Musica Modale, Musica Tonale, Musica Atonale - Lezioni di Musica

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  • Опубліковано 5 жов 2024
  • Nel video di oggi parlerò della mia posizione rispetto agli insiemi di Musica Tonale, Modale e di quella Atonale. Rivelerò il motivo per cui ritengo che le prime due facciano parte in realtà di uno stesso gruppo a cui non può invece appartenere la terza. Partirò definendo la loro caratterizzazione. Sia i Brani Tonali che quelli Modali sono basati su delle Scale e sugli Accordi che vengono costruiti su di esse. Questo può essere notato prendendo un qualsiasi pezzo a caso ad esempio noi ne facciamo ascoltare diversi di Stile Corale Rinascimentale come quelli di Gilles Binchois, Orlando di Lasso o Josquin Desprez, oppure di genere Galante come la Toccata di Paradisi o la Sonata di Carl Philipp Emmanuel Bach. Ma le stesse proprietà possono essere notate nella produzione moderna come ad esempio nei lavori di Miles Davis o del Chitarrista Steve Vai. Già da questa osservazione sembrerebbe evidente la comunanza tra i due sistemi Compositivi presi in esame. Certamente presentano delle differenze tuttavia ciò accade anche tra Canzoni o Musiche che vengono raggruppate in uno stesso insieme. Considerando quelle di Joseph Haydn e di Wolfgang Amadeus Mozart si nota che hanno una natura molto diversa e possono essere distinte perfino all' ascolto tra di loro se si possiede un orecchio piuttosto allenato, eppure fanno parte di uno stesso gruppo perché contengono delle caratteristiche proprie ad esso. Dunque più che concentrarsi sulle differenze tra i due sistemi sarebbe più utile ragionare sulla interazione del nostro cervello con loro, in modo da renderci conto che ai fini della loro comprensione non vi sono differenze di approccio. Una prova sta nell' ascolto della Colonna Sonora del Film Jurassic Park Composta da John Williams. Vi si trovano infatti sia la Scala Maggiore sia il Modo Misolidio. Durante tutto il processo in cui ascoltiamo però, noi non cambiamo il nostro metodo di comprensione da un punto di vista percettivo e cognitivo anche quando muta il sistema scalare di riferimento e questo è un segnale inequivocabile del fatto che il nostro cervello interagisce allo stesso modo con entrambi i sistemi Musicali. La stessa cosa non si può dire per tutte quelle Composizioni Atonali che comprendono metodi sviluppati a partire dall' inizio del 900 come la Dodecafonia, il serialismo integrale, o l' alea. In questi casi per quanto fossimo acculturati non riusciremmo a riconoscere i criteri costruttivi di ciò che stiamo sentendo ma dovremmo rintracciarli necessariamente sullo Spartito utilizzando la lettura, e quindi capacità cognitive differenti. Anche se studiassimo a fondo il sistema Dodecafonico potremmo non riuscire a riconoscere una serie all' interno di una Suite per Pianoforte perché la libertà con cui può essere disposta è tale che anche chi possiede l' orecchio assoluto, anche chi riconosce un aggregato di dodici Suoni simultanei non riuscirebbe a ricostruire il fenomeno da un punto di vista razionale semplicemente attraverso la percezione auditiva. Tale condizione può essere provata facendo un esperimento con le musiche di Thomas Adés: egli infatti è noto perché spesso mescola all' interno di una stessa Opera elementi Tonali a quelli Tonali o Modali. Provando ad ascoltare tali Opere ci si può rendere conto che nel passaggio da un sistema all' altro la nostra capacità di comprensione viene destabilizzata in quanto se può carpire naturalmente i meccanismi tonali o modali non può fare altrettanto per tutti gli altri e pertanto riuscirà ad assorbire solo parte di ciò che sta studiando. Alla luce di queste riflessioni è sorprendente che nella Didattica del Conservatorio questo distinguo non venga effettuato ma tutti questi mondi vengano messi insieme in un unico grande calderone che rischia di confondere gli studenti e in generale le nuove generazioni di Musicisti. Un dibattito in merito sembra pertanto utile e necessario. Per quanto ci riguarda non ci resta che augurarvi Buona Visione e Buon Ascolto!
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    Bentornati nella nostra rubrica "Lezioni di Musica"! In questa puntata, approfondiremo l'argomento riguardante musica modale, tonale e atonale già accennata in una precedente lezione.
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КОМЕНТАРІ • 10

  • @Gabriel-e3q9l
    @Gabriel-e3q9l 9 місяців тому +1

    Complimenti..che bel canale che ho trovato! Ovviamente iscritto e..like..!

    • @alessandrosevera3859
      @alessandrosevera3859 9 місяців тому +1

      Grazie sono felicissimo che apprezzi i miei contenuti! 😊 A presto! 🎼🎵🎶

  • @ivencagnolati5719
    @ivencagnolati5719 3 роки тому +3

    Grande Alessandro! Questo lo condivido con un vecchio collega che non l'ha mai voluto capire...

    • @musicamonteverde2779
      @musicamonteverde2779  3 роки тому +2

      Grazie Iven! Queste cose è bene che si dicano e che si diffondano! Continuiamo a diffondere informazioni vere! A Presto!

