1. Aumentare l''autostima 2. Sminuire il compito 3. Estraniarsi Io trovo molto efficace l'estraniazione quando recito a teatro, pensando "Non sono io che recito, ma il mio personaggio". Se poi il personaggio è comico, è ancora più facile, perché penso "Se sbaglio, l'errore farà ridere ancora di più".
Eccomi sono la Cinzia quella che voleva scappare e che ti ha chiesto consiglio, vedo che sono in compagnia di tanti che provano la stessa cosa e così adesso non mi sento più sbagliata, ma soprattutto ho capito che è normale la mia reazione. Grazie Roberto di ❤️ e grazie per aver condiviso con tutti, poi ti dirò come è andata 😊
Io soffro d'ansia e l'ansia di parlare in pubblico è una costante. Ora sto frequentando l'università e non ho ancora dato nessun esame orale, nonostante sappia che prima o poi dovrò darlo per forza. Grazie mille per questo video, era proprio ciò di cui avevo bisogno.
Una cosa che mi aiuta a sconfiggere l'ansia prima di dare un esame scritto all'università è il pensare: Io non sto andando a dare nessun esame, l'esame l'ha già dato il me stesso del passato che nelle settimane/nei mesi precedenti ha studiato appositamente per affrontarlo. Il fatto che io stia andando fisicamente a dare l'esame non avrà alcuna influenza sul risultato finale, è come se fosse solo un modo di ufficializzare formalmente i risultati del lavoro fatto dal me stesso del passato. Pensarla in questo modo mi aiuta molto a mantenere la calma, perché così facendo è come se la responsabilità dell'esito dello scritto ricadesse su un'altra persona che non ha nulla a che fare con me.
Sarebbe bello fosse così, DOVREBBE essere così. Purtroppo capita per motivi non proprio etici (il professore) di non passare anche quando preparati discretamente, come anche il contrario
@@Neverwas Concordo pienamente, purtroppo la realtà è molto diversa da quello che ho scritto. Però diciamo che pensarla in quel modo mi aiuta sul momento a gestire l'ansia. E poi ogni tanto è bello pensare che le cose siano come dovrebbero davvero essere
Oggi ho fatto 4 ore di lezione in università, di cui 2 in inglese. Sono timido e introverso, sono frustrato quando gli altri parlano in inglese perché penso che non sarò mai alla loro altezza. Però è vero, il mio demone è spettacolare, al centro dell'aula con 150 persone che ascoltano e guardano, se il demone si impappina su una cosa riprende subito il controllo della situazione. E poi l'inglese, a volte mi chiedo se è la parola giusta, altre volte mi chiedo dove ho trovato quella parola così bella ed azzeccata, e poi la pronuncia, che meraviglia! Tutto merito del demone che è in me e della musica che ha ascoltato e i film che ha guardato.
Ciao a tutti, io sono uno studente di ingegneria e mi sono ritrovato più volte in questa condizione. Ho però un paio di osservazioni da fare. La prima è che l'ansia spesso viene per gli esami perché questi sono difficili, c'è un ostacolo di dimensioni notevoli da superare. A volte non basta studiare, a volte non basta prepararsi. O meglio, per essere più precisi, quello che si riesce a fare non sempre è sufficiente e ciò mette in difficoltà lo studente. Io quando vado agli esami non so mai il 100% di quello che dovrei sapere, magari so l'80%, magari il 50%. In ogni caso all'esame sono poche domande che determinano il tuo esito, quindi anche se so l'80% della materia (che è tanto) magari nei 3 esercizi del compito uno non lo so fare, su uno non sono troppo sicuro e già così rischio di essere bocciato e cosi mi viene l'ansia, per passare l'esame devo sperare di trovare gli esercizi che so fare e non altri. Però questo passaggio va fatto, se uno studente comune aspettasse di essere pronto al 100% prima di dare un esame ne potrebbe dare non più di 1 a sessione. La seconda osservazione è la questione delle aspettative e la difficoltà di separare la figura personale dalla figura professionale. Io condivido appieno le parole di Mercandini che dice che a dare l'esame va il demone che c'è in me e non io, dunque se l'esame mi va male è la mia figura professionale che non è stata all'altezza e non io come persona. Tuttavia viene difficile separare le due figure perché la società osserva le nostre figure professionali e non private. Se io non riesco a dare gli esami ne risento anche personalmente, perché molte persone tra quelle che mi circondano cambieranno la loro idea su di me sulla base del rendimento, appunto, della mia figura professionale. Se la laurea triennale la faccio in 4 anni questo fa scattare un campanello di allarme nelle persone con cui parlo, "perché ci hai messo 4 anni?". La domanda di per sé è innocua ma cela dentro di sé delle aspettative che, se non soddisfatte, generano disappunto. Ora i miei veri amici, anche se ci ho messo 4 anni a fare la triennale, sono rimasti miei amici, invece i compagni di corso con cui a volte mi sentivo e/o studiavo hanno iniziato a scartarmi perché mi sono mostrato una "cattiva compagnia", uno studente non vincente. Va bene che un aspetto del genere è superficiale, però non può non pesare, in parte, anche a livello personale. Scusate se mi sono dilungato troppo, spero i concetti non risultino troppo contorti.
La teoria del demone non si basa sul dare la colpa a lui se sbagli ma essere talmente sicuri da diventare quasi un'altro non so spiegarla bene, a me è capitato casualmente di usare questa tecnica è come lasciarsi andare a un tuo essere superiore che sta nella tua mente e nella tua forza
Leggendo “come parlare in pubblico e convincere gli altri” di Dale Carnegie ho trovato una frase che molte volte mi ha dato il “coraggio”, almeno momentaneo, un po’ come il discorso fatto da te del sono il migliore nel camerino, di affrontare persone o situazioni che ritenevo in una posizione superiore alla mia. La frase non me la ricordo benissimo ma il concetto era qualcosa come: Parlate agli altri come se vi dovessero dei soldi. Ora sicuramente per molti non significherà molto, ma a me quel mettersi mentalmente in una posizione di vantaggio ha aiutato più volte. Gran bel video Roberto 👍🏻👏🏻😊
Salve a tutti, in particolare all'ottimo Roberto Mercadini! A proposito dell'estraniarsi e della sua efficacia vi voglio raccontare un mio personale aneddoto. Sono un musicista, ormai di professione, e, per fortuna o sfortuna, non ho (quasi) mai accusato l'ansia da palcoscenico, però una volta andai a suonare in un bel locale con una mia band e mi ritrovai da un momento all'altro a tremare come una foglia di freddo al soundcheck durante il pomeriggio. Ok, era dicembre ma era evidente che non era un freddo normale, gelavo anche di fronte alla stufetta elettrica con cappotto, guanti, sciarpa e cappuccio mentre tutti gli altri stavano tranquillamente in maglietta. Già, avevo la febbre, anzi peggio, una broncopolmonite che mi ha tenuto successivamente relegato a letto per quasi tre mesi. Tornato a casa quella notte scoprii di avere la bellezza di 39,6 di febbre! E il concerto? Beh, ragazzi, incredibile a dirsi ma mentre salivo sul palco ero uno straccio, starnutivo, tremavo, mi girava la testa, poi inizio a suonare le prime note e... sano, completamente sano! Energia a mille, zero starnuti, mente lucida, non gelavo, niente di niente di niente! Appena sceso dal palco, molti che mi avevano visto semimoribondo durante il pomeriggio e la sera, mi dissero: "oh, daje, menomale che ti sei ripreso, pensavamo che non ce la facessi e invece eri un vulcano"... e invece un cavolo, due minuti dopo ristavo incappottato accanto alla stufetta, gelando e "moribondando" come poche ore prima. Viva il demone!!!
