Gilles de Rais non era un serial killer, l'omicidio non era per lui un "fine" a sé stesso ma era un "mezzo" per soddisfare le richieste del suo alchimista, Prelati (fiorentino). Quest'ultimo aveva convinto Gilles de Rais (sorprendentemente, visto che il Marechal non era uomo sprovvisto di cultura) di poter trovare il Mercurio dei Filosofi, la Pietra Filosofale, per poter cosi risolvere i guai finanziari di Gilles de Rais, determinati da anni e anni di festini e banchetti. Dal momento che gli esperimenti non funzionavano, Prelati sostenne che bisognava ingraziarsi il diavolo (padrone della Pietra e degli alchimisti) con sacrifici umani, di bambini in particolare. Era quindi stregoneria bella e buona, altro che serial killer. D'altronde non era de Rais a battere le campagne alla ricerca di bambini, bensì i suoi "bravi". Gilles e Prelati li uccidevano poi con precisi rituali nelle segrete del castello di Tiffauges. Senza l'intervento deciso del vescovo di Nantes, Gilles e Prelati non si sarebbero mai fermati. Per quanto riguarda il pentimento, basta studiare gli atti del processo per capire che Gilles de Rais si era davvero pentito, e che i genitori delle vittime lo avevano davvero perdonato. Il Medioevo era cosi, un mondo di spiritualità e non di buffoni imbecilli come Barbero cerca di farci credere.
Che lo avessero perdonato scusami ma ho i miei serissimi dubbi. Barbero non vuole farti credere che nel medioevo erano imbecilli, non mi risulta. Detto questo ognuno ha la propria opinione e la rispetto.
Le ultime due frasi mi trovano contrario: - Gli atti del processo mostrano un Gilles de Rais parecchio contrito, ma che questa strategia abbia fatto presa ho i miei dubbi. In molti casi i pischelletti erano giovani nobili, quindi la loro morte mandava a carte quarantotto piani dinastici di millenni, senza contare che erano appunto nobili quindi potevano esigere soddisfazione (purtroppo i soldi fanno andare l'acqua al contrario e i titoli cambiano il corso del cielo). - Barbero non ha mai e dico MAI affermato che il medioevo fosse popolato da imbecilli. Né come studioso (si è anzi battuto per fare capire come queste convinzioni spirituali fossero un tentativo di gestire l'ignoto) né in questo spezzone, dove si limita a contestualizzare la cosa. - Infine la sua riflessione sul serial killer non esclude la matrice spirituale. Molti serial killer (mi viene in mente Ed Gein) erano convinti di seguire la religione in questo modo, ammazzando i peccatori. Gilles de Rais uccide innocenti per servire il diavolo, ma anche lì la spiritualità era comunque applicata con l'ossessione e malattia dei serial Killer.
Il suo sorriso quando parla di morte, distruzione, squartamemti e sgozzamenti...😍
Barbero che parla di sgozzamenti mi pare una cosa familiare
Questa storia è da raccontare a stegosandro
Barbero über alles.
Che mostro
Il mitico dottor Splatter! :D
Il dottor.... MORTE!!
AH AH AH ah ah AHAHAH Ahahah..
5:07
Ma che è
Caster di Fate Zero 😍
Si splatter. Qualcuno sussurra che siano maldicenze, e forse malscrivenze, di gente che puntava ai suoi beni materiali, del solito tipo, insomma.
E ciò che si è detto e si dice tutt'oggi ogni volta che arrestano un serial killer
ne uccise 140
The Black Dahlia Murder - the window
E oggi è cambiato poco.
Gilles de Rais non era un serial killer, l'omicidio non era per lui un "fine" a sé stesso ma era un "mezzo" per soddisfare le richieste del suo alchimista, Prelati (fiorentino). Quest'ultimo aveva convinto Gilles de Rais (sorprendentemente, visto che il Marechal non era uomo sprovvisto di cultura) di poter trovare il Mercurio dei Filosofi, la Pietra Filosofale, per poter cosi risolvere i guai finanziari di Gilles de Rais, determinati da anni e anni di festini e banchetti. Dal momento che gli esperimenti non funzionavano, Prelati sostenne che bisognava ingraziarsi il diavolo (padrone della Pietra e degli alchimisti) con sacrifici umani, di bambini in particolare. Era quindi stregoneria bella e buona, altro che serial killer. D'altronde non era de Rais a battere le campagne alla ricerca di bambini, bensì i suoi "bravi". Gilles e Prelati li uccidevano poi con precisi rituali nelle segrete del castello di Tiffauges. Senza l'intervento deciso del vescovo di Nantes, Gilles e Prelati non si sarebbero mai fermati. Per quanto riguarda il pentimento, basta studiare gli atti del processo per capire che Gilles de Rais si era davvero pentito, e che i genitori delle vittime lo avevano davvero perdonato. Il Medioevo era cosi, un mondo di spiritualità e non di buffoni imbecilli come Barbero cerca di farci credere.
Che lo avessero perdonato scusami ma ho i miei serissimi dubbi. Barbero non vuole farti credere che nel medioevo erano imbecilli, non mi risulta. Detto questo ognuno ha la propria opinione e la rispetto.
Le ultime due frasi mi trovano contrario:
- Gli atti del processo mostrano un Gilles de Rais parecchio contrito, ma che questa strategia abbia fatto presa ho i miei dubbi. In molti casi i pischelletti erano giovani nobili, quindi la loro morte mandava a carte quarantotto piani dinastici di millenni, senza contare che erano appunto nobili quindi potevano esigere soddisfazione (purtroppo i soldi fanno andare l'acqua al contrario e i titoli cambiano il corso del cielo).
- Barbero non ha mai e dico MAI affermato che il medioevo fosse popolato da imbecilli. Né come studioso (si è anzi battuto per fare capire come queste convinzioni spirituali fossero un tentativo di gestire l'ignoto) né in questo spezzone, dove si limita a contestualizzare la cosa.
- Infine la sua riflessione sul serial killer non esclude la matrice spirituale. Molti serial killer (mi viene in mente Ed Gein) erano convinti di seguire la religione in questo modo, ammazzando i peccatori. Gilles de Rais uccide innocenti per servire il diavolo, ma anche lì la spiritualità era comunque applicata con l'ossessione e malattia dei serial Killer.
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