Vorrei fare una domanda al seguito del video: come conciliamo tutto con il famoso frammento 8? Quello per cui il mondo si riduce ad una serie di nomi vani? Qui viene meno la totale identificazione fra essere, pensiero e linguaggio, in quanto il linguaggio esprimerebbe anche il non essere...
La risposta la trovi nel frammento 2 e 3, dove troviamo enunciate le seguenti tesi: 1. l'essere è; 2. il non essere non è; 3. pensare ed essere sono la stessa cosa. Il principio metodologico contenuto in queste tesi può essere espresso così: esiste un metodo, una via di ricerca percorribile da coloro che vogliono giungere alla verità. Tale metodo consente di conoscere ciò che è (to eòn), non facendosi fuorviare dalla falsa e ingannevole via che conduce a ciò che non è (to me eòn), cioè al nulla; secondo tale metodo, l'uomo apprende l'essere con il pensiero (noein) e lo esprime attraverso il linguaggio (logos).
Dubito che con la ragione potremo mai arrivare a capire la realtà ? Anche se siamo, FORSE, i più intelligenti tra gli animali, la nostra mente e ancora di più i nostri sensi, sono limitati. Ci sono dei limiti che non saremo mai in grado di superare
Ma arrivare al limite di ciò che possiamo conoscere sarebbe già un grande risultato posto che noi siamo per necessità limitati e solo nel limite può apparire la verità. Se infatti fossimo senza limite non saremmo più un punto di vista sull’essere, ma saremmo l’essere stesso. L’esigenza di verità può apparire soltanto rispetto ad una determinata limitatezza. Il compito dell’individuo rispetto alla verità è riconoscere che la verità è costretta ad apparire nella nostra concreta finitudine. Parmenide fonda l’innegabilità dell’essere. Severino estende l’innegabilita formale dell’essere anche al divenire come apparire e scomparire delle determinazioni dell’essere. Si tratta ora di capire le implicazioni di tali discorsi rispetto alle determinazioni particolari…
@@alwhitaker1925 tempo fa lessi la risposta di un Fisico alla domanda: Cos'è la realtà? Lui rispose che la realtà è ciò che percepiamo con i nostri sensi. Esistono molte più cose che noi non vediamo e percepiamo e forse neppure immaginiamo esistano, ma non sono la "nostra" realtà. Io non credo di essere completamente d'accordo: per un cieco il mondo è un luogo percepibile con altri sensi tranne la visita, questo non significa che i colori non esistono.
Come non si sa cosa intendeva? L'essere è la sostanza della realtà, è ciò che consente alla realtà di essere e all'universo di esistere, l'essere è il tutto, è nascosto dietro gli oggetti che percepiamo con la mente, dietro la materia in quanto ne è il fondamento ontologico.
Sicuramente c'è della verità in quello che dici. Ma va riconosciuto anche il fatto che ci sono pervenuti solo 154 versi, tutti relativi al Proemio e alla prima parte del poema. Invece della seconda parte, che potrebbe aiutarci a capire qualcosa di più sull'essere, abbiamo veramente poco. A riprova di quanto dico è il fatto che per alcuni studiosi l'essere parmenideo è una realtà metafisica o teologica, per altri una realtà fisica e corporea, per altri ancora una costruzione logico-grammaticale...In conclusione va benissimo la tua interpretazione che affianchiamo a quella di altri autorevoli studiosi.
