Trascrizione sul mio nuovo sito web: www.podcastitaliano.com/video/anglicismi-intraducibili-falso Il sito di Matteo Fabbiani, che mi ha rifatto il sito: www.matteofabbiani.com/
Vivo in Portogallo da anni. Sono sempre rimasto piacevolmente sorpreso di vedere come riescano a usare meno anglicismi di noi, ma allo stesso tempo ad avere, mediamente , un miglior inglese rispetto a spagnoli, francesi ed italiani. Ottimo video.
Sono un artista e quando ormai sento "Call" invece di "bando", "deadline" invece di "scadenza", "contest" invece di "concorso" - e mi fermo qui perché potrei continuare - mi viene il bruciore di stomaco.
La cosa triste è che molte persone giustificano questo abuso di anglicismi dicendo "le lingue si evolvono". Ma non si rendono conto che questa non è un'evoluzione, ma semmai, un'involuzione. Come ha detto il ragazzo, se si fa riferimento a cose specifiche, che possono essere tecnologiche, informatiche, che usano un termine particolare o intraducibile, che si preferisce lasciare in lingua originale per non confonderlo con una traduzione abbozzata ci sta. Ma dire mission invece di missione oppure obiettivo, no, non ci sto!
E invece non è né evoluzione né involuzione, è semplice cambiamento. Le parole italiane a cui sei tanto affezionato sono in buona parte derivate dal greco, dal francese e anche dall'inglese. Parole italianissime, ma che quando sono arrivate c'era sicuramente qualcuno che storceva il naso, mentre oggi queste stesse parole le difendiamo. Bisogna accettare che la lingua NON è un patrimonio da difendere.
Andrea, ti dimentichi che le parole greche, francesi e inglesi a cui fai riferimento sono completamente adattate e indistinguibili da parole di matrice toscana. Le parole inglesi sono NON adattate ortograficamente e fonotatticamente, sono prestiti integrali o "crudi", la cui estraneità al sistema linguistico italiano è evidente. Discutiamo pure se questo sia un problema o no, ma non paragoniamo fenomeni piuttosto diversi. La lingua è un bene culturale, come di fatto sancito dalla sentenza 42/2017 della Corte costituzionale (" il primato della lingua italiana non solo è costituzionalmente indefettibile, bensì - lungi dall’essere una formale difesa di un retaggio del passato, inidonea a cogliere i mutamenti della modernità - diventa ancor più decisivo per la perdurante trasmissione del patrimonio storico e dell’identità della Repubblica, oltre che garanzia di salvaguardia e di valorizzazione dell’italiano come bene culturale in sé."). Se tale bene culturale vada difeso o no non sta a me dirlo, anche se ho la mia opinione.
@@PodcastItaliano L'italianizzazione del termine la ritengo una questione decisamente marginale e comunque si possono fare molti esempi di parole non italianizzate che sono entrate nel vocabolario Treccani da molto tempo: voilà, iter, panzer... senza contare tutti i termini tecnici. Riguardo la difesa e valorizzazione dell'italiano come bene culturale, è chiaramente una dichiarazione di intenti e non può essere diversamente: non esiste e non può esistere un ente pubblico che definisca cosa entra nella lingua italiana. E per fortuna, aggiungo io! E' giusto insegnare l'italiano a scuola ed è giusto perseguire l'obiettivo di non imbarbarirla; trovo anche un dovere di ognuno di noi tentare di sensibilizzare gli altri a non arrendersi all'impoverimento linguistico e di cercare di usare le parole nel modo corretto, andando anche a ricercare l'etimologia dei termini che usiamo. Tuttavia, non si può e non si deve pensare che tutto debba restare immutato e i termini nuovi che arrivano sono IN PIU' e non in meno. Non si toglie niente a nessuno con questi nuovi termini, che siano inglesi o italianizzati; e dai miei figli ne sento tante parole nuove: traiardare (da try hard), shoppare (da shop) e shippare (da ship). A qualcuno fanno ridere, ad altri danno fastidio, io invece trovo che siano parole nuove che vengono usate correntemente e che le si accetti o no, queste ci sono. Alcune sono di passaggio e scompariranno, altre rimarranno e ce le troveremo nel Treccani, esattamente come è successo a tante altre parole che oggi accettiamo tranquillamente.
@@andreacinardo5412 Allora, prima di tutto il gergo giovanile è un fenomeno spesso circoscritto ad una specifica generazione, dove la maggior parte dei termini non entrano a far parte della lingua comune. Probabilmente fra 10 anni non si parlerà più cosi nelle nuove generazioni. Quindi già questo discorso ha poco senso. Dopodiché qui non si sta parlando di prestiti necessari, come ho già detto prima, e non si mette in dubbio il fatto che le lingue evolvano. Ma si parla di un abuso che si sta facendo, spesso sostituendo termini di uso comune, con parole inglesi. Torno a ripetere, perché dire mission al posto di missione o obiettivo? Questa è una vera e propria sostituzione, punto. Non ci sono altri modi per chiamarla. Inoltre io da italiano ho il diritto di comprendere a pieno sia una comunicazione proveniente da un ente pubblico, sia da un giornale ecc. senza conoscere obbligatoriamente un'altra lingua. E non è giusto che queste comunicazioni siano infarcite di continui termini inglesi. Non ha senso un "jobs act" non ha senso una parola come "smatworking" che tra l'altro non significa nulla manco in inglese. Ma poi ripeto, io mi riferisco a sostituzioni inutili e senza senso: Pet - pet food, food spesso utilizzato al posto di cibo (ma siamo seri?), plot, call, meeting e chi più ne ha più ne metta. Quindi non facciamo ragionamenti che vorrebbero sembrare tanto progressisti, ma non lo sono. I prestiti linguistici esistono? SI! A volte sono necessari? Assolutamente si! Ne stiamo facendo un abuso sconsiderato tanto per farci vedere "international"! Assolutamente si!
Ah, finalmente lo diciamo! Io lavorando e vivendo in Belgio, a contatto con il metodo francese di coniare nuove, utili parole, trovo assolutamente provinciale l'approccio italiano. Teletravail tra l'altro è molto più corretto di "smart working", visto che non c'è proprio niente di smart nello smart working, e non si chiama così neanche in USA o GB
@@gabrielemangialavori8732 Insomma: ci siamo inventati un termine "inglese" e poi l'abbiamo pure tradotto male per sostituirne uno italiano già esistente. Sembra una commedia.
Telelavoro e smart working dalle mie parti hanno due significati differenti: telelavoro = lavoro da casa con orario 8-18; smart working = lavoro dove e quando voglio. Forse se vengono usati nuovi termini, un motivo c'è.
Ottimo contributo. Qualche piccolo appunto in più: Password: parola d'ordine, parola/frase/chiave d'accesso Linkare: rimandare, in questo caso va bene «lo metto in descrizione» Slogan: grido, motto pubblicitario, tormentone, frase di lancio, A volte basta riflettere un attimo per ridare vigore all'italiano.
Bravo! Per quanto "slogan", al di là di questa mania degli ultimi anni di inglesizzare tutto, esiste ormai da talmente tanti decenni che ormai si considera italiano, e nessuno pensa più che sia di origine inglese...
Ma comunque "link" non sarebbe "collegamento ipertestuale"? Certo è molto più lungo... Poi mi esprimo proprio io che ho scelto uno pseudonimo (non ho detto nickname, evviva!) anglofono...
Grazie Davide per fare questo video! Io ho sempre parlato coi miei amici italiano e non si hanno mai messo a pensare come in Italia, in confronto a questi paesi che parlano sia francese, portoghese o spagnolo, voi usate tantissimi anglicismi che al mio pariere è una cosa triste perche io son sicuro che tutti quanti che abbiamo imparato l'italiano sappiamo la grandissima ricchezza di questa lingua.
Sai che in verità "Grazie per fare" è pure un anglicismo? Oggigiorno si dice sempre di più ma la forma corretta sarebbe "Grazie per aver fatto questo video".
@@claudioristagno6460 Strano perche io come hispanoparlante mi fa senso dire "gracias por hacer ..." e adesso che sto imparando il francese mi sembra che "merci pour faire ..." e anche giusto...
@Paolo Fiorillo beh, ma prova no? Studia, parla, leggi - al giorno d'oggi ci sono tantissimi materiali online per imparare le lingue. Certo, superare un minimo la barriera della timidezza e parlare con la gente è importante, ma ci sono anche tanti modi per facilitarsi il compito, tipo iniziare parlando con altri stranieri non madrelingua in modo tale da ridurre l'imbarazzo. Ti consiglio di provare - e in bocca al lupo.
Grandi ragazzi! Una vera ventata d'aria fresca in questo desolante panorama linguistico-culturale italiano...Lottiamo uniti e ce la faremo a salvare l'italiano! GRAZIE MILLE! MERCI BEAUCOUP! MUITO OBRIGADO!
Ciao Davide, interessante video, da quanto ho iniziato a imparare la lingua italiana, ho trovato delle parole in inglese sia nella parlata, che scritta. Questo non lo capivo, perché l'italiano essendo una lingua bella e ricca di lessico , mi sembrava assurdo dover usare parole in inglese . Grazie e non dire per favore buon Weekend.!!!😅😅😅
Loved it! Funny how "jean" and "denim" are apparently words originating from fabrics from Gênes (Genoa), Italy and Nîmes, France (according to Wikipedia)
Non vorrei essere presa per "boomer" (tanto per rimanere in tema di anglicismi 😅) ma il termine "hangover" potrebbe essere tradotto con "postumi della sbornia"? Bello davvero questo video, l'uso esagerato di termini inglesi in italiano mi interessa molto e penso che abusarne non sia corretto anche per rispetto di chi è un po' più grande di età e non ha dimestichezza con l'inglese. Ho notato che questo avviene soprattutto in televisione, programmi, pubblicità, telegiornali ecc... L'italiano è una lingua molto varia e ricca di termini e sfumature che permettono di spiegare praticamente ogni concetto!! Grazie per aver trattato così bene questo argomento 👍
«Doposbronza», e, meno conosciuto, «spranghétta» (controllare il sottolemma 3 del GDLI); il “bello” è che non c'è niente da tradurre, perché questo è un termine che si aveva già, non è un “traducente”; come dice la ragazza: «Non è un concetto nuovo», ma anche se lo fosse…
@Kurama ma abbiamo la nostra lingua...perché impazzire per distorcere una lingua straniera e cercare di adattarla alla nostra? Ho sentito certi "stronzoni" dire...È STATO UN MISUNDERSTANDING...quando bastava un FRAINTENDIMENTO o roba del genere! Mi fanno veramente incazzare certe forzature da paesotto provinciale.
@Kurama bravo, io del resto ricordo che al liceo, scherzando, usavamo tranquillamente «matusa». Parliamo di nemmeno dieci anni fa. Il fatto che l'italiano stia perdendo così tanto terreno giorno dopo giorno è un danno culturale tremendo. I primi responsabili sono i mezzi di comunicazione. Anche le agenzie della lingua (Accademia della Crusca prima fra queste) fanno sempre meno per contrastare il fenomeno e, anzi, a momenti lo spalleggiano apertamente* al di là di certe affermazioni occasionali che reputo un po' contraddittorie. * Si veda a titolo d'esempio Edoardo Lombardi Vallauri, che afferma la scarsa produttività della terminazione -anza, da lui definita antiquata e da romanzo cavalleresco, e promuove invece _governance_ , si rende conto di quel che dice? Come si fa a pensare che parole come ignoranza, circostanza, arroganza, siano antiquate? Dovremmo forse buttare nel cestino la nostra lingua e la nostra cultura? Bubbole!
