Qualità della MORTE, qualità della VITA: sulla TANATOLOGIA con Davide Sisto
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- Опубліковано 3 бер 2024
- Davide Sisto, filosofo e tanatologo, ospite ai Cogito Studios per parlare del ruolo della morte oggigiorno e molti altri argomenti intriganti.
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La musica della sigla è tratta da Epidemic Sound (Ace-High, "Splasher"): login.epidemicsound.com/ - la voce della sigla è di ELIO BIFFI
Mi ricordo da piccolo, ero alle elementari, forse in seconda, se non in prima, chiesi a mia madre di mia nonna che era morta da poco, da 2 o 3 anni circa, e capii che tutti muoriamo, e li fui preso da una tremenda angoscia, e dicevo che non volevo morire. Spesso ci penso, poi penso pure ai miei genitori, a 30 o35 anni che son volati, prima dei quali erano giovani, soprattutto mio padre. ora non ho più rapporto con loro e penso cosa possono pensare e quali prospettive possono avere. Io ho quasi 46 anni e la vita e la società è uno schifo, tante cose sono fastidiose e contro certe cose la singola persona non può nulla, poi mi calmo e appunto penso, ma chi se ne frega tanto alla fine un destino miserabile ce l'hanno tutti, vincenti, perdenti, poveri o ricchi belli o brutti, poi ho anche trovato un pensiero simile in un aforisma di Oscar Wilde, "Non prendete la vita troppo seriamente, comunque vada non ne uscirete vivi".
1:02:55 _"E allora ci sta poter pensare, credere e sperare che ci sia un Al di là un ricongiungimento con i propri, cari e tutte le varie credenze che ci sono nell'aldilà"_
A mio parere, il semplice fatto che quando l'uomo medio del giorno d'oggi, al pensare all'"aldilà", pensi automaticamente come prima cosa al "ricongiungimento con i propri cari", è molto illuminante.
Tanto per dire, a livello di fede cattolica, il punto principale non è quello di rivedere i propri cari, l'"aldilà" ha una dimensione completamente diversa, e ha molto poco a che fare con il "continuare a vivere", e questo è molto significativo soprattutto alla luce poi del giudizio _molto aspro_ che certe persone hanno della cosa e della fede in generale.
Tanto per fare un esempio, secondo questa logica, se uno è sposato ci si aspetterebbe di _"potersi finalmente riunire con il proprio coniuge"._ Peccato che secondo la fede cattolica il matrimonio semplicemente non esiste più una volta morti. E non esiste perché è la prospettiva ad essere completamente diversa: un conto è essere vivi e avere bisogno di uno _strumento_ come il matrimonio per condurre la propria vita, un altro è l'essere _a tu per tu con il Mistero,_ in una situazione in cui tutto questo semplicemente non serve.
Nessuno sa se e come esiste l'aldilà ma almeno se se ne parla, sarebbe meglio farlo con cognizione di causa, pur in maniera apofatica
Penso sia tra le mie interviste preferite! Bellissima
Grande Davide!
Ottima Intervista, molto interessante mi ha aperto diversi punti di riflessione
Grazie rick❤️
cogitata di livello super!
mi sono grattato dall'inizio alla fine
Mi piace il concetto di "paracadute esistenziale" 👍
Il giorno in cui si muore è un giorno come tutti gli altri, solo più corto
26:19 dalle mie parti, vicino ad una casa di riposo, in tutta la via c'era la pubblicità delle pompe funebri che recitava così:>. Da ridere, ma anche no, capisco il parlare serenamente della morte, ma ci vuole sempre tatto quando si trattano certi argomenti.
Cari teologi, psicologi, psichiatri, filosofi,
a quanti dispensano lezioni di vita:
Ebbene, non ho paura della morte; tremo al pensiero della sofferenza, a quella,
si!
Qualsiasi essa sia, di qualunque
natura,
anche la più leggera!
A quanti affermano, sostengono,
propongono la pedagogia della sofferenza,
principalmente in ambito
teologico,
psicologico, ecc.., a questi signori, suggerisco prudenza ma soprattutto
"sensibilità".
La sofferenza, non serve a crescere, non serve a nulla!
Sfigura, l'essere umano, lo incattivisce, lo abbruttisce.
La sofferenza, è la lebbra dell'umanità, il resto è mero bla.., bla., bla....
La morte, fa parte della vita. è una"condicio sine qua non", condizione senza la quale...
La morte è la vera liberazione
da una esistenza
impossibile,
a condizioni umane penose
(malattie incurabili),
tralascio la sofferenza oceanica, causata delle
guerre,
dalla stupidità umana;
le atrocità, gli orrori che hanno provocato
sulla pelle a milioni e milioni di esseri umani;
non solo, ad aggravare, a
esacerbare
la condizione esistenziale, per tanti in coda, vivere oltre i settant'anni è solo
più
una noia terribile, mortale.
gio
Beh puoi vederla così senza dubbio, ma è solo una tua opinione e non vedo perchè dovrebbe essere migliore delle altre. Io personalmente ho grande rispetto ed ammirazione per quelle persone (parlo soprattutto in ambito di fede) che hanno affrontato con coraggio e sopportazione le malattie e la sofferenza senza perdere sè stessi o cedere alla disperazione. Ci sono diverse storie anche di giovani qua in Italia che hanno affrontato un percorso di sofferenza e morte con una dignità e un coraggio dando un esempio positivo agli altri. Non vedo perchè secondo te sarebbero da denigrare questi esempi con cui le persone danno un senso alle loro sofferenze.
Da giovani, si scrive poesie d’amore,
poi si fa l’amore, infine si constata che
la vita è una tutta
una fregatura.
Quando arriverai a setta anni,
lo capirai, ma è tardi.
Vanità delle vanità
tutto è vanità. QOHELET
Ossequi
@@giovannitestore1845 non mi sembra un risposta molto nel merito ma va bene lo stesso, mi spiace che lei la veda così. Grazie comunque per la risposta
che cazzo posso dire... grazie Rick Dufer. ✨
La morte che dà senso alla vita ❤
Don quijote dice: sono nato per vivere morendo
A quando una bella intervista a Luigi Zucaro, responsabile di bioetica al Bambin Gesù di Roma?
Sarebbe molto molto interessante
Tanatologi!............😮
È Rosenzweig l'autore della Stella della redenzione
Eh, confondo sempre Rosenkranz con Rosenzweig 🤣
MOOORIREEEEMOO TUUUTTIIIIIIIIIIIIIII AAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH😱😱😱😱😱
Io ho il terrore di morire di cancro…
🤨☝️"Ricordati...che devi morire..."🙋'come me!'🤷🤸🙌
guarda mi ha fatto molto piacere che qualcuno, mi dica che va bene essere spaventanti, non è una cosa. che sono un fifone.