Grazie per il tuo ricordo storico, temo però che ci si sia dimenticati del nome più grande fra questi scrittori: Hemingway Egli non solo scrisse di noi, ma con noi prese anche le armi - venendo decorato di medaglia al valore
Non ce ne siamo dimenticati... Non è stato inserito perchè NON È inglese. Il video riguarda solo gli autori inglesi. Cordiali saluti dallo staff del museo.
Per mio nonno Francesco Allegri, detto Cichin, reduce della prima guerra mondiale, un ricordo affettuoso e riconoscente. Ricordo ancora le storie delle sue disavventure: la paura, il freddo e soprattutto...la fame. Piangeva ancora per aver rubato tutta una polenta lasciata incustodita su una tavola "l'unica volta che ho rubato in vita mia, per la gran fame". Dopo decenni ancora gli rimordeva la coscienza. Pover'uomo!
pover'uomo ma anche che GRANDE uomo , di uomini cosi' non ne nascono piu' ,hanno buttato lo stampino., onore , lealta' , coscienza e misericordia verso i compagni, rimorso per aver preso un po' di polenta perche' stava morendo di fame e nonostante questo gli rimordeva la coscienza. devi essere fortemente orgogliosa di un uomo cosi' , Purtroppo oggi i valori veri che loro avevano non esistono piu' .
Bel video. Il mio pensiero va al soldato Rocco Rosafio deceduto sul Carso il 3 giugno 1917. Fratello di mio nonno, in famiglia si narra che fu un ragazzo intelligentissimo e per l’epoca colto, considerato che era figlio di contadini e che il mio bisnonno era violento ed autoritario, un padre-padrone insomma. Che Riposi in Pace, ovunque egli sia adesso...
In Memoria del mio Bisnonno Paterno, ragazzo dell'81 e padre di famiglia di 4 figli...disperso di guerra nel 1917!...Non tornò più a casa...Ferraris Giovanni fu Giuseppe. Per altro la moglie morì di Spagnola e dunque mio nonno e i suoi fratelli furono cresciuti dai nonni, rimanendo orfani....
Gran bel video. Ignoravo e mai avrei immaginato che autori, così famosi, fossero stati impiegati per descrivere così mirabilmente la guerra combattuta sulle dolomiti.
È un fatto realmente ignoto ai più. L'idea comunque fu davvero rimarchevole. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Grazie per questo video nemmeno io sapevo degli scrittori inglesi invitati al fronte, con l'occasione ricordo mio nonno paterno (ragazzo del '98) che ha combattuto ed è rimasto mutilato di guerra a 19 anni.
In effetti la presenza degli autori inglesi sul nostro fronte durante la Grande Guerra rimane un aspetto poco noto del conflitto. Cordiali saluti da tutto il nostro staff.
Anche mio nonno paterno fu un ragazzo delle prima guerra mondiale. Rimase ferito ad una gamba in modo grave e la sua guerra finì lì. Mi raccontava, a me bambina, le sofferenze dei giovani feriti, poi lo scoppio di una bomba lo obbligò a lasciare la trincea, per fortuna. Morirono tantissimi. Poveri giovani di tutti i tempi, costretti a combattere una guerra sconosciuta, contro altri giovani mandati a morire per gli interessi dei potenti.
Il mio bisnonno ha partecipato alla Grande guerra e ha trascorso quattro anni in un lager austriaco solo perché era italiano.Ricordiamo anche questo per favore.
Ottimo documentario, con documentazione video non usuale, ma soprattutto commento in un linguaggio fruibile da tutti, ma veramente impeccabile sul piano linguistico. In rete questo è diventato una rarità assoluta. Complimenti.
Ho visitato il Vs Museo l'altro ieri mattina, intorno alle 10.30 :) e, la signora alla reception, mi ha detto che Lei, Dott Gambarotto, era appena andato via :) Volevo veramente ringraziarla di persona per l'eccellenza dei contenuti dei Vs video, vi seguo da molto. Il Museo, cmq, squisitamente crepuscolare, di grande eleganza, e con un allestimento di prim'ordine sui diversi piani. Interessantissimi anche i filmati d'epoca posti dentro le nicchie apribili. Ancora complimentissimi :)
Quella generazione compresi i ragazzi del 99 furono un esempio di sacrificio estremo di tenacia e coraggio senza essere contaminati da ideologie estremiste si sacrificarono per l' unità di Italia. Un concetto oggi così lontano dal pensiero moderno da apparire quasi assurdo, ma io ho sempre ammirato lo spirito dei miei bisnonni e di quella nazione che oggi non riesce o non vuole riscoprire le proprie origini storiche. Grazie al vostro lavoro spero che non ci si dimentichi della nostra storia. Un caro saluto.
