Bellissimo video,interessante; complimenti all'università di Padova per la competenza e la passione che traspare dai suoi dottorandi. Ma allo stesso tempo mi domando che fine ha fatto ľ università di Cagliari che ha questo ben di Dio nel giardino di casa.
@@coaisha che bella notizia, fa piacere sapere che invece qualcosa si sta facendo; purtroppo i siti archeologici nella nostra terra sembrano sempre un pò in abbandono. Buon lavoro
@@fernandoserra2373 assolutamente non è il caso di Nora in cui si sta indagando puntualmente ogni anno. Inoltre è costantemente monitorata, soggetta a manutenzioni e ad interventi di vario genere. Ci son state diverse giornate in cui era possibile visitare gli scavi. E ci son diverse giornate inoltre di divulgazione sugli scavi. Quindi direi che in questo caso particolare non si deve assolutamente temere!!
Complimenti per lo straordinario lavoro che fate ed auguri di buon oroseguimento. Approfitto per chiedere se nel vostro team avete un Entomologo Forense, che possa accertare se nel terriccio che è in contatto coi resti umani ci sono o meno residui di insetti necrofagi o necrofili. Chiedo questo perché, com'è noto, la chitina che forma parte dell'esoscheletro degli insetti può resistere per moltissimo tempo nel suolo, specie quelle parti più ricche in sclerotina. Un cordiale saluto da Temuco, Cile.
C'è un team specializzato in bio-archeologia (non crediamo ci sia specificamente un entomologo, sicuramente un'antropologa , anche con la qualifica forense)
L'università di Cagliari c'è eccome, con importanti scavi in un'altra area (Se ci invitano andiamo a fare un reportage di sicuro anche al loro lavoro!)
@@ArchaeoReporter Magari venissero anche altre università anche estere! Non si ha idea di quanto c'è da scavare, in posti impensabili. Nel Monte Arci, alle pendici e vicino a una sorgente perenne, con un mio amico archeologo abbiamo fatto visita a un sito con tombe puniche aperte e devastate o da tombaroli o dalle persone del posto, sicuramente tantissimi anni fa, e abbiamo trovato un pezzo di una ciotolina con il "timbro" della palma, che - se sbaglio correggetemi- è il simbolo di Cartagine.
A casa ho un vasetto di forma e dimensioni uguali a quello scavato dalla ragazza. I colori ormai quasi scomparsi, ne entrai in possesso anni fa da un anziano napoletano, ho sempre presunto fosse di origine greca, ma non ho conoscenze per confermare l'origine. Sempre bellissimo questo canale divulgativo.
Per le connessioni con l'Egitto e gli etruschi, e la conseguente influenza culturale, tra i reperti sono stati rinvenuti contenitori per cibi, bevande, parti vegetali? Si è risaliti al probabile status sociale dei defunti? Vi era una differenziazione nella sepoltura tra persone di ceti diversi o tutti godevano di un identico trattamento? Il riutilizzo delle camere sepolcrali non contravveniva alle disposizioni religiose dell'epoca?
Per quanto riguarda l'archeologia dei resti umani della necropoli di Nora la invito a vedere una delle prossime puntate, che sarà dedicata proprio a questo (le aggiungerò il link quando esce). le differenziazioni tra ceti erano piuttosto visibili nelle sepolture. Il riutilizzo delle tombe ha storie complesse e non univoche, ma avveniva spesso. Stiamo anche parlando di un arco temporale molto ampio, vari secoli.
@@ArchaeoReporter Grazie mille per la nota esplicativa. Attendo il video successivo: come nei gialli, letto il primo capitolo, si deve proseguire nella lettura. Si scoprirà se il colpevole è il maggiordomo.
