Salve, sono un apicoltore e sono pienamente d'accordo con quello che dici. Molti sfruttano questa situazione delle varie specie di api in reale pericolo per far adottare alveari e guadagnarci sopra. Oppure affollano determinati luoghi melliferi (per produzione) con una enorme quantità di casse (50-100- etc) a solo scopo di produrre di più, togliendo cibo agli altri pronubi.
Alla prossima riunione condominiale potrò dire di tagliare meno l'erba per il bene della biodiversità, così posso fare la figura della persona colta e responsabile e non della taccagna, grazie!
PRIMA DI COMMENTARE. Per esperienza so che questo video genererà una sezione commenti particolarmente accesa. Non è un problema, vi chiedo però sempre una cosa. Se siete qui per raccontare che le api da miele in realtà sono in pericolo, che quello che ho detto non è vero, che in realtà vostro zio fa l'apicoltore ed è impossibile che questo possa avere degli aspetti negativi sull'ambiente o quant'altro prima vi invito almeno a leggere gli articoli in descrizione o che metto infondo a questo commento. Più anni passano e più sembra essere consolidato che un impatto di troppi alveari diano problemi ad un sacco di altre specie. Prima di negarlo approfondite. Potete eventualmente anche guardare il mio video più approfondito: ua-cam.com/video/nk5muURIUAE/v-deo.html O leggere un paio di grossi studi sistematici: Review sistematica sull'impatto delle api sulle api selvatiche: journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0189268 Una review sui salti di specie delle malattie delle api da miele su tutti gli altri artropodi: pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34451508/ Un ottimo studio sull'impatto di troppi alveari su una comunità di animali e piante: www.nature.com/articles/s41598-021-81967-1
Mi sembra ovvio che troppi alveari siano un problema... come troppi cani, troppi gatti, troppi cinghiali ecc. Perché negare una cosa dimostrata da mille esempi naturali?
Tutto verissimo e capisco l'esigenza di calcare la mano per far comprendere la differenza tra la condizione dell'ape mellifera e quelle selvatiche. Ma come tu stesso citi un carico eccessivo di alveari PUÒ provocare danni agli altri impollinatori. Mentre gli insetticidi e la mancanza di nettare SICURAMENTE provocano danni agli impollinatori. Quindi secondo me sarebbe importante fare una campagna anche su questo.
Ma Santa Polenta. È cosa logica e lampante che se un gruppo, specie/varietà che sia, aumenta considerevolmente lo fa in competizione e scapito di altri. Adoro le api, gli l'apicoltura mi affascina, ma anche su trattazioni fatte bene come queste si Giacomo vedo approcci polemici da fan boy, mi aspetto ciò quando quando vado su i canali a tema calcio, non qui. Video bello e utilissimo.
Premetto che sono un apicoltore e un agricoltore non per hobby ma per mestiere. Prima osservazione che vorrei farti è che la maggior parte degli studi che vengono fatti in questo campo sono americani e non sono necessariamente sempre applicabili all'apicoltura italiana. In America moltissimi alveari vengono spostati in blocco appositamente per impollinare certe zone dietro compenso da parte degli agricoltori della zona mediamente su frutteti. Una cosa simile al nomadismo italiano ma molto più sistematica e in grande. Detto questo sono abbastanza convinto che le conclusioni generali siano più o meno applicabili anche qui in Italia anche se magari con numeri differenti i problemi rimangono quelli. Invece sono totalmente in disaccordo con il concetto che abbandonare alcune zone vegetative sia positivo per la biodiversità (incolto = abbandono). Io vivo nel nord Italia qui i terreni agricoli abbandonati sono sempre di più e ti assicuro per esperienza che tornare a un bilanciamento naturale è molto più complicato che dire non tagliamo l'erba qui, non puliamo i boschi la. L'abbandono porta solo a un futuro pieno di rovi, edera (e altre specie rampicanti) e cespugli di vario genere spesso non autoctoni. Infine ti posso tranquillizzare sul concetto di adotta un alveare, gli unici che ci guadagnano davvero sono le aziende che forniscono "il servizio" non gli apicoltori. Il numero di alveari nel mondo sale perché la domanda di miele è mediamente stabile (o addirittura in crescita) ma la produttività di miele per singolo alveare è in drastico calo per tutta una serie di motivi, cambiamento climatico, patogeni, pesticidi solo per citare i maggiori. Io con le api mellifare ci campo quindi le allevo e le curo. Arriverà un giorno forse quando questo non sarà più fattibile e allora smetterò di farlo e così tutti i miei colleghi. Sono sicuro che se questo mai capiterà verrà fuori qualcuno a dire "ma come mai le api mellifare si sono estinte?". Ah si perché tanto mai la gente non lo sapesse le api selvatiche così come tutti gli altri insetti impollinatori selvatici sono in calo ma le api mellifare selvatiche sono già estinte.
Ho iniziato a seguirti proprio per i video sulle api, hai sgretolato la mia credenza su "le api sono in pericolo". Non avevo mai preso coscienza di tutti gli altri impollinatori. Illuminante!
Oh, finalmente! Noi, nella nostra piccola attività orticola, abbiamo 5000 metri quadri lasciati incolti. Tra le prode lasciamo l'erba e le prode sono pacciamate con la paglia. Continuo a vedere pronubi diversi, api legnaiole, osmie, bombi etc. In un fiore di zucca ho contato, nello stesso momento, 8 apoidi di almeno 4 specie in contemporanea. Una meraviglia.
Ciao Giacomo, io ho costruito con materiali organici (bamboo naturali) una casetta per api selvatiche, la mia famiglia ha 6 arnie e facciamo il miele, ma in effetti bisogna anche curare le api selvatiche, per questo lasciamo un ettaro libero a maggese.
ho un piccolo giardino condominiale dova sto facendo una piccola perma coltura, tutta roba locale, e ho anche dezollato una zona per lasciare uno spazio incolto. una meraviglia, sono invaso da menta spontanea, fiori incredibili mai visti prima e appena faccio largo tra le piante vedo una miriade di insetti. lo spunto l'ho avuto, credo, da un tuo vecchio video dove raccontavi di quante specie fossero nate da uno spazio di terra sugli appennini in cui hanno impedito agli ungulati di mangiare. video come questi sono preziosissimi, grazie per l'ottima divulgazione
Sono apicoltore e sono a conoscenza e approvo tutto ciò che é stato detto. Aumentare la biodiversità sia di flora che di fauna é l'unico modo per avere un ambiente sano. Ultima cosa, se si lasciano spazi non lavorati li si svilupperà una flora che fiorira tutto l'anno e darà cibo sempre al contrario delle zone monoflora.
Confermo, vivo ad Augsburg e in tutti i parchi pubblici ci sono porzioni di prato incolto (in realtà ho l’impressione che in certi pezzi semplicemente aspettino la fioritura di tutte specie prima del taglio, in estate inoltrata, in altre proprio non mettano mano per svariati anni). L’università è molto attiva su questo fronte, hanno gli alveari, case per gli insetti quasi ovunque nel campus e regalano bustine di semi di fiori a matricole e neo assunti (credo specie autoctone “interessanti” per gli insetti) da seminare, invitando di fatto la gente a creare un ambiente insetto friendly.
ciao Giacomo,visto che ti sta veramente a cuore la salvaguardia della biodiversità,secondo me dovresti iniziare a parlare di agricoltura in maniera periodica. mi piacerebbe sentirti sfatare la marea di leggende riguardo alla convenienza di un certo tipo di agricoltura rispetto ad un altra..e come ben sai alcuni tipi di agricoltura favoriscono la conservazione di biodiversità. bel video. a presto
Da agricoltore posso dire che : lasciare "incolto" nelle zone marginali, oppure nel proprio giardino, a volte non è così facile. Tutto sta nel senso di "incolto". Nel nostro tempo, in molte zone marginali nelle campagne la vegetazione é stata distrutta sistematicamente senza criterio (per esempio: trinciare in precisi periodi dell'anno e solo in quelli può addirittura giovare alle fioriture). Di conseguenza quella rimasta è la vegetazione che è sopravvissuta, in vari modi, alle suddette distruzioni cicliche. Questa può aver tappezzato l'incolto e aver escluso la diversità vegetale presente un tempo. Pertanto, in questi casi, lasciare incolto non avrebbe necessariamente grossi benefici - anzi. Purtroppo le rivegetazioni richiedono allora lavoro e pazienza per instaurare di nuovo l'equilibrio fra specie desiderato. Questo vale anche per i giardini. Il caso del rovo credo che sia comune a tutt'Italia. Non è un buon esempio però (è amato dagli apoidei). Farei l'esempio invece dei giavoni e dei sorghi selvatici: tappezzano tutto avendo crescita vigorosissima e velocissima; ma non si riproducono mediante impollinazione. Insomma un disastro. Più facile informarsi delle specie arbustive e arboree autoctone e cercare di riforestare con quelle, acquistandole presso un vivaio forestale: banalmente in breve tempo domineranno sulle infestanti vegetali, peraltro ombreggiandole e limitandone così la crescita.
Concordo, pure l'incolto deve avere un senso e una gestione per sortire gli effetti desiderati, soprattutto in quelle aree dove sono presenti arbusti alloctoni infestanti. Io ho un prato infestato dalla Spirea japonica, è talmente prolifica da soffocare tutte le altre piante, il risultato è che a lasciarla incolta l'unica fioritura dell'anno in quella zona è la Spirea. In altre zone dove sono andato a decespugliare oltre alla maledetta Spirea sono cresciute altre piante e le fioriture sono state molteplici.
Prima aspetterei fonti affidabili come ad esempio un video di Mortebianca in cui spiega come l'apicoltura abbinata al marxismo sia la migliore delle soluzioni .
Si no ma perché sai, le api sono il modello perfetto di società comunista, dove tutti lavorano per lo stato e hanno il loro ruolo nella società, nascono impollinano tornano indietro, fanno il miele per tutti gli altri e muoiono. Muoiono anche precocemente per salvare la madre patria da buoni kompagni.
Verissimo, è proprio un problema di linguaggio. Molte persone non sanno distinguere le api operaie da miele dalle api selvatiche (che praticamente sono pochissime ormai). Nel mio giardino ho provato a costruire un bee hotel per gli insetti impollinatori selvatici, ma non é molto frequentato...carina l'idea di lasciare un pezzo di giardino incolto! Ricordiamoci che se mancano le api é perché mancano anche i fiori, quelli che una volta riempivano le nostre campagne! Grazie del video 🐝🐝🐝
Purtroppo queste distorsioni mi ricordano quelle di altre narrazioni "green" dannose, come le strane visioni quasi religiose sulle rinnovabili in ambito energetico, o i sottotesti anti-umanità "pro" animali e "natura" che riguardano i discorsi su caccia e controllo demografico della fauna.
Per me e molti altri come me che hanno una coscienza a riguardo, la questione di chi "specula" è un gran problema, spero che farai altri video a riguardo (ad esempio i progetti di treedom) per darci un po' più di informazioni e aiutarvi ad orientare sul tema. Grazie mille
Sono gli stessi motori narrativi che portano ad altri esempi come, non so, la demonizzazione degli OGM. I figuri e le Panzane Shiva dietro a questi discorsi ci fanno milioni, con le api, l'uomo e la natura a pagare.
Il video ha senso, ma non vuol dire che chi promuove un aiuto economico per l’apicoltura non abbia più senso dopo aver ascoltato lui. Le aziende promotrici usano i proventi per studiare l’ambiente, fare statistiche, e rendere delle zone incolte alle api per la loro alimentazione. Poi ricordiamoci che non c’è più un habitat naturale per le api in buona parte della nazione parlando solo di Italia. In altre parole dove non c’è un grosso apicoltore e dove ci sono pochi alveari artificiali, ha comunque molto senso installarne quei pochi per rendere la specie disponibile sul territorio dove prima non c’era per mancanza di luoghi nidificanti. Pensiamo ai terreni coltivati, tutto intorno spesso e volentieri non c’è nulla di naturale, nemmeno un boschetto, e magari anche terreni cementificati o ricoperti di ghiaia dove non crescono le erbe spontanee.
@@ackylles978 in quel caso non avrebbe più senso piantare più fiori e mettere casette per le osmie o per i bombi, ed evitare di eliminare i nidi delle vespe?
grazie, mi hai chiarito il dubbio sorto sugli spot televisivi; non sono entomologo, ma l'interesse all'ambiente mi è nato quando conobbi il prof. Franco Tassi (che saluto e spero sia in bona salute) uomo dall'entusiasmo travolgente e contagioso, tanto da "infettare" anche un agnostico come me. ciao....g.
