Perché siamo molto provinciali. Spagnoli e francesi difendono la loro lingua con fermezza, ad esempio,il "nostro" computer è ordenador in spagnolo e ordinateur in francese. La cosa più assurda è che da noi fa "chic" , per usare un termine francese, pronunciare in inglese parole latine di uso comune anche in italiano: junior ( giunior), bus( bas), plus ( plas) etc..Ormai, quella che nell'alfabeto italiano è chiamata "i lunga", è pronunciata "jey". Viene da piangere. Ma "lochescion" le supera tutte, non si può proprio sopportare...
Non mi scandalizzo per computer o microchip, ma per tutto il resto. Basta vedere il gergo del calcio o della cucina ma anche in tanti altri campi. Siamo "solo" provinciali e non italiani(e chi ci prova viene schernito e insultato). E poi ci sono le direttive dell' ordine dei giornalisti di cui nessuno parla, ma piu' che garantire libertà e professionalità (un ordine che in tutto il resto d'europa non esiste) garantiscono uniformità e sottomissione di chi ne fa parte(che viene accuratamente selezionato).
Come ho spiegato nel mio commento, Francese e Spagnolo si parlano in decine e decine di paesi da centinaia di milioni di persone. È normale che l'Italietta subisca maggiormente l'influenza delle lingue straniere.
Senza parlare di quelli che al posto di usare le parole "riunione o incontro" preferiscono dire "meeting" o dei lavoratori che quando lavorano da casa e devono fare o ricevere una chiamata parlano di "call"
Siamo sempre stati esterofili e provinciali ma internet ha dato il colpo di grazia. I giovani usano slang agghiaccianti, i giornalisti usano parole inglesi anche quando sono più lunghe, i dizionari rincorrono queste mode 😢 Penso che senza arrivare al fascismo dovremmo darci tutti una regolata. Grazie al mio lavoro ho scoperto che francesi e spagnoli hanno tradotto moltissimi termini inglesi, il computer in Spagna lo chiamano ordenador, in un vecchio film italiano veniva chiamato computatore 😁 perché noi italiani non siamo orgogliosi della nostra cultura!?
Io credo che un punto fondamentale della questione stia nella visione che in Italia si ha dei paesi anglosassoni (in particolare degli Stati Uniti) che è di ammirazione totale della loro cultura, dei loro prodotti, del loro stile di vita etc., e quindi in maniera automatica, c'è un'associazione Americano=moderno/figo/ricco/esempio da copiare. E da lì, l'utilizzo sconsiderato di parole come "living" al posto di "salone/salotto/soggiorno", o la creazione di mostri come "mi triggera" al posto di "mi irrita". In Spagna, questa relazione di quasi sudditanza verso gli Stati Uniti e ciò che è americano non esiste: per carità, anche lì ci sono inglesismi, è inevitabile, ma quasi tutto viene tradotto allo Spagnolo, e non per una questione di "nazionalismo" o "protezionismo", ma per la ragione più semplice e logica, ovvero per facilitare la comunicazione. In Spagna (come d'altronde in Italia) la maggior parte degli abitanti non parla altre lingue straniere, e dare per scontato che tutti debbano conoscere almeno l'inglese dimostra solo arroganza. Inoltre, questi diversi livelli di comunicazione creano anche degli squilibri sociali, dove quelli che sì parlano l'inglese (o altre lingue) assumono un atteggiamento di superiorità (linguistica e quindi sociale) rispetto ad altri, alimentando quindi quel classismo che dovrebbe essere estirpato come la peggiore delle erbacce cattive. In Spagna, invece, questo atteggiamento è visto come supponente, arrogante, e ci si sforza al massimo per fare in modo che la comunicazione sia la più chiara possibile per tutti. Un esempio che a molti può far sorridere, ma che in fondo dovrebbe essere la cosa più normale del mondo: a Masterchef España a volte i concorrenti usano parole in inglese, e in quel momento appare il sottotitolo con la traduzione in spagnolo della parola. Un giovane italiano potrebbe dire "eh, ma che esagerati, dai...", però la questione lì è che tutti, dal giovane che ha sempre odiato imparare lingue straniere o la signora di 75 anni che ha vissuto in epoca franchista e l'inglese le sembra cinese, possano capire cosa si dice. Appunto, un principio base della COMUNICAZIONE. E giusto per concludere: lo spagnolo e il francese, a livello internazionale, sono due lingue mooooolto più potenti rispetto all'italiano, basta vedere in quanti paesi sono considerate lingue ufficiali.
