Complimenti per la tua spiegazione, suono per hobby, dal mio punto di vista penso di sfruttare al massimo una tastiera, ovviamente dipende dal genere che si vuole suonare, io personalmente uso solo una rastiera 73 tasti, sia per i live che in studio, usando gli split per i vari suoni ed inoltre usando il pedale per altri suoni, in particolare per parti soliste e ritornelli.
Non sono un professionista, suono le tastiere per passione da circa 30 anni, ho suonato con vari gruppi, ho iniziato con il mitico Korg M1 , unica tastiera per un lungo periodo. Secondo me l’importante è riuscire a sfruttare il più possibile le potenzialità che lo strumento offre, d’altronde bisogna fare i conti con il portafoglio. Le tastiere all’epoca costavano molto ,pesavano molto ed era dura trasportarle montarle e smontarle. Dopo l’M1 ho avuto molte altre tastiere ( korg triton le, Yamaha s90 [ troppo per me ] korg M3 [ la peggiore] Yamaha mm6 [ la migliore] . Poi ho cercato di viaggiare con un bagaglio un po’ più leggero, attualmente posseggo un Roland juno gi un nord electro 3 ( che non uso più dal vivo )un Yamaha ck 61 e un Roland Juno x. Il grande vantaggio del ck 61 e del junox e’ il fatto che con entrambe e’ possibile cambiare i suoni senza sentire lo stacco tra uno e l’altro, si possono gestire 3 - 4 parti dividendo i suoni per ognuna. Insomma, per quello che devo fare dal vivo due tastiere bastano e avanzano. Grazie Paolo per questa riflessione
Una volta si usavano molte macchine anche perche’ la polifonia era appena sufficientemente per usare un solo suono, io avevo due moduli yamaha mezza unita’ rack, collegati in coppia perche ognuno aveva 8 o 16 note di polifonia (non ricordo bene), ho avuto una master e due tastiere, e una rack pieno di moduli sonori, roland u 220, yamaha tg 500, korg m3r. Elka ek 44, ….. che tempi….. nel rack avevo un mixer solo per me, e poi andavo al fonico
La semplicità vince. Sempre. Ultimamente nei concerti io uso solo due workstation, di cui una come principale, con cui faccio praticamente tutto, e una come "muletto" nel malaugurato caso si guastasse la principale. In alcuni casi particolari, ma rari, posso aggiungere un clone Hammond per certi solisti di organo fondamentali. Preferisco "stare sul pezzo", senza distrazioni nel dover gestire più strumenti.
Ottima sintesi! Sono di parte, sia nei locali che nelle piazze, per progetti cover/tribute sempre portato solo una WS, scuola Rudess…se programmata bene basta e avanza per me.
Dopo molti anni ho un sistema che mi soddisfa. Al punto che non prevedo modifiche. Tutto software. GigPerformer sul Mac. Un controller a 73 tasti pesati (YC73) ed uno a 61 tasti con aftertouch (NI Kontrol 61 mkII). L'YC ha a bordo un set di suoni pronti per la mia band, ma solo in caso di non funzionamento del sistema software, ad oggi evento mai capitato.
Bel video come al solito e parole sante. Domanda, faccio fatica a trovare qualcuno che parla dell'amplificazione delle tastiere per live, potrebbe essere un argomento per un prossimo video?
@@paologambino mi piacerebbe sapere generalmente cosa usi per il monitoraggio e se per situazioni medio piccole usi ampli tuoi (e magari cosa consigli) o se bene o male ci si collega sempre le PA dell'evento. E comunque, come fare a riprodurre i suoni che mi creo in cameretta, magari in cuffia o comunque in un ambiente piccolo e controllato, il piu' fedelmente possibile anche in grandi situazioni? In generale trovo che ci siano milioni di video su ampli per chitarra e il fatto che abbiano certe caratteristiche ben precise, che caratterizzano poi il suono della chitarra e pochissimo disquisire sugli ampli per tastiere e come incidono sulla fedelta' del suono, sinceramente non ne capisco il perche'.
Dipende da quello che devi fare: io ad esempio ho un tributo a Rick Wakeman (che a volte propongo con l’orchestra) e me ne porto ben 8! Sarei ridicolo se con un progetto del genere mi presentassi sul palco con due workstation! Comunque minimo nei progetti teatrali me ne porto 4 poiché anche per la mia età sono insofferente ai set up minimali! Il computer con i vst poi…..per carità!
Non entro nel merito. Solo un appunto. Rudess ha il Kronos collegato ad un sistema di controllo non banale, che gestisce la Korg come fosse una tastiera multipla.
A meno che non devi fare concerti con qualche big,secondo me due tastiere sono più che sufficienti.Una di base,un buon piano digitale,con un bel pad di tappetone,ed un synth sopra di esso,già programmato con i suoni che ti servono,basta e avanza.Anche perché sarebbe assurdo avere un synth con diecimila suoni,ed usarne due o tre.Altra cosa tanti anni fa,quando solo per gli archi si usava il Solinas,per l'organo il Compat duo della Farfisa e cosi via...Ma già dalla DX7 in poi si sono ridotte notevolmente le tastiere,già con la DX7 e la Roland D50,avevi voci a non finire.
La tua.. battutaccia all allievo riassume esattamente la pura verità ahimè.😊 Un abbraccio
Complimenti, in 8 minuti hai sintetizzato un argomento che spesso è motivo di discussione. Non c'è da aggiungere altro. Condivido al 100%
Complimenti per la tua spiegazione, suono per hobby, dal mio punto di vista penso di sfruttare al massimo una tastiera, ovviamente dipende dal genere che si vuole suonare, io personalmente uso solo una rastiera 73 tasti, sia per i live che in studio, usando gli split per i vari suoni ed inoltre usando il pedale per altri suoni, in particolare per parti soliste e ritornelli.
