Visto oggi. Il film non parla tanto di guerra (che resta sullo sfondo, tutto quel che si vede sono azioni militari) quanto di giornalismo. Teorica l'inquadratura iniziale con la ragazzina che fotografa Kirsten Dunst nell'atto di fotografare, incarnando la macchina da presa di Garland, che si concentra non sulla brutalità della guerra ma sulla brutalità dello sguardo, di uno sguardo cinico (perfettamente incarnato dagli stanchi occhi di ghiaccio della sempre cara Kirsten Dunst), spettacolarizzante, che non si fa domande ("noi non ci facciamo domande, mostriamo affinché altri possano farne", cito a memoria) circa l'opportunità di distogliere l'obiettivo, di non mostrare, di rispettare una realtà troppo complessa, troppo sofferente per essere intrappolata su una pellicola ed esibita, strumentalizzata, dimenticata. Non a caso il cancellare la fotografia diventa un gesto di rispetto verso il collega morto. Unica critica che mi sentirei di fare è l'aver calcato la mano con una improbabile guerra civile americana, che finisce solo per distrarre dal topic principale: ma capisco che servisse qualcosa per portare il pubblico in sala. Altra cosa che non ho gradito troppo è l'espediente del viaggio iniziatico della ragazzina, che avrei evitato: il punto di vista del principiante è sempre utile per coinvolgere lo spettatore e conferire alla pellicola un senso di catabasi, ma come al solito con questo espediente i problemi sorgono nella parte finale, quella archetipica della trasformazione, in cui tutto accade troppo rapidamente; la ragazzina che due giorni prima si spaventava di fronte ad un po' di sangue si muove fra sparatorie assordanti manco fosse un Navy Seal, mentre i suoi più navigati colleghi restano indietro spaventati (come farebbe chiunque in una situazione del genere, in cui i proiettili fischiano da tutte le parti). La cosa mi è sembrata un po' stonata sinceramente, così come ho trovato un po' affrettata e stereotipata la morte della Dunst. Per il resto ottimo film, con alcuni momenti di tensione non indifferenti.
Concordo su tutto,il tema della fanta-guerra civile è solo un blando pretesto per far discutere (operazione riuscita);se lo avessero ambientato in Ucraina o Siria,per dire ,sarebbe stato solo un altro film sui reporter di guerra più o meno cinici e arrivisti (cosa che è), che vanta precedenti illustri come Urla del silenzio -Salvador-Un anno vissuto pericolosamente -Sotto tiro
Appena visto. Tecnicamente stupendo (fotografia, colonna sonora e attori in primis). Il messaggio che lancia l'ho trovato invece bellissimo e utilissimo proprio perché non espresso in maniera didascalica e scontata. Garland punta l'indice sicuramente contro la destra americana (il presidente) ma non assolve e nemmeno esalta la sinistra (i secessionisti) che vi si oppone... "Take no prisoners" è il motto di questo film... Vince solo la Guerra... Non i "buoni"... P. S. Grazie per il tuo prezioso lavoro sul canale! Non sempre concordo ma ti seguo con piacere sincero.
concordo pienamente. C'erano le basi per creare una vera storia americana con un'epica enorme, invece abbiamo un road movie in un qualsiasi paese in guerra. Interessante analisi della figura dei reporter ma alla fine è un walking dead
Appena finito di vedere, una boiata di film. Per dirne una, i reporter di guerra che vanno in azione letteralmente in squadra con i plotoni dell'esercito è fantascienza
si poi nell'ultima scena ci sono i soldati che esplicitamente chiamano vicino a loro i giornalisti, non credo sia mai successo nella storia, poi magari sbaglierò e vivo su Marte
io sono uscito di sala pieno di perplessità e lo riguarderò più avanti in streaming senza spendere altri 9€ :) comunque io non ho apprezzato molto diversi punti del film, in primis quando c'è lo scontro a fuoco 3 vs 3 dopo una notte dove si sparavano come dei folli e poi arrivi la e sono 6 persone tipo più 4 giornalisti. l'ultima scena è girata bene ma non credo proprio che i giornalisti girino per i campi di battaglia dietro i carri armati, né che i soldati li chiamino a loro vicini, bensì li allontanino solitamente. poi se devo essere sincero va bene il colpo di scena della morte dei 2 ragazzi (cinesi?) però un maggiore approfondimento dei personaggi mi avrebbe fatto empatizzare di più con questi oltretutto sarò stupido io ma per 40 minuti non capivo chi stesse combattendo contro chi essendo entrambi vestiti con le stesse uniformi
Ciao Michele, io credo che il film sia bellissimo con un titolo però probabilmente fuorviante. Il fulcro del discorso non risiede tanto nel mostrare il perché della guerra, ma penso sia più legato alla questione dell'importanza e ambiguità delle immagini e della ricerca della verità attraverso la fotocamera, che devono portare avanti i reporter di guerra, i quali perseguendo questo scopo sacrificano parte della loro umanità. È questo il vero conflitto, quello dei giornalisti, che da una parte sanno quanto è importante documentare la realtà e informare le persone, dall'altra sanno anche che nel farlo si disumanizzano perché danno in pasto alla gente persone mutilate e violenza esplicita, uccidendole quasi una seconda volta(infatti è bello vedere che nel film usano le fotocamere a mo' di fucili) al fine di guadagnare/campare. Più la foto è scioccante e più è l'hype attorno ad essa.
