Oltre all'ammirazione per il Professore una nota di merito al conduttore; educato e competente, lascia libero spazio di parola a Barbero senza continue interruzioni. Mi è capitato di ascoltare il professore in altre occasioni e spesso veniva interrotto durante la sua esposizione. Grazie
Ascoltare il prof. Barbero è qualcosa di fantastico...mi fa immedesimare in qualsiasi suo discorso.....di sicuro il miglior storico, veramente bravo su tutto!!
Fatta la doverosa premessa di incondizionata gratitudine all'immenso Prof. Barbero per il suo eccelso lavoro di divulgazione, mi permetto di far notare come, purtroppo, le risposte fornite sull'argomento siano deficitarie, costituendo solo una parte del quadro storico/archeologico a nostra disposizione. Si tratta comunque di sviste od omissioni perdonabili, in quanto provenienti da uno studioso specializzato sul Medioevo. In aggiunta ai poemi omerici, esiste una seconda, importantissima, fonte che menziona tanto Troia quanto i Micenei: l'archivio di Ḫattuša, ossia la documentazione redatta dal popolo degli Ittiti, dominatori del territorio corrispondente alla moderna Turchia per la maggior parte del II millennio a.C.. Le fonti ittite menzionano un regno di Ahhiyawa posto ad ovest del mare (Egeo), identificato dagli storici come il regno dei Micenei. Si noti l'assonanza tra Ahhiyawa e Achaia (la regione degli Achaioi, in italiano "Achei"). Gli Ahhiyawa sono presentati come una potenza militare, spesso aggressivamente protesa verso la costa anatolica, posta significativamente allo stesso piano del Faraone e del re di Babilonia. Tra le molteplici entità politiche dell'Anatolia occidentale appartenenti alla federazione di popoli a guida ittita, i documenti citano una città di "Wilusa", la cui locazione e il cui nome stesso corrispondono alla Ilion (anticamente, Vilion; la V sparirà nel greco classico) omerica. Wilusa viene citata come la causa di conflitti tra Ahhiyawa ed Ittiti. Esistono infine intriganti collegamenti tra alcuni nomi omerici (Priamo, Atreo, Alessandro) e alcuni nomi propri citati qua e là nelle tavolette ittite. Invito a guardare il video dell'ottimo prof. Canestrelli di @Evropantiqva ("La guerra di Troia è realmente accaduta?") a riguardo. Anche Nova Lectio ha realizzato due video ben fatti sul tema.
@ il libro è datato ma straordinario. Ha suscitato tante polemiche perché ha toccato nervi tesi in un dibattito sull’argomento che si era volutamente chiuso. Buona lettura!
Il ciclo epico o l'epica ciclica è un insieme di poemi epici che insieme completano la guerra di Troia. Il ciclo epico comprende: 1) I poemi Omerici Iliade e Odissea ,2) I poemi Cyprioti, 3) L' Aethiopis ,4) Mikra Iliade ,5) Conquista di Ilio, 6)Il Nostos ,7) La Τelegonia. Tutti questi antichi poemi epici Greci parlano di una guerra civile tra due tribù Greche, gli Achei e i loro alleati contro i Troiani e i loro alleati. Il tentativo di considerare i Troiani come una razza non Greca è successivo. Gli Ittiti ,un popolo che non aveva alcun legame con il mare ,non sono mai stati menzionati dagli antichi Greci. Il tentativo di connettere attraverso una simile assonanza, nomi mitici (con ovia etymologia Greca) che sono peraltro frutto del imaginazione poetica ,è ridicolo.
Si nota quando il professore esce dalla sua specializzazione, meno particolareggiato, poi l'argomento trattato è talmente vasto che servirebbero ore. Il tema è particolarmente interessante, quando il mito intreccia la realtà.
Si Lei ha ragione la differenza si percepisce, tuttavia, come la mia professoressa di storia del diritto romano, Eva Cantarella, ha una preparazione talmente ampia da essere in grado di affrontare ogni argomento storico letterario.
Le leggende, come l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide, narrano anche storie realmente accadute, non solo di fantasia. Però si nota una vistosa incongruenza cronologica tra la rovina di Troia e la fondazione di Roma e di Cartagine. La guerra tra Elleni e Troiani dagli archeologi è stimata intorno al XII secolo a.C., e la fondazione di Cartagine e Roma circa 400 anni dopo. Quindi Enea non può aver incontrato Didone, la tiria fondatrice di Cartagine.