È un atteggiamento tipico italiano la subordinazione agli altri specie se più potenti di noi, fino agli anni 60 eravamo sottomessi alla Francia e ai francesismi, oggisi fa tutto all'inglese anche l'accento tonico e sbagliamo alla grande, l'Ecuador paese ispanico una volta si diceva correttamente Ecuadòr come in spagnolo adesso è diventato Ècuador.
Non ho ascoltato il video ma la risposta è molto semplice. Paesi come Francia e Spagna hanno ex colonie che nel tempo tendono a creare le proprie varianti linguistiche. Il protezionismo nasce dall'esigenza di far rimanere tutti i paesi delle ex colonie sotto lo stesso ombrello linguistico. Questo è anche il motivo per cui questi paesi hanno accademia linguistiche normative, mentre in Italia non c'è un'istituzione che a norma di legge stabilisce cosa è italiano.
Un altro motivo è che a parlare Spagnolo è qualche centinaio di milioni di persone nel mondo in 20 Paesi diversi. Una potenza culturale importantissima, quasi a livello dell'inglese. Negli stessi stati uniti puoi sopravvivere in molte situazioni solamente conoscendo lo spagnolo. L'Italietta invece è un paese non grande e non ci sono praticamente altri paesi italofoni al mondo. Per questo subiamo maggiormente l'influsso linguistico dall'estero.
@@marcoac-sx6lq, l'Italia è la settima potenza industriale al mondo, ha una influenza culturale incredibile, sia a livello culinario che alfabetico (ma anche in tanti altri ambiti), gli inglesi non sapevano nemmeno scrivere bene quando sono arrivati i nostri antenati che gli hanno fatto capire che l'alfabeto italiano (quello etrusco-latino) era nettamente migliore di qualsiasi scrittura runica. L'italiano è una lingua più importante del portoghese a livello economico ... se tu sommi la ricchezza e i redditi di tutti i Paesi che parlano portoghese, non arrivano al livello dell'importanza economica dell'Italia, stessa cosa vale per l'olandese (inoltre il portoghese brasiliano è ben diverso da quello di Portogallo, Angola e Mozambico, perché ha ricevuto degli influssi linguistici-culturali dall'italiano tanto che alcune parole del portoghese brasiliano sono più simili a quelle dell'italiano che non del portoghese del Portogallo e questo nonostante in Portogallo siano più attenti di noi a non far entrare parole straniere nella loro lingua). Il fatto che tu scriva "Italietta" dimostra quanto tu sia igno---te e provincialotto
L'Italia è la settima potenza industriale al mondo, ha una influenza culturale incredibile, sia a livello culinario che alfabetico (ma anche in tanti altri ambiti), gli inglesi non sapevano nemmeno scrivere bene quando sono arrivati i nostri antenati che gli hanno fatto capire che l'alfabeto italiano (quello etrusco-latino) era nettamente migliore di qualsiasi scrittura runica. L'italiano è una lingua più importante del portoghese a livello economico ... se tu sommi la ricchezza e i redditi di tutti i Paesi che parlano portoghese, non arrivano al livello dell'importanza economica dell'Italia, stessa cosa vale per l'olandese (inoltre il portoghese brasiliano è ben diverso da quello di Portogallo, Angola e Mozambico, perché ha ricevuto degli influssi linguistici-culturali dall'italiano tanto che alcune parole del portoghese brasiliano sono più simili a quelle dell'italiano che non del portoghese del Portogallo e questo nonostante in Portogallo siano più attenti di noi a non far entrare parole straniere nella loro lingua). Il fatto che tu scriva "Italietta" dimostra quanto tu sia igno--nte e provincialotto
Beate tutte quelle nazioni che tutelano il patrimonio linguistico e non cedono all'inglese. Solo in Italia si reputa il proprio idioma inferiore all'inglese e incapace di esprimere con mezzi propri il nuovo. Probabilmente la politica linguistica oppressiva del fascismo ha inciso troppo e da allora in Italia ogni volta che si parla di tutela linguistica il primo rimando è al fascismo, come se tutte le politiche linguistiche siano violente come quella del ventennio.