Sarebbe molto bello se i traducenti italiani dell'inglesismo "guardrail" come "guardavia", "sicurvia", "guardastrada" e lo svizzerismo "guidovia" venissero maggiormente diffusi nell'uso comune!!!
Un tema molto attuale e molto importante, grazie d'averlo affrontato. Io sono un italiano residente negli Stati Uniti, quindi l'inglese lo conosco bene, e anche a me a volte mi viene l'abitudine di utilizzare parole inglesi, ma provo il più possibile ad evitarlo. Credo che la legge di Rampelli sia un buon inizio ad aprire un dibattito più approfondito. Una lingua che non si aggiorna, che non sviluppa il proprio vocabolario, è una lingua che muore. Il fenomeno dei forestierismi non è nuovo, ma storicamente i termini venivano dal francese e soprattutto venivano adattati alla lingua italiana, cioè italianizzati. In una conversazione è normale e non problematico usare qualche parola straniera, ma in Italia è troppo esagerato. Ma come possiamo pensare che gli italiani comincino ad usare parole come "elaboratore" quando neanche le nostre istituzioni lo usano? Oppure quando abbiamo un "ministero Made in Italy" o "ministero del Welfare." Bisogna essere ragionevoli.
Non è questione di pigrizia ma di estremo provincialismo. Anche quando esiste una parola italiana, si preferisce erroneamente quella inglese perché viene percepita come più giovane, alla moda, all'avanguardia o professionale. Il corrispettivo italiano allora a mano a mano va in disuso perché comincia a suonare come vecchio, talvolta come vagamente dispregiativo o comunque non più adatto a designare le nuove situazioni della vita contemporanea. Quando il corrispettivo italiano neanche esiste non si fa quasi mai lo sforzo di "coniarne" uno nuovo, né dal basso (ossia a livello di linguaggio familiare), né dall'alto (da parte istituzionale). Il mondo politico ed economico hanno responsabilità enormi in merito, perché sono i primi ad adottare in automatico ogni forma di anglicismo, talvolta neanche correttamente: open day, click day, spending review, fiscal compact, smart working, dose booster, info point, ecc. In ambito economico, settori come imprese, moda, comunicazione, pubblicità e informatica si sono piegati del tutto all'inglese e le conversazioni e i testi che producono sono ormai una lingua ibrida con vocabolario in inglese e grammatica italiana. Milano è la capitale di questo fenomeno. Un’ultima considerazione. Ho 45 anni, quindi posso avere uno sguardo retrospettivo sul fenomeno. Il giro di boa di questa anglicizzazione crescente sono i rampanti anni '80, quando ero bambino. I primi computer che sono entrati in commercio in Italia venivano ancora chiamati dagli informatici "calcolatori", solo con il procedere degli anni '80 i pubblicitari e le ditte hanno deciso che era più fico chiamarlo con il nome inglese, dettando quindi la linea sulla sua nominazione successiva. Idem per la "mounting bike": le prime bici venivano chiamate "rampichini", solo in un secondo momento si è imposto per motivi di marketing il nome inglese. Questo per dire che non è vero che da parte istituzionale non si possa fare proprio nulla, non si è voluto fare nulla. PS Non sono fascista nostalgico, né un fan del governo (che aborro), un po' di anglicismi vanno benissimo, ma in Italia se ne abusa con molta inconsapevolezza, in primis da parte istituzionale, che ha il potere di legittimare. Il fascismo storico, con i suoi eccessi di nazionalismo e razzismo linguistico ha fatto solo danni, perché ormai chiunque critichi l’eccesso di anglicismi è ingiustamente tacciato di nostalgia del ventennio.
Io sono un madrelingua italiano però mi sento un po' un eccezione poiché non uso così spesso gli anglicismi, ma tendo ad usare dei termini italiani con eccezione di qualche termine informatico.
esatto, nel campo della tecnologia secondo me ci sta, come hanno detto nel video del resto magari senza espiclitarlo troppo secondo me andrebbero divisi gli anglicisimi che sono neologismi da quelli che non lo sono, perchè nel campo della teconologia se vuoi "tradurre" comunque devi creare una parola "nuova" che anche un aprlante nativo non capirebbe se non conosce il concetto quindi tanto vale lasciarla come in origine, ma i concetti vecchi non ha senso.
@Paolo Fiorillo io faccio altrettando pena con le lingue. Io peronalmente penso che con le lingue bisogna esercitarci non devi pensare alla grammatica mentre parli ma solo a cosa vuoi dire. Alla fine, ti capiranno poiché un po' tutte le persone non madrelingue inglese (per esempio) parlano un po' con un inglese maccheronico. Per tanto, punta a capire ciò che le persone vogliono dire.
Ottimo video, Davide. Nel inglese abbiamo alcuni "italianismi" che si sente fra tempo a tempo, per esempio "cognoscenti," "sotto voce," "al dente," "segue," e varie altre ... ma non molto.
Concordo con Elisa: quando cose e concetti ci sono sempre stati, bisogna recuperare il termine in italiano. Perché "location"? Si dice "posto". Perché "single"? Si è sempre detto celibe o scapolo.
@@Edoardo396channel Esiste ad esempio nell’espressione “scapolo d’oro” per definire un uomo ormai abbastanza grande, ma non vecchio, ancora non sposato e particolarmente ambito.
@Paolo Fiorillo Ti capisco, per me è lo stesso. Sono appassionato ma sono anche molto introverso e ho paura di fare errori, e quindi mi blocco. In realtà bisognerebbe buttarsi e fare errori fa parte del percorso di apprendimento, è una cosa perfettamente naturale e anzi sarebbe strano il contrario.
Grande Davide per questo video! Ce n'era bisogno 🎉 «hangover»=post-sbornia (modifico: anzi, meglio doposbornia, ha ragione Davide) o postumi della sbornia, «computer» è stato anche adattato in «computière» da Arrigo Castellani
Per ironia gli inglesi non usano nemmeno le parole "smart working " ma utilizzano invece le parole " working from home" che, guarda caso, corrispondono proprio alle parole italiane che si dovrebbero usare e cioè :" lavoro da casa".
Bel video! Devo ammettere però di non aver mai sentito hangover in italiano, tutti quelli che conosco hanno sempre usato termini come "sbronza" o "sbornia", anche se non so se siano dialettali o se si usino in tutta Italia. Per fortuna molti di questi anglicismi li sento abbastanza raramente, ma è interessante notare come - anche per prendere un po' in giro chi vari aspiranti trapper che li usano a sproposito - io ed i miei amici usiamo molti anglicismi ad hoc. Un ultima cosa interessante da notare è come il termine "jeans" derivi da Genova e dal blu di Genova, termine passato prima al francese e poi all'inglese.
Grazie per aver dedicato ancora un video a questo tema. Devo dire però che, tra le lingue che conosco, l'italiano resiste piuttosto bene a questa smania degli anglicismi. Quelli correnti nel mondo italofono tendono ad essere semplici prestiti lessicali che possono sorprendere per la loro gratuità o frequenza di uso, ma mi pare che la "logica profonda" (le strutture sintattiche, le metafore, etc.) dell'italiano rimanga ancora più o meno intatta, cosa che non si può dire dello spagnolo nè del portoghese (meno le varianti latinoamericane).
L'influenza dell'inglese inizia a farsi sentire anche a livello sintattico leggermente. Quello che si nota maggiormente è l'aumento dei composti determinante-determinato e un uso sempre più massiccio di participi presenti, almeno così lessi da un articolo. E ci aggiungerei anche una completa risemantizzazione delle parole italiane simili all'inglese ma di significato diverso.
@@CoppodiMarcovaldo789 sulla risemantizzazione osservo la stessa cosa. Spesso nelle traduzioni si osservano errori marchiani, che creano grossi fraintendimenti. Succede particolarmente con certi articoli di giornale malamente tradotti dall'inglese.
Domanda: è vero che in italiano è possibile usare il verbo: "customizzare"? Giorni fa, su una pagina per amanti del fai da te, una persona ha scritto che aveva comprato una mensola grezza e che lui l'aveva customizzata un po'. Onestamente mi è sembrato inutile utilizzare questa parola se in italiano esiste la parola personalizzare. Quando l'ho fatto notare subito mi hanno attaccato insultandomi a più non posso 😢. Grazie
Breve intro per fare i complimenti a Leo per il suo italiano, parla molto meglio di tanti miei connazionali. Gli scriverò nei suoi video, dato che lo seguo con piacere sul suo canale. Personalmente sono schifato dall'utilizzo massiccio di questi pseudo anglicismi, certamente non necessari quando già esistono i termini corrispondenti in italiano. Non so se si può dire, censuratemi pure, ma adorerei poter sputare in bocca a tutti quelli che stuprano costantemente la lingua italiana, così bella e ricca, perché così è. Non vedo più persone andare al negozio, ma andare negli store. Non esistono più i concerti dei gruppi musicali che si esibiscono in una determinata località, ma band che fanno una performance in uno show del loro tour in una nuova location. E poi abbiamo il ministero del welfare e tanti altri esempi che potrei fare in qualsiasi campo. IO poi lavoro nelle telecomunicazioni e alcuni termini in inglese ci possono stare, ma se poi dall'azienda mi dicono di fare education verso il cliente invece che informarlo adeguatamente e seguire il workaround invece delle procedure, allora sì che mi girano e dico che siamo diventati degli incapaci di parlare la loro stessa lingua. Aborrrrro, come diceva Mughini.
Molto interessante. :) Alla fine Leo a detto che nello spagnolo di America Latina ci sono più anglicismi. Forse più di quelli che ci sono in Spagna, non ne sono sicuro. Ma almeno qui nel Messico quasi tutte le parole che avete presentate nel video si dicono in spagnolo. Soltanto una di tutte queste si dice sempre in inglese: "password". Mouse è quasi sempre mouse, ma puoi dire anche "ratón", e software è normalmente un "programa" se parliamo di uno solo, ma è di solito "software" se parliamo del concetto generale, come "desarrollo de software".
Buon giorno, posso suggerire delle alternative italiane ad alcune parole che avete citato come: - computer : computatore - mouse : cursore - location : locazione, località - cocktail : mischiati - hangover : doposbronza Per il discorso anglicismi, le lingue romanze latine non ne hanno bisogno di termini stranieri, sono già complete così.
Quando sento qualcuno che parla della "nostra mission" di "location" di "spoilerare"...mi viene da vomitare!!! Abbiamo la nostra meravigliosa lingua perché dobbiamo usare certi termini ridicoli?
Io vivo e lavoro in Gran Bretagna e spesso lo faccio da casa, ma devo dire che l'espressione Smart Working qui non l'ho mai sentita. Qui si usa Work from Home, oppure WfH abbreviato. In italiano "lavoro da casa" o "telelavoro" (cosa che si usava gia' in passato per denotare talune categorie di lavori a distanza) penso siano appropriati. Credo che ci stia l'uso di anglicismi, cosi' come di altri forestierismi, in alcuni casi pero' in Italia a volte si raggiunge l'assurdo, come quando si sostituiscono parole ed espressioni gia' presenti in italiano con quelle inglesi. Una di quelle che proprio non mi va giu' e' CEO (pronunciato ovviamente all'italiana, ancora peggio), quando abbiamo sempre avuto AD per amministratore delegato.