Il tuo video è stato per me una vera benedizione. Ho sentito un grandissimo senso di liberazione al sentirti parlare di quel "demone", il δαίμων responsabile del senso di entusiasmo (direi letteralmente la possessione divina) alla radice di ogni tipo di creazione. Il timore misto a sospetto che occupava le mie recenti riflessioni su questa parte di me e di tutti noi si è come dileguato, dissolto. È qualcosa di veramente sorprendente. Non si può finire un tuo video senza sentirsi un filo dell'ordito del tuo discorso.
Wow, la differenza tra ansia e tensione mi ha fatto finalmente capire quello che mi succedeva prima degli esami orali e che non ho mai saputo afferrare
Sei un genio ❤️ grazie ❤️ Hai descritto perfettamente lo stato d'animo, quell'abdicare al demone dentro di noi, che ho imparato a "usare" negli ultimi anni per affrontare pubblico, conferenze, colloqui...
È il demone di cui parla Carmelo Bene: l'assenza. È L'immediato svanire, l'abbandono. È lo stato febbrile dell'artista. Capita anche a me quando scrivo. Grazie per aver condiviso questa tua peculiarità
Mi sono riconosciuta tantissimo nei 3 metodi, per il terzo la mia variante è pensare che chi viene a sentire la relazione è lì per ascoltare un argomento, per imparare una cosa e non per vedere ‘me’ o giudicare ‘me’. Io sono il mezzo con cui l’argomento viene portato alla conoscenza di chi ascolta e sono quindi in secondo piano. In primo piano è l’argomento
Bravissimo! Concordo su tutto. Faccio conferenze da molti anni anche davanti e migliaia di persone e faccio proprio come dici. Il caffè...il "camerino". A volte, in base alla drammaticità del tema, mi ascolto al buio la Passacaglia in C minor di Bach. Mi ispira come poche altre...
Bellissimo! penso che sarà utile a molti questo video! nella mia vita per sconfiggere l'ansia, le ho provate bene o male tutte queste tecniche che hai elencato, maturandole nella mia testa in modo autonomo, tramite il continuo ragionare tra me e me Haha! e funzionano tutte molto bene, interessantissima la distinzione fra tensione e ansia, per quanto riguarda l'ultimo punto di qui parli, io lo chiamo ''pilota automatico'' mi concentro profondamente per poi lasciare il pieno controllo al ''demone'' come lo definisci tu, e entrando proprio in un altro stato, non sei pazzo secondo me viene condivisa da molti questa cosa! :D Un abbraccio, Ciaoo
Io capisco la cosa che dici, io tante volte quando devo affrontare un esame o una prova, uso la prima strategia e l'ultima.Io ho capito di saper parlare davanti a tante persone durante la discussione della mia tesi. Sapevo benissimo gli argomenti, mi sono scritto un po il discorso, ma io ho abbandonato la scena già prima di arrivare lì a parlare ,già un po di giorni prima non ripassavo, e mi rilassavo, e mi sentivo quasi estraniato. Quando sono arrivato davanti ai professori non ero io e ho fatto una spiegazione interessante, con buona dizione, buoni tempi e senza ansia, ed è risultato coomprensibile, anche se l'argomento era difficile.
Per quanto non abbia mai vissuto in prima persona l'esperienza di parlare in pubblico, avrei giusto una nota "tecnica" sulla questione ansia/tensione. Per come la vedo io le due emozioni che proviamo nelle situazioni che hai descritto non sono diverse, ma è sempre la stessa: l'ansia. Quello che cambia è il comportamento che viene messo in atto a fronte di tale emozione. Facendo la distinzione tra ansia e tensione si arriva ad etichettare l'ansia come un'emozione negativa, da evitare. Ma dire queste cose di una qualsiasi emozione non è corretto: le emozioni sono semplicemente meccanismi che l'evoluzione ci ha portato a sviluppare per rispondere meglio a certe situazioni. Non hanno di per sé alcuna connotazione negativa o positiva in quanto ciascuna di esse ha la sua specifica funzione. Nella fattispecie, l'ansia ha un duplice scopo: o fare da propulsore per raggiungere un obiettivo, oppure, nel caso in cui tale obiettivo si riveli effettivamente fuori dalla nostra portata, darci la spinta per abbandonarlo. Il problema con l'ansia si ha quando non si riesce a incanalarla bene e quindi ci si arena. Lo scopo della preparazione e delle altre strategie che hai nominato deve essere proprio evitare questo comportamento, questa risposta negativa all'emozione dell'ansia, non quello di evitare l'ansia stessa.
L'ansia non è un'emozione propriamente detta ma una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto, dispnea, nausea, tremori, parestesie, mal di pancia, dolori intestinali ecc. È uno stato psichico caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo in una determinata situazione che si esprime sotto forma di stress per l'individuo stesso. La sua forma patologica costituisce i disturbi d’ansia. Esiste l'ansia fisiologica e l'ansia patologica, ma, in generale, entrambe le forme non sono da considerarsi come fenomeni "positivi" a differenza della Paura.
Che bello Roberto, trovare un riscontro nelle tue parole! Quando suonavo nei Phantorama ho adottato tutti i suggerimenti che hai elencato... E tutt'ora adotto pur non dovendo indossare il personaggio lugubre col cilindro nero... Grazie 😘💕
Ciao Roberto! Grazie mille per questo video, come sempre sei una grande fonte di spunti, inspirazione e sorrisi. Altro che prenderti per matto! La terza via è la più geniale ed affascinante delle tre e la condivido appieno. Incarnare il demone dell'artista e lasciar agire lui che ben sa cosa fare. Mi hai anche rincuorato tantissimo parlando dei momenti di solitudine pre spettacolo necessari per raggiungere il "focus". Spesso sono passato per maleducato o strano proprio per la mia propensione ad isolarmi temporaneamente ma, grazie a te, ho la riconferma che è una cosa più che necessaria per lasciar lavorare il proprio demone. Grazie Roberto! 🙏 Continua così 💪
Il grande attore inglese Richard Burton una volta rivelò il suo sistema per superare l'ansia in teatro, comodo perché invisibile al pubblico: contrarre fortissimamente i piedi nelle scarpe, per una trentina di secondi, per poi rilassarli completamente. A suo dire, risultato garantito. Spiritosamente, aggiunse anche che ebbe un problema ad applicare il suo sistema segreto quando dovette interpretare la parte di Antonio, con i calzari e i piedi nudi...
