Joseph RATZINGER, "Introduzione al CRISTIANESIMO"

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  • Опубліковано 11 жов 2024

КОМЕНТАРІ • 10

  • @NiBian78
    @NiBian78 Рік тому +5

    Eccezionale. Grazie del video e GRAZIE mille per la disamina sull'opera forse più celebre e discussa di Ratzinger; fai davvero un lavoro straordinario, te l'ho già detto altre volte ma stavolta devo proprio ripetertelo, tutto il tuo discorso è cristallino e termina con una lodevole analisi della parte più profonda non solo di questo testo e del pensiero di Benedetto XVI, ma di tutti noi esseri umani.

  • @pierpier7806
    @pierpier7806 8 місяців тому

    Grazie bello: In-VISIBILE del VISIBILE mi ricorda il Piccolo Principe ed ultimo Merleau-Ponty ed Iam et Nondum della patristica e pure la Metafisica Concreta di Cacciari

    • @pierpier7806
      @pierpier7806 8 місяців тому

      Quando dice che anche Scienziato moderno interpreta SOGGETTIVA-MENTE mi ricorda Verità e Metodo di GADAMER

    • @pierpier7806
      @pierpier7806 8 місяців тому

      Interessante anche il passaggio dove contesta Filosofia del Linguaggio degli Analitici Anglo che dicono PENSIERO PRECEDE PAROLA xrchè da Infante prima che ti insegnino non sai parlare. Certo Noam Chomskj dice che esistono Strutture Innate del Linguaggio ma direi che sono molto + povere del Linguaggio: si riducono ad Analisi Logica Sintassi NON a Semantica e Senso del discorso. Anche GADAMER cui Ratzinger è legato quando dice Tutto è Linguaggio e pensa ad un *Linguaggio-Mondo* cioè TUTTO è SIGNIFICATO + SIGNIFICANTE cioè anche un Infante che vede una *cosa muta e non sa ancora parlare* A SUO MODO dà un Significato a quella cosa x lui ignota, ci medita sopra, si domanda, la studia. Volendo unire Chomskj + GADAMER si potrebbe in effetti dire IMPOSSIBILE PENSARE SENZA PARLARE purché si abbia chiaro che PARLARE NON SIGNIFICA CONOSCERE 1 PARTICOLARE LINGUA NATURALE. Credo Ratzinger si riferisse alla Lingua NATURALE STORICA. Da lì Fides EX AUDITUS di Agostino su San Paolo

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  8 місяців тому

      Grazie mille a te

  • @alessio9667
    @alessio9667 9 місяців тому

    Grazie , ho comprato oggi il libro !

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 місяців тому

      Grazie Alessio, confido che (compatibilmente coi tuoi interessi) non ti deluderà!

  • @holyweenveronica1791
    @holyweenveronica1791 10 місяців тому

    Grazie per questa esposizione che invoglia alla lettura.
    Non mi trova in accordo la interpretazione del grido di Gesù sulla Croce "Dio mio perché mi hai abbandonato!"
    Davvero il teologo Ratzinger traduce il pensiero di Cristo come l'evidenza dell'abbandono di Dio nel punto della morte?
    In questo modo si ribalta l'essenza stessa del cristianesimo che innalza il momento della morte di ciascuno all'abbandonarsi nelle mani di Dio e non all'essere abbandonati da Dio!

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  10 місяців тому +4

      Ciao Veronica, grazie a te del commento!
      Andando al merito della questione, no, direi che in Ratzinger non c'è nessun ribaltamento, per due motivi:
      1) lui ricorda che l'invocazione del Crocifisso è anche la frase iniziale di una preghiera di Israele, che pur esprimendo l'afflizione del popolo di Dio ora apparentemente abbandonato, termina con un inno alla grandezza di Dio stesso, allo stesso modo in cui (possiamo aggiungere noi) dalla prospettiva del credente il grido di Gesù non è l'ultima parola sulla sua morte, perché poi risorge;
      2) sempre a proposito del grido di Gesù sulla croce, scrive Ratzinger che a partire da questo "il nucleo più profondo della sua passione non sembra essere qualche dolore fisico, bensì la radicale solitudine, il completo abbandono. Ora qui viene alla luce, in definitiva, semplicemente l'abissale solitudine dell'uomo: dell'uomo che nel suo intimo è solo. Questa solitudine (...) denota al contempo la più stridente contraddizione con la natura dell'uomo, che non può vivere da solo, ma ha bisogno di essere con gli altri. La solitudine è perciò la regione dell'angoscia" (pp.. 288-289).
      Il senso del discorso di Ratzinger è chiaro: il grido di Gesù mette in luce una condizione, che è quella che patisce l'uomo (e a cui in quanto uomo, oltre che figlio di Dio, neppure Gesù può sottrarsi), sia nel momento della solitudine suprema, cioè nel suo essere di fronte all'imminenza della morte, sia della solitudine come vera situazione dell'uomo, che nel proprio intimo è solo (e proprio per questo ha bisogno degli altri, proprio per questo ha bisogno di Dio). Ma questo grido non è l'ultima parola sul destino dell'uomo; il sentirsi abbandonati da Dio non significa nei fatti esserlo. Eppure da questo senso di desolazione, sembra dire Ratzinger, bisogna passare, proprio perché siamo umani cioè fragili, deboli e impauriti