Interessantissimo! Complimenti! Siamo quindi praticamente "solo" ciò che i nostri sensi ci permettono di esperire? Se fossi cieco dalla nascita sarebbe quindi impossibile avere coscienza/esperienza "visiva" di qualcosa tramite una sorta di stimolazione transcranica? oppure pensando che comunque la stimolazione transcranica sarebbe possibile solo attraverso un sensore che "vede" il modo diventerebbe il sensore stesso la fonte della mia esperienza e non le scariche trasmesse dallo stimolatore? La nostra capacità di immaginare diventa quindi una sorta di capacità di navigare nello spazio tempo rifacendo esperienza di oggetti avvenuti nel passato?
Il cervello è un lettore di ologrammi. Gli ologrammi li "inventiamo" noi tutti insieme. Questo è ciò che fa la coscienza di ognuno di noi, insieme alle altre coscienze.
La mela può essere più o meno fredda a seconda di chi la tocca, pertanto mi pare di capire che ciò non dipende dalle condizioni dei soggetti, ma dal differente modo in cui una stessa mela può essere per ogni soggetto. Tuttavia se gli stessi soggetti utilizzano uno strumento per rilevarne il calore, allora ecco che tutti i soggetti rileveranno la stessa temperatura il che è in contraddizione da quanto affermato precedentemente. Avremo quindi individui differenti che pur rilevando la medesima temperatura (con uno opportuno strumento) l'avvertiranno differentemente a seconda del loro stato. L''analogia col moto relativo mi sembra fuorviante in quanto quello dipende dai diversi sistemi di riferimento, mentre lo stesso non può dirsi per lo stato della mela. Con questo non voglio negare la possibilità di una teoria che possa sostituire quella cervello centrica, ma non con questo tipo di argomentazioni.
Molto interessante. Non esiste una mela ma cento mele diverse, la realtà della mela non è assoluta sennò relativa… bene, ma, che succede quando parliamo di mangiare la mela? Tra cento persone, una sola, chi la prenda effettivamente, la potrà mangiare… come si spiegherebbe questo punto? Grazie.
Husserl prima e Heidegger poi con “Essere e Tempo” ha tentato di affrontare questo dilemma. L’uomo è l’unico essere che si pone il problema dell’essere, dell’esistere…
Il tema è estremamente complesso ma, dal mio punto di vista, questo intervento non aiuta a fare chiarezza. Prima di tutto propone le teorie di David Chalmers come se fossero universalmente riconosciute e accettate. Buona parte della comunità scientifica invece ritiene che la coscienza scaturisca dall'attività cerebrale. Si ritiene che sia una componente di una complessa rete di attività. Naturalmente come in tutti i sistemi complessi, la mente ( di cui la coscienza sarebbe solo una parte) non può essere facilmente ridotta alla somma delle componenti fisiologiche che l'hanno generata. È assolutamente plausibile , come afferma il relatore, che tutti i fenomeni siano processi dinamici e che anche quelli apparentemente più stabili acquisiscano proprietà solo nella relazione con altri fenomeni. Sembrerebbe andare in questa direzione anche una parte promettente della fisica teorica. Ma Riccardo Manzotti, nell'affermare che noi non siamo "cervello" ma siamo "mondo", siamo "ambiente", paradossalmente fa venire meno un elemento della relazione. Noi siamo una relazione complessa con l'ambiente, ma in questa relazione il nostro corpo è essenziale tanto quanto l'ambiente. E in determinate condizioni, che sul nostro piano di realtà possiamo considerare stabili, il risultato di una relazione tra due fenomeni risulterà simile anche in tempi e luoghi diversi. A tutti gli spettatori nella sala, seduti nelle loro poltrone, la mela apparirà ferma. Anche se la mela rispetto al sole è in movimento.
Ok, quindi possiamo dire che i miei neuroni, il mio corpo e la stanza sono tutti parte di un grande sistema nervoso. Questo però non risponde alla domanda inerente a come l'interazione di queste cose produca l'esperienza soggettiva, sposta semplicemente la questione dal come faccia l'interazione dei neuroni a farlo a come faccia l'interazione di questi altri elementi.