Grazie Roberto per il tuo video, ho un modo di chiamare il terzo metodo. Il mio "pilota automatico". Ogni volta mille problemi e incertezze, poi arriva lui e risolve la situazione. Tanto è potente che sono arrivato addirittura a rilassarmi e divertirmi durante un esame. Senza di lui sarei ancora in 1 elementare, questo è sicuro.
Credo di capire la questione del "demone interiore", e sono felice di constatare che sia una cosa normale. Sono uno studente universitario, e sia durante gli esami che durante la mia laurea triennale mi è capitato di sentirmi una persona totalmente diversa quando facevo la "performance" (in un certo senso, un esame orale è un po' come una performance teatrale con un copione molto tecnico e complesso 😂). Prima sono divorato dall'ansia e dall'amnesia, e subito dopo divento spavaldo e pronto a rispondere a tutto, con precisione e un carisma inusuale per uno studente che dovrebbe avere paura in quel momento. Ammetto che mi spaventa questo meccanismo perché non ne ho il controllo. Non mi stupirebbe se a un certo punto questo demone decidesse di traslocare e lasciarmi a braghe calate 😂.
Ben detto, lo fa il demone, non tu. L'ho sperimentato più volte sia sul palco con la chitarra che sul tatami in combattimento. Grazie Roberto, prezioso come sempre!
non sembrava un argomento particolarmente stimolante ma l'ho aperto per fiducia..il video di cui avevo bisogno senza sapere di averne bisogno grazie robbert
Spettacolare! Ne discutevo con un professore proprio in questi giorni.. video da Salvare.. non solo mi piace!! Ciao Roberto,spero di rivederti presto in Veneto
La mia tecnica è quella di illudermi di aver di fronte gente che non capisce niente la quale in ogni caso non sarà in grado di capire se sto dicendo castronerie o meno.
Grazie, è un video interessante, condivido le cose dette, in particolare sul 'prepararsi'... Come un calciatore deve essere ben allenato occorre anche considerare quali scarpe mettere,ovvero:prepararsi significa anche considerare in quale situazione dovremo parlare e magari tempo prima già simulare la cosa (allo specchio, facendo un video, con amici.. Ecc) quindi allenarci ma tenendo conto assolutamente del tipo di situazione in cui saremo... Inoltre se possibile prima della performance è un bel segno rivelare la propria emozione/ansia, mettersi un po' a nudo con un amico(o altri se ci sono, nel caso fossimo soli possiamo sempre confidarsi poco prima con un amico, parente)... Provare ansia può aiutarci a scegliere di rimanere umili, se ci faccia vedere come siamo.. Ciao!
Bisognerebbe capovolgere il significato della poesia di Whitman " Quando ascoltai l'astronomo erudito ", ossia uscire a guardare le stelle, ammirare la bellezza del creato, caricarsi di emozioni, pensare che lo scopo di tutto è godere delle proprie esperienze e poi affrontare chi desidera il tuo sapere, la tua conoscenza. Si vince la tensione con la voglia di esprimersi. L'alter ego in noi è più forte di noi.
Video molto bello, grazie :) Di questo e di quello precedente, sul vivere delle proprie passioni, mi sono trovato ad apprezzare la domanda piu' della risposta (che e' complicata, e ha spesso delle componenti soggettive, anche se citi delle fonti molto interessanti e istruttive!); il fatto di aver esplicitato che c'e'un nodo da districare, qualcosa su cui discutere dove...poteva non sembrare al primo sguardo.
...E me lo dici adesso? Ti avessi ascoltato allora, invece di comprare libri sulla respirazione. Era la cosa più semplice del mondo! Grazie genio d'un Mercadini! ❤💚🏳️🌈
Fantastico video. Non è affatto tossico, insano e demenziale avere quei pensieri che servono esclusivamente per un fatto fisiologico e ormonale nell'affrontare una prova che si ritiene difficile. Stare fermi e farsi schiacciare non permetti al corpo di reagire e quindi assumi quel ruolo da vittima con l'ansia che sicuramente sbaglia. Poi bisogna anche fare tanta pratica perché tutta la teoria la si impara facendo così che il nostro corpo e la nostra mente capiscano che tipo di focus per noi è vincente
Grazie mille per tutti gli argomenti che tratti sempre interessanti, a me magari parto pure concentrato,, ma mi mandano di fuori quando mi fanno i complimenti, invece di darmi carica mi deconcentrano e comincio a sbagliare non lo so magari sono strano io 😁
" tutto quello che preparo prima lo cambio nella forma se non addirittura nella sostanza, e del tutto in corso d'opera ; se mi sono preparata frasi ad effetto , dette bene e coi tempi giusti, mi sanno di vecchio e di già detto e di già strasentito (purtroppo mi ascolto mentre provo) e mi escono mosce, senza mordente, senza convinzione. devo per forza improvvisare ,non perchè ne sia particolarmente capace ma perchè non so fare diversamente. conoscere per quanto mi sia possibile l'argomento e poi andare ,senza discorsi preparati senza prove senza essermi osservata allo specchio (specie quest'ultima azione per me sarebbe letale) . poi magari ripeto a memoria quanto ho detto ,in altre occasioni , ma solo in quelle che meritano _il cavallo di battaglia_ come sarcasmo, la ripetizione ormai usurata come dileggio, la poesiola di circostanza come amabile conversazione tra gente che si annoia reciprocamente. son certa che tutto quanto detto nel video sia molto sensato e utile per tanti, però. "
grazie Roberto, ogni tanto mi chiedono "che bella quella cosa che hai detto" e io non ricordo di averlo detto, credo che sia quello che hai spiegato molto molto bene 🙂
Penso che l'ultimo approccio che accenni per gestire l'ansia sia assimilabile al concetto di FLOW, teorizzato da uno psicologo dal nome terribile Mihály Csíkszentmihályi. Non sono un esperto ma in teoria è quello stato di essere che ci porta ad essere così elevati, così efficienti da lasciarci trasportare dall'esperienza vivendola nel miglior modo possibile. È proprio quella specie di stato di trance in cui si entra quando ad esempio si esegue un'attività che amiamo particolarmente e in cui riusciamo a concentrarci così tanto da non sentir scorrere il tempo. È un concetto affascinante, ma non ne so moltissimo, magari può essere una buona idea per un video 😁
Video bellissimo, sono d'accordo su tutto. Vorrei aggiungere che secondo me per tirare fuori il demone serve anche un desiderio di fare qualcosa più grande della paura dei suoi rischi. Più questo desiderio è grande rispetto alla paura e più sarà spontaneo prepararsi e concentrarsi. Inoltre, è importante tenere a mente che il desiderio di raggiungere un obiettivo è diverso da quanto ci si sente confidenti nel raggiungerlo. Questo significa che si può avere la situazione in cui non ci si sente in grado di raggiungere l'obiettivo ma si ha allo stesso tempo un desiderio molto più grande anche della paura del fallimento. Io credo che questa condizione psicologica aiuta molto a concentrarsi, ovvero raggiungere quel momento in cui tutta la mente è focalizzata su un obiettivo e come raggiungerlo, mentre tutti gli altri stimoli sono momentaneamente smorzati.