Non sono un professionista, suono le tastiere per passione da circa 30 anni, ho suonato con vari gruppi, ho iniziato con il mitico Korg M1 , unica tastiera per un lungo periodo. Secondo me l’importante è riuscire a sfruttare il più possibile le potenzialità che lo strumento offre, d’altronde bisogna fare i conti con il portafoglio. Le tastiere all’epoca costavano molto ,pesavano molto ed era dura trasportarle montarle e smontarle. Dopo l’M1 ho avuto molte altre tastiere ( korg triton le, Yamaha s90 [ troppo per me ] korg M3 [ la peggiore] Yamaha mm6 [ la migliore] . Poi ho cercato di viaggiare con un bagaglio un po’ più leggero, attualmente posseggo un Roland juno gi un nord electro 3 ( che non uso più dal vivo )un Yamaha ck 61 e un Roland Juno x. Il grande vantaggio del ck 61 e del junox e’ il fatto che con entrambe e’ possibile cambiare i suoni senza sentire lo stacco tra uno e l’altro, si possono gestire 3 - 4 parti dividendo i suoni per ognuna. Insomma, per quello che devo fare dal vivo due tastiere bastano e avanzano. Grazie Paolo per questa riflessione
Om 🎉Senpre il top🎉
Condivido in pieno. Semplificare, anche per noi tastieristi squattrinati 😉, significa potersi permettere un sistema di backup.
Una volta si usavano molte macchine anche perche’ la polifonia era appena sufficientemente per usare un solo suono, io avevo due moduli yamaha mezza unita’ rack, collegati in coppia perche ognuno aveva 8 o 16 note di polifonia (non ricordo bene), ho avuto una master e due tastiere, e una rack pieno di moduli sonori, roland u 220, yamaha tg 500, korg m3r. Elka ek 44, ….. che tempi….. nel rack avevo un mixer solo per me, e poi andavo al fonico
La semplicità vince. Sempre. Ultimamente nei concerti io uso solo due workstation, di cui una come principale, con cui faccio praticamente tutto, e una come "muletto" nel malaugurato caso si guastasse la principale. In alcuni casi particolari, ma rari, posso aggiungere un clone Hammond per certi solisti di organo fondamentali. Preferisco "stare sul pezzo", senza distrazioni nel dover gestire più strumenti.
La verità è che ogni passione prima o poi si evolve (o degenera ) nel collezionismo
Ottima sintesi! Sono di parte, sia nei locali che nelle piazze, per progetti cover/tribute sempre portato solo una WS, scuola Rudess…se programmata bene basta e avanza per me.
Dipende dalle situazioni in cui si suona e cosa si deve fare.
Dopo molti anni ho un sistema che mi soddisfa. Al punto che non prevedo modifiche. Tutto software. GigPerformer sul Mac. Un controller a 73 tasti pesati (YC73) ed uno a 61 tasti con aftertouch (NI Kontrol 61 mkII).
L'YC ha a bordo un set di suoni pronti per la mia band, ma solo in caso di non funzionamento del sistema software, ad oggi evento mai capitato.
Bel video come al solito e parole sante. Domanda, faccio fatica a trovare qualcuno che parla dell'amplificazione delle tastiere per live, potrebbe essere un argomento per un prossimo video?
Perchè no?
Ti riferisci al monitoraggio o a cos'altro?
@@paologambino mi piacerebbe sapere generalmente cosa usi per il monitoraggio e se per situazioni medio piccole usi ampli tuoi (e magari cosa consigli) o se bene o male ci si collega sempre le PA dell'evento. E comunque, come fare a riprodurre i suoni che mi creo in cameretta, magari in cuffia o comunque in un ambiente piccolo e controllato, il piu' fedelmente possibile anche in grandi situazioni?
In generale trovo che ci siano milioni di video su ampli per chitarra e il fatto che abbiano certe caratteristiche ben precise, che caratterizzano poi il suono della chitarra e pochissimo disquisire sugli ampli per tastiere e come incidono sulla fedelta' del suono, sinceramente non ne capisco il perche'.
Dipende da quello che devi fare: io ad esempio ho un tributo a Rick Wakeman (che a volte propongo con l’orchestra) e me ne porto ben 8! Sarei ridicolo se con un progetto del genere mi presentassi sul palco con due workstation! Comunque minimo nei progetti teatrali me ne porto 4 poiché anche per la mia età sono insofferente ai set up minimali! Il computer con i vst poi…..per carità!
Non entro nel merito.
Solo un appunto.
Rudess ha il Kronos collegato ad un sistema di controllo non banale, che gestisce la Korg come fosse una tastiera multipla.
A meno che non devi fare concerti con qualche big,secondo me due tastiere sono più che sufficienti.Una di base,un buon piano digitale,con un bel pad di tappetone,ed un synth sopra di esso,già programmato con i suoni che ti servono,basta e avanza.Anche perché sarebbe assurdo avere un synth con diecimila suoni,ed usarne due o tre.Altra cosa tanti anni fa,quando solo per gli archi si usava il Solinas,per l'organo il Compat duo della Farfisa e cosi via...Ma già dalla DX7 in poi si sono ridotte notevolmente le tastiere,già con la DX7 e la Roland D50,avevi voci a non finire.