Mi ricorda il mio prosessore di filosofia Prof. Luca Badini Confalonieri dell'Università di Strasburgo. Mi piace ascoltarlo, leggo ''Dopo Nietzsche'' al momento.
Complimenti tracciare in poco piu" di un'ora gli elementi portanti di un filosofo e in particolare di Nietzsche e' già di per sé arduo senza il rischio di perdere per strada qualche aspetto importante e deviante. Nietzsche forse non poteva che impazzire avendo scoperto la "follia" di questo mondo.
Nietzsche in realtà non è impazzito ha semplicemente avuto un crollo psico/fisico perché si è avvicinato troppo alla propria Unità Unicità Totalità e non era ancora in grado di viverla ... Tutto qui quo qua . Gaetano
Per comprendere Nietzsche e essenziale aver sciolto almeno cinque dei sette segmenti emozionali fisico mentali scoperti da W . Reich . Quindi Nietzsche non solo è filosofo filologo artista ma ey il primo vero psicologo . Senza di Lui non esisterebbe la psicologia e soprattutto l' orgonomia . Quindi nel oggi sono solo i pochissimi s comprenderlo . Vi aveva avvertito .. Non fate con me ciò che non ho mai detto ma che invece vi appartiene .Gaetano
Ottima analisi del vero pensiero nietzschiano, purtroppo sovente frainteso e anche manipolato. Per fortuna che filosofi di grande spessore come Deleuze e Onfray oggi l'hanno rivalutato alla grande. Nietzsche è infatti un o dei massimi pensatori d'Occidente, quello che ha terminato ed espulso la metafisica dalla filosofia (Heidegger dixit). C'è infatti una filosofia occidentale prima di lui ed una dopo di lui : Nietzsche è una specie di grande spartiacque insomma. Peccato infine, che il prof. non fa nemmeno un accenno alla sua opera-poema più importante che è "Così parlò Zarathustra" - difficile da capire alla prima lettura perché opera altamente metaforica. Consiglio: non leggete per prima opera lo Zarathustra che andrebbe letta solo per ultima, dopo aver compreso le altre sue opere molto più accessibili ad iniziare forse dalla "Gaia Scienza". Altro consiglio: lasciate perdere il grosso volume apocrifo "La Volontà di Potenza" , assemblato e manipolato dalla terribile sua sorella Elisabeth Nietzsche che lo allestì appositamente per ingraziarsi Hitler e il Nazismo. Inoltre contiene moltissimi aforismi tardivi, quando la paranoia cominciava ad imperare sempre più. Friedrich è innocente in quanto al nazismo, perché morì nel 1900 e poi ammirava gli ebrei, ma disprezzava proprio i tedeschi (!) e persino lo Stato tedesco. Come faceva uno simile essere un proto-nazista ?! : Assurdo, semplicemente assurdo. Di questo malinteso enorme (!) è colpevole soprattutto sua sorella, vera nazista antisemita, che ha manipolò la sua opera in modo fuorviante col succitato volume apocrifo, sovente pure falso-fuorviante. Infine, ma non da ultimo: non cercate mai di applicare il pensiero di Nietzsche in politica: chi l'ha tentato di fare ha combinato solo grossi guai. A lui questo non interessava per nulla. Lui è un filosofo dello sviluppo della personalità INDIVIDUALE quasi in contrapposizione con lo Stato e la collettività. Piuttosto la mette in relazione con l'arte e la Natura, mai con lo Stato. Su questo va fatta chiarezza assoluta.
Al di là delle manipolazioni, della sorella e dei fraintendimenti, c'è il fatto che in tutte le opere di Nietzsche non si riesce a cavare un ragno dal buco, a trovare cioè un pensiero che possa definirsi filosofico, anzi lui è proprio il "filosofo" che ha sputato addosso alla storia della filosofia, alla sana e spassionata ricerca filosofica e ai filosofi, a partire da Socrate. L'aver scacciato la metafisica dalla filosofia in luogo di essere una nota di merito è, al contario, un demerito, un disvalore e un grosso errore: per questo Nietzsche va disprezzato e anche ridicolizzato, quando si pensa che lo sviluppo della personalità individuale non è il fine ultimo dell'uomo e della sua ricerca filosofica, bensì è una tappa intermedia, che lungi dallo sfociare in quella figura nebulosa e mitologica dello Ubermensch, dovrebbe condurre ad una più alta forma di ascesi spirituale, ciò che Nietzsche aborriva! Dopo Kant e soprattutto dopo Schopenhauer, la metafisica e la filosofia devono essere considerate come unite, perché è cambiata la prospettiva, allo stesso modo che in fisica dopo Einstein lo spazio e il tempo sono considerati fusi in un'unica entità chiamata cronotopo.