Ogni entità fisica ha una sua identità, data dalla sua unica e irripetibile ontologia. Ogni sasso è diverso da ogni altro sasso. La mia personale identità non è data da una misteriosa e invisibile essenza all'interno della mente, ma dalla unicità dell'insieme fisico di oggetti che, in un certo momento, sono me.
@@riccardo.manzotti questo però non spiega il *processo* (diacronico, l'ipseità) di creazione dell'identità, ma solo lo stato finale (sincronico, la medesimezza)
La coscienza Sono un artista metafisico Idiozia scientifica (il masochismo della natura) La natura in seno all'essere umano ha generato la coscienza (la Veglia al presente conscia) di modo che potesse rilevare la sofferenza ed il dolore
teoria affascinante, ma credo che sposta il problema un po' più avanti: se non "sono" corpo nè cervello, com'è possibile invece che sono cosciente *anche* di questi? sono cosciente del corpo (propriocezione), e in senso lato "sono cosciente" anche del cervello, perché ogni sua modifica bio/fisiologica implica una modifica della coscienza stessa: e questo è un doppio problema, 1) il cervello senza dubbio "esiste", quindi devo quanto meno prenderne atto 2) lo stesso processo di autoanalisi, ne implica una modifica concreta, fisica potremmo dire che il cervello è un software basato su un hardware che influisce sul software, che a sua volta può modificare l'hardware, in una infinita mutua ricorsione mi sembra più convincente l'ipotesi di Damasio, quando sostiene che la coscienza è in entrambi, corpo *e* cervello; ed è impossibile limitare il significato di "corpo" alla neurofisiologia, perché vanno inclusi ugualmente gli organi (di senso, e non), e tutto ciò da cui questi dipendono.. in pratica il corpo è indivisibile in sè, e indivisibile dalla mente (come del resto diceva già Platone)
c'è un me contratto, sviluppato in tenera età che si percepisce come corpo, come pensiero, diventa mecentrico. appena nati non esiste percezione della separazione.
@@kohrabecherini5939 [presumo che intendi "contratto" come Relazione, non come Contrazione] ok, appena nati non c'è separazione, in generale.. vuoi dire che questa separazione tra corpo-cervello-mondo non serve, neanche dopo, ed è artificiosa? mi sembra cmq che almeno la distinzione tra me(centrico) e mondo sia fondamentale.. anche volendo considerare il corpo e/o il cervello come parte del mondo, c'è una evidenza fisica che li distingue (corpo rispetto al mondo), per il fatto che del corpo e/o del cervello si ha una propriocezione, del mondo si ha una percezione.. anche le percezioni sono soggettive e discutibili, ma la propriocezione è "privata", un blackbox a cui può accedere solo il soggetto .. sono qualitativamente diversi
CAPIRE Sono un artista La Coscienza (la Veglia al presente) rilevando la sofferenza è il dolore della carne sono incompatibili ragione per cui non procede dalla carne.
Ma non è vero che le neuroscienze non sono in grado di spiegare la sensibilità somatica: gusti, sapori, odori, tatto, vista....... ovvero il nostro modo di PERCEPIRE gli oggetti del mondo O_O questo è matto xD
Premessa: faccio il neuroscienziato da oltre 15 anni. Premessa/2: studio le emozioni e sono appassionato di coscienza e di Coscienza. Quello che dice Manzotti è, invece, verissimo. Il cervello costruisce una realtà, non l'esperienza della realtà. E chi parla di codifica "la memoria e la legge", dimentica che la memoria è anche esperienza ed è amplificata dalle emozioni. Tantovero che tutto ciò che non è interessante lo dimentichiamo (cosa avete mangiato tre anni fa, in questo stesso giorno, a pranzo? Chi avete baciato per la prima volta? E scommetto che ricordate anche il nome. E dove eravate). Stare qui a spiegare i motivi per cui Manzotti ha ragione è impresa improba, ma è quello che molti di noi neuroscienziati, ormai, stiamo facendo: dobbiamo ribaltare il paradigma. Non dovremmo più essere cervellocentrici, esattamente come una volta alcuni nostri antenati hanno dovuto smettere di essere geocentrici. Buono studio delle neuroscienze!