Ciao Giacomo, grazie per i tuoi contenuti illuminanti! Molto carina l'idea di recintare un angolo di giardino e lasciarlo come "casina per la biodiversità". Mi domando tuttavia come riuscire a gestire anche l'eventuale convivenza con parassiti, tipo pulci e zecche. Sono ignorante in materia ma è la prima cosa che mi viene in mente e che mi spaventa sinceramente 🥲
Se si dovesse parlare di biodiversità come mantenimento di un ecosistema, allora si dovrebbero mantenere insieme alla flora in quanto animali e piante interagiscono vicendevolmente in un ambiente. Tuttavia se intendiamo biodiversità come un favorire le specie vegetali presenti, è possibile rimuovere in quel caso i parassiti e fornire le condizioni migliori per le piante già presenti, al fine di portarle fino alla stagione riproduttiva. Due punti di vista per due modi di intendere "biodiversità"
@@eframpy grazie per la risposta! Ma se l'obiettivo in questo caso è preservare soprattutto gli impollinatori lasciando un pezzetto di campo incolto, con il trattamento per i parassiti non possiamo danneggiare anche gli altri insetti /impollinatori in generale? Vorrei capire se effettivamente si possa arrivare ad un punto di incontro in cui si aiuti la biodiversità senza rischiare di essere invasi dai parassiti nella restante parte del giardino 😅
@@misantropofisis7928 ciao, i parassiti arriveranno solo se veicolati da animali ospiti: se hai un giardino in piena città al massimo passeranno gatti che girano o uccelli, che potrebbero sì portare parassiti, ma non più di quelli che si rischiano stendendosi in un prato. E comunque sì, i trattamenti ai parassiti danneggiano anche gli impollinatori. In ogni caso se la biodiversità è alta ci saranno anche i predatori dei parassiti (mantidi, cimici assassine ecc.) che li terranno sotto controllo. Ciao,
Mi piacerebbe vedere un video simile riguardo a Treedom. Sono molto scettico riguardo al piantare alberi in nazioni del terzo mondo e spendere energie per monitorarli quando credo che in quelle stesse nazioni aree boschive vengano eliminate per far spazio alle coltivazioni. Credo che gli ordini di grandezza siano molto diversi, e che gli stessi fondi sarebbero spesi meglio in impianti di produzione di fertilizzanti o di irrigazione.
ho sempre pensato che treedom fosse una colossale truffa, e ne sono tutt'ora convinto. ancora di più da quando molti youtubers hanno iniziato a sponsorizzare il servizio. Gente che dice di aver piantato alberi e ti manda delle foto. Ok, potrebbe essere una foto di qualsiasi pianta di qualsiasi parte del mondo. Rimango molto perplesso a riguardo.
@@ytdarsch84 Quei ragazzi sono in buona fede, piantano realmente alberi in giro per il mondo e a livello mediatico fanno una bellissima cosa... Nei fatti però non servono ad un cazzo e credo che alcuni alberi non vengano nemmeno piantati
avevo già esposto dei dubbi appena saltò fuori, se vuoi piantare parecchi alberi non ci vuole niente, anche non avendo del terreno. Se però si tratta di migliorare le condizioni umane e facilitare l'agricoltura in zone povere del mondo è un altro discorso, quello che non quadra però a quel punto sarebbe il messaggio. Fa abbastanza ribrezzo far passare il messaggio del salvare il pianeta piantando alberi in primo piano e non parlare dei benefici umani come se quasi fossero uno scandalo, molto meglio fare beneficienza in altri modi
@@brandon0099 l'agricoltura è fonte d'inquinamento... l'unico modo per salvare il pianeta in tempi brevi è che gli stati più inquinati (cina e america) passino al nucleare, favorendo così il successivo passaggio alle rinnovabili
@@brandon0099 però loro non parlano di salvare il pianeta, ma di, cito "supporto ai piccoli agricoltori all'altro lato del mondo". Per altro dicono "puoi farlo per i benefici che porta agli agricoltori, per la CO2 che può assorbire - e che ovviamente assorbe (nota) - o semplicemente per fare un regalo originale" tanto che nella scheda degli alberi mettono il significato che hanno se li regali. Poi non so se funziona sta cosa o se non funziona, ma mi sono sempre apparsi abbastanza trasparenti da questo punto di vista. Non è che dicono piantate un albero per salvare il pianeta come spesso si sente dire.
Avevo già visto i tuoi video in merito a questo argomento e cerco di spiegare perché non vanno adottati gli alveari e che piantare fiori di vario genere è molto più utile... non tutti mi capiscono però, moltissime persone associano l'ape al miele e non riescono ad avere una visione d'insieme. Bella l'idea di un video corto da condividere.
@@Martozen seguo barbascura e ho storto il naso quando ho visto quelle pubblicità... ma non è colpa sua se la gente crede alla storia degli alveari, la voce gira da parecchio tempo... di recente è tornato a farsi pubblicizzare da nordvpn, speriamo che abbia imparato la "lezione" 😁
@@SamanthaTedesco Diventa colpa sua quando inizia sponsorizzarli però, i followres sviluppano una fiducia che sconfina nella fede nelle persone che seguono, ti basti pensare a cosa è successo con il video pubblicato da Giacomo come pesce d'aprile sul finto libro di Maccio Capatonda "perchè caghiamo" che molta gente ha comprato senza nemmeno leggere le recensioni in cui si spiegava che in realtà è un taccuino. Figurati Barbascura che ha un utenza molto più mainstream, oltre a questo ha fatto altri passi farsi , ad esempio ogni tanto ricorda nei suoi video che mangia carne solo quando esce con gli amici, però poi continua comprare un sacco di oggetti inutili, è ancora tempo fa ha pubblicato su FB la foto di un pellicano la cui sacca era esplosa perchè aveva cercato di mangiare una preda (un capibara mi sembra) decisamente troppo grosso, quindi un evento perfettamente naturale e l'ha rimossa dopo poche ore per le proteste degli animari da mondo Disney.
@@Martozen su questo hai ragione... quando si aprono dei canali di divulgazione, si devono accettare delle responsabilità e bisogna saper giudicare il proprio pubblico... senza nulla togliere a barbascura, i video della scienza brutta sono interessanti, sicuramente non ha preso seriamente il discorso delle responsabilità del suo ruolo
@@Martozen ps: la storia del libro di maccio mi ha sconvolta... cavolo, si capiva che stava scherzando, dai! Chi vede i video di giacomo sa che non parla in quel modo, anche se giacomo avrebbe dovuto dire alla fine che era un pesce d'aprile, ma evidentemente anche lui non immaginava un tale effetto negativo...
Ciao Giacomo, mettere sul terrazzo o in giardino una casetta per le api selvatiche/solitarie può essere utile? Su qualche sito vendono anche i bozzoli di ape muratrice per popolare queste casette.
Ciao, il buon senso supportato da una base di ecologia mi direbbe che le casette possono essere utili, e in ogni caso tentar non nuoce, bisogna poi vedere se vengono abitate (se si abita a piani alti è più facile che vadano ragni che non api). Al contrario i bozzoli di "ape muratrice"(non so di che specie si tratti in particolare) potrebbero facilmente fare danni se la specie è assente nella zona. Se è presente userà il nido e potrà riprodursi se è in pericolo, ma liberare senza un piano animali non nativi della zona generalmente è una cattiva idea, spero di essere stato utile, ciao!
Buongiorno Giacomo, ho scoperto il tuo canale da poco, ti faccio i complimenti perché tutti i video che ho visto sono fatti veramente bene, sia in termini di contenuti che in termini grafici. Fra l’altro siamo vicini di casa, scrivo anche io dalla provincia di Padova. Io sono da sempre attratto da tutto quello che è natura, la maggior parte delle mie passioni sono inerenti a questo tema, dalla montagna al mare, dalle piante agli animali selvatici, dalla coltivazione all’allevamento. Da un paio di anni sono diventato apicoltore amatoriale, ho 6 famiglie, vorrei arrivare a gestirne una decina, per completezza di informazioni puoi vedere qualche video che ho fatto sul canale di 3Bee. Ho iniziato col preciso intento, tra le altre cose, di aiutare l’ambiente, di favorire l’impollinazione, di far del bene (per quel che posso) a questo bistrattato ecosistema. A volte mi sono pure chiesto se per caso “Apis mellifera” non potesse in qualche modo interferire con gli impollinatori selvatici e l’ecosistema in genere, ma non ho mai approfondito, o non ho mai voluto farlo. Poi ho incrociato i tuoi video sul tema e li ho guardati tutti. Quindi, dopo aver riflettuto su quello che hai detto, dopo aver rielaborato nella mia testa tutti questi concetti, sono arrivato a delle conclusioni che di seguito voglio enunciare. E’ sicuramente vero che “Apis mellifera” toglie nutrimento ad altri impollinatori presenti nell’ambiente, visto la limitatezza delle risorse, è vero che non è in pericolo di estinzione essendo allevata dall’uomo, è vero che si pone su un piano di “concorrenza sleale” nei confronti degli altri impollinatori, essendoci l’uomo a far fronte costantemente alle sue esigenze, nutrizionali e sanitarie, tanto per citare i 2 aspetti fondamentali. Però secondo me sono da valutare anche altri aspetti, in primis: la presenza di “Apis mellifera” in natura è quanto meno incerta (si dice che a livello selvatico, almeno qua in Italia, è estinta, causa acaro varroa importato dal Sud-Est asiatico, ma non ho trovato fonti certe che lo certifichino), quindi in qualche maniera l’uomo ripristina ciò che, a causa della globalizzazione, è andato perso. La natura in cui ci troviamo è a portata di tutti gli impollinatori che si trovano in natura? Mi spiego meglio: quanto di quella che chiamiamo natura nelle nostre campagne o città è veramente naturale? I campi con le colture intensive specifiche per l’alimentazione umana e animale lo sono? Gli orti dove coltiviamo per lo più ortaggi che sono arrivate qua 500 anni fa lo sono? I giardini con fiori e specie arboree arrivati da posti distanti 20 ore di aereo lo sono? Gli argini con alberi delle più disparate provenienze lo sono? Gli impollinatori che troviamo in natura vengono da un’evoluzione di milioni di anni, ogni zona ha selezionato, dal punto di vista ambientale e climatico, determinate specie di impollinatori, ma essi si sono già riadattati ai nuovi ambienti creati dall’uomo? Immagino che alcuni di essi si siano estinti, altri si siano spostati, altri abbiano modificato le proprie abitudini. Bastano gli impollinatori presenti in natura a fare il lavoro su tutte le piante impollinabili presenti sul nostro territorio? Nella scarsa esperienza che ho, ho notato che non tutti gli impollinatori vanno su tutti i fiori, le mie “Apis mellifera” certi fiori non li guardano nemmeno, la mattina fino 2-3 ore dopo l’aurora e la sera 2-3 ore prima dell’imbrunire non si sognano nemmeno di uscire dall’arnia. Se, per assurdo, smettessimo di allevare “Apis mellifera”, quale potrebbe essere l’impatto sull’ambiente? Potrebbe accadere che gli altri impollinatori prendano il sopravvento e che abbiano una rinascita in termini numerici. Ma potrebbe anche accadere che gli impollinatori presenti non riescano a fare il loro lavoro, che certe piante soccombano a causa della mancanza di impollinatori, causando un circolo vizioso che potrebbe portare ad una catastrofe ambientale. Oltretutto mi pare di capire che studiare l’andamento e la composizione delle popolazioni di impollinatori sia un compito molto difficile, non è come fare il censimento di una determinata specie di mammifero presente in natura. Anche i professionisti del settore riescono a fornire pochissimi numeri certificati e hanno oggettivamente poche certezze in merito. In conclusione, io credo che dovremmo tutti impegnarci a non usare (o usare il meno possibile) pesticidi e diserbanti, a favorire la biodiversità vegetale e animale, a rispettare l’ambiente in tutte le sue forme. Dovremmo educare i nostri figli a capire l’importanza fondamentale della tutela ambientale Dovremmo spingere i nostri governanti a fare leggi per la tutela dell’ambiente e della biodiversità. E sì, io credo che anche il lavoro degli apicoltori sia importante per l’ambiente, seppur nelle dovute proporzioni e fatto in una certa maniera. (l’agricoltura e l’allevamento intensivi, come tutti gli estremismi, in tutte le loro forme, non portano mai, a mio parere, buone cose per l’ambiente e la società in genere). Buona continuazione Luigi Bugin
Dico una mia testimonianza personale. Nel mio territorio (Puglia) le api non si vedono più quasi. 15 anni fa c’erano api dappertutto, mellifere di più ma anche selvatiche, ora sembrano estinte come tanti altri insetti quali mantidi e scarabei. Manca il loro ambiente. Quello che hai detto nel video ha sicuramente senso, ma si è anche generalizzato tanto e inoltre si porta a non aiutare più le aziende apicoltrici. A parte questo, secondo me, aiutare economicamente gli apicoltori, anche in caso di inizio nuovo alveare (dove non ci siano già troppi) ha molto senso in quanto l’ambiente naturale per gli impollinatori manca. Vicino ai campi italiani, spesso e volentieri non c’è neanche un boschetto ma ci sono deserti agricoli, terreni incolti (si male non fanno), cementificazioni o terreni ricoperti di ghiaia. Insomma non c’è l’habitat dove le api possano nidificare. Le zone che frequento, i terreni incolti, non hanno più stormi di api e di altri insetti sui fiori. C’è anche il fattore dell’avvelenamento dei terreni che continua.
Approccio intellettualmente monto onesto. Da apicoltore sottoscrivo a pieno quanto detto. L ape ha grande risonanza psicologica,perfettamente sfruttabile per fare marketing.
Consiglio a tutti (ma anche a te Giacomo) la lettura del libro di Gilles Clement "Manifesto del terzo paesaggio", che parla proprio dell'importanza ecologica dell'incolto
Oh, finalmente qualcuno che spiega bene come stanno le cose! Bisogna salvare gli impollinatori selvatici! Non "le api", che per il 99,9% della gente significa "le api da miele". Tutta questa pubblicità ingannevole "le api stanno sparendo". No, gli impollinatori selvatici stanno sparendo! Bravo Giacomo!
