Se può interessare voglio esporre il mio Frankebanko. Premetto che la cosa è stata realizzata alcuni giorni fa ed olltre a non aver visto questo video non ero neanche a conoscenza che altri creassero questi innesti o ibridi. Quello che ritengo importante è che la cosa si rivela molto pratica e mi agevola molto nella esecuzione del lavoro. Partiamo con la sinar "c" 4x5, col dorso polaroid per filmpak 9x12, metto una lastra al collodio umido e procedo alla ripresa e conseguente sviluppo e verifico la bontà della esecuzione. Poi elimino la standarta posteriore 4x5 ed applico la standarta posteriore 8x10 ed a quel punto nello schassi porta lastra posso inserire sia una lastra 5x7 o 13x18 che dir si voglia, oppure una lastra 8x10 cioè 20x25. segue all'occorrenza l'asportazione del vetro smerigliato 8x10 dove va ad alloggiare il riquadro del soffietto di un corpo posteriore 11x14 di recente acquisizione che dotato del porta lastra vado ad ottenere una lastra al collodio umido 11x14. Si potete pure pensare che a 72 anni si è già impazziti e non posso darvi torto. Volutamente ho tralasciato le spiegazioni tecniche per finire entro stassera, nel caso mi sarebbe passata la notte nelle spiegazioni tecniche. Un cordiale saluto a te Marco ed a tutti, ciao.
L' accrocchio è veramente ... mostruoso. E dato che si parla di Franken(Stein) l'aggettivo "mostruoso" va inteso *assolutamente* come un complimento! Bravissimo, congratulazioni! Decisamente ultra grande formato, senza se e senza ma .......
tutto giusto ma secondo me, assoluto neofita, poi io limite è la stampa. Per me stampare in 4x5 a contatto è troppo piccolo come formato e dato che un ingranditore per il 4x5 è fuori budget e fuori con gli spazi... se mai decidessi di affrontare il GF probabilmente preferirei partire da una folding 8x10, pur con tutti i disagi del caso ma potrei stampare a contatto in un formato che mi dia soddisfazione:)
Purtroppo l'8x10 implica, rispetto al 4x5, un (a) esborso esponenziale rispetto al 4x5 e (b) un aumento della complessità e della logistica tale che terrorizza la stragrande maggioranza dei potenziali interessati, già abbondantemente spaventati dal passaggio al 4x5. E infatti ... io ho cominciato ... con l'8x10. In pratica sottoscrivendo tutto quello che dici tu :-) Dieci anni fa avrei fatto una puntata diversa, dove in soldoni dicevo "inizia dall'8x10, altrimenti rimani con la tua medio formato e divertiti a far foto". Oggi la penso come nel video, penso che ci sia un pubblico desideroso di cominciare a piccoli passi, spendendo "poco" e stampando a contatto un 4x5, esplorando il potenziale dei corpi mobili, e poi considerando la possibilità di un negativo digitale per gli ingrandimenti. C'è l'amico/a con lo scanner, quello/a con la stampante inkjet o magari uno li ha già tutti e due. Penso di essere sulla strada giusta? E chi lo sa :-)
Buonasera Marco, sto facendo lo stesso percorso da neofita del GF, e penso che la strada suggerita sia la più razionale (iniziare col 4x5). La risposta più completa arriva però nella puntata successiva. Prima o poi un amante del GF vuole provare l'8x10 (per varie ragioni, non ultima quella della filiera di stampa a contatto). L'ideale sarebbe quindi scegliere un banco con una standarta posteriore che consenta l'upgrade facile al formato più grande. Per questo le chiedo, la P2 è così superiore alla P1 da giustificare quasi il doppio del prezzo dell'usato? E .... Come distinguere in modo certo da foto una standarta P2 (upgradabile) da una X (non upgradabile - il rotore rosso sotto la standarta indica che è una X ma è provato che ci sono X con rotore nero,...) Dove si legge il codice a catalogo sulla standarta? Grazie mille!
