Credo che Cujo sia stato il secondo o terzo romanzo di King che ho letto e di aver pensato, dopo averlo terminato, “questo è uno scrittore superiore alla media degli scrittori di genere perché non ha paura di prendere a sprangate in faccia il lettore, se la storia lo richiede” (sì lo so, potrei farmi una maglietta con su scritto, “abbasso il lieto fine” se non fosse un clichè anche quella). Ricordo di essere stato colpito anche io in modo particolare dalle prime pagine (lessi “La zona morta” solo molti anni dopo). A mio parere nel romanzo serpeggia il “tarocco del licantropo”. Come fa altre volte, King prende un soggetto o oggetto molto rassicurante, in questo caso un cane da soccorso, e lo rovescia nel suo opposto (altre volte è un genitore, un giocattolo ecc) il che accresce l’effetto terrifico. Il docile San Bernardo diventa quindi a poco a poco il Lupo Cattivo. Sottilmente, la trasformazione, colta nella sua naturalità, coinvolge diversi aspetti della realtà: dal matrimonio tra Donna e Vic, ma anche tra Joe e la moglie (che si colloca al termine del processo di trasformazione, che però è il medesimo), al tessuto sociale ed economico. Tutto ciò malgrado in apparenza tutto vada più o meno bene. L’intero romanzo è una continua, costante smentita dello slogan “Non c’è niente che non va, qui” (e quindi una smentita della società dei consumi). King ci dice che il mostro è sempre lì, sempre in agguato e celato in ogni piega della realtà: dall’armadio, al motore dell’auto ecc. mi pare ci sia un punto del romanzo in cui ciò viene affermato espressamente: il mondo era pieno di mostri e niente gli impediva di mordere gli innocenti e gli incauti. Come e perché il mostro si scatena? Sostanzialmente a caso Il caso - cioè un biglietto della lotteria (v. ancora una volta “la Zona morta”) - innesca i vagabondaggi del cane con quel che ne consegue, il caso fa sì che l’auto si rompa proprio in un dato momento eccetera. Quanto al rapporto tra horror o thriller, King in questo romanzo fa qualcosa che gli è riuscito altrettanto efficacemente in pochi casi: presenta cioè la prospettiva non - materialistica come appunto un’ipotesi. Quanto alla trama, il romanzo starebbe in piedi altrettanto efficacemente senza l’incubo di Tad, le sensazioni della vecchia Evvie, lo “odore di leoni” che il padre sente nella camera deserta del figlio. Dal punto di vista causale, tutto ciò non serve. Non c’è un agente esterno che viene da un altrove e che apertamente manipola gli eventi (lo vedremo in “It”, ma anche lì ci sono due piani di azione del mostro: verso gli adulti e verso i ragazzi). Serpeggia (ancora una volta) la domanda: e se all’opera ci fosse “qualcosa” che né il lettore né i personaggi riescono a percepire? Questa ambiguità, tipica della storia di fantasmi alla Shirley Jackson o alla Henry James, ma che King trasporta su un piano molto più concreto e quotidiano, non viene mai risolta. Un po’ come nella vita reale, quando crediamo di vedere un accumularsi di circostanze sfavorevoli (o favorevoli) non possiamo non formulare un’eziologia “altra” rispetto al sensibile - magari un’eziologia superstiziosa o ingenua o che dura poco, ma che non appiattisce tutto sull’hic et nunc e che ci riporta alle credenze dell’infanzia (un espediente che King usa spesso) o alle favole “pre -Disney” - molto più dark di quelle cui siamo abituati. A mio parere, questo, al di là delle etichette, è l’asso nella manica del romanzo: non chiede che un minimo sforzo per sollevare l’incredulità. Alla possibilità di un agente ostile e invisibile al di fuori della nostra capacità di controllo e non riducibile al mero caso possiamo opporre solo una formula poco credibile e poco creduta: “Non c’è niente che non va, qui”. Oppure: “andrà tutto bene”.