Ho visto una puntata di report dove si scagliano contro i campi incolti e l'allevamento intensivo di ovini, che sperpera il grano così importante in questo momento... Scommettiamo che se mettono tutto a grano e allevamento estensivo tra due anni fanno un servizio su come queste scelte fossero ceche da un punto di vista ecologico?
@@feelippo1903 quello sulle pecore riguarda un altro video, dove si dice che mangiare carni di mucche e ovini é la cosa più inquinante della nostra dieta, un po meno inquinante se allevati in allevamenti intensivi
@@cpav9062 il problema é che così descrivendo le cose tutto sembra semplice e che non si trovino le soluzioni per mancanza di volontà o disorganizzazione e non perché ci sono problemi complessi...
05:15. Il Bombo. Ecco, dei bombi non parla mai nessuno. Giustizia per i bombi, li adoro, sono meravigliosi, pacifici e paciocconi, non passano l'inverno e mi fanno una tenerezza infinita. ☺️☺️
Ottimo video per capire comè realmente la situazione. Questa è certamente una visione da tener in considerazione e oltre a alla problematica delle api in collaterale ci sono tutti quegli insetti " buoni " che stanno venendo sempre piu "markettizzati". Ma preferisco di gran lunga essere targhettizzato con un "adotta un alveare" piuttosto che "fai doppshipping anche tu ". 🤣🤣. ...e devo dire che grazie a 3bee ora ho un buonissimo miele di castagno😋. Inoltre per non farmi mancare niente ho fatto anche un Super Bag hotel....
Giorni di caldo infernale, animi nervosi, pubblicare un video che ha il potenziale per scatenare commenti avvelenati: il ritratto del coraggio! :) Scherzi a parte, è sempre interessante approfondire i temi andando oltre la superficie, in particolare se presentati in modo così chiaro!
hai ragione da vendere, c'e' troppa gente che chiede soldi per aiutare le api ma con le api non centrano nulla. aiutate gli apicoltori acquistando il miele direttamente da loro e non da intermediari che fanno tutt'altro mentre gli apicoltori stanno scomparendo.
Ciao caro calabrone. Il fatto che suo suocero abbia perdo le api da miele è sicuramente una tragedia. Questo fatto peró non cambia la situazione globale delle api… mi sembra un po egocentrica come osservazione la sua.
Interessante punto di vista rispetto alla salvaguardia delle varie specie di api oltre a quelle da apiario. Sarebbe importante far capire ai tagliatori seriali della domenica che lasciare un po’ di erba alta aiuterebbe l’ambiente più che vedere un giardino simile ad un campo da golf
Ho visto sponsorizzare queste cose anche da persone facenti parte dell'ambito della divulgazione scientifica. Se è così dannoso, come mai si continua a promuovere questa cosa? È frustrante 😕
Ciao, ti ho scoperto ora con questo video; piantare alberi e/o piante che producono fiori potrebbe essere un buon compromesso tra il cercare di mettere un minimo di ordine in giardino e avere comunque dei fiori da far impollinare agli insetti impollinatori? (Cercando di avere varie specie di piante in modo da avere comunque un minimo di diversità nei pollini e con ad esempio alberi da frutto diversi si può comunque avere un prodotto km0 che è utile sia a noi per la frutta che agli insetti impollinatori per il polline) spero di aver scritto bene quello che volevo scrivere in modo da farmi capire
Sono d'accordo con te , per aiutare la gran parte degli imenotteri basterebbe lasciare aree verdi nelle campagne , adibire il proprio giardino alle fioriture spontanee oppure seminando alcuni tipi di piante autoctone che diano polline e nettare ,dare a loro una casa (ho fatto anche un video sul mio canale).Se proprio si vuole dare una mano al mondo dell'apicoltura (api mellifere) si possono aiutare gli apicoltori tramite le associazioni apistiche per sostenere le varie spese e comperare del miele dagli apicoltori di zona. Ma ricordiamoci che fin che l'uomo se ne occuperà le api mellifere non saranno in pericolo di estinzione.
argomento interessante, non sappiamo con certezza quante e quali specie sarebbero a rischio estinzione con la scomparsa del uomo, ci potrebbero essere delle sorprese a riguardo
@@Apicolturalareginadelleapi il problema non sono i "danni" dei quali siamo consapevoli ma quelli dei quali NON siamo consapevoli, inevitabilmente qualsiasi specie ha una relativa influenza verso l'ambiente circostante ma la nostra è talmente fuori scala che da anni trovo ridicola la suddivisione tra specie autoctone e alloctone perché chi più chi meno direttamente sono state comunque influenzate massivamente
Ciao, sono un apicoltore. Volevo solo chiarire che in natura è vero che esistono molti altri impollinatori, ma tra tutti gli altri insetti l'ape si trova in cima alla classifica è l'impollinatore per eccellenza e direi che senza l'ape e solo con il vento e tutti gli altri apolidi ci sarebbero molti problemi per la riproduzione di tante specie di piante. E poi la cosa fondamentale è che in natura le api non possono più sopravvivere da sole, reggono solo grazie a noi. Bisogna spingere sull'obbligo di chi coltiva grano di lasciare una fila di piante nettarifere ogni tanto.... Bisogna Aiutare veramente gli apicoltori quando si trovano in serie difficoltà Allevare questi insetti in gran parte del nostro paese è diventato impossibile.
La prima affermazione è vera solo in parte, l'ape mellifera non è il miglio impollinatore ma è certamente la più popolosa tra le specie di impollinatori. Per la seconda parte è corretto, se i comuni si impegnassero anche a lasciare parti incolte per le api sarebbe meglio per tutti, senza contare che si risparmierebbero un sacco di soldi. Il problema di aiutare gli apicoltori si presenta quando tutta l'attenzione viene data all'ape mellifera e questa compete con gli altri impollinatori in un habitat sempre più ristretto, prima aumentiamo le zone incolte, poi si aiutano gli apicoltori
Giacomo, grazie per questo video! Come vedi la costruzione e diffusione dei Bugs Hotel? Potrebbe essere anche essa una buona azione per le api selvatiche? ❤
Tra l'altro mi pare che ce ne siano di specifici per api selvatiche (non saprei dirti se siano una fregatura o meno, o di quanto differiscano dai bugs hotel generici, sicuramente posso dirti che aveva un via vai di api).
Un video o una serie di video interessanti sarebbero come le varie fonti di produzione di energia impattano sulle specie animali e vegetali. Specialmente quelle che necessitano di molto territorio, as esempio dalle attività minatorie, o l'uso diretto del suolo come il fotovoltaico o l'eolico per gli uccelli.
Condivido. Io adotto le arnie presso un apicoltore locale, ma per una ragione piuttosto diversa. È una persona di cui mi fido, so come lavora, so che - entro i limiti del possibile e del sensato - cerca di fare tutto al più naturale possibile. Dó i soldi a inizio anno e alle prime raccolte vado a prendermi le mie quote di miele. E mi costa meno che al supermercato. La questione, per me, è più creare una rete diretta fra produttori e consumatori, permettendo anche alle persone comuni e non addette ai lavori di potersi innamorare di questo fantastico mondo, di capire maggiormente le dinamiche complesse della natura, dell'importanza della biodiversità ecc... insomma, secondo me è una bella formula per poter aver un piccolo "assaggio" e aprire una piccola porticina su un mondo complesso e vastissimo... Dopodiché, la scusa dell'"adotta un'aria per salvare le api e il mondo" penso sia molto marketing e greenwashing.
Ora ti spammo nei forum\canali di apicoltura, così ti getto ancor di più nella fossa dei leoni... hehe, non sono così cattivo. Anche io sono apicoltore come altri che hanno commentato e ho una media di 3\4 discussioni al giorno con persone che vogliono fare qualcosa per l'ambiente o la biodiversità a modo loro. E' frustrante a livelli inimmaginabili spiegare più e più volte che non esistono solo le mellifere, spiegare quant'è semplice ed economico creare un bug hotel dando un "riparo" a più specie di insetti piuttosto che spendere centinaia di euro per una famiglia di mellifere. E' ancor di più inutile mettersi a spiegare il fenomeno della competizione tra gli impollinatori, l'importanza anche dei vespidi piuttosto che cimentarsi in apicoltori improvvisati rischiando, oltretutto, di far ammalare la propria famiglia e quelle del circondario (questa è più frustrazione da apicoltore che da ambientalista). Molta gente non riesce nemmeno ad afferrare il concetto del non dare il miele alle povere e tenere api stremate. E' dannatamente frustrante
Ciao, perché non dare il miele alle api stremate? Oppure perché dare loro del miele? Non so niente riguardo a questa cosa. Comunque sì lo so bene, ho cercato anch'io di avere discussioni di questo tipo, finisce sempre male. Anche perché la gente in generale ha un cattivo rapporto con le proprie idee, non riesce ad accettare di aver sbagliato qualcosa.
@@dly209 è comprensibile come comportamento, ma non accettare l'evidenza non è sintomo di intelligenza. Ultimamente mi sto chiedendo se continuare a contestare sia da idioti... In ogni caso si dovrebbe evitare di somministrare il miele agli apoidei per evitare la diffusione di eventuali patologie. E a volte, la cura di queste patologie come per esempio la peste americana, per noi apicoltori è mettere l'arnia in una buca e dare fuoco con le api all'interno, e coprire con terra per evitare eventuali saccheggiamenti incrociando le dita che non si diffonda in altre arnie creando un focolaio. Se si vuole aiutare un'ape si può preparare un semplice sciroppo facendo bollire dello zucchero in acqua e aggiungendo qualche goccia di limone. Ne sono ghiotte e non crea nessun danno.
Ciao, volevo chiederti se questo discorso valesse, oltre che per le api da miele, anche per le api muratrici, che forse possono essere più catalogabili come una specie selvatica (?)
Le "api muratrici" non sono una specie, è il nome comune che si da a svariate bestiole diverse, ad esempio alcune specie di Megachile e Osmia. Sono tutte selvatiche, alcune di esse se la passano peggio di altre.
Ciao, ho due domande, la cui risposta credo dipenda da dove sono stati fatti gli studi: - il fatto di allevare le api senza dare loro medicinali ha lo stesso impatto sugli altri insetti? - l'ambiente ideale per gli impollinatori è creato dall'uomo perché se si lascia il verde abbandonato, per esempio qui in Liguria, diventa una zona piena di rovi, non un prato: la cura del verde da parte degli apicoltori che creano prati fioriti forse potrebbe essere invece positivav anche per gli altri insetti?
Ciao, ti rispondo al primo punto: non è possibile allevare senza dare alle api i loro medicinali perche la lotta all acaro Varroa destructor è obbligatoria. Il secondo punto invece è un po piu complesso :) intanto posso accennarti che spesso non sono gli apicoltori che "curano il verde", ad esempio nel mio caso io porto le mie cassette dove ci sono degli agricoltori che coltivano colture fiorite per altri scopi (erba medica, trifoglio, sulla, girasole...), ma comunque le api (parlo per la mia zona) riescono a fare miele anche dove la campagna è semi - incolta, quindi si trovano sia campi coltivati che chiazze di bosco/macchia con quelli che te chiami "rovi" :) Ad esempio una pianta molto mellifera che è un arbusto ed è frequente nelle mie zone è la marruca
Io abito in un casale situato in una forra, nel viterbese e il mio terreno è attraversato da una strada bianca. Per molti anni ho perseguito l'idea di rinatularizzare tutto il mio terreno. Mentre nella forra, dove già era presente il bosco la naturalizzazione è continuata e si anzi incrementata, dove invece c'erano dei coltivi, ulivi e vigna, e con una strada che ci passa, questo non è possibile. Ci sono stati cinque incendi in vent'anni. Oltre tutto è vietato lasciare incolto il terreno. Quando ho chiamato i vigili del fuoco mi hanno applicato delle multe e inoltre il processo di naturalizzazione è ripartita da zero riformando ginestreti e roveti e cespuglieti facilmente incendiabili. Infine ho deciso di mantenere, costosamente, un'area il più possibile spoglia di vegetazione. Una waste land. Conclusione, o il terreno è già, in qualche modo naturale, boschivo, oppure, quello che dici, lasciare dei terreni incolti, se sono stati coltivati e prossimi a strade bianche, sono solo occasioni pericolose di incendi e dal cespuglieto non si svilupperà un bosco, che sarebbe la suo naturale evoluzione ecologica. Un prato incolto, magari fiorito, è una situazione transitoria. Oppure ci deve essere un pascolo. Non lasciare che si creda nel progetto di lasciare che aree coltivate vengano lasciate incolte per incrementare la biodiversità, perché non si otterrà il ripristino di una situazione ecologica preesistente ma solo di incrementare possibilità di pericolosi incendi. Oltretutto esiste una legislazione che lo vieta.