È il solito pregiudizio della accademia (italiana soprattutto) che Nietzsche non sarebbe un vero filosofo perché non ha mai scritto un trattato sistematico di filosofia nel senso tradizionale del termine. Questo rimprovero è un enorme non-senso: è come affermare che Socrate, non avendo mai scritto un trattato sistematico, per questo non sarebbe un vero filosofo (sic!) È solo un pregiudizio accademico dogmatico che escluderebbe di per sé dal mondo filosofico un numero grandissimo di pensatori eccezionali che invece possono esser tranquillamente qualificati come veri filosofi. Vero è che Nietzsche fu molto di più che solo un filosofo: fu una specie di poligrafo: filologo eccezionale, l'artista e stilista letterato più grande dopo Goehte; persino un musicista; in ogni caso un grandissimo scrittore d'aforismi e poemi: infatti lo "Zarathustra " è un poema filosofico che annuncia la morte di Dio e la nascita dell'uomo nuovo raffigurato dal bambino. Filosofare vuol dire pensare criticamente con la propria testa e non c'è affatto bisogno del timbro accademico (Derridda). Lei pretende che da tutte le opere di Nietzsche non si trarrebbe alcun pensiero filosofico ?? Allora proprio non ci siamo: o lei non ha mai letto né capito nulla di Nietzsche (molto probabile) oppure è solo un prevenuto classico anti-nietzschiano come ce n'è a iosa nell'italica accademia cristiana. Nietzsche ha insistito sullo sviluppo delle potenzialità umane ("Diventa quel che sei!") al di là dei condizionamenti asfittci-castranti del pensiero dogmatico benpensante cristiano. Ha insegnato che la vita va vissuta appieno qui su questa Terra e non nel cervellotico Iperuranio platonico-cristiano post mortem. Della propria vita bisogna farne un opera d'arte (!) che nell'ipotesi d'un eterno ritorno, varrebbe la pena di esser rivissuta identica all'infinito. > Tutto ciò non sarebbe un valido pensiero filosofico? Non mi dilungo oltre perché non ne vale proprio la (mia) pena. Quel che certi accademici miopi non tollerano affatto, è proprio la figura del filosofo-artista come Nietzsche, che è poi quella che vede molto più lontano di altri.
Bé in effetti, a rigori, la sapienza di Socrate potrebbe essere benissimo un atto di fede. Non c'è dubbio che il Socrate platonico esprima pensieri di Platone: infatti il Socrate senofonteo non sembra essere così sapiente. Ma, a parte questo, e a parte i timbri accademici che a noi non interessano affatto: perché considerare filosofo uno scrittore che potrebbe semplicemente essere annoverato tra i prosatori tedeschi, come lo è stato il grande Goethe, il quale, sebbene le sue opere non siano estranee alla filosofia, in quanto questa a volte confina con la poesia, viene stimato come poeta? Il cavillo è tutto qui: Nietzsche non è un filosofo. Il problema è che lui, a differenza di Goethe, si è occupato di filosofia, presentandosi addirittura come il primo ad aver scoperto la verità e a parlare di menzogna come menzogna, quando il primo a parlare di menzogna, qui in occidente, è stato proprio Scocrate, quel Socrate tanto aborrito dal Nostro, quel Socrate che se ne andava in giro per Atene come uno straccione a smascherare i sofisti, ovvero coloro che si ritenevano sapienti senza esserlo. Insomma la mia vuole essere un'analisi filosofica paraccademica senza pregiudiziali. E da quest'analisi emerge, a dir la verità, più la malattia dell'uomo Nietzsche che la filosofia. La filosofia di Nietzsche è stata mitizzata; e concetti vaghi quali quelli di Oltreuomo, Transvalutazione di tutti i valori, Eterno ritorno e Volontà di potenza, sono assunti come stelle comete di una nuova umanità. Ma qui si pone la domanda: perché tanto interesse per Nietzsche che non è neppure un filosofo?