@@PodcastItaliano ahahah, posso solo immaginare. Un altro orrore è matchare (visto anche scritto "mecciare", per non farci mancare nulla) per sostituire "far combaciare o corrispondere". Magnifico. Devo dire che per chi vive per lungo tempo all'estero ed è immerso nella lingua di cui è ospite, può essere difficile a volte il ritorno all'italiano e talvolta scatta l'osmosi fra la lingua madre e quella locale, generando mostri di livello superiore :D
Potete fare i sottotitoli in italiano all'interno del video in modo da avere l'inglese e l'italiano sullo schermo allo stesso tempo? Sarebbe molto apprezzato!
Per me il problema è che non ho visto spesso "scadenza" nei contenuti che guardo. Ho visto solo la scadenza del cibo (best before). Quindi i contenuti che guardo mi dicono soprattutto deadline
@Paolo Fiorillo io la pensavo così quando ero al liceo. Il mio accento fortissimo mi metteva molto in difficoltà e mi impediva di apprendere e di buttarmi nel parlare. In 6 anni ho imparato abbastanza bene 2 lingue e altre tre le ho iniziate a imparare con successo diciamo. A questo punto non penso siamo portati per le capacità, ciò che conta è l'attitudine penso
I beg to differ: quando hanno detto "privacy è un concetto che esiste da sempre" Cresciuta da una mamma napoletana e un po' anche a Napoli - non esisteva privacy ne' in casa ne' per strada. Se andavo in bagno a leggere lei stava gia' alla porta "cosa fai li' dentro" Le camere da letto sempre condivisi dai fratelli (siblings). No, no... privacy, ora sia un granche', ma prima gli italiani non la conoscevano proprio. :-)
Il fatto che i Napoletani non avessero (e ancora non hanno, oserei dire) il concetto di privacy non significa che fosse lo stesso nel resto d'Italia; non fare l'errore di pensare che Napoli sia una rappresentazione della nazione intera, visto che la cultura napoletana è una realtà piuttosto a sé stante rispetto al resto del paese
La traduzione di feedback è retroazione, se si guarda la definizione è un concetto un po' complesso e quindi si differenzia da un "riscontro" in quanto ha come premessa anche la modifica del sistema stesso. Io ricevo un feedback facendo leggere un mio libro allo scopo di modificare il suo contenuto in base al riscontro ricevuto. Mentre dicendo semplicemente "riscontro" non c'è l'elemento di modifica, non c'è l'aggiornamento del sistema. Almeno, se ho compreso bene il termine.
@@lavolpeanovecode collegamento sarebbe meglio visto che in ambito informatico si usa già solo che quando il collegamento è verso qualcosa che sta in rete lo chiamano link.
A me sembra che questo fenomeno dipenda da un sentimento molto radicato nella cultura italiana, da un punto di vista storico: un senso di provincialismo che spesso sconfina nell'esterofilia. A questo si aggiunge un fenomeno più recente, per cui le innovazioni (non solo tecnologiche), essendo spesso veicolate nella lingua inglese, hanno indotto ad associare la parola inglese ad un senso di novità. Credo infine che nei decenni passati (dagli anni 80 almeno) i guru del marketing (un altro anglicismo!) e del giornalismo abbiano giocato tantissimo su questi due fenomeni.
Condivido tutto! Pure secondo me vi è questo paradigma per cui l'inglese sia visto come nuovo e moderno mentre l'italiano come una lingua da "romanze cavalleresco", roba scritta anche da un collaboratore della Crusca.
Non è vero che in tutta Latinoamerica si usano più anglicismi che in Italia. Io vivo nel Cile e posso dire che forse nel commercio si usano certe parole in inglese e senza dubbio in informatica (si dice così?) Credo che più spesso troviamo sui giornali, quando si tratta di economia e finanze, parole che sicuro sono state create per gli studiosi americani e inglesi e che ancora non hanno traduzione. Sulla TV quasi mai si sentono parole in inglese. Nel parlare quotidiano sono eccezionali gli anglicismi. Ovviamente quelli che lavorano in scienze avanzate DEVONO usare l'inglese soprattutto in tutti i "paper" che sono inviati ai centri di studi internazionali perché indubbiamente è la lingua con cui i scienziati si comunicano tra loro.
È stato un argomento molto interessante! Anche a noi giapponesi piace mooolto usare parole inglesi, ovvero pieno di anglicismo! Direi che siamo inglesedipendenti. Oltre ai termini legati alla teconologia tipo mouse, key board, click, download, ecc, usiamo anche tante parole “inventate” in un particolare modo giapponizzato, cioè quelle abbreviate! “pasocon” per dire “personal computer”, “rimocon” per “remote controller”, “infle” per “inflation”, e così via. 😂
Ciao,volevo chiederti come devo fare per imparare l'inglese tramite i film,le serie tv e le canzoni, che metodi devo applicare ,come devo approcciarmi con questi strumenti e come le posso mettere in pratica ? Idem anche i libri/audiolibri/podcast e i video su youtube, da dove devo partire se sono a zero? N.b: sono un ragazzo di 20 anni e non ho ancora deciso che strada intraprendere ma al momento sono più orientato sulle lingue e avrei anche intenzione di andare a vivere in inghilterra!!!!!😊
Premesso che io detesto questa mania di usare parole inglesi in sostituzione di corrispondenti parole italiane, il massimo dell'assurdo l'hanno raggiunto certe compagnie telefoniche che PRONUNCIANO in INGLESE una parola ITALIANA: compagnia telefonica MOBILE pronunciata "MOBAIL"!!! Anche parole da sempre italiane adesso devono diventare inglesi???!!??? Pazzesco!...
Smartworking doesn't even exist in most forms of English. When I came to Italy, I didn't have a clue what people meant by "smartworking." We call it working from home.
"Software" também dizemos programas, na verdade intercalamos entre as duas palavras Programas da Microsoft Programa Anti-Virus Programa Skype Mas quando nos referimos ao conjunto de programas que estão instalados no computador utilizamos mais a palavra "software"
È una assurdità usare parole straniere, quando esistono già nella propria lingua, e anche impoveriscono la lingua. Gli anglicismi fanno ancora più difficile imparare l’italiano, perché dobbiamo sapere quando si usa la parola italiana e quando no, e addirittura imparare la parola inglesa. È anche un problema perché si impara la parola inglese con accento italiano e dopo non si dirà bene in inglese, neanche si capirà bene per quelli che parlano inglese. Gli anglicismi cominciano a usarsi per la gente che vuole sembrare cosmopolita, ma non lo sono veramente, e per la gente che sta imparando diverse lingue allo stesso tempo e ancora le mischia nella testa… dopo si installano e come specie forastera toglie lo spazio delle parole autoctone, le cui scompariscono. A un punto non ci sarà più italiano? Dobbiamo valorizzare una lingua così bella! Io dirò profilo invece di account! 😋
Pensavo che solo in Uruguay chiamassimo i pantaloni sportivi "jogging". Ma la mia più grande sorpresa è stata scoprire la parola "shampoing" 😅 Saluti Liga!!
Da italiano all' estero, lavorando in multinazionali, ho notato l'utilizzo di molti più anglicismi sopratutto tra gli italiani stessi e pure errati come "ho APPLICATO (da To apply) per un lavoro", invece che dire "mi sono candidato". Quello che però, tra quelli sentiti di persona, secondo me li batte tutti è "andiamo nell' altro BUILDING" :P p.s. ad ogni modo il video si poteva sintetizzare in questa maniera: Davide "una cosa che gli italiani dicono spesso è che certe parole sono intraducibili...", Leo: "STO CA...!", Elisa: "Arrivederci" :P
È proprio così! Un giorno parlavo con un'amica e lei, a volte, diceva qualche parola in inglese. Ho detto a lei: we can speak in english if you prefer! Lei ha risposto all'improvviso: Cosa?!?
a me anche danno veramente fastidio, soprattutto quando non sono necessari, però su alcune cose non sono molto d'accordo. Qui a Roma raramente ho sentito location, si dice posto, o luogo, o condividere la posizione, ma sicuramente non location. Uguale con i drink, ho sempre detto e sentito: andiamo a bere qualcosa, o a fare aperitivo, o a prendere un aperitivo, o più nello specifico uno spritz, ma non drink. cocktail si.
Io sono d'accordo. Talmente lo sono che ho sentito il bisogno di scrivere un libro a riguardo...Il titolo é: 'Oggi, parliamo come mangiamo?' Si può acquistare su Amazon. Seppur poche pagine, cerco di analizzare sinteticamente il fenomeno degli inglesismi spaventosamente di moda in Italia. Per inglesismi io intendo ovviamente i casi che al 99.988% le parole in italiano vengono inutilmente sostituite in inglese. Esempi come location, report, mission, break, brand ecc..Insomma, una lunghissima lista. Una tendenza assurda ed inspiegabile, apparentemente.
Ciao bellissimi fanciulli! Qualcosa che non conoscete sui Jeans! termine jeans (o blue jeans) si ritiene che derivi direttamente dalle parole in lingua francese "bleu de Gênes" ovvero "blu di Genova" in italiano
Io sono brasiliano e la parola password in portoghese di brasile si dice "senha " . Pensavo che in Portugal si chiamava come in Portuguese di Brasile anche poiché basicamente è la stessa lingua 😅
Sono italiana ho 78 anni vivo a Edimburo, durante il COVID in Italia è iniziato lo ..smart working...qui tutti si chiedevono cosa volevamo dire...e ci prendevono in giro perche l'iraliano s,'inventa l'inglese... ma italiani, carissimi amici connazionali....è molto semplice..dire....io lavoro da casa...ma lo potete dire vero..??...? L'italiano è così bello gioioso, romantico parliamo abbandonate questi anglicismi.. Grazie e cordiali saluti
Un video che dovrebbero guardare in molti. Soprattutto quelli che ritengano gli inglesismi inevitabili. Oltre alla frangia più fanatica di comunisti (senza generalizzare), i quali sostengono che usando termini in italiano, si tornerebbe al fascismo. Anche perché se non esiste una parola precisa in italiano, la si può inventare.
Il punto è che in Italia si ha la pessima abitudine di politicizzare tutto. Non è questione di comunisti o fascisti, è una questione che come lingua e cultura siamo decadenti in ogni ambito.
Credo che ci possa stare per linguaggi tecnici/lavorativi per facilitare la comunicazione in certi contesti e per abbreviare concetti per cui non c'è una parolina specifica...Tipo hangover-postumi della sbornia 😅
Si in effetti ci può stare...Infatti personalmente Hangover non l'ho mai utilizzato, piuttosto qualche termine più colorito per indicare la poca freschezza della mattina dopo😄
Per hangover si diceva "far spranghetta" e a livello regionale ve ne sono molti altri, da me si dice "ho il mattone". Comunque se nei linguaggi tecnico-specialistici l'italiano smette di esprimersi mediante parole proprie è come se venisse emarginata, come già accade nelle università, dalla ricerca scientifica. In Francia e Spagna vi sono organismi che redigono banche dati terminologiche di modo da avere una terminologia propria in quel settore. Se una lingua smette di essere lingua di cultura si riduce a un dialetto(lingua subordinata) della lingua dominante, e mi pare che l'Italiano verta in tale direzione.