Giacomo ha detto che lasciare incolti i terreni in certe regioni non è una via percorribile per via di incendi e altre malattie... credo si riferisse a corridoi biologici usati in agricoltura biologica. E poi tieni conto che lui è veneto, probabilmente la campagna e gli incolti li vede e se li immagina ben diversi da come li vedi tu nel tuo terreno... anche questo lo dice però. La varietà nella penisola è enorme
L'idea che mi sono fatta è che treedom punti molto di più sull'impatto sociale della questione. Tipo gli alberi vanno a coltivatori locali, e mi pare ci siano persone di treedom specializzate che restano sul posto a dare una mano proprio in agricoltura - creando sistemi di coltivazioni vantaggiosi per alcuni territori particolarmente problematici poiché desertici o molto poveri etc. Onestamente non so *quanto* siano utili e/o ottimizzati, gente che va in casa altrui a dire come fare le cose può essere una benedizione o una maledizione a seconda di quanto sono preparati, altruisti, pronti ad ascoltare ed imparare, oppure semplici speculatori. Io però ho comprato un paio d'alberi per provare, e sembrano genuinamente persone a posto! Penso che indubbiamente non sia l'opzione più vantaggiosa se t'interessa, che so, piantare un mucchio di alberi. Ci sono altre associazioni dedite alla riforestazione, che immagino usino una parte più grossa dei ricavi in, semplicemente, piantare alberi. Treedom punta tantissimo sull'idea di "tenerti sempre aggiornato", di farti vedere materialmente dove e come sta l'albero, poi molta pubblicità, poi immagino finanzino quei progetti sul campo per aiutare i coltivatori locali, e qualcosa sempre dovranno guadagnare. A meno che la domanda non fosse se ha senso piantare alberi per contrastare la deforestazione, o per aiutare coltivatori in zone del mondo in difficoltà, e qui la faccenda si fa più complessa ma se ne parla già tanto. L'idea che mi sono fatta è che serva - marginalmente rispetto ad altre cose come che so, smettere di deforestare (^: o buttare nella merda gente in paesi in via di sviluppo che se la passano male per cambiamenti climatici, sfruttamento dei loro territori etc :^) ma questi sono problemi sistemici. Un po' come mettere qualche cerotto su un tubo che si sta rompendo. Qualcosa fa, qualche vita sarà cambiata - magari ne vale la pena! - ma probabilmente prima o poi la casa sarà allagata comunque, ecco.
Perché nn fai un video dove ci spieghi come aiutare le "cose" selvatiche tipo con quelle casette da appendere fatte di cannette di bamboo..sarebbe utile...forse...boh?
In Italia la cultura scientifica è purtroppo ancora molto bassa e piuttosto che sui fatti oggettivi si tende a seguire le emozioni. Come dico nei miei video di conservazione ambientale, il miglior modo per contribuire alla conservazione è il volontariato ambientale fatto attraverso reali associazioni impegnate su progetti concreti. Il secondo miglior modo è visitare gli habitat naturali in maniera responsabile, la presenza di ecoturisti in alcuni paesi in via di sviluppo è il solo modo per fare la differenza. Il terzo modo per contribuire è evitare tutti i prodotti ad alto impatto ambientale.
avevo sentito del fondo forestale italiano che aveva questo scopo, comprano terreni e li tengono come proprietà privata lasciandoli al loro stato naturale. dici che donare a loro può essere più utile?
6:52 Ah, nella mia città non serve convincerli: non tagliano l'erba da mesi e sembra una giungla, ma non per gli impollinatori... per risparmiare sul bilancio comunale 🤣😂🤣😂
ho visto che si incentiva a costruire delle "casette" per le api selvatiche... questa mi sembra una buona idea...mi sembra di averlo visto in un video di un azienda...di apicultura
Sempre pensato 👍. Nel raggio di 200 m da casa mia in questo periodo ci sono almeno 200 casse per fare miele di castagno.... Quanta biodiversità eh... A mio avviso è un problema di tutti gli altri impollinatori, non solo il genere apis, ma lepidotteri, bimbi e compagnia che a mio avviso son meno di una una volta...si lo so è solo un'osservazione, ma mi sembra evidente
Grazie Giacomo, per il bel video. Argomento ancora più spinoso in cui vedo possibili analogie è quello di adottare un albero. Molte volte mi chiedo se abbia senso o se anche questo sia un gesto di greenwashing. Sarebbe bello un tuo video a riguardo.
Sugli alberi la questione è complessa. Dipende che albero pianti in relazione a dove lo pianti. Alberi a rapida crescita e gran consumo d'acqua provocano danni, come pure s spianti solo un tipo di pianta. Ovviamente è anche importante il rapporto con le comunità locali. I progetti piu seri motivano le loro scelte e permettono di vedere come evolve la situazione nel tempo
Io ho un alveare adottato; con questa scelta penso che in realtà sostengo soprattutto un apicoltore che ha un sacco di spese e che potrebbe facilmente perdere una colonia, soprattutto con questa siccità che sta letteralmente facendo terra bruciata. Il miele diventa sempre più caro e molte persone ci rinunciano anche a causa dell'impennata generale dei prezzi. Credo che alla fine quando mi arriva il chilo di miele che in un certo senso ho strapagato, aiuto tutti quegli agricoltori e apicoltori che spesso devono svendere il prodotto della loro fatica. Peraltro con delle colleghe di scuola abbiamo creato delle aiuole di fiori e piante che attraggono farfalle e altri insetti impollinatori, perciò si può aiutare questi insetti semplicemente creando delle belle e decorative aiuole di piante da fiori, magari che fioriscono in periodi diversi.
La natura è disordinata non è precisa se ci tieni insegnalo ai bambini I giardini non sono natura Inoltre se hai un aiuola devono essere piante autoctone e non fiori alloctoni
Quelli del condominio fanno tagliare l'erba troppo spesso eliminando fiori bellissimi e togliendo nettare alle api. In compenso svuotano i portafogli perché il taglio del prato ha raggiunto costi insostenibili.
Buongiorno, non credo che il problema siano le api o i vari tipi di api. Il problema sono gli insetti che hanno sempre meno spazio, e l'inquinamento indiretto (smog?) e diretto (prodotti di sintesi per le colture). 20 anni fa c'erano prodotti di sintesi più invasivi, meno arnie e molto più miele, ma anche più superfici mellifere. Il problema è l'uomo, fin tanto che ci saranno persone che passano insetticidi sulle proprie siepi per potarle tutte belle squadrate questi sono i risultati. Io sono un agricoltore e le assicuro che lasciare l'erba alta è DAVVERO impossibile a causa degli incendi, specialmente in zone dove fa caldo e non piove cosi spesso. Dovrebbero anzitutto non permettere la vendita di prodotti di sintesi che per limitare qualcosa magari fortificano altri tipi di insetti. Secondo..consumiamo troppo, dovremmo consumare (mangiare) di meno, e aumentare le superfici di siepi a bordo campo e nei campi (ci sono sulle siepi, anche di edagricole, poichè nelle siepi vivono tantissimi insetti). Buona domenica.
@7:00 facciamo una petizione (sempre molto utili...) per evitare di disintegrare e polverizzare i parchi rasando a zero l'erba ogni 2 settimane? così, tanto per evitare anche un po' di inquinamento ed evitare spreco di "denaro pubblico", non sarebbe male...
Ma anche il fatto che potano cespugli e tagliano l'erba in primavera quando inizia la gemmazione e la crescita dell'erba e dei fiori di campo. Poi bisognerebbe anche regolare le potature dannose degli alberi che vengono lasciati a mo' di stuzzicadenti.
qui da me non ci sarebbe il problema perché li tagliano "a zolle" e a caso, ti puoi trovare la "boscaglia" di 1 metro come la rasatura completa ogni decina di metri, terribile.
Nel mio giardino faccio "la guerra delle piante", cioè lascio che si sviluppi tutto in modo totalmente spontaneo e che cresca ciò che riesce a sopravvivere...ti assicuro che il risultato è bellissimo
Io ci ho provato e vengono su solo rovi e zanzare. Quindi a quel punto ho detto fanchiulo alla biodiversità, almeno nel raggio di 50 metri da casa mia non voglio zanzare e rovi, poi più in là facciano quel che gli pare e si scannino a vicenda.
Essendo la mia famiglia proprietaria di alcuni uliveti nel sud Italia si potrebbe anche lasciarli incolti, purtrtoppo il problema più grande a lasciare erba alta e fiori sono i piromani. Se si lascia per troppo tempo l'erba senza tagliarla (soprattutto in estate, c'è alta possibilità che vada tutto a fuoco
A me non sembra che nel suo video abbia mai detto che adottando alveari aiuti l'ambiente, anzi. È stato piuttosto chiaro nel dire che serve ad aiutare gli apicoltori
Barbascura e il codice sconto se si adotta un alveare di quell'azienda. Quando la divulgazione diventa un mestiere c'è sempre il rischio di cedere alle sirene del soldo. Dato che è l'unica forma di sussistenza...
Ciao Giacomo, l'introduzione di questo video mi ha fatto sorgere una domanda a cui, forse per mia ignoranza, non trovo una risposta immediata. Per quanto riguarda le api il preservare la biodiversità è importante per ovvie ragioni tra cui l'impollinazione. Ma in generale, mi chiedo, perché è importante preservare la biodiversità? È solo una prescrizione etica (è triste che specie si estinguano) o c'è anche dell'altro, una qualche argomentazione che ci tocca in modo più tangibile?
Immagina la biodiversità come una città: ogni sua componente, dalle abitazioni ai civili rappresentano habitat e specie, e le strade extraurbane la connessione tra le varie città (habitat ed ecosistemi). Inizia a togliere dai servizi più superflui fino a quelli essenziali e arriverai alla risposta della tua domanda😉
Sono aziende. Qual è il principale obiettivo di un’azienda? Il profitto. Ma non per la cattiveria di qualcuno, ma perché la STRUTTURA non pone alternative: se non poni il profitto davanti a tutto il resto, fallisci. Ciò detto non serve aggiungere altro, le conclusioni potete tirarle da voi.
Video interessante, però al minuto 6:58 non sono d'accordo,sui lati delle autostrade, statali e simili, non permetterei di coltivare alcunché per ovvi motivi di igiene e salute. Da almeno 50 anni sono convinto di ciò da quando ho visto vendere al mercato chiocciole e verdure raccolte ai margini delle strade.
Salve, sono un apicoltore e sono pienamente d'accordo con quello che dici.
Molti sfruttano questa situazione delle varie specie di api in reale pericolo per far adottare alveari e guadagnarci sopra.
Oppure affollano determinati luoghi melliferi (per produzione) con una enorme quantità di casse (50-100- etc) a solo scopo di produrre di più, togliendo cibo agli altri pronubi.
Posta 1 video delle tue api,se esistono.
Ho sempre pensato che un po' di disordine in giardino fosse positivo ma non sapevo come giustificarlo. Grazie
Alla prossima riunione condominiale potrò dire di tagliare meno l'erba per il bene della biodiversità, così posso fare la figura della persona colta e responsabile e non della taccagna, grazie!
propongo come motto della campagna: incolti e responsabili :D
Dopo questo video Genova diventerà il luogo più incolto d'Italia.
Fammi sapere cosa ti risponderanno... Sono seriamente curioso di sapere come la prenderanno gli ignoranti che se ne fregano dell'ambiente
e poi anche meno inquinamento acustico
PRIMA DI COMMENTARE.
Per esperienza so che questo video genererà una sezione commenti particolarmente accesa. Non è un problema, vi chiedo però sempre una cosa. Se siete qui per raccontare che le api da miele in realtà sono in pericolo, che quello che ho detto non è vero, che in realtà vostro zio fa l'apicoltore ed è impossibile che questo possa avere degli aspetti negativi sull'ambiente o quant'altro prima vi invito almeno a leggere gli articoli in descrizione o che metto infondo a questo commento. Più anni passano e più sembra essere consolidato che un impatto di troppi alveari diano problemi ad un sacco di altre specie. Prima di negarlo approfondite.
Potete eventualmente anche guardare il mio video più approfondito: ua-cam.com/video/nk5muURIUAE/v-deo.html O leggere un paio di grossi studi sistematici:
Review sistematica sull'impatto delle api sulle api selvatiche: journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0189268
Una review sui salti di specie delle malattie delle api da miele su tutti gli altri artropodi: pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34451508/
Un ottimo studio sull'impatto di troppi alveari su una comunità di animali e piante: www.nature.com/articles/s41598-021-81967-1
Hai super ragione, BRAVISSIMO! il nostro canale è d'accordissimo con te, non è facile dire la verità e aprire gli occhi alla gente, complimenti!
Mi sembra ovvio che troppi alveari siano un problema... come troppi cani, troppi gatti, troppi cinghiali ecc. Perché negare una cosa dimostrata da mille esempi naturali?
Tutto verissimo e capisco l'esigenza di calcare la mano per far comprendere la differenza tra la condizione dell'ape mellifera e quelle selvatiche. Ma come tu stesso citi un carico eccessivo di alveari PUÒ provocare danni agli altri impollinatori. Mentre gli insetticidi e la mancanza di nettare SICURAMENTE provocano danni agli impollinatori.
Quindi secondo me sarebbe importante fare una campagna anche su questo.
Ma Santa Polenta. È cosa logica e lampante che se un gruppo, specie/varietà che sia, aumenta considerevolmente lo fa in competizione e scapito di altri. Adoro le api, gli l'apicoltura mi affascina, ma anche su trattazioni fatte bene come queste si Giacomo vedo approcci polemici da fan boy, mi aspetto ciò quando quando vado su i canali a tema calcio, non qui.
Video bello e utilissimo.
Premetto che sono un apicoltore e un agricoltore non per hobby ma per mestiere.
