1) La relativita' del moto - Prof. Lucio Russo

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  • Опубліковано 5 лют 2025

КОМЕНТАРІ • 9

  • @heinrichfleck4482
    @heinrichfleck4482 2 роки тому +1

    Nel ringrazioare chi ha postato queste interessanti conferenze, chiedo: dove sono tutte? Alcune non le trovo, come ad esempio la ). Grazie Enrico

  • @AMa-dz4bq
    @AMa-dz4bq 3 роки тому

    Nel video si parla di Iceta di Siracusa, che insieme a Ecfanto furono i primi a ipotizzare la rotazione terrestre. Le scoperte scientifiche vengono presentate come opera di puri geni, e quindi si tende a in questo modo si offusca quale sia stato il processo che ha portato al raggiungimento delle scoperte stesse. Dostoevsky lasciava dire a un suo personaggio che la fiducia nell'umanità faceva perdere la fiducia nel singolo individuo, e credo che la stessa cosa possa dirsi della scienza e dei singoli scienziati: è la prima che avanza per mezzo di menti geniali (senz'altro) che però a ben vedere tanto geniali non sono.
    Prendiamo appunto il caso della rotazione terrestre: per studiare i cieli il riferimento più fisso che si ha sono le stelle, e quindi il moto dei pianeti (compresi il Sole e la Luna) vengono studiati usando tale riferimento. Per pensare alle stelle immobili si può immaginare di far ruotare la Terra alla loro velocità, e l'osservazione del moto del sole rispetto a questo riferimento fisso ci mostra il suo giro annuale sull'eclittica. Dunque ci si rende conto che tre babali ipotesi: le stelle immobili, la rotazione (siderale) della Terra e un giro annuale del Sole intorno a essa, rendono conto di quello che vediamo in cielo!
    E' la scienza stessa (in questo caso l'osservazione dei cieli) a spingere i geni alle loro scoperte e se la storia della scienza fosse affrontata in questi termini renderebbe tutto molto più chiaro, come per esempio il fatto che la Terra non compie un giro al giorno - come ripetuto erroneamente anche nel video - ma un giro ogni 23h e 56'.

  • @AMa-dz4bq
    @AMa-dz4bq 3 роки тому

    Le idee antiche arrivano alla civiltà occidentale attraverso le traduzioni dei testi arabi.

  • @AMa-dz4bq
    @AMa-dz4bq 3 роки тому +1

    La distruzione delle opere pagane è di matrice cristiana, non romana (Morris Kline)

    • @AMa-dz4bq
      @AMa-dz4bq 2 роки тому

      @@seleucodiseleucia9386 a ben vedere il peggior attacco al mondo pagano fu quello dell'impero romano convertito alla nuova fede, laddove le leggi contro i cristiani vennero rivolte contro i pagani.

    • @francols6261
      @francols6261 2 роки тому

      @@seleucodiseleucia9386 Questo secondo Lucio Russo, diciamolo.

