grazie Prof. x le suo lezioni cristalline dal punto di vista scolastico...... la seguo sempre con immutato rispetto xché mi arricchisce.. a 360 grd... mi piacerebbe e non é la prima volta che La invito a fare Politica. oggi qui ora il mondo ha bisogno di Uomini/Donne che siano tali : Serie. Basta cialtroni parolai veline melon.... berluscon.... salvinon ecc. gente Seria. ❤
Il Vangelo secondo Marx. Nessuna ironia, ma condivisione di un messaggio, reale, concreto e umano. Grazie prof, da un prof. in pensione. Le sue sono lezioni sulla Libertà nella visione filosofico-storica del marxismo. Condivido appieno!
Ero marxista, mi sono convertito all'anarchismo anni fa (purtroppo l'anarchismo è un'idea di nicchia, confusa da tanta gente con disordine e caos). Il tema della società comunista riguarda anche le persone anarchiche. Soprattutto in Italia l'anarchismo si è caratterizzato come comunista (si definiva comunista l'anarchico Malatesta, si definiva comunista Cafiero). Ovviamente il "quid" anarchico è il sistema per arrivare al comunismo: per gli anarchici non si deve passare per una fase intermedia di presa per potere statale, come nel marxismo. Per gli anarchici c'è un unico modo per arrivare al comunismo: senza usare il potere. Oggi l'unica rivoluzione in cui ci sono elementi libertari e parzialmente comunisti è nel Rojava (non a caso ispirata alle idee di Murray Bookchin, un pensatore anarchico). Nel Rojava tra mille difficoltà hanno costruito una società egualitaria e autogestita dal basso che ha preso in mano il suo futuro senza creare un potere statale. Non è l'Anarchia, non è il comunismo, perché ci sono contraddizioni anche dovute alla perenne situazione di guerra in cui vive e che ne rende diffificile la sopravvivenza, ma mi sembra l'unica realtà avviata verso il comunismo. Non è l'Anarchia, ma come recita il bellissimo titolo di un libro, è una Sfida Anarchica. Anche per Marx il comunismo, come approdo finale, è l'abolizione del potere statale. Ma nessuna esperienza del socialismo reale è intenzionata a raggiungere questa fase. Il problema è che il potere non si estingue, una volta sconfitta la classe dominante, ma crea nuove classe dominanti che sostituiscono quella borghese, come hanno dimostrato tutte le esperienze del socialismo reale. L'unica rivoluzione (che potrebbe anche fallire) in cui questo percorso c'è è il Rojava, che per gli anarchici rappresenta la cosa più grossa dalla Spagna del 1936. Non a caso molti anarchici hanno combattuto per il Rojava (vedi Lorenzo Orsetti, un anarchico italiano morto per difendere quella rivoluzione). La sfida anarchica, per ora, continua.
Ottima osservazione, condivido pienamente. Non conoscevo l'esperienza del Rojava. Anche io sono anarchico da poco, dopo aver conosciuto autori come Gustav Landauer, Emma Goldman e altri. Come ha scritto Hanna Arendt lo stato dovrebbe concedere sempre più spazi di autonomia alla comunità politica per far sì che questa sia in grado di autogestirsi e distruggere gli stati-nazionali e gettare così le basi per creare nuove forme politiche. La logica dello stato nazione, infatti, come sostiene la filosofa Donatella di Cesare, tende sempre ad essere etnico e discriminatorio (basti guardare la nuova legge sulla cittadinanza varata dal governo Meloni) oltre che principio e motore generatore di guerre. Questa sarebbe dovuta essere l'Unione europea: una forma politica che avrebbe dovuto garantire attraverso la democrazia la coabitazione dei popoli. Purtroppo la strada è ancora lunga, ma l'utopia parafrasando Edoardo Galeano serve proprio a camminare.
L'umanità odierna credo sia tanto pigra per iniziare a rimboccarsi le maniche ad esempio ed insegnare, condividere, discutere ed apprendere, da non scomodare minimamente i privilegiati, addirittura difesi ed ammirati, a ricorrere al solito, prevedibile, banale utilizzo della violenza giustificandolo autoproclamandosi mantenitori dell'agognato ordine. Credo che i problemi valga la pena risolverli solo agendo alla base del problema stesso e servirebbe arrivarci rapidamente per poi crescere gradualmente, potendo aggiustare di volta in volta ogni decisione presa, ridiscutendola. Purtroppo non vedo la possibilità di liberarci del problema in maniera graduale. Se non arriviamo a comprendere di rispettarci e rispettare tutto ciò che ci circonda, perché di tutti ed allo stesso tempo di nessuno più che di altri, sarà ben difficile legiferare senza gerarchie, privilegi, "meritocrazia", istituzioni, welfare e Stato, praticamente. Una società è fatta innanzitutto dalle persone, quindi il problema è in loro; quando mi chiedo cosa c'è che non va, finisco sempre col rispondermi che è l'irresponsabilità a cui siamo educati, al delegare ma a non rispondere degli errori del delegato, a pretendere seppur invano, a sentirci furbi in competizione con gli altri, ad elogiare chi ha più degli altri, ancor di più se partito da condizioni misere, bollandolo col "ce l'ha fatta", come se il più alto scopo fosse quello di migliorare il proprio reddito, uscendo dalla povertà, come se la virtù fosse quantificabile in ricchezza monetaria oltretutto raramente poco ostentata. Comparando l'umanità ad un organismo, come un corpo e noi ne siam le diverse cellule o elettroni... oppure forse più comprensibilmente, per evitare di confondere, un formicaio, ecco, ognuno è una formica ma una da sola difficilmente sopravvive per un periodo sufficiente dall'emanciparsi dal tutto ciò di cui da molte generazioni è solo una parte, beh, è evidente che ci sia qualche cosa che non va; in noi.
"per gli anarchici non si deve passare per una fase intermedia di presa del potere statale" appena l'attuale sistema ti manda l'esercito tu cosa fai? Anarchia è assenza di gerarchie, quindi assenza di un potere che può imporre qualcosa a qualcuno che sta sotto. Se non togli prima il potere non puoi averla. E infatti al di là di qualche piccola realtà, non ho memoria di società di quel tipo
@@Christiansantori99 con tutti i suoi difetti e contraddizioni, quella è un'esperienza incredibile. All'inizio ci fu diffidenza negli ambienti libertari, perché un grande ispiratore della rivoluzione del Rojava, Ocalan, parte come marxista-leninista. In carcere ha scoperto le idee municipaliste libertarie di Bookchin e la sua ecologia sociale, finendo per ideare una forma di autorganizzazione non statale, ugualitaria e femminista che chiamò "confederalismo democratico". Questa conversione di Ocalan probabilmente fu dovuta a tendenze libertarie che c'erano nello stesso popolo curdo. Come dicevo, all'inizio ci fu diffidenza, ma l'antropologo anarchico David Graeber (purtroppo recentemente scomparso) volle constatare di persona. E per l'aria che respirò disse: "Sì, è una vera rivoluzione". Ora però questa rivoluzione rischia di essere distrutta da Erdogan.