@@ginissimo82 per manzottiani e neuroscienziati come te si direbbe che è la mela a costruire te -corpo con coscienza- in una forma assai bizzarra di soggettivismo indotto; e comunque, dalla fine del comportamentismo, è comune sentimento e convincimento la tesi "realtà come costruzione sociale", in antropologia, sociologia, psicologia sociale, fino alla determinazione neuropsicologica -ma di quale cervellocentrismo da abbandonare farnetica il palestrato esibizionista…
@@ginissimo82 Buonasera, mi scusi l'ignoranza (e gli 11mesi dopo😅).. comunque mi chiedevo, non è proprio perché il cervello influenza le nostre percezioni con le emozioni che dovremmo supponere che è esso stesso a percepire ed elaborare le informazioni? Nonostante ne sappia poco niente mi pare leggermente azzardato supponere che la nostra mente non è letteralmente il motore del nostro universo
Noi siamo il tutto, L'universo che fà esperienza di sé in questo tempo in questo luogo , in questo spazio.
Questo intervento , anche se poco seguito (dal numero di visualizzazioni) cerca di spiegare la cosa più importante di TUTTO
A Napoli si dice "la chiave del acqua" 😘
Suggerisco "un nuovo mondo" scritto da tolle..🙏🌈❤
Interessantissimo! Complimenti! Siamo quindi praticamente "solo" ciò che i nostri sensi ci permettono di esperire? Se fossi cieco dalla nascita sarebbe quindi impossibile avere coscienza/esperienza "visiva" di qualcosa tramite una sorta di stimolazione transcranica? oppure pensando che comunque la stimolazione transcranica sarebbe possibile solo attraverso un sensore che "vede" il modo diventerebbe il sensore stesso la fonte della mia esperienza e non le scariche trasmesse dallo stimolatore?
La nostra capacità di immaginare diventa quindi una sorta di capacità di navigare nello spazio tempo rifacendo esperienza di oggetti avvenuti nel passato?
Interessantissimo!!!😃😃😃
Complimenti da una che ha sperimentato la pura coscienza ...
buonasera, cosa intendi con "pura coscienza"?
Che forza! Grazie
Il cervello è un lettore di ologrammi. Gli ologrammi li "inventiamo" noi tutti insieme. Questo è ciò che fa la coscienza di ognuno di noi, insieme alle altre coscienze.
Che ologramm!i, la realtà è solida
Grazie
La mela può essere più o meno fredda a seconda di chi la tocca, pertanto mi pare di capire che ciò non dipende dalle condizioni dei soggetti, ma dal differente modo in cui una stessa mela può essere per ogni soggetto. Tuttavia se gli stessi soggetti utilizzano uno strumento per rilevarne il calore, allora ecco che tutti i soggetti rileveranno la stessa temperatura il che è in contraddizione da quanto affermato precedentemente. Avremo quindi individui differenti che pur rilevando la medesima temperatura (con uno opportuno strumento) l'avvertiranno differentemente a seconda del loro stato. L''analogia col moto relativo mi sembra fuorviante in quanto quello dipende dai diversi sistemi di riferimento, mentre lo stesso non può dirsi per lo stato della mela. Con questo non voglio negare la possibilità di una teoria che possa sostituire quella cervello centrica, ma non con questo tipo di argomentazioni.
Lo strumento é imparziale, non fa esperienza. Noi si.
Molto interessante. Non esiste una mela ma cento mele diverse, la realtà della mela non è assoluta sennò relativa… bene, ma, che succede quando parliamo di mangiare la mela? Tra cento persone, una sola, chi la prenda effettivamente, la potrà mangiare… come si spiegherebbe questo punto? Grazie.
