Memorial in ricordo dell'Ing.Giuseppe Canalella - Mussomeli (20/07/2024)

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  • Опубліковано 11 вер 2024
  • Si è svolto a Mussomeli, sabato pomeriggio 20 luglio 2024,il Memorial in ricordo dell'Ing.Giuseppe Canalella "l'uomo che amava Mussomeli e la sua storia".
    A distanza di cinque mesi dalla sua scomparsa è stato un memorial voluto dalla Pro Loco di Mussomeli di cui lui era socio; un evento in collaborazione con l'amministrazione comunale e l'associazione BC Sicilia ,la cui presidentessa Rita La Monica ha coordinato l'incontro.
    E' stato un momento molto toccante vedere tutti quelli che in vita gli furono amici e i tanti che lo stimarono ed ebbero in lui un punto di riferimento.
    Dopo gli iniziali saluti istituzionali del sindaco del comune di Mussomeli On.Giuseppe Catania,dell'assessore ai Beni Culturali Gessica Valenza, dell'assessore allo spettacolo Seby Lo Conte,sono intervenuti il giornalista Roberto Mistretta,il professore Giuseppe Messina,l'avvocato Rita La Monica, Cinzia Frangiamore componente della Pro Loco di Mussomeli, l'avvocato Pietro Milano che ha condiviso con lui l'appartenenza all'ordine Equestre del Santo Sepolcro ed infine l'architetto Maurizio Messina.Sono tanti i ricordi che mi legano all'ingegnere (per noi amici per sempre il nostro caro Peppe)....ricordi che si perdono nel tempo e che trovavano sempre un unico punto di incontro: l'amore per la cultura,per il bello,per l'archeologia e per tutto ciò che i nostri padri ci avevano tramandato....."la storia di un popolo e di tutto un territorio ".
    Fra i tanti ricordi che mi legano a Giuseppe, uno in particolare mi è rimasto nel cuore.
    In uno dei suoi tanti viaggi per lavoro in giro per l'Italia, la destinazione era stata Torino.
    La sua Torino era stata una Torino diversa da quella di oggi.
    La Torino della fabbrica,degli operai che venivano dal sud in cerca di lavoro.....la Torino di chi veniva al nord per intraprendere un impegnativo percorso di studi universitari.
    Il Politecnico di Torino fu la sua casa per tanti anni.
    Incontrandoci in Piazza San Carlo ed avendo gran parte della giornata a disposizione, decidemmo lì per lì di iniziare una visita al Museo Egizio.
    La mia più grande sorpresa fu quando mi disse di non aver mai visitato il Museo Egizio. Sinceramente stentavo a crederci.
    Non riuscivo a capacitarmi come fosse possibile,per una persona colta come lui era, che aveva girato il mondo in lungo e in largo,non aver mai visitato l'Egizio.
    All'inizio della visita non capii e cominciammo il percorso museale.
    Ricordo la meraviglia che illuminava il suo volto ogni qualvolta ammirava le splendide collezioni che vi si trovano.
    Un entusiasmo che mi è rimasto come un ricordo indelebile.
    Era il maggio odoroso ed io in quel periodo(e per lunghi sette anni) soffrivo di una forma di allergia acuta al polline.
    Quando giungemmo nella sala del libro dei morti di Kha dovetti lasciarlo da solo, perché a causa di soluzioni chimiche nell'ambiente, non riuscivo più a respirare bene e corsi subito verso l'uscita.
    Finita la visita museale,solo dopo una cena frugale,Peppe mi raccontò la sua Torino di quel tempo.
    A sentirlo parlare mi si delineavano i contorni di una persona esemplare, che aveva fatto dello studio la missione più importante della sua giovinezza.
    La costanza, l'impegno e la passione profuse per il raggiungimento di uno scopo fondamentale come la laurea lo avevano tenuto lontano da una realtà in fermento sociale come quella torinese.
    Mi raccontò di quella Torino e di quanti mutamenti stesse attraversando la società italiana: lotte operaie,terrorismo,la crisi della FIAT ed una università in rivolta.
    Quella persona razionale,riflessiva e costante nel portare a termine gli impegni che si era prefisso mi appariva in tutta la sua autenticità.....così diverso dalla persona disordinata ed inconcludente che sono stato io in gioventù.
    Ci incamminammo lungo i portici del centro città e nel parlare il discorso cadde sulla nostra terra lontana e di quanti figli straordinari aveva perso: una generazione speciale che per sopravvivere era dovuta andare via e che ha sempre trovato nell'impegno sociale e culturale una grande ragione di vita.
    A distanza di tanti anni ripenso ancora a quel giorno e a quell'incontro speciale e di come quell'esperienza torinese abbia forgiato il carattere di Giuseppe.
    Come se quella realtà sabauda ne avesse forgiato il carattere di un galantuomo di altri tempi.
    Perché il nostro Peppe era un vero galantuomo, dai modi gentili e a cui noi tutti volevamo un gran bene.
    Articolo scritto da Vincenzo Mistretta
    Riprese e montaggio di Salvatore Favata
    Chiostro dei Monti - Mussomeli 20 luglio 2024
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