@@francescoaltamura6541 Non so nulla della X e quindi non sono in grado di aiutare. L'unica è cercare su internet e usare google translate. Troverà parecchie affermazioni a riguardo. Il problema è fidarsi di totali sconosciuti che hanno scritto queste cose magari 15 anni fa su qualche forum. Un problema del grande formato è anche questo, purtroppo. Quanto a P verso P2 mi sembra che i movimenti della P2 siano tutti indipendenti, mentre nella P c'è una leva che abilita in un senso lo shift e nell'altro il tilt. C'è poi il tema vecchiaia: una P2 è ovviamente meno vecchia di una P e quindi è "stata in giro" meno. Quindi l'età ha una sua importanza. Importanza che vale il doppio? Quello lo può decidere solo lei. La cosa migliore sarebbe comunque comprare da un negozio, provare la fluidità dei movimenti e che le bolle non si siano seccate. Secondo me vale la pena di fare anche qualche ora di macchina o di treno - data l'importanza dell'acquisto - e controllare di persona. Per finire, un consiglio non richiesto :-) Non si focalizzi troppo sul tema "dopo passo all'8x10". Magari dopo poco abbandona il GF. O magari la sua fotografia si sviluppa in modo che il solo pensiero di portarsi in giro una P/P2 8x10 le fa venire il mal di pancia e quando decide di passare all'8x10 la scelta cade naturalmente su una folding.
@@fotografiaingrandeformato Grazie della risposta Marco. Ho trovato (o almeno credo) il modo di distinguere una standarta X da una P2. Semplicemente la X non riporta le tacche per 5x7 e 8x10 (più semplice di così). Per il problema 4x5 vs 8x10, so che userei entrambe solo in "studio", quindi per me il peso non è un limite. Come disse lei in una delle prime puntate, due o trecento euro di differenza valgono dei "forti mal di testa" in fatto di facilità d'uso, ma io dico anche di espandibilità futura? .... Io direi di sì, sapendo che certo non sarò tra quelli che si disamorano facilmente del GF (altrimenti avrei già buttato a mare la mia Fuji gx680, che non è poi così lontana dal GF in fatto di peso e usabilità). Grazie ancora. A presto.
@@francescoaltamura6541 Concordo. E complimenti per la GX680, una macchina intelligente ed innovativa (a cominciare dal formato) che mi ha sempre affascinato.
Argomento per niente futile. Anzi, utile per capire le difficoltà inziali ed aiutare la diffusione della foto in GF tra i neofiti. Ai tempi , quando la fotografia in GF denotava il top della professione, la Sinar P2 era la Rolls Royce o la Ferrari dei banchi ottici, sia per prezzo che per prestazioni (o meglio per precisione ed esattezza dei movimenti, perchè in quanto a prestazioni - come dice Rebuzzini - TUTTI i BO sono in grado di sfornare immagini di qualità equivalente, a parità di obiettivo e di corretta regolazione: quello che cambia è la semplicità , rapidità e sicurezza con cui quelle regolazioni possono venire dispiegate, ed è qui che Sinar P2 fa la differenza). Non è mai stata considerata molto adatta a lavorare fuori dello studio, anche se diversi fotografi di architettura, arredamenti e talora paesaggisti, la utilizavano on location (ma per solito avevano uno o due assistenti/sherpa e non è un particolare banale). L'unico appunto che le muoverei, oltre a peso/ingombro; è che funziona con una concezione di basculaggio asimmetrico che - ottima e apprezzata per il professionista o l'esperto - è meno intuitiva ed istintiva per il neofita che forse farebbe bene ad inziare con un banco dotato dei classici basculaggi sugli assi centrali.
L'idea è giusta ma per il 4x5 novizio non credo che abbia senso. Abbinare i movimenti anteriori con un posteriore fisso è molto più utile per i formati molto più grandi tipo 8x10 a salire. Io ai tempi imparai in accademia su un sinar p2 perché solo quello avevano e nel frattempo da squattrinato che ero (e che sono ancora) presi la sinar f così tanto per avere la botte piena e moglie ubriaca. Pesa quanto una folding, ha la stessa base della p e comunque è sempre una sinar abbastanza solida che tanti la danno via per poco.
anche io ho la Sinar f2, ma quanto a precisione di movimenti ... ha tutti i difetti di cui parla Marco, per cui la proposta di avere un connubio F/P mi pare interessante, anche pensando all'evoluzione proposta sopra da Luigi.