Perché fu uno dei più grandi pensatori controcorrente di tutto l'Occidente. Tanto da far dire a Heidegger (che lo studiò per una vita intera) che con Nietzsche la metafisica occidentale in filosofia s'è conclusa, e scusate se è poco. Punto. Si può continuare la sterile discussione di mera lana caprina, se egli meriti la qualifica ufficiale di "filosofo", ma non ne vale certo la pena. È come ad es. la sterile polemica su Fabrizio De André , se meritasse anche la qualifica di "poeta" : problemi di lana caprina. Cosa lasciò Nietzsche all'Occidente? Un enormità a dir poco. Influenzò l'arte moderna e il successivo modo di pensare aprendo una nuova era, quello del relativismo, prospettivismo e del soggettivismo moderno, che portò a Freud, Heidegger, Sarte e quindi all'esistenzialismo. In particolare Freud scoprì l'inconscio e la liberazione degli impulsi (non solo sessuali) proprio grazie a Nietzsche: copiò interi aforismi cambiandoli solo pochino, senza mai citare le vere fonti d'ispirazione: la disonestà anche intellettuale di Freud è ormai cosa provata (v. Onfray). Va però anche precisato che Nietzsche è del tutto inutilizzabile in politica, materia che non gli interessava affatto essendo piuttosto un aristocratico anarcoide che odiava le istituzioni. La sua è filosofia dello sviluppo della personalità. Purtroppo però qualche cretino come Mussolini e poi Hitler, assunsero l'idea di "superuomo" anche in politica, ma senza mai capire che cosa Nietzsche intendeva parlando dell' "Uebermensch" - ossia dell' Oltre-uomo, quello che sa superare la mera animalità, la mediocrità e le tranquille, comode, meschine vogliuzze piccolo borghesi. L'Oltre-uomo in buona sostanza, è l' aspirazione a volare alto, per trarre il massimo dalla nostra unica vita qui sulla terra, e non nell'Iperuranio (che non c'è) tramite la volontà che tutto può. Ci insegna anche ad amare stoicamente il nostro destino (!) qualunque esso sia: "Amor Fati"
Io però questo discorso non lo prenderei così alla leggera, per me è una cosa grave! Si è conclusa la metafisica e con lei la ricerca dell'ontologia intesa come principio di realtà di ciò che è e mai diviene, per dirla con Platone, cioè la ricerca dell'uno nel molteplice, vale a dire l'Essere immutabile al di là dei fenomeni transeunti; quindi la cosa in sé che tanto aveva impegnato le indagini di Kant e che Schopenhauer con lo zelo di una vita si era affannato a dimostrarla nella volontà. Tutte queste cose con Nietzsche vengono seppellite in un sol colpo: fine della filosofia. Questo però non è un bene, perché il relativismo e l'esistenzialismo che ne sono seguiti, non hanno dato risposte all'uomo sui grandi temi della vita, ciò che ci si aspetta dalla filosofia. Queste correnti lo hanno chiuso nella dimensione materiale ed esistenziale, quando l'uomo ha aspirazioni spirituali che non possono essere ignorate o cancellate (come voleva Marx). Inoltre l'uomo è colpito dal thauma dell'esistenza, di quest'esitenza così scabrosa ed enigmatica, e cerca delle risposte. In aggiunta, ad un certo punto della sua vita, l'uomo prende coscienza che la vita è un'illusione e che il suo destino finale è la morte. Quando un soggetto contemplante fa queste considerazioni, il suo spirito potrebbe anche innalzarsi alla filosofia, alla ricerca di qualche stralcio di risposta: e come la mettiamo quando si accorge che è morta ed è stata seppellita da un pezzo, e le sue indagini invece di prendere la direzione dell'universale, hanno preso quella del particolare, a causa di un personaggio che ha colpito a morte la metafisica (Nietzsche) e di altri che gli hanno inferto il colpo di grazia (Heidegger, Derrida etc.)