A me piace molto la teoria dell'ing. Vinci, peccato che il prof. Barbero non la conosca. Mi piacerebbe poter sentire un suo parere, forse come docente è troppo "allineato".
@@gianluca_graz davvero bel libro, una volta letto si fa fatica a non pensare che quegli studi non siano reali, e che studi. Io non sono certo un "cospirazionista" ma questo libro lo consiglio vivamente
Mai capito perché chiedono a Barbero ste cose, nulla togliere al Magister È un medievista e ci stanno tanti altri storici specializzati nella storia antica
Ha una capacità di divulgazione che molti altri storici specialisti non hanno, e rende i suoi contenuti fruibili ad un grande pubblico. Chi vuole poi puo sempre approfondire
@@digge2210 L'idea che la maschera sia associata a Perseo, un eroe mitologico e antenato della dinastia micenea, non è storicamente provata. È piuttosto una suggestione basata sulla leggenda che vuole Perseo come fondatore di Micene, ma non esistono prove concrete per collegare la maschera a lui o alla sua epoca 😊.
Non concordo con il concetto di "mito", ancora adesso che è necessario pensare molto più apertamente. E' sbagliato pensare che i miti siano solo invenzioni come alcuni ancora pensano, occorre pensare che in un certo periodo e fino a quando non lo sappiamo, esistessero personaggi diversi che venivano chiamati dei e semidei.
trovo curioso che nessuno si chieda mai chi fossero i Troiani. Che lingua parlassero, quale fosse la loro storia e la loro cultura. Gli Achei sono greci chiaro, ma i Troiani?
@@thegeffband9936 in realtà c'è un filone che considera i Troiani come membri di una grande città commerciale periferica dell'impero Hittita (con annessi problemi di informazione, visto che degli Hittiti non è rimasto nulla di scritto a livello storiografico). Ovviamente non si capisce come Troiani e Greci in questa ipotesi potessero parlarsi, visto che tutti sembrano parlar greco (a meno di un patto narrativo per cui si accetti che non greci parlino greco)
@@bozzastro si conosco la questione, però in generale anche se tutti studiano i poemi omerici nessuno sa neanche vagamente rispondere alla domanda. In realtà degli Ittiti ci sono rimaste varie testimonianze scritte da loro stessi. Sappiamo che quella regione era controllata da loro anche se probabilmente gli abitanti non erano propriamente Ittiti. In ogni caso qualsiasi elucubrazione sull'argomento dovrebbe sempre partire sempre dalla domanda "chi erano i Troiani?"
In teoria potevano essere un popolo (o addirittura una realtà multiculturale formatasi per sinecismo) appartenente ad una sorta di "federazione ittita". Non si esclude infatti che gli Ittiti stessi avessero in realtà posto un predominio su un'Anatolia già abitata da altri gruppi umani, o sui discendenti di questi ultimi. È quindi possibile che fossero ittiti o più probabilmente una fusione fra una popolazione preesistente e gli Ittiti, e questa ipotesi sembrerebbe avvalorata dai testi che descriverebbero questo popolo come dei vassalli. Gli ittitologi moderni confermano infatti l'esistenza di documenti scritti che identificano nell'area della Troade delle città che vengono chiamate "Wilusiya" e "Taruisa", ma il testo sicuramente più illuminante è quello che riporta un trattato siglato fra il re ittita Muwatalli e il suo vassallo "Alaksandu di Wilusa". Altri testi citano invece il popolo degli di Ahhiyawa, il cui regno era collocato nel mare antistante l'Anatolia, e i cui sovrani erano considerati al pari dei re ittiti. Questi elementi sembrerebbero collimare con alcuni di quelli descritti nella mitopoiesi omerica: laddove Wilusiya e Taruisa per assonanza fonetica ricordano Ilio e Troia, e Alaksandu è un nome che si associa facilmente con Alessandro (altro nome di Paride). Una trattazione filologica sembrerebbe anche confermare l'accostamento degli Ahhiyawa con gli Achei. Teoricamente quindi si potrebbe ipotizzare storicamente e filologicamente che tali identificazioni non siano campate in aria. Archeologicamente parlando il problema è più complesso, soprattutto perché le fonti di questo tipo riportano dati che sono cronologicamente distanti fra loro, spesso anche di secoli. Oppure descrivono un quadro