@@giolodovicobaglioni9689 tutto giusto ma credo anche che un minimo di studio prima di mettersi in gf è d'obbligo, sai quanti ne trovo che prendono il banco credendo di avere l'agfamatic in mano?
Io la penso diversamente, ma mi rendo anche conto che ci sono ottimi argomenti "dall'altra parte". È un argomento complicato che poco ha a che fare con la fotografia e tantissimo con metodologie educative e psicologia dell'apprendista. Lo si applica alla fotografia ma lo si può applicare alla falegnameria, alla musica, etc etc (a) È giusto rendere il primo approccio a qualunque attività il più semplice e indolore possibile? Usando questo metodo si crea una grande massa di potenziali utenti che però ... abbandonano alle prime difficoltà? (Che prima o poi arrivano sempre.) O ormai presi dall'entusiasmo hanno anche l'energia per superarli questi problemi? (b) Non è meglio far sbattere al novizio la faccia contro le difficoltà subito? Così la massa di potenziali utenti è (molto) più piccola ma questi - superato una specie di battesimo del fuoco - molleranno molto meno facilmente. O si sfiancano gli entusiasmi iniziali al punto che la "massa di potenziali utenti" è ... vicina a zero? Quello che conta ovviamente è quanti utenti rimangono alla fine della filiera (a) e della (b). Io - per cultura, inclinazione personale, storia di vita e esperienze professionali - tendo a gravitare di più verso (a), ma con tanti dubbi e poche certezze.
Bah… non sono propriamente d’accordo sul discorso iniziale riguardo la P2. Fare paesaggio con questa bestia… montarla e rimontarla ogni volta, oltre a tutte le altre operazioni da fare. Parli di tre minuti, ma farlo per 4/5 volte ad ogni uscita fotografica in montagna non mi sembra pratico. Per iniziare con il paesaggio, secondo me basta qualche basculaggio e decentramento… va benissimo una Linhof technika
Puntata assai simpatica. Grazie Marco.
Se può interessare voglio esporre il mio Frankebanko. Premetto che la cosa è stata realizzata alcuni giorni fa ed olltre a non aver visto questo video non ero neanche a conoscenza che altri creassero questi innesti o ibridi. Quello che ritengo importante è che la cosa si rivela molto pratica e mi agevola molto nella esecuzione del lavoro. Partiamo con la sinar "c" 4x5, col dorso polaroid per filmpak 9x12, metto una lastra al collodio umido e procedo alla ripresa e conseguente sviluppo e verifico la bontà della esecuzione. Poi elimino la standarta posteriore 4x5 ed applico la standarta posteriore 8x10 ed a quel punto nello schassi porta lastra posso inserire sia una lastra 5x7 o 13x18 che dir si voglia, oppure una lastra 8x10 cioè 20x25. segue all'occorrenza l'asportazione del vetro smerigliato 8x10 dove va ad alloggiare il riquadro del soffietto di un corpo posteriore 11x14 di recente acquisizione che dotato del porta lastra vado ad ottenere una lastra al collodio umido 11x14. Si potete pure pensare che a 72 anni si è già impazziti e non posso darvi torto. Volutamente ho tralasciato le spiegazioni tecniche per finire entro stassera, nel caso mi sarebbe passata la notte nelle spiegazioni tecniche. Un cordiale saluto a te Marco ed a tutti, ciao.
L' accrocchio è veramente ... mostruoso. E dato che si parla di Franken(Stein) l'aggettivo "mostruoso" va inteso *assolutamente* come un complimento!
Bravissimo, congratulazioni!
Decisamente ultra grande formato, senza se e senza ma .......
credo Che la Linhof master tecknika classic o 3000 rimanga un buon compromesso tra tutte le esigenze.purtroppo il limite è il costo
tutto giusto ma secondo me, assoluto neofita, poi io limite è la stampa. Per me stampare in 4x5 a contatto è troppo piccolo come formato e dato che un ingranditore per il 4x5 è fuori budget e fuori con gli spazi... se mai decidessi di affrontare il GF probabilmente preferirei partire da una folding 8x10, pur con tutti i disagi del caso ma potrei stampare a contatto in un formato che mi dia soddisfazione:)
Purtroppo l'8x10 implica, rispetto al 4x5, un (a) esborso esponenziale rispetto al 4x5 e (b) un aumento della complessità e della logistica tale che terrorizza la stragrande maggioranza dei potenziali interessati, già abbondantemente spaventati dal passaggio al 4x5.