? Questo è il problema. Dalle ceneri della filosofia sono spuntate le scienze teoriche come la fisica relativistica e quantistica (che hanno cercato di indagare, a modo loro, sul macrocosmo e il microcosmo), lo spiritualismo (con Bergson), la fenomenologia (con Husserl), l’esistenzialismo (con Heidegger, Jaspers, Sartre), il pragmatismo (con James, Dewey), il realismo (con Whitehead, Russell), il neopositivismo (con Schlick, Wittgenstein), la filosofia analitica (con J. Ayer), la teoria critica della società (con Adorno, Horkheimer, Marcuse), lo strutturalismo (con LéviStrauss, Piaget, Foucault), l’ermeneutica (con Gadamer). Accanto a queste correnti si sono inoltre delineate alcune discipline cui si attribuisce il nome di scienze umane, in quanto assumono l’uomo come specifico oggetto d’indagine. Di tali scienze fanno parte la sociologia (con Comte, che ne è considerato il fondatore, Durkheim e Weber), la psicologia (con Jean Piaget), la psichiatria (con Binswanger, Sullivan), la psicoanalisi (con Freud, Jung), l’antropologia (con Morgan, Frazer, LévyBrhul), la linguistica strutturale (con Saussure, Chomsky), la semiotica (con Jakobson, Eco). Ora, questa estrema varietà e complessità, sia delle teorie filosofiche sia delle discipline scientifiche appena nominate, impedisce una qualsiasi sintesi che risulti insieme chiara e precisa. Nel XX secolo si è giunti addirittura a considerare la scienza logico-matematica come un qualcosa sotto cui far rientrare la filosofia stessa, tanto che Wittgenstein ebbe a dire: «Il giorno in cui riuscissimo a formalizzare i problemi filosofici come in matematica, avremmo fatto la filosofia». Tutto ciò ha creato uno smarrimento nell'essere umano moderno, che non sa a cosa attenersi, e lo porta di conseguenza a struggersi nel dubbio eterno. C'è addirittura chi sostiene che la filosofia sia un processo continuo di costruzione; una scienza che va discussa e che si rinnova rispetto alla verità in continua trasformazione. La filosofia, si dice, si rivoluziona esattamente come le scienze (secondo le analisi di Kuhn). Dunque la verità sarebbe come un fenomeno che si trasforma nel tempo; anzi addirittura un fenomeno che segue la storia (obbrobrio hegeliano!), sicché non ci serve più studiare Platone a distanza di oltre due millenni, perché quello che diceva lui nell’antica Grecia è completamente cambiato, oramai superato. La conseguenza è che oggi tutto viene ridotto ad opinione in un sistema di relativismi senza senso. Questi sono i danni gravissimi avviati [inconsapevolmente] da Nietzsche, alimentati da coloro che lo hanno spacciato per filosofo; danni al cospetto dei quali, quelli provocati dal nazismo sono un'inezia.
Ma perché citare un aforisma della volontà di potenza che Nietzsche non scrisse mai, per individuare uno stato psicologico e umorale del filosofo nell'ultima parte importante della sua vita, mettendo un'ombra sulla grandezza del filosofo stesso, che viene descritto da questa lezione come un fallito insieme alla sua filosofia megalomane e utopistica, così definita dal relatore di questa lezione secondo me fuorviante, sulla vera grandezza e profondità della produzione teoretica del gigante della filosofia Nietzsche. E poi basta mettre il relazione Nietzsche con il Nazismo, quando appunto l'opera che più può avere delle connotazioni razziste, e quindi in simbiosi con il Nazismo la scrisse in verità la sorella, modificando molti aforismi del fratello con l'aiuto di Peter Gast, che evidentemente tanto amico di Nietzsche non era. Eh! 🤷♂️ 🤔🤨😡
Concordo, Gast infatti era un nazista provetto e Nietzsche in un frammento postumo lo definisce uno "scemo".. il celebre pensatore di Rocken non era assolutamente anti-semita...
Secondo me Nietzsche ha fornito eccome ai nazisti una base con o senza la sorella. Un concetto chiave, ovvero la "morale del servo", su cui si basa tutta la menzogna del Cristianesimo e della societa' occidentale in decadenza per Nietzsche, apre involontariamente a scenari di sopraffazione volti a ristabilire l'ordine naturale delle cose ovvero il ritorno dell'umano al dionisiaco a scapito dei poveracci biologici.
la chiarezza schietta di quest'uomo è ammirevole.
Esposizione chiarissima e completa.
Lezione eccellente. Chierezza e profondità Grazie
Mi ricorda il mio prosessore di filosofia Prof. Luca Badini Confalonieri dell'Università di Strasburgo. Mi piace ascoltarlo, leggo ''Dopo Nietzsche'' al momento.
Molto interessante. Grazie.
Complimenti tracciare in poco piu" di un'ora gli elementi portanti di un filosofo e in particolare di Nietzsche e' già di per sé arduo senza il rischio di perdere per strada qualche aspetto importante e deviante. Nietzsche forse non poteva che impazzire avendo scoperto la "follia" di questo mondo.