Video molto interessante! Vorrei condividere il mio pensiero a riguardo. In base alle mie esperienze di vita penso che ansia e tensione siano due fasi distinte della stessa emozione. La prima fase è l'ansia: essa subentra quando cerchiamo di affermare noi stessi e ci misuriamo con esperienze che hanno un'importanza rilevante per la nostra vita (comprendere cosa sta accadendo). La seconda fase è la tensione e rappresenta la consapevolezza di poter affrontare la situazione in cui ci troviamo (l'azione). Piú siamo sicuri dei nostri mezzi e più facilmente affronteremo le situazioni. Se non capiamo cosa succede e per quale motivo non possiamo agire e rimaniamo bloccati nella prima fase. Se siamo consapevoli ma non sicuri di essere all'altezza della situazione rimaniamo bloccati nella seconda fase. Se funzionano entrambe abbiamo fatto centro!
Condivido Roberto, nel mio mestiere utilizzo queste "teorie e modelli" di potenziamento delle facoltà. Soprattutto con i bambini. Questo fa la differenza tra fallimento e successo, tra impotenza appressa e creatività, tra pensiero convergente e divergente. Certo c'è poi chi si deve sforzare troppo e faticare troppo. Vale la pena passare anche da questo disegno.
Sulla differenza tra ansia e tensione mi trovi d'accordo. Nelle scienze del comportamento, cui fanno riferimento la psicologia e la psichiatria, l'ansia viene divisa in ansia fisiologia (quella che il tuo amico Paolo chiama tensione) e ansia patologica (la classica ansia). L'ansia fisiologica migliora le prestazioni cognitive, mentre quella patologica le riduce ed è alla base anche di alcune patologie della psicologia, quando ovviamente diventa persistente o talmente invalidante da alterare la vita interiore e/o sociale della persona. Un esempio di ansia patologica invalidante è l'attacco di panico. La parola “panico” deriva, inoltre, dal dio Pan che suonando il suo flauto provocava un sentimento di allerta e smarrimento negli animali della foresta.
Da specializzando in Psichiatria confermo! E aggiungo che l'ansia in quanto tale è una funzione adattiva se presa a piccole dosi (infatti evolutivamente conservata). Quando è in eccesso diventa patologica e anziché migliorare la prestazione, la ottunde e ci porta ad esternare meccanismi di evitamento. Comunque video prezioso ❤️
@@alexcagnolati245 ciao, sono uno studente di medicina. Ciò che ho detto l'ho infatti appreso alle lezioni di psichiatria. Psichiatria è una materia che mi ha affascinato molto.
La tensione è ansia indirizzata in maniera efficace. Io ho l'ansia durante i decolli ma ho scoperto che se fingo di "voler decollare", di avere io il controllo dell'aereo, di spingerlo quasi con la mente, diventa tutto molto meno ansioso, anzi, diventa eccitante. Penso che sia quella tensione che pone in una posizione attiva rispetto all'ansia che ti schiaccia in una posizione passiva.
Questo video lo ritengo applicabile anche a chi come me è un musicista. Dopo 18 anni di concerti in duo, trio, quartetto [...] bande e orchestre ho perso completamente quell'ansia da palcoscenico che avevo i primi anni, ma trovo interessante la questione di "far venire la tensione per poter dare il 110% sul palco". Credo che al prossimo concerto la proverò! P.S.: l'ultima tecnica confermo che esiste!😂 anch'io nel momento di iniziare la performance subisco uno switch e passo dall'essere Lorenzo Poli all'essere l'artista, il clarinettista, l'orchestrale, il solista o qualunque altra cosa "interpreto" in quel momento
Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico.
Nicoló Paganini
Ne sapeva questo Paganini 😁
1. Aumentare l''autostima
2. Sminuire il compito
3. Estraniarsi
Io trovo molto efficace l'estraniazione quando recito a teatro, pensando "Non sono io che recito, ma il mio personaggio".
Se poi il personaggio è comico, è ancora più facile, perché penso "Se sbaglio, l'errore farà ridere ancora di più".
Eccomi sono la Cinzia quella che voleva scappare e che ti ha chiesto consiglio, vedo che sono in compagnia di tanti che provano la stessa cosa e così adesso non mi sento più sbagliata, ma soprattutto ho capito che è normale la mia reazione. Grazie Roberto di ❤️ e grazie per aver condiviso con tutti, poi ti dirò come è andata 😊
grazie a te e a Mercadini ❤️
Io soffro d'ansia e l'ansia di parlare in pubblico è una costante. Ora sto frequentando l'università e non ho ancora dato nessun esame orale, nonostante sappia che prima o poi dovrò darlo per forza. Grazie mille per questo video, era proprio ciò di cui avevo bisogno.
Madonna giusto in tempo, tra 11 giorni c'ho da discutere la tesi😅
Io nel dubbio le userò tutte insieme
Anche io (tra 19)!
Madò uguale! Medicina unibo??
Comunque in bocca al lupo ragazzi
ragazzi , da ingegnere ci sono passato.. comunque vada sarà un successo ;)
@@markpitale7270 triennale ingegneria unifi
Ti ringrazio Roberto per essere riuscito a descrivere perfettamente il processo mentale che ho sviluppato in molti anni di ansia ahahaha
Credo sia stato un gesto di grande generosità condividere questo video con tutti, perché ha dei contenuti davvero preziosi. 👏
Una cosa che mi aiuta a sconfiggere l'ansia prima di dare un esame scritto all'università è il pensare: Io non sto andando a dare nessun esame, l'esame l'ha già dato il me stesso del passato che nelle settimane/nei mesi precedenti ha studiato appositamente per affrontarlo. Il fatto che io stia andando fisicamente a dare l'esame non avrà alcuna influenza sul risultato finale, è come se fosse solo un modo di ufficializzare formalmente i risultati del lavoro fatto dal me stesso del passato. Pensarla in questo modo mi aiuta molto a mantenere la calma, perché così facendo è come se la responsabilità dell'esito dello scritto ricadesse su un'altra persona che non ha nulla a che fare con me.
Si la penso anche io allo stesso modo: l'esame è solo una formalità per ufficializzare il voto (circa) che ci si è guadagnati studiando.
Sarebbe bello fosse così, DOVREBBE essere così. Purtroppo capita per motivi non proprio etici (il professore) di non passare anche quando preparati discretamente, come anche il contrario
@@Neverwas Concordo pienamente, purtroppo la realtà è molto diversa da quello che ho scritto. Però diciamo che pensarla in quel modo mi aiuta sul momento a gestire l'ansia.
E poi ogni tanto è bello pensare che le cose siano come dovrebbero davvero essere
Ticci zia Paola......
Paola siamo noi che nn accettiamo .