Smartworking, telelavoro (con il sinonimo lavoro da remoto) e lavoro agile sono 3 differenti modalità di lavoro non in presenza. Forse smartwoking è maccheronico, ma qual è la parola per sostituirlo (che, come detto, non è telelavoro)? Si è celibi quando non si è mai stati sposati, mentre si può essere single dopo il divorzio o dopo la dipartita del partner (e, di conseguenza, è anche un modo per dare l'informazione "non sono impegnato con nessuno" senza aggiungere dettagli non necessari). Calcolatore fa pensare a un supercomputer, di quelli da centro di ricerca: se dico "La Sapienza" ha comprato dei nuovi calcolatori, sembra che i dipartimenti STEM dell'università avranno una marcia in più; invece, magari, ha solo acquistato dei nuovi pc per il personale amministrativo. Vale la pena forzare l'italiano quando i termini perdono di precisione o diventano fuorvianti? In realtà anche "computer" ha questo limite, infatti credo che si dica più spesso PC. Che poi il problema si è risolto da solo, ora che i PC sono per lo più "portatili" (pochi usano l'inglese laptop). Location non non indica semplicemente un luogo, ma un luogo che assume una funzione specifica, quello di ospitare un'attività. Una location è un luogo quando questo ospita un matrimonio, delle riprese, etc. Possiamo sforzarci di trovare un sostituto italiano (che non è luogo), ma limitarci a sopprimere sinonimi (ancorché presi a prestito dall'inglese) riduce la ricchezza del linguaggio e quindi del pensiero (un po' quello che avviene in 1984 con la semplificazione del vocabolario). Mi fermo qui.
Siamo noi italiani a dare ad alcuni anglicismi un significato settoriale che originariamente non hanno. Altre lingue invece estendono il significato di parole già esistenti per coprire il nuovo significato: in francese lien (legame) traduce link e accueil (accoglienza) diventa il corrispettivo di homepage. Per non parlare di quando si cerca di sostituire forzatamente parole italiane con parole inglesi che non aggiungono alcuna sfumatura di significato in più come cashback che si vede sempre più spesso al posto di rimborso o deadline per scadenza...
In portoghese del Brasile diciamo SENHA per password, ma diciamo MOUSE come in italiano. Diciamo COMPUTADOR come in portoghese europeo. Credo che smart lavoro in Brasile diciamo HOME OFFICE. Abbiamo piú anglicismi del portughese europeo.
As a native English's speaker I am happy to see Italy preserving its own culture and language. The Americanization of the world has become too much to bare.
It is the opposite. These are just a minority, most of italians is not interest in this or thinks the use of anglicisms is sign of modernity and future.
Secondo me gli italiani esagerano troppo con gli anglicismi se facciamo il paragone con altre lingue romanze - il portoghese, il francese e anche lo spagnolo che conosco abbastanza bene, è questo mi dà veramente fastidio, così come il fatto che in italiano gli anglicismi si usano esattamente come sono in inglese senza un minimo tentativo di italianizarli come si fa più spesso nelle altre lingue.
Sì, lavoro agile è la traduzione di smart working nel senso inglese, cioè lavorare con le nuove tecnologie. Ma in italiano la parola è usata a sproposito, per tradurre 'work at home'.
E per "smart working" diremmo di solito "home office" qua in Brasile 😂, nonostante il termine "teletrabalho" sia di uso corrente nel diritto del lavoro brasiliano.
Buongiorno! I am looking for a place where I can practice my Italian. Do you guys know a platform or a website where I can find a partner to practice with? Thank you. Il mio levello è A1.
Le problème n'est pas tant les anglicismes en eux-mêmes (ce ne sont que des mots) mais la tendance que suggère dans le fond leur utilisation : une population qui pour une grand part a perdu le gout de sa langue et de sa culture natale (qu'elle laisse aux vieux et au petit peuple) pour en préférer une autre qu'elle estime supérieure et beaucoup plus intéressante... Ainsi par exemple la radio 2 de la Rai diffuse beaucoup de pop anglophone et se fait la chambre d'écho des potins des médias anglo-saxons...
Olá! Sou professor de física em uma escola de ensino fundamental e médio aqui no sul do Brasil. É "normal" usarmos termos relacionados a computação e ou tecnologia em inglês, muitos outros introduzidos por conta de uma interferência, invasão da cultura estadunidense/inglesa - Mas como a maioria da população não tem acesso a um eficiente aprendizado de outras línguas acaba havendo uma proteção do português. Dependendo de parcelas da sociedade, falar palavras de outras línguas faz a pessoa parecer antipática, soberba, arrogante. Esse tipo de sentimento até protege a língua. Uma invasão de nomes de edifícios em inglês como: The Park, Number One, Vanilla House & Garden, Yatchouse Residence, Millennium Palace...... está tendo também uma certa interferência.................. O francês na década de 60 foi retirado como segunda língua no país e substituido pelo inglês. Algumas cidades do meu estado como foram colonizadas por italianos tem como segunda língua o italiano, colonização alemã tem como segunda língua o alemão, em alguns colégios, mas não muito eficientes no aprendizado já que o país é imenso e todos falam português....... No meu entendimento deve-se tentar manter a língua o mais pura possível, essas diferenças é que demonstram a cultura, o pensamento, a ideia de de vida de determinado povo. Acho ótimo poder aprender sobre a cultura e a língua italiana com o Davide entendo 80% do que você fala, meu bisavô era italiano..........., a cultura portuguesa com o Leonardo, comparar o português de Portugal com o português do Brasil acho ótimo, a cultura francesa com a Elisa e Hugo, espanhol com a Elena acho super encantador o espanhol(só não estudo porque é muito fácil pra gente que fala português). Gosto de absorver boas características de todas essas culturas. Mesmo muitas vezes não sobrando muito tempo para me dedicar, acho vocês ótimos.
Trascrizione sul mio nuovo sito web: www.podcastitaliano.com/video/anglicismi-intraducibili-falso
Il sito di Matteo Fabbiani, che mi ha rifatto il sito: www.matteofabbiani.com/
Sono inglese ma questi anglicismi danno fastidio anche a me. :-)
Ovvio che non lo dicano!
Se sono a casa, non ho voglia di lavorare!😂😅
@Kurama Volevo essere ironico!
Perche? Fa la lingua italiana piu facile. hahaha!
@@Swagtildawn A me suonano innaturali e un po' pretenziosi. Mi fanno "cringiare" 😀
Well English originated as Germanic language but it still has about 60% Latin influences soooo English has latinismi
Vivo in Portogallo da anni. Sono sempre rimasto piacevolmente sorpreso di vedere come riescano a usare meno anglicismi di noi, ma allo stesso tempo ad avere, mediamente , un miglior inglese rispetto a spagnoli, francesi ed italiani. Ottimo video.
Sono un artista e quando ormai sento "Call" invece di "bando", "deadline" invece di "scadenza", "contest" invece di "concorso" - e mi fermo qui perché potrei continuare - mi viene il bruciore di stomaco.
La cosa triste è che molte persone giustificano questo abuso di anglicismi dicendo "le lingue si evolvono". Ma non si rendono conto che questa non è un'evoluzione, ma semmai, un'involuzione. Come ha detto il ragazzo, se si fa riferimento a cose specifiche, che possono essere tecnologiche, informatiche, che usano un termine particolare o intraducibile, che si preferisce lasciare in lingua originale per non confonderlo con una traduzione abbozzata ci sta. Ma dire mission invece di missione oppure obiettivo, no, non ci sto!
E invece non è né evoluzione né involuzione, è semplice cambiamento. Le parole italiane a cui sei tanto affezionato sono in buona parte derivate dal greco, dal francese e anche dall'inglese. Parole italianissime, ma che quando sono arrivate c'era sicuramente qualcuno che storceva il naso, mentre oggi queste stesse parole le difendiamo.
Bisogna accettare che la lingua NON è un patrimonio da difendere.
Andrea, ti dimentichi che le parole greche, francesi e inglesi a cui fai riferimento sono completamente adattate e indistinguibili da parole di matrice toscana. Le parole inglesi sono NON adattate ortograficamente e fonotatticamente, sono prestiti integrali o "crudi", la cui estraneità al sistema linguistico italiano è evidente. Discutiamo pure se questo sia un problema o no, ma non paragoniamo fenomeni piuttosto diversi.
La lingua è un bene culturale, come di fatto sancito dalla sentenza 42/2017 della Corte costituzionale (" il primato della lingua italiana non solo è costituzionalmente indefettibile, bensì - lungi dall’essere una formale difesa di un retaggio del passato, inidonea a cogliere i mutamenti della modernità - diventa ancor più decisivo per la perdurante trasmissione del patrimonio storico e dell’identità della Repubblica, oltre che garanzia di salvaguardia e di valorizzazione dell’italiano come bene culturale in sé."). Se tale bene culturale vada difeso o no non sta a me dirlo, anche se ho la mia opinione.
@@PodcastItaliano L'italianizzazione del termine la ritengo una questione decisamente marginale e comunque si possono fare molti esempi di parole non italianizzate che sono entrate nel vocabolario Treccani da molto tempo: voilà, iter, panzer... senza contare tutti i termini tecnici. Riguardo la difesa e valorizzazione dell'italiano come bene culturale, è chiaramente una dichiarazione di intenti e non può essere diversamente: non esiste e non può esistere un ente pubblico che definisca cosa entra nella lingua italiana. E per fortuna, aggiungo io! E' giusto insegnare l'italiano a scuola ed è giusto perseguire l'obiettivo di non imbarbarirla; trovo anche un dovere di ognuno di noi tentare di sensibilizzare gli altri a non arrendersi all'impoverimento linguistico e di cercare di usare le parole nel modo corretto, andando anche a ricercare l'etimologia dei termini che usiamo. Tuttavia, non si può e non si deve pensare che tutto debba restare immutato e i termini nuovi che arrivano sono IN PIU' e non in meno. Non si toglie niente a nessuno con questi nuovi termini, che siano inglesi o italianizzati; e dai miei figli ne sento tante parole nuove: traiardare (da try hard), shoppare (da shop) e shippare (da ship). A qualcuno fanno ridere, ad altri danno fastidio, io invece trovo che siano parole nuove che vengono usate correntemente e che le si accetti o no, queste ci sono. Alcune sono di passaggio e scompariranno, altre rimarranno e ce le troveremo nel Treccani, esattamente come è successo a tante altre parole che oggi accettiamo tranquillamente.
@@andreacinardo5412 Allora, prima di tutto il gergo giovanile è un fenomeno spesso circoscritto ad una specifica generazione, dove la maggior parte dei termini non entrano a far parte della lingua comune. Probabilmente fra 10 anni non si parlerà più cosi nelle nuove generazioni. Quindi già questo discorso ha poco senso. Dopodiché qui non si sta parlando di prestiti necessari, come ho già detto prima, e non si mette in dubbio il fatto che le lingue evolvano. Ma si parla di un abuso che si sta facendo, spesso sostituendo termini di uso comune, con parole inglesi. Torno a ripetere, perché dire mission al posto di missione o obiettivo? Questa è una vera e propria sostituzione, punto. Non ci sono altri modi per chiamarla. Inoltre io da italiano ho il diritto di comprendere a pieno sia una comunicazione proveniente da un ente pubblico, sia da un giornale ecc. senza conoscere obbligatoriamente un'altra lingua. E non è giusto che queste comunicazioni siano infarcite di continui termini inglesi. Non ha senso un "jobs act" non ha senso una parola come "smatworking" che tra l'altro non significa nulla manco in inglese. Ma poi ripeto, io mi riferisco a sostituzioni inutili e senza senso: Pet - pet food, food spesso utilizzato al posto di cibo (ma siamo seri?), plot, call, meeting e chi più ne ha più ne metta. Quindi non facciamo ragionamenti che vorrebbero sembrare tanto progressisti, ma non lo sono. I prestiti linguistici esistono? SI! A volte sono necessari? Assolutamente si! Ne stiamo facendo un abuso sconsiderato tanto per farci vedere "international"! Assolutamente si!