@@jpvzstpl Non è assenza di organizzazione l'Anarchia. La società immaginata degli anarchici è organizzata (fatta eccezione per la corrente ultra-minoritaria degli anti-organizzatori). Semplicemente in modo non gerarchico. Ci sono i ruoli di responsabilità, occupati da persone che prendono decisioni. Non si cristallizzano in poteri perché nella società anarchica questi ruoli hanno determinate caratteristiche: rotazione, temporaneità, collegialità, vincolo di mandato, coinvolgimento della comunità con possibilità di revoca, massima trasparenza verso la comunità, e termino l'elenco qui perché questi argini alla nascita di un potere sono anche frutto di sperimentazioni: non possono essere elencati. Nella società anarchica si discute senz'altro di più, ma le decisioni prese sono più stabili, perché sono state prese senza sacrificare gli interessi delle minoranze. La Federazione Anarchica Italiana è organizzata. La società della rivoluzione spagnola del 36 era organizzata e combatteva. L'Ucraina machnovista era organizzata. E anche il Rojava, che è una società senza stato (seppur con delle contraddizioni) autogestita dal basso, è una società organizzata, che combatte.
Quest'ossessione con la concentrazione economica _in alto_ sembra scaturire piuttosto dall'invidia della classe media, la cui esistenza è assicurata, piuttosto che dalla preoccupazione per quelli più _in basso_ . Nemmeno se l'"ultimo" si sollevasse a un livello di benessere oggettivamente generoso cesserebbero le critiche al Jeff Bezos di turno per non condividere di più.
È anche vero ciò che dici tu,ci sarà sempre chi criticherà e vorrà di più invidiando chi sta più in alto...pur non meritandosi lo stesso livello, quindi la lotta di classe ok,ma un po' di disparità ci dev'essere per forza ed è anche giusta, è la troppa differenza che non và bene, così come lo sfru..amento, ma la via giusta secondo me è infatti quella di mezzo e cioè , condizioni decisamente migliori e stipendi più alti...gestione delle risorse di produzione al proletariato e la differenza,quella sì che è quella da dare al padrone dell'azienda e non al contrario, proprio come sosteneva Marx ecco!👍
Dopo le rivoluzioni si crea sempre una situazione in cui c'è chi comanda e chi esegue. Il comunismo è un'utopia o una distopia. Ingenuo è chi ancora ci crede.
Mettendo un tetto massimo alla ricchezza patrimoniale individuale accumulabile, ivi compresi beni mobili; regolamentando la ricchezza delle personalità giuridiche (società, fondazioni, associazioni ecc..), anche al fine di evitare intestazioni fittizie di beni, probabilmente si avrebbe una migliore distribuzione della suddetta ricchezza. Peccato che per fare questo i già ricchi, di qualsiasi estrazione politica, compresi i nostri di sinistra, dovrebbero essere espropriati, per cui, certamente, si opporrebbero.
È un piacere ascoltarLa, Prof. È possibile una Sua indicazione bibliografica, elementare, divulgativa, introduttiva al marxismo e più in generale al comunismo ovvero al rapporto dialettico tra comunismo e anarchismo? Se Ella stessa ne avesse scritto e pubblicato, sarei felice di leggerLa. Grazie
Esatto. Inoltre il comunismo è un'utopia o una distopia. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
Ragazzi la fate troppo complicata, la gente non capisce. Guarda com'è semplice: PER NESSUN MOTIVO AL MONDO, NESSUNO PUÒ GUADAGNARE PIÙ DI 10 VOLTE DI COLUI CHE GUADAGNA DI MENO. Il resto dei guadagni va allo stato, cioè a tutti, in beni socialmente utili a tutti. Perchè credo che questa sia l'unica soluzione per vivere bene ? PERCHÈ QUESTO È L'UNICO MODO PER ELIMINARE L'INVIDIA ECONOMICA PER SEMPRE. ✅️
Beh penso che prima di arrivare ad eliminare lo stato, si passerà per una situazione in cui viene costruita l'organizzazione per cooperare al meglio, poi tutto il resto lo faremo noi popolo, senza il bisogno di un potere, che sia statale o privato
@@laroba9460 E non credo proprio. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ci deve essere qualcuno che fissa l'orario di lavoro. Altrimenti sarebbe l'anarchia dove ogni individuo stabilisce, in totale autonomia, come lavorare e quante ore produrre. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
Si può creare un rapporto di condivisione delle risorse neccessarie per lo stare bene con le comunità vicine e quello che serve puoi chiederlo tranquillamente in favore d'altre tue risorse per loro o in futuro potresti ricambiare con qualche tipo d'utilità per essi, ecco cosa intendeva Marx! in effetti se ci pensi...uno Stato già neanche troppo grande come l'Italia... è molto difficile da gestire se un governo deve occuparsi di tutto il territorio,pur delegandone la responsabilità alle regioni e poi i comuni d'appartenenza,ma è sempre con una presa di potere dall'alto che si diramano le legittimazioni all'economia del territorio e molto spesso si creano ingolfamenti burocratici e speculazioni economiche, quindi...non è meglio il ritorno a piccole realtà,come dei piccoli Stati,delle comunità ecco? Queste piccole o grandi demarcazioni di confini immaginari... servono più che altro a concentrare più potere nelle mani dei pochi e nessuno potrà mai essere in grado di provvedere ad un così alto dispendio di tempo,risorse monetarie e di materie prime per tutto il territorio e far fronte al controllo di qualsiasi speculazione possibile, mentre invece piccole realtà potrebbero essere più facili d'amministrare.
@@angelocuffari7488 mi trovi d’accordo su tutto e vorrei vivere in un mondo come quello che hai descritto tu. Forse in passato è anche esistito. Onestamente però credo sia molto difficile organizzare la popolazione in questo modo, se nessuno ha il potere di decidere che quella comunità deve produrre le scarpe, quell’altra deve coltivare il grano, un’altra allevare maiali e così via, ci ritroveremmo con tutti che vogliono allevare mucche da latte che si fanno mungere dal mungitore elettrico e loro non fanno praticamente niente tutto il giorno. Io credo che un governo per organizzare la società ci voglia sempre e non credo che nei piani di Marx ci fosse l’idea di abolire il governo. Ovviamente dobbiamo pensare ad un governo molto diverso da quelli attuali, ma una struttura organizzativa alla fine ci vuole sempre, al sogno anarchico ci credo poco per come sono fatti gli umani.
