Clima, Adriatico +4°C sopra la media: specie a rischio

Se il Mediterraneo è da tempo considerato dagli esperti come un importante hotspot dei cambiamenti climatici, le acque che bagnano l'Italia stanno subendo delle trasformazioni radicali che potrebbero alterarne in modo irreversibile l'habitat. L'Adriatico ne è un chiaro esempio, come spiega Antonio Olita, climatologo del Consiglio nazionale delle ricerche di Cagliari.
Se in media, negli ultimi 30 anni, a fine luglio la temperatura superficiale delle acque è stata di circa 26°C, nei giorni scorsi le rilevazioni hanno misurato ben 30°C. Una temperatura decisamente più in linea con quelle dei mari tropicali che con quelle tipiche delle nostre latitudini. L'Adriatico, quindi, può sembrare piacevole ai bagnanti, ma con queste temperature sempre più alte può diventare invivibile per tante specie marine, con conseguenze devastanti anche per l'economia: i mitili, in particolare, fanno fatica ad adattarsi e con ondate di calore sempre più lunghe e frequenti l'industria rischia di essere fortemente penalizzata.
Oltre alle temperature sempre più alte, c'è il problema delle mucillagini: si tratta di glicoproteine prodotte, in particolari condizioni di stress, da microalghe non visibili ad occhio nudo. Un problema tanto per le specie marine, come per i pescatori locali e per il settore turistico. Tra i fattori di stress, ci sono senza dubbio il caldo ma anche la movimentazione di grandi masse d'acqua, sempre più contaminata da fertilizzanti, causata negli ultimi mesi dall'impressionante serie di perturbazioni che ha colpito il Nord Italia. Per eliminare la grande massa di alghe, i batteri marini consumano grandi quantità di ossigeno, impoverendone l'acqua. Tante specie, per sopravvivere in queste condizioni oggettivamente difficili, stanno lasciando il loro habitat naturale, spostandosi dalle acque superficiali a quelle più profonde. Chi invece sembra adattarsi a meraviglia in un mare sempre più caldo e povero di ossigeno, invece, sono quelle specie aliene, come il granchio blu o il vermocane, che si stanno diffondendo sempre di più, spostando il loro areale sempre più a Nord nell'Adriatico.
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