straordinaria capacità di penetrare il pensiero dei filosofi e pensatori e di leggerlo e interpretarlo per comprenderlo!!! Come un Aristotele e un Heidegger attuale.
37:10 l'inautenticita per inconsapevolezza, il non poter restare nella fatticità dell'istante, lo sguardo intenzionale e progettuale è evasione continua
Purtroppo tutta l’analisi di Volpi - prematuramente scomparso per un incidente nel 2009 - è viziata da “antropologismo”. Come H ha sempre detto, EeT non è da intendersi come un’antropologia filosofica ma come una preparazione di un pensiero dell’essere a prescindere dall’ente. Il Da-sein non è l’esserci - brutta e fuorviante traduzione - ma un sostenere la Lichtung indicata nel Da. Inoltre quello che urta in questa presentazione è il tentativo tirato per i capelli di ricondurre tutto ad Aristotele, alla tradizione cristiana e al “romanzo gnostico”. Ciò non permette di capire il piano essenziale di Sein und Zeit. Infine c’è una clamorosa svista, e cioè il non aver compreso il nesso tra la Eigentlichkeit e l’Er-eignis, termine storpiato nell’insulso “evento”. Insomma tutto da rifare a causa del vizio di voler storicizzare Heidegger: guardarlo dall’esterno con la pretesa di spiegare. Quello che sinottiene è un fallimento totale dell’intesa.
Quella frase di H. non può essere intesa meccanicamente come segno di una posizione antiscientifica. Significa tutt’altro. Ora provo a spigartelo, a patto che tu dimetta l’aria da bullo e da sapientone. Pensa alla fisica: questa scienza usa, ad esempio, i concetti di tempo, spazio e di moto. Ma, appunto, li usa ma non li ricava da un ragionamento interno alla fisica stessa. Vale dunque la seguente legge: nessuna scienza può mostrare l’attendibilità della propria forma di conoscenza mediante tale forma, ossia restando nel suo proprio linguaggio. Come vedi, una scienza non può, mediante se stessa, “pensare” ì propri concetti di fondo. Quindi pensa sì, ma non fino in fondo. Quindi rischia di trasformarsi in pura performatività interessata solo ai “risultati”. Se questa spiegazione ti sembra ragionevole, bene, altrimenti lasciamo stare: resta nel tuo reticolo di opinioni e vai per la tua strada. Ma, lo ripeto, non fare il bullo.
indimenticabile Volpi, tragicamente scomparso durante una perlustrazione in bicicletta sui Colli Euganei
@@michelavicariotto3010 Grazie per la precisazione (che purtroppo non ci restituisce Volpi)
straordinaria capacità di penetrare il pensiero dei filosofi e pensatori e di leggerlo e interpretarlo per comprenderlo!!! Come un Aristotele e un Heidegger attuale.
que maravilla las pausas que hace, es como si cogiera un respiro de palabras ante de hablar.
53:30 SI e il mi piace, ossia pollicione alto
Mungesa e volpit eshte nje mungese e madhe ne kontributin e filosofise ne nje kohe kaq shume inauthenticity
37:10 l'inautenticita per inconsapevolezza, il non poter restare nella fatticità dell'istante, lo sguardo intenzionale e progettuale è evasione continua
grazie
Aristotele come compreso da Heidegger potrebbe essere fondamentale anche oggi, se fossimo in grado di ascoltarlo.
@@Andrea-xt1sy Anche senza Heidegger 😉
08:20 IL TEMPO - Aristotele/Heidegger: Prima-Dasein-Poi
21:40 il prendersi Cura, come attivita
dell'esserci
1:30:00 Tecnica
c è una parte che precede disponibile?
Altri video di Franco Volpi sono disponibili sul mio canale UA-cam
qual è l'ordine?
Purtroppo tutta l’analisi di Volpi - prematuramente scomparso per un incidente nel 2009 - è viziata da “antropologismo”. Come H ha sempre detto, EeT non è da intendersi come un’antropologia filosofica ma come una preparazione di un pensiero dell’essere a prescindere dall’ente.
Il Da-sein non è l’esserci - brutta e fuorviante traduzione - ma un sostenere la Lichtung indicata nel Da.
Inoltre quello che urta in questa presentazione è il tentativo tirato per i capelli di ricondurre tutto ad Aristotele, alla tradizione cristiana e al “romanzo gnostico”. Ciò non permette di capire il piano essenziale di Sein und Zeit.
Infine c’è una clamorosa svista, e cioè il non aver compreso il nesso tra la Eigentlichkeit e l’Er-eignis, termine storpiato nell’insulso “evento”.
Insomma tutto da rifare a causa del vizio di voler storicizzare Heidegger: guardarlo dall’esterno con la pretesa di spiegare. Quello che sinottiene è un fallimento totale dell’intesa.
44:30 l'essere-nel-mondo il Chi
1:48:00 perché ET non è un Etica della ragione
1:20:00 il proprio destino
Peccato sia scomparso troppo presto
1:10:00 ritorno dell'esserci a se stesso
53:00 essere per la morte
Ciao prof
1:09:00
Lezione di rara bellezza e acume
24:40 la dinamica decadente del movimento della vita, la tendenza all'occultamento di se
Heidegger ha detto che la scienza non pensa, questa è una idiozia, è Heidegger che non pensa. Pessimo.
Quella frase di H. non può essere intesa meccanicamente come segno di una posizione antiscientifica. Significa tutt’altro. Ora provo a spigartelo, a patto che tu dimetta l’aria da bullo e da sapientone. Pensa alla fisica: questa scienza usa, ad esempio, i concetti di tempo, spazio e di moto. Ma, appunto, li usa ma non li ricava da un ragionamento interno alla fisica stessa. Vale dunque la seguente legge: nessuna scienza può mostrare l’attendibilità della propria forma di conoscenza mediante tale forma, ossia restando nel suo proprio linguaggio. Come vedi, una scienza non può, mediante se stessa, “pensare” ì propri concetti di fondo. Quindi pensa sì, ma non fino in fondo. Quindi rischia di trasformarsi in pura performatività interessata solo ai “risultati”. Se questa spiegazione ti sembra ragionevole, bene, altrimenti lasciamo stare: resta nel tuo reticolo di opinioni e vai per la tua strada. Ma, lo ripeto, non fare il bullo.
@@paolobraghi8874 pessima risposta. Guarda che il bullo sei tu, pensaci su.
Ma scherzi... questi sono sapientoni che altro che Heidegger...😂