  • @egmedicus
    @egmedicus 10 місяців тому +4

    Molto bello

    • @alessandrosevera3859
      @alessandrosevera3859 10 місяців тому +4

      Grazie sono felice che hai apprezzato questo video! 😊 A presto!

  • @vitonacci7779
    @vitonacci7779 7 місяців тому +4

    Ho seguito con molto interesse la apprezzatissima lezione su musica tonale, modale e atonale.
    Pur ammirato dalla complessità matematica delle teorie che sono alla base dell'armonia musicale, da spettatore e no da attore, tuttavia qualcosa non mi convince.
    Mentre ho difficoltà a leggere la musica scritta su di un pentagramma, tuttavia distinguo abbastanza gli intervalli tra le note in sistema equabile, pur privo di orecchio assoluto. Notazione questa necessaria per dar modo di comprendere la genericità di questo mio commento.
    Nella lezione qui appresa, si tiene a base il concetto che vi sono specificità nella progressione delle note e nella combinazione e interpolazione che se ne fa, che poi il cervello rielabora traendone una emozione. A seconda che essa in alcune combinazioni sia piacevole e in altre no, oppure meno, dà luogo poi ai teorici della musica di costruirne i differenti sistemi di cui qui è cenno.
    Riterrei, invece, che il fenomeno vada ricostruito al contrario.
    È il cervello che di default organizza i suoni a seconda che il raggruppamento di determinate note nei cd accordi o nella loro successione temporale risulti piacevole oppure utile a emozionare piacevolmente.
    Sicché è sulla base dell'emozione data dai suoni che giungono al cervello che viene dato luogo alle svariate teorie musicali, e no che esistano regole dell'armonia, da alcune delle quali si origina musica più gradita all'orecchio che altre.
    Non è uno stabilire il primato tra uovo e gallina, ma ho come l'idea che il rapporto tra cervello umano (e di quale tra le tante umanità del pianeta ?) e teorie musicali vada letto in senso inverso: sono le culture umane che forgiano il cervello a seconda della storia e dei luoghi delle varie umanità del pianeta a fornire elementi per la costruzione locale di regole di armonia musicale.
    E no che esista un archetipo platoniano di idee dell'armonia, dalle cui ombre proiettate su di una tastiera nascano teorie musicali delle quali il cervello poi si permea.
    Scusate se sono stato alquanto circonfuso e grazie per essere eventualmente giunti a leggere fin qui. 🙂

    • @alessandrosevera3859
      @alessandrosevera3859 7 місяців тому +5

      Grazie del commento molto dettagliato tento una risposta qui anche se lo spazio è poco forse potrebbe essere spunto per un video. Inizialmente può essere utile considerare distintamente l' elemento della comprensione (ad esempio quando dici di riconoscere gli intervalli) da quello emozionale. Il primo è oggettivamente osservabile: ad esempio si può capire se si riescono a sentire tutte le note di un accordo che si sta sentendo o gli intervalli di una specifica melodia. L' elemento emozionale è per certi versi soggettivo tuttavia non è indipendente dalla comprensione e da alcuni dati oggettivamente osservabili. Per notare questo basti pensare al fatto che ricordiamo la nostra canzone preferita e a vari livelli la possiamo anche riprodurre ad esempio canticchiandola. Se non potessimo nemmeno ricordarla (il che significa aver memorizzato le sue strutture e quindi averle comprese almeno a livello intuitivo) non potrebbe essere la nostra canzone preferita per definizione. Dunque un primo livello fondamentale di analisi della nostra interazione con le strutture musicali è su quello che possiamo ricordare degli elementi che ascoltiamo da questo non si può prescindere le emozioni seguono questo aspetto non lo precedono. Poi le emozioni che conseguono sono filtrate dai fattori ambientali e individuali similmente alla reazione emotiva che può esservi nell' imparare gli integrali in matematica o una lingua straniera. Il primo livello conditio sine qua non è però la comprensione anche solo intuitiva del materiale che si sta ascoltando tant'è che alcuni brani composti stocasticamente sono impossibili da ricordare e forse anche da distinguerli da altri composti nello stesso modo. Quindi il cervello umano è limitato ad un determinato livello di complessità e di quantità di elementi (questo limite non è piccolo) e ha margine di comprensione (e successivamente/conseguentemente di elaborazione emotiva) entro questi limiti. Ne ho parlato anche nei video "Ascolto Attivo, Ascolto Passivo" e nei video "AI e Musica" forse possono dare ulteriori spunti per la riflessione.

    • @vitonacci7779
      @vitonacci7779 7 місяців тому +4

      Grazie dell'attenzione 🤩. Ho iniziato al tramonto a entrare nel mondo della musica, rimanendone ancora sulla soglia. Ma da quanto mi dici, traggo spunto a qualche passo dentro 🙂. Con qualche riserva e tantissimi dubbi ☹️. Il dubbio, del resto, si sa, è il motore della conoscenza ...

    • @alessandrosevera3859
      @alessandrosevera3859 7 місяців тому +4

      @@vitonacci7779 Certamente e l' interazione e lo scambio di conoscenze sono utili a fare un po' di chiarezza quindi qualsiasi cosa sono qui 😊 Sono felice che apprezzi i miei contenuti 😊