Prima osservazione che vorrei farti è che la maggior parte degli studi che vengono fatti in questo campo sono americani e non sono necessariamente sempre applicabili all'apicoltura italiana. In America moltissimi alveari vengono spostati in blocco appositamente per impollinare certe zone dietro compenso da parte degli agricoltori della zona mediamente su frutteti. Una cosa simile al nomadismo italiano ma molto più sistematica e in grande.
Detto questo sono abbastanza convinto che le conclusioni generali siano più o meno applicabili anche qui in Italia anche se magari con numeri differenti i problemi rimangono quelli.
Invece sono totalmente in disaccordo con il concetto che abbandonare alcune zone vegetative sia positivo per la biodiversità (incolto = abbandono). Io vivo nel nord Italia qui i terreni agricoli abbandonati sono sempre di più e ti assicuro per esperienza che tornare a un bilanciamento naturale è molto più complicato che dire non tagliamo l'erba qui, non puliamo i boschi la.
L'abbandono porta solo a un futuro pieno di rovi, edera (e altre specie rampicanti) e cespugli di vario genere spesso non autoctoni.
Infine ti posso tranquillizzare sul concetto di adotta un alveare, gli unici che ci guadagnano davvero sono le aziende che forniscono "il servizio" non gli apicoltori.
Il numero di alveari nel mondo sale perché la domanda di miele è mediamente stabile (o addirittura in crescita) ma la produttività di miele per singolo alveare è in drastico calo per tutta una serie di motivi, cambiamento climatico, patogeni, pesticidi solo per citare i maggiori.
Io con le api mellifare ci campo quindi le allevo e le curo.
Arriverà un giorno forse quando questo non sarà più fattibile e allora smetterò di farlo e così tutti i miei colleghi. Sono sicuro che se questo mai capiterà verrà fuori qualcuno a dire "ma come mai le api mellifare si sono estinte?".
Ah si perché tanto mai la gente non lo sapesse le api selvatiche così come tutti gli altri insetti impollinatori selvatici sono in calo ma le api mellifare selvatiche sono già estinte.
Ho iniziato a seguirti proprio per i video sulle api, hai sgretolato la mia credenza su "le api sono in pericolo".
Non avevo mai preso coscienza di tutti gli altri impollinatori.
Illuminante!
Oh, finalmente! Noi, nella nostra piccola attività orticola, abbiamo 5000 metri quadri lasciati incolti. Tra le prode lasciamo l'erba e le prode sono pacciamate con la paglia.
Continuo a vedere pronubi diversi, api legnaiole, osmie, bombi etc. In un fiore di zucca ho contato, nello stesso momento, 8 apoidi di almeno 4 specie in contemporanea. Una meraviglia.
Grazie di fare questo tipo di divulgazione, il marketing basato sulle emozioni e sugli istinti è la cosa piu ignobile che c’è.
Ciao Giacomo, io ho costruito con materiali organici (bamboo naturali) una casetta per api selvatiche, la mia famiglia ha 6 arnie e facciamo il miele, ma in effetti bisogna anche curare le api selvatiche, per questo lasciamo un ettaro libero a maggese.
ho un piccolo giardino condominiale dova sto facendo una piccola perma coltura, tutta roba locale, e ho anche dezollato una zona per lasciare uno spazio incolto. una meraviglia, sono invaso da menta spontanea, fiori incredibili mai visti prima e appena faccio largo tra le piante vedo una miriade di insetti. lo spunto l'ho avuto, credo, da un tuo vecchio video dove raccontavi di quante specie fossero nate da uno spazio di terra sugli appennini in cui hanno impedito agli ungulati di mangiare.
video come questi sono preziosissimi, grazie per l'ottima divulgazione
Sono apicoltore e sono a conoscenza e approvo tutto ciò che é stato detto. Aumentare la biodiversità sia di flora che di fauna é l'unico modo per avere un ambiente sano.
Ultima cosa, se si lasciano spazi non lavorati li si svilupperà una flora che fiorira tutto l'anno e darà cibo sempre al contrario delle zone monoflora.
Mi era uscita una pubblicità di questa cosa, avevo subito pensato di prenderne uno pensando fosse un ottima cosa. Grazie della spiegazione
Qui in Germania ci sono molti parchi con una parte delimitata lasciata incolta con erba alta con un cartello "Wiesen für Insekten"
Confermo, vivo ad Augsburg e in tutti i parchi pubblici ci sono porzioni di prato incolto (in realtà ho l’impressione che in certi pezzi semplicemente aspettino la fioritura di tutte specie prima del taglio, in estate inoltrata, in altre proprio non mettano mano per svariati anni). L’università è molto attiva su questo fronte, hanno gli alveari, case per gli insetti quasi ovunque nel campus e regalano bustine di semi di fiori a matricole e neo assunti (credo specie autoctone “interessanti” per gli insetti) da seminare, invitando di fatto la gente a creare un ambiente insetto friendly.
Confermo anch'io! Prima di leggere i cartelli ho pensato: "insomma... manteniamo in ordine i prati", poi ho capito!
ciao Giacomo,visto che ti sta veramente a cuore la salvaguardia della biodiversità,secondo me dovresti iniziare a parlare di agricoltura in maniera periodica. mi piacerebbe sentirti sfatare la marea di leggende riguardo alla convenienza di un certo tipo di agricoltura rispetto ad un altra..e come ben sai alcuni tipi di agricoltura favoriscono la conservazione di biodiversità. bel video. a presto
Da agricoltore posso dire che : lasciare "incolto" nelle zone marginali, oppure nel proprio giardino, a volte non è così facile. Tutto sta nel senso di "incolto". Nel nostro tempo, in molte zone marginali nelle campagne la vegetazione é stata distrutta sistematicamente senza criterio (per esempio: trinciare in precisi periodi dell'anno e solo in quelli può addirittura giovare alle fioriture). Di conseguenza quella rimasta è la vegetazione che è sopravvissuta, in vari modi, alle suddette distruzioni cicliche. Questa può aver tappezzato l'incolto e aver escluso la diversità vegetale presente un tempo. Pertanto, in questi casi, lasciare incolto non avrebbe necessariamente grossi benefici - anzi. Purtroppo le rivegetazioni richiedono allora lavoro e pazienza per instaurare di nuovo l'equilibrio fra specie desiderato. Questo vale anche per i giardini. Il caso del rovo credo che sia comune a tutt'Italia. Non è un buon esempio però (è amato dagli apoidei). Farei l'esempio invece dei giavoni e dei sorghi selvatici: tappezzano tutto avendo crescita vigorosissima e velocissima; ma non si riproducono mediante impollinazione. Insomma un disastro. Più facile informarsi delle specie arbustive e arboree autoctone e cercare di riforestare con quelle, acquistandole presso un vivaio forestale: banalmente in breve tempo domineranno sulle infestanti vegetali, peraltro ombreggiandole e limitandone così la crescita.
Concordo, pure l'incolto deve avere un senso e una gestione per sortire gli effetti desiderati, soprattutto in quelle aree dove sono presenti arbusti alloctoni infestanti. Io ho un prato infestato dalla Spirea japonica, è talmente prolifica da soffocare tutte le altre piante, il risultato è che a lasciarla incolta l'unica fioritura dell'anno in quella zona è la Spirea. In altre zone dove sono andato a decespugliare oltre alla maledetta Spirea sono cresciute altre piante e le fioriture sono state molteplici.
Prima aspetterei fonti affidabili come ad esempio un video di Mortebianca in cui spiega come l'apicoltura abbinata al marxismo sia la migliore delle soluzioni .
Sto ancora aspettando il suo video sull'up-lifting per rendere gli animali senzienti
Si no ma perché sai, le api sono il modello perfetto di società comunista, dove tutti lavorano per lo stato e hanno il loro ruolo nella società, nascono impollinano tornano indietro, fanno il miele per tutti gli altri e muoiono. Muoiono anche precocemente per salvare la madre patria da buoni kompagni.
@@gaggioaxel esattamente💖💖
Attento che dopo arriva qui a spiegarti come creare recinzioni ai confini di ogni borgo d'Italia per proteggere gli animali...
@@dly209 Mortebianca: bisogna essere concreti!
sempre lui: sarebbe un opzione civilizzare le specie animali.
Da apicoltore non posso che darti ragione al 100%, purtroppo...
Verissimo, è proprio un problema di linguaggio. Molte persone non sanno distinguere le api operaie da miele dalle api selvatiche (che praticamente sono pochissime ormai). Nel mio giardino ho provato a costruire un bee hotel per gli insetti impollinatori selvatici, ma non é molto frequentato...carina l'idea di lasciare un pezzo di giardino incolto! Ricordiamoci che se mancano le api é perché mancano anche i fiori, quelli che una volta riempivano le nostre campagne! Grazie del video 🐝🐝🐝
Purtroppo queste distorsioni mi ricordano quelle di altre narrazioni "green" dannose, come le strane visioni quasi religiose sulle rinnovabili in ambito energetico, o i sottotesti anti-umanità "pro" animali e "natura" che riguardano i discorsi su caccia e controllo demografico della fauna.
@@dusk6159 ok
@@saulleronchi638 Mmmm c'è qualche problema?
Grande balla... Una ottima tattica di marketing.
Fa bene a chi riceve il bonifico per aiutare le api. Non aiuta nessun alveare e nessun apicultore
Per me e molti altri come me che hanno una coscienza a riguardo, la questione di chi "specula" è un gran problema, spero che farai altri video a riguardo (ad esempio i progetti di treedom) per darci un po' più di informazioni e aiutarvi ad orientare sul tema. Grazie mille
Sono gli stessi motori narrativi che portano ad altri esempi come, non so, la demonizzazione degli OGM.
I figuri e le Panzane Shiva dietro a questi discorsi ci fanno milioni, con le api, l'uomo e la natura a pagare.
Cosa c'è di male in treedom? (chiedo per curiosità non per provocazione)
Secondo me @@soniapanizza98 sei una da Baobab! 😘
Il video ha senso, ma non vuol dire che chi promuove un aiuto economico per l’apicoltura non abbia più senso dopo aver ascoltato lui. Le aziende promotrici usano i proventi per studiare l’ambiente, fare statistiche, e rendere delle zone incolte alle api per la loro alimentazione. Poi ricordiamoci che non c’è più un habitat naturale per le api in buona parte della nazione parlando solo di Italia. In altre parole dove non c’è un grosso apicoltore e dove ci sono pochi alveari artificiali, ha comunque molto senso installarne quei pochi per rendere la specie disponibile sul territorio dove prima non c’era per mancanza di luoghi nidificanti. Pensiamo ai terreni coltivati, tutto intorno spesso e volentieri non c’è nulla di naturale, nemmeno un boschetto, e magari anche terreni cementificati o ricoperti di ghiaia dove non crescono le erbe spontanee.
@@ackylles978 in quel caso non avrebbe più senso piantare più fiori e mettere casette per le osmie o per i bombi, ed evitare di eliminare i nidi delle vespe?
Ciao Giacomo, grazie mille per questo video. Molto interessante e utile per comprendere la complessità dell'argomento (che non immaginavo).
grazie, mi hai chiarito il dubbio sorto sugli spot televisivi; non sono entomologo, ma l'interesse all'ambiente mi è nato quando conobbi il prof. Franco Tassi (che saluto e spero sia in bona salute) uomo dall'entusiasmo travolgente e contagioso, tanto da "infettare" anche un agnostico come me. ciao....g.
Ciao Giacomo, grazie per i tuoi contenuti illuminanti! Molto carina l'idea di recintare un angolo di giardino e lasciarlo come "casina per la biodiversità". Mi domando tuttavia come riuscire a gestire anche l'eventuale convivenza con parassiti, tipo pulci e zecche. Sono ignorante in materia ma è la prima cosa che mi viene in mente e che mi spaventa sinceramente 🥲
Se si dovesse parlare di biodiversità come mantenimento di un ecosistema, allora si dovrebbero mantenere insieme alla flora in quanto animali e piante interagiscono vicendevolmente in un ambiente. Tuttavia se intendiamo biodiversità come un favorire le specie vegetali presenti, è possibile rimuovere in quel caso i parassiti e fornire le condizioni migliori per le piante già presenti, al fine di portarle fino alla stagione riproduttiva. Due punti di vista per due modi di intendere "biodiversità"
@@eframpy grazie per la risposta! Ma se l'obiettivo in questo caso è preservare soprattutto gli impollinatori lasciando un pezzetto di campo incolto, con il trattamento per i parassiti non possiamo danneggiare anche gli altri insetti /impollinatori in generale? Vorrei capire se effettivamente si possa arrivare ad un punto di incontro in cui si aiuti la biodiversità senza rischiare di essere invasi dai parassiti nella restante parte del giardino 😅
@@misantropofisis7928 ciao, i parassiti arriveranno solo se veicolati da animali ospiti: se hai un giardino in piena città al massimo passeranno gatti che girano o uccelli, che potrebbero sì portare parassiti, ma non più di quelli che si rischiano stendendosi in un prato. E comunque sì, i trattamenti ai parassiti danneggiano anche gli impollinatori. In ogni caso se la biodiversità è alta ci saranno anche i predatori dei parassiti (mantidi, cimici assassine ecc.) che li terranno sotto controllo. Ciao,
Mi piacerebbe vedere un video simile riguardo a Treedom.