Ho finito ieri Cujo, l’ho praticamente divorato in 2 giorni e come ormai faccio abitualmente con piacere sono andato a vedere la tua recensione sempre molto interessante! Grazie sempre per i contenuti. Io non capisco perché mi capita di leggere a volte commenti negativi su questo Romanzo.. io l’ho trovato meraviglioso, mi ha trascinato totalmente, le tematiche sono interessanti, il tema della sfortuna che è presente, dei disagi familiari , della casualità ,dell immedesimarsi in quello succedeva al cane e moooolto altro . Sono d’accordo con te sulle prime pagine! Cavolo mi hanno inquietato tantissimo. Comunque per me voto 10 e sono felice di averlo letto dopo la zona morta. Ho trovato interessante anche il video che hai fatto sul dualismo, magari in futuro approfondirò anche questi concetti che a me ancora mancano per essere onesto :) un saluto e buona serata!
Grazie Marco. Non capisco nemmeno io, è forse tra i romanzi considerati secondari di King, ma per me è tra i suoi migliori. Ti conviene centellinare la lettura dei suoi romanzi, perché poi ti troverai a volerne ancora, soprattutto dei suoi migliori. Buon approfondimento su dualismo ecc.
@@narrazionievita si è vero rischio di divorarli tutti 😂 , ma sto cercando di fare così, prima di Cujo ho letto “ La psichiatra “ di Wulf Dorn, e adesso vorrei leggere Thomas Harris “ il silenzio degli innocenti “, comunque mi sono approcciando alla scrittura da poco.. ho iniziato a scrivere qualcosina in base al genere che mi piace( thriller, horror) , ma mi mancano le basi come puoi immaginare, mi sono iscritto ad albero del mistero e ho ricevuto l’ebook, vorrei iniziare un corso prossimamente.. in realtà a breve perché vorrei migliorare e studiare, che cosa mi consigli ? Dato che mi sembri una persona competente mi piacerebbe affidarmi al tuo aiuto per iniziare un percorso!
@@marcocastro8712 ti ringrazio per la fiducia. Fai così: scrivimi in una mail il tuo percorso di scrittura e allegami un testo breve che hai scritto. Così posso risponderti con cognizione di causa 😊
@@narrazionievita Ok ! Ho bisogno di sistemare un pochino’ il testo perché ci sto ancora lavorando.. non è ultimato .. però ti fai un idea.. Domani ti mando la mail ! Grazie mille per la tua disponibilità e gentilezza! 😊
Credo che Cujo sia stato il secondo o terzo romanzo di King che ho letto e di aver pensato, dopo averlo terminato, “questo è uno scrittore superiore alla media degli scrittori di genere perché non ha paura di prendere a sprangate in faccia il lettore, se la storia lo richiede” (sì lo so, potrei farmi una maglietta con su scritto, “abbasso il lieto fine” se non fosse un clichè anche quella).
Ricordo di essere stato colpito anche io in modo particolare dalle prime pagine (lessi “La zona morta” solo molti anni dopo).
A mio parere nel romanzo serpeggia il “tarocco del licantropo”. Come fa altre volte, King prende un soggetto o oggetto molto rassicurante, in questo caso un cane da soccorso, e lo rovescia nel suo opposto (altre volte è un genitore, un giocattolo ecc) il che accresce l’effetto terrifico.
Il docile San Bernardo diventa quindi a poco a poco il Lupo Cattivo.
Sottilmente, la trasformazione, colta nella sua naturalità, coinvolge diversi aspetti della realtà: dal matrimonio tra Donna e Vic, ma anche tra Joe e la moglie (che si colloca al termine del processo di trasformazione, che però è il medesimo), al tessuto sociale ed economico. Tutto ciò malgrado in apparenza tutto vada più o meno bene. L’intero romanzo è una continua, costante smentita dello slogan “Non c’è niente che non va, qui” (e quindi una smentita della società dei consumi).
King ci dice che il mostro è sempre lì, sempre in agguato e celato in ogni piega della realtà: dall’armadio, al motore dell’auto ecc. mi pare ci sia un punto del romanzo in cui ciò viene affermato espressamente: il mondo era pieno di mostri e niente gli impediva di mordere gli innocenti e gli incauti.
Come e perché il mostro si scatena? Sostanzialmente a caso
Il caso - cioè un biglietto della lotteria (v. ancora una volta “la Zona morta”) - innesca i vagabondaggi del cane con quel che ne consegue, il caso fa sì che l’auto si rompa proprio in un dato momento eccetera.
Quanto al rapporto tra horror o thriller, King in questo romanzo fa qualcosa che gli è riuscito altrettanto efficacemente in pochi casi: presenta cioè la prospettiva non - materialistica come appunto un’ipotesi.