Nietzsche in realtà non è impazzito ha semplicemente avuto un crollo psico/fisico perché si è avvicinato troppo alla propria Unità Unicità Totalità e non era ancora in grado di viverla ... Tutto qui quo qua . Gaetano
1:22:55
IO inviterei il ragazzo "& Tutti gli interessati" alla lettura di Georges Ivanovič Gurdjieff !
Eccezionale!
Video veramente molto interessante.
Da Treviso liceo scientifico Da Vinci
Grazie
Molto interessante
Ma l'oratore e' per caso un collaboratore di radio radicale che cura una rubrica sulla lingua italiana? Mi sembra di riconoscerlo dalla voce.
Per comprendere Nietzsche e essenziale aver sciolto almeno cinque dei sette segmenti emozionali fisico mentali scoperti da W . Reich . Quindi Nietzsche non solo è filosofo filologo artista ma ey il primo vero psicologo . Senza di Lui non esisterebbe la psicologia e soprattutto l' orgonomia . Quindi nel oggi sono solo i pochissimi s comprenderlo . Vi aveva avvertito .. Non fate con me ciò che non ho mai detto ma che invece vi appartiene .Gaetano
vero!
Vero, non ricordo in quale sua opera, Nice dice che la psicologia è la madre di tutte le scienze.
Ottima analisi del vero pensiero nietzschiano, purtroppo sovente frainteso e anche manipolato. Per fortuna che filosofi di grande spessore come Deleuze e Onfray oggi l'hanno rivalutato alla grande. Nietzsche è infatti un o dei massimi pensatori d'Occidente, quello che ha terminato ed espulso la metafisica dalla filosofia (Heidegger dixit). C'è infatti una filosofia occidentale prima di lui ed una dopo di lui : Nietzsche è una specie di grande spartiacque insomma. Peccato infine, che il prof. non fa nemmeno un accenno alla sua opera-poema più importante che è "Così parlò Zarathustra" - difficile da capire alla prima lettura perché opera altamente metaforica. Consiglio: non leggete per prima opera lo Zarathustra che andrebbe letta solo per ultima, dopo aver compreso le altre sue opere molto più accessibili ad iniziare forse dalla "Gaia Scienza". Altro consiglio: lasciate perdere il grosso volume apocrifo "La Volontà di Potenza" , assemblato e manipolato dalla terribile sua sorella Elisabeth Nietzsche che lo allestì appositamente per ingraziarsi Hitler e il Nazismo. Inoltre contiene moltissimi aforismi tardivi, quando la paranoia cominciava ad imperare sempre più. Friedrich è innocente in quanto al nazismo, perché morì nel 1900 e poi ammirava gli ebrei, ma disprezzava proprio i tedeschi (!) e persino lo Stato tedesco. Come faceva uno simile essere un proto-nazista ?! : Assurdo, semplicemente assurdo. Di questo malinteso enorme (!) è colpevole soprattutto sua sorella, vera nazista antisemita, che ha manipolò la sua opera in modo fuorviante col succitato volume apocrifo, sovente pure falso-fuorviante. Infine, ma non da ultimo: non cercate mai di applicare il pensiero di Nietzsche in politica: chi l'ha tentato di fare ha combinato solo grossi guai. A lui questo non interessava per nulla. Lui è un filosofo dello sviluppo della personalità INDIVIDUALE quasi in contrapposizione con lo Stato e la collettività. Piuttosto la mette in relazione con l'arte e la Natura, mai con lo Stato. Su questo va fatta chiarezza assoluta.
Al di là delle manipolazioni, della sorella e dei fraintendimenti, c'è il fatto che in tutte le opere di Nietzsche non si riesce a cavare un ragno dal buco, a trovare cioè un pensiero che possa definirsi filosofico, anzi lui è proprio il "filosofo" che ha sputato addosso alla storia della filosofia, alla sana e spassionata ricerca filosofica e ai filosofi, a partire da Socrate. L'aver scacciato la metafisica dalla filosofia in luogo di essere una nota di merito è, al contario, un demerito, un disvalore e un grosso errore: per questo Nietzsche va disprezzato e anche ridicolizzato, quando si pensa che lo sviluppo della personalità individuale non è il fine ultimo dell'uomo e della sua ricerca filosofica, bensì è una tappa intermedia, che lungi dallo sfociare in quella figura nebulosa e mitologica dello Ubermensch, dovrebbe condurre ad una più alta forma di ascesi spirituale, ciò che Nietzsche aborriva! Dopo Kant e soprattutto dopo Schopenhauer, la metafisica e la filosofia devono essere considerate come unite, perché è cambiata la prospettiva, allo stesso modo che in fisica dopo Einstein lo spazio e il tempo sono considerati fusi in un'unica entità chiamata cronotopo.