Sono molto scettico riguardo al piantare alberi in nazioni del terzo mondo e spendere energie per monitorarli quando credo che in quelle stesse nazioni aree boschive vengano eliminate per far spazio alle coltivazioni.
Credo che gli ordini di grandezza siano molto diversi, e che gli stessi fondi sarebbero spesi meglio in impianti di produzione di fertilizzanti o di irrigazione.
ho sempre pensato che treedom fosse una colossale truffa, e ne sono tutt'ora convinto. ancora di più da quando molti youtubers hanno iniziato a sponsorizzare il servizio. Gente che dice di aver piantato alberi e ti manda delle foto. Ok, potrebbe essere una foto di qualsiasi pianta di qualsiasi parte del mondo. Rimango molto perplesso a riguardo.
@@ytdarsch84 Quei ragazzi sono in buona fede, piantano realmente alberi in giro per il mondo e a livello mediatico fanno una bellissima cosa... Nei fatti però non servono ad un cazzo e credo che alcuni alberi non vengano nemmeno piantati
avevo già esposto dei dubbi appena saltò fuori, se vuoi piantare parecchi alberi non ci vuole niente, anche non avendo del terreno. Se però si tratta di migliorare le condizioni umane e facilitare l'agricoltura in zone povere del mondo è un altro discorso, quello che non quadra però a quel punto sarebbe il messaggio. Fa abbastanza ribrezzo far passare il messaggio del salvare il pianeta piantando alberi in primo piano e non parlare dei benefici umani come se quasi fossero uno scandalo, molto meglio fare beneficienza in altri modi
@@brandon0099 l'agricoltura è fonte d'inquinamento... l'unico modo per salvare il pianeta in tempi brevi è che gli stati più inquinati (cina e america) passino al nucleare, favorendo così il successivo passaggio alle rinnovabili
@@brandon0099 però loro non parlano di salvare il pianeta, ma di, cito "supporto ai piccoli agricoltori all'altro lato del mondo". Per altro dicono "puoi farlo per i benefici che porta agli agricoltori, per la CO2 che può assorbire - e che ovviamente assorbe (nota) - o semplicemente per fare un regalo originale" tanto che nella scheda degli alberi mettono il significato che hanno se li regali.
Poi non so se funziona sta cosa o se non funziona, ma mi sono sempre apparsi abbastanza trasparenti da questo punto di vista. Non è che dicono piantate un albero per salvare il pianeta come spesso si sente dire.
Madreh: il tuo giardino è un casino!
Io (da adesso in poi) : sto aiutando la biodiversità!
Sono soddisfazioni queste!
Grazie Giacomo, finalmente qualcuno che fa ordine in questo argomento tanto pubblicizzato
Avevo già visto i tuoi video in merito a questo argomento e cerco di spiegare perché non vanno adottati gli alveari e che piantare fiori di vario genere è molto più utile... non tutti mi capiscono però, moltissime persone associano l'ape al miele e non riescono ad avere una visione d'insieme. Bella l'idea di un video corto da condividere.
Ringrazia Barbascura e i suoi video sonorizzati, ultimamente sta scadendo molto.
@@Martozen seguo barbascura e ho storto il naso quando ho visto quelle pubblicità... ma non è colpa sua se la gente crede alla storia degli alveari, la voce gira da parecchio tempo... di recente è tornato a farsi pubblicizzare da nordvpn, speriamo che abbia imparato la "lezione" 😁
@@SamanthaTedesco Diventa colpa sua quando inizia sponsorizzarli però, i followres sviluppano una fiducia che sconfina nella fede nelle persone che seguono, ti basti pensare a cosa è successo con il video pubblicato da Giacomo come pesce d'aprile sul finto libro di Maccio Capatonda "perchè caghiamo" che molta gente ha comprato senza nemmeno leggere le recensioni in cui si spiegava che in realtà è un taccuino.
Figurati Barbascura che ha un utenza molto più mainstream, oltre a questo ha fatto altri passi farsi , ad esempio ogni tanto ricorda nei suoi video che mangia carne solo quando esce con gli amici, però poi continua comprare un sacco di oggetti inutili, è ancora tempo fa ha pubblicato su FB la foto di un pellicano la cui sacca era esplosa perchè aveva cercato di mangiare una preda (un capibara mi sembra) decisamente troppo grosso, quindi un evento perfettamente naturale e l'ha rimossa dopo poche ore per le proteste degli animari da mondo Disney.
@@Martozen su questo hai ragione... quando si aprono dei canali di divulgazione, si devono accettare delle responsabilità e bisogna saper giudicare il proprio pubblico... senza nulla togliere a barbascura, i video della scienza brutta sono interessanti, sicuramente non ha preso seriamente il discorso delle responsabilità del suo ruolo
@@Martozen ps: la storia del libro di maccio mi ha sconvolta... cavolo, si capiva che stava scherzando, dai! Chi vede i video di giacomo sa che non parla in quel modo, anche se giacomo avrebbe dovuto dire alla fine che era un pesce d'aprile, ma evidentemente anche lui non immaginava un tale effetto negativo...
Breve, conciso, chiarissimo e dritto al punto. Bravo 👏👏👏
Grazie per quello che fai ❤️🔥
Bravo Giacomo un gran bel video, mi stupisci sempre!! Grazie per il tuo lavoro e devozione.
possibile proporre di creare piu siepi miste?
Ciao Giacomo, mettere sul terrazzo o in giardino una casetta per le api selvatiche/solitarie può essere utile? Su qualche sito vendono anche i bozzoli di ape muratrice per popolare queste casette.
Ciao, il buon senso supportato da una base di ecologia mi direbbe che le casette possono essere utili, e in ogni caso tentar non nuoce, bisogna poi vedere se vengono abitate (se si abita a piani alti è più facile che vadano ragni che non api). Al contrario i bozzoli di "ape muratrice"(non so di che specie si tratti in particolare) potrebbero facilmente fare danni se la specie è assente nella zona. Se è presente userà il nido e potrà riprodursi se è in pericolo, ma liberare senza un piano animali non nativi della zona generalmente è una cattiva idea, spero di essere stato utile, ciao!
@@comfypigeon5765 in genere mi pare di tratti di osmie, sul territorio italiano se non sbaglio sono endemiche, però credo sia un'ottima osservazione.
Buongiorno Giacomo, ho scoperto il tuo canale da poco, ti faccio i complimenti perché tutti i video che ho visto sono fatti veramente bene, sia in termini di contenuti che in termini grafici. Fra l’altro siamo vicini di casa, scrivo anche io dalla provincia di Padova.
Io sono da sempre attratto da tutto quello che è natura, la maggior parte delle mie passioni sono inerenti a questo tema, dalla montagna al mare, dalle piante agli animali selvatici, dalla coltivazione all’allevamento. Da un paio di anni sono diventato apicoltore amatoriale, ho 6 famiglie, vorrei arrivare a gestirne una decina, per completezza di informazioni puoi vedere qualche video che ho fatto sul canale di 3Bee.
Ho iniziato col preciso intento, tra le altre cose, di aiutare l’ambiente, di favorire l’impollinazione, di far del bene (per quel che posso) a questo bistrattato ecosistema. A volte mi sono pure chiesto se per caso “Apis mellifera” non potesse in qualche modo interferire con gli impollinatori selvatici e l’ecosistema in genere, ma non ho mai approfondito, o non ho mai voluto farlo.
Poi ho incrociato i tuoi video sul tema e li ho guardati tutti. Quindi, dopo aver riflettuto su quello che hai detto, dopo aver rielaborato nella mia testa tutti questi concetti, sono arrivato a delle conclusioni che di seguito voglio enunciare.
E’ sicuramente vero che “Apis mellifera” toglie nutrimento ad altri impollinatori presenti nell’ambiente, visto la limitatezza delle risorse, è vero che non è in pericolo di estinzione essendo allevata dall’uomo, è vero che si pone su un piano di “concorrenza sleale” nei confronti degli altri impollinatori, essendoci l’uomo a far fronte costantemente alle sue esigenze, nutrizionali e sanitarie, tanto per citare i 2 aspetti fondamentali.
Però secondo me sono da valutare anche altri aspetti, in primis: la presenza di “Apis mellifera” in natura è quanto meno incerta (si dice che a livello selvatico, almeno qua in Italia, è estinta, causa acaro varroa importato dal Sud-Est asiatico, ma non ho trovato fonti certe che lo certifichino), quindi in qualche maniera l’uomo ripristina ciò che, a causa della globalizzazione, è andato perso.
La natura in cui ci troviamo è a portata di tutti gli impollinatori che si trovano in natura? Mi spiego meglio: quanto di quella che chiamiamo natura nelle nostre campagne o città è veramente naturale? I campi con le colture intensive specifiche per l’alimentazione umana e animale lo sono? Gli orti dove coltiviamo per lo più ortaggi che sono arrivate qua 500 anni fa lo sono? I giardini con fiori e specie arboree arrivati da posti distanti 20 ore di aereo lo sono? Gli argini con alberi delle più disparate provenienze lo sono?
Gli impollinatori che troviamo in natura vengono da un’evoluzione di milioni di anni, ogni zona ha selezionato, dal punto di vista ambientale e climatico, determinate specie di impollinatori, ma essi si sono già riadattati ai nuovi ambienti creati dall’uomo? Immagino che alcuni di essi si siano estinti, altri si siano spostati, altri abbiano modificato le proprie abitudini. Bastano gli impollinatori presenti in natura a fare il lavoro su tutte le piante impollinabili presenti sul nostro territorio?
Nella scarsa esperienza che ho, ho notato che non tutti gli impollinatori vanno su tutti i fiori, le mie “Apis mellifera” certi fiori non li guardano nemmeno, la mattina fino 2-3 ore dopo l’aurora e la sera 2-3 ore prima dell’imbrunire non si sognano nemmeno di uscire dall’arnia.
Se, per assurdo, smettessimo di allevare “Apis mellifera”, quale potrebbe essere l’impatto sull’ambiente? Potrebbe accadere che gli altri impollinatori prendano il sopravvento e che abbiano una rinascita in termini numerici. Ma potrebbe anche accadere che gli impollinatori presenti non riescano a fare il loro lavoro, che certe piante soccombano a causa della mancanza di impollinatori, causando un circolo vizioso che potrebbe portare ad una catastrofe ambientale.
Oltretutto mi pare di capire che studiare l’andamento e la composizione delle popolazioni di impollinatori sia un compito molto difficile, non è come fare il censimento di una determinata specie di mammifero presente in natura. Anche i professionisti del settore riescono a fornire pochissimi numeri certificati e hanno oggettivamente poche certezze in merito.
In conclusione, io credo che dovremmo tutti impegnarci a non usare (o usare il meno possibile) pesticidi e diserbanti, a favorire la biodiversità vegetale e animale, a rispettare l’ambiente in tutte le sue forme. Dovremmo educare i nostri figli a capire l’importanza fondamentale della tutela ambientale Dovremmo spingere i nostri governanti a fare leggi per la tutela dell’ambiente e della biodiversità.
E sì, io credo che anche il lavoro degli apicoltori sia importante per l’ambiente, seppur nelle dovute proporzioni e fatto in una certa maniera. (l’agricoltura e l’allevamento intensivi, come tutti gli estremismi, in tutte le loro forme, non portano mai, a mio parere, buone cose per l’ambiente e la società in genere).
Buona continuazione
Luigi Bugin
Dico una mia testimonianza personale. Nel mio territorio (Puglia) le api non si vedono più quasi. 15 anni fa c’erano api dappertutto, mellifere di più ma anche selvatiche, ora sembrano estinte come tanti altri insetti quali mantidi e scarabei. Manca il loro ambiente.
Quello che hai detto nel video ha sicuramente senso, ma si è anche generalizzato tanto e inoltre si porta a non aiutare più le aziende apicoltrici. A parte questo, secondo me, aiutare economicamente gli apicoltori, anche in caso di inizio nuovo alveare (dove non ci siano già troppi) ha molto senso in quanto l’ambiente naturale per gli impollinatori manca. Vicino ai campi italiani, spesso e volentieri non c’è neanche un boschetto ma ci sono deserti agricoli, terreni incolti (si male non fanno), cementificazioni o terreni ricoperti di ghiaia. Insomma non c’è l’habitat dove le api possano nidificare. Le zone che frequento, i terreni incolti, non hanno più stormi di api e di altri insetti sui fiori. C’è anche il fattore dell’avvelenamento dei terreni che continua.
Approccio intellettualmente monto onesto.
Da apicoltore sottoscrivo a pieno quanto detto. L ape ha grande risonanza psicologica,perfettamente sfruttabile per fare marketing.
Consiglio a tutti (ma anche a te Giacomo) la lettura del libro di Gilles Clement "Manifesto del terzo paesaggio", che parla proprio dell'importanza ecologica dell'incolto
Oh, finalmente qualcuno che spiega bene come stanno le cose! Bisogna salvare gli impollinatori selvatici! Non "le api", che per il 99,9% della gente significa "le api da miele". Tutta questa pubblicità ingannevole "le api stanno sparendo". No, gli impollinatori selvatici stanno sparendo! Bravo Giacomo!
Bravissimo, complimenti 👏🏻👏🏻👏🏻
Ho visto una puntata di report dove si scagliano contro i campi incolti e l'allevamento intensivo di ovini, che sperpera il grano così importante in questo momento... Scommettiamo che se mettono tutto a grano e allevamento estensivo tra due anni fanno un servizio su come queste scelte fossero ceche da un punto di vista ecologico?