Peccato che a metà la traccia “giornalistica” venga praticamente abbandonata. Dovrebbero bastarmi gli scatti fissati in bianco e entro? E se l’argomento è quello, a cosa serve inventare questa distopia? Bastava ambientarlo in una qualsivoglia guerra in qualsiasi parte del mondo.
@@innoalcinema8509 Ambientarlo in America è solo una questione di Marketing e maggiore vendibilità del prodotto, considerando anche che è il film più costoso dell'A24. Non sono d'accordo che il discorso viene abbandonato nella seconda parte, anzi in questa seconda parte la protagonista ritrova un'umanità che aveva perso, cancellando le foto del collega ucciso, decidendo di non consegnarla per fare notizia- come normalmente avrebbe fatto- e sacrificandosi per la ragazzina che invece sta entrando in questo percorso di deumanizzazione, tant'è che in quel preciso momento, quasi in modo compulsivo, la ragazza fa in tempo a scattare tre foto alla Protagonsita che si sacrifica.
@@alessandroorlandi3204 vero forse sarebbe stato meglio farne un normale film sul giornalismo di guerra...però forse il volerlo ambientare in America è anche un modo per mandare un messaggio sulla carenza di responsabilità editoriale dei giornali, delle televisioni, degli influencer e dei social media, che ha avuto un ruolo importante nella polarizzazione politica americana e non solo negli ultimi decenni
La cronista 'vecchia' muore a causa dell'avidità di immagini della 'cronista giovane', in un drammatico e cinico passaggio di consegne. Non mi pare proprio che la traccia giornalistica venga abbandonata, anzi.
È chiaramente una scelta dell'autore non evidenziare le ideologie. Ci ho pensato anche io. Secondo me il centro di gravità permanente è mettere in risalto la miseria umana più che" la guerra fa schifo."
Non sono d'accordo, il film secondo me è una perla, il fatto che non spieghi esattamente le cause e gli schieramenti, secondo me va anche meglio, direi che le immagini parlano da sole. L'aspetto giornalistico tiene tutto il film e il fatto che sia ambientato negli USA, lo rende ancora più inquietante. A me è piaciuto molto anche per il coraggio di produrlo.
Film bellissimo, penso credo che lo possa capire di più chi fa quel mestiere, io faccio il cameraman Televisivo, mi è capitato molte volte di pormi il dubbio di cosa posso riprendere in video, morti, il dolore degli altri, scontri, certo non a livelli di guerra! Ma il senso è come abituarsi a fare tutto ciò senza impazzire, in questo il film te lo mostra molto bene attraverso gli sguardi delle 2 protagoniste!
Non un filmone. Ci sono tutti i cliscè della guerra, nulla di nuovo, se non il discorso generazionale delle giornaliste... che non ho assolutamente apprezzato soprattutto nel finale. Gusti personali
Per me la sua forza è proprio la sua universalità: l'essere applicabile pari pari a qualsiasi contesto ed epoca rende perfettamente l'idea della portata del messaggio, ovvero che è capitato, capita e capiterà. La scelta di ambientarlo all'interno degli USA, oltre che per rappresentare allegoricamente la situazione politica e sociale degli USA, permette a Garland di "avvicinare" emotivamente gli eventi al pubblico. Se avesse ambientato il film nel solito anonimo paese del Terzo Mondo lo avrebbe reso poco efficace, poco comunicativo. Infine: è un film on the road, non un film storico o "fanta" storico, che non vuole fare nè propaganda (i due fronti in battaglia sono pressoché indistinguibili) nè un film alla Salvate il Soldato Ryan o La sottile linea rossa. Garland ha raccontato una piccola storia, intima, umana, e l'ha calata in una realtà purtroppo verosimile, in-spiegata perché inspiegabile, sicuramente non comprensibile per chi ci si ritrova dentro, sotto i colpi di opposte fazioni che si odiano senza nemmeno particolari o clamorosi motivi.
