Salve le prospetto una mia situazione nei confronti di una amica che nell’infanzia ha subito maltrattamenti e in età adulta sofferto di dipendenza affettiva. Si é allontanata la prima volta perché in un periodo particolarmente stressante ed in ansia ha letto dei semplici atteggiamenti di premura come invasivi dei suoi spazi e della sua autonomia, dopo mesi ricompare dicendo di tenerci e di voler provare a ricucire un rapporto, dal vivo sembrava normale, da parte mia ho cercato di instaurare un dialogo civile, sembrava si fosse un po’ aperta dando anche consigli e dimostrando qualche premura, piano piano la semplice richiesta di un incontro in momento un po’ difficile per me, la fa sentire nuovamente un po’ in ansia, dopo una mia spiegazione, sembrava che si fosse in parte riaperta e avesse capito le mie motivazioni. Mi allontano per quasi un mese capendo che é particolarmente presa dal lavoro. Ultimamente esplicita di non riuscire a dimenticare il passato ( che secondo le sue presunte interpretazioni rivelavano sfiducia verso l’altro) e di non riuscire a metterci una pietra e a non ridare fiducia. Al momento non se la sente e che se la sua predisposizione dovesse cambiare, farà sapere. Da quest’ultimo messaggio si legge più paura e incertezza di ributtarsi e quindi una richiesta di ulteriore tempo o una chiusura definitiva? Da parte mia posso fare altro o attendere eventuali sue mosse? Grazie
Ciao, ti ringrazio per la domanda. Cercherò di risponderti ma sicuramente non posso essere specifico perchè la situazione è certamente complessa. Di sicuro, però, quello che descrivi ricorda almeno un paio di cose: La prima è che quando una persona subisce un trauma e questo avviene nell'infanza, gli strascichi e le ferite poi tendono a permanere nel tempo ed anche nell'età adulta, se non si interviene prontamente. Per cui torna a farci i conti probabilmente proprio quando si affeziona a qualcuno, ed affezionarsi richiede sempre fiducia nell'altro perchè comunque ci lasciamo un pò andare... La seconda cosa è che le parole servono, ma non sempre. Per cui tu dici di averle parlato. Cosa certamente utile e consigliabile. Certamente necessaria ma probabilmente NON sufficiente. Perchè questi temi sono ad un livello difficilmente risolvibile su un piano verbale, esclusivamente a parole diciamo. Di solito (ma qui torno a generalizzare, non so se si può applicare al tuo caso) una cosa che può aiutare è mantenere la presenza nel tempo. questo può essere utile a rassicurare e generare fiducia... E tutto questo richiede molta pazienza! Spero di esserti stato in qualche modo utile. Fammi pure sapere cosa ne pensi!
@@andreaguerri-psicopensieri Un lavoro di terapia sò che é stato concluso 3 anni fa circa dopo aver lasciato un ragazzo dal quale si era creata una dipendenza affettiva ed ogni tanto si rapporta con un professionista. La domanda mi sorge spontanea, come é possibile mantenere la “presenza nel tempo”, se la persona in oggetto sono tre mesi che non ha dato segni di vita e non c’è stata più possibilità di un incontro?
per "presenza nel tempo" intendo il rimanere lì, magari dando qualche piccolo segno della presenza e della vicinanza senza necessariamente incontrarsi o vedersi in modo strutturato. Dando il tempo di sedimentare e, magari, di capire. Ovviamente questo è un discorso generale che non so se si può applicare al tuo caso specifico...
Salve le prospetto una mia situazione nei confronti di una amica che nell’infanzia ha subito maltrattamenti e in età adulta sofferto di dipendenza affettiva. Si é allontanata la prima volta perché in un periodo particolarmente stressante ed in ansia ha letto dei semplici atteggiamenti di premura come invasivi dei suoi spazi e della sua autonomia, dopo mesi ricompare dicendo di tenerci e di voler provare a ricucire un rapporto, dal vivo sembrava normale, da parte mia ho cercato di instaurare un dialogo civile, sembrava si fosse un po’ aperta dando anche consigli e dimostrando qualche premura, piano piano la semplice richiesta di un incontro in momento un po’ difficile per me, la fa sentire nuovamente un po’ in ansia, dopo una mia spiegazione, sembrava che si fosse in parte riaperta e avesse capito le mie motivazioni. Mi allontano per quasi un mese capendo che é particolarmente presa dal lavoro. Ultimamente esplicita di non riuscire a dimenticare il passato ( che secondo le sue presunte interpretazioni rivelavano sfiducia verso l’altro) e di non riuscire a metterci una pietra e a non ridare fiducia. Al momento non se la sente e che se la sua predisposizione dovesse cambiare, farà sapere. Da quest’ultimo messaggio si legge più paura e incertezza di ributtarsi e quindi una richiesta di ulteriore tempo o una chiusura definitiva? Da parte mia posso fare altro o attendere eventuali sue mosse? Grazie
Ciao, ti ringrazio per la domanda. Cercherò di risponderti ma sicuramente non posso essere specifico perchè la situazione è certamente complessa. Di sicuro, però, quello che descrivi ricorda almeno un paio di cose: La prima è che quando una persona subisce un trauma e questo avviene nell'infanza, gli strascichi e le ferite poi tendono a permanere nel tempo ed anche nell'età adulta, se non si interviene prontamente. Per cui torna a farci i conti probabilmente proprio quando si affeziona a qualcuno, ed affezionarsi richiede sempre fiducia nell'altro perchè comunque ci lasciamo un pò andare... La seconda cosa è che le parole servono, ma non sempre. Per cui tu dici di averle parlato. Cosa certamente utile e consigliabile. Certamente necessaria ma probabilmente NON sufficiente. Perchè questi temi sono ad un livello difficilmente risolvibile su un piano verbale, esclusivamente a parole diciamo. Di solito (ma qui torno a generalizzare, non so se si può applicare al tuo caso) una cosa che può aiutare è mantenere la presenza nel tempo. questo può essere utile a rassicurare e generare fiducia... E tutto questo richiede molta pazienza!
Spero di esserti stato in qualche modo utile. Fammi pure sapere cosa ne pensi!
@@andreaguerri-psicopensieri Un lavoro di terapia sò che é stato concluso 3 anni fa circa dopo aver lasciato un ragazzo dal quale si era creata una dipendenza affettiva ed ogni tanto si rapporta con un professionista. La domanda mi sorge spontanea, come é possibile mantenere la “presenza nel tempo”, se la persona in oggetto sono tre mesi che non ha dato segni di vita e non c’è stata più possibilità di un incontro?
per "presenza nel tempo" intendo il rimanere lì, magari dando qualche piccolo segno della presenza e della vicinanza senza necessariamente incontrarsi o vedersi in modo strutturato. Dando il tempo di sedimentare e, magari, di capire. Ovviamente questo è un discorso generale che non so se si può applicare al tuo caso specifico...