Si tratta di un episodio poco noto alla gran massa degli appassionati di storia della Grande Guerra. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto
Video come sempre interessante,che mi fa pensare ad un altro grande scrittore,americano,che arrivò sul nostro fronte e che a riguardo scrisse anche un libro famosissimo:mi riferisco a Ernest Hemingway e al suo "Addio alle armi".Hemingway restò poi molto legato,in particolare al Friuli,dove,amico della famiglia dei conti Kechler,tornava ogni anno per lunghi periodi,soprattutto negli anni '50. Amava le battute di caccia e un giorno si trovò,nei pressi della laguna di Marano,su una lunga spiaggia deserta che alle spalle presentava dune di sabbia e una pineta incontaminata.Ne rimase incantato tanto da chiedere agli amici friulani che erano con lui,come mai un posto così bello non fosse utilizzato come luogo per le vacanze. Lui lo chiamava la Florida d' Italia,in realtà era il litorale di Lignano. Fu grazie a quella sua intuizione se Lignano Sabbiadoro si è sviluppata turisticamente ed oggi,anche se purtroppo ha perso tutto l' incanto di un luogo incontaminato,è una grande spiaggia adriatica con case e ville immerse nella pineta. Hemingway era talmente di casa in Friuli che,per non dipendere dagli amici nei suoi spostamenti,acquistò presso la concessionaria Lancia di Udine una lussuosa Aurelia,targata UD,che teneva nel garage di casa Kechler.Lignano lo ricorda con un premio letterario e con un parco a lui dedicato. In Friuli molti ristoranti o trattorie hanno fotografie che lo ritraggono a tavola in momenti conviviali che amava particolarmente,essendo anche un gran mangiatore e soprattutto un grandissimo bevitore. Ma tutto cominciò dalla Grande Guerra.
Purtroppo non scriveva in quel periodo ma le pagine che ha lasciato dopo sono intrise dell'amore per l'Italia e per gli italiani. Da " Addio alle armi " a " Lungo il fiume tra gli alberi" passando a citazioni che si trovano persino nel postumo " Isole nella corrente" l'Italia e gli italiani sono sempre presenti, con pregi e difetti, nei romanzi di Hemingway. Mi viene in mente quando scrive che non era mai stato con una contessa a parte qualche italiana... ma quelle non contavano.
Questo Ernesto lo si ritrova un po' dappertutto nei suoi passaggi. In Olanda a S'Hertogenbosch c'è la birreria Hemingway, a San Sebastian, a Pamplona zona basca della Spagna, in Africa dove andava a caccia grossa, nella Rep. Dominicana a Juan Dolio c'è l'Hotel Hemingway frequentato solo da americani con tanto di bus school giallo per i ragazzi, a Venezia, a Cuba nella villa dove visse gli ultimi anni, prima di farsi saltare le cervella ed in 100 altre località del mondo dove vi mise piede ed oggi ci marciano turisticamente. In qualunque zona andava, la dipingeva come magnifica ed unica, non mi meraviglio che abbia parlato bene del Friuli. Abbastanza prezzemolino è stato questo Ernesto.
Non riesco a comprendere i sentimenti che spingevano questi uomini nel nostro paese. Non riesco a capire se fosse una sincera ammirazione, o se fossero abbagliati da qualcosa che in realtà non comprendevano. Non riesco a capire se lui potesse essere un ipocrita, o un uomo che sinceramente apprezzava le cose.