personalemtente trovo che questa pellicola sia un film di pura fantasia mal realizzato. Partiamo dallo scenario. gli Stati Uniti sono divisi tra "unione occidentale" (due stati) e governo federale degli stati uniti. il film inizia a un punto avanzato della guerra, dove vediamo il governo federale che sta per capitolare per mano della unione dei due stati. questo scenario è a dir poco fantasioso. dove due stati e ipotiziamo la rispettiva guardia nazionale (nel film non viene specificato) si ribellano e hanno la meglio contro il 90% del apparato bellico degli Stati Uniti. il tutto poi in una ambientazione priva di zone bombardate. Nel film se ne fa cenno, ma non ci sono immagini di aree bombardate (se pensate solo alle condizioni attuali della striscia di Gaza, quello potrebbe essere paragonabile al 1% di quello potrebbe essere in grado di scatenare l'apparato bellico statunitense, senza citare il potenziale atomico). arrivando al comparto tecnico, le scene di sparatoie o di guerra (se così vogliamo chiamarle) sono veramente ridicole e poco plausibili. fatte solo per suscitare una reazione emotiva da parte del pubblico, ma realmente poco curate. Segno di consuleti o tecnici assenti o veramente scadenti. il finale è veramente follia e realmente poco credibile, avvalorando la teoria che sostanzialmente l'intenzione non è stata fare un buon film, ma suscitare una reazione di sdegno e nulla di più.
Sentendo certe recensioni, ho come l impressione che la gente non sia piu' capace di vedere un film. Non di capirlo o altro. Proprio di guardarlo. E' tutto un accostare, un "mi aspettavo altro". .....
@@innoalcinema8509perdonami ma è evidente ché il fulcro di questo film siano le diverse anime politiche americane, ci sono due schieramenti principali, chi non vuol vedere i cambiamenti evidenti della società, chi non vuole far parte del dibattito e vive la vita di sempre credendo di astenersi dalle contese, illudendosi di non esserci coinvolto, semplicemente dicendo ché non vuole essere messo in mezzo, come se non lo riguardasse per niente, ché è esattamente come sono gli schieramenti dei votanti, c'è una parte in forte maggioranza ché non vota, una ché crede non ci siano differenze tra gli schieramenti politici, chi è militante da una parte e dall'altra, chi si mette contro ad un'altro senza farsi domande ma concentrandosi solo sul fatto ché l'altro sembra dargli addosso, quindi è contro a prescindere per partito preso e nello sfondo un giornalismo ché si preoccupa solo di fare ascolti e ti riprendere le immagini e le polemiche, poi sé la gente è sottoposta alla gogna mediatica l'importante è riprendere e basta
A me il film è piaciuto molto e accetto le critiche altrui, ma mi permetto di fare una critica costruttiva: spesso voi youtubers quando parlate di "questa cosa l'hanno fatta altri film" non citate mai i suddetti... come si fa a controbbattere un argomentazione del genere?
Premessa importante: non ho ancora visto il film. Nella recensione dici che ci sono diversi titoli che hanno già parlato (anche meglio) dei temi trattati in Civil War potresti dirmi quali sono questi film in modo da recuperarli? Se non sbaglio avevi detto una cosa simile anche di Past Lives (che mi è piaciuto molto). Quali sono in questo caso i titoli a cui facevi riferimento?
C'è n'è uno ché si chiama "la seconda guerra civile americana", irriverente e beffardo ché tratta le motivazioni politiche principali in questo periodo politico americano ma con tipo 20 anni d'anticipo, perché già ne aveva sentito l'odore in precedenza, dopotutto già la guerra di secessione americana ebbe le sue origini decine di anni prima, le guerre non scoppiano così per caso e all'improvviso c'è tutto un percorso precedente, stessa cosa successe in Jugoslavia quando morì Tito 10 anni prima dell'inizio della dissoluzione e delle guerre successive.
Il nodo centrale del film è ovvio. Parla della pericolosità del alienazione della polarizzazione delle opinioni e lo fa in una maniera chirurgica e brutale. Il messaggio del film è di impegnarsi in trovare sempre un dialogonelle controversie. Mi spiace se non hai capito quanto polemico è questo film.
Titolo assolutamente fuorviante,poteva essere ambientato in Ucraina o Siria e sarebbe stato uguale (e più credibile),tanto NON si parla di guerra,che resta sullo sfondo.Il focus sono i reporter ed il loro cinismo.Assurdo poi l'assunto generale,nel quale 2/3 stati secessionisti mettono in crisi il grosso dell'esercito U.S. e,non accontentantdosi,arrivano a Washington per uccidere il presidente,difeso,SOLO da pochi body guards...assurdo!
Son d'accordo. Perché ambientare un film durante una seconda guerra civile americana senza sfruttare l'ambientazione? Perché creare un'opera di finzione speculativa se poi non si specula? non si mostra nulla, non si ragiona sulle cause. E' il punto debole del film. Nel complesso comunque un film da vedere - spanne sopra a Men.