contraddittorio, dove non è possibile stabilire con esattezza quali elementi appartengano all'uno o all'altro corpus etnologico o culturale. Il tutto è complicato dal fatto che le coste egee dell'Anatolia furono poi comunque colonizzate e permeate dalla presenza micenea negli ultimi secoli dell'Età del Bronzo. Recenti scavi sulla piana di Hissarlik infatti sembrerebbero addirittura indicare che fra i Micenei e le classi dirigenti dei cosiddetti Troiani dell'ipotetico periodo della guerra omerica, non vi fosse alcuna vera distinzione culturale, stanti reperti riscontrabili in ambo le realtà e recanti medesimi stilemi. Va comunque detto che le unità stratigrafiche di Hissarlik risentono ormai permanentemente degli effetti degli scavi eseguiti con la metodologia eterodossa di Schliemann. E quindi le conclusioni fatte a partire da ogni reperto e fonte reperibile dopo il suo passaggio sono da prendere tutte più che con le pinze. Da parte sua l'epica omerica è chiara in tal senso: riporta implicitamente ed esplicitamente che i due popoli avessero sostanzialmente gli stessi usi e costumi, o al limite che afferissero ad una sorta di ipotetico "patrimonio culturale comune". Basterebbe anche solo pensare al fatto che in teoria pregavano gli stessi dèi, se si dava ad esempio per scontato che le mura stesse di Troia fossero state erette da Apollo e Poseidone, o che il più sacro dei simulacri della città era un feticcio che riproduceva Atena. Teoricamente però tutte queste assonanze, anche quelle riportate dai reperti archeologici, potrebbero essere spiegate con il denominatore antropologico. Se confermate le equazioni Achei=Micenei e Troiani=Ittiti(o vassalli degli Ittiti), le convergenze avrebbero senso, dato che si parla in ambo i casi di popoli indoeuropei, gravitanti in aree geografiche prossime fra loro, che possono quindi aver sviluppato degli stilemi linguistici e culturali consimili partendo da un substrato originario comune. Così come a conti fatti non si può neanche escludere che le assonanze culturali tra Achei e Troiani fatte da Omero (o chi per lui) potrebbero essere solo un escamotage narrativo, avente il preciso scopo di "tradurre" elementi "esotici" con termini, attribuzioni e contesti riconoscibili all'uditorio elladico. Tutto questo in ogni caso andrebbe comunque preceduto dalla considerazione di Barbero, che in tal caso è filologicamente più che fondata: ha poco senso cercare corrispondenze precise ed esatte tra la mitopoiesi e le verità storiche. I poemi omerici già attengono ad epoche pre-erodotee (dove ancora non esisteva neanche la Storia come la intendevano gli Antichi di età classica), e in generale il loro scopo non ha finalità storiche ma di narrativa comune, mirante ad un'autorappresentazione del contesto presente. Lo scopo cioè non è tanto riportare fatti ed eventi passati per dare fondamento ad una semantica, ma semantizzare il proprio vissuto comune, tramite elaborazioni che possono essere eziologiche ma che in ogni caso descrivono un passato semanticamente rispondente alle proprie esigenze. Banalizzando si può dire che Storia e Mito viaggiano su binari opposti. L'una descrive il passato per semantizzare il presente, l'altro semantizza il passato per descrivere il presente. Ciò si spiega facilmente se si comprende come ragionassero gli Antichi, che avevano prospettive sempre retrotopiche, dove il passato doveva avere necessariamente un valore "mitico" o comunque scevro da rappresentazioni traducibili in termini meramente prosaici e descrittivi, pur essendo sempre inserito in una cornice psicologicamente ed antropologicamente coerente alla narrazione vigente.
Gli ateniesi ritenevano nella loro tradizione di essere un popolo autoctono ma comunque il dialetto attico è imparentato con quello ionico. Il Partenone ha sia elementi ionico che dorici, ma comunque farsi una domanda del genere è come chiedersi "se i romani erano latini perché il primo tempio di Giove Ottimo Massimo era in stile etrusco".
Caro Prof Barbero, è vero che Schliemann trovò una città, ma cosa le fa pensare che fosse davvero la Troia omerica? Il tesoro non si trovava nel settimo strato corrispondente al periodo in esame, ma nel secondo.