Paolo Nani: è un gigante. 🤣🤣
Oggi ho fatto 4 ore di lezione in università, di cui 2 in inglese. Sono timido e introverso, sono frustrato quando gli altri parlano in inglese perché penso che non sarò mai alla loro altezza. Però è vero, il mio demone è spettacolare, al centro dell'aula con 150 persone che ascoltano e guardano, se il demone si impappina su una cosa riprende subito il controllo della situazione. E poi l'inglese, a volte mi chiedo se è la parola giusta, altre volte mi chiedo dove ho trovato quella parola così bella ed azzeccata, e poi la pronuncia, che meraviglia! Tutto merito del demone che è in me e della musica che ha ascoltato e i film che ha guardato.
Ciao a tutti, io sono uno studente di ingegneria e mi sono ritrovato più volte in questa condizione.
Ho però un paio di osservazioni da fare.
La prima è che l'ansia spesso viene per gli esami perché questi sono difficili, c'è un ostacolo di dimensioni notevoli da superare. A volte non basta studiare, a volte non basta prepararsi. O meglio, per essere più precisi, quello che si riesce a fare non sempre è sufficiente e ciò mette in difficoltà lo studente. Io quando vado agli esami non so mai il 100% di quello che dovrei sapere, magari so l'80%, magari il 50%. In ogni caso all'esame sono poche domande che determinano il tuo esito, quindi anche se so l'80% della materia (che è tanto) magari nei 3 esercizi del compito uno non lo so fare, su uno non sono troppo sicuro e già così rischio di essere bocciato e cosi mi viene l'ansia, per passare l'esame devo sperare di trovare gli esercizi che so fare e non altri. Però questo passaggio va fatto, se uno studente comune aspettasse di essere pronto al 100% prima di dare un esame ne potrebbe dare non più di 1 a sessione.
La seconda osservazione è la questione delle aspettative e la difficoltà di separare la figura personale dalla figura professionale. Io condivido appieno le parole di Mercandini che dice che a dare l'esame va il demone che c'è in me e non io, dunque se l'esame mi va male è la mia figura professionale che non è stata all'altezza e non io come persona. Tuttavia viene difficile separare le due figure perché la società osserva le nostre figure professionali e non private. Se io non riesco a dare gli esami ne risento anche personalmente, perché molte persone tra quelle che mi circondano cambieranno la loro idea su di me sulla base del rendimento, appunto, della mia figura professionale. Se la laurea triennale la faccio in 4 anni questo fa scattare un campanello di allarme nelle persone con cui parlo, "perché ci hai messo 4 anni?". La domanda di per sé è innocua ma cela dentro di sé delle aspettative che, se non soddisfatte, generano disappunto. Ora i miei veri amici, anche se ci ho messo 4 anni a fare la triennale, sono rimasti miei amici, invece i compagni di corso con cui a volte mi sentivo e/o studiavo hanno iniziato a scartarmi perché mi sono mostrato una "cattiva compagnia", uno studente non vincente. Va bene che un aspetto del genere è superficiale, però non può non pesare, in parte, anche a livello personale.
Scusate se mi sono dilungato troppo, spero i concetti non risultino troppo contorti.
La teoria del demone non si basa sul dare la colpa a lui se sbagli ma essere talmente sicuri da diventare quasi un'altro non so spiegarla bene, a me è capitato casualmente di usare questa tecnica è come lasciarsi andare a un tuo essere superiore che sta nella tua mente e nella tua forza
@@salvatoresantangelo9140 Wow, sembra interessante, io non ho mai provato un'esperienza del genere. Ci si può lavorare?
Questa è solo una mia interpretazione, mi è capitato in situazioni in cui non potevo tirarmi ormai indietro
Leggendo “come parlare in pubblico e convincere gli altri” di Dale Carnegie ho trovato una frase che molte volte mi ha dato il “coraggio”, almeno momentaneo, un po’ come il discorso fatto da te del sono il migliore nel camerino, di affrontare persone o situazioni che ritenevo in una posizione superiore alla mia. La frase non me la ricordo benissimo ma il concetto era qualcosa come: Parlate agli altri come se vi dovessero dei soldi.
Ora sicuramente per molti non significherà molto, ma a me quel mettersi mentalmente in una posizione di vantaggio ha aiutato più volte.
Gran bel video Roberto 👍🏻👏🏻😊
Salve a tutti, in particolare all'ottimo Roberto Mercadini!
A proposito dell'estraniarsi e della sua efficacia vi voglio raccontare un mio personale aneddoto.
Sono un musicista, ormai di professione, e, per fortuna o sfortuna, non ho (quasi) mai accusato l'ansia da palcoscenico, però una volta andai a suonare in un bel locale con una mia band e mi ritrovai da un momento all'altro a tremare come una foglia di freddo al soundcheck durante il pomeriggio. Ok, era dicembre ma era evidente che non era un freddo normale, gelavo anche di fronte alla stufetta elettrica con cappotto, guanti, sciarpa e cappuccio mentre tutti gli altri stavano tranquillamente in maglietta. Già, avevo la febbre, anzi peggio, una broncopolmonite che mi ha tenuto successivamente relegato a letto per quasi tre mesi. Tornato a casa quella notte scoprii di avere la bellezza di 39,6 di febbre! E il concerto? Beh, ragazzi, incredibile a dirsi ma mentre salivo sul palco ero uno straccio, starnutivo, tremavo, mi girava la testa, poi inizio a suonare le prime note e... sano, completamente sano! Energia a mille, zero starnuti, mente lucida, non gelavo, niente di niente di niente! Appena sceso dal palco, molti che mi avevano visto semimoribondo durante il pomeriggio e la sera, mi dissero: "oh, daje, menomale che ti sei ripreso, pensavamo che non ce la facessi e invece eri un vulcano"... e invece un cavolo, due minuti dopo ristavo incappottato accanto alla stufetta, gelando e "moribondando" come poche ore prima.
Viva il demone!!!
"Paolo Nani è un gigante" mi ha fatto sorridere
Il tuo video è stato per me una vera benedizione. Ho sentito un grandissimo senso di liberazione al sentirti parlare di quel "demone", il δαίμων responsabile del senso di entusiasmo (direi letteralmente la possessione divina) alla radice di ogni tipo di creazione. Il timore misto a sospetto che occupava le mie recenti riflessioni su questa parte di me e di tutti noi si è come dileguato, dissolto. È qualcosa di veramente sorprendente. Non si può finire un tuo video senza sentirsi un filo dell'ordito del tuo discorso.
La im
Wow, la differenza tra ansia e tensione mi ha fatto finalmente capire quello che mi succedeva prima degli esami orali e che non ho mai saputo afferrare
Sei un genio ❤️ grazie ❤️
Hai descritto perfettamente lo stato d'animo, quell'abdicare al demone dentro di noi, che ho imparato a "usare" negli ultimi anni per affrontare pubblico, conferenze, colloqui...
È il demone di cui parla Carmelo Bene: l'assenza.
È L'immediato svanire, l'abbandono.
È lo stato febbrile dell'artista.
Capita anche a me quando scrivo.