E infatti ... io ho cominciato ... con l'8x10. In pratica sottoscrivendo tutto quello che dici tu :-)
Dieci anni fa avrei fatto una puntata diversa, dove in soldoni dicevo "inizia dall'8x10, altrimenti rimani con la tua medio formato e divertiti a far foto". Oggi la penso come nel video, penso che ci sia un pubblico desideroso di cominciare a piccoli passi, spendendo "poco" e stampando a contatto un 4x5, esplorando il potenziale dei corpi mobili, e poi considerando la possibilità di un negativo digitale per gli ingrandimenti. C'è l'amico/a con lo scanner, quello/a con la stampante inkjet o magari uno li ha già tutti e due.
Penso di essere sulla strada giusta? E chi lo sa :-)
Buonasera Marco, sto facendo lo stesso percorso da neofita del GF, e penso che la strada suggerita sia la più razionale (iniziare col 4x5). La risposta più completa arriva però nella puntata successiva. Prima o poi un amante del GF vuole provare l'8x10 (per varie ragioni, non ultima quella della filiera di stampa a contatto). L'ideale sarebbe quindi scegliere un banco con una standarta posteriore che consenta l'upgrade facile al formato più grande. Per questo le chiedo, la P2 è così superiore alla P1 da giustificare quasi il doppio del prezzo dell'usato? E .... Come distinguere in modo certo da foto una standarta P2 (upgradabile) da una X (non upgradabile - il rotore rosso sotto la standarta indica che è una X ma è provato che ci sono X con rotore nero,...) Dove si legge il codice a catalogo sulla standarta? Grazie mille!
@@francescoaltamura6541 Non so nulla della X e quindi non sono in grado di aiutare. L'unica è cercare su internet e usare google translate. Troverà parecchie affermazioni a riguardo. Il problema è fidarsi di totali sconosciuti che hanno scritto queste cose magari 15 anni fa su qualche forum. Un problema del grande formato è anche questo, purtroppo.
Quanto a P verso P2 mi sembra che i movimenti della P2 siano tutti indipendenti, mentre nella P c'è una leva che abilita in un senso lo shift e nell'altro il tilt. C'è poi il tema vecchiaia: una P2 è ovviamente meno vecchia di una P e quindi è "stata in giro" meno. Quindi l'età ha una sua importanza. Importanza che vale il doppio? Quello lo può decidere solo lei.
La cosa migliore sarebbe comunque comprare da un negozio, provare la fluidità dei movimenti e che le bolle non si siano seccate. Secondo me vale la pena di fare anche qualche ora di macchina o di treno - data l'importanza dell'acquisto - e controllare di persona.
Per finire, un consiglio non richiesto :-) Non si focalizzi troppo sul tema "dopo passo all'8x10". Magari dopo poco abbandona il GF. O magari la sua fotografia si sviluppa in modo che il solo pensiero di portarsi in giro una P/P2 8x10 le fa venire il mal di pancia e quando decide di passare all'8x10 la scelta cade naturalmente su una folding.
@@fotografiaingrandeformato Grazie della risposta Marco. Ho trovato (o almeno credo) il modo di distinguere una standarta X da una P2. Semplicemente la X non riporta le tacche per 5x7 e 8x10 (più semplice di così). Per il problema 4x5 vs 8x10, so che userei entrambe solo in "studio", quindi per me il peso non è un limite. Come disse lei in una delle prime puntate, due o trecento euro di differenza valgono dei "forti mal di testa" in fatto di facilità d'uso, ma io dico anche di espandibilità futura? .... Io direi di sì, sapendo che certo non sarò tra quelli che si disamorano facilmente del GF (altrimenti avrei già buttato a mare la mia Fuji gx680, che non è poi così lontana dal GF in fatto di peso e usabilità). Grazie ancora. A presto.