Buon giorno ascolto molto spesso Barbero per la sua professionalità simpatia umanità conoscenza Ma per quello che mi riguarda il libro dove vi sono racchiuse tutte le verità e la Bibbia buon giorno
Vedo sono i due protagonisti- Uomini contro Donne Chi vincerà ?? La guerra tra i due gruppi è sempre la stessa - in ogni famiglia creata dai 2 combattenti
Oltre all'ammirazione per il Professore una nota di merito al conduttore; educato e competente, lascia libero spazio di parola a Barbero senza continue interruzioni. Mi è capitato di ascoltare il professore in altre occasioni e spesso veniva interrotto durante la sua esposizione.
Grazie
Ascoltare il prof. Barbero è qualcosa di fantastico...mi fa immedesimare in qualsiasi suo discorso.....di sicuro il miglior storico, veramente bravo su tutto!!
È bello vedere contenuti di qualità su questo argomento.
ADORO IL PROFESSOR BARBERO , LO ASCOLTO PER ORE E ORE ❤
Cultura & Simpatia = Interesse ... questo è il Professor Barbero 👍😉
Che passione che ha quest'uomo
Bravissimo prof.pochi pochissimi bravi ed arguti come lei
Fatta la doverosa premessa di incondizionata gratitudine all'immenso Prof. Barbero per il suo eccelso lavoro di divulgazione, mi permetto di far notare come, purtroppo, le risposte fornite sull'argomento siano deficitarie, costituendo solo una parte del quadro storico/archeologico a nostra disposizione. Si tratta comunque di sviste od omissioni perdonabili, in quanto provenienti da uno studioso specializzato sul Medioevo.
In aggiunta ai poemi omerici, esiste una seconda, importantissima, fonte che menziona tanto Troia quanto i Micenei: l'archivio di Ḫattuša, ossia la documentazione redatta dal popolo degli Ittiti, dominatori del territorio corrispondente alla moderna Turchia per la maggior parte del II millennio a.C.. Le fonti ittite menzionano un regno di Ahhiyawa posto ad ovest del mare (Egeo), identificato dagli storici come il regno dei Micenei. Si noti l'assonanza tra Ahhiyawa e Achaia (la regione degli Achaioi, in italiano "Achei"). Gli Ahhiyawa sono presentati come una potenza militare, spesso aggressivamente protesa verso la costa anatolica, posta significativamente allo stesso piano del Faraone e del re di Babilonia.
Tra le molteplici entità politiche dell'Anatolia occidentale appartenenti alla federazione di popoli a guida ittita, i documenti citano una città di "Wilusa", la cui locazione e il cui nome stesso corrispondono alla Ilion (anticamente, Vilion; la V sparirà nel greco classico) omerica. Wilusa viene citata come la causa di conflitti tra Ahhiyawa ed Ittiti. Esistono infine intriganti collegamenti tra alcuni nomi omerici (Priamo, Atreo, Alessandro) e alcuni nomi propri citati qua e là nelle tavolette ittite.
Invito a guardare il video dell'ottimo prof. Canestrelli di @Evropantiqva ("La guerra di Troia è realmente accaduta?") a riguardo. Anche Nova Lectio ha realizzato due video ben fatti sul tema.
Ti ho citato nel mio commento!
@@mullyxmiula4663 ti ringrazio per la citazione, per l'interessante commento e, non ultimo, per il libro che hai consigliato :)
@ il libro è datato ma straordinario. Ha suscitato tante polemiche perché ha toccato nervi tesi in un dibattito sull’argomento che si era volutamente chiuso. Buona lettura!
@@mullyxmiula4663 grazie, lo comprerò :)
Il professor Barbero ha un carisma unico!
E' sempre interessante ascoltare Barbero...
La sigla o introduzione è bellissima, mette serenità
Come sempre B EN spiegato narrato 👏👏👏👏👏
Argomento con magari poche fonti storiche, ma talmente affascinante che ascolterei per ore..
Ascoltarla non si può non amare la storia
Molto interessante.
Ma la maschera di Agamennone non la trova a Ilio...o Troia, ma a Micene
@@ivanriolo9049 infatti mi sembra che sia stato detto....