Talvolta ho l'impressione che l'Accademia della Crusca tuteli i termini toscani o di certe località della Toscana, anche se non si usano fuori dalla Toscana...
@@emanuelaferro5880 tutela termini toscani e in seconda battuta del nord. Ma se un'espressione è usata in 2/3 dell'Italia, centro e sud, per loro è comunque regionale.
"Perché in Italia non si difende la lingua come in Francia o in Spagna" - Veramente, il nostro paese ha sempre difeso a spada tratta la sua "italianità" (... la sua "romanità"), le sue "radici" e la sua lingua. Basta guardare lo zelo con cui continua a difendere la visione della scuola che ha ereditato da Giovanni Gentile per capirlo. È proprio per questa ragione che questo paese vive in pieno XIX secolo, ai margini della comunità internazionale e non conta più nulla. Forse sarebbe il caso di lamentarsi del fatto che questo paese non faccia nulla per promuovere e diffondere una cultura *scientifica* e *tecnologia* che permetta ai nostri giovani di competere ad armi pari con i loro coetanei del resto del mondo....
Perché siamo molto provinciali. Spagnoli e francesi difendono la loro lingua con fermezza, ad esempio,il "nostro" computer è ordenador in spagnolo e ordinateur in francese. La cosa più assurda è che da noi fa "chic" , per usare un termine francese, pronunciare in inglese parole latine di uso comune anche in italiano: junior ( giunior), bus( bas), plus ( plas) etc..Ormai, quella che nell'alfabeto italiano è chiamata "i lunga", è pronunciata "jey". Viene da piangere. Ma "lochescion" le supera tutte, non si può proprio sopportare...
Non mi scandalizzo per computer o microchip, ma per tutto il resto. Basta vedere il gergo del calcio o della cucina ma anche in tanti altri campi. Siamo "solo" provinciali e non italiani(e chi ci prova viene schernito e insultato). E poi ci sono le direttive dell' ordine dei giornalisti di cui nessuno parla, ma piu' che garantire libertà e professionalità (un ordine che in tutto il resto d'europa non esiste) garantiscono uniformità e sottomissione di chi ne fa parte(che viene accuratamente selezionato).
Come ho spiegato nel mio commento, Francese e Spagnolo si parlano in decine e decine di paesi da centinaia di milioni di persone. È normale che l'Italietta subisca maggiormente l'influenza delle lingue straniere.
@@marcoac-sx6lqnon saprei, il finlandese è meno parlato dell'italiano, eppure...
@@sisco2289 non mi scandalizzerei nemmeno io, però «computer» ha scavalcato «calcolatore» 🥲
Senza parlare di quelli che al posto di usare le parole "riunione o incontro" preferiscono dire "meeting" o dei lavoratori che quando lavorano da casa e devono fare o ricevere una chiamata parlano di "call"
Siamo sempre stati esterofili e provinciali ma internet ha dato il colpo di grazia. I giovani usano slang agghiaccianti, i giornalisti usano parole inglesi anche quando sono più lunghe, i dizionari rincorrono queste mode 😢 Penso che senza arrivare al fascismo dovremmo darci tutti una regolata. Grazie al mio lavoro ho scoperto che francesi e spagnoli hanno tradotto moltissimi termini inglesi, il computer in Spagna lo chiamano ordenador, in un vecchio film italiano veniva chiamato computatore 😁 perché noi italiani non siamo orgogliosi della nostra cultura!?