@@SL-gy7xz Infatti io non sono per una visione anarchica,la trovo utopistica la visione di Bakunin, certo una direzione servirebbe sempre ma è proprio ciò che stavo dicendo io,solo che non sarebbe una direzione che comanda un intero Stato...ma una comunità grande quanto una piccola città e tutti devono e possono lavorare,ci saranno comunque varie mansioni da fare,molte,chi non lavora viene mandato via. Userei la tecnologia moderata prendendo spunto dalle comunità amish,ma non così retrograde come loro, più uno sviluppo basato sulla vera utilità collettiva e non se una determinata attività o prodotto renda profiquo in termini di denaro e speculazioni future. Adotterei proprio un vero regime comunista marxista,in realtà la mia idea è ancora più complessa e mischia varie etiche e politiche,ho alcune idee,ma mi dilungherei troppo, grazie mille a lei.😉👍👋
Sarebbe molto interessante anche un video per spiegare o commentare le teorie e il movimento dell’accelerazionismo che in un certo senso parte da molte teorie di Marx cercando di attualizzarle e proponendo nuove prospettive e soluzioni per il presente. Soprattutto soluzioni su come superare questa egemonia politica e culturale di destra, la quale imperversa non solo in Europa ma in gran parte del mondo, e che oggi sembra a molti l’unica via possibile da seguire in campo politico.
@@proustaddamo3763 È un movimento con tante correnti all’interno e ognuna ha più o meno un indirizzo politico differente. Comunque io mi riferisco all’accelerazionismo di Deleuze, Guattari, Fisher, Nick Srnicek e Alex Williams.
È un video molto bello. Ma mi sale una rabbia a vedere come vanno le cose (soprattutto al sud) con il ricatto occupazionale, ovvero: tu non vuoi lavorare a nero a bassi prezzo per me? Benissimo, troverò qualche immigrato irregolare che lo farà al posto tuo, per molto meno. Mi fa rabbia pensare a quando sono stata mandata a casa solo perché ho chiesto di essere regolarmente assunta, mi inca**o quando penso a mia sorella mobbizzata fino alla depressione per costringerla a licenziarsi, solo perché aveva "osato" diventare mamma. Mi fa rabbia vedere come la gente lecchi il cu*o di Bezos per comprare oggetti che potrebbe trovare dal cartolaio sotto casa, mi fa inca**are vedere come i genitori lascino che i social lobotomizzino i loro figli. Come dicevano i CCCP "Produci consuma crepa". La cosa difficile è uscire da un sistema del genere. Io stessa sono qui con un telefono in mano, che è stato prodotto chissà dove... Cerco di uscirne ma è molto difficile, mi sento oppressa da questa situazione e anche io, mio malgrado , parte di un sistema che detesto...
Premesso che posso capire la frustrazione per quello che succede al Sud. Io ci vivo e so la situazione. Ma non credo proprio che se ci fosse il comunismo le cose sarebbero migliori. Anzi. In Cina non mi risulta si facciano complimenti a licenziare e sfruttare i lavoratori. Eppure è un paese comunista. I nostri problemi al meridioni sono tanti e in parte provocati dallo Stato. Mancato rispetto delle leggi, burocrazia asfissiante, mancanza di attrattiva per le imprese serie ecc
@@prinster5592 quindi al potere non ci sarebbe il partito comunista cinese che è poi l'unico partito esistente? Evidentemente mi sono perso qualche cosa
Per ora il conglomerato sociale è governato dalle leggi dettate dal libero mercato. Quindi le ns vite e le ns società mutano di conseguenza. La centralità dell'essere umano è secondaria. Io ho la fortuna/sfortuna di vivere in un posto dove i cambiamenti sono molto lenti e quindi per esempio posso ancora vedere la vecchia fabbrica in cui lavorava mio papà (ormai ferma) o la vecchia casa in cui abitavamo. Giusto per fare un esempio sulla memoria delle cose e delle persone. Nelle società che crescono a ritmi frenetici tutto questo può essere messo in discussione e l'identità, la memoria e l'esistenza(come segno del proprio passaggio su questa terra) di individui è a rischio. Faccio un altro esempio: sempre vicino casa mia è stato raso al suolo un intero villaggio del neolitico per fare spazio ad un residence di ville di lusso. Le cose fanno parte della memoria e un giorno forse neanche sapremo che è esistito un neolitico(o qualcos altro importante da ricordare), così come Dolmen, Menhir o qualsiasi altro luogo di memoria.
Complimenti prof per questa sua lezione su Karl Marx. Cultura vasta, sintesi e passione intellettuale e umana, la rendono tra i grandi interpreti del pensiero filosofico. La sua chiarezza rara è figlia della perfetta comprensione di quel che espone. La sua retorica è profondamente persuadente, la mia anima la sente, e vorrebbe unirsi a tutti i proletari del mondo per liberarsi da ciò che continua a renderci schiavi... Grazie prof Grazie davvero
@@Italiansocialist3.0 Portato all'eccesso anche il capitalismo è un fallimento. Il turbo capitalismo porta guai. Ma, infatti, è giusto che sia regolamentato. Comunque il comunismo, fin da subito, si è rivelato un fallimento peraltro pronosticato da Orwell. Leggi il libro: La fattoria degli animali.