    • @LucretiusNigro
      @LucretiusNigro 29 днів тому

      @@francols6261 Dov'è che Russo scrive o dice sta cosa?
      Com'è ben argomentato ne "Il tracrollo culturale. La conquista romana del Mediterraneo (146-145 a.C.)" i risultati più significativi della scienza ellenistica sono stati perduti già nel primo secolo prima dell'era volgare (quantunque continuassero ad essere consultabili i testi), cioè dopo la conquista, o la sottomissione (e in qualche caso la "distruzione") romana dei regni ellenistici, e punico (con la "distruzione" alludevo di fatto a Cartagine - distrutta poco prima che fosse distrutta anche Corinto -, e peraltro a Cartagine, secondo le fonti, insegnavano filosofia in lingua punica - dunque era stato tradotto e sviluppato un lessico in quella lingua - quando a Roma in pochi avevano solo cominciato a leggere qualcosa...; Diogene Laerzio ci dice che l'ultimo scolarca dell'Accademia ad Atene - dopodiché ritiene esaurita l'istituzione, proprio negli stessi anni in cui avviene la distruzione di quelle città -, l'ultimo scolarca dicevo fu Clitomaco, il cui nome in realtà era Asdrubale, un cartaginese); furono persi cioè quando la scienza perse le sovvenzioni alle biblioteche, al Museo - veri e propri centri di ricerca -, quando quei filosofi, matematici, filologi, medici, etc. smisero di lavorare in contesti nei quali potevano condividere i risultati dei loro studi e dei loro esperimenti con altri scienziati, e si ruppe la catena maestro/allievo, riducendo gli "intellettuali" nei decenni successivi - spesso nella condizione di schiavi - a consiglieri e istruttori privati dell'élite romana vittoriosa, e costringendoli così - dispersi, non più gravitando intorno a istituzioni che favorivano la ricerca - a un eclettismo che riassumeva elementi delle diverse scuole e discipline - privo di originalità - ai loro padroni: in quel periodo ai romani non importava granché della scienza, poco della filosofia, e al più apprezzavano la retorica, ed essi, quei "filosofi" greci, finirono per concentrarsi nell'insegnamento di questa disciplina. I più noti li conosciamo come stoici: Panezio e Posidonio; la mediastoa tuttavia non ha quasi nulla a che fare con lo stoicismo (e con i suoi risultati più significativi) (furono definiti quali iniziatori della mediastoa dai filologi della modernità proprio in ragione della frattura che questi ultimi riconobbero tra Panezio, Posidonio, e gli stoici precedenti, tra i quali, a quanto riusciamo a capire dai pochi frammenti e dalle citazioni sopravvissute, vi erano dei giganti, come Crisippo); costoro, appunto, insegnavano elementi superficiali - epurati delle "complicazioni" - provenienti dalle diverse scuole (platonismo, aristotelismo, stoicismo, epicureismo, scetticismo), ciò che i romani potevano capire (poco). Con il trascorrere dei decenni, e poi dei secoli - almeno il primo prima dell'era volgare e il primo successivo, dopodiché vi fu l'emergere in età imperiale di un nuovo qualche interesse per la scienza, sebbene sia evidente quanto ormai fosse stato perduto: le difficoltà che Tolomeo incontra impegnandosi a "rianimarla", difficoltà di comprensione dei risultati più significativi ottenuti dalla "matematica" di età ellenistica, sono state poste in evidenza dal Professor Russo ad esempio ne "L'America dimenticata"; è impressionante notare come alcuni autori di età imperiale ammettano di non capire le fonti, altri più orgogliosi di ritenere quei testi inutilmente astrusi - non li capivano! -, altri ancora criticarle, le fonti, ma ad esempio perché si era perduto anche il convenzionalismo linguistico, etc. -; con il trascorrere dei decenni, e poi dei secoli, quei risultati non vennero più compresi, e di fatto... se non capisci un testo perché dovresti continuare a ricopiarlo (per fortuna colsero l'importanza di alcuni testi fondamentali tra i tanti - sono stati perduti più del novanta per cento dei testi ellenistici -, come gli Elementi e l'Ottica di Euclide, le Coniche di Apollonio di Perga, alcuni di Archimede, e non molto altro...).
      Il cristianesimo peggiorò la situazione; i cristiani tentarono di sussumere e integrarono alcuni aspetti di ciò che avevano a disposizione (ma perlopiù si soffermarono sulla filosofia preellenistica), ma quando la situazione era già collassata da tempo.
      Etc.

  • @AMa-dz4bq
    @AMa-dz4bq 3 роки тому

    Spunto di riflessione: se è vero come è vero che la scienza greca ha un fiorire straordinario in epoca ellenistica (ossia dopo la conquista della Peria e dell'Oriente in generer), se è vero come è vero che la scienza greca ha un appannamento dopo la conquista romana (ossia quando la Persia se ne distacca), se è vero come è vero che la scienza rinasce in Persia (la scienza araba è in gran parte persiana), viene naturale credere che quella che noi chiamiamo scienza greca è una scienza di lingua greca. La scienza ha una storia ben più antica dei Greci, una storia millenaria e ha semplicemente cambiato diverse volte lingua (greca, araba, latina, inglese).

    • @mrdak88
      @mrdak88 2 роки тому

      Ti viene naturale perché, nel tuo ragionamento, stai dimenticando di definire l'oggetto della tua riflessione. Se per scienza si intende il metodo scientifico/dimostrativo, questo nasce in Grecia. La Persia, ed in generale le altre culture antecedenti, hanno ben poco a che fare con tutto ciò.