Secondo la prossima sfida della filosofia sarà capire, forse di concerto con la fisica, se l’essere è culmine percettivo della coscienza o meno. Infatti se è abbastanza facile comprendere l’intuizione di Parmenide ed è altrettanto comprensibile l’interpretazione di Severino circa l’essere di Parmenide, meno facile è capire qual è il rapporto tra l’esperienza e l’essere, ma non da un punto di vista filosofico, ma da un punto di vista fisico. Qual è la condizione fisica minima affinché si possa porre l’essere come culmine speculativo di tutta la realtà ? A me parrebbe che il concetto di spazio è quanto di più prossimo all’essere si possa pensare. Spazio inteso come realtà fisica originaria. Come potrebbe apparire alcunché senza lo spazio ? La cosa interessante è che lo spazio ha una forte analogia con l’essere: è infinito ma su di un piano “ determinato “ rispetto all’essere. Aggiungo: esattamente come Parmenide ha intuito che l’essere è ed il non essere non è; bisognerebbe fare il salto di capire che lo spazio è il più prossimo concetto di non essere e cioè di determinazione. Infatti nessuno può negare che lo spazio sia infinto perché ciò sarebbe una contraddizione. Lo spazio è infinto e l’essere è l’infinito per eccellenza. Ed il tempo ? Secondo me è subordinato allo spazio. Senza spazio non esiste il tempo, mentre senza tempo lo spazio può esistere.
Il tavolo pur non essendo l’essere non è un nulla. E quindi non essendo nulla è una manifestazione dell’essere che sta in relazione ad ogni altra determinazione esattamente come la gamba del tavolo non è il tavolo ma senza la gamba il tavolo non sarebbe il tavolo. Le determinazioni sono sí molteplici, ma sono tutte necessariamente collegate.
Ho visto il video tutto d'un fiato, e non è stato per nulla pesante, complimenti davvero, mi ha aiutato molto nella comprensione.Nuova iscritta ;)
Grazie 😊
entilissima professoressa, la ringrazio moltissimo per la lezione molto istruttiva e chiara, grazie ancora
Grazie per il tuo commento. Sono contenta se pensi che il video possa esserti utile.
Vorrei fare una domanda al seguito del video: come conciliamo tutto con il famoso frammento 8? Quello per cui il mondo si riduce ad una serie di nomi vani? Qui viene meno la totale identificazione fra essere, pensiero e linguaggio, in quanto il linguaggio esprimerebbe anche il non essere...
La risposta la trovi nel frammento 2 e 3, dove troviamo enunciate le seguenti tesi:
1. l'essere è;
2. il non essere non è;
3. pensare ed essere sono la stessa cosa.
Il principio metodologico contenuto in queste tesi può essere espresso così: esiste un metodo, una via di ricerca percorribile da coloro che vogliono giungere alla verità. Tale metodo consente di conoscere ciò che è (to eòn), non facendosi fuorviare dalla falsa e ingannevole via che conduce a ciò che non è (to me eòn), cioè al nulla; secondo tale metodo, l'uomo apprende l'essere con il pensiero (noein) e lo esprime attraverso il linguaggio (logos).
grazie,ho una domanda,quale soluzione venne data al problema dell;essere?
Ottimo video.complimenti.
Grazie mille , ho capito tutto finalmente hahah
Spiegazione perfetta coesa e lineare
gli unicorni volano! ;)
Dubito che con la ragione potremo mai arrivare a capire la realtà ? Anche se siamo, FORSE, i più intelligenti tra gli animali, la nostra mente e ancora di più i nostri sensi, sono limitati. Ci sono dei limiti che non saremo mai in grado di superare
Ma arrivare al limite di ciò che possiamo conoscere sarebbe già un grande risultato posto che noi siamo per necessità limitati e solo nel limite può apparire la verità. Se infatti fossimo senza limite non saremmo più un punto di vista sull’essere, ma saremmo l’essere stesso.
L’esigenza di verità può apparire soltanto rispetto ad una determinata limitatezza. Il compito dell’individuo rispetto alla verità è riconoscere che la verità è costretta ad apparire nella nostra concreta finitudine.
Parmenide fonda l’innegabilità dell’essere. Severino estende l’innegabilita formale dell’essere anche al divenire come apparire e scomparire delle determinazioni dell’essere.