Prof. Saudino, Da studioso del socialismo, laureatosi in Filosofia con una tesi sul merito, vorrei contestarle alcune affermazioni che lei sostiene durante la sua esposizione. Per semplicità procederò per punti: 1. Marx non ha mai sviluppato una "teoria dello Stato". Falso. Marx ha approfondito la questione dello Stato politico nella sua osservazione e nel suo studio della Comune di Parigi. E nella fattispecie, designa ľ armamento generale del popolo quale nuovo tipo di stato in grado di liquidare nella nuova forza armata le varie funzioni politiche altrimenti affidate a strutture permanenti. In più, sull'argomento lei trascura il peso di Engels, che ha approfondito ancora di più la questione nei suoi scritti, come per esempio l'articolo "Dell'Autorità" redatto in originale in lingua italiana per ľ Almanacco Repubblicano nel 1872. 2. La dittatura del proletariato non è la "dittatura del partito". Proprio nell'articolo di Engels summenzionato, l'autore parla del "partito vittorioso" e della sua classe che insieme conquistano il potere politico. Inoltre, proprio Marx ha teorizzato il partito comunista quale avanguardia della classe intera, e nessuna rivoluzione potrebbe mai conseguirsi per nessuna classe sociale senza il partito che la prepari. D'altronde, la stessa questione si pose durante la Grande Rivoluzione con il partito giacobino. 3. Lenin ha fondato lo stato "autoritario". Lenin non ha fondato nessun autoritarismo. Egli fondò uno stato rivoluzionario durante una guerra civile; e la capitalizzazione della vita politica da parte del partito bolscevico derivó dalle condizioni di guerra, ricordando comunque che il suo regime di centralismo democratico consentì piene opposizioni politiche e congressi ogni anno. Democrazia che consentì, per esempio, la nascita dell'Opposizione di Sinistra per opporsi alla nascita della dittatura con la nomina di Stalin a Segretario Generale. E lo stalinismo dovette eliminare tutte le opposizioni politiche che il bolscevismo aveva tollerato. Inoltre le faccio notare che una rivoluzione è gia per definizione "autoritaria". 4. Marx non ebbe mai alcun collegamento con il pensiero "libertario". Anzi, egli ne fu, sempre insieme ad Engels, il più fervente critico sulle questioni dello Stato, del Partito, del militarismo, della società futura. 5. La questione della società senza classi non è inventata da Marx. Egli, insieme ad Engels, riprese la visione, già evoluta nella dimensione scientifica, a loro tempo esposta dai socialisti utopici ai quali Marx ed Engels devono molto sulla prospettiva socialista e che non mancano di elogiare per le loro intuizioni fondamentali. In fondo, Marx ed Engels non avevano inventato il socialismo, ma soltanto lo avevano sviluppato in direzione scientifica, riprendendo le stesse peculiarità scientifiche che già conteneva, a dispetto dall'utopia. In particolare, la società socialista si caratterizza per l'obbligatorietà del lavoro, sostenuta da veri e propri eserciti industriali. Il tema di una nuova organizzazione militare di tipo produttivo viene esposto, per esempio, da Engels nel suo discorso di Elberfeld e da entrambi nelľ ottavo punto programmatico del Manifesto del Partito Comunista e nel quarto punto programmatico dei "Forderungen der kommunistischen partei in Deutschland." Io stesso ho pubblicato un opuscolo di ricerca sull'argomento intitolato "Il socialismo e la questione militare", acquistabile sulla rete.
3. Lo Stato leninista è autoritario nel momento in cui i soviet sono stati svuotati 1. Non vi è una teoria dello stato classica, tesi di Bobbio Sul resto ci torno, anche se il suo tono saccente è fastidioso Non basta una laurea Le consiglio di studiare ancora e molto
@@MatteoSaudino A parte di non aver capito dove stia la "saccenza" del mio tono, avendo solo argomentato per punti, non ho neanche capito dove starebbero tutte queste "imprecisioni". Se si riferisce allo Stato "leninista", come lei lo chiama, e allo "svuotamento dei soviet", questo in effetti avvenne, ma da parte dello stalinismo. E comunque, la dittatura di una classe, se è rivoluzionaria, deve per forza coincidere con un partito dominante. Questa è anche la tesi esposta da Engels nel suo articolo per ľ Almanacco Repubblicano già citato nel mio commento. Quindi no, le due "dittature" non sono diverse. Inoltre la mia citazione della laurea era solo un modo di presentazione.
@@MatteoSaudino Per quanto riguarda la teoria "classica" dello Stato in Marx, rimane valido quanto espresso nel commento. È una tesi di Bobbio, ma con i limiti del suo anticomunismo.
@@FrancescoPaolini-w8pil Prof. intende dittatura del partito in senso di governo autoritario governato da un partito. Lenin verso la fine del suo governo fondò la NEP, che non mi sembra nè rivoluzionaria, socialista, nè comunista.
Secondo me c'è un gran bisogno di leggere nei programmi scolastici un intero pensiero o tutto il testo e non un pezzo alla volta da ogni testo se leggi tutta lelliade e più utile di un solo paragrafo
@@antoniogiudice4821Perché nelle dittature comuniste non c'era sfruttamento e diseguaglianza oltre che assenza di libertà? Ma ancora credete alle favolette raccontate da Marx, e da Rousseau, secoli fa?
@@alcibiademusumeci828 Meglio il capitalismo "democratico", con pochi enormemente ricchi che dettano legge ai governi e con le masse che non contano niente.
@@antoniogiudice4821 Esatto. Inoltre il comunismo è un'utopia o una distopia. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
È possibile dare un esempio ai ragazzi mentre fate lezione per fare loro integrare mentalmente il modello del mondo che Marx aveva evidenziato? Dare loro un'immagine parlando di empirismo ed esempi nel qui e ora per capire meglio?
Il cosplay in onore della spiegazione è davvero un tocco di classe
Lezione eccelsa! Neanche una virgola fuori posto. Complimenti prof!
grazie Prof. x le suo lezioni cristalline dal punto di vista scolastico...... la seguo sempre con immutato rispetto xché mi arricchisce.. a 360 grd... mi piacerebbe e non é la prima volta che La invito a fare Politica. oggi qui ora il mondo ha bisogno di Uomini/Donne che siano tali : Serie. Basta cialtroni parolai veline melon.... berluscon.... salvinon ecc. gente Seria. ❤
Il Vangelo secondo Marx. Nessuna ironia, ma condivisione di un messaggio, reale, concreto e umano. Grazie prof, da un prof. in pensione. Le sue sono lezioni sulla Libertà nella visione filosofico-storica del marxismo. Condivido appieno!
La faccia di JB sullo sfondo mentre parli di Marx è una provocazione
Sei un grande insegnante ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤
Ho sempre ammirato il pensiero di Marx e l'ideologia del comunismo.