@@Manuel-ks9qo Se l'obiettivo era quello (non raggiunto per me), non c'era bisogno di inventarsi una guerra immaginaria - cosi' legata all'attualità della politica americana tra l'altro.
@@Lirrmil 99% della fantascienza soprattutto quella distopica ha come obiettivo criticare o dare un punto di vista analitico sul presente reale e come quest'ultimo possa degenerare, secondo me si è un po disabituati a un certo tipo di cinema, ormai cercate il world building in ogni cosa, ma in Essi Vivono vi spiegavano il perché dell'invasione, chi ha creato gli occhiali, sono allegorie classiche di un cinema di genere che ormai non si fa quasi più
@@phantomequalizer4674 non c'entra nulla Essi Vivono... e non c'entra niente il world building: parole a caso proprio. Una domanda: segui la politica americana?
@@Lirrmso in che contesto esce il film, l'insurrezione post Trump, le prossime elezioni con Biden e tutto il resto. Ma non cambia la base del mio discorso, Essi Vivono era un esempio per rendere l'idea di approccio, Civil War vado a vederlo oggi e saprò dire di più, parlavo più per impressione che mi da, una sorta di istant movie che attraverso un what if verosimile vuole rappresentare lo specchio di una situazione attuale, un po come il controverso The Day After uscito in piena guerra fredda come anche un Alba Rossa. Poi ho tirato in ballo il world building perché tu per primo hai parlato di "sfruttare meglio l'ambientazione" e ti ho risposto di conseguenza
Ciao Michele, ottima recensione. L'ho visto oggi pomeriggio, sono d'accordo con la tua analisi, secondo me il film è di ottimo livello e facendo un'analogia tra quello che purtroppo succede nel mondo Palestina, Ucraina etc e un'ipotetica guerra civile in occidente negli Stati Uniti vuole mettere in risalto il grande lavoro che giornalmente fanno i report per documentarci l'orrore delle guerre rischiando la vita giornalmente e ci fa porre la domanda se è giusto fare questo in determinate fasi della guerra. Ci sono dei difettucci in varie scene del film secondo me, e ci stava anche all'inizio di spiegare il motivo scatenante della guerra civile. Il voto che do a questo film è 7,5 su 10.
Condivido le tue perplessità, Michele. "È tutto qui?" è la stessa domanda che mi sono posto a fine visione. Film gradevole, interessante, certo, ma non comprendo il clamore che si sta creando attorno a esso. Per me il troncone finale del film è anche anticlimatico, perchè quella che dovrebbe essere la scena madre all'interno della casa bianca è qualcosa che ai miei occhi è sembrata forzata, prevedibile e, per il contesto e il modo in cui viene mostrata, anche poco credibile. Si poteva fare di più, andando oltre l'aspetto puramente tecnico chiaramente di alto livello.
Boh io non l'ho visto ma tutto sto clamore non lo sento. Anzi si parla di accoglienza tiepida. Semmai il clamore è dovuto al fatto che ha un argomento polarizzante e quindi se ne chiacchiera.
@@marcobeltrami4093 Prova a cercare le recensioni su internet e mi saprai dire. Non ho trovato voti inferiori all'8, spulciando le maggiori testate giornalistiche di settore.
Mi sembra evidente ché il riferimento sia fra gli USA dei democratici e quella dei repubblicani, riferimenti chiari si riferiscono anche a quegli americani ché non vogliono schierarsi o ché non votano proprio, il film si riferisce agli USA politici, alle divisioni sociali e civili, riferimento ancora più chiaro viene dai soldati ché sotto il fuoco alla domanda ma sapete chi sta sparando sé è un nemico ? Loro rispondono semplicemente ché, quello spara quindi ché altro c'è da sapere, le posizioni politiche del presidente si evincono dal colore dalla cravatta, ancor di più da chi viene preso di mira e ucciso da un'icontro tragico con dei soldati ad un certo punto, quindi immaginate il periodo di Black lives matter in cui c'erano milizie dei due schieramenti ché giravano armate, il resto è immaginare fatti storici già accaduti in passato, uno chiarissimo è la battaglia di Berlino e qui mi taccio altrimenti spoilero troppo.
