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  • Опубліковано 13 вер 2024
  • Adesso andiamo a Bra, capitale del Roero, perchè nella Fiera di Pasquetta la città è stata invasa da profumi, cibi, ma soprattutto visitatori. Festa in piazza Giolitti con le eccellenze del gusto e la Confraternita della Salsiccia
    Zootecnia, enogastronomia, artigianato, florovivaismo. Bra capitale di tutto, più che mai a Pasquetta. Lo dicono i numeri dei visitatori che lunedì dell’Angelo hanno affollato piazza Giolitti, trasformata in una fattoria a cielo aperto.
    C’era da perdersi tra esposizioni di piante, fiori, animali, attrezzi da giardino e trattori d’epoca che hannofatto la felicità di grandi e piccini, attratti anche da curiosi stand tra cui quello della solidarietà dell’associazione AbBRAcciAMO.
    Numerose anche le autorità del territorio, salutate dal benvenuto del sindaco Gianni Fogliato, che si sono date appuntamento nello scenario dell’antica fiera, resa maggiormente suggestiva dalla Mostra Zootecnica del Bovino di razza piemontese, giunta alla 147ª edizione, con le premiazioni dei migliori capi in gara.
    E dato che a vedere tutti i capi esposti la fame avanzava, a soddisfare il palato ci ha pensato la salsiccia di Bra, servita cruda con la grigliata mista, preparata nello stand comunale.
    Per rendere il giusto onore a questa eccellenza tutta braidese è scesa in campo persino la Confraternita della Salsiccia, con una delegazione guidata dal Gran Maestro Giacomo Berrino. Non è passato inosservato ai visitatori il loro paludamento con i tipici colori: l’azzurro Savoia della mantella e il giallo della mozzetta tanto caro a Torino, per un omaggio all’Italia e al Piemonte.
    Inequivocabile la loro uniforme. Dal collare dove sono appuntate le spillette collezionate in occasione di gemellaggi con altre confraternite gastronomiche, fino al medaglione con l’effigie della Zizzola, simbolo di Bra, passando dal distintivo logo in cui si vede un vitello, ingrediente principale della prelibatezza locale.
    Attualmente, la Confraternita della Salsiccia, nata nel 2016, è retta dal Gran Maestro Giacomo Berrino e conta 40 soci ordinari e 9 onorari. Pensate che hanno sottoscritto la carta statutaria: un documento programmatico che sancisce la difesa e la promozione di un prodotto che segue ancora l’antica ricetta di un tempo. Giusto per ribadire che qui non si scherza affatto.
    “Possono aderire alla Confraternita, contattando gli organismi dirigenti, tutti coloro che intendono dare il loro contributo di intelligenza e passione al prodotto portabandiera della cultura gastronomica del nostro territorio”, spiega Giacomo Berrino, artefice di questa felice intuizione insieme allo storico Fabio Bailo e al compianto Livio Bramardi.
    Siamo tutti bravi a mangiarla ma… quanti di voi conoscono la sua origine? “La salsiccia di Bra è certamente uno dei prodotti più famosi della gastronomia roerina - rivela Fabio Bailo -. Essa è la sola salsiccia italiana autorizzata a essere prodotta con la carne di vitello anziché di suino. La tradizione vuole che tale insaccato sia nato e stato autorizzato nella prima metà dell’Ottocento dall’allora sovrano del Regno di Sardegna, Carlo Alberto, per soddisfare la comunità ebraica della vicina Cherasco che altrimenti, in ossequio ai precetti religiosi, non avrebbe mai potuto consumare salsiccia essendo questa, fino ad allora, di solo suino. Mentre in principio la salsiccia di Bra era di solo vitello, oggi, scomparse la comunità ebraica e le sue necessità alimentari, si aggiunge anche carne di suino, sia pure in modeste quantità”.
    La ‘sautissa ed Bra’ (‘salsiccia di Bra’ in piemontese) è stata riconosciuta, inoltre, nell’Atlante dei Prodotti Agroalimentari tradizionali del Piemonte ed i suoi segreti sono dati dalle materie prime e dal mix di spezie utilizzate. Per dire la verità, nient’altro che la verità e solo la verità, si può affermare che non esiste un’unica salsiccia di Bra bensì, pur nel rigoroso rispetto del disciplinare fissato dal consorzio di tutela e valorizzazione, diverse salsicce di Bra rese leggermente diverse l’una dall’altra in ragione della proporzione tra gli aromi adottata da ciascun macellaio.
    Un’ultima curiosità. Oltre ad essere consumata a metri, come diceva Giovanni Arpino, la salsiccia di Bra ha una peculiarità importante: è ottima da mangiare cruda. E chissà che presto non venga candidata a Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco.

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