@@francescoaltamura6541 Concordo. E complimenti per la GX680, una macchina intelligente ed innovativa (a cominciare dal formato) che mi ha sempre affascinato.
Argomento per niente futile. Anzi, utile per capire le difficoltà inziali ed aiutare la diffusione della foto in GF tra i neofiti. Ai tempi , quando la fotografia in GF denotava il top della professione, la Sinar P2 era la Rolls Royce o la Ferrari dei banchi ottici, sia per prezzo che per prestazioni (o meglio per precisione ed esattezza dei movimenti, perchè in quanto a prestazioni - come dice Rebuzzini - TUTTI i BO sono in grado di sfornare immagini di qualità equivalente, a parità di obiettivo e di corretta regolazione: quello che cambia è la semplicità , rapidità e sicurezza con cui quelle regolazioni possono venire dispiegate, ed è qui che Sinar P2 fa la differenza). Non è mai stata considerata molto adatta a lavorare fuori dello studio, anche se diversi fotografi di architettura, arredamenti e talora paesaggisti, la utilizavano on location (ma per solito avevano uno o due assistenti/sherpa e non è un particolare banale). L'unico appunto che le muoverei, oltre a peso/ingombro; è che funziona con una concezione di basculaggio asimmetrico che - ottima e apprezzata per il professionista o l'esperto - è meno intuitiva ed istintiva per il neofita che forse farebbe bene ad inziare con un banco dotato dei classici basculaggi sugli assi centrali.
L'idea è giusta ma per il 4x5 novizio non credo che abbia senso. Abbinare i movimenti anteriori con un posteriore fisso è molto più utile per i formati molto più grandi tipo 8x10 a salire. Io ai tempi imparai in accademia su un sinar p2 perché solo quello avevano e nel frattempo da squattrinato che ero (e che sono ancora) presi la sinar f così tanto per avere la botte piena e moglie ubriaca. Pesa quanto una folding, ha la stessa base della p e comunque è sempre una sinar abbastanza solida che tanti la danno via per poco.
anche io ho la Sinar f2, ma quanto a precisione di movimenti ... ha tutti i difetti di cui parla Marco, per cui la proposta di avere un connubio F/P mi pare interessante, anche pensando all'evoluzione proposta sopra da Luigi.
@@giolodovicobaglioni9689 tutto giusto ma credo anche che un minimo di studio prima di mettersi in gf è d'obbligo, sai quanti ne trovo che prendono il banco credendo di avere l'agfamatic in mano?
Io la penso diversamente, ma mi rendo anche conto che ci sono ottimi argomenti "dall'altra parte". È un argomento complicato che poco ha a che fare con la fotografia e tantissimo con metodologie educative e psicologia dell'apprendista. Lo si applica alla fotografia ma lo si può applicare alla falegnameria, alla musica, etc etc
(a) È giusto rendere il primo approccio a qualunque attività il più semplice e indolore possibile? Usando questo metodo si crea una grande massa di potenziali utenti che però ... abbandonano alle prime difficoltà? (Che prima o poi arrivano sempre.) O ormai presi dall'entusiasmo hanno anche l'energia per superarli questi problemi?
(b) Non è meglio far sbattere al novizio la faccia contro le difficoltà subito? Così la massa di potenziali utenti è (molto) più piccola ma questi - superato una specie di battesimo del fuoco - molleranno molto meno facilmente. O si sfiancano gli entusiasmi iniziali al punto che la "massa di potenziali utenti" è ... vicina a zero?
Quello che conta ovviamente è quanti utenti rimangono alla fine della filiera (a) e della (b).
Io - per cultura, inclinazione personale, storia di vita e esperienze professionali - tendo a gravitare di più verso (a), ma con tanti dubbi e poche certezze.
Bah… non sono propriamente d’accordo sul discorso iniziale riguardo la P2. Fare paesaggio con questa bestia… montarla e rimontarla ogni volta, oltre a tutte le altre operazioni da fare. Parli di tre minuti, ma farlo per 4/5 volte ad ogni uscita fotografica in montagna non mi sembra pratico. Per iniziare con il paesaggio, secondo me basta qualche basculaggio e decentramento… va benissimo una Linhof technika