Visto oggi. Il film non parla tanto di guerra (che resta sullo sfondo, tutto quel che si vede sono azioni militari) quanto di giornalismo. Teorica l'inquadratura iniziale con la ragazzina che fotografa Kirsten Dunst nell'atto di fotografare, incarnando la macchina da presa di Garland, che si concentra non sulla brutalità della guerra ma sulla brutalità dello sguardo, di uno sguardo cinico (perfettamente incarnato dagli stanchi occhi di ghiaccio della sempre cara Kirsten Dunst), spettacolarizzante, che non si fa domande ("noi non ci facciamo domande, mostriamo affinché altri possano farne", cito a memoria) circa l'opportunità di distogliere l'obiettivo, di non mostrare, di rispettare una realtà troppo complessa, troppo sofferente per essere intrappolata su una pellicola ed esibita, strumentalizzata, dimenticata. Non a caso il cancellare la fotografia diventa un gesto di rispetto verso il collega morto. Unica critica che mi sentirei di fare è l'aver calcato la mano con una improbabile guerra civile americana, che finisce solo per distrarre dal topic principale: ma capisco che servisse qualcosa per portare il pubblico in sala. Altra cosa che non ho gradito troppo è l'espediente del viaggio iniziatico della ragazzina, che avrei evitato: il punto di vista del principiante è sempre utile per coinvolgere lo spettatore e conferire alla pellicola un senso di catabasi, ma come al solito con questo espediente i problemi sorgono nella parte finale, quella archetipica della trasformazione, in cui tutto accade troppo rapidamente; la ragazzina che due giorni prima si spaventava di fronte ad un po' di sangue si muove fra sparatorie assordanti manco fosse un Navy Seal, mentre i suoi più navigati colleghi restano indietro spaventati (come farebbe chiunque in una situazione del genere, in cui i proiettili fischiano da tutte le parti). La cosa mi è sembrata un po' stonata sinceramente, così come ho trovato un po' affrettata e stereotipata la morte della Dunst. Per il resto ottimo film, con alcuni momenti di tensione non indifferenti.
Concordo su tutto,il tema della fanta-guerra civile è solo un blando pretesto per far discutere (operazione riuscita);se lo avessero ambientato in Ucraina o Siria,per dire ,sarebbe stato solo un altro film sui reporter di guerra più o meno cinici e arrivisti (cosa che è), che vanta precedenti illustri come Urla del silenzio -Salvador-Un anno vissuto pericolosamente -Sotto tiro
Appena visto. Tecnicamente stupendo (fotografia, colonna sonora e attori in primis). Il messaggio che lancia l'ho trovato invece bellissimo e utilissimo proprio perché non espresso in maniera didascalica e scontata. Garland punta l'indice sicuramente contro la destra americana (il presidente) ma non assolve e nemmeno esalta la sinistra (i secessionisti) che vi si oppone... "Take no prisoners" è il motto di questo film... Vince solo la Guerra... Non i "buoni"... P. S. Grazie per il tuo prezioso lavoro sul canale! Non sempre concordo ma ti seguo con piacere sincero.
concordo pienamente. C'erano le basi per creare una vera storia americana con un'epica enorme, invece abbiamo un road movie in un qualsiasi paese in guerra. Interessante analisi della figura dei reporter ma alla fine è un walking dead
Plemons in questo film è la più grande icona di stile io abbia mai visto al cinema dopo James Bond.
Appena finito di vedere, una boiata di film. Per dirne una, i reporter di guerra che vanno in azione letteralmente in squadra con i plotoni dell'esercito è fantascienza
si poi nell'ultima scena ci sono i soldati che esplicitamente chiamano vicino a loro i giornalisti, non credo sia mai successo nella storia, poi magari sbaglierò e vivo su Marte
Qui dopo aver visto il film... onestamente mi ha deluso, la penso esattamente come te! tecnicamente comunque straordinario!
Aggiungo che l'ultima mezz'ora è di una intensità davvero stupefacente.
io sono uscito di sala pieno di perplessità e lo riguarderò più avanti in streaming senza spendere altri 9€ :)
comunque io non ho apprezzato molto diversi punti del film, in primis quando c'è lo scontro a fuoco 3 vs 3 dopo una notte dove si sparavano come dei folli e poi arrivi la e sono 6 persone tipo più 4 giornalisti.
l'ultima scena è girata bene ma non credo proprio che i giornalisti girino per i campi di battaglia dietro i carri armati, né che i soldati li chiamino a loro vicini, bensì li allontanino solitamente. poi se devo essere sincero va bene il colpo di scena della morte dei 2 ragazzi (cinesi?) però un maggiore approfondimento dei personaggi mi avrebbe fatto empatizzare di più con questi
oltretutto sarò stupido io ma per 40 minuti non capivo chi stesse combattendo contro chi essendo entrambi vestiti con le stesse uniformi
Ciao Michele, io credo che il film sia bellissimo con un titolo però probabilmente fuorviante. Il fulcro del discorso non risiede tanto nel mostrare il perché della guerra, ma penso sia più legato alla questione dell'importanza e ambiguità delle immagini e della ricerca della verità attraverso la fotocamera, che devono portare avanti i reporter di guerra, i quali perseguendo questo scopo sacrificano parte della loro umanità. È questo il vero conflitto, quello dei giornalisti, che da una parte sanno quanto è importante documentare la realtà e informare le persone, dall'altra sanno anche che nel farlo si disumanizzano perché danno in pasto alla gente persone mutilate e violenza esplicita, uccidendole quasi una seconda volta(infatti è bello vedere che nel film usano le fotocamere a mo' di fucili) al fine di guadagnare/campare. Più la foto è scioccante e più è l'hype attorno ad essa.