Husserl prima e Heidegger poi con “Essere e Tempo” ha tentato di affrontare questo dilemma. L’uomo è l’unico essere che si pone il problema dell’essere, dell’esistere…
Il tema è estremamente complesso ma, dal mio punto di vista, questo intervento non aiuta a fare chiarezza. Prima di tutto propone le teorie di David Chalmers come se fossero universalmente riconosciute e accettate. Buona parte della comunità scientifica invece ritiene che la coscienza scaturisca dall'attività cerebrale. Si ritiene che sia una componente di una complessa rete di attività. Naturalmente come in tutti i sistemi complessi, la mente ( di cui la coscienza sarebbe solo una parte) non può essere facilmente ridotta alla somma delle componenti fisiologiche che l'hanno generata. È assolutamente plausibile , come afferma il relatore, che tutti i fenomeni siano processi dinamici e che anche quelli apparentemente più stabili acquisiscano proprietà solo nella relazione con altri fenomeni. Sembrerebbe andare in questa direzione anche una parte promettente della fisica teorica. Ma Riccardo Manzotti, nell'affermare che noi non siamo "cervello" ma siamo "mondo", siamo "ambiente", paradossalmente fa venire meno un elemento della relazione. Noi siamo una relazione complessa con l'ambiente, ma in questa relazione il nostro corpo è essenziale tanto quanto l'ambiente. E in determinate condizioni, che sul nostro piano di realtà possiamo considerare stabili, il risultato di una relazione tra due fenomeni risulterà simile anche in tempi e luoghi diversi. A tutti gli spettatori nella sala, seduti nelle loro poltrone, la mela apparirà ferma. Anche se la mela rispetto al sole è in movimento.
Ok, quindi possiamo dire che i miei neuroni, il mio corpo e la stanza sono tutti parte di un grande sistema nervoso. Questo però non risponde alla domanda inerente a come l'interazione di queste cose produca l'esperienza soggettiva, sposta semplicemente la questione dal come faccia l'interazione dei neuroni a farlo a come faccia l'interazione di questi altri elementi.
E come spiega la creazione dell'identità e della coscienza ,quindi del proprio sentirsi uno e diverso dal contesto?
Ogni entità fisica ha una sua identità, data dalla sua unica e irripetibile ontologia. Ogni sasso è diverso da ogni altro sasso. La mia personale identità non è data da una misteriosa e invisibile essenza all'interno della mente, ma dalla unicità dell'insieme fisico di oggetti che, in un certo momento, sono me.
Come si adatterebbe la sua teoria allo scenario ipotetico in cui ogni entità senziente sia improvvisamente rimossa dall'universo?
@@riccardo.manzotti questo però non spiega il *processo* (diacronico, l'ipseità) di creazione dell'identità, ma solo lo stato finale (sincronico, la medesimezza)
@Justice che è perfetto.
La mela è... ciò che ne pensi. Tu sei... ciò che pensi di te.
La coscienza
Sono un artista metafisico
Idiozia scientifica (il masochismo della natura)
La natura in seno all'essere umano ha generato la coscienza (la Veglia al presente conscia) di modo che potesse rilevare la sofferenza ed il dolore
La risposta è: " Un fiorino !! "
👏👏👏👏
interessante
teoria affascinante, ma credo che sposta il problema un po' più avanti: se non "sono" corpo nè cervello, com'è possibile invece che
sono cosciente *anche* di questi?
sono cosciente del corpo (propriocezione), e in senso lato "sono cosciente" anche del cervello, perché ogni sua modifica bio/fisiologica implica una modifica della coscienza stessa: e questo è un doppio problema,
1) il cervello senza dubbio "esiste", quindi devo quanto meno prenderne atto
2) lo stesso processo di autoanalisi, ne implica una modifica concreta, fisica
potremmo dire che il cervello è un software basato su un hardware che influisce sul software, che a sua volta può modificare l'hardware, in una infinita mutua ricorsione
mi sembra più convincente l'ipotesi di Damasio, quando sostiene che la coscienza è in entrambi, corpo *e* cervello; ed è impossibile limitare il significato di "corpo" alla neurofisiologia, perché vanno inclusi ugualmente gli organi (di senso, e non), e tutto ciò da cui questi dipendono.. in pratica il corpo è indivisibile in sè, e indivisibile dalla mente (come del resto diceva già Platone)
c'è un me contratto, sviluppato in tenera età che si percepisce come corpo, come pensiero, diventa mecentrico. appena nati non esiste percezione della separazione.