Grazie per aver condiviso questa tua peculiarità
Finalmente la prima canzone, finalmente...salutateremo il signor padrone...Mercadini riesci sempre a farti volere bene, un abbraccio
Lo dico sempre ai miei studenti: non ansiosi ma tesi... come la corda del violino che solo se è adeguatamente tesa produce il suono!
Mi sono riconosciuta tantissimo nei 3 metodi, per il terzo la mia variante è pensare che chi viene a sentire la relazione è lì per ascoltare un argomento, per imparare una cosa e non per vedere ‘me’ o giudicare ‘me’. Io sono il mezzo con cui l’argomento viene portato alla conoscenza di chi ascolta e sono quindi in secondo piano. In primo piano è l’argomento
Bravissimo! Concordo su tutto. Faccio conferenze da molti anni anche davanti e migliaia di persone e faccio proprio come dici. Il caffè...il "camerino". A volte, in base alla drammaticità del tema, mi ascolto al buio la Passacaglia in C minor di Bach. Mi ispira come poche altre...
Io che penso a Roberto che prepara il discorso su come preparare un discorso ahahahha grazie mille per questi video !
Bellissimo! penso che sarà utile a molti questo video! nella mia vita per sconfiggere l'ansia, le ho provate bene o male tutte queste tecniche che hai elencato, maturandole nella mia testa in modo autonomo, tramite il continuo ragionare tra me e me Haha! e funzionano tutte molto bene, interessantissima la distinzione fra tensione e ansia, per quanto riguarda l'ultimo punto di qui parli, io lo chiamo ''pilota automatico'' mi concentro profondamente per poi lasciare il pieno controllo al ''demone'' come lo definisci tu, e entrando proprio in un altro stato, non sei pazzo secondo me viene condivisa da molti questa cosa!
:D Un abbraccio, Ciaoo
Perfetto! Da professoressa, credo di capire! Avere davanti una classe....è un po' avere davanti un pubblico....
Io capisco la cosa che dici, io tante volte quando devo affrontare un esame o una prova, uso la prima strategia e l'ultima.Io ho capito di saper parlare davanti a tante persone durante la discussione della mia tesi. Sapevo benissimo gli argomenti, mi sono scritto un po il discorso, ma io ho abbandonato la scena già prima di arrivare lì a parlare ,già un po di giorni prima non ripassavo, e mi rilassavo, e mi sentivo quasi estraniato. Quando sono arrivato davanti ai professori non ero io e ho fatto una spiegazione interessante, con buona dizione, buoni tempi e senza ansia, ed è risultato coomprensibile, anche se l'argomento era difficile.
Per quanto non abbia mai vissuto in prima persona l'esperienza di parlare in pubblico, avrei giusto una nota "tecnica" sulla questione ansia/tensione. Per come la vedo io le due emozioni che proviamo nelle situazioni che hai descritto non sono diverse, ma è sempre la stessa: l'ansia. Quello che cambia è il comportamento che viene messo in atto a fronte di tale emozione.
Facendo la distinzione tra ansia e tensione si arriva ad etichettare l'ansia come un'emozione negativa, da evitare. Ma dire queste cose di una qualsiasi emozione non è corretto: le emozioni sono semplicemente meccanismi che l'evoluzione ci ha portato a sviluppare per rispondere meglio a certe situazioni. Non hanno di per sé alcuna connotazione negativa o positiva in quanto ciascuna di esse ha la sua specifica funzione. Nella fattispecie, l'ansia ha un duplice scopo: o fare da propulsore per raggiungere un obiettivo, oppure, nel caso in cui tale obiettivo si riveli effettivamente fuori dalla nostra portata, darci la spinta per abbandonarlo. Il problema con l'ansia si ha quando non si riesce a incanalarla bene e quindi ci si arena. Lo scopo della preparazione e delle altre strategie che hai nominato deve essere proprio evitare questo comportamento, questa risposta negativa all'emozione dell'ansia, non quello di evitare l'ansia stessa.
L'ansia non è un'emozione propriamente detta ma una complessa combinazione di emozioni che includono paura, apprensione e preoccupazione, ed è spesso accompagnata da sensazioni fisiche come palpitazioni, dolori al petto, dispnea, nausea, tremori, parestesie, mal di pancia, dolori intestinali ecc.
È uno stato psichico caratterizzato da una sensazione di intensa preoccupazione o paura, relativa a uno stimolo ambientale specifico, associato a una mancata risposta di adattamento da parte dell'organismo in una determinata situazione che si esprime sotto forma di stress per l'individuo stesso.
La sua forma patologica costituisce i disturbi d’ansia.
Esiste l'ansia fisiologica e l'ansia patologica, ma, in generale, entrambe le forme non sono da considerarsi come fenomeni "positivi" a differenza della Paura.
Spunti molto interessante, grazie
Riesci a trasformare in poesia anche un semplice consiglio ❤️👏👏👏
Che bello Roberto, trovare un riscontro nelle tue parole! Quando suonavo nei Phantorama ho adottato tutti i suggerimenti che hai elencato... E tutt'ora adotto pur non dovendo indossare il personaggio lugubre col cilindro nero... Grazie 😘💕
Roberto sei un grande. Ti stimo tantissimo.
Dopo il meraviglioso video sul lavoro, questo!!!!
Grande Roberto che aiuta tanto noi giovani!!!
Ciao Roberto! Grazie mille per questo video, come sempre sei una grande fonte di spunti, inspirazione e sorrisi.
Altro che prenderti per matto! La terza via è la più geniale ed affascinante delle tre e la condivido appieno.
Incarnare il demone dell'artista e lasciar agire lui che ben sa cosa fare.
Mi hai anche rincuorato tantissimo parlando dei momenti di solitudine pre spettacolo necessari per raggiungere il "focus".
Spesso sono passato per maleducato o strano proprio per la mia propensione ad isolarmi temporaneamente ma, grazie a te, ho la riconferma che è una cosa più che necessaria per lasciar lavorare il proprio demone.
Grazie Roberto! 🙏
Continua così 💪
Questo video non poteva capitare in un momento migliore, grazie mille Roberto 🙂
«Mio Dio che ansia!», un bel libro di Roberto Marchesini uscito da pochissimo!
Il demone che vive dentro di te. Stupendo. Grazie Roberto
Il grande attore inglese Richard Burton una volta rivelò il suo sistema per superare l'ansia in teatro, comodo perché invisibile al pubblico: contrarre fortissimamente i piedi nelle scarpe, per una trentina di secondi, per poi rilassarli completamente. A suo dire, risultato garantito. Spiritosamente, aggiunse anche che ebbe un problema ad applicare il suo sistema segreto quando dovette interpretare la parte di Antonio, con i calzari e i piedi nudi...
Grazie mille, preziosissimo come sempre!
Grazie Roberto per il tuo video, ho un modo di chiamare il terzo metodo. Il mio "pilota automatico". Ogni volta mille problemi e incertezze, poi arriva lui e risolve la situazione. Tanto è potente che sono arrivato addirittura a rilassarmi e divertirmi durante un esame. Senza di lui sarei ancora in 1 elementare, questo è sicuro.