@@feelippo1903 quello sulle pecore riguarda un altro video, dove si dice che mangiare carni di mucche e ovini é la cosa più inquinante della nostra dieta, un po meno inquinante se allevati in allevamenti intensivi
vabbè, è Report che fa Report :D
@@cpav9062 il problema é che così descrivendo le cose tutto sembra semplice e che non si trovino le soluzioni per mancanza di volontà o disorganizzazione e non perché ci sono problemi complessi...
@@guidoocchipinti8668 sì sì, intendevo che non ho una buona opinione del programma, quanto dici mi sembra in linea con i loro standard
concordo pienamente con le tue considerazioni 👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
Ciao Giacomo...puoi parlare del grave problema di siccità in Italia di questo periodo?
05:15. Il Bombo.
Ecco, dei bombi non parla mai nessuno.
Giustizia per i bombi, li adoro, sono meravigliosi, pacifici e paciocconi, non passano l'inverno e mi fanno una tenerezza infinita. ☺️☺️
Ottimo video per capire comè realmente la situazione. Questa è certamente una visione da tener in considerazione e oltre a alla problematica delle api in collaterale ci sono tutti quegli insetti " buoni " che stanno venendo sempre piu "markettizzati". Ma preferisco di gran lunga essere targhettizzato con un "adotta un alveare" piuttosto che "fai doppshipping anche tu ". 🤣🤣. ...e devo dire che grazie a 3bee ora ho un buonissimo miele di castagno😋. Inoltre per non farmi mancare niente ho fatto anche un Super Bag hotel....
Ma di che nazionalità sei?
Non si capisce niente con questa lingua mista
Giorni di caldo infernale, animi nervosi, pubblicare un video che ha il potenziale per scatenare commenti avvelenati: il ritratto del coraggio! :)
Scherzi a parte, è sempre interessante approfondire i temi andando oltre la superficie, in particolare se presentati in modo così chiaro!
hai ragione da vendere, c'e' troppa gente che chiede soldi per aiutare le api ma con le api non centrano nulla. aiutate gli apicoltori acquistando il miele direttamente da loro e non da intermediari che fanno tutt'altro mentre gli apicoltori stanno scomparendo.
Quindi al mio consuoceri che ha perso buona parte delle api e conseguentemente calo di miele cosa devo dire, va tutto bene?
Ciao caro calabrone. Il fatto che suo suocero abbia perdo le api da miele è sicuramente una tragedia. Questo fatto peró non cambia la situazione globale delle api… mi sembra un po egocentrica come osservazione la sua.
Bellissimo, stavo proprio aspettando questo video da te
Ciao Giacomo, parlerai anche delle speci invasive e non autoctone come la vespa velutina? ! E dei danni che ne conseguono.
Interessante punto di vista rispetto alla salvaguardia delle varie specie di api oltre a quelle da apiario. Sarebbe importante far capire ai tagliatori seriali della domenica che lasciare un po’ di erba alta aiuterebbe l’ambiente più che vedere un giardino simile ad un campo da golf
Ho visto sponsorizzare queste cose anche da persone facenti parte dell'ambito della divulgazione scientifica. Se è così dannoso, come mai si continua a promuovere questa cosa? È frustrante 😕
Credo sia questione di marketing e greenwashing
Se è Mortebianca NON E' UN DIVULGATORE. Nè scientifico, nè non scientifico.
@@dly209 no, non mi riferivo a lui, so per miracolo chi è solo per un altro video di Giacomo 😂
Bello,ti do un picolo spunto. Sarebbe interessante un video sul bosco ceduo
Devo dire sono un criticone spesso di certi tuoi video, ma questo è proprio un'ottima esposizione del problema. Grazie, e complimenti!
Perfetto, mi sono rotto degli apicoltori che si spacciano per quelli che salvano le api.
Ciao, ti ho scoperto ora con questo video; piantare alberi e/o piante che producono fiori potrebbe essere un buon compromesso tra il cercare di mettere un minimo di ordine in giardino e avere comunque dei fiori da far impollinare agli insetti impollinatori? (Cercando di avere varie specie di piante in modo da avere comunque un minimo di diversità nei pollini e con ad esempio alberi da frutto diversi si può comunque avere un prodotto km0 che è utile sia a noi per la frutta che agli insetti impollinatori per il polline) spero di aver scritto bene quello che volevo scrivere in modo da farmi capire
Una domanda agli apicoltori, se qualcuno vuole rispondere: il problema della varroa è stato risolto?
È uscito un articolo sulla riscrittura della storia della domesticazione di galli e galline, ne parlerai?
Gran bel contenuto!!!! Grazie!!!
Sono d'accordo con te , per aiutare la gran parte degli imenotteri basterebbe lasciare aree verdi nelle campagne , adibire il proprio giardino alle fioriture spontanee oppure seminando alcuni tipi di piante autoctone che diano polline e nettare ,dare a loro una casa (ho fatto anche un video sul mio canale).Se proprio si vuole dare una mano al mondo dell'apicoltura (api mellifere) si possono aiutare gli apicoltori tramite le associazioni apistiche per sostenere le varie
spese e comperare del miele dagli apicoltori di zona. Ma ricordiamoci che fin che l'uomo se ne occuperà le api mellifere non saranno in pericolo di estinzione.
argomento interessante, non sappiamo con certezza quante e quali specie sarebbero a rischio estinzione con la scomparsa del uomo, ci potrebbero essere delle sorprese a riguardo
@@brandon0099 sono d'accordo, il fatto è che la gran parte dei problemi che ci sono li ha proprio creati l'uomo.
@@Apicolturalareginadelleapi il problema non sono i "danni" dei quali siamo consapevoli ma quelli dei quali NON siamo consapevoli, inevitabilmente qualsiasi specie ha una relativa influenza verso l'ambiente circostante ma la nostra è talmente fuori scala che da anni trovo ridicola la suddivisione tra specie autoctone e alloctone perché chi più chi meno direttamente sono state comunque influenzate massivamente
Ciao, sono un apicoltore.
Volevo solo chiarire che in natura è vero che esistono molti altri impollinatori, ma tra tutti gli altri insetti l'ape si trova in cima alla classifica è l'impollinatore per eccellenza e direi che senza l'ape e solo con il vento e tutti gli altri apolidi ci sarebbero molti problemi per la riproduzione di tante specie di piante. E poi la cosa fondamentale è che in natura le api non possono più sopravvivere da sole, reggono solo grazie a noi.
Bisogna spingere sull'obbligo di chi coltiva grano di lasciare una fila di piante nettarifere ogni tanto....
Bisogna Aiutare veramente gli apicoltori quando si trovano in serie difficoltà
Allevare questi insetti in gran parte del nostro paese è diventato impossibile.
La prima affermazione è vera solo in parte, l'ape mellifera non è il miglio impollinatore ma è certamente la più popolosa tra le specie di impollinatori.
Per la seconda parte è corretto, se i comuni si impegnassero anche a lasciare parti incolte per le api sarebbe meglio per tutti, senza contare che si risparmierebbero un sacco di soldi.
Il problema di aiutare gli apicoltori si presenta quando tutta l'attenzione viene data all'ape mellifera e questa compete con gli altri impollinatori in un habitat sempre più ristretto, prima aumentiamo le zone incolte, poi si aiutano gli apicoltori
bravo Giacomo!
la pubblicità di Panzironi sul tuo canale però non si può vedere.
Giacomo, grazie per questo video! Come vedi la costruzione e diffusione dei Bugs Hotel? Potrebbe essere anche essa una buona azione per le api selvatiche? ❤
Tra l'altro mi pare che ce ne siano di specifici per api selvatiche (non saprei dirti se siano una fregatura o meno, o di quanto differiscano dai bugs hotel generici, sicuramente posso dirti che aveva un via vai di api).
Che figo tu e what's up economy 😍 magari Verona/ vicenza
Un video o una serie di video interessanti sarebbero come le varie fonti di produzione di energia impattano sulle specie animali e vegetali. Specialmente quelle che necessitano di molto territorio, as esempio dalle attività minatorie, o l'uso diretto del suolo come il fotovoltaico o l'eolico per gli uccelli.
Condivido. Io adotto le arnie presso un apicoltore locale, ma per una ragione piuttosto diversa. È una persona di cui mi fido, so come lavora, so che - entro i limiti del possibile e del sensato - cerca di fare tutto al più naturale possibile. Dó i soldi a inizio anno e alle prime raccolte vado a prendermi le mie quote di miele. E mi costa meno che al supermercato.
La questione, per me, è più creare una rete diretta fra produttori e consumatori, permettendo anche alle persone comuni e non addette ai lavori di potersi innamorare di questo fantastico mondo, di capire maggiormente le dinamiche complesse della natura, dell'importanza della biodiversità ecc... insomma, secondo me è una bella formula per poter aver un piccolo "assaggio" e aprire una piccola porticina su un mondo complesso e vastissimo...
Dopodiché, la scusa dell'"adotta un'aria per salvare le api e il mondo" penso sia molto marketing e greenwashing.
Appena condiviso in un commento a una pubblicità che mi era uscita su fb!
Ora ti spammo nei forum\canali di apicoltura, così ti getto ancor di più nella fossa dei leoni... hehe, non sono così cattivo. Anche io sono apicoltore come altri che hanno commentato e ho una media di 3\4 discussioni al giorno con persone che vogliono fare qualcosa per l'ambiente o la biodiversità a modo loro. E' frustrante a livelli inimmaginabili spiegare più e più volte che non esistono solo le mellifere, spiegare quant'è semplice ed economico creare un bug hotel dando un "riparo" a più specie di insetti piuttosto che spendere centinaia di euro per una famiglia di mellifere. E' ancor di più inutile mettersi a spiegare il fenomeno della competizione tra gli impollinatori, l'importanza anche dei vespidi piuttosto che cimentarsi in apicoltori improvvisati rischiando, oltretutto, di far ammalare la propria famiglia e quelle del circondario (questa è più frustrazione da apicoltore che da ambientalista). Molta gente non riesce nemmeno ad afferrare il concetto del non dare il miele alle povere e tenere api stremate. E' dannatamente frustrante
Ma condividi pure
Ciao, perché non dare il miele alle api stremate? Oppure perché dare loro del miele? Non so niente riguardo a questa cosa.
Comunque sì lo so bene, ho cercato anch'io di avere discussioni di questo tipo, finisce sempre male. Anche perché la gente in generale ha un cattivo rapporto con le proprie idee, non riesce ad accettare di aver sbagliato qualcosa.
@@dly209 è comprensibile come comportamento, ma non accettare l'evidenza non è sintomo di intelligenza. Ultimamente mi sto chiedendo se continuare a contestare sia da idioti... In ogni caso si dovrebbe evitare di somministrare il miele agli apoidei per evitare la diffusione di eventuali patologie. E a volte, la cura di queste patologie come per esempio la peste americana, per noi apicoltori è mettere l'arnia in una buca e dare fuoco con le api all'interno, e coprire con terra per evitare eventuali saccheggiamenti incrociando le dita che non si diffonda in altre arnie creando un focolaio. Se si vuole aiutare un'ape si può preparare un semplice sciroppo facendo bollire dello zucchero in acqua e aggiungendo qualche goccia di limone. Ne sono ghiotte e non crea nessun danno.
@@EntropyforLife Lo avevo già fatto in realtà ;)
@@dly209 non bisogna dare il miele perché si rischia la diffusione di patogeni, acqua zuccherata invece va bene.
Ciao, volevo chiederti se questo discorso valesse, oltre che per le api da miele, anche per le api muratrici, che forse possono essere più catalogabili come una specie selvatica (?)
Le "api muratrici" non sono una specie, è il nome comune che si da a svariate bestiole diverse, ad esempio alcune specie di Megachile e Osmia. Sono tutte selvatiche, alcune di esse se la passano peggio di altre.
@@waspjournals41 grazie mille
Ciao, ho due domande, la cui risposta credo dipenda da dove sono stati fatti gli studi:
- il fatto di allevare le api senza dare loro medicinali ha lo stesso impatto sugli altri insetti?
- l'ambiente ideale per gli impollinatori è creato dall'uomo perché se si lascia il verde abbandonato, per esempio qui in Liguria, diventa una zona piena di rovi, non un prato: la cura del verde da parte degli apicoltori che creano prati fioriti forse potrebbe essere invece positivav anche per gli altri insetti?
Ciao, ti rispondo al primo punto: non è possibile allevare senza dare alle api i loro medicinali perche la lotta all acaro Varroa destructor è obbligatoria.
Il secondo punto invece è un po piu complesso :) intanto posso accennarti che spesso non sono gli apicoltori che "curano il verde", ad esempio nel mio caso io porto le mie cassette dove ci sono degli agricoltori che coltivano colture fiorite per altri scopi (erba medica, trifoglio, sulla, girasole...), ma comunque le api (parlo per la mia zona) riescono a fare miele anche dove la campagna è semi - incolta, quindi si trovano sia campi coltivati che chiazze di bosco/macchia con quelli che te chiami "rovi" :) Ad esempio una pianta molto mellifera che è un arbusto ed è frequente nelle mie zone è la marruca
@@michelaboldorini1472 ciao! Grazie per le risposte😊
nel mio paese hanno appena tagliato 4-5 alberi di 20 metri ...è come vedere un ventenne con la calvizie...che ...