@@kohrabecherini5939 [presumo che intendi "contratto" come Relazione, non come Contrazione] ok, appena nati non c'è separazione, in generale.. vuoi dire che questa separazione tra corpo-cervello-mondo non serve, neanche dopo, ed è artificiosa? mi sembra cmq che almeno la distinzione tra me(centrico) e mondo sia fondamentale.. anche volendo considerare il corpo e/o il cervello come parte del mondo, c'è una evidenza fisica che li distingue (corpo rispetto al mondo), per il fatto che del corpo e/o del cervello si ha una propriocezione, del mondo si ha una percezione.. anche le percezioni sono soggettive e discutibili, ma la propriocezione è "privata", un blackbox a cui può accedere solo il soggetto .. sono qualitativamente diversi
sposti
@@ivanaponzo8246 de gustibus et subjunctives non est disputandum ::
Tutto è uno
Dài, ancora un po' di fatica e andrete oltre la dualità... 😃
CAPIRE
Sono un artista
La Coscienza (la Veglia al presente) rilevando la sofferenza è il dolore della carne sono incompatibili ragione per cui non procede dalla carne.
Fuffa.
🗿
Complimenti, poche idee e ben confuse.
Ma non è vero che le neuroscienze non sono in grado di spiegare la sensibilità somatica: gusti, sapori, odori, tatto, vista....... ovvero il nostro modo di PERCEPIRE gli oggetti del mondo O_O
questo è matto xD
A me infatti Puzz di pseudoscienza alternativa
Ma infatti ... siamo anche riusciti a capire come il cervello codifica la memoria e la legge, tutto sta alla base del cervello
Premessa: faccio il neuroscienziato da oltre 15 anni. Premessa/2: studio le emozioni e sono appassionato di coscienza e di Coscienza. Quello che dice Manzotti è, invece, verissimo. Il cervello costruisce una realtà, non l'esperienza della realtà. E chi parla di codifica "la memoria e la legge", dimentica che la memoria è anche esperienza ed è amplificata dalle emozioni. Tantovero che tutto ciò che non è interessante lo dimentichiamo (cosa avete mangiato tre anni fa, in questo stesso giorno, a pranzo? Chi avete baciato per la prima volta? E scommetto che ricordate anche il nome. E dove eravate). Stare qui a spiegare i motivi per cui Manzotti ha ragione è impresa improba, ma è quello che molti di noi neuroscienziati, ormai, stiamo facendo: dobbiamo ribaltare il paradigma. Non dovremmo più essere cervellocentrici, esattamente come una volta alcuni nostri antenati hanno dovuto smettere di essere geocentrici. Buono studio delle neuroscienze!
@@ginissimo82 per manzottiani e neuroscienziati come te si direbbe che è la mela a costruire te -corpo con coscienza- in una forma assai bizzarra di soggettivismo indotto; e comunque, dalla fine del comportamentismo, è comune sentimento e convincimento la tesi "realtà come costruzione sociale", in antropologia, sociologia, psicologia sociale, fino alla determinazione neuropsicologica -ma di quale cervellocentrismo da abbandonare farnetica il palestrato esibizionista…
@@ginissimo82 Buonasera, mi scusi l'ignoranza (e gli 11mesi dopo😅).. comunque mi chiedevo, non è proprio perché il cervello influenza le nostre percezioni con le emozioni che dovremmo supponere che è esso stesso a percepire ed elaborare le informazioni? Nonostante ne sappia poco niente mi pare leggermente azzardato supponere che la nostra mente non è letteralmente il motore del nostro universo
Mah...
Se mi alzo di notte per andare al bagno e con l'alluce urto lo stipite della porta chi si fa male l'universo o io 🤔