Bentrovato, naturalmente nulla può essere escluso. Ma ie sostanze cosmetiche e profumate erano senz'altro in forma di unguento nell'antichità, la funzione di questa serie di oggetti è bene attestata
Per unguento credo si intenda un preparato cosmetico o farmaceutico su base grassa,densa come una crema, è per questo che suppongo quella boccetta sia stata destinata a contenere preparati farmaceutici o cosmetici su base più fluida,come ,ad esempio, olio
@@sandrotaddei11 Olio senz'altro anche, non sono assolutamente un esperto di cosmetica ! Probabile che come scrive lei la eccessiva densità non fosse compatibile con quegli orifizi. Non ho dubbi che tra chi ci segue ci sia quelche esperto specifico che ci possa aiutare
Si tratta di faïence (a 4.25 nel video). Impasto di quarzo invetriato, tipico delle produzioni di piccoli oggetti in Egitto (per esempio scarabei). La tomba è del VII secolo a.C ma ovviamente il reperto può essere più antico. È appena stato ritrovato e non ancora studiato
@@nioatonondaphi6614 Si trovano oggetti simili in diverse parti del Mediterraneo; probabilmente la fabbrica era a Naukratis, sul delta del Nilo e sono stati portati in Occidente sia dai Fenici che dai naviganti della Grecia orientale, cioè quelli delle città costiere dell'attuale Asia Minore, che hanno percorso il Mediterraneo occidentale commerciando con le popolazioni locali, soprattutto gli Etruschi, e fondando colonia, come Marsiglia. Quel tipo di oggetti si data comunemente nell'ambito del VII sec. a.C.. In Sardegna ce ne sono almeno un paio molto simili, ma che non hanno i babbuino ma il una figura umana di solito interpretata come il Dio Nilo. (sono stato per 20 anni il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, quindi scusate la lunghezza e la pedanteria 😀)
Una tecnica sconosciuta ed avversata , quella de: il calco trasparente, messa a punto da A. Cicchitti ad Oplontis. ua-cam.com/video/UvTtOwmA3HU/v-deo.html
Mi raccomando , che non vi scappi che sono oggetti fatti in Sardegna. Credo che ognuno deve scavare a casa sua. Abbiamo tanti archeologi molto preparati, eppure importiamo tutto. Archeologi e oggetti.🤔
“Ognuno deve scavare a casa sua” non l’avevamo ancora sentita! A parte che anche Università di Cagliari scava, sa dove si formano, anche, gli archeologi italiani ? In scavi in Grecia, in Medio oriente, in Asia Centrale, Egitto… e da noi scavano inglesi, francesi, tedeschi, americani… Anche spagnoli. La ricerca non ha confini e va molto oltre l’oggetto. E l’archeologia è una disciplina aperta e collaborativa. Crede che gli archeologi sardi scavino solo in Sardegna e i siciliani in Sicilia? Per fortuna ci si scambiano esperienze e professionalità, l’unico fine è la conoscenza
Il punto è che "stranamente" non si parla mai di oggetti realizzati da sardi ma sempre di fenici e punici e etruschi..ma roba degli shardana mai vero? Il porto sommerso lì a Nora di chi era?dei romani?? E la stele di Nora è fenicia e No shardana giusto? Ecco cosa intendeva metal con quel commento..
@@shardan8151 Da sardo invece sono contento che vengano anche dalle altre università, se aspettiamo i nostri stiamo freschi. Quando scavano, e solo per pochi mesi, vanno via e non si sa quando tornano, non dicono niente al popolino e se la tirano di brutto, invece questi ragazzi hanno subito risposto con competenza e gentilezza alle nostre domande. Non posso che complimentarmi con loro. Bravi.
@@ArchaeoReporter Non preoccuparti, gli appassionati sardi di archeologia contrastano gli archeologi sardi "ufficiali" perché secondo loro tutto è fenicio, con tesi a volte strampalate per essere poi smentiti dagli scavi, tipo che i sardi non navigavano, che il vino è stato introdotto dai fenici, i modellini di nave in bronzo non erano sarde, il vino cannonau era importato dalla Spagna, quando si è scoperto un seme di uva cannonau del 1600 a,c, nel interstizio di un nuraghe, ecc. ecc. Quindi, archeologi di Padova, siete i benvenuti!
L'elemento più interessante, non è la statuina in sé, ma il copricapo che questa possiede, che non è altro che lo stesso identico copricapo del "sardus pater" ...a me fa pensare a un'oggetto realizzato per ridicolizzare l'immagine del "sardus pater", a meno che non abbiano un' altro significato, la simbologia del babbuino e della rana ...mi stupisco del fatto, che agli esperti sia sfuggito questo particolare.
Come nascondere una parte delle scoperte della città di Nora?? far fare gli scavi ad un università non Sarda, ma italiana, la quale ha sempre cercato di oscurare la storia della Sardegna !!!
ma perchè in SARDINIA non vi è nulla di SARDO e deve essere tutto ROMANO o PUNICO O peggio ancora "FENICIO" ? .... COSA LO DECIDE? al di là del fatto che la moda punica .. imperversava nel mediterraneo come poi la moda romana?