@@jeanjeudi6364 Scrisse "Se hai amato qualche donna e qualche paese ti puoi ritenere soddisfatto, perché anche se dopo muori, non ha importanza." All'hotel ambos mundos dell'Avana conservano intatta la stanza dove viveva e scriveva prima di comperare la finca Vigia. Era Hemingway, nulla del suo stile di vita deve stupirti e non fu il primo a vivere in questo modo. Pensa a Lord Byron, di cui trovi tracce ovunque sia passato. Un artista non si giudica per come vive ma per come scrive.
Non capisco perché nessun editore abbia avuto l'idea di tradurre un libro di questo genere. C'è tutto: grandi scrittori, interesse, storia, drammaticità, avventura, ammirazione, da parte degli inglesi (spesso sarcastici, invece, verso di noi)... un mistero! Spero che qualcuno lo faccia prima o poi... sicuramente, con la giusta pubblicità, andrebbe a ruba e potrebbe costituire un motivo di orgoglio per noi che spesso ne abbiamo poco, verso il nostro paese; e invece dovremmo averne molto!
Siete davvero eccezionali riportando, con rispetto e ammirazione il ricordo di quei terribili giorni...ci fate tornare in mente il tributo di vite umane pagato da tante famiglie italiane.. ...non solo mio padre e mio nonno combatterono entrambi nella Grande Guerra ma due miei prozii sono sepolti uno a Redipuglia e uno nel Sacrario Militare della Chiesa di San Nicola l'Arena a Catania...giovanissimi.....18 e 19 anni...❤
Bellissima ed interessantissima narrazione che riguarda un fatto sicuramente sconosciuto ai più . Gli inglesi mandarono il fior fiore dei loro scrittori , a testimonianza del valore e dello spirito di sacrificio dei nostri Alpini , a cui evidentemente resero pieno merito .
Ma infatti. Fa pure piacere sentire gli Inglesi lodare i nostri compatrioti, ma il loro spirito penso fosse lo stesso di quanti ammiravano il coraggio dei Mujaheddin. Fu un orribile macello condotto con criminale irresponsabilità da uno stato maggiore di idioti.
Questo video mi ha fatto ripensare ai racconti dei miei nonni materni che ho avuto la fortuna di conoscere. Mio nonno ed i suoi fratelli ebbero la fortuna di fare tutti ritorno a casa quando finì la guerra, probabilmente perchè essendo tutti minatori furono arruolati nel genio e quindi impiegati più per scavare gallerie e trincee che per combattere. Mia nonna invece ricordava che nei pressi di casa sua erano accampati gli inglesi e raccontava di un giovane soldato che un giorno si presentò con in mano un foglietto e con un italiano stentato cercò di dichiararle il suo amore senza essere corrisposto (immaginate a quei tempi per una ragazza non ancora diciottenne intraprendere una relazione con un soldato straniero di passaggio quanto sarebbe stato disdicevole). Chissà quale sarà stato il destino di quel ragazzo. Anche i fratelli di mia nonna ebbero la fortuna di tornare sani e salvi e mia nonna mi raccontava del pudore con cui si relazionavano con una coppia di vicini di casa, abitanti nella stessa contrada, che avevano perduto il loro unico figlio poche settimane dopo che era partito per il fronte. Il ragazzo quand'era partito aveva preso in braccio la piccola madre portandola con sè fino al crocevia della strada dove si salutarono per l'ultima volta. Quando giunse la straziante notizia della morte posso solo immaginare lo sconforto dei genitori (mia nonna diceva che il padre non fu mai più lo stesso). Penso a tutto quello spreco di vite, a cosa continua a succedere oggi nel mondo ed a come ci viene raccontato (o per meglio dire propagandato). Per restare in tema di scrittori e di guerra chiudo con una citazione famosa: "Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi" - Bertold Brecht
Grazie per avere condiviso con tutti noi questo ricordo di famiglia. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Ricordo con tenerezza mio nonno, "ragazzo del '99", volontario a 17 anni..trincea, fango, freddo, nausea, odore di morte..torno'vivo a casa ma con l'anima ferita dalla visione delle miserie umane..non sapeva poverino che lo aspettava un'altra guerra...❤ti voglio bene nonno Attilio
Come sempre al top.. complimenti anche a chi tradusse dall'inglese.. bravissimi e mi piacerebbe visitare museo ma distante ( sono piemontese) e guidare al giorno d' oggi( dico cretinata) e' altra " guerra..