È il solito pregiudizio della accademia (italiana soprattutto) che Nietzsche non sarebbe un vero filosofo perché non ha mai scritto un trattato sistematico di filosofia nel senso tradizionale del termine. Questo rimprovero è un enorme non-senso: è come affermare che Socrate, non avendo mai scritto un trattato sistematico, per questo non sarebbe un vero filosofo (sic!) È solo un pregiudizio accademico dogmatico che escluderebbe di per sé dal mondo filosofico un numero grandissimo di pensatori eccezionali che invece possono esser tranquillamente qualificati come veri filosofi. Vero è che Nietzsche fu molto di più che solo un filosofo: fu una specie di poligrafo: filologo eccezionale, l'artista e stilista letterato più grande dopo Goehte; persino un musicista; in ogni caso un grandissimo scrittore d'aforismi e poemi: infatti lo "Zarathustra " è un poema filosofico che annuncia la morte di Dio e la nascita dell'uomo nuovo raffigurato dal bambino. Filosofare vuol dire pensare criticamente con la propria testa e non c'è affatto bisogno del timbro accademico (Derridda). Lei pretende che da tutte le opere di Nietzsche non si trarrebbe alcun pensiero filosofico ?? Allora proprio non ci siamo: o lei non ha mai letto né capito nulla di Nietzsche (molto probabile) oppure è solo un prevenuto classico anti-nietzschiano come ce n'è a iosa nell'italica accademia cristiana. Nietzsche ha insistito sullo sviluppo delle potenzialità umane ("Diventa quel che sei!") al di là dei condizionamenti asfittci-castranti del pensiero dogmatico benpensante cristiano. Ha insegnato che la vita va vissuta appieno qui su questa Terra e non nel cervellotico Iperuranio platonico-cristiano post mortem. Della propria vita bisogna farne un opera d'arte (!) che nell'ipotesi d'un eterno ritorno, varrebbe la pena di esser rivissuta identica all'infinito. > Tutto ciò non sarebbe un valido pensiero filosofico? Non mi dilungo oltre perché non ne vale proprio la (mia) pena. Quel che certi accademici miopi non tollerano affatto, è proprio la figura del filosofo-artista come Nietzsche, che è poi quella che vede molto più lontano di altri.
Bé in effetti, a rigori, la sapienza di Socrate potrebbe essere benissimo un atto di fede. Non c'è dubbio che il Socrate platonico esprima pensieri di Platone: infatti il Socrate senofonteo non sembra essere così sapiente. Ma, a parte questo, e a parte i timbri accademici che a noi non interessano affatto: perché considerare filosofo uno scrittore che potrebbe semplicemente essere annoverato tra i prosatori tedeschi, come lo è stato il grande Goethe, il quale, sebbene le sue opere non siano estranee alla filosofia, in quanto questa a volte confina con la poesia, viene stimato come poeta? Il cavillo è tutto qui: Nietzsche non è un filosofo. Il problema è che lui, a differenza di Goethe, si è occupato di filosofia, presentandosi addirittura come il primo ad aver scoperto la verità e a parlare di menzogna come menzogna, quando il primo a parlare di menzogna, qui in occidente, è stato proprio Scocrate, quel Socrate tanto aborrito dal Nostro, quel Socrate che se ne andava in giro per Atene come uno straccione a smascherare i sofisti, ovvero coloro che si ritenevano sapienti senza esserlo. Insomma la mia vuole essere un'analisi filosofica paraccademica senza pregiudiziali. E da quest'analisi emerge, a dir la verità, più la malattia dell'uomo Nietzsche che la filosofia. La filosofia di Nietzsche è stata mitizzata; e concetti vaghi quali quelli di Oltreuomo, Transvalutazione di tutti i valori, Eterno ritorno e Volontà di potenza, sono assunti come stelle comete di una nuova umanità. Ma qui si pone la domanda: perché tanto interesse per Nietzsche che non è neppure un filosofo?