@@enneagram4393 Grande! Non avrei saputo esprimere meglio ciò che penso a tal riguardo, grazie.
Ah, finalmente lo diciamo! Io lavorando e vivendo in Belgio, a contatto con il metodo francese di coniare nuove, utili parole, trovo assolutamente provinciale l'approccio italiano. Teletravail tra l'altro è molto più corretto di "smart working", visto che non c'è proprio niente di smart nello smart working, e non si chiama così neanche in USA o GB
Son contento che la pensi anche tu così!
Smartworking è stato tradotto dall'italiano "lavoro agile" anche se era meglio tenerlo nella forma italiana a questo punto 😅
@@gabrielemangialavori8732 secondo me la migliore traduzione è telelavoro come si dice nelle altre lingue romanze.
@@gabrielemangialavori8732 Insomma: ci siamo inventati un termine "inglese" e poi l'abbiamo pure tradotto male per sostituirne uno italiano già esistente. Sembra una commedia.
Telelavoro e smart working dalle mie parti hanno due significati differenti: telelavoro = lavoro da casa con orario 8-18; smart working = lavoro dove e quando voglio. Forse se vengono usati nuovi termini, un motivo c'è.
Bravo Davide !!!!! Un video assolutamente necessario per mostrare che non ci sono delle giustificazioni in realtà per usare tanti anglicismi !
Che bella location 😍
Ottimo contributo.
Qualche piccolo appunto in più:
Password: parola d'ordine, parola/frase/chiave d'accesso
Linkare: rimandare, in questo caso va bene «lo metto in descrizione»
Slogan: grido, motto pubblicitario, tormentone, frase di lancio,
A volte basta riflettere un attimo per ridare vigore all'italiano.
Quando possibile e accettabile socialmente lo faccio volentieri. Certo, a volte diventa irricevibile e in quei casi l'anglicismo è inevitabile.
@@PodcastItaliano il tuo lavoro è lodevole infatti, a prescindere: non è scontato che si parli di questo tema e si vede che lo hai a cuore.
Bravo!
Bravo! Per quanto "slogan", al di là di questa mania degli ultimi anni di inglesizzare tutto, esiste ormai da talmente tanti decenni che ormai si considera italiano, e nessuno pensa più che sia di origine inglese...
Ma comunque "link" non sarebbe "collegamento ipertestuale"? Certo è molto più lungo...
Poi mi esprimo proprio io che ho scelto uno pseudonimo (non ho detto nickname, evviva!) anglofono...
Bravo bravo, Davide! Finalmente qualcuno che prova che non e' sempre necessario usare l'inglese!
Grazie Davide per fare questo video! Io ho sempre parlato coi miei amici italiano e non si hanno mai messo a pensare come in Italia, in confronto a questi paesi che parlano sia francese, portoghese o spagnolo, voi usate tantissimi anglicismi che al mio pariere è una cosa triste perche io son sicuro che tutti quanti che abbiamo imparato l'italiano sappiamo la grandissima ricchezza di questa lingua.
Sai che in verità "Grazie per fare" è pure un anglicismo? Oggigiorno si dice sempre di più ma la forma corretta sarebbe "Grazie per aver fatto questo video".
@@claudioristagno6460 Strano perche io come hispanoparlante mi fa senso dire "gracias por hacer ..." e adesso che sto imparando il francese mi sembra che "merci pour faire ..." e anche giusto...
Ah ok, non sapevo fosse corretto in spagnolo. In italiano in teoria è sbagliato ma è sempre più frequente.
@@claudioristagno6460 Dai, la lingua cambia ogni giorno. Però si bisogna che questi cambiamenti seguano la strada giusta
@Paolo Fiorillo beh, ma prova no? Studia, parla, leggi - al giorno d'oggi ci sono tantissimi materiali online per imparare le lingue. Certo, superare un minimo la barriera della timidezza e parlare con la gente è importante, ma ci sono anche tanti modi per facilitarsi il compito, tipo iniziare parlando con altri stranieri non madrelingua in modo tale da ridurre l'imbarazzo. Ti consiglio di provare - e in bocca al lupo.
Grandi ragazzi! Una vera ventata d'aria fresca in questo desolante panorama linguistico-culturale italiano...Lottiamo uniti e ce la faremo a salvare l'italiano! GRAZIE MILLE! MERCI BEAUCOUP! MUITO OBRIGADO!
Ciao Davide, interessante video, da quanto ho iniziato a imparare la lingua italiana, ho trovato delle parole in inglese sia nella parlata, che scritta. Questo non lo capivo, perché l'italiano essendo una lingua bella e ricca di lessico , mi sembrava assurdo dover usare parole in inglese . Grazie e non dire per favore buon Weekend.!!!😅😅😅
brilliant combo of smart personalities with a true gift for teaching and supportive language learning !
Studio italiano e francese, così questo video é stato molto informativo per me. Grazie ragazzi!
Loved it! Funny how "jean" and "denim" are apparently words originating from fabrics from Gênes (Genoa), Italy and Nîmes, France (according to Wikipedia)
Yes, it's pretty weird! We Italians could have named it "Genova", "Genovesi" or something like that
Non vorrei essere presa per "boomer" (tanto per rimanere in tema di anglicismi 😅) ma il termine "hangover" potrebbe essere tradotto con "postumi della sbornia"?
Bello davvero questo video, l'uso esagerato di termini inglesi in italiano mi interessa molto e penso che abusarne non sia corretto anche per rispetto di chi è un po' più grande di età e non ha dimestichezza con l'inglese.
Ho notato che questo avviene soprattutto in televisione, programmi, pubblicità, telegiornali ecc...
L'italiano è una lingua molto varia e ricca di termini e sfumature che permettono di spiegare praticamente ogni concetto!!
Grazie per aver trattato così bene questo argomento 👍
Hangover si traduce con spranghetta parola usata da Manzoni e presente nei dizionari
«Doposbronza», e, meno conosciuto, «spranghétta» (controllare il sottolemma 3 del GDLI); il “bello” è che non c'è niente da tradurre, perché questo è un termine che si aveva già, non è un “traducente”; come dice la ragazza: «Non è un concetto nuovo», ma anche se lo fosse…
Va bene a volte per comodità o sintesi usare alcuni termini inglesi ma noi italiani stiamo veramente abusandone...con un effetto quasi ridicolo!
@Kurama ma abbiamo la nostra lingua...perché impazzire per distorcere una lingua straniera e cercare di adattarla alla nostra? Ho sentito certi "stronzoni" dire...È STATO UN MISUNDERSTANDING...quando bastava un FRAINTENDIMENTO o roba del genere! Mi fanno veramente incazzare certe forzature da paesotto provinciale.
@Kurama bravo, io del resto ricordo che al liceo, scherzando, usavamo tranquillamente «matusa». Parliamo di nemmeno dieci anni fa. Il fatto che l'italiano stia perdendo così tanto terreno giorno dopo giorno è un danno culturale tremendo. I primi responsabili sono i mezzi di comunicazione. Anche le agenzie della lingua (Accademia della Crusca prima fra queste) fanno sempre meno per contrastare il fenomeno e, anzi, a momenti lo spalleggiano apertamente* al di là di certe affermazioni occasionali che reputo un po' contraddittorie.
* Si veda a titolo d'esempio Edoardo Lombardi Vallauri, che afferma la scarsa produttività della terminazione -anza, da lui definita antiquata e da romanzo cavalleresco, e promuove invece _governance_ , si rende conto di quel che dice? Come si fa a pensare che parole come ignoranza, circostanza, arroganza, siano antiquate? Dovremmo forse buttare nel cestino la nostra lingua e la nostra cultura? Bubbole!
Sarebbe molto bello se i traducenti italiani dell'inglesismo "guardrail" come "guardavia", "sicurvia", "guardastrada" e lo svizzerismo "guidovia" venissero maggiormente diffusi nell'uso comune!!!
Senza scervellarsi troppo nell'inventare parole composte, basterebbe un semplicissimo "barriera stradale".
Spartitraffico
Guardavia mi piace, ora lo utilizzerò sempre.
Sono del nord Sardegna e posso dirti che qui ho sentito molti dire "guaravia"
Molta gente da me lo chiama "guardarail" pronunciato così
Un tema molto attuale e molto importante, grazie d'averlo affrontato.
Io sono un italiano residente negli Stati Uniti, quindi l'inglese lo conosco bene, e anche a me a volte mi viene l'abitudine di utilizzare parole inglesi, ma provo il più possibile ad evitarlo. Credo che la legge di Rampelli sia un buon inizio ad aprire un dibattito più approfondito.
Una lingua che non si aggiorna, che non sviluppa il proprio vocabolario, è una lingua che muore. Il fenomeno dei forestierismi non è nuovo, ma storicamente i termini venivano dal francese e soprattutto venivano adattati alla lingua italiana, cioè italianizzati.
In una conversazione è normale e non problematico usare qualche parola straniera, ma in Italia è troppo esagerato. Ma come possiamo pensare che gli italiani comincino ad usare parole come "elaboratore" quando neanche le nostre istituzioni lo usano? Oppure quando abbiamo un "ministero Made in Italy" o "ministero del Welfare." Bisogna essere ragionevoli.
Non è questione di pigrizia ma di estremo provincialismo. Anche quando esiste una parola italiana, si preferisce erroneamente quella inglese perché viene percepita come più giovane, alla moda, all'avanguardia o professionale. Il corrispettivo italiano allora a mano a mano va in disuso perché comincia a suonare come vecchio, talvolta come vagamente dispregiativo o comunque non più adatto a designare le nuove situazioni della vita contemporanea. Quando il corrispettivo italiano neanche esiste non si fa quasi mai lo sforzo di "coniarne" uno nuovo, né dal basso (ossia a livello di linguaggio familiare), né dall'alto (da parte istituzionale). Il mondo politico ed economico hanno responsabilità enormi in merito, perché sono i primi ad adottare in automatico ogni forma di anglicismo, talvolta neanche correttamente: open day, click day, spending review, fiscal compact, smart working, dose booster, info point, ecc. In ambito economico, settori come imprese, moda, comunicazione, pubblicità e informatica si sono piegati del tutto all'inglese e le conversazioni e i testi che producono sono ormai una lingua ibrida con vocabolario in inglese e grammatica italiana. Milano è la capitale di questo fenomeno. Un’ultima considerazione. Ho 45 anni, quindi posso avere uno sguardo retrospettivo sul fenomeno. Il giro di boa di questa anglicizzazione crescente sono i rampanti anni '80, quando ero bambino. I primi computer che sono entrati in commercio in Italia venivano ancora chiamati dagli informatici "calcolatori", solo con il procedere degli anni '80 i pubblicitari e le ditte hanno deciso che era più fico chiamarlo con il nome inglese, dettando quindi la linea sulla sua nominazione successiva. Idem per la "mounting bike": le prime bici venivano chiamate "rampichini", solo in un secondo momento si è imposto per motivi di marketing il nome inglese. Questo per dire che non è vero che da parte istituzionale non si possa fare proprio nulla, non si è voluto fare nulla. PS Non sono fascista nostalgico, né un fan del governo (che aborro), un po' di anglicismi vanno benissimo, ma in Italia se ne abusa con molta inconsapevolezza, in primis da parte istituzionale, che ha il potere di legittimare. Il fascismo storico, con i suoi eccessi di nazionalismo e razzismo linguistico ha fatto solo danni, perché ormai chiunque critichi l’eccesso di anglicismi è ingiustamente tacciato di nostalgia del ventennio.