Peccato che a metà la traccia “giornalistica” venga praticamente abbandonata. Dovrebbero bastarmi gli scatti fissati in bianco e entro? E se l’argomento è quello, a cosa serve inventare questa distopia? Bastava ambientarlo in una qualsivoglia guerra in qualsiasi parte del mondo.
@@innoalcinema8509 Ambientarlo in America è solo una questione di Marketing e maggiore vendibilità del prodotto, considerando anche che è il film più costoso dell'A24. Non sono d'accordo che il discorso viene abbandonato nella seconda parte, anzi in questa seconda parte la protagonista ritrova un'umanità che aveva perso, cancellando le foto del collega ucciso, decidendo di non consegnarla per fare notizia- come normalmente avrebbe fatto- e sacrificandosi per la ragazzina che invece sta entrando in questo percorso di deumanizzazione, tant'è che in quel preciso momento, quasi in modo compulsivo, la ragazza fa in tempo a scattare tre foto alla Protagonsita che si sacrifica.
@@alessandroorlandi3204 vero forse sarebbe stato meglio farne un normale film sul giornalismo di guerra...però forse il volerlo ambientare in America è anche un modo per mandare un messaggio sulla carenza di responsabilità editoriale dei giornali, delle televisioni, degli influencer e dei social media, che ha avuto un ruolo importante nella polarizzazione politica americana e non solo negli ultimi decenni
La cronista 'vecchia' muore a causa dell'avidità di immagini della 'cronista giovane', in un drammatico e cinico passaggio di consegne. Non mi pare proprio che la traccia giornalistica venga abbandonata, anzi.
È chiaramente una scelta dell'autore non evidenziare le ideologie. Ci ho pensato anche io. Secondo me il centro di gravità permanente è mettere in risalto la miseria umana più che" la guerra fa schifo."
Film visto questa settimana. L'ho trovato semplicemente iconico 😍
Non sono d'accordo, il film secondo me è una perla, il fatto che non spieghi esattamente le cause e gli schieramenti, secondo me va anche meglio, direi che le immagini parlano da sole. L'aspetto giornalistico tiene tutto il film e il fatto che sia ambientato negli USA, lo rende ancora più inquietante. A me è piaciuto molto anche per il coraggio di produrlo.
Film bellissimo, penso credo che lo possa capire di più chi fa quel mestiere, io faccio il cameraman Televisivo, mi è capitato molte volte di pormi il dubbio di cosa posso riprendere in video, morti, il dolore degli altri, scontri, certo non a livelli di guerra! Ma il senso è come abituarsi a fare tutto ciò senza impazzire, in questo il film te lo mostra molto bene attraverso gli sguardi delle 2 protagoniste!
Non un filmone.
Ci sono tutti i cliscè della guerra, nulla di nuovo, se non il discorso generazionale delle giornaliste... che non ho assolutamente apprezzato soprattutto nel finale.
Gusti personali
Per me la sua forza è proprio la sua universalità: l'essere applicabile pari pari a qualsiasi contesto ed epoca rende perfettamente l'idea della portata del messaggio, ovvero che è capitato, capita e capiterà.
La scelta di ambientarlo all'interno degli USA, oltre che per rappresentare allegoricamente la situazione politica e sociale degli USA, permette a Garland di "avvicinare" emotivamente gli eventi al pubblico. Se avesse ambientato il film nel solito anonimo paese del Terzo Mondo lo avrebbe reso poco efficace, poco comunicativo.
Infine: è un film on the road, non un film storico o "fanta" storico, che non vuole fare nè propaganda (i due fronti in battaglia sono pressoché indistinguibili) nè un film alla Salvate il Soldato Ryan o La sottile linea rossa.
Garland ha raccontato una piccola storia, intima, umana, e l'ha calata in una realtà purtroppo verosimile, in-spiegata perché inspiegabile, sicuramente non comprensibile per chi ci si ritrova dentro, sotto i colpi di opposte fazioni che si odiano senza nemmeno particolari o clamorosi motivi.