Grazie Roberto! Giusto domani devo fare un intervento in una conferenza. Sei un grande demone (buono!)😊
Credo di capire la questione del "demone interiore", e sono felice di constatare che sia una cosa normale.
Sono uno studente universitario, e sia durante gli esami che durante la mia laurea triennale mi è capitato di sentirmi una persona totalmente diversa quando facevo la "performance" (in un certo senso, un esame orale è un po' come una performance teatrale con un copione molto tecnico e complesso 😂). Prima sono divorato dall'ansia e dall'amnesia, e subito dopo divento spavaldo e pronto a rispondere a tutto, con precisione e un carisma inusuale per uno studente che dovrebbe avere paura in quel momento.
Ammetto che mi spaventa questo meccanismo perché non ne ho il controllo. Non mi stupirebbe se a un certo punto questo demone decidesse di traslocare e lasciarmi a braghe calate 😂.
😉
Si bello!
Video stupendo, grazie per questi contenuti Roberto!
Ti seguo da anni ma questo contenuto mi ha colpito particolarmente. Molto utile e anche intrattenente. E niente, bravo, grazie, fai te!
Ben detto, lo fa il demone, non tu. L'ho sperimentato più volte sia sul palco con la chitarra che sul tatami in combattimento.
Grazie Roberto, prezioso come sempre!
non sembrava un argomento particolarmente stimolante ma l'ho aperto per fiducia..il video di cui avevo bisogno senza sapere di averne bisogno grazie robbert
E' sempre un grande piacere vedere i suoi video (e leggere i suoi libri). Una delle poche cose belle del web !
Ciao Roberto, giusto in tempo per l'esposizione della mia tesi il prossimo mercoledì 🍀 Grazie per i tuoi consigli!
Come passa veloce il tempo quando ascolto un tuo video, non passa mai. Grazie Rob.
Ma quanto sei bravo. Grazie! E ho condiviso per ringraziarti meglio.
Spettacolare! Ne discutevo con un professore proprio in questi giorni.. video da Salvare.. non solo mi piace!! Ciao Roberto,spero di rivederti presto in Veneto
Un meta-intervento! Grazie, molto efficace e simpatico. Spero possano ricorrere parentesi del genere tra i tuoi prossimi video.
Meraviglioso video. Grazie Demone di Roberto!
Meraviglioso video!!! Come sempre, molto utile, grazie! Assolutamente apprezzato 😊😊😊
La mia tecnica è quella di illudermi di aver di fronte gente che non capisce niente la quale in ogni caso non sarà in grado di capire se sto dicendo castronerie o meno.
anche questa può essere un'idea che funziona. grazie
Grazie Roberto!
Fantastici ituo video ! Simpatico e bravo!!!
..mitico quando prima sono alto 10 metri...e poi quello che andrò a fare e piccolo... infondo è fantastico quello che spieghiiiii👍👍👍👍👍
Bravo come sempre 👍👍👍
Grazie mille per questo video! Grazie a queste parole oggi sono riuscita a mettermi in gioco davanti a molte persone 💪🏼
Un ottimo modo di gestire l'ansia è ascoltare i consigli di Mercadini a riguardo
Grazie merca ci proverò nei momenti del bisogno
Ciao Roberto, complimenti per il modo in cui hai spiegato questi concetti, video molto utile
Solo tre parole: sei un grande!
Bellissima la differenza tra ansia e tensione!!! Grazie ;-)
Grazie tanto di aver condiviso questi preziosi consigli con tutti ❤️
Chiarissimo grazie. Il daimon, lo spirito che dentro di noi, se lo inseguiamo ci dirà qual’è il senso della nostra vita.
Sei un grande! Ottimi e preziosi consigli ;-)
Grazie, è un video interessante, condivido le cose dette, in particolare sul 'prepararsi'... Come un calciatore deve essere ben allenato occorre anche considerare quali scarpe mettere,ovvero:prepararsi significa anche considerare in quale situazione dovremo parlare e magari tempo prima già simulare la cosa (allo specchio, facendo un video, con amici.. Ecc) quindi allenarci ma tenendo conto assolutamente del tipo di situazione in cui saremo... Inoltre se possibile prima della performance è un bel segno rivelare la propria emozione/ansia, mettersi un po' a nudo con un amico(o altri se ci sono, nel caso fossimo soli possiamo sempre confidarsi poco prima con un amico, parente)... Provare ansia può aiutarci a scegliere di rimanere umili, se ci faccia vedere come siamo.. Ciao!
Grazie Roberto, proprio domani sera devo suonare davanti a una medio piccola platea, proverò a mettere in pratica questi preziosi consigli
Bisognerebbe capovolgere il significato della poesia di Whitman " Quando ascoltai l'astronomo erudito ", ossia uscire a guardare le stelle, ammirare la bellezza del creato, caricarsi di emozioni, pensare che lo scopo di tutto è godere delle proprie esperienze e poi affrontare chi desidera il tuo sapere, la tua conoscenza. Si vince la tensione con la voglia di esprimersi. L'alter ego in noi è più forte di noi.
Bel video, grazie per i suggerimenti.
Ottima idea anzi, grazie per aver voluto condividere questo contenuto. Ne farò tesoro.
Un mese agli esami orali, perfetto. Love you mercadini
Bellissimo, grazie!
Che gran bel video, grazie
Video molto bello, grazie :) Di questo e di quello precedente, sul vivere delle proprie passioni, mi sono trovato ad apprezzare la domanda piu' della risposta (che e' complicata, e ha spesso delle componenti soggettive, anche se citi delle fonti molto interessanti e istruttive!); il fatto di aver esplicitato che c'e'un nodo da districare, qualcosa su cui discutere dove...poteva non sembrare al primo sguardo.
sono un musicista professionista, questo video è diventato vangelo per me. Grazie infinite a Roberto.
Grazie mille per questo video, utilissimo ❤️
Quanti spunti mi dai per i miei video ❤️ grazie!!
...E me lo dici adesso? Ti avessi ascoltato allora, invece di comprare libri sulla respirazione. Era la cosa più semplice del mondo! Grazie genio d'un Mercadini! ❤💚🏳️🌈
Fantastico video. Non è affatto tossico, insano e demenziale avere quei pensieri che servono esclusivamente per un fatto fisiologico e ormonale nell'affrontare una prova che si ritiene difficile. Stare fermi e farsi schiacciare non permetti al corpo di reagire e quindi assumi quel ruolo da vittima con l'ansia che sicuramente sbaglia. Poi bisogna anche fare tanta pratica perché tutta la teoria la si impara facendo così che il nostro corpo e la nostra mente capiscano che tipo di focus per noi è vincente
Ottima e cruda analisi della questione. Bravissimo!
