didonem? La considerazione scaturisce dal fatto che sul dizionario troviamo scritto "acc. Dido, VERG."
@@lucaspiniello6068 Finalmente ho capito (mi perdoni... la vecchiaia!..): ha ragione "Dido" non è un errore, come ho detto, all'accusativo può fare anche così, ma siamo alla XXXI lezione e io ho cercato poiché m'interessavano le infinitive, di non perdermi in altre considerazioni che potevano distrarre dall'argomento proposto. Grazie per il suo intervento.
@@vincenzopanzeca8711 grazie a Lei per il Suo corso.