A me il film é piaciuto molto, ma sono anche molto d’accordo con la tua recensione
personalemtente trovo che questa pellicola sia un film di pura fantasia mal realizzato. Partiamo dallo scenario. gli Stati Uniti sono divisi tra "unione occidentale" (due stati) e governo federale degli stati uniti. il film inizia a un punto avanzato della guerra, dove vediamo il governo federale che sta per capitolare per mano della unione dei due stati.
questo scenario è a dir poco fantasioso. dove due stati e ipotiziamo la rispettiva guardia nazionale (nel film non viene specificato) si ribellano e hanno la meglio contro il 90% del apparato bellico degli Stati Uniti.
il tutto poi in una ambientazione priva di zone bombardate. Nel film se ne fa cenno, ma non ci sono immagini di aree bombardate (se pensate solo alle condizioni attuali della striscia di Gaza, quello potrebbe essere paragonabile al 1% di quello potrebbe essere in grado di scatenare l'apparato bellico statunitense, senza citare il potenziale atomico).
arrivando al comparto tecnico, le scene di sparatoie o di guerra (se così vogliamo chiamarle) sono veramente ridicole e poco plausibili. fatte solo per suscitare una reazione emotiva da parte del pubblico, ma realmente poco curate. Segno di consuleti o tecnici assenti o veramente scadenti.
il finale è veramente follia e realmente poco credibile, avvalorando la teoria che sostanzialmente l'intenzione non è stata fare un buon film, ma suscitare una reazione di sdegno e nulla di più.
Sentendo certe recensioni, ho come l impressione che la gente non sia piu' capace di vedere un film. Non di capirlo o altro. Proprio di guardarlo. E' tutto un accostare, un "mi aspettavo altro". .....
Mi sembra di aver specificato che non è da me “aspettarmi” qualcosa dai film che guardo…
@@innoalcinema8509perdonami ma è evidente ché il fulcro di questo film siano le diverse anime politiche americane, ci sono due schieramenti principali, chi non vuol vedere i cambiamenti evidenti della società, chi non vuole far parte del dibattito e vive la vita di sempre credendo di astenersi dalle contese, illudendosi di non esserci coinvolto, semplicemente dicendo ché non vuole essere messo in mezzo, come se non lo riguardasse per niente, ché è esattamente come sono gli schieramenti dei votanti, c'è una parte in forte maggioranza ché non vota, una ché crede non ci siano differenze tra gli schieramenti politici, chi è militante da una parte e dall'altra, chi si mette contro ad un'altro senza farsi domande ma concentrandosi solo sul fatto ché l'altro sembra dargli addosso, quindi è contro a prescindere per partito preso e nello sfondo un giornalismo ché si preoccupa solo di fare ascolti e ti riprendere le immagini e le polemiche, poi sé la gente è sottoposta alla gogna mediatica l'importante è riprendere e basta
A me il film è piaciuto molto e accetto le critiche altrui, ma mi permetto di fare una critica costruttiva: spesso voi youtubers quando parlate di "questa cosa l'hanno fatta altri film" non citate mai i suddetti... come si fa a controbbattere un argomentazione del genere?
Premessa importante: non ho ancora visto il film. Nella recensione dici che ci sono diversi titoli che hanno già parlato (anche meglio) dei temi trattati in Civil War potresti dirmi quali sono questi film in modo da recuperarli?
Se non sbaglio avevi detto una cosa simile anche di Past Lives (che mi è piaciuto molto). Quali sono in questo caso i titoli a cui facevi riferimento?
C'è n'è uno ché si chiama "la seconda guerra civile americana", irriverente e beffardo ché tratta le motivazioni politiche principali in questo periodo politico americano ma con tipo 20 anni d'anticipo, perché già ne aveva sentito l'odore in precedenza, dopotutto già la guerra di secessione americana ebbe le sue origini decine di anni prima, le guerre non scoppiano così per caso e all'improvviso c'è tutto un percorso precedente, stessa cosa successe in Jugoslavia quando morì Tito 10 anni prima dell'inizio della dissoluzione e delle guerre successive.
@@fabius1493 fai riferimento a quello di Joe Dante?
@@lacasalingadisaphira5911 si
Il nodo centrale del film è ovvio. Parla della pericolosità del alienazione della polarizzazione delle opinioni e lo fa in una maniera chirurgica e brutale. Il messaggio del film è di impegnarsi in trovare sempre un dialogonelle controversie. Mi spiace se non hai capito quanto polemico è questo film.
Titolo assolutamente fuorviante,poteva essere ambientato in Ucraina o Siria e sarebbe stato uguale (e più credibile),tanto NON si parla di guerra,che resta sullo sfondo.Il focus sono i reporter ed il loro cinismo.Assurdo poi l'assunto generale,nel quale 2/3 stati secessionisti mettono in crisi il grosso dell'esercito U.S. e,non accontentantdosi,arrivano a Washington per uccidere il presidente,difeso,SOLO da pochi body guards...assurdo!
Un film di cristo, senza se e senza ma. Visto due volte di fila!
Son d'accordo. Perché ambientare un film durante una seconda guerra civile americana senza sfruttare l'ambientazione?