Dove si vede la volontà di "denigrare la storia Sarda" in un grande e competente lavoro di università di mezza Italia, compresa quella di Cagliari, non si sa proprio!
Vorrei sapere poi che fine fanno i nostri reperti quelli della Sardegna. Spero ci restino in Sardegna e non in giro altrove come alcuni pezzi hanno fatto.
Bellissimo video e poi che posto pesto per uno scavo. Chiedo, ma la statua della scimmietta potrebbe anche essere un fischietto ? Anni fa vidi delle statuette simili, sempre con due aperture come questa che permettevano di avere un bel suono.
Diciamo che la funzione dell'oggetto è ben testimoniata. vero che i "fischietti" hanno due orifizi: però quello superiore sarebbe orizzontale e non sulla sommità, provi a vedere alcune foto dal bellissimo museo "dei Cuchi" di Cesuna: www.museodeicuchi.it/component/option,com_phocagallery/Itemid,70/id,1/view,category/
Bravi ! Le altre università dovrebbero fare come voi, diffondere cultura e passione per l'archeologia !
Grazie ! Adoro l'archeologia e la Sardegna 👍
Ma quanto è bello il balsamario a forma di babbuino? Una finezza sorprendente.
Complimenti per la passione
Bellissimo video,interessante; complimenti all'università di Padova per la competenza e la passione che traspare dai suoi dottorandi. Ma allo stesso tempo mi domando che fine ha fatto ľ università di Cagliari che ha questo ben di Dio nel giardino di casa.
Ha fatto uno scavo molto interessante nel sito qualche settimana prima
Scaviamo anche noi. Abbiamo scavato in due aree e abbiamo terminato gli scavi a metà Luglio( per quest'anno!)
@@coaisha che bella notizia, fa piacere sapere che invece qualcosa si sta facendo; purtroppo i siti archeologici nella nostra terra sembrano sempre un pò in abbandono. Buon lavoro
@@fernandoserra2373 assolutamente non è il caso di Nora in cui si sta indagando puntualmente ogni anno. Inoltre è costantemente monitorata, soggetta a manutenzioni e ad interventi di vario genere. Ci son state diverse giornate in cui era possibile visitare gli scavi. E ci son diverse giornate inoltre di divulgazione sugli scavi. Quindi direi che in questo caso particolare non si deve assolutamente temere!!
@@coaisha per caso sei la nipote o pronipote delľ archeologo Giovanni Lilliu?
Meraviglia assoluta.... Va scavato tutto là
Bravissimi.👍👍👍
🌈Risultati sorprendenti di conferma di consapevolezze che si stanno affacciando sulla nostra Storia...
riprese fantastiche
Grazie veramente
Complimenti per lo straordinario lavoro che fate ed auguri di buon oroseguimento. Approfitto per chiedere se nel vostro team avete un Entomologo Forense, che possa accertare se nel terriccio che è in contatto coi resti umani ci sono o meno residui di insetti necrofagi o necrofili. Chiedo questo perché, com'è noto, la chitina che forma parte dell'esoscheletro degli insetti può resistere per moltissimo tempo nel suolo, specie quelle parti più ricche in sclerotina. Un cordiale saluto da Temuco, Cile.
C'è un team specializzato in bio-archeologia (non crediamo ci sia specificamente un entomologo, sicuramente un'antropologa , anche con la qualifica forense)
@@ArchaeoReporter ok, grazie della tempestiva risposta e buon proseguimento.
Mi piacerebbe sapere perché università di Padova e non di Cagliari!
L'università di Cagliari c'è eccome, con importanti scavi in un'altra area (Se ci invitano andiamo a fare un reportage di sicuro anche al loro lavoro!)
@@ArchaeoReporter Magari venissero anche altre università anche estere! Non si ha idea di quanto c'è da scavare, in posti impensabili. Nel Monte Arci, alle pendici e vicino a una sorgente perenne, con un mio amico archeologo abbiamo fatto visita a un sito con tombe puniche aperte e devastate o da tombaroli o dalle persone del posto, sicuramente tantissimi anni fa, e abbiamo trovato un pezzo di una ciotolina con il "timbro" della palma, che - se sbaglio correggetemi- è il simbolo di Cartagine.
A casa ho un vasetto di forma e dimensioni uguali a quello scavato dalla ragazza. I colori ormai quasi scomparsi, ne entrai in possesso anni fa da un anziano napoletano, ho sempre presunto fosse di origine greca, ma non ho conoscenze per confermare l'origine.