Sembra quasi che ci vergognamo di usare parole italiane, quando invece la nostra lingua italiana è meravigliosa!
Io sono un madrelingua italiano però mi sento un po' un eccezione poiché non uso così spesso gli anglicismi, ma tendo ad usare dei termini italiani con eccezione di qualche termine informatico.
Anche io
Io li evito come la peste, soprattutto in pubblico
esatto, nel campo della tecnologia secondo me ci sta, come hanno detto nel video del resto magari senza espiclitarlo troppo secondo me andrebbero divisi gli anglicisimi che sono neologismi da quelli che non lo sono, perchè nel campo della teconologia se vuoi "tradurre" comunque devi creare una parola "nuova" che anche un aprlante nativo non capirebbe se non conosce il concetto quindi tanto vale lasciarla come in origine, ma i concetti vecchi non ha senso.
Bravissimo
@Paolo Fiorillo io faccio altrettando pena con le lingue.
Io peronalmente penso che con le lingue bisogna esercitarci non devi pensare alla grammatica mentre parli ma solo a cosa vuoi dire. Alla fine, ti capiranno poiché un po' tutte le persone non madrelingue inglese (per esempio) parlano un po' con un inglese maccheronico. Per tanto, punta a capire ciò che le persone vogliono dire.
Usiamo tanto gli anglicismi, ma sono veramente pochi gli italiani che sanno bene l'inglese
Ottimo video, Davide. Nel inglese abbiamo alcuni "italianismi" che si sente fra tempo a tempo, per esempio "cognoscenti," "sotto voce," "al dente," "segue," e varie altre ... ma non molto.
you can't translate "from time to time" to "fra tempo a tempo" mate :) use "di tanto in tanto"
@@MUNTraiano ... thank you!
In realtà ce ne sono tantissimi italianismi nell'inglese, basta che ti fai una ricerca e li troverai
Parole italiane usate in English: parole, scenario, per se, opera, zucchini, peperoni, persona, dolce vita, ciao, mozzarella, spaghetti, ziti, lasagna, piano, legato, rubato, portato, staccato, crescendo, concerto, adagio, etc...
@@gabrielemangialavori8732Ma anche nei media, il numero degli italianismi o forestierismi in generale è molto basso.
Mi piace moltissimo il tuo sito web nuovo, Davide!! Fantastico 🎉😊
Concordo con Elisa: quando cose e concetti ci sono sempre stati, bisogna recuperare il termine in italiano. Perché "location"? Si dice "posto". Perché "single"? Si è sempre detto celibe o scapolo.
Celibe si usa eccome, ma per dire che uno non è sposato.
Scapolo mai sentito, manco mia nonna credo abbia mai detto scapolo.
@@Edoardo396channel Esiste ad esempio nell’espressione “scapolo d’oro” per definire un uomo ormai abbastanza grande, ma non vecchio, ancora non sposato e particolarmente ambito.
@@Edoardo396channel se non hai mai sentito scapolo ti giustifichiamo solo se hai meno di 15 anni
@Paolo Fiorillo Ti capisco, per me è lo stesso. Sono appassionato ma sono anche molto introverso e ho paura di fare errori, e quindi mi blocco. In realtà bisognerebbe buttarsi e fare errori fa parte del percorso di apprendimento, è una cosa perfettamente naturale e anzi sarebbe strano il contrario.
Grande Davide per questo video! Ce n'era bisogno 🎉 «hangover»=post-sbornia (modifico: anzi, meglio doposbornia, ha ragione Davide) o postumi della sbornia, «computer» è stato anche adattato in «computière» da Arrigo Castellani
Bisogna però fare di meglio di "post-sbornia", con la terribile sequenza /stzb/ che nemmeno io che parlo russo a livello C2 troverei facile da dire 🤣
Si può usare "spranghetta" parola che tra l'altro si trova pure nei dizionari
@@PodcastItaliano doposbornia?
@@flyvez2303 giustissimo
Per ironia gli inglesi non usano nemmeno le parole "smart working " ma utilizzano invece le parole " working from home" che, guarda caso, corrispondono proprio alle parole italiane che si dovrebbero usare e cioè :" lavoro da casa".
In italiano inoltre esiste anche «lavoro agile», oltre che «lavoro da remoto»
Bel video!
Devo ammettere però di non aver mai sentito hangover in italiano, tutti quelli che conosco hanno sempre usato termini come "sbronza" o "sbornia", anche se non so se siano dialettali o se si usino in tutta Italia.
Per fortuna molti di questi anglicismi li sento abbastanza raramente, ma è interessante notare come - anche per prendere un po' in giro chi vari aspiranti trapper che li usano a sproposito - io ed i miei amici usiamo molti anglicismi ad hoc.
Un ultima cosa interessante da notare è come il termine "jeans" derivi da Genova e dal blu di Genova, termine passato prima al francese e poi all'inglese.
Grazie per aver dedicato ancora un video a questo tema. Devo dire però che, tra le lingue che conosco, l'italiano resiste piuttosto bene a questa smania degli anglicismi. Quelli correnti nel mondo italofono tendono ad essere semplici prestiti lessicali che possono sorprendere per la loro gratuità o frequenza di uso, ma mi pare che la "logica profonda" (le strutture sintattiche, le metafore, etc.) dell'italiano rimanga ancora più o meno intatta, cosa che non si può dire dello spagnolo nè del portoghese (meno le varianti latinoamericane).
Questo è interessante, potresti fare un esempio riguardo lo spagnolo scrivendolo qui?
molto interessante, non avevo mai sentito questo punto di vista, sarebbe interessante approfondirlo.
Lo studioso Zoppetti e il traduttore Peter Doubt però sostengono che invece stia intaccando anche altre parti della lingua, non solo il lessico.
L'influenza dell'inglese inizia a farsi sentire anche a livello sintattico leggermente. Quello che si nota maggiormente è l'aumento dei composti determinante-determinato e un uso sempre più massiccio di participi presenti, almeno così lessi da un articolo. E ci aggiungerei anche una completa risemantizzazione delle parole italiane simili all'inglese ma di significato diverso.
@@CoppodiMarcovaldo789 sulla risemantizzazione osservo la stessa cosa. Spesso nelle traduzioni si osservano errori marchiani, che creano grossi fraintendimenti. Succede particolarmente con certi articoli di giornale malamente tradotti dall'inglese.
Bravo, Davide! Sono felice di sentire parlare cosí bene italiano a Elisa e a Leo (che parla tutto, ezezione del basco). 🎉
Maravilhoso ver as línguas romanicas juntas!👏🇧🇷🇨🇵🇮🇹
Faltaba el castellano. 😅
Complimenti per il video, non mollare quest'argomento!!
Domanda: è vero che in italiano è possibile usare il verbo: "customizzare"? Giorni fa, su una pagina per amanti del fai da te, una persona ha scritto che aveva comprato una mensola grezza e che lui l'aveva customizzata un po'. Onestamente mi è sembrato inutile utilizzare questa parola se in italiano esiste la parola personalizzare. Quando l'ho fatto notare subito mi hanno attaccato insultandomi a più non posso 😢. Grazie
Breve intro per fare i complimenti a Leo per il suo italiano, parla molto meglio di tanti miei connazionali. Gli scriverò nei suoi video, dato che lo seguo con piacere sul suo canale. Personalmente sono schifato dall'utilizzo massiccio di questi pseudo anglicismi, certamente non necessari quando già esistono i termini corrispondenti in italiano. Non so se si può dire, censuratemi pure, ma adorerei poter sputare in bocca a tutti quelli che stuprano costantemente la lingua italiana, così bella e ricca, perché così è. Non vedo più persone andare al negozio, ma andare negli store. Non esistono più i concerti dei gruppi musicali che si esibiscono in una determinata località, ma band che fanno una performance in uno show del loro tour in una nuova location. E poi abbiamo il ministero del welfare e tanti altri esempi che potrei fare in qualsiasi campo. IO poi lavoro nelle telecomunicazioni e alcuni termini in inglese ci possono stare, ma se poi dall'azienda mi dicono di fare education verso il cliente invece che informarlo adeguatamente e seguire il workaround invece delle procedure, allora sì che mi girano e dico che siamo diventati degli incapaci di parlare la loro stessa lingua. Aborrrrro, come diceva Mughini.
I find it hilarious that many, if not most, of the English words used in Italian originated from French or other romance languages. :D
Ecco una video tantissimo interessante e divertente!!!!! Grazie mille!!!!! 😍😍😍
uao il tuo website è davvero molto cool. ottimo work dal developer
😅
Molto interessante. :)
Alla fine Leo a detto che nello spagnolo di America Latina ci sono più anglicismi. Forse più di quelli che ci sono in Spagna, non ne sono sicuro. Ma almeno qui nel Messico quasi tutte le parole che avete presentate nel video si dicono in spagnolo. Soltanto una di tutte queste si dice sempre in inglese: "password". Mouse è quasi sempre mouse, ma puoi dire anche "ratón", e software è normalmente un "programa" se parliamo di uno solo, ma è di solito "software" se parliamo del concetto generale, come "desarrollo de software".
Non si dice "contraseña"?
Yo digo "contraseña "
@@victorcb6795 Sí. Ambas se usan.
En España es contraseña o clave, nunca 'password' 😅
Qué buen video! Del mejor contenido cuando se junta la liga románica!
grazie davidone per il video, approfitta di queste cose per collegare il nostro cortometraggio!!!!!! 😅🤣
Buon giorno, posso suggerire delle alternative italiane ad alcune parole che avete citato come:
- computer : computatore
- mouse : cursore
- location : locazione, località
- cocktail : mischiati
- hangover : doposbronza
Per il discorso anglicismi, le lingue romanze latine non ne hanno bisogno di termini stranieri, sono già complete così.
- Computèrio.
- Topantografo, Sorchio.
- Località, Ambiente.
- Intruglio.
Quando sento qualcuno che parla della "nostra mission" di "location" di "spoilerare"...mi viene da vomitare!!! Abbiamo la nostra meravigliosa lingua perché dobbiamo usare certi termini ridicoli?
T’completo con un anglicismo: Top!!! Come sempre.
Io vivo e lavoro in Gran Bretagna e spesso lo faccio da casa, ma devo dire che l'espressione Smart Working qui non l'ho mai sentita. Qui si usa Work from Home, oppure WfH abbreviato. In italiano "lavoro da casa" o "telelavoro" (cosa che si usava gia' in passato per denotare talune categorie di lavori a distanza) penso siano appropriati. Credo che ci stia l'uso di anglicismi, cosi' come di altri forestierismi, in alcuni casi pero' in Italia a volte si raggiunge l'assurdo, come quando si sostituiscono parole ed espressioni gia' presenti in italiano con quelle inglesi. Una di quelle che proprio non mi va giu' e' CEO (pronunciato ovviamente all'italiana, ancora peggio), quando abbiamo sempre avuto AD per amministratore delegato.