Si tratta ora di capire le implicazioni di tali discorsi rispetto alle determinazioni particolari…
@@alwhitaker1925 tempo fa lessi la risposta di un Fisico alla domanda: Cos'è la realtà? Lui rispose che la realtà è ciò che percepiamo con i nostri sensi. Esistono molte più cose che noi non vediamo e percepiamo e forse neppure immaginiamo esistano, ma non sono la "nostra" realtà. Io non credo di essere completamente d'accordo: per un cieco il mondo è un luogo percepibile con altri sensi tranne la visita, questo non significa che i colori non esistono.
ma perche la scuola mi ha fatto vedere questo video, mannaggia a loro
Despre dialogul PARMENIDE scris de Platon, ua-cam.com/video/Ymn_iwOOO1E/v-deo.html
bel video, molto chiaro ed esaudiente
Esauriente*
Come non si sa cosa intendeva? L'essere è la sostanza della realtà, è ciò che consente alla realtà di essere e all'universo di esistere, l'essere è il tutto, è nascosto dietro gli oggetti che percepiamo con la mente, dietro la materia in quanto ne è il fondamento ontologico.
Sicuramente c'è della verità in quello che dici. Ma va riconosciuto anche il fatto che ci sono pervenuti solo 154 versi, tutti relativi al Proemio e alla prima parte del poema. Invece della seconda parte, che potrebbe aiutarci a capire qualcosa di più sull'essere, abbiamo veramente poco. A riprova di quanto dico è il fatto che per alcuni studiosi l'essere parmenideo è una realtà metafisica o teologica, per altri una realtà fisica e corporea, per altri ancora una costruzione logico-grammaticale...In conclusione va benissimo la tua interpretazione che affianchiamo a quella di altri autorevoli studiosi.
Secondo la prossima sfida della filosofia sarà capire, forse di concerto con la fisica, se l’essere è culmine percettivo della coscienza o meno. Infatti se è abbastanza facile comprendere l’intuizione di Parmenide ed è altrettanto comprensibile l’interpretazione di Severino circa l’essere di Parmenide, meno facile è capire qual è il rapporto tra l’esperienza e l’essere, ma non da un punto di vista filosofico, ma da un punto di vista fisico. Qual è la condizione fisica minima affinché si possa porre l’essere come culmine speculativo di tutta la realtà ? A me parrebbe che il concetto di spazio è quanto di più prossimo all’essere si possa pensare. Spazio inteso come realtà fisica originaria. Come potrebbe apparire alcunché senza lo spazio ? La cosa interessante è che lo spazio ha una forte analogia con l’essere: è infinito ma su di un piano “ determinato “ rispetto all’essere. Aggiungo: esattamente come Parmenide ha intuito che l’essere è ed il non essere non è; bisognerebbe fare il salto di capire che lo spazio è il più prossimo concetto di non essere e cioè di determinazione.
Infatti nessuno può negare che lo spazio sia infinto perché ciò sarebbe una contraddizione. Lo spazio è infinto e l’essere è l’infinito per eccellenza. Ed il tempo ? Secondo me è subordinato allo spazio. Senza spazio non esiste il tempo, mentre senza tempo lo spazio può esistere.
sium
grazie molto chiaro
una cosa eterna è infinita per definizione
Non proprio, anche un atomo è eterno ma non è infinito
Ed inoltre secondo la concezione greca l'infinito non è simbolo di perfezione e l'essere di Parmenide deve essere perfetto, quindi la forma sferica
²
Bravissima
Ma se l'essere è ingenerato e imperituro, il tavolo non è
La realtà è un'illusione e i tuoi sensi ti ingannano
La ragione è fonte di verità, i sensi ti ingannano
Il tavolo pur non essendo l’essere non è un nulla. E quindi non essendo nulla è una manifestazione dell’essere che sta in relazione ad ogni altra determinazione esattamente come la gamba del tavolo non è il tavolo ma senza la gamba il tavolo non sarebbe il tavolo.
Le determinazioni sono sí molteplici, ma sono tutte necessariamente collegate.