Perché fu uno dei più grandi pensatori controcorrente di tutto l'Occidente. Tanto da far dire a Heidegger (che lo studiò per una vita intera) che con Nietzsche la metafisica occidentale in filosofia s'è conclusa, e scusate se è poco. Punto. Si può continuare la sterile discussione di mera lana caprina, se egli meriti la qualifica ufficiale di "filosofo", ma non ne vale certo la pena. È come ad es. la sterile polemica su Fabrizio De André , se meritasse anche la qualifica di "poeta" : problemi di lana caprina. Cosa lasciò Nietzsche all'Occidente? Un enormità a dir poco. Influenzò l'arte moderna e il successivo modo di pensare aprendo una nuova era, quello del relativismo, prospettivismo e del soggettivismo moderno, che portò a Freud, Heidegger, Sarte e quindi all'esistenzialismo. In particolare Freud scoprì l'inconscio e la liberazione degli impulsi (non solo sessuali) proprio grazie a Nietzsche: copiò interi aforismi cambiandoli solo pochino, senza mai citare le vere fonti d'ispirazione: la disonestà anche intellettuale di Freud è ormai cosa provata (v. Onfray). Va però anche precisato che Nietzsche è del tutto inutilizzabile in politica, materia che non gli interessava affatto essendo piuttosto un aristocratico anarcoide che odiava le istituzioni. La sua è filosofia dello sviluppo della personalità. Purtroppo però qualche cretino come Mussolini e poi Hitler, assunsero l'idea di "superuomo" anche in politica, ma senza mai capire che cosa Nietzsche intendeva parlando dell' "Uebermensch" - ossia dell' Oltre-uomo, quello che sa superare la mera animalità, la mediocrità e le tranquille, comode, meschine vogliuzze piccolo borghesi. L'Oltre-uomo in buona sostanza, è l' aspirazione a volare alto, per trarre il massimo dalla nostra unica vita qui sulla terra, e non nell'Iperuranio (che non c'è) tramite la volontà che tutto può. Ci insegna anche ad amare stoicamente il nostro destino (!) qualunque esso sia: "Amor Fati"
Io però questo discorso non lo prenderei così alla leggera, per me è una cosa grave!
Si è conclusa la metafisica e con lei la ricerca dell'ontologia intesa come principio di realtà di ciò che è e mai diviene, per dirla con Platone, cioè la ricerca dell'uno nel molteplice, vale a dire l'Essere immutabile al di là dei fenomeni transeunti; quindi la cosa in sé che tanto aveva impegnato le indagini di Kant e che Schopenhauer con lo zelo di una vita si era affannato a dimostrarla nella volontà. Tutte queste cose con Nietzsche vengono seppellite in un sol colpo: fine della filosofia.
Questo però non è un bene, perché il relativismo e l'esistenzialismo che ne sono seguiti, non hanno dato risposte all'uomo sui grandi temi della vita, ciò che ci si aspetta dalla filosofia. Queste correnti lo hanno chiuso nella dimensione materiale ed esistenziale, quando l'uomo ha aspirazioni spirituali che non possono essere ignorate o cancellate (come voleva Marx). Inoltre l'uomo è colpito dal thauma dell'esistenza, di quest'esitenza così scabrosa ed enigmatica, e cerca delle risposte. In aggiunta, ad un certo punto della sua vita, l'uomo prende coscienza che la vita è un'illusione e che il suo destino finale è la morte. Quando un soggetto contemplante fa queste considerazioni, il suo spirito potrebbe anche innalzarsi alla filosofia, alla ricerca di qualche stralcio di risposta: e come la mettiamo quando si accorge che è morta ed è stata seppellita da un pezzo, e le sue indagini invece di prendere la direzione dell'universale, hanno preso quella del particolare, a causa di un personaggio che ha colpito a morte la metafisica (Nietzsche) e di altri che gli hanno inferto il colpo di grazia (Heidegger, Derrida etc.)?
Questo è il problema.