Barbero sarebbe fantastico un per raccontare fiabe ai bambini😊
Il ciclo epico o l'epica ciclica è un insieme di poemi epici che insieme completano la guerra di Troia. Il ciclo epico comprende:
1) I poemi Omerici Iliade e Odissea ,2) I poemi Cyprioti, 3) L' Aethiopis ,4) Mikra Iliade ,5) Conquista di Ilio, 6)Il Nostos ,7) La Τelegonia.
Tutti questi antichi poemi epici Greci parlano di una guerra civile tra due tribù Greche, gli Achei e i loro alleati contro i Troiani e i loro alleati.
Il tentativo di considerare i Troiani come una razza non Greca è successivo.
Gli Ittiti ,un popolo che non aveva alcun legame con il mare ,non sono mai stati menzionati dagli antichi Greci.
Il tentativo di connettere attraverso una simile assonanza, nomi mitici (con ovia etymologia Greca) che sono peraltro frutto del imaginazione poetica ,è ridicolo.
Cultura & Simpatia = Interesse ... questo è il Professor Barbero
Il pignolazzo al minuto 13:33 assomigliava al prof Coletti?
👏👏👏
👏
Si nota quando il professore esce dalla sua specializzazione, meno particolareggiato, poi l'argomento trattato è talmente vasto che servirebbero ore. Il tema è particolarmente interessante, quando il mito intreccia la realtà.
Si Lei ha ragione la differenza si percepisce, tuttavia, come la mia professoressa di storia del diritto romano, Eva Cantarella, ha una preparazione talmente ampia da essere in grado di affrontare ogni argomento storico letterario.
Ho studiato su un testo della prof Cantarella
È una grande !!!
Infatti io eviterei di fargli domande su tutto. Lui è un medievista... ad ognuno il suo campo !!!
@@moreno1105 concordo
Le leggende, come l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide, narrano anche storie realmente accadute, non solo di fantasia. Però si nota una vistosa incongruenza cronologica tra la rovina di Troia e la fondazione di Roma e di Cartagine. La guerra tra Elleni e Troiani dagli archeologi è stimata intorno al XII secolo a.C., e la fondazione di Cartagine e Roma circa 400 anni dopo. Quindi Enea non può aver incontrato Didone, la tiria fondatrice di Cartagine.
Consiglio la lettura di "Omero nel Baltico" di Felice Vinci che dà una versione molto interessante sulla possibile origine delle opere omeriche.
A me piace molto la teoria dell'ing. Vinci, peccato che il prof. Barbero non la conosca. Mi piacerebbe poter sentire un suo parere, forse come docente è troppo "allineato".
@@gianluca_graz davvero bel libro, una volta letto si fa fatica a non pensare che quegli studi non siano reali, e che studi. Io non sono certo un "cospirazionista" ma questo libro lo consiglio vivamente
povero Barbero, è un Medioevista e gli fanno domande sulla guerra di Troia.
Mai capito perché chiedono a Barbero ste cose, nulla togliere al Magister
È un medievista e ci stanno tanti altri storici specializzati nella storia antica
Perché la trasmissione si chiama "Barbero risponde" non "storici che rispondono".
Ha una capacità di divulgazione che molti altri storici specialisti non hanno, e rende i suoi contenuti fruibili ad un grande pubblico. Chi vuole poi puo sempre approfondire
In merito all ultima domanda aggiungo che anche Padova ha il mito della fondazione di un troiano: Antenore
Riassunto della puntata: Siamo tutti figli di Troia
@@MmmemeAI_Records 👍
L' enfasi con cui pronuncia "Troia"...
Bloccate i commenti..molto meglio
Hai perfettamente ragione
Akei, Spartani, Dori, Miçenei, Joni, Epiroti eccetera eccetera eccetera erano tutti tribu PELLAZGO-ILIRI
Grecia NON è esistito mai.
La Maschera di Agamennone è di 300 anni più vecchia della guerra di Troia? Ma è la maschera di Perseo
@@digge2210 L'idea che la maschera sia associata a Perseo, un eroe mitologico e antenato della dinastia micenea, non è storicamente provata.
È piuttosto una suggestione basata sulla leggenda che vuole Perseo come fondatore di Micene, ma non esistono prove concrete per collegare la maschera a lui o alla sua epoca 😊.
Non concordo con il concetto di "mito", ancora adesso che è necessario pensare molto più apertamente. E' sbagliato pensare che i miti siano solo invenzioni come alcuni ancora pensano, occorre pensare che in un certo periodo e fino a quando non lo sappiamo, esistessero personaggi diversi che venivano chiamati dei e semidei.