Eh, guarda, di recente sono stato a un evento per imprenditori e liberi professionisti e ho sentito cose che voi umani nemmeno vi potete immaginare 😅
@@PodcastItaliano ahahah, posso solo immaginare. Un altro orrore è matchare (visto anche scritto "mecciare", per non farci mancare nulla) per sostituire "far combaciare o corrispondere". Magnifico. Devo dire che per chi vive per lungo tempo all'estero ed è immerso nella lingua di cui è ospite, può essere difficile a volte il ritorno all'italiano e talvolta scatta l'osmosi fra la lingua madre e quella locale, generando mostri di livello superiore :D
"Smartworking" è stato tradotto dall'italiano "lavoro agile" anche se era meglio tenerlo nella forma italiana
@@gabrielemangialavori8732 🤦🏻
Potete fare i sottotitoli in italiano all'interno del video in modo da avere l'inglese e l'italiano sullo schermo allo stesso tempo? Sarebbe molto apprezzato!
In svedese per esempio computer si dice dator, e password si dice lösenord...e tante altre pure non si usano in inglese
Per me il problema è che non ho visto spesso "scadenza" nei contenuti che guardo. Ho visto solo la scadenza del cibo (best before). Quindi i contenuti che guardo mi dicono soprattutto deadline
@Paolo Fiorillo io la pensavo così quando ero al liceo. Il mio accento fortissimo mi metteva molto in difficoltà e mi impediva di apprendere e di buttarmi nel parlare. In 6 anni ho imparato abbastanza bene 2 lingue e altre tre le ho iniziate a imparare con successo diciamo. A questo punto non penso siamo portati per le capacità, ciò che conta è l'attitudine penso
I beg to differ: quando hanno detto "privacy è un concetto che esiste da sempre" Cresciuta da una mamma napoletana e un po' anche a Napoli - non esisteva privacy ne' in casa ne' per strada. Se andavo in bagno a leggere lei stava gia' alla porta "cosa fai li' dentro" Le camere da letto sempre condivisi dai fratelli (siblings). No, no... privacy, ora sia un granche', ma prima gli italiani non la conoscevano proprio. :-)
Ahahah, beh, e come si sarebbe descritta l'assenza di questa cosa?
Il fatto che i Napoletani non avessero (e ancora non hanno, oserei dire) il concetto di privacy non significa che fosse lo stesso nel resto d'Italia; non fare l'errore di pensare che Napoli sia una rappresentazione della nazione intera, visto che la cultura napoletana è una realtà piuttosto a sé stante rispetto al resto del paese
Sto sempre cercando parole italiane per evitare gli anglicismi. Invece di learner si può dire discente ad esempio. Poi c'è feedback.. riscontro?
La traduzione di feedback è retroazione, se si guarda la definizione è un concetto un po' complesso e quindi si differenzia da un "riscontro" in quanto ha come premessa anche la modifica del sistema stesso. Io ricevo un feedback facendo leggere un mio libro allo scopo di modificare il suo contenuto in base al riscontro ricevuto. Mentre dicendo semplicemente "riscontro" non c'è l'elemento di modifica, non c'è l'aggiornamento del sistema.
Almeno, se ho compreso bene il termine.
@@anonimo6603 riscontro vs bene anche in certi contesti
Che poi "feedback" alla fine sono... "pareri"? "Opinioni"? "Commenti"?
Madre mía, y yo me quejo de los anglicismos en el español. En italiano es una barbaridad.
Potresti usare collegamento al posto di link
Allaccio sì, il concetto è quello; comunque enlace tradotto in italiano vuol dire proprio collegamento.
@@lavolpeanovecode collegamento sarebbe meglio visto che in ambito informatico si usa già solo che quando il collegamento è verso qualcosa che sta in rete lo chiamano link.
A me sembra che questo fenomeno dipenda da un sentimento molto radicato nella cultura italiana, da un punto di vista storico: un senso di provincialismo che spesso sconfina nell'esterofilia. A questo si aggiunge un fenomeno più recente, per cui le innovazioni (non solo tecnologiche), essendo spesso veicolate nella lingua inglese, hanno indotto ad associare la parola inglese ad un senso di novità. Credo infine che nei decenni passati (dagli anni 80 almeno) i guru del marketing (un altro anglicismo!) e del giornalismo abbiano giocato tantissimo su questi due fenomeni.
Se vuoi usare una parola italiana al posto di marketing ci sono mercatistica e vendistica come alternative
Condivido tutto! Pure secondo me vi è questo paradigma per cui l'inglese sia visto come nuovo e moderno mentre l'italiano come una lingua da "romanze cavalleresco", roba scritta anche da un collaboratore della Crusca.
13:34 "se vogliamo" è sottotitolato come "se voliamo"
Ottimo video ma manca la linguriosa 😊
Ciao Davide!! potresti dirmi se c'è un dizionario d'italiano del periodo rinascimentale?
Molto divertente Davide. Non sapevo che così tanti anglicismi fossero usati in italiano
Estuviste viendo los videos de Liga Romanica? Chequealos, son muy traviesos. Ahí me enteré de la angliplaga de Italia 😔
@@ValentinCabezas Gracias por la recomendación! Ya estuve viendo varios, son muy buenos (y traviesos) 😂
Già e purtroppo tantissimi altri più utilizzati
Non è vero che in tutta Latinoamerica si usano più anglicismi che in Italia. Io vivo nel Cile e posso dire che forse nel commercio si usano certe parole in inglese e senza dubbio in informatica (si dice così?) Credo che più spesso troviamo sui giornali, quando si tratta di economia e finanze, parole che sicuro sono state create per gli studiosi americani e inglesi e che ancora non hanno traduzione. Sulla TV quasi mai si sentono parole in inglese. Nel parlare quotidiano sono eccezionali gli anglicismi. Ovviamente quelli che lavorano in scienze avanzate DEVONO usare l'inglese soprattutto in tutti i "paper" che sono inviati ai centri di studi internazionali perché indubbiamente è la lingua con cui i scienziati si comunicano tra loro.
Grazie per la testimonianza
Davide, lo sai se qualche secolo fa esisteva la parola “privacità”?
Non penso, ma sicuramente c'era (e teoricamente c'è ancora) intimità/intimo o le locuzione "nel privato" e "sfera personale"
Non credo, non mi risulta. Però si usa la parola "riservatezza". (Diritto alla riservatezza, ad esempio.)
È stato un argomento molto interessante! Anche a noi giapponesi piace mooolto usare parole inglesi, ovvero pieno di anglicismo! Direi che siamo inglesedipendenti. Oltre ai termini legati alla teconologia tipo mouse, key board, click, download, ecc, usiamo anche tante parole “inventate” in un particolare modo giapponizzato, cioè quelle abbreviate! “pasocon” per dire “personal computer”, “rimocon” per “remote controller”, “infle” per “inflation”, e così via. 😂
Io sapevo anche dei calciatori italiani
Ciao,volevo chiederti come devo fare per imparare l'inglese tramite i film,le serie tv e le canzoni, che metodi devo applicare ,come devo approcciarmi con questi strumenti e come le posso mettere in pratica ? Idem anche i libri/audiolibri/podcast e i video su youtube, da dove devo partire se sono a zero?
N.b: sono un ragazzo di 20 anni e non ho ancora deciso che strada intraprendere ma al momento sono più orientato sulle lingue e avrei anche intenzione di andare a vivere in inghilterra!!!!!😊
Premesso che io detesto questa mania di usare parole inglesi in sostituzione di corrispondenti parole italiane, il massimo dell'assurdo l'hanno raggiunto certe compagnie telefoniche che PRONUNCIANO in INGLESE una parola ITALIANA: compagnia telefonica MOBILE pronunciata "MOBAIL"!!! Anche parole da sempre italiane adesso devono diventare inglesi???!!??? Pazzesco!...
O que vocês pensam da chegada de palavras japonesas nos idiomas ocidentais ? Especialmente por causa dos animes
Quando ho cominciato studiare l'italiano sono sorpresa di trovare tante parole inglese quando ci sono le traducione in italiano.
Smartworking doesn't even exist in most forms of English.
When I came to Italy, I didn't have a clue what people meant by "smartworking."
We call it working from home.
"Software" também dizemos programas, na verdade intercalamos entre as duas palavras
Programas da Microsoft
Programa Anti-Virus
Programa Skype
Mas quando nos referimos ao conjunto de programas que estão instalados no computador utilizamos mais a palavra "software"
Esisterebbe una traduzione di hangover, usata anche ne "I Promessi Sposi", spranghetta
Io direi anche "sbornia"
@@IlGab02 doposbornia, post sbornia, postumi della sbornia. La sbornia di per sé è lo stato di ebbrezza
Nel portoghese dal Brasile, password è "senha".
È una assurdità usare parole straniere, quando esistono già nella propria lingua, e anche impoveriscono la lingua. Gli anglicismi fanno ancora più difficile imparare l’italiano, perché dobbiamo sapere quando si usa la parola italiana e quando no, e addirittura imparare la parola inglesa. È anche un problema perché si impara la parola inglese con accento italiano e dopo non si dirà bene in inglese, neanche si capirà bene per quelli che parlano inglese. Gli anglicismi cominciano a usarsi per la gente che vuole sembrare cosmopolita, ma non lo sono veramente, e per la gente che sta imparando diverse lingue allo stesso tempo e ancora le mischia nella testa… dopo si installano e come specie forastera toglie lo spazio delle parole autoctone, le cui scompariscono. A un punto non ci sarà più italiano? Dobbiamo valorizzare una lingua così bella! Io dirò profilo invece di account! 😋
Pensavo che solo in Uruguay chiamassimo i pantaloni sportivi "jogging". Ma la mia più grande sorpresa è stata scoprire la parola "shampoing" 😅 Saluti Liga!!
Bello, ma mi mette tristezza. 😭
me encantó el video, pienso que en español incluso aca en america los anglisismos son menos comunes que en frances o portugal creo
Comparto tu opinión.
"Hangover" in spagnolo è "resaca".
"estar crudo" anche (in Messico)
@Savitar no è "spranghetta" o "postumi della sbornia"
Buenas Davide! ¿Dónde está Elena?
Da un americano, non ho mai sentito “Smart working” né in italiano né in inglese
Buon per te! In italiano è abusatissimo
Nella mia madrelingua norvegese ho trovato parole per tutti gli anicismi, e lo voglio anche in italiano
👏🏻👏🏻
Da italiano all' estero, lavorando in multinazionali, ho notato l'utilizzo di molti più anglicismi sopratutto tra gli italiani stessi e pure errati come "ho APPLICATO (da To apply) per un lavoro", invece che dire "mi sono candidato". Quello che però, tra quelli sentiti di persona, secondo me li batte tutti è "andiamo nell' altro BUILDING" :P
p.s. ad ogni modo il video si poteva sintetizzare in questa maniera: Davide "una cosa che gli italiani dicono spesso è che certe parole sono intraducibili...", Leo: "STO CA...!", Elisa: "Arrivederci" :P
È proprio così! Un giorno parlavo con un'amica e lei, a volte, diceva qualche parola in inglese. Ho detto a lei: we can speak in english if you prefer! Lei ha risposto all'improvviso: Cosa?!?
a me anche danno veramente fastidio, soprattutto quando non sono necessari, però su alcune cose non sono molto d'accordo. Qui a Roma raramente ho sentito location, si dice posto, o luogo, o condividere la posizione, ma sicuramente non location. Uguale con i drink, ho sempre detto e sentito: andiamo a bere qualcosa, o a fare aperitivo, o a prendere un aperitivo, o più nello specifico uno spritz, ma non drink. cocktail si.