Viva il padre di tutte le rivoluzioni ❤️
spieghiamo il discorso finale sul merito a chi ha cambiato il nome del ministero? grazie
Ero marxista, mi sono convertito all'anarchismo anni fa (purtroppo l'anarchismo è un'idea di nicchia, confusa da tanta gente con disordine e caos). Il tema della società comunista riguarda anche le persone anarchiche. Soprattutto in Italia l'anarchismo si è caratterizzato come comunista (si definiva comunista l'anarchico Malatesta, si definiva comunista Cafiero). Ovviamente il "quid" anarchico è il sistema per arrivare al comunismo: per gli anarchici non si deve passare per una fase intermedia di presa per potere statale, come nel marxismo. Per gli anarchici c'è un unico modo per arrivare al comunismo: senza usare il potere. Oggi l'unica rivoluzione in cui ci sono elementi libertari e parzialmente comunisti è nel Rojava (non a caso ispirata alle idee di Murray Bookchin, un pensatore anarchico). Nel Rojava tra mille difficoltà hanno costruito una società egualitaria e autogestita dal basso che ha preso in mano il suo futuro senza creare un potere statale. Non è l'Anarchia, non è il comunismo, perché ci sono contraddizioni anche dovute alla perenne situazione di guerra in cui vive e che ne rende diffificile la sopravvivenza, ma mi sembra l'unica realtà avviata verso il comunismo. Non è l'Anarchia, ma come recita il bellissimo titolo di un libro, è una Sfida Anarchica. Anche per Marx il comunismo, come approdo finale, è l'abolizione del potere statale. Ma nessuna esperienza del socialismo reale è intenzionata a raggiungere questa fase. Il problema è che il potere non si estingue, una volta sconfitta la classe dominante, ma crea nuove classe dominanti che sostituiscono quella borghese, come hanno dimostrato tutte le esperienze del socialismo reale. L'unica rivoluzione (che potrebbe anche fallire) in cui questo percorso c'è è il Rojava, che per gli anarchici rappresenta la cosa più grossa dalla Spagna del 1936. Non a caso molti anarchici hanno combattuto per il Rojava (vedi Lorenzo Orsetti, un anarchico italiano morto per difendere quella rivoluzione). La sfida anarchica, per ora, continua.
Ottima osservazione, condivido pienamente. Non conoscevo l'esperienza del Rojava. Anche io sono anarchico da poco, dopo aver conosciuto autori come Gustav Landauer, Emma Goldman e altri. Come ha scritto Hanna Arendt lo stato dovrebbe concedere sempre più spazi di autonomia alla comunità politica per far sì che questa sia in grado di autogestirsi e distruggere gli stati-nazionali e gettare così le basi per creare nuove forme politiche. La logica dello stato nazione, infatti, come sostiene la filosofa Donatella di Cesare, tende sempre ad essere etnico e discriminatorio (basti guardare la nuova legge sulla cittadinanza varata dal governo Meloni) oltre che principio e motore generatore di guerre. Questa sarebbe dovuta essere l'Unione europea: una forma politica che avrebbe dovuto garantire attraverso la democrazia la coabitazione dei popoli. Purtroppo la strada è ancora lunga, ma l'utopia parafrasando Edoardo Galeano serve proprio a camminare.
L'umanità odierna credo sia tanto pigra per iniziare a rimboccarsi le maniche ad esempio ed insegnare, condividere, discutere ed apprendere, da non scomodare minimamente i privilegiati, addirittura difesi ed ammirati, a ricorrere al solito, prevedibile, banale utilizzo della violenza giustificandolo autoproclamandosi mantenitori dell'agognato ordine.
Credo che i problemi valga la pena risolverli solo agendo alla base del problema stesso e servirebbe arrivarci rapidamente per poi crescere gradualmente, potendo aggiustare di volta in volta ogni decisione presa, ridiscutendola.
Purtroppo non vedo la possibilità di liberarci del problema in maniera graduale.
Se non arriviamo a comprendere di rispettarci e rispettare tutto ciò che ci circonda, perché di tutti ed allo stesso tempo di nessuno più che di altri, sarà ben difficile legiferare senza gerarchie, privilegi, "meritocrazia", istituzioni, welfare e Stato, praticamente.
Una società è fatta innanzitutto dalle persone, quindi il problema è in loro;
quando mi chiedo cosa c'è che non va, finisco sempre col rispondermi che è l'irresponsabilità a cui siamo educati, al delegare ma a non rispondere degli errori del delegato, a pretendere seppur invano, a sentirci furbi in competizione con gli altri, ad elogiare chi ha più degli altri, ancor di più se partito da condizioni misere, bollandolo col "ce l'ha fatta", come se il più alto scopo fosse quello di migliorare il proprio reddito, uscendo dalla povertà, come se la virtù fosse quantificabile in ricchezza monetaria oltretutto raramente poco ostentata.
Comparando l'umanità ad un organismo, come un corpo e noi ne siam le diverse cellule o elettroni... oppure forse più comprensibilmente, per evitare di confondere, un formicaio, ecco, ognuno è una formica ma una da sola difficilmente sopravvive per un periodo sufficiente dall'emanciparsi dal tutto ciò di cui da molte generazioni è solo una parte, beh, è evidente che ci sia qualche cosa che non va;
in noi.
"per gli anarchici non si deve passare per una fase intermedia di presa del potere statale"
appena l'attuale sistema ti manda l'esercito tu cosa fai? Anarchia è assenza di gerarchie, quindi assenza di un potere che può imporre qualcosa a qualcuno che sta sotto. Se non togli prima il potere non puoi averla. E infatti al di là di qualche piccola realtà, non ho memoria di società di quel tipo
@@Christiansantori99 con tutti i suoi difetti e contraddizioni, quella è un'esperienza incredibile. All'inizio ci fu diffidenza negli ambienti libertari, perché un grande ispiratore della rivoluzione del Rojava, Ocalan, parte come marxista-leninista. In carcere ha scoperto le idee municipaliste libertarie di Bookchin e la sua ecologia sociale, finendo per ideare una forma di autorganizzazione non statale, ugualitaria e femminista che chiamò "confederalismo democratico". Questa conversione di Ocalan probabilmente fu dovuta a tendenze libertarie che c'erano nello stesso popolo curdo. Come dicevo, all'inizio ci fu diffidenza, ma l'antropologo anarchico David Graeber (purtroppo recentemente scomparso) volle constatare di persona. E per l'aria che respirò disse: "Sì, è una vera rivoluzione". Ora però questa rivoluzione rischia di essere distrutta da Erdogan.
@@jpvzstpl Non è assenza di organizzazione l'Anarchia. La società immaginata degli anarchici è organizzata (fatta eccezione per la corrente ultra-minoritaria degli anti-organizzatori). Semplicemente in modo non gerarchico. Ci sono i ruoli di responsabilità, occupati da persone che prendono decisioni. Non si cristallizzano in poteri perché nella società anarchica questi ruoli hanno determinate caratteristiche: rotazione, temporaneità, collegialità, vincolo di mandato, coinvolgimento della comunità con possibilità di revoca, massima trasparenza verso la comunità, e termino l'elenco qui perché questi argini alla nascita di un potere sono anche frutto di sperimentazioni: non possono essere elencati. Nella società anarchica si discute senz'altro di più, ma le decisioni prese sono più stabili, perché sono state prese senza sacrificare gli interessi delle minoranze. La Federazione Anarchica Italiana è organizzata. La società della rivoluzione spagnola del 36 era organizzata e combatteva. L'Ucraina machnovista era organizzata. E anche il Rojava, che è una società senza stato (seppur con delle contraddizioni) autogestita dal basso, è una società organizzata, che combatte.
