Ottimo lavoro Giuliano, purtroppo concordo con te sul fatto che un certo tipo di atteggiamento nei confronti del problema Varroa sia ancora pericolosamente diffuso in Italia. Pochi giorni fa io e mio fratello abbiamo segnalato i tuoi risultati, anche sperimentati comprando una tua Regina Feconda e vedendo il comportamento delle api provenienti dalla tua selezione, ad un apicoltore che posta parecchi video su UA-cam (molti dei quali incentrati sui continui problemi derivanti dal parassita e i ripetuti trattamenti che è costretto a fare). Come tutta risposta ha postato un video in cui dichiarava di non credere al fatto che ci sia qualcuno che sia riuscito a selezionare Api resistenti alla Varroa, che la selezione naturale richiede millenni e affermazioni di questo tipo che francamente mi hanno fatto cadere le braccia. Ritengo che certi "Apicoltori" debbano stare lontani mille miglia dalle Api, che siano loro la vera causa dello stato pietoso in cui si trovano le Api e il settore stesso dell'Apicoltura....purtroppo c'è un muro di ignoranza e pregiudizio che fa spavento (pregiudizio che non hanno però nei confronti dei ritrovati chimici che gli propongono per i vari trattamenti che si decidono ad accettare senza se e senza ma....ha dell'incredibile). Ho smesso di seguire il soggetto in questione e tutti quelli che ormai continuamente non fanno altro che pubblicare video dove parlano ormai solo di trattamenti,, ingabbiamenti e cose di questo tipo.....sconfortante. Meno male che ci sei tu a risollevare un po' il morale....buon lavoro, ciao
Buonasera. Tutto interessante in quanto anche io penso che la strada dei trattamenti, soprattutto quelli chimici, è controproducente. Controproducente anche la politica varroa zero che porta apicoltori a trattare di continuo. Di fatti sembra che molti comportamenti di difesa alla varroa siano sì genetici ma anche "allenabili" e per farlo serve che le famiglie abbiano un pò di varroa. Da quanto ho letto sembra che 2 punti cardini oltre alla resistenza alla virosi, grooming, VHs, durata ciclo covata ridotta ecc, siano fondamentali: 1) iniziare da alveari che hanno ricevuto per diversi anni solo trattamenti biologici e non con politica "zero varroa". 2) utilizzo di api locali adattate al territorio. Detto questo uno dei dubbi che rimane è che nel suo caso tutto è partito da una selezione del 98 al termine della quale 2 sole famiglie erano rimaste in vita e solo da una è ripartita la selezione. A mio avviso la riproduzione di api resistenti dovrebbe ripartire da un numero piu ampio (e quindi da un numero iniziale piu alto) in modo che dopo la selezione naturale ci sia piu varietà di patrimonio genetico per tutto quello che non riguarda la resistenza alla varroa (docilità, comportamento igenico, produttività, attaccamento al favo ecc). Certamente pero lei, offrendo un metodo di selezione con piu criteri e non la vendita di regine selezionate da modo ad ognuno di tenere conto anche degli altri aspetti. Io sono interessato ad approfondire capendo le condizioni anche in previsone dell'arrivo della Tropilaelapsosi in quanto magari alcuni comportamenti di resistenza possono essere comuni. Grazie
Non è facile però cercare di indirizzare tutti verso tutto questo secondo me questo lavoro dovrebbe essere fatto per lo più da chi vende regine loro dovrebbero cercare di selezionare api resistenti ma anche altre caratteristiche
Ottimo lavoro Giuliano, purtroppo concordo con te sul fatto che un certo tipo di atteggiamento nei confronti del problema Varroa sia ancora pericolosamente diffuso in Italia. Pochi giorni fa io e mio fratello abbiamo segnalato i tuoi risultati, anche sperimentati comprando una tua Regina Feconda e vedendo il comportamento delle api provenienti dalla tua selezione, ad un apicoltore che posta parecchi video su UA-cam (molti dei quali incentrati sui continui problemi derivanti dal parassita e i ripetuti trattamenti che è costretto a fare). Come tutta risposta ha postato un video in cui dichiarava di non credere al fatto che ci sia qualcuno che sia riuscito a selezionare Api resistenti alla Varroa, che la selezione naturale richiede millenni e affermazioni di questo tipo che francamente mi hanno fatto cadere le braccia. Ritengo che certi "Apicoltori" debbano stare lontani mille miglia dalle Api, che siano loro la vera causa dello stato pietoso in cui si trovano le Api e il settore stesso dell'Apicoltura....purtroppo c'è un muro di ignoranza e pregiudizio che fa spavento (pregiudizio che non hanno però nei confronti dei ritrovati chimici che gli propongono per i vari trattamenti che si decidono ad accettare senza se e senza ma....ha dell'incredibile). Ho smesso di seguire il soggetto in questione e tutti quelli che ormai continuamente non fanno altro che pubblicare video dove parlano ormai solo di trattamenti,, ingabbiamenti e cose di questo tipo.....sconfortante. Meno male che ci sei tu a risollevare un po' il morale....buon lavoro, ciao
Tu parli della tua esperienza e sostieni tutto questo sia possibile se è vero al 100 per 100 tutto questo hai fatto un gran lavoro
Buonasera. Tutto interessante in quanto anche io penso che la strada dei trattamenti, soprattutto quelli chimici, è controproducente. Controproducente anche la politica varroa zero che porta apicoltori a trattare di continuo. Di fatti sembra che molti comportamenti di difesa alla varroa siano sì genetici ma anche "allenabili" e per farlo serve che le famiglie abbiano un pò di varroa. Da quanto ho letto sembra che 2 punti cardini oltre alla resistenza alla virosi, grooming, VHs, durata ciclo covata ridotta ecc, siano fondamentali: 1) iniziare da alveari che hanno ricevuto per diversi anni solo trattamenti biologici e non con politica "zero varroa". 2) utilizzo di api locali adattate al territorio. Detto questo uno dei dubbi che rimane è che nel suo caso tutto è partito da una selezione del 98 al termine della quale 2 sole famiglie erano rimaste in vita e solo da una è ripartita la selezione. A mio avviso la riproduzione di api resistenti dovrebbe ripartire da un numero piu ampio (e quindi da un numero iniziale piu alto) in modo che dopo la selezione naturale ci sia piu varietà di patrimonio genetico per tutto quello che non riguarda la resistenza alla varroa (docilità, comportamento igenico, produttività, attaccamento al favo ecc). Certamente pero lei, offrendo un metodo di selezione con piu criteri e non la vendita di regine selezionate da modo ad ognuno di tenere conto anche degli altri aspetti. Io sono interessato ad approfondire capendo le condizioni anche in previsone dell'arrivo della Tropilaelapsosi in quanto magari alcuni comportamenti di resistenza possono essere comuni. Grazie
Non è facile però cercare di indirizzare tutti verso tutto questo secondo me questo lavoro dovrebbe essere fatto per lo più da chi vende regine loro dovrebbero cercare di selezionare api resistenti ma anche altre caratteristiche