INDOVINA CHI VIENE A PRANZO RAFFAELE NOLE' CALCIATORE
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- Опубліковано 27 сер 2024
- Una volta la curva del Viviani gli dedicò uno striscione in cui si invocavano anziché i soliti “11 Leoni” “11 Nolè”. Oggi, a 40 anni, dopo una carriera notevole, arrivando a militare in serie B con Messina e Ternana (e, come ci racconterà, sfiorando anche la A), la seconda punta potentina, Angelo Raffaele Nolè, non sa ancora se continuerà a giocare nel suo Francavilla (serie D, in cui milita dal 2019), o se magari farà “il grande salto”.
d - Raffaele, noi la stiamo intervistando in un momento “di attesa” della sua carriera sportiva.
r - Sì, c’è questo bivio. Stiamo valutando con la società del Francavilla...c’è anche la possibilità di diventare allenatore della prima squadra.
d - Dunque lei ha già il patentino.
r - Sì, l’ho preso a Coverciano quattro anni fa.
d - Quindi, in ogni caso, non sarà un “ex” del calcio.
Sicuramente no.
d - Le faccio solo adesso la domanda iniziale: come giustifica la sua esistenza?
r - Col sacrificio. E col non accontentarsi mai. E’ stata questa la mia forza, che mi porto dietro sin da bambino.
d - Qual è stato il momento della sua vita in cui ha capito che avrebbe giocato a calcio per professione?
r - Non saprei, è stato un percorso naturale.
d - Tra l’altro lo sport è di casa: sua sorella Francesca è una nota pallavolista.
r - Non si sono mai intromessi, spingendoci casomai a fare con serenità ciò che ci piaceva e ci rendeva felici.
d - Immagino parli con cognizione di causa.
r - A Coverciano qualcuno ci disse: “Se aprite una scuola calcio, appendente subito uno striscione con la scritta: NON VOGLIAMO I GENITORI”.
d - Addirittura.
r - Eh, sì, se il bambino vede i genitori sugli spalti che lo incitano o lo rimproverano, beh, gli viene l’ansia. E tutto ciò crea difficoltà anche al mister.
d - Vanno a rompere le scatole pure a lui.
r - Ripeto, è un problema che sta avendo questa generazione.
d - Immagino che a Coverciano abbia conosciuto ex calciatori molto famosi.
r - Mi sono ritrovato, da tifoso juventino, con uno dei miei giocatori preferiti, Barzagli, un vero combattente.
d - Da questi grossi personaggi c’è sempre e comunque da imparare, o magari a volte si riamane delusi?
r - Un po’ e un po’.
d - Il famoso fattore “C”. Lei è soddisfatto della sua carriera?
r - Molto. Perché sono partito dalle “parti basse”, Tutto sfumato.
d - Come si fa a risalire dopo una grande delusione del genere?
r - E’ stato un momento difficile, perché calcisticamente ero al mio apice (da poco il mister mi aveva dato anche la fascia di capitano).
d - Lei ha sottinteso che i procuratori possono favorire anche le carriere di giocatori mediocri.
r - Beh, sa, un procuratore importante ha un gruppo di giocatori, in cui ci sono di solito alcuni calciatori di fama.
d - E qui, nella sua città, ritiene di aver dato tutto quello che poteva o si aspettava di dare?
r - Io iniziai con l’Asc Potenza. E mi porterò sempre dietro una cosa: la curva rossoblu, che per sua scelta non ha mai tifato il singolo, quanto l’intera squadra, mi dedicò uno striscione gigantesco, con la scritta: VOGLIAMO 11 NOLE’.
d - Tra l’altro “Nolè” è quasi l’anagramma di “Leone”.
r - (ride) E’ vero!
d - Qualcuno di quella curva è diventato anche sindaco, assessore. E’ contento di questo?
r - (sorride) Certo, mi ha fatto piacere.
d - Lo ha anche votato?
r - (ride). In quel periodo ero fuori, non avevo modo.
d - Negli ultimi tempi è approdato a Francavilla. Abita anche lì?
r - Sì, mi portai la famiglia durante il Covid.
d - Lei è tornato nella sua regione solo da qualche anno, dopo essere stato fuori per molto tempo: come ha trovato Potenza?
r - Dispiace vedere tanti giovani che vanno via.
d - Potenza è stata Città Europea dello Sport, ma non se n’è accorto nessuno, anche a causa della pandemia. Come siamo messi a strutture sportive?
r - Ho avuto la fortuna di giRare un po’, e devo dirlo: siamo abbastanza indietro rispetto ad altre città.
d - Spostiamoci sulla Nazionale, che ha fatto una figura tremenda agli Europei di calcio. Cos’è successo?
r - Mi ha colpito la totale assenza di cattiveria agonistica, da parte di giocatori giovani che stavano vivendo un’occasione più unica che rara.
d - Da cosa bisogna ripartire per salvare il calcio italiano?
r - Cercando di eliminare l’obbligo dei giovani in campo.
d - Non c’è anche un problema di troppi giocatori stranieri nei campionati?
r - Guardi, purtroppo devo riconoscere che hanno più “fame” di noi.
d - Il film che la rappresenta?
r - “Quasi amici”, perché mi reputo un buono e cerco di aiutare sempre il prossimo, senza aspettarmi niente.
d - La canzone?
r - Vasco Rossi, ma non saprei sceglierne una in particolare.
d - Il Libro?
r - Confesso che non leggo tanto. Mi coglie spiazzato (ride).
d - Spesso i suoi colleghi si salvano in calcio d’angolo, citandomi la biografia di un calciatore.
r - (Risate). Beh, sì, non volevo dirlo.
d - La vita di un calciatore che l’ha colpita?
r - Quella di Cristiano Ronaldo, perchè si è costruito ed è stato costante.