Dalle ceneri della filosofia sono spuntate le scienze teoriche come la fisica relativistica e quantistica (che hanno cercato di indagare, a modo loro, sul macrocosmo e il microcosmo), lo spiritualismo (con Bergson), la fenomenologia (con Husserl), l’esistenzialismo (con Heidegger, Jaspers, Sartre), il pragmatismo (con James, Dewey), il realismo (con Whitehead, Russell), il neopositivismo (con Schlick, Wittgenstein), la filosofia analitica (con J. Ayer), la teoria critica della società (con Adorno, Horkheimer, Marcuse), lo strutturalismo (con LéviStrauss, Piaget, Foucault), l’ermeneutica (con Gadamer). Accanto a queste correnti si sono inoltre delineate alcune discipline cui si attribuisce il nome di scienze umane, in quanto assumono l’uomo come specifico oggetto d’indagine. Di tali scienze fanno parte la sociologia (con Comte, che ne è considerato il fondatore, Durkheim e Weber), la psicologia (con Jean Piaget), la psichiatria (con Binswanger, Sullivan), la psicoanalisi (con Freud, Jung), l’antropologia (con Morgan, Frazer, LévyBrhul), la linguistica strutturale (con Saussure, Chomsky), la semiotica (con Jakobson, Eco).
Ora, questa estrema varietà e complessità, sia delle teorie filosofiche sia delle discipline scientifiche appena nominate, impedisce una qualsiasi sintesi che risulti insieme chiara e precisa.
Nel XX secolo si è giunti addirittura a considerare la scienza logico-matematica come un qualcosa sotto cui far rientrare la filosofia stessa, tanto che Wittgenstein ebbe a dire: «Il giorno in cui riuscissimo a formalizzare i problemi filosofici come in matematica, avremmo fatto la filosofia».
Tutto ciò ha creato uno smarrimento nell'essere umano moderno, che non sa a cosa attenersi, e lo porta di conseguenza a struggersi nel dubbio eterno. C'è addirittura chi sostiene che la filosofia sia un processo continuo di costruzione; una scienza che va discussa e che si rinnova rispetto alla verità in continua trasformazione. La filosofia, si dice, si rivoluziona esattamente come le scienze (secondo le analisi di Kuhn). Dunque la verità sarebbe come un fenomeno che si trasforma nel tempo; anzi addirittura un fenomeno che segue la storia
(obbrobrio hegeliano!), sicché non ci serve più studiare Platone a distanza di oltre due millenni, perché quello che diceva lui nell’antica Grecia è completamente cambiato, oramai superato. La conseguenza è che oggi tutto viene ridotto ad opinione in un sistema di relativismi senza senso.
Questi sono i danni gravissimi avviati [inconsapevolmente] da Nietzsche, alimentati da coloro che lo hanno spacciato per filosofo; danni al cospetto dei quali, quelli provocati dal nazismo sono un'inezia.
No ma la sigla musicale all’inizio? Anche la parte finale con le famigerate ‘domande’ del pubblico è assolutamente eliminabile.
inascoltabile
Ma perché citare un aforisma della volontà di potenza che Nietzsche non scrisse mai, per individuare uno stato psicologico e umorale del filosofo nell'ultima parte importante della sua vita, mettendo un'ombra sulla grandezza del filosofo stesso, che viene descritto da questa lezione come un fallito insieme alla sua filosofia megalomane e utopistica, così definita dal relatore di questa lezione secondo me fuorviante, sulla vera grandezza e profondità della produzione teoretica del gigante della filosofia Nietzsche.
E poi basta mettre il relazione Nietzsche con il Nazismo, quando appunto l'opera che più può avere delle connotazioni razziste, e quindi in simbiosi con il Nazismo la scrisse in verità la sorella, modificando molti aforismi del fratello con l'aiuto di Peter Gast, che evidentemente tanto amico di Nietzsche non era. Eh! 🤷♂️ 🤔🤨😡
Concordo, Gast infatti era un nazista provetto e Nietzsche in un frammento postumo lo definisce uno "scemo".. il celebre pensatore di Rocken non era assolutamente anti-semita...
Mi chiedo perché io ho compreso solo lodi e qualche costatazione di fatto.
Secondo me Nietzsche ha fornito eccome ai nazisti una base con o senza la sorella. Un concetto chiave, ovvero la "morale del servo", su cui si basa tutta la menzogna del Cristianesimo e della societa' occidentale in decadenza per Nietzsche, apre involontariamente a scenari di sopraffazione volti a ristabilire l'ordine naturale delle cose ovvero il ritorno dell'umano al dionisiaco a scapito dei poveracci biologici.
Enfasi oratoria insopportabile.
petrah foianesi verissimo, però il contenuto c’è eccome
prova a scrivere come lui sapeva farlo...