Io sono d'accordo. Talmente lo sono che ho sentito il bisogno di scrivere un libro a riguardo...Il titolo é: 'Oggi, parliamo come mangiamo?' Si può acquistare su Amazon. Seppur poche pagine, cerco di analizzare sinteticamente il fenomeno degli inglesismi spaventosamente di moda in Italia. Per inglesismi io intendo ovviamente i casi che al 99.988% le parole in italiano vengono inutilmente sostituite in inglese. Esempi come location, report, mission, break, brand ecc..Insomma, una lunghissima lista. Una tendenza assurda ed inspiegabile, apparentemente.
Ciao bellissimi fanciulli!
Qualcosa che non conoscete sui Jeans!
termine jeans (o blue jeans) si ritiene che derivi direttamente dalle parole in lingua francese "bleu de Gênes" ovvero "blu di Genova" in italiano
En mi opinión es un video increíble y muy divertido. Scusami ma devo usare il mio spagnolo.
En español (Argentina):
computer: computadora.
password: contraseña.
location: ubicación (pensavo che in italiano dicevate posizione).
hangover: (tener) resaca.
smartworking: teletrabajo o home office.
mouse: mouse o ratón.
deadline: fecha limite.
account: cuenta.
bussiness: negocios.
mission y vision: misión (objetivo) y visión.
team: equipo.
privacy: privacidad.
call: videollamada, call.
softward: programa, softward.
slogan: eslogan.
crator: creador de contenidos.
step: etapas, fases.
jeans: jeans, vaqueros (viejo).
Sì, "posizione" o "ubicazione" si usano nel senso di "localizzazione" in una mappa.
En español (Venezuela):
computer: computadora, PC (pe-ce)
password: contraseña, clave
location: ubicación, localización
hangover: (tener) resaca, ratón (estar enratona'o)
smartworking: teletrabajo, home office
mouse: mouse
deadline: plazo, fecha límite
account: cuenta
bussiness: negocios
mission y vision: misión y visión
team: equipo, grupo
privacy: privacidad
call: llamada
software: programa, software
slogan: eslogan, jerga, argot
creator: creador de contenido
step: paso, etapa, fase
jeans: jean (sin s jajjs)
Io sono brasiliano e la parola password in portoghese di brasile si dice "senha " . Pensavo che in Portugal si chiamava come in Portuguese di Brasile anche poiché basicamente è la stessa lingua 😅
Sono italiana ho 78 anni vivo a Edimburo, durante il COVID in Italia è iniziato lo ..smart working...qui tutti si chiedevono cosa volevamo dire...e ci prendevono in giro perche l'iraliano s,'inventa l'inglese... ma italiani, carissimi amici connazionali....è molto semplice..dire....io lavoro da casa...ma lo potete dire vero..??...? L'italiano è così bello gioioso, romantico parliamo abbandonate questi anglicismi..
Grazie e cordiali saluti
Sei bravo! Hai tutta la ragione.
Un video che dovrebbero guardare in molti.
Soprattutto quelli che ritengano gli inglesismi inevitabili. Oltre alla frangia più fanatica di comunisti (senza generalizzare), i quali sostengono che usando termini in italiano, si tornerebbe al fascismo.
Anche perché se non esiste una parola precisa in italiano, la si può inventare.
Il punto è che in Italia si ha la pessima abitudine di politicizzare tutto. Non è questione di comunisti o fascisti, è una questione che come lingua e cultura siamo decadenti in ogni ambito.
Credo che ci possa stare per linguaggi tecnici/lavorativi per facilitare la comunicazione in certi contesti e per abbreviare concetti per cui non c'è una parolina specifica...Tipo hangover-postumi della sbornia 😅
Si è sempre detto «doposbronza».
Si in effetti ci può stare...Infatti personalmente Hangover non l'ho mai utilizzato, piuttosto qualche termine più colorito per indicare la poca freschezza della mattina dopo😄
Per hangover si diceva "far spranghetta" e a livello regionale ve ne sono molti altri, da me si dice "ho il mattone". Comunque se nei linguaggi tecnico-specialistici l'italiano smette di esprimersi mediante parole proprie è come se venisse emarginata, come già accade nelle università, dalla ricerca scientifica. In Francia e Spagna vi sono organismi che redigono banche dati terminologiche di modo da avere una terminologia propria in quel settore. Se una lingua smette di essere lingua di cultura si riduce a un dialetto(lingua subordinata) della lingua dominante, e mi pare che l'Italiano verta in tale direzione.
@@CoppodiMarcovaldo789 «Spranghétta» è anche attestato nei dizionarî, fra l'altro.
👏🏻
Smartworking, telelavoro (con il sinonimo lavoro da remoto) e lavoro agile sono 3 differenti modalità di lavoro non in presenza. Forse smartwoking è maccheronico, ma qual è la parola per sostituirlo (che, come detto, non è telelavoro)? Si è celibi quando non si è mai stati sposati, mentre si può essere single dopo il divorzio o dopo la dipartita del partner (e, di conseguenza, è anche un modo per dare l'informazione "non sono impegnato con nessuno" senza aggiungere dettagli non necessari). Calcolatore fa pensare a un supercomputer, di quelli da centro di ricerca: se dico "La Sapienza" ha comprato dei nuovi calcolatori, sembra che i dipartimenti STEM dell'università avranno una marcia in più; invece, magari, ha solo acquistato dei nuovi pc per il personale amministrativo. Vale la pena forzare l'italiano quando i termini perdono di precisione o diventano fuorvianti? In realtà anche "computer" ha questo limite, infatti credo che si dica più spesso PC. Che poi il problema si è risolto da solo, ora che i PC sono per lo più "portatili" (pochi usano l'inglese laptop). Location non non indica semplicemente un luogo, ma un luogo che assume una funzione specifica, quello di ospitare un'attività. Una location è un luogo quando questo ospita un matrimonio, delle riprese, etc. Possiamo sforzarci di trovare un sostituto italiano (che non è luogo), ma limitarci a sopprimere sinonimi (ancorché presi a prestito dall'inglese) riduce la ricchezza del linguaggio e quindi del pensiero (un po' quello che avviene in 1984 con la semplificazione del vocabolario). Mi fermo qui.
Siamo noi italiani a dare ad alcuni anglicismi un significato settoriale che originariamente non hanno. Altre lingue invece estendono il significato di parole già esistenti per coprire il nuovo significato: in francese lien (legame) traduce link e accueil (accoglienza) diventa il corrispettivo di homepage.
Per non parlare di quando si cerca di sostituire forzatamente parole italiane con parole inglesi che non aggiungono alcuna sfumatura di significato in più come cashback che si vede sempre più spesso al posto di rimborso o deadline per scadenza...
In portoghese del Brasile diciamo SENHA per password, ma diciamo MOUSE come in italiano. Diciamo COMPUTADOR come in portoghese europeo. Credo che smart lavoro in Brasile diciamo HOME OFFICE. Abbiamo piú anglicismi del portughese europeo.
Suggerimenti per una versione italiana di queste parole?
As a native English's speaker I am happy to see Italy preserving its own culture and language. The Americanization of the world has become too much to bare.
It is the opposite. These are just a minority, most of italians is not interest in this or thinks the use of anglicisms is sign of modernity and future.
@@CoppodiMarcovaldo789 that is very sad
Secondo me gli italiani esagerano troppo con gli anglicismi se facciamo il paragone con altre lingue romanze - il portoghese, il francese e anche lo spagnolo che conosco abbastanza bene, è questo mi dà veramente fastidio, così come il fatto che in italiano gli anglicismi si usano esattamente come sono in inglese senza un minimo tentativo di italianizarli come si fa più spesso nelle altre lingue.
Open to Meraviglia 😄Una legge per la protezione dell'italiano sortirebbe l'effetto contrario, dato il carattere dell'italiano medio.
Certo che ci fa proprio schifo la nostra lingua...ah santiddio! 😂🤦🏻♂️
In realtà ho letto lavoro agile nella Gazzetta Ufficiale.
Sì, lavoro agile è la traduzione di smart working nel senso inglese, cioè lavorare con le nuove tecnologie. Ma in italiano la parola è usata a sproposito, per tradurre 'work at home'.
In Brazil "password" is "senha"
E per "smart working" diremmo di solito "home office" qua in Brasile 😂, nonostante il termine "teletrabalho" sia di uso corrente nel diritto del lavoro brasiliano.
Buongiorno! I am looking for a place where I can practice my Italian. Do you guys know a platform or a website where I can find a partner to practice with? Thank you. Il mio levello è A1.
Le problème n'est pas tant les anglicismes en eux-mêmes (ce ne sont que des mots) mais la tendance que suggère dans le fond leur utilisation : une population qui pour une grand part a perdu le gout de sa langue et de sa culture natale (qu'elle laisse aux vieux et au petit peuple) pour en préférer une autre qu'elle estime supérieure et beaucoup plus intéressante...
Ainsi par exemple la radio 2 de la Rai diffuse beaucoup de pop anglophone et se fait la chambre d'écho des potins des médias anglo-saxons...
Tu as raison, mon ami. Les Italiens ont perdu le gout parler Italien.
Desolé pour mon français trés horrible.
@@CoppodiMarcovaldo789 C'est à moi de m'excuser car j'ai eu la faignantise de traduire mon commentaire en italien...
Ne pas preocupiez, je sait lire un peau le francais
Olá! Sou professor de física em uma escola de ensino fundamental e médio aqui no sul do Brasil.
É "normal" usarmos termos relacionados a computação e ou tecnologia em inglês, muitos outros introduzidos por
conta de uma interferência, invasão da cultura estadunidense/inglesa - Mas como a maioria da população não
tem acesso a um eficiente aprendizado de outras línguas acaba havendo uma proteção do português.
Dependendo de parcelas da sociedade, falar palavras de outras línguas faz a pessoa parecer antipática, soberba, arrogante.
Esse tipo de sentimento até protege a língua.
Uma invasão de nomes de edifícios em inglês como: The Park, Number One, Vanilla House & Garden,
Yatchouse Residence, Millennium Palace...... está tendo também uma certa interferência..................
O francês na década de 60 foi retirado como segunda língua no país e substituido pelo inglês.
Algumas cidades do meu estado como foram colonizadas por italianos tem como segunda língua o italiano,
colonização alemã tem como segunda língua o alemão, em alguns colégios, mas não muito eficientes no aprendizado já que o país é imenso
e todos falam português.......
No meu entendimento deve-se tentar manter a língua o mais pura possível, essas diferenças é que demonstram a cultura,
o pensamento, a ideia de de vida de determinado povo.
Acho ótimo poder aprender sobre a cultura e a língua italiana com o Davide entendo 80% do que você fala, meu bisavô era italiano...........,
a cultura portuguesa com o Leonardo, comparar o português de Portugal com o português do Brasil acho ótimo,
a cultura francesa com a Elisa e Hugo, espanhol com a Elena acho super encantador o espanhol(só não estudo porque é muito fácil
pra gente que fala português).
Gosto de absorver boas características de todas essas culturas.
Mesmo muitas vezes não sobrando muito tempo para me dedicar, acho vocês ótimos.