Applausi!!
Quest'ossessione con la concentrazione economica _in alto_ sembra scaturire piuttosto dall'invidia della classe media, la cui esistenza è assicurata, piuttosto che dalla preoccupazione per quelli più _in basso_ . Nemmeno se l'"ultimo" si sollevasse a un livello di benessere oggettivamente generoso cesserebbero le critiche al Jeff Bezos di turno per non condividere di più.
È anche vero ciò che dici tu,ci sarà sempre chi criticherà e vorrà di più invidiando chi sta più in alto...pur non meritandosi lo stesso livello, quindi la lotta di classe ok,ma un po' di disparità ci dev'essere per forza ed è anche giusta, è la troppa differenza che non và bene, così come lo
sfru..amento, ma la via giusta secondo me è infatti quella di mezzo e cioè , condizioni decisamente migliori e stipendi più alti...gestione delle risorse di produzione al proletariato e la differenza,quella sì che è quella da dare al padrone dell'azienda e non al contrario, proprio come sosteneva Marx ecco!👍
Hai fatto outing
Grazie interessantissimo ❤
Le rivoluzioni sono come una clessidra, una volta finito il ciclo lo si deve capovolgere.
Dopo le rivoluzioni si crea sempre una situazione in cui c'è chi comanda e chi esegue. Il comunismo è un'utopia o una distopia. Ingenuo è chi ancora ci crede.
Mettendo un tetto massimo alla ricchezza patrimoniale individuale accumulabile, ivi compresi beni mobili; regolamentando la ricchezza delle personalità giuridiche (società, fondazioni, associazioni ecc..), anche al fine di evitare intestazioni fittizie di beni, probabilmente si avrebbe una migliore distribuzione della suddetta ricchezza. Peccato che per fare questo i già ricchi, di qualsiasi estrazione politica, compresi i nostri di sinistra, dovrebbero essere espropriati, per cui, certamente, si opporrebbero.
È un piacere ascoltarLa, Prof. È possibile una Sua indicazione bibliografica, elementare, divulgativa, introduttiva al marxismo e più in generale al comunismo ovvero al rapporto dialettico tra comunismo e anarchismo? Se Ella stessa ne avesse scritto e pubblicato, sarei felice di leggerLa. Grazie
Esatto. Inoltre il comunismo è un'utopia o una distopia. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
Ragazzi la fate troppo complicata, la gente non capisce. Guarda com'è semplice:
PER NESSUN MOTIVO AL MONDO, NESSUNO PUÒ GUADAGNARE PIÙ DI 10 VOLTE DI COLUI CHE GUADAGNA DI MENO.
Il resto dei guadagni va allo stato, cioè a tutti, in beni socialmente utili a tutti.
Perchè credo che questa sia l'unica soluzione per vivere bene ? PERCHÈ QUESTO È L'UNICO MODO PER ELIMINARE L'INVIDIA ECONOMICA PER SEMPRE. ✅️
Top incentivo a non fare un cazzo nella vita 👍🏻
La lezione definitiva ❤
Ma senza uno stato chi organizza e alloca le risorse necessarie alla popolazione?
Beh penso che prima di arrivare ad eliminare lo stato, si passerà per una situazione in cui viene costruita l'organizzazione per cooperare al meglio, poi tutto il resto lo faremo noi popolo, senza il bisogno di un potere, che sia statale o privato
@@laroba9460 E non credo proprio. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ci deve essere qualcuno che fissa l'orario di lavoro. Altrimenti sarebbe l'anarchia dove ogni individuo stabilisce, in totale autonomia, come lavorare e quante ore produrre. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
Si può creare un rapporto di condivisione delle risorse neccessarie per lo stare bene con le comunità vicine e quello che serve puoi chiederlo tranquillamente in favore d'altre tue risorse per loro o in futuro potresti ricambiare con qualche tipo d'utilità per essi, ecco cosa intendeva Marx! in effetti se ci pensi...uno Stato già neanche troppo grande come l'Italia... è molto difficile da gestire se un governo deve occuparsi di tutto il territorio,pur delegandone la responsabilità alle regioni e poi i comuni d'appartenenza,ma è sempre con una presa di potere dall'alto che si diramano le legittimazioni all'economia del territorio e molto spesso si creano ingolfamenti burocratici e speculazioni economiche, quindi...non è meglio il ritorno a piccole realtà,come dei piccoli Stati,delle comunità ecco?
Queste piccole o grandi demarcazioni di confini immaginari... servono più che altro a concentrare più potere nelle mani dei pochi e nessuno potrà mai essere in grado di provvedere ad un così alto dispendio di tempo,risorse monetarie e di materie prime per tutto il territorio e far fronte al controllo di qualsiasi speculazione possibile, mentre invece piccole realtà potrebbero essere più facili d'amministrare.
@@angelocuffari7488 mi trovi d’accordo su tutto e vorrei vivere in un mondo come quello che hai descritto tu. Forse in passato è anche esistito. Onestamente però credo sia molto difficile organizzare la popolazione in questo modo, se nessuno ha il potere di decidere che quella comunità deve produrre le scarpe, quell’altra deve coltivare il grano, un’altra allevare maiali e così via, ci ritroveremmo con tutti che vogliono allevare mucche da latte che si fanno mungere dal mungitore elettrico e loro non fanno praticamente niente tutto il giorno. Io credo che un governo per organizzare la società ci voglia sempre e non credo che nei piani di Marx ci fosse l’idea di abolire il governo. Ovviamente dobbiamo pensare ad un governo molto diverso da quelli attuali, ma una struttura organizzativa alla fine ci vuole sempre, al sogno anarchico ci credo poco per come sono fatti gli umani.
@@SL-gy7xz Infatti io non sono per una visione anarchica,la trovo utopistica la visione di Bakunin, certo una direzione servirebbe sempre ma è proprio ciò che stavo dicendo io,solo che non sarebbe una direzione che comanda un intero Stato...ma una comunità grande quanto una piccola città e tutti devono e possono lavorare,ci saranno comunque varie mansioni da fare,molte,chi non lavora viene mandato via. Userei la tecnologia moderata prendendo spunto dalle comunità amish,ma non così retrograde come loro, più uno sviluppo basato sulla vera utilità collettiva e non se una determinata attività o prodotto renda profiquo in termini di denaro e speculazioni future. Adotterei proprio un vero regime comunista marxista,in realtà la mia idea è ancora più complessa e mischia varie etiche e politiche,ho alcune idee,ma mi dilungherei troppo, grazie mille a lei.😉👍👋
Sarebbe molto interessante anche un video per spiegare o commentare le teorie e il movimento dell’accelerazionismo che in un certo senso parte da molte teorie di Marx cercando di attualizzarle e proponendo nuove prospettive e soluzioni per il presente.