Non è un esperto o uno specialista della materia, giustamente
E fu così che si scoprirono tutti figli di Troia 😂
trovo curioso che nessuno si chieda mai chi fossero i Troiani. Che lingua parlassero, quale fosse la loro storia e la loro cultura. Gli Achei sono greci chiaro, ma i Troiani?
@@thegeffband9936 I troiani (Wilusa) erano vassalli ittiti nella tarda età del bronzo nell' Anatolia occidentale
@@thegeffband9936 in realtà c'è un filone che considera i Troiani come membri di una grande città commerciale periferica dell'impero Hittita (con annessi problemi di informazione, visto che degli Hittiti non è rimasto nulla di scritto a livello storiografico). Ovviamente non si capisce come Troiani e Greci in questa ipotesi potessero parlarsi, visto che tutti sembrano parlar greco (a meno di un patto narrativo per cui si accetti che non greci parlino greco)
@@bozzastro si conosco la questione, però in generale anche se tutti studiano i poemi omerici nessuno sa neanche vagamente rispondere alla domanda. In realtà degli Ittiti ci sono rimaste varie testimonianze scritte da loro stessi. Sappiamo che quella regione era controllata da loro anche se probabilmente gli abitanti non erano propriamente Ittiti. In ogni caso qualsiasi elucubrazione sull'argomento dovrebbe sempre partire sempre dalla domanda "chi erano i Troiani?"
@@thegeffband9936 nessuno se lo chiede perché istintivamente ci si schiera coi vincitori/ narratori, e dei vinti nessuno purtroppo s'intetessa
In teoria potevano essere un popolo (o addirittura una realtà multiculturale formatasi per sinecismo) appartenente ad una sorta di "federazione ittita".
Non si esclude infatti che gli Ittiti stessi avessero in realtà posto un predominio su un'Anatolia già abitata da altri gruppi umani, o sui discendenti di questi ultimi.
È quindi possibile che fossero ittiti o più probabilmente una fusione fra una popolazione preesistente e gli Ittiti, e questa ipotesi sembrerebbe avvalorata dai testi che descriverebbero questo popolo come dei vassalli.
Gli ittitologi moderni confermano infatti l'esistenza di documenti scritti che identificano nell'area della Troade delle città che vengono chiamate "Wilusiya" e "Taruisa", ma il testo sicuramente più illuminante è quello che riporta un trattato siglato fra il re ittita Muwatalli e il suo vassallo "Alaksandu di Wilusa".
Altri testi citano invece il popolo degli di Ahhiyawa, il cui regno era collocato nel mare antistante l'Anatolia, e i cui sovrani erano considerati al pari dei re ittiti.
Questi elementi sembrerebbero collimare con alcuni di quelli descritti nella mitopoiesi omerica: laddove Wilusiya e Taruisa per assonanza fonetica ricordano Ilio e Troia, e Alaksandu è un nome che si associa facilmente con Alessandro (altro nome di Paride). Una trattazione filologica sembrerebbe anche confermare l'accostamento degli Ahhiyawa con gli Achei.
Teoricamente quindi si potrebbe ipotizzare storicamente e filologicamente che tali identificazioni non siano campate in aria.
Archeologicamente parlando il problema è più complesso, soprattutto perché le fonti di questo tipo riportano dati che sono cronologicamente distanti fra loro, spesso anche di secoli. Oppure descrivono un quadro contraddittorio, dove non è possibile stabilire con esattezza quali elementi appartengano all'uno o all'altro corpus etnologico o culturale.
Il tutto è complicato dal fatto che le coste egee dell'Anatolia furono poi comunque colonizzate e permeate dalla presenza micenea negli ultimi secoli dell'Età del Bronzo.
Recenti scavi sulla piana di Hissarlik infatti sembrerebbero addirittura indicare che fra i Micenei e le classi dirigenti dei cosiddetti Troiani dell'ipotetico periodo della guerra omerica, non vi fosse alcuna vera distinzione culturale, stanti reperti riscontrabili in ambo le realtà e recanti medesimi stilemi.
Va comunque detto che le unità stratigrafiche di Hissarlik risentono ormai permanentemente degli effetti degli scavi eseguiti con la metodologia eterodossa di Schliemann. E quindi le conclusioni fatte a partire da ogni reperto e fonte reperibile dopo il suo passaggio sono da prendere tutte più che con le pinze.
