I fimmini i na vota

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  • Опубліковано 29 вер 2024
  • Video/Poesia recitata dall'Autore

КОМЕНТАРІ • 2

  • @letteriosantoro3682
    @letteriosantoro3682 4 роки тому

    Bravo, Antônio Strigari. Auguri per la bella e comovente poesia recitata da te nel video. E nel più puro dialetto fuscaldese. Mi sembra che il dialetto, nel passato proibito, adesso è valorizzato! Quanto ai "fimmini", i tempi sono cambiati: in parte, il feminismo le vuole più independenti; in parte, il consumismo le vulgarizza. Grazie.

    • @ASTRIG100
      @ASTRIG100  4 роки тому

      Grazie per il tuo giudizio. Il dialetto oggi è stato molto rivalutato essendo alla base della lingua italiana stessa. Nell’Italia di oggi sembrerebbe che i dialetti siano uno strumento di comunicazione del passato, ma così non è!
      Sappiamo tutti che, prima del tredicesimo secolo, in Italia si parlavano dodici dialetti (ciascuno con molte differenze: fonologiche, morfologiche e lessicali) che derivavano dal latino.
      Di questi dialetti solo uno (il fiorentino) a causa delle cosiddette “tre corone” Dante, Petrarca e Boccaccio, è diventato in quel secolo la nostra lingua nazionale tra gli intellettuali ma tra la gente comune solo dopo la metà del 20° secolo.
      I dialetti hanno avuto problemi perché le famiglie e la scuola li hanno definiti “poveri”, “brutti”, “vecchi” (dimenticando che anche il fiorentino dal quale l’italiano trae origine lo era).
      L’italiano è lingua del fare in Italia, e per molti italiani è anche lingua dell’essere, ma per altrettanti è il dialetto la vera lingua dell’essere poiché dà importanza alla vita vera delle persone, alle loro emozioni, rabbie, ai loro progetti e desideri.
      Il dialetto è ricco di vocaboli che esprimono un intero pensiero così complesso che per tradurlo in lingua è necessario un lungo percorso di parole.
      I dialetti si dovrebbero custodire gelosamente, dato il loro immenso archivio storico e culturale esistente nel nostro Paese, e perdere un tale mezzo di espressione di pensiero e sentimento è una sconfitta ed una perdita per tutti.
      Un Poeta vernacolare della nostra provincia disse in proposito:
      Quand’i vecchi un’su sintuti cchiù,
      cchi tisoro ca si perda, figliu miu!
      Si scordanu paroli ricch’i vita
      ca venan’i luntanu, cum’a sita
      supra nu ventu ca, sunandu …
      ricordi va purtandu ppi ru mundu.
      È cumi a vucca, ca u tempu, chianu, chianu,
      ci cacciad’i dendi … ad uno ad unu!
      (A.S)
      Un abbraccio fraterno.