Soprattutto soluzioni su come superare questa egemonia politica e culturale di destra, la quale imperversa non solo in Europa ma in gran parte del mondo, e che oggi sembra a molti l’unica via possibile da seguire in campo politico.
di Nick Land?
@@proustaddamo3763
È un movimento con tante correnti all’interno e ognuna ha più o meno un indirizzo politico differente.
Comunque io mi riferisco all’accelerazionismo di Deleuze, Guattari, Fisher, Nick Srnicek e Alex Williams.
Perché parli di Marx in terza persona? Per umiltà?
È un video molto bello. Ma mi sale una rabbia a vedere come vanno le cose (soprattutto al sud) con il ricatto occupazionale, ovvero: tu non vuoi lavorare a nero a bassi prezzo per me? Benissimo, troverò qualche immigrato irregolare che lo farà al posto tuo, per molto meno. Mi fa rabbia pensare a quando sono stata mandata a casa solo perché ho chiesto di essere regolarmente assunta, mi inca**o quando penso a mia sorella mobbizzata fino alla depressione per costringerla a licenziarsi, solo perché aveva "osato" diventare mamma. Mi fa rabbia vedere come la gente lecchi il cu*o di Bezos per comprare oggetti che potrebbe trovare dal cartolaio sotto casa, mi fa inca**are vedere come i genitori lascino che i social lobotomizzino i loro figli. Come dicevano i CCCP "Produci consuma crepa". La cosa difficile è uscire da un sistema del genere. Io stessa sono qui con un telefono in mano, che è stato prodotto chissà dove... Cerco di uscirne ma è molto difficile, mi sento oppressa da questa situazione e anche io, mio malgrado , parte di un sistema che detesto...
CCCP 😎
Premesso che posso capire la frustrazione per quello che succede al Sud. Io ci vivo e so la situazione. Ma non credo proprio che se ci fosse il comunismo le cose sarebbero migliori. Anzi. In Cina non mi risulta si facciano complimenti a licenziare e sfruttare i lavoratori. Eppure è un paese comunista. I nostri problemi al meridioni sono tanti e in parte provocati dallo Stato. Mancato rispetto delle leggi, burocrazia asfissiante, mancanza di attrattiva per le imprese serie ecc
@@richardpitt7900 La Cina di comunista ha solo il nome.
@@richardpitt7900ma non è comunista la Cina
@@prinster5592 quindi al potere non ci sarebbe il partito comunista cinese che è poi l'unico partito esistente? Evidentemente mi sono perso qualche cosa
Per ora il conglomerato sociale è governato dalle leggi dettate dal libero mercato. Quindi le ns vite e le ns società mutano di conseguenza. La centralità dell'essere umano è secondaria. Io ho la fortuna/sfortuna di vivere in un posto dove i cambiamenti sono molto lenti e quindi per esempio posso ancora vedere la vecchia fabbrica in cui lavorava mio papà (ormai ferma) o la vecchia casa in cui abitavamo. Giusto per fare un esempio sulla memoria delle cose e delle persone. Nelle società che crescono a ritmi frenetici tutto questo può essere messo in discussione e l'identità, la memoria e l'esistenza(come segno del proprio passaggio su questa terra) di individui è a rischio. Faccio un altro esempio: sempre vicino casa mia è stato raso al suolo un intero villaggio del neolitico per fare spazio ad un residence di ville di lusso. Le cose fanno parte della memoria e un giorno forse neanche sapremo che è esistito un neolitico(o qualcos altro importante da ricordare), così come Dolmen, Menhir o qualsiasi altro luogo di memoria.
Grande
Complimenti prof per questa sua lezione su Karl Marx. Cultura vasta, sintesi e passione intellettuale e umana, la rendono tra i grandi interpreti del pensiero filosofico. La sua chiarezza rara è figlia della perfetta comprensione di quel che espone. La sua retorica è profondamente persuadente, la mia anima la sente, e vorrebbe unirsi a tutti i proletari del mondo per liberarsi da ciò che continua a renderci schiavi... Grazie prof Grazie davvero
Grande professore
♥
🥳💯💪💪💪
Ma come mai nessuna critica o accenno a critiche alla fine?
Perché si sente che è un sinistrato
@@Neil_Santoni_Hughese tu si sente che sei un'appeso
Peccato Matteo, parole al vento, ignorate perlopiù dai molti. Mantieni comunque viva la speranza
Ma accettate che il comunismo è un fallimento.
@@orgogliooccidentale9429 come se il neoliberismo non lo fosse...
@@Italiansocialist3.0 Portato all'eccesso anche il capitalismo è un fallimento. Il turbo capitalismo porta guai. Ma, infatti, è giusto che sia regolamentato. Comunque il comunismo, fin da subito, si è rivelato un fallimento peraltro pronosticato da Orwell. Leggi il libro: La fattoria degli animali.
video molto godurioso
Prof. Saudino,
Da studioso del socialismo, laureatosi in Filosofia con una tesi sul merito, vorrei contestarle alcune affermazioni che lei sostiene durante la sua esposizione. Per semplicità procederò per punti:
1. Marx non ha mai sviluppato una "teoria dello Stato". Falso. Marx ha approfondito la questione dello Stato politico nella sua osservazione e nel suo studio della Comune di Parigi. E nella fattispecie, designa ľ armamento generale del popolo quale nuovo tipo di stato in grado di liquidare nella nuova forza armata le varie funzioni politiche altrimenti affidate a strutture permanenti. In più, sull'argomento lei trascura il peso di Engels, che ha approfondito ancora di più la questione nei suoi scritti, come per esempio l'articolo "Dell'Autorità" redatto in originale in lingua italiana per ľ Almanacco Repubblicano nel 1872.
2. La dittatura del proletariato non è la "dittatura del partito". Proprio nell'articolo di Engels summenzionato, l'autore parla del "partito vittorioso" e della sua classe che insieme conquistano il potere politico. Inoltre, proprio Marx ha teorizzato il partito comunista quale avanguardia della classe intera, e nessuna rivoluzione potrebbe mai conseguirsi per nessuna classe sociale senza il partito che la prepari. D'altronde, la stessa questione si pose durante la Grande Rivoluzione con il partito giacobino.