Da apicoltore, finalmente qualcuno che ha visibilità che lo dice
Finalmente qualcuno che lo dice!
Io abito in un casale situato in una forra, nel viterbese e il mio terreno è attraversato da una strada bianca. Per molti anni ho perseguito l'idea di rinatularizzare tutto il mio terreno. Mentre nella forra, dove già era presente il bosco la naturalizzazione è continuata e si anzi incrementata, dove invece c'erano dei coltivi, ulivi e vigna, e con una strada che ci passa, questo non è possibile. Ci sono stati cinque incendi in vent'anni. Oltre tutto è vietato lasciare incolto il terreno. Quando ho chiamato i vigili del fuoco mi hanno applicato delle multe e inoltre il processo di naturalizzazione è ripartita da zero riformando ginestreti e roveti e cespuglieti facilmente incendiabili. Infine ho deciso di mantenere, costosamente, un'area il più possibile spoglia di vegetazione. Una waste land. Conclusione, o il terreno è già, in qualche modo naturale, boschivo, oppure, quello che dici, lasciare dei terreni incolti, se sono stati coltivati e prossimi a strade bianche, sono solo occasioni pericolose di incendi e dal cespuglieto non si svilupperà un bosco, che sarebbe la suo naturale evoluzione ecologica. Un prato incolto, magari fiorito, è una situazione transitoria. Oppure ci deve essere un pascolo. Non lasciare che si creda nel progetto di lasciare che aree coltivate vengano lasciate incolte per incrementare la biodiversità, perché non si otterrà il ripristino di una situazione ecologica preesistente ma solo di incrementare possibilità di pericolosi incendi. Oltretutto esiste una legislazione che lo vieta.
Giacomo ha detto che lasciare incolti i terreni in certe regioni non è una via percorribile per via di incendi e altre malattie... credo si riferisse a corridoi biologici usati in agricoltura biologica. E poi tieni conto che lui è veneto, probabilmente la campagna e gli incolti li vede e se li immagina ben diversi da come li vedi tu nel tuo terreno... anche questo lo dice però. La varietà nella penisola è enorme
Bellissimo video.
Ciao Giacomo, volevo chiederti qualche consiglio sulle associazioni di cui parli alla fine del video
Vorrei chiederti se anche la pratica di adottare e piantare gli alberi (treedom per esempio) sia poco utile oppure serva veramente
guarda, anche senza essere esperto, ma andando a logica, serve eccome.
L'idea che mi sono fatta è che treedom punti molto di più sull'impatto sociale della questione. Tipo gli alberi vanno a coltivatori locali, e mi pare ci siano persone di treedom specializzate che restano sul posto a dare una mano proprio in agricoltura - creando sistemi di coltivazioni vantaggiosi per alcuni territori particolarmente problematici poiché desertici o molto poveri etc. Onestamente non so *quanto* siano utili e/o ottimizzati, gente che va in casa altrui a dire come fare le cose può essere una benedizione o una maledizione a seconda di quanto sono preparati, altruisti, pronti ad ascoltare ed imparare, oppure semplici speculatori. Io però ho comprato un paio d'alberi per provare, e sembrano genuinamente persone a posto!
Penso che indubbiamente non sia l'opzione più vantaggiosa se t'interessa, che so, piantare un mucchio di alberi. Ci sono altre associazioni dedite alla riforestazione, che immagino usino una parte più grossa dei ricavi in, semplicemente, piantare alberi. Treedom punta tantissimo sull'idea di "tenerti sempre aggiornato", di farti vedere materialmente dove e come sta l'albero, poi molta pubblicità, poi immagino finanzino quei progetti sul campo per aiutare i coltivatori locali, e qualcosa sempre dovranno guadagnare.
A meno che la domanda non fosse se ha senso piantare alberi per contrastare la deforestazione, o per aiutare coltivatori in zone del mondo in difficoltà, e qui la faccenda si fa più complessa ma se ne parla già tanto. L'idea che mi sono fatta è che serva - marginalmente rispetto ad altre cose come che so, smettere di deforestare (^: o buttare nella merda gente in paesi in via di sviluppo che se la passano male per cambiamenti climatici, sfruttamento dei loro territori etc :^) ma questi sono problemi sistemici. Un po' come mettere qualche cerotto su un tubo che si sta rompendo. Qualcosa fa, qualche vita sarà cambiata - magari ne vale la pena! - ma probabilmente prima o poi la casa sarà allagata comunque, ecco.
Perché nn fai un video dove ci spieghi come aiutare le "cose" selvatiche tipo con quelle casette da appendere fatte di cannette di bamboo..sarebbe utile...forse...boh?
In Italia la cultura scientifica è purtroppo ancora molto bassa e piuttosto che sui fatti oggettivi si tende a seguire le emozioni. Come dico nei miei video di conservazione ambientale, il miglior modo per contribuire alla conservazione è il volontariato ambientale fatto attraverso reali associazioni impegnate su progetti concreti. Il secondo miglior modo è visitare gli habitat naturali in maniera responsabile, la presenza di ecoturisti in alcuni paesi in via di sviluppo è il solo modo per fare la differenza. Il terzo modo per contribuire è evitare tutti i prodotti ad alto impatto ambientale.
Condividete questo video per cortesia!
Titolo: "La truffa è arrivata: Ora devi sapere anche tu cosa sta succedendo"
Libertario Show
15.06.2022
Grazie!
avevo sentito del fondo forestale italiano che aveva questo scopo, comprano terreni e li tengono come proprietà privata lasciandoli al loro stato naturale.
dici che donare a loro può essere più utile?
ho girato il video al geometra comunale addetto al verde pubblico 🤗👍
6:52 Ah, nella mia città non serve convincerli: non tagliano l'erba da mesi e sembra una giungla, ma non per gli impollinatori... per risparmiare sul bilancio comunale 🤣😂🤣😂
Ma allora, invece degli alveari, adottare delle piante?
ho visto che si incentiva a costruire delle "casette" per le api selvatiche... questa mi sembra una buona idea...mi sembra di averlo visto in un video di un azienda...di apicultura
Cit italiana, ho aperto questa attività ora ci lavoro 12 ore al giorno e perdo soldi.
Ma se prima di aprire l'attività ti facevi due conti economici?
Sempre pensato 👍. Nel raggio di 200 m da casa mia in questo periodo ci sono almeno 200 casse per fare miele di castagno.... Quanta biodiversità eh... A mio avviso è un problema di tutti gli altri impollinatori, non solo il genere apis, ma lepidotteri, bimbi e compagnia che a mio avviso son meno di una una volta...si lo so è solo un'osservazione, ma mi sembra evidente
Grazie Giacomo, per il bel video. Argomento ancora più spinoso in cui vedo possibili analogie è quello di adottare un albero. Molte volte mi chiedo se abbia senso o se anche questo sia un gesto di greenwashing. Sarebbe bello un tuo video a riguardo.
Sugli alberi la questione è complessa.
Dipende che albero pianti in relazione a dove lo pianti.
Alberi a rapida crescita e gran consumo d'acqua provocano danni, come pure s spianti solo un tipo di pianta. Ovviamente è anche importante il rapporto con le comunità locali.
I progetti piu seri motivano le loro scelte e permettono di vedere come evolve la situazione nel tempo
Io ho un alveare adottato; con questa scelta penso che in realtà sostengo soprattutto un apicoltore che ha un sacco di spese e che potrebbe facilmente perdere una colonia, soprattutto con questa siccità che sta letteralmente facendo terra bruciata. Il miele diventa sempre più caro e molte persone ci rinunciano anche a causa dell'impennata generale dei prezzi. Credo che alla fine quando mi arriva il chilo di miele che in un certo senso ho strapagato, aiuto tutti quegli agricoltori e apicoltori che spesso devono svendere il prodotto della loro fatica. Peraltro con delle colleghe di scuola abbiamo creato delle aiuole di fiori e piante che attraggono farfalle e altri insetti impollinatori, perciò si può aiutare questi insetti semplicemente creando delle belle e decorative aiuole di piante da fiori, magari che fioriscono in periodi diversi.
infatti questo ha più senso quando adotti o contribuisci all'alveare di un apicoltore diretto
La natura è disordinata non è precisa se ci tieni insegnalo ai bambini
I giardini non sono natura
Inoltre se hai un aiuola devono essere piante autoctone e non fiori alloctoni
Barbascura X : panda = Entropy for Life : alveari
Quelli del condominio fanno tagliare l'erba troppo spesso eliminando fiori bellissimi e togliendo nettare alle api. In compenso svuotano i portafogli perché il taglio del prato ha raggiunto costi insostenibili.
Dovevi farti sponsorizzare da quello degli alberi
Buongiorno, non credo che il problema siano le api o i vari tipi di api. Il problema sono gli insetti che hanno sempre meno spazio, e l'inquinamento indiretto (smog?) e diretto (prodotti di sintesi per le colture). 20 anni fa c'erano prodotti di sintesi più invasivi, meno arnie e molto più miele, ma anche più superfici mellifere. Il problema è l'uomo, fin tanto che ci saranno persone che passano insetticidi sulle proprie siepi per potarle tutte belle squadrate questi sono i risultati. Io sono un agricoltore e le assicuro che lasciare l'erba alta è DAVVERO impossibile a causa degli incendi, specialmente in zone dove fa caldo e non piove cosi spesso. Dovrebbero anzitutto non permettere la vendita di prodotti di sintesi che per limitare qualcosa magari fortificano altri tipi di insetti. Secondo..consumiamo troppo, dovremmo consumare (mangiare) di meno, e aumentare le superfici di siepi a bordo campo e nei campi (ci sono sulle siepi, anche di edagricole, poichè nelle siepi vivono tantissimi insetti). Buona domenica.
@7:00 facciamo una petizione (sempre molto utili...) per evitare di disintegrare e polverizzare i parchi rasando a zero l'erba ogni 2 settimane? così, tanto per evitare anche un po' di inquinamento ed evitare spreco di "denaro pubblico", non sarebbe male...
Ma anche il fatto che potano cespugli e tagliano l'erba in primavera quando inizia la gemmazione e la crescita dell'erba e dei fiori di campo.
Poi bisognerebbe anche regolare le potature dannose degli alberi che vengono lasciati a mo' di stuzzicadenti.
qui da me non ci sarebbe il problema perché li tagliano "a zolle" e a caso, ti puoi trovare la "boscaglia" di 1 metro come la rasatura completa ogni decina di metri, terribile.
Ti amo.
Nel mio giardino faccio "la guerra delle piante", cioè lascio che si sviluppi tutto in modo totalmente spontaneo e che cresca ciò che riesce a sopravvivere...ti assicuro che il risultato è bellissimo
Io ci ho provato e vengono su solo rovi e zanzare. Quindi a quel punto ho detto fanchiulo alla biodiversità, almeno nel raggio di 50 metri da casa mia non voglio zanzare e rovi, poi più in là facciano quel che gli pare e si scannino a vicenda.
Essendo la mia famiglia proprietaria di alcuni uliveti nel sud Italia si potrebbe anche lasciarli incolti, purtrtoppo il problema più grande a lasciare erba alta e fiori sono i piromani. Se si lascia per troppo tempo l'erba senza tagliarla (soprattutto in estate, c'è alta possibilità che vada tutto a fuoco
Bravo, adesso treedom
E adesso chi lo spiega a barbascura che ha recentemente pubblicato un video sul secondo canale su come adottare un alveare.😅
A me non sembra che nel suo video abbia mai detto che adottando alveari aiuti l'ambiente, anzi. È stato piuttosto chiaro nel dire che serve ad aiutare gli apicoltori
Barbascura e il codice sconto se si adotta un alveare di quell'azienda. Quando la divulgazione diventa un mestiere c'è sempre il rischio di cedere alle sirene del soldo. Dato che è l'unica forma di sussistenza...
Ciao Giacomo, l'introduzione di questo video mi ha fatto sorgere una domanda a cui, forse per mia ignoranza, non trovo una risposta immediata. Per quanto riguarda le api il preservare la biodiversità è importante per ovvie ragioni tra cui l'impollinazione. Ma in generale, mi chiedo, perché è importante preservare la biodiversità? È solo una prescrizione etica (è triste che specie si estinguano) o c'è anche dell'altro, una qualche argomentazione che ci tocca in modo più tangibile?
Immagina la biodiversità come una città: ogni sua componente, dalle abitazioni ai civili rappresentano habitat e specie, e le strade extraurbane la connessione tra le varie città (habitat ed ecosistemi). Inizia a togliere dai servizi più superflui fino a quelli essenziali e arriverai alla risposta della tua domanda😉
Sono aziende. Qual è il principale obiettivo di un’azienda? Il profitto. Ma non per la cattiveria di qualcuno, ma perché la STRUTTURA non pone alternative: se non poni il profitto davanti a tutto il resto, fallisci.
Ciò detto non serve aggiungere altro, le conclusioni potete tirarle da voi.
Video interessante, però al minuto 6:58 non sono d'accordo,sui lati delle autostrade, statali e simili, non permetterei di coltivare alcunché per ovvi motivi di igiene e salute.
Da almeno 50 anni sono convinto di ciò da quando ho visto vendere al mercato chiocciole e verdure raccolte ai margini delle strade.