Perché creare un'opera di finzione speculativa se poi non si specula? non si mostra nulla, non si ragiona sulle cause.
E' il punto debole del film. Nel complesso comunque un film da vedere - spanne sopra a Men.
L'ambientazione vuole essere solo un pretesto allegorico, per parlare di altro. Come il ruolo e l'importanza del giornalismo di guerra.
@@Manuel-ks9qo Se l'obiettivo era quello (non raggiunto per me), non c'era bisogno di inventarsi una guerra immaginaria - cosi' legata all'attualità
della politica americana tra l'altro.
@@Lirrmil 99% della fantascienza soprattutto quella distopica ha come obiettivo criticare o dare un punto di vista analitico sul presente reale e come quest'ultimo possa degenerare, secondo me si è un po disabituati a un certo tipo di cinema, ormai cercate il world building in ogni cosa, ma in Essi Vivono vi spiegavano il perché dell'invasione, chi ha creato gli occhiali, sono allegorie classiche di un cinema di genere che ormai non si fa quasi più
@@phantomequalizer4674 non c'entra nulla Essi Vivono... e non c'entra niente il world building: parole a caso proprio. Una domanda: segui la politica americana?
@@Lirrmso in che contesto esce il film, l'insurrezione post Trump, le prossime elezioni con Biden e tutto il resto. Ma non cambia la base del mio discorso, Essi Vivono era un esempio per rendere l'idea di approccio, Civil War vado a vederlo oggi e saprò dire di più, parlavo più per impressione che mi da, una sorta di istant movie che attraverso un what if verosimile vuole rappresentare lo specchio di una situazione attuale, un po come il controverso The Day After uscito in piena guerra fredda come anche un Alba Rossa. Poi ho tirato in ballo il world building perché tu per primo hai parlato di "sfruttare meglio l'ambientazione" e ti ho risposto di conseguenza
Alba Rossa?
Ciao Michele, ottima recensione. L'ho visto oggi pomeriggio, sono d'accordo con la tua analisi, secondo me il film è di ottimo livello e facendo un'analogia tra quello che purtroppo succede nel mondo Palestina, Ucraina etc e un'ipotetica guerra civile in occidente negli Stati Uniti vuole mettere in risalto il grande lavoro che giornalmente fanno i report per documentarci l'orrore delle guerre rischiando la vita giornalmente e ci fa porre la domanda se è giusto fare questo in determinate fasi della guerra. Ci sono dei difettucci in varie scene del film secondo me, e ci stava anche all'inizio di spiegare il motivo scatenante della guerra civile. Il voto che do a questo film è 7,5 su 10.
Condivido le tue perplessità, Michele.
"È tutto qui?" è la stessa domanda che mi sono posto a fine visione. Film gradevole, interessante, certo, ma non comprendo il clamore che si sta creando attorno a esso. Per me il troncone finale del film è anche anticlimatico, perchè quella che dovrebbe essere la scena madre all'interno della casa bianca è qualcosa che ai miei occhi è sembrata forzata, prevedibile e, per il contesto e il modo in cui viene mostrata, anche poco credibile.
Si poteva fare di più, andando oltre l'aspetto puramente tecnico chiaramente di alto livello.
Boh io non l'ho visto ma tutto sto clamore non lo sento. Anzi si parla di accoglienza tiepida. Semmai il clamore è dovuto al fatto che ha un argomento polarizzante e quindi se ne chiacchiera.
@@marcobeltrami4093 Prova a cercare le recensioni su internet e mi saprai dire. Non ho trovato voti inferiori all'8, spulciando le maggiori testate giornalistiche di settore.
Mi sembra evidente ché il riferimento sia fra gli USA dei democratici e quella dei repubblicani, riferimenti chiari si riferiscono anche a quegli americani ché non vogliono schierarsi o ché non votano proprio, il film si riferisce agli USA politici, alle divisioni sociali e civili, riferimento ancora più chiaro viene dai soldati ché sotto il fuoco alla domanda ma sapete chi sta sparando sé è un nemico ? Loro rispondono semplicemente ché, quello spara quindi ché altro c'è da sapere, le posizioni politiche del presidente si evincono dal colore dalla cravatta, ancor di più da chi viene preso di mira e ucciso da un'icontro tragico con dei soldati ad un certo punto, quindi immaginate il periodo di Black lives matter in cui c'erano milizie dei due schieramenti ché giravano armate, il resto è immaginare fatti storici già accaduti in passato, uno chiarissimo è la battaglia di Berlino e qui mi taccio altrimenti spoilero troppo.
Il film da per scontato che lo spettatore sappia come inizia e perché la frantumazione sociale civile politica degli USA
Troppi giri di parole ho sentito attorno a questo lerciume.e' semplicemente un film di merda e va detto,punto.
e se lo dici tu è fattuale