3. Lenin ha fondato lo stato "autoritario". Lenin non ha fondato nessun autoritarismo. Egli fondò uno stato rivoluzionario durante una guerra civile; e la capitalizzazione della vita politica da parte del partito bolscevico derivó dalle condizioni di guerra, ricordando comunque che il suo regime di centralismo democratico consentì piene opposizioni politiche e congressi ogni anno. Democrazia che consentì, per esempio, la nascita dell'Opposizione di Sinistra per opporsi alla nascita della dittatura con la nomina di Stalin a Segretario Generale. E lo stalinismo dovette eliminare tutte le opposizioni politiche che il bolscevismo aveva tollerato. Inoltre le faccio notare che una rivoluzione è gia per definizione "autoritaria".
4. Marx non ebbe mai alcun collegamento con il pensiero "libertario". Anzi, egli ne fu, sempre insieme ad Engels, il più fervente critico sulle questioni dello Stato, del Partito, del militarismo, della società futura.
5. La questione della società senza classi non è inventata da Marx. Egli, insieme ad Engels, riprese la visione, già evoluta nella dimensione scientifica, a loro tempo esposta dai socialisti utopici ai quali Marx ed Engels devono molto sulla prospettiva socialista e che non mancano di elogiare per le loro intuizioni fondamentali. In fondo, Marx ed Engels non avevano inventato il socialismo, ma soltanto lo avevano sviluppato in direzione scientifica, riprendendo le stesse peculiarità scientifiche che già conteneva, a dispetto dall'utopia. In particolare, la società socialista si caratterizza per l'obbligatorietà del lavoro, sostenuta da veri e propri eserciti industriali. Il tema di una nuova organizzazione militare di tipo produttivo viene esposto, per esempio, da Engels nel suo discorso di Elberfeld e da entrambi nelľ ottavo punto programmatico del Manifesto del Partito Comunista e nel quarto punto programmatico dei "Forderungen der kommunistischen partei in Deutschland."
Io stesso ho pubblicato un opuscolo di ricerca sull'argomento intitolato "Il socialismo e la questione militare", acquistabile sulla rete.
3. Lo Stato leninista è autoritario nel momento in cui i soviet sono stati svuotati
1. Non vi è una teoria dello stato classica, tesi di Bobbio
Sul resto ci torno, anche se il suo tono saccente è fastidioso
Non basta una laurea
Le consiglio di studiare ancora e molto
2. La dittatura del proletariato non è del partito, ovvio
Ma così è storicamente diventato
Mamma quante imprecisioni
Oppure non ha capito il video
@@MatteoSaudino A parte di non aver capito dove stia la "saccenza" del mio tono, avendo solo argomentato per punti, non ho neanche capito dove starebbero tutte queste "imprecisioni". Se si riferisce allo Stato "leninista", come lei lo chiama, e allo "svuotamento dei soviet", questo in effetti avvenne, ma da parte dello stalinismo. E comunque, la dittatura di una classe, se è rivoluzionaria, deve per forza coincidere con un partito dominante. Questa è anche la tesi esposta da Engels nel suo articolo per ľ Almanacco Repubblicano già citato nel mio commento. Quindi no, le due "dittature" non sono diverse. Inoltre la mia citazione della laurea era solo un modo di presentazione.
@@MatteoSaudino Per quanto riguarda la teoria "classica" dello Stato in Marx, rimane valido quanto espresso nel commento. È una tesi di Bobbio, ma con i limiti del suo anticomunismo.
@@FrancescoPaolini-w8pil Prof. intende dittatura del partito in senso di governo autoritario governato da un partito. Lenin verso la fine del suo governo fondò la NEP, che non mi sembra nè rivoluzionaria, socialista, nè comunista.
Il video che tutti aspettavano
Ma tutti chi?
Tutti quelli che non credono nella società capitalista ✅️ ( si, anche io )
L'Orrore, l'orrore.
Secondo me c'è un gran bisogno di leggere nei programmi scolastici un intero pensiero o tutto il testo e non un pezzo alla volta da ogni testo se leggi tutta lelliade e più utile di un solo paragrafo
Meno male che i ragazzi oggi leggono di più Hayek e Mises che Marx 🥰
Grazie Milei ♥
E se ne vedono i frutti...una società dove regnano sfruttamento disuguaglianze cinismo e guerre...viva costoro!😊🎉
@@antoniogiudice4821Perché nelle dittature comuniste non c'era sfruttamento e diseguaglianza oltre che assenza di libertà? Ma ancora credete alle favolette raccontate da Marx, e da Rousseau, secoli fa?
Comunismo o barbarie 😉👏👏👏👏👏
Si si è visto il comunismo cos'è stato
Ragazza trans che ascolta piacevolmente la società comunista 😝
Questo non è insegnamento. Sparare sentenze certe
Non mi pare...ha illustrato correttamente i principi fondanti del pensiero di Marx...
Non hai mai letto marx
@@radura3177 ...si si...ma fortunatamente ci sei tu che hai studiato e sei ben preparato 😉👍
Massima condivisione ❤
Piccoli comunisti statalisti crescono. In Italia ne abbiamo pochi quindi è giusto continuare a formarne altri 😌
Comunismo e Bolscevismo/Stalinismo sono agli antipodi...
@@alcibiademusumeci828 Meglio il capitalismo "democratico", con pochi enormemente ricchi che dettano legge ai governi e con le masse che non contano niente.
@@Italiansocialist2.0ma il bolscevismo è il comunismo di Lenin
@@SimonaZambelli-qs4pd si in effetti mi sono sbagliato. Intendevo dire solo lo Stalinismo
@@Italiansocialist2.0lo stalinismo non esiste, è il marxismo-leninismo
Un incubo insomma
😂😂😂 In effetti... E lo dico da ex marxista.
L' incubo è adesso...per tanti, per troppi...😟
@@antoniogiudice4821 comunismo: magnifica domanda tragica risposta
@@davidg7206 ...e ok... ma cerchiamo di migliorare la risposta invece di eliminare la domanda...
@@antoniogiudice4821 Esatto. Inoltre il comunismo è un'utopia o una distopia. Perché il lavoratore come fa ad essere autonomo? Ci deve essere sempre qualcuno che gli impartisce degli ordini riguardo al lavoro che deve essere svolto. Ma c'è ancora chi ci crede nel comunismo? Ma non hanno capito che è, solo, una favola?
È possibile dare un esempio ai ragazzi mentre fate lezione per fare loro integrare mentalmente il modello del mondo che Marx aveva evidenziato? Dare loro un'immagine parlando di empirismo ed esempi nel qui e ora per capire meglio?
E certo forse Lenin con la ceca e I campi... forse
Un abominio!