Da parte sua l'epica omerica è chiara in tal senso: riporta implicitamente ed esplicitamente che i due popoli avessero sostanzialmente gli stessi usi e costumi, o al limite che afferissero ad una sorta di ipotetico "patrimonio culturale comune".
Basterebbe anche solo pensare al fatto che in teoria pregavano gli stessi dèi, se si dava ad esempio per scontato che le mura stesse di Troia fossero state erette da Apollo e Poseidone, o che il più sacro dei simulacri della città era un feticcio che riproduceva Atena.
Teoricamente però tutte queste assonanze, anche quelle riportate dai reperti archeologici, potrebbero essere spiegate con il denominatore antropologico. Se confermate le equazioni Achei=Micenei e Troiani=Ittiti(o vassalli degli Ittiti), le convergenze avrebbero senso, dato che si parla in ambo i casi di popoli indoeuropei, gravitanti in aree geografiche prossime fra loro, che possono quindi aver sviluppato degli stilemi linguistici e culturali consimili partendo da un substrato originario comune.
Così come a conti fatti non si può neanche escludere che le assonanze culturali tra Achei e Troiani fatte da Omero (o chi per lui) potrebbero essere solo un escamotage narrativo, avente il preciso scopo di "tradurre" elementi "esotici" con termini, attribuzioni e contesti riconoscibili all'uditorio elladico.
Tutto questo in ogni caso andrebbe comunque preceduto dalla considerazione di Barbero, che in tal caso è filologicamente più che fondata: ha poco senso cercare corrispondenze precise ed esatte tra la mitopoiesi e le verità storiche.
I poemi omerici già attengono ad epoche pre-erodotee (dove ancora non esisteva neanche la Storia come la intendevano gli Antichi di età classica), e in generale il loro scopo non ha finalità storiche ma di narrativa comune, mirante ad un'autorappresentazione del contesto presente.
Lo scopo cioè non è tanto riportare fatti ed eventi passati per dare fondamento ad una semantica, ma semantizzare il proprio vissuto comune, tramite elaborazioni che possono essere eziologiche ma che in ogni caso descrivono un passato semanticamente rispondente alle proprie esigenze.
Banalizzando si può dire che Storia e Mito viaggiano su binari opposti. L'una descrive il passato per semantizzare il presente, l'altro semantizza il passato per descrivere il presente.
Ciò si spiega facilmente se si comprende come ragionassero gli Antichi, che avevano prospettive sempre retrotopiche, dove il passato doveva avere necessariamente un valore "mitico" o comunque scevro da rappresentazioni traducibili in termini meramente prosaici e descrittivi, pur essendo sempre inserito in una cornice psicologicamente ed antropologicamente coerente alla narrazione vigente.
Come mai se gli ateniesi sono ioni, il Partenone è in stile dorico?
Questa la so! Hanno subbappaltato la costruzione a una ditta che veniva da fuori 😂
Gli ateniesi ritenevano nella loro tradizione di essere un popolo autoctono ma comunque il dialetto attico è imparentato con quello ionico. Il Partenone ha sia elementi ionico che dorici, ma comunque farsi una domanda del genere è come chiedersi "se i romani erano latini perché il primo tempio di Giove Ottimo Massimo era in stile etrusco".
La guerra di atreju
Caro Prof Barbero, è vero che Schliemann trovò una città, ma cosa le fa pensare che fosse davvero la Troia omerica? Il tesoro non si trovava nel settimo strato corrispondente al periodo in esame, ma nel secondo.
Buon giorno ascolto molto spesso Barbero per la sua professionalità simpatia umanità conoscenza
Ma per quello che mi riguarda il libro dove vi sono racchiuse tutte le verità e la Bibbia buon giorno
Si certo. Un libro scritto 4.000 anni fa contiene tutte le verità. Quindi, come dice la bibbia, il sole gira intorno alla terra.... 😊
Apra un libro di grammatica, piuttosto.
Vedo sono i due protagonisti-
Uomini contro Donne
Chi vincerà ?? La guerra tra i due gruppi è sempre la stessa - in ogni famiglia creata dai 2 combattenti
unbearable egocentric
Hai parlato tanto senza dire nulla
She says well