Quanto alla trama, il romanzo starebbe in piedi altrettanto efficacemente senza l’incubo di Tad, le sensazioni della vecchia Evvie, lo “odore di leoni” che il padre sente nella camera deserta del figlio.
Dal punto di vista causale, tutto ciò non serve. Non c’è un agente esterno che viene da un altrove e che apertamente manipola gli eventi (lo vedremo in “It”, ma anche lì ci sono due piani di azione del mostro: verso gli adulti e verso i ragazzi).
Serpeggia (ancora una volta) la domanda: e se all’opera ci fosse “qualcosa” che né il lettore né i personaggi riescono a percepire?
Questa ambiguità, tipica della storia di fantasmi alla Shirley Jackson o alla Henry James, ma che King trasporta su un piano molto più concreto e quotidiano, non viene mai risolta.
Un po’ come nella vita reale, quando crediamo di vedere un accumularsi di circostanze sfavorevoli (o favorevoli) non possiamo non formulare un’eziologia “altra” rispetto al sensibile - magari un’eziologia superstiziosa o ingenua o che dura poco, ma che non appiattisce tutto sull’hic et nunc e che ci riporta alle credenze dell’infanzia (un espediente che King usa spesso) o alle favole “pre -Disney” - molto più dark di quelle cui siamo abituati.
A mio parere, questo, al di là delle etichette, è l’asso nella manica del romanzo: non chiede che un minimo sforzo per sollevare l’incredulità.
Alla possibilità di un agente ostile e invisibile al di fuori della nostra capacità di controllo e non riducibile al mero caso possiamo opporre solo una formula poco credibile e poco creduta: “Non c’è niente che non va, qui”.
Oppure: “andrà tutto bene”.
Ho finito ieri Cujo, l’ho praticamente divorato in 2 giorni e come ormai faccio abitualmente con piacere sono andato a vedere la tua recensione sempre molto interessante! Grazie sempre per i contenuti. Io non capisco perché mi capita di leggere a volte commenti negativi su questo Romanzo.. io l’ho trovato meraviglioso, mi ha trascinato totalmente, le tematiche sono interessanti, il tema della sfortuna che è presente, dei disagi familiari , della casualità ,dell immedesimarsi in quello succedeva al cane e moooolto altro . Sono d’accordo con te sulle prime pagine! Cavolo mi hanno inquietato tantissimo. Comunque per me voto 10 e sono felice di averlo letto dopo la zona morta. Ho trovato interessante anche il video che hai fatto sul dualismo, magari in futuro approfondirò anche questi concetti che a me ancora mancano per essere onesto :) un saluto e buona serata!
Grazie Marco. Non capisco nemmeno io, è forse tra i romanzi considerati secondari di King, ma per me è tra i suoi migliori. Ti conviene centellinare la lettura dei suoi romanzi, perché poi ti troverai a volerne ancora, soprattutto dei suoi migliori. Buon approfondimento su dualismo ecc.
@@narrazionievita si è vero rischio di divorarli tutti 😂 , ma sto cercando di fare così, prima di Cujo ho letto “ La psichiatra “ di Wulf Dorn, e adesso vorrei leggere Thomas Harris “ il silenzio degli innocenti “, comunque mi sono approcciando alla scrittura da poco.. ho iniziato a scrivere qualcosina in base al genere che mi piace( thriller, horror) , ma mi mancano le basi come puoi immaginare, mi sono iscritto ad albero del mistero e ho ricevuto l’ebook, vorrei iniziare un corso prossimamente.. in realtà a breve perché vorrei migliorare e studiare, che cosa mi consigli ? Dato che mi sembri una persona competente mi piacerebbe affidarmi al tuo aiuto per iniziare un percorso!
Approcciato*
@@marcocastro8712 ti ringrazio per la fiducia. Fai così: scrivimi in una mail il tuo percorso di scrittura e allegami un testo breve che hai scritto. Così posso risponderti con cognizione di causa 😊
@@narrazionievita Ok ! Ho bisogno di sistemare un pochino’ il testo perché ci sto ancora lavorando.. non è ultimato .. però ti fai un idea.. Domani ti mando la mail ! Grazie mille per la tua disponibilità e gentilezza! 😊