Emanuele Dainotti / Saziando l'uomo al FFF

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  • Опубліковано 1 жов 2024
  • "Saziando l'uomo" di Alessandro G. Capuzzi e Emanuele Dainotti
    al Foggia Film Festival.
    Quello che doveva essere un breve "filmino di famiglia" da mostrare ai possibili nipoti si spoglia per mostrare lo stato del cinema indipendente italiano in una delle sue dinamiche. In "Morte da Tossico" un "poeta dei giorni nostri" enunciava "...No alla soluzione quando tu sei il problema...".
    Due filmmaker iscrivono il loro primo lungometraggio a diversi festival. Uno tra i primi a selezionarlo è quello che appare come una piccola vetrina attenta alle nuove realtà: il Foggia Film Festival. Come spesso, auspicata la presenza degli autori per un saluto al pubblico ma nessun rimborso spese, né per il viaggio né per una notte in pensione. Uno dei due filmmaker affronta il viaggio a sue spese per scoprire una realtà grottesca: il festival pare troppo attento a mettersi prono di fronte a Michele e Violante Placido (o a celebrare ampiamente rimosse origini manfredoniane di Lucio Dalla) per potersi curare dei film indipendenti in concorso. Il risultato è una sala vuota in cui la prima rappresentante del festival si palesa con 20 minuti di ritardo sull'inizio previsto della proiezione, poi interrotta su richiesta del regista stesso.
    Il veloce documento di Emanuele Dainotti, nato come testimonianza per gli assenti e trasformatosi inevitabilmente in un concentrato di feroce ironia e cruda disillusione, è il ritratto impietoso di come il cinema italiano indipendente possa venire trattato da alcuni festival all'interno dei suoi stessi confini.
    Privo di montaggio (si è solo persa la battuta del proprietario della pensione che invita lo sventurato a visitare il locale IperCoop, a suo dire più bello della Città del cinema, dove ha luogo il festival), testimonia in pochissimi minuti un viaggio inutile. Seguiranno da parte del festival scuse che adducono a non precisati problemi tecnici la mancata proiezione (ripresa la sera stessa, facendo slittare al giorno dopo il film in programma, ulteriore dimostrazione del grandissimo rispetto portato alle opere presenti al festival), come se l'autore non fosse stato presente e non conoscesse la verità.
    Foggia Film Festival si definisce il festival "per chi ha il cinema dentro".
    Talmente dentro che non lo si può vedere.

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