Io credo che un punto fondamentale della questione stia nella visione che in Italia si ha dei paesi anglosassoni (in particolare degli Stati Uniti) che è di ammirazione totale della loro cultura, dei loro prodotti, del loro stile di vita etc., e quindi in maniera automatica, c'è un'associazione Americano=moderno/figo/ricco/esempio da copiare. E da lì, l'utilizzo sconsiderato di parole come "living" al posto di "salone/salotto/soggiorno", o la creazione di mostri come "mi triggera" al posto di "mi irrita". In Spagna, questa relazione di quasi sudditanza verso gli Stati Uniti e ciò che è americano non esiste: per carità, anche lì ci sono inglesismi, è inevitabile, ma quasi tutto viene tradotto allo Spagnolo, e non per una questione di "nazionalismo" o "protezionismo", ma per la ragione più semplice e logica, ovvero per facilitare la comunicazione. In Spagna (come d'altronde in Italia) la maggior parte degli abitanti non parla altre lingue straniere, e dare per scontato che tutti debbano conoscere almeno l'inglese dimostra solo arroganza. Inoltre, questi diversi livelli di comunicazione creano anche degli squilibri sociali, dove quelli che sì parlano l'inglese (o altre lingue) assumono un atteggiamento di superiorità (linguistica e quindi sociale) rispetto ad altri, alimentando quindi quel classismo che dovrebbe essere estirpato come la peggiore delle erbacce cattive. In Spagna, invece, questo atteggiamento è visto come supponente, arrogante, e ci si sforza al massimo per fare in modo che la comunicazione sia la più chiara possibile per tutti. Un esempio che a molti può far sorridere, ma che in fondo dovrebbe essere la cosa più normale del mondo: a Masterchef España a volte i concorrenti usano parole in inglese, e in quel momento appare il sottotitolo con la traduzione in spagnolo della parola. Un giovane italiano potrebbe dire "eh, ma che esagerati, dai...", però la questione lì è che tutti, dal giovane che ha sempre odiato imparare lingue straniere o la signora di 75 anni che ha vissuto in epoca franchista e l'inglese le sembra cinese, possano capire cosa si dice. Appunto, un principio base della COMUNICAZIONE. E giusto per concludere: lo spagnolo e il francese, a livello internazionale, sono due lingue mooooolto più potenti rispetto all'italiano, basta vedere in quanti paesi sono considerate lingue ufficiali.
È un atteggiamento tipico italiano la subordinazione agli altri specie se più potenti di noi, fino agli anni 60 eravamo sottomessi alla Francia e ai francesismi, oggisi fa tutto all'inglese anche l'accento tonico e sbagliamo alla grande, l'Ecuador paese ispanico una volta si diceva correttamente Ecuadòr come in spagnolo adesso è diventato Ècuador.
siamo passati dal Pino coiffeur pour dames al Joe hairstylist
Non ho ascoltato il video ma la risposta è molto semplice. Paesi come Francia e Spagna hanno ex colonie che nel tempo tendono a creare le proprie varianti linguistiche. Il protezionismo nasce dall'esigenza di far rimanere tutti i paesi delle ex colonie sotto lo stesso ombrello linguistico. Questo è anche il motivo per cui questi paesi hanno accademia linguistiche normative, mentre in Italia non c'è un'istituzione che a norma di legge stabilisce cosa è italiano.
Un altro motivo è che a parlare Spagnolo è qualche centinaio di milioni di persone nel mondo in 20 Paesi diversi. Una potenza culturale importantissima, quasi a livello dell'inglese. Negli stessi stati uniti puoi sopravvivere in molte situazioni solamente conoscendo lo spagnolo. L'Italietta invece è un paese non grande e non ci sono praticamente altri paesi italofoni al mondo. Per questo subiamo maggiormente l'influsso linguistico dall'estero.