Sempre bellissimo questo canale divulgativo.
Bravo! Continua a tenerlo a casa in bella mostra così saprai il suo vero valore e al contempo darai un grosso contributo alla storia!!
@@gianfrancocongiu8774 napoli
Secondo me c'è molto da scoprire anche nella zona del poligono di Capo Frasca, si trova esattamente di fronte a tharros, ma purtroppo è zona militare
Per le connessioni con l'Egitto e gli etruschi, e la conseguente influenza culturale, tra i reperti sono stati rinvenuti contenitori per cibi, bevande, parti vegetali?
Si è risaliti al probabile status sociale dei defunti?
Vi era una differenziazione nella sepoltura tra persone di ceti diversi o tutti godevano di un identico trattamento?
Il riutilizzo delle camere sepolcrali non contravveniva alle disposizioni religiose dell'epoca?
Per quanto riguarda l'archeologia dei resti umani della necropoli di Nora la invito a vedere una delle prossime puntate, che sarà dedicata proprio a questo (le aggiungerò il link quando esce). le differenziazioni tra ceti erano piuttosto visibili nelle sepolture. Il riutilizzo delle tombe ha storie complesse e non univoche, ma avveniva spesso. Stiamo anche parlando di un arco temporale molto ampio, vari secoli.
@@ArchaeoReporter Grazie mille per la nota esplicativa. Attendo il video successivo: come nei gialli, letto il primo capitolo, si deve proseguire nella lettura.
Si scoprirà se il colpevole è il maggiordomo.
Quello definito come "porta unguenti "data la piccola dimensione dei fori,non sarebbe verosimilmente destinato a contenere liquidi?
Bentrovato, naturalmente nulla può essere escluso. Ma ie sostanze cosmetiche e profumate erano senz'altro in forma di unguento nell'antichità, la funzione di questa serie di oggetti è bene attestata
Per unguento credo si intenda un preparato cosmetico o farmaceutico su base grassa,densa come una crema, è per questo che suppongo quella boccetta sia stata destinata a contenere preparati farmaceutici o cosmetici su base più fluida,come ,ad esempio, olio
@@sandrotaddei11 Olio senz'altro anche, non sono assolutamente un esperto di cosmetica ! Probabile che come scrive lei la eccessiva densità non fosse compatibile con quegli orifizi. Non ho dubbi che tra chi ci segue ci sia quelche esperto specifico che ci possa aiutare
Di che materiale è fatto il babbuino? Epoca?
Si tratta di faïence (a 4.25 nel video). Impasto di quarzo invetriato, tipico delle produzioni di piccoli oggetti in Egitto (per esempio scarabei). La tomba è del VII secolo a.C ma ovviamente il reperto può essere più antico. È appena stato ritrovato e non ancora studiato
@@ArchaeoReporter risposta celere e molto chiara. Grazie.
@@nioatonondaphi6614 Si trovano oggetti simili in diverse parti del Mediterraneo; probabilmente la fabbrica era a Naukratis, sul delta del Nilo e sono stati portati in Occidente sia dai Fenici che dai naviganti della Grecia orientale, cioè quelli delle città costiere dell'attuale Asia Minore, che hanno percorso il Mediterraneo occidentale commerciando con le popolazioni locali, soprattutto gli Etruschi, e fondando colonia, come Marsiglia. Quel tipo di oggetti si data comunemente nell'ambito del VII sec. a.C.. In Sardegna ce ne sono almeno un paio molto simili, ma che non hanno i babbuino ma il una figura umana di solito interpretata come il Dio Nilo. (sono stato per 20 anni il Direttore del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, quindi scusate la lunghezza e la pedanteria 😀)
Grazie molte
@@unzurkit grazie anche a lei.
Dove.vengono messe le ossa trovate?
Prima in laboratorio poi a disposizione della Soprintendenza di competenza.
😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍😍
Una tecnica sconosciuta ed avversata , quella de: il calco trasparente, messa a punto da A. Cicchitti ad Oplontis.
ua-cam.com/video/UvTtOwmA3HU/v-deo.html
Mi raccomando , che non vi scappi che sono oggetti fatti in Sardegna.
