@@MarcoFreccero1 Ci rende conto del gulag come sistema di penitenza, ma soprattutto della forza di quegli uomini..mamma mia al confronto di chi si lamenta per un raffreddore..grande uomo e grande narratore secondo me poco valutato
La pecca di questa edizione (ho la stessa che ha Lei) è, a mio avviso, la postfazione di Anna Zafesova, la quale risulta quasi vergognosa per una superficialità che mal si digerisce dopo la lettura di un'opera di così alto spessore e di tale profondità. Ad di là di questa piccola nota, La ringrazio per questi brevi contributi su questo grande autore russo. Buona giornata.
In realtà è superficiale l'atteggiamento che si ha ancora nei confronti di Solzenicyn nel nostro Paese. Di fatto non se ne parla. Credo che la postfazione faccia quello che può: in poche pagine tenta di rendere tangibile l'importanza di uno dei più importanti autori del Novecento.
La Zafesova si é già distinta altrove per la sua "patologica" russofobia. Ciò detto, il romanzo é notevole ma, premesso che il periodo sovietico non saprei bene se definirlo grottesco o vergognoso (ma il così detto "civile" occidente sta ora ben mostrando di cosa é capace riguardo a Israele e Ucraina), il romanzo inizia già con un passo falso inquadrando il diplomatico russo che cerca di avvisare gli USA riguardo al fatto che l'URSS sta per dotarsi dell'atomica, come un qualcuno che compie un atto di civile coraggio. Non capisco?! A pagina 241 di "Buchi neri e salti temporali" del fisico Kip Thorne (Nobel per le onde gravitazionali) leggo che gli USA avevano pianificato, in caso di conflitti con l'URSS, il lancio di ordigni nucleari sulle principali città e industrie sovietiche. Nell'ottica di Solzenicyn, quindi, un diplomatico russo che avverte il nemico sul fatto che la sua patria sta dotandosi della stessa arma va visto come un eroe? Ciò a me basta per porre in una luce ambigua Solzenicyn (subito premiato col Nobel dal civile occidente che si é ben guardato dall'assegnare tale premio ad Assange!). Roberto
@@robertofragale6062 Capisco il suo sdegno per il caso Assange, tuttavia la questione del Nobel mi sembra quantomeno capziosa. Non so se ha avuto modo di leggere altro del grande intellettuale russo - perché Solzenicyn questo era - ma da i suoi scritti si evince chiaramente che la sua critica all'URSS non accomoda certo la situazione drammatica per l'individuo in cui già versava l'Occidente in maniera lapalissiana al tempo dello scrittore - che esplicitamente denuncia senza ambagi (consiglio la lettura del famoso discorso che tenne ad Harvard, contenuto in quella raccolta straordinaria di suoi scritti intitolata "Il respiro della coscienza") - e che, tuttavia, arriva da lontano nei secoli. Consiglio, chiaramente, anche la lettura fondamentale dell'Arcipelago gulag.
Ho letto una giornata di Denisovic....impressionante-
Quello non lo conosco (ancora).
@@MarcoFreccero1 Ci rende conto del gulag come sistema di penitenza, ma soprattutto della forza di quegli uomini..mamma mia al confronto di chi si lamenta per un raffreddore..grande uomo e grande narratore secondo me poco valutato
@@pamitrano In Italia non lo considera nessuno. O quasi.
👏🏻✨
Ciao Mel! 👌🏻
@@MarcoFreccero1 🌺✨
La pecca di questa edizione (ho la stessa che ha Lei) è, a mio avviso, la postfazione di Anna Zafesova, la quale risulta quasi vergognosa per una superficialità che mal si digerisce dopo la lettura di un'opera di così alto spessore e di tale profondità.
Ad di là di questa piccola nota, La ringrazio per questi brevi contributi su questo grande autore russo.
Buona giornata.
In realtà è superficiale l'atteggiamento che si ha ancora nei confronti di Solzenicyn nel nostro Paese. Di fatto non se ne parla. Credo che la postfazione faccia quello che può: in poche pagine tenta di rendere tangibile l'importanza di uno dei più importanti autori del Novecento.
La Zafesova si é già distinta altrove per la sua "patologica" russofobia.
Ciò detto, il romanzo é notevole ma, premesso che il periodo sovietico non saprei bene se definirlo grottesco o vergognoso (ma il così detto "civile" occidente sta ora ben mostrando di cosa é capace riguardo a Israele e Ucraina), il romanzo inizia già con un passo falso inquadrando il diplomatico russo che cerca di avvisare gli USA riguardo al fatto che l'URSS sta per dotarsi dell'atomica, come un qualcuno che compie un atto di civile coraggio.
Non capisco?! A pagina 241 di "Buchi neri e salti temporali" del fisico Kip Thorne (Nobel per le onde gravitazionali) leggo che gli USA avevano pianificato, in caso di conflitti con l'URSS, il lancio di ordigni nucleari sulle principali città e industrie sovietiche. Nell'ottica di Solzenicyn, quindi, un diplomatico russo che avverte il nemico sul fatto che la sua patria sta dotandosi della stessa arma va visto come un eroe?
Ciò a me basta per porre in una luce ambigua Solzenicyn (subito premiato col Nobel dal civile occidente che si é ben guardato dall'assegnare tale premio ad Assange!).
Roberto
@@robertofragale6062 Capisco il suo sdegno per il caso Assange, tuttavia la questione del Nobel mi sembra quantomeno capziosa. Non so se ha avuto modo di leggere altro del grande intellettuale russo - perché Solzenicyn questo era - ma da i suoi scritti si evince chiaramente che la sua critica all'URSS non accomoda certo la situazione drammatica per l'individuo in cui già versava l'Occidente in maniera lapalissiana al tempo dello scrittore - che esplicitamente denuncia senza ambagi (consiglio la lettura del famoso discorso che tenne ad Harvard, contenuto in quella raccolta straordinaria di suoi scritti intitolata "Il respiro della coscienza") - e che, tuttavia, arriva da lontano nei secoli.
Consiglio, chiaramente, anche la lettura fondamentale dell'Arcipelago gulag.