@@marcoac-sx6lq, l'Italia è la settima potenza industriale al mondo, ha una influenza culturale incredibile, sia a livello culinario che alfabetico (ma anche in tanti altri ambiti), gli inglesi non sapevano nemmeno scrivere bene quando sono arrivati i nostri antenati che gli hanno fatto capire che l'alfabeto italiano (quello etrusco-latino) era nettamente migliore di qualsiasi scrittura runica.
L'italiano è una lingua più importante del portoghese a livello economico ... se tu sommi la ricchezza e i redditi di tutti i Paesi che parlano portoghese, non arrivano al livello dell'importanza economica dell'Italia, stessa cosa vale per l'olandese (inoltre il portoghese brasiliano è ben diverso da quello di Portogallo, Angola e Mozambico, perché ha ricevuto degli influssi linguistici-culturali dall'italiano tanto che alcune parole del portoghese brasiliano sono più simili a quelle dell'italiano che non del portoghese del Portogallo e questo nonostante in Portogallo siano più attenti di noi a non far entrare parole straniere nella loro lingua).
Il fatto che tu scriva "Italietta" dimostra quanto tu sia igno---te e provincialotto
L'Italia è la settima potenza industriale al mondo, ha una influenza culturale incredibile, sia a livello culinario che alfabetico (ma anche in tanti altri ambiti), gli inglesi non sapevano nemmeno scrivere bene quando sono arrivati i nostri antenati che gli hanno fatto capire che l'alfabeto italiano (quello etrusco-latino) era nettamente migliore di qualsiasi scrittura runica.
L'italiano è una lingua più importante del portoghese a livello economico ... se tu sommi la ricchezza e i redditi di tutti i Paesi che parlano portoghese, non arrivano al livello dell'importanza economica dell'Italia, stessa cosa vale per l'olandese (inoltre il portoghese brasiliano è ben diverso da quello di Portogallo, Angola e Mozambico, perché ha ricevuto degli influssi linguistici-culturali dall'italiano tanto che alcune parole del portoghese brasiliano sono più simili a quelle dell'italiano che non del portoghese del Portogallo e questo nonostante in Portogallo siano più attenti di noi a non far entrare parole straniere nella loro lingua).
Il fatto che tu scriva "Italietta" dimostra quanto tu sia igno--nte e provincialotto
Non ho visto il video. Onestamente ha senso che ES e FR siano più protette. Sono lingue molto più parlante nel mondo rispetto all'italiano.
Beate tutte quelle nazioni che tutelano il patrimonio linguistico e non cedono all'inglese. Solo in Italia si reputa il proprio idioma inferiore all'inglese e incapace di esprimere con mezzi propri il nuovo. Probabilmente la politica linguistica oppressiva del fascismo ha inciso troppo e da allora in Italia ogni volta che si parla di tutela linguistica il primo rimando è al fascismo, come se tutte le politiche linguistiche siano violente come quella del ventennio.
Perché non abbiamo un minimo di spirito nazionalista come francesi e spagnoli. Siamo proprio dei brambilloni.
Talvolta ho l'impressione che l'Accademia della Crusca tuteli i termini toscani o di certe località della Toscana, anche se non si usano fuori dalla Toscana...
@@emanuelaferro5880 tutela termini toscani e in seconda battuta del nord. Ma se un'espressione è usata in 2/3 dell'Italia, centro e sud, per loro è comunque regionale.
"Perché in Italia non si difende la lingua come in Francia o in Spagna" - Veramente, il nostro paese ha sempre difeso a spada tratta la sua "italianità" (... la sua "romanità"), le sue "radici" e la sua lingua. Basta guardare lo zelo con cui continua a difendere la visione della scuola che ha ereditato da Giovanni Gentile per capirlo. È proprio per questa ragione che questo paese vive in pieno XIX secolo, ai margini della comunità internazionale e non conta più nulla. Forse sarebbe il caso di lamentarsi del fatto che questo paese non faccia nulla per promuovere e diffondere una cultura *scientifica* e *tecnologia* che permetta ai nostri giovani di competere ad armi pari con i loro coetanei del resto del mondo....
Lingua Toscana. La "Verità" per favore!
e perche' mai dovrebbe farlo?