Credo che ognuno deve scavare a casa sua. Abbiamo tanti archeologi molto preparati, eppure importiamo tutto. Archeologi e oggetti.🤔
“Ognuno deve scavare a casa sua” non l’avevamo ancora sentita! A parte che anche Università di Cagliari scava, sa dove si formano, anche, gli archeologi italiani ? In scavi in Grecia, in Medio oriente, in Asia Centrale, Egitto… e da noi scavano inglesi, francesi, tedeschi, americani… Anche spagnoli. La ricerca non ha confini e va molto oltre l’oggetto. E l’archeologia è una disciplina aperta e collaborativa. Crede che gli archeologi sardi scavino solo in Sardegna e i siciliani in Sicilia? Per fortuna ci si scambiano esperienze e professionalità, l’unico fine è la conoscenza
Il punto è che "stranamente" non si parla mai di oggetti realizzati da sardi ma sempre di fenici e punici e etruschi..ma roba degli shardana mai vero? Il porto sommerso lì a Nora di chi era?dei romani?? E la stele di Nora è fenicia e No shardana giusto? Ecco cosa intendeva metal con quel commento..
@@shardan8151 Da sardo invece sono contento che vengano anche dalle altre università, se aspettiamo i nostri stiamo freschi. Quando scavano, e solo per pochi mesi, vanno via e non si sa quando tornano, non dicono niente al popolino e se la tirano di brutto, invece questi ragazzi hanno subito risposto con competenza e gentilezza alle nostre domande. Non posso che complimentarmi con loro. Bravi.
@@ArchaeoReporter Non preoccuparti, gli appassionati sardi di archeologia contrastano gli archeologi sardi "ufficiali" perché secondo loro tutto è fenicio, con tesi a volte strampalate per essere poi smentiti dagli scavi, tipo che i sardi non navigavano, che il vino è stato introdotto dai fenici, i modellini di nave in bronzo non erano sarde, il vino cannonau era importato dalla Spagna, quando si è scoperto un seme di uva cannonau del 1600 a,c, nel interstizio di un nuraghe, ecc. ecc. Quindi, archeologi di Padova, siete i benvenuti!
@askallois la soprintendenza Sarda deve nascondere tutto.. vergognoso!! Come le statue di Monti Prama nascoste trent'anni negli scantinati del museo..
E il video?
?
L'elemento più interessante, non è la statuina in sé, ma il copricapo che questa possiede, che non è altro che lo stesso identico copricapo del "sardus pater" ...a me fa pensare a un'oggetto realizzato per ridicolizzare l'immagine del "sardus pater", a meno che non abbiano un' altro significato, la simbologia del babbuino e della rana ...mi stupisco del fatto, che agli esperti sia sfuggito questo particolare.
E BASTA CON STI FENICI!!! È TUTTO SARDOOOOOO
Come nascondere una parte delle scoperte della città di Nora?? far fare gli scavi ad un università non Sarda, ma italiana, la quale ha sempre cercato di oscurare la storia della Sardegna !!!
Ma che sciocchezza! Scava anche Cagliari
ma perchè in SARDINIA non vi è nulla di SARDO e deve essere tutto ROMANO o PUNICO O peggio ancora "FENICIO" ? .... COSA LO DECIDE? al di là del fatto che la moda punica .. imperversava nel mediterraneo come poi la moda romana?
Ecco come denigrare la storia Sarda...
Dove si vede la volontà di "denigrare la storia Sarda" in un grande e competente lavoro di università di mezza Italia, compresa quella di Cagliari, non si sa proprio!
Vorrei sapere poi che fine fanno i nostri reperti quelli della Sardegna. Spero ci restino in Sardegna e non in giro altrove come alcuni pezzi hanno fatto.
Quelli di Nora al museo di Cagliari, in attesa che prima o poi riapra anche quello di Nora stesso
Bellissimo video e poi che posto pesto per uno scavo.
Chiedo, ma la statua della scimmietta potrebbe anche essere un fischietto ? Anni fa vidi delle statuette simili, sempre con due aperture come questa che permettevano di avere un bel suono.
Diciamo che la funzione dell'oggetto è ben testimoniata. vero che i "fischietti" hanno due orifizi: però quello superiore sarebbe orizzontale e non sulla sommità, provi a vedere alcune foto dal bellissimo museo "dei Cuchi" di Cesuna: www.museodeicuchi.it/component/option,com_phocagallery/Itemid,70/id,1/view,category/
@@ArchaeoReporter Grazie andrò a a vedere. L' archeologia è bella, è ricerca che non finirà mai.
Avete rotto con i Fenici.
Pagu pagu