Grazie mille per tutti gli argomenti che tratti sempre interessanti, a me magari parto pure concentrato,, ma mi mandano di fuori quando mi fanno i complimenti, invece di darmi carica mi deconcentrano e comincio a sbagliare non lo so magari sono strano io 😁
" tutto quello che preparo prima lo cambio nella forma se non addirittura nella sostanza, e del tutto in corso d'opera ; se mi sono preparata frasi ad effetto , dette bene e coi tempi giusti, mi sanno di vecchio e di già detto e di già strasentito (purtroppo mi ascolto mentre provo) e mi escono mosce, senza mordente, senza convinzione.
devo per forza improvvisare ,non perchè ne sia particolarmente capace ma perchè non so fare diversamente.
conoscere per quanto mi sia possibile l'argomento e poi andare ,senza discorsi preparati senza prove senza essermi osservata allo specchio (specie quest'ultima azione per me sarebbe letale) .
poi magari ripeto a memoria quanto ho detto ,in altre occasioni , ma solo in quelle che meritano _il cavallo di battaglia_ come sarcasmo, la ripetizione ormai usurata come dileggio, la poesiola di circostanza come amabile conversazione tra gente che si annoia reciprocamente.
son certa che tutto quanto detto nel video sia molto sensato e utile per tanti, però. "
È davvero un bel video. Grazie per averlo caricato
Gran bel video, grazie!
grazie Roberto, ogni tanto mi chiedono "che bella quella cosa che hai detto" e io non ricordo di averlo detto, credo che sia quello che hai spiegato molto molto bene 🙂
Penso che l'ultimo approccio che accenni per gestire l'ansia sia assimilabile al concetto di FLOW, teorizzato da uno psicologo dal nome terribile Mihály Csíkszentmihályi. Non sono un esperto ma in teoria è quello stato di essere che ci porta ad essere così elevati, così efficienti da lasciarci trasportare dall'esperienza vivendola nel miglior modo possibile. È proprio quella specie di stato di trance in cui si entra quando ad esempio si esegue un'attività che amiamo particolarmente e in cui riusciamo a concentrarci così tanto da non sentir scorrere il tempo. È un concetto affascinante, ma non ne so moltissimo, magari può essere una buona idea per un video 😁
Video bellissimo, sono d'accordo su tutto. Vorrei aggiungere che secondo me per tirare fuori il demone serve anche un desiderio di fare qualcosa più grande della paura dei suoi rischi. Più questo desiderio è grande rispetto alla paura e più sarà spontaneo prepararsi e concentrarsi. Inoltre, è importante tenere a mente che il desiderio di raggiungere un obiettivo è diverso da quanto ci si sente confidenti nel raggiungerlo. Questo significa che si può avere la situazione in cui non ci si sente in grado di raggiungere l'obiettivo ma si ha allo stesso tempo un desiderio molto più grande anche della paura del fallimento. Io credo che questa condizione psicologica aiuta molto a concentrarsi, ovvero raggiungere quel momento in cui tutta la mente è focalizzata su un obiettivo e come raggiungerlo, mentre tutti gli altri stimoli sono momentaneamente smorzati.
Ammiro due tipi di persone, coloro che non patiscono il caldo dell'estate e coloro che parlano o recitano o cantano in pubblico
Video molto interessante! Vorrei condividere il mio pensiero a riguardo.
In base alle mie esperienze di vita penso che ansia e tensione siano due fasi distinte della stessa emozione.
La prima fase è l'ansia: essa subentra quando cerchiamo di affermare noi stessi e ci misuriamo con esperienze che hanno un'importanza rilevante per la nostra vita (comprendere cosa sta accadendo).
La seconda fase è la tensione e rappresenta la consapevolezza di poter affrontare la situazione in cui ci troviamo (l'azione). Piú siamo sicuri dei nostri mezzi e più facilmente affronteremo le situazioni.
Se non capiamo cosa succede e per quale motivo non possiamo agire e rimaniamo bloccati nella prima fase. Se siamo consapevoli ma non sicuri di essere all'altezza della situazione rimaniamo bloccati nella seconda fase.
Se funzionano entrambe abbiamo fatto centro!
Condivido Roberto, nel mio mestiere utilizzo queste "teorie e modelli" di potenziamento delle facoltà. Soprattutto con i bambini. Questo fa la differenza tra fallimento e successo, tra impotenza appressa e creatività, tra pensiero convergente e divergente. Certo c'è poi chi si deve sforzare troppo e faticare troppo. Vale la pena passare anche da questo disegno.
Sulla differenza tra ansia e tensione mi trovi d'accordo.
Nelle scienze del comportamento, cui fanno riferimento la psicologia e la psichiatria, l'ansia viene divisa in ansia fisiologia (quella che il tuo amico Paolo chiama tensione) e ansia patologica (la classica ansia).
L'ansia fisiologica migliora le prestazioni cognitive, mentre quella patologica le riduce ed è alla base anche di alcune patologie della psicologia, quando ovviamente diventa persistente o talmente invalidante da alterare la vita interiore e/o sociale della persona.
Un esempio di ansia patologica invalidante è l'attacco di panico. La parola “panico” deriva, inoltre, dal dio Pan che suonando il suo flauto provocava un sentimento di allerta e smarrimento negli animali della foresta.
Da specializzando in Psichiatria confermo! E aggiungo che l'ansia in quanto tale è una funzione adattiva se presa a piccole dosi (infatti evolutivamente conservata). Quando è in eccesso diventa patologica e anziché migliorare la prestazione, la ottunde e ci porta ad esternare meccanismi di evitamento. Comunque video prezioso ❤️
@@alexcagnolati245 ciao, sono uno studente di medicina. Ciò che ho detto l'ho infatti appreso alle lezioni di psichiatria. Psichiatria è una materia che mi ha affascinato molto.
ottimi consigli, dati con parole semplici.
Caro Mercadini, nessun matto dice di essere matto, lo sei eccome! 🤣🤣🤣 Ma che bella pazzia, bravissimo!! ❤️
Che dire, prezioso come sempre ☺️
splendido, come sempre
... sebbene a me, finita la visione sia partito lo spot di "uno bravo" ... non vorrei ci fosse un nesso 😁
Non cé niente di piú efficace della veritá ....davvero mi hai risolto un grande problema 🤍🙏
La tensione è ansia indirizzata in maniera efficace. Io ho l'ansia durante i decolli ma ho scoperto che se fingo di "voler decollare", di avere io il controllo dell'aereo, di spingerlo quasi con la mente, diventa tutto molto meno ansioso, anzi, diventa eccitante. Penso che sia quella tensione che pone in una posizione attiva rispetto all'ansia che ti schiaccia in una posizione passiva.
Grazie Roberto.
Questo video lo ritengo applicabile anche a chi come me è un musicista. Dopo 18 anni di concerti in duo, trio, quartetto [...] bande e orchestre ho perso completamente quell'ansia da palcoscenico che avevo i primi anni, ma trovo interessante la questione di "far venire la tensione per poter dare il 110% sul palco". Credo che al prossimo concerto la proverò!
P.S.: l'ultima tecnica confermo che esiste!😂 anch'io nel momento di iniziare la performance subisco uno switch e passo dall'essere Lorenzo Poli all'essere l'artista, il clarinettista, l'orchestrale, il solista o qualunque altra cosa "interpreto" in quel momento