In uno scenario così evocativo si svolse una delle lotte più crudeli : la guerra di mina. Italiani ed austroungarici cercavano di scavare tunnel nella roccia per porre grandi quantità di esplosivo sotto le postazioni dei nemici
Mio nonno materno,Gaeta Andrea, classe 1899. È stato in trincea, in prima linea, a neanche 100 metri dal nemico. Sono molti gli episodi che mi ha raccontato, dove ha rischiato la vita. Un GRANDE. ❤
Interessante. Esiste una documentazione riguardante l'uso degli animali nella Prima Guerra Mondiale? In particolare mi interesserebbero i rapporti militari sull'uso del Mastino Abruzzese.
Grazie per il Vs. impegno nel ricordare tutti i nostri combattenti ❤anche mio padre ando' volontario a 17 anni....altri tempi..🇮🇹@@lalineadellamemoria
" Gli Alpini camminano là.... Dove vola soltanto la Fede alata" .... cit. Soldato Pillon " Centomila gavette di ghiaccio"........ Un Alpino Italiano 🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹 7mo rgt BTG Feltre 64cp " Gnànca se more" Sotto di noi le crode
L' elogio di heminguey ai soldati italiani e' famoso .del resto abbiamo versato tanto sangue e scritto la storia con tecniche di guerra diventate poi manuali militari studiati da ogni esercito
Fatiche non immaginabili, condizioni oltre l'estremo. Il territorio montuoso italiano e non solo quello molto difficile. Se ne accorsero anche i nazisti nel secondo conflitto. Grazie per questa preziosa testimonianza... Un caro saluto.
Il mio bisnonno alpino artigliere, a 37 anni,e padre di tre figli,venne proietteto sul fronte come staffetta portaordini, abbiamo ancora in casa la ricevuta della polizza assicurativa dove l' ente si impegnava a esborsare lire 500 alla sua vedova in caso di sua morte, mentre la moglie confezionava divise per l' esercito onde sfamare i figli Non volle mai parlare di ciò che aveva vissuto al fronte, sosteneva che era troppo crudele ed inutile, diceva però che poiché una guerra lo aveva risparmiato, un altra guerra gli avrebbe portato via il figlio. Cosa che accadde in Albania al mio prozio, nuovamente artigliere alpino😢
Grazie per aver ricordato ancora una volta l'eroismo degli alpini sulle vette dell'arco alpino durante la 1^ guerra mondiale. Credete che quei 4 grandi scrittori britannici abbiano convinto i connazionali dell'eroismo ed audacia dei soldati italiani ? Io credo soltanto in una minima parte dell'opinione pubblica britannica. Infatti, poi si sono visti a Versailles che hanno ritirato il braccino e si sono rimangiati il patto di Londra sottoscritto ne 1915.
Scrivevano per sostenere gli alleati. Il vero shock internazionale fu quando Cadorna scrisse pubblicamente che i suoi soldati erano codardi e traditori, dopo la disfatta di Caporetto.
Ciao, sono stato a Fossalta di Piave e li in centro c'è una foto di Ernest Hemingway vicino al campanile distrutto nel paese, può essere un evento correlato anche se americano?
Hemingway si trovava in Italia come volontario della Croce Rossa Americana e non come scrittore o giornalista. Il suo ruolo era dunque diverso. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo.
Hemingway a Fossalta fu ferito dallo scoppio di uno shrapnel austriaco mentre soccorreva un caduto sotto il fuoco nemico. Fu operato urgentemente sul campo e gli asportarono da una gamba le schegge più grandi. Poi fu trasportato nelle retrovie e lo ricoverarono a Milano dove fu rioperato e passò 3 mesi di degenza in ospedale. Quando scrisse che ti accorgi che riesci a dominare la paura se ti accorgi che riesci a sputare in terra parlava della lezione di Fossalta.
Mi sa che questi scrittori non riuscirono, però, a scalfire molto quell'aria di sufficienza che i britannici, come i francesi (ma forse un po' tutti i nord europei), hanno nei nostri confronti.
Siamo piccola gente a volte meschina ma capaci di azioni e pensieri eccezionalmente nobili acuti coraggiosi . Secondo me ci definisce l' episodio del libro cuore, sangue Romagnolo
A parte un po' di spocchia dei popoli "nordici", penso che il loro modo di pensare sia stato influenzato soprattutto dalla brutta figura che l'Italia ha fatto nel secondo conflitto mondiale. Dobbiamo essere onesti, eravamo chiaramente impreparati.
Avendo visto, anche se a volte solo in foto/ricostruzione, alcune postazioni alpine, gli abnormi patimenti e sacrifici dei soldati, anche fosse solo per mangiare il rancio, sono ai limiti dell'inimmaginabile. Oggi ci si lamenta quando la batteria dello smartphone ci pianta in asso...
se i nostri antenati che hanno dato la vita per difendere il loro paese vedessero come i politici hanno ridotto l 'italia si rivolterebbero nella tomba 😡😡😡😡😡😡 riposate in pace onore e gloria a voi eterni eroi😢💚🤍❤️
@@lalineadellamemoria grazie un abbraccio a tutti voi 🇮🇹💚🤍💔🇮🇹🤝 w ' italia sempre e comunque lunga vita a tutti i patrioti che ancora sopravvivono nel nostro malridotto paese
Un fratello di mio bisnonno di parte paterna è caduto sull altopiano di Asiago ed è tumulato nel sacrario mentre il bisnonno materno è tornato ma non ha mai voluto raccontare niente di quello che aveva vissuto
Grazie per aver condiviso con tutti gli utenti del canale il ricordo del suo congiunto. Un saluto da Vittorio Veneto. Lo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano
Tutti si trovarono a combattere per una patria in cui, però, il grado di identificazione delle masse popolari italiane, alla vigilia del conflitto, era ancora modesto. “La debolezza dell’identità nazionale trova riscontro nei fenomeni linguistici, in quelli riguardanti la scolarità e l’alfabetizzazione.” Fu una guerra soprattutto di posizione, come stanno a dimostrare le 12 battaglie dell’Isonzo, dove, malgrado gli sforzi, non si andava né avanti né indietro. Molti furono i renitenti (470.000 le denunce all’inizio della guerra) e i disertori. Altri, per non andare al fronte, ricorsero all’autolesionismo e alla simulazione di malattie che,quando si trattava di malattie mentali, erano molto difficili da smascherare. La guerra portò un incremento dell’alfabetizzazione. “Numerosi furono i fanti che impararono a scrivere proprio dal 1915 al 1918. Insieme all’importanza di saper leggere e scrivere, i soldati scoprirono, a loro spese, la modernità delle nuove tecnologie, la potenza dell’industria, la forza coercitiva e la presenza dello Stato nella loro vita.” Oltre ai soldati vi fu il fronte interno che fu soprattutto fronte industriale e operaio, costituito principalmente dalle donne e dalle maestranze industriali, e che comportò un incremento straordinario dell’occupazione operaia riguardante anche ragazzi. Il ruolo della donna mutò notevolmente in quanto “l’enorme consumo di energie umane determinato dalla guerra, il bisogno crescente di manodopera in tutti i settori e specialmente in quelli della produzione bellica, provocarono in effetti una specie di invasione di campo femminile non solo nell’ambito della famiglia ma nelle più diverse attività. Le donne divennero tranviere, ferroviere, portalettere, impiegate di banca e dell’amministrazione pubblica, operaie nelle fabbriche di munizioni.” Il fattore umano, però, non fu tenuto in gran conto dal generale Cadorna: "Per lui la guerra doveva essere condotta tutta dall’alto. Decise le strategie a tavolino, pensava che esse dovessero essere semplicemente applicate, quali che ne fossero i costi." E così, nel corso del 1916 e della prima metà del 1917, una serie di azioni italiane si risolsero in tremendi macelli, privi di risultati decisivi, fino ad arrivare, nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917, alla disfatta di Caporetto, “l’episodio più importane della guerra sul fronte italiano, vale a dire lo sfondamento repentino del fronte e il conseguente dilagare in profondità delle truppe austro - tedesche sul territorio nazionale.” Caporetto dimostrò che “la guerra era stata un’imposizione di minoranze sulla maggioranza del paese e specialmente sugli stati d’animo delle classi subalterne, ma soprattutto questa ultime avevano continuato a rimanere estranee, a subirla come una violenza, a non identificarsi affatto con le sue ragioni.” Per la prima volta si passò da guerra di posizione a guerra di movimento, con tutto quello che comportò la movimentazione rapida di un ingentissimo numero di uomini (un milione di militari e 400.000 profughi civili), con relativi carriaggi e masserizie, sulle poche strade che portavano al Tagliamento. “Secondo i dati ufficiali, le perdite complessive della rotta si contarono in circa 10.000 morti, 30.000 feriti, 40.000 sbandati, poco meno di 300.000 prigionieri.”
Con la Croce Rossa arrivò anche lo storico inglese Trevelyan, restò tre anni con il servizio di ambulanze, e poi scrisse "Scene della guerra d'Italia", senz'altro da leggere per chi non vuole mandare al macero la memoria e non gradisce regredire ai likes per dare un'opinione
Kipling perse un figlio durante la prima guerra mondiale. Consiglio a riguardo, il film "My boy Jack" con Daniel radcliffe nei panni del figlio di Rudyard kipling
@@lalineadellamemoria Soprattutto non scrisse nulla sino a che non fu congedato. Racconta lui stesso di come ricominciò a scrivere mesi dopo il ritorno a casa alla fine del "18. Nessuno lo ricorda ma anche Jhon Dos Passos era volontario in Italia, prima con la Croce Rossa Francese e dopo con il Corpo Sanitario Americano
Non ho capito però una cosa di base. Perché doveva importare qualcosa gli inglesi di quello che facevano gli italiani nella prima guerra mondiale? Va bene eravamo alleati, ma non capisco perché ci doveva essere questo interesse di fondo.
Gli accordi stipulati con inglesi e francesi prevedevano concessioni all'Italia che avrebbero poi dovuto essere giustificate davanti all'opinione pubblica. Di qui la necessità di «dimostrare» a quella stessa opinione pubblica che l'Italia stava pagando la sua parte del conto in sacrifici e vite umane
@@lalineadellamemoria conto che però purtroppo fu disatteso, in quanto alla fine L'Italia non aveva ricevuto ciò che aveva pattuito con l'Inghilterra. Provocando poi quello che sarebbe asceso dopo con il nome di fascismo.
@@Nntoira una cosa che gli italiani non hanno mai capito (e continuano a non capirlo) MAI FIDARSI DEGLI INGLESI sono peggio dei napòletani a fregarti...... ma io vedo ancora un'ì italietta Che lecca iil culo agli inglesi (che vi disprezzano) per andare contro gli odiati francesi, che invece non vi odiano per niente, ma va beh se c0è un popolo che non è in grado di comprendere il mondo in cui vive è proprio quello italiano
Grazie per il tuo ricordo storico, temo però che ci si sia dimenticati del nome più grande fra questi scrittori: Hemingway
Egli non solo scrisse di noi, ma con noi prese anche le armi - venendo decorato di medaglia al valore
Non ce ne siamo dimenticati... Non è stato inserito perchè NON È inglese. Il video riguarda solo gli autori inglesi. Cordiali saluti dallo staff del museo.
Forse perché Hemingway è americano
Non l' ha dimenticato semplicemente non era Inglese
Comunque interessante. Io personalmente non sapevo degli scrittori inglese e nemmeno di Hemingway
In fondo il nostro era davvero un teatro minore di scarsa importanza strategica
Per mio nonno Francesco Allegri, detto Cichin, reduce della prima guerra mondiale, un ricordo affettuoso e riconoscente. Ricordo ancora le storie delle sue disavventure: la paura, il freddo e soprattutto...la fame.
Piangeva ancora per aver rubato tutta una polenta lasciata incustodita su una tavola "l'unica volta che ho rubato in vita mia, per la gran fame". Dopo decenni ancora gli rimordeva la coscienza. Pover'uomo!
Grazie per avere condiviso con tutti noi i suoi ricordi familiari. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
pover'uomo ma anche che GRANDE uomo , di uomini cosi' non ne nascono piu' ,hanno buttato lo stampino., onore , lealta' , coscienza e misericordia verso i compagni, rimorso per aver preso un po' di polenta perche' stava morendo di fame e nonostