Riguardo ai musicisti produttori, non ha citato il settore il quale penso sia la causa da cui partono tutti i problemi e le storture, ovverosia la scuola secondaria, e tutti i percorsi didattici che seguono. Tutto si concentra sul saper leggere, scrivere, comporre su spartito ed eseguire come solista o come gruppo. In minima parte (o per nulla) ci si preoccupa di acquisire un bagaglio di ascolti seri, e di questi un livello qualitativo perlomeno più che discreto. Questo penso che comporti almeno 10 anni di studio, all'inizio dei quali ci si deve rendere conto della consapevolezza che questo "nuovo" tipo di didattica aggiuntiva può solo far bene, dal momento che indubbiamente si pensa e ci si muove in maniera diversa, migliore. Se poi lei tira fuori la questione del "suo" suono, va da sè che ci deve essere anche una consapevolezza, una educazione, una conoscenza, del suono degli altri.
Domanda stupidissima ma mi perdoni: io sono un compositore e vorrei sottoporgli delle mie composizioni, ma come faccio con una telefonata a fargli ascoltare la mia musica? (a parte che non ho il suo numero), cioè lei si fida sulla parola? A me il suo sistema va benissimo, io non so nulla di registrazioni, produzione etc..nulla, zero! Però ho studiato 35 anni in conservatorio composizione e vorrei fare il musicista pubblicando la mia musica. Scrivo rock progressive e musica classica, e sono d'accordissimo sullo stare fermo, non fare semilavorati etc..., ok, perfetto, ma le telefono, e poi cosa succede?
Salve Marco Riguardo alle capacità produttive della maggior parte dei musicisti che si auto-producono devo, purtroppo, darti ragione: dovrebbero evitare di farlo. Soprattutto nella musica pop-rock, quando la registrazione è piena di difetti verifico chi l'ha prodotta prima di giungere al termine della registrazione (raramente leggo le note di copertina prima dell'ascolto) e, spesso, noto che la produzione è stata effettuata dal musicista stesso. Essendo stato musicista e avendo realizzato qualche registrazione per conto di amici musicisti, posso testimoniare che a molti di loro interessa poco o nulla della qualità in generale, nella maggior parte dei casi vogliono sentire distintamente la propria esecuzione. Oltre a ciò, raramente si sono formati una sensibilità tale da permettere loro di attuare il giusto compromesso e di valutare un lavoro nel suo complesso.
Argomenti interessanti, soprattutto per quanto riguarda la parte sui diritti. Colgo l'occasione per fare una domanda in merito e che mi gira da mesi nella testa: come fanno moltissimi utenti a pubblicare brani o addirittura interi album di artisti di ogni genere senza essere bloccati da YT? Ci sono contratti appositi in merito? Grazie e sempre grande!!
Prima questione: a Milano un detto proverbiale cita: "Ofelè fa el so mestè", il cui senso si può tradurre in: "ad ogni artigiano il suo lavoro"! E questo credo sia anche una forma di rispetto nei confronti del lavoro altrui, soprattutto se questo viene svolto con serietà e dedizione. Seconda questione: in queste situazioni, quando mi chiedono pareri (su audio, video o altri argomenti per i quali mi ritengono ferrato), ormai rispondo con tono stentoreo e definitivo (e reduce da esperienze "Kafkiane"!): "prendi quello che ti piace"! Terza questione: purtroppo vale la "maledetta regola del web", che prima ti concede la (apparente) libertà di realizzare video in forma gratuita, salvo poi ingabbiarti in regole assurde che ti costringono di fatto a pagare per mantenere la tua "visibilità; è un gioco perverso e meschino, che andrebbe regolamentato diversamente. Purtroppo gli interessi in gioco sono talmente alti da non far intravedere, almeno per ora, possibili soluzioni.🤷♂️
Le richieste di consulenze (fastidiose e assurde) sull'alta fedelta è sempre un problema che deriva dalla didattica della quale ho parlato prima. Se mai le potesse dare, poi quelle persone saranno soddisfatte dell'acquisto? Certo perché la velocità, la frenesia, il tutto subito, non è un buon metodo per raggiungere quello che non si è.
Donald Fagen e Alan Parson... Entrambi vengono da un mondo anni 60-70, periodo in cui la musica si faceva diversamente da quella di oggi e prima che l'industria, il mercato governato dai pochi cominciasse (anni 80) a fare danni, culturalmente parlando.
Buonasera signor Lincetto. Sarei curioso di un suo parere su tame impala. Gruppo con a capo un leader che ha praticamente l'ultima parola su tutto fino allo stadio di mastering.
Tante cose vere ma poca umiltà,I musicista deve dire la sua non si può spendere soldi e non essere contento con il prodotto finale solo perche chi mi fa il suono dice e così è Così e basta e come farsi fare una casa da un ingegnere e quando è finita non essere contento perché il bagno era piccolo,la cucina era divisa male e altre cose ancora e io devo stare zitto perché l’ingegnere dice che è così che si fa,insomma non so cosa dire.
Punti di vista, ma nessuna mancanza di umiltà o arrognaza, bensì solo consapevolezza. Vorrà dire che lei e chi la pensa come lei non lavorerà mai con me. Va bene, ci sta. No problem. Decide la storia chi ha ragione... ;-)
Grande schiettezza e competenza come sempre!
Apprezzo molto la sua sincerità e schiettezza!
Un discorso serio preciso ed onesto che mi piace assai!
Riguardo ai musicisti produttori, non ha citato il settore il quale penso sia la causa da cui partono tutti i problemi e le storture, ovverosia la scuola secondaria, e tutti i percorsi didattici che seguono. Tutto si concentra sul saper leggere, scrivere, comporre su spartito ed eseguire come solista o come gruppo. In minima parte (o per nulla) ci si preoccupa di acquisire un bagaglio di ascolti seri, e di questi un livello qualitativo perlomeno più che discreto.
Questo penso che comporti almeno 10 anni di studio, all'inizio dei quali ci si deve rendere conto della consapevolezza che questo "nuovo" tipo di didattica aggiuntiva può solo far bene, dal momento che indubbiamente si pensa e ci si muove in maniera diversa, migliore.
Se poi lei tira fuori la questione del "suo" suono, va da sè che ci deve essere anche una consapevolezza, una educazione, una conoscenza, del suono degli altri.
Grande onesto professionista Lincetto!!
Domanda stupidissima ma mi perdoni: io sono un compositore e vorrei sottoporgli delle mie composizioni, ma come faccio con una telefonata a fargli ascoltare la mia musica? (a parte che non ho il suo numero), cioè lei si fida sulla parola? A me il suo sistema va benissimo, io non so nulla di registrazioni, produzione etc..nulla, zero! Però ho studiato 35 anni in conservatorio composizione e vorrei fare il musicista pubblicando la mia musica. Scrivo rock progressive e musica classica, e sono d'accordissimo sullo stare fermo, non fare semilavorati etc..., ok, perfetto, ma le telefono, e poi cosa succede?
Salve Marco
Riguardo alle capacità produttive della maggior parte dei musicisti che si auto-producono devo, purtroppo, darti ragione: dovrebbero evitare di farlo.
Soprattutto nella musica pop-rock, quando la registrazione è piena di difetti verifico chi l'ha prodotta prima di giungere al termine della registrazione (raramente leggo le note di copertina prima dell'ascolto) e, spesso, noto che la produzione è stata effettuata dal musicista stesso.
Essendo stato musicista e avendo realizzato qualche registrazione per conto di amici musicisti, posso testimoniare che a molti di loro interessa poco o nulla della qualità in generale, nella maggior parte dei casi vogliono sentire distintamente la propria esecuzione.
Oltre a ciò, raramente si sono formati una sensibilità tale da permettere loro di attuare il giusto compromesso e di valutare un lavoro nel suo complesso.
Argomenti interessanti, soprattutto per quanto riguarda la parte sui diritti. Colgo l'occasione per fare una domanda in merito e che mi gira da mesi nella testa: come fanno moltissimi utenti a pubblicare brani o addirittura interi album di artisti di ogni genere senza essere bloccati da YT? Ci sono contratti appositi in merito? Grazie e sempre grande!!
ipotesi 1 - Accordi diretti, sicuramente demonetizzazione del canale, che altresì deriva i suopi utili da abbonamenti e/o sponsorizzazioni dirette / Ipotesi 2 - accounto controllati direttamente dagli editori.
Prima questione: a Milano un detto proverbiale cita: "Ofelè fa el so mestè", il cui senso si può tradurre in: "ad ogni artigiano il suo lavoro"! E questo credo sia anche una forma di rispetto nei confronti del lavoro altrui, soprattutto se questo viene svolto con serietà e dedizione. Seconda questione: in queste situazioni, quando mi chiedono pareri (su audio, video o altri argomenti per i quali mi ritengono ferrato), ormai rispondo con tono stentoreo e definitivo (e reduce da esperienze "Kafkiane"!): "prendi quello che ti piace"! Terza questione: purtroppo vale la "maledetta regola del web", che prima ti concede la (apparente) libertà di realizzare video in forma gratuita, salvo poi ingabbiarti in regole assurde che ti costringono di fatto a pagare per mantenere la tua "visibilità; è un gioco perverso e meschino, che andrebbe regolamentato diversamente. Purtroppo gli interessi in gioco sono talmente alti da non far intravedere, almeno per ora, possibili soluzioni.🤷♂️
Le richieste di consulenze (fastidiose e assurde) sull'alta fedelta è sempre un problema che deriva dalla didattica della quale ho parlato prima. Se mai le potesse dare, poi quelle persone saranno soddisfatte dell'acquisto?
Certo perché la velocità, la frenesia, il tutto subito, non è un buon metodo per raggiungere quello che non si è.
Donald Fagen e Alan Parson... Entrambi vengono da un mondo anni 60-70, periodo in cui la musica si faceva diversamente da quella di oggi e prima che l'industria, il mercato governato dai pochi cominciasse (anni 80) a fare danni, culturalmente parlando.
Attenzione: gli strozzini della WB potrebbero accampare diritti anche sulla frase di chiusura! 😂
😂
Per la questione degli artisti e qualità sonora hai messo proprio il dito nella piaga
Buonasera signor Lincetto. Sarei curioso di un suo parere su tame impala. Gruppo con a capo un leader che ha praticamente l'ultima parola su tutto fino allo stadio di mastering.
Nn lo conosco, ma è quello che faccio io, quindi... ;)
Di grandi musicisti produttori di se stessi mi vengono in mente anche Frank Zappa e Steve Albini
Hai guardato vimeo?
Tante cose vere ma poca umiltà,I musicista deve dire la sua non si può spendere soldi e non essere contento con il prodotto finale solo perche chi mi fa il suono dice e così è
Così e basta e come farsi fare una casa da un ingegnere e quando è finita non essere contento perché il bagno era piccolo,la cucina era divisa male e altre cose ancora e io devo stare zitto perché l’ingegnere dice che è così che si fa,insomma non so cosa dire.
Punti di vista, ma nessuna mancanza di umiltà o arrognaza, bensì solo consapevolezza. Vorrà dire che lei e chi la pensa come lei non lavorerà mai con me. Va bene, ci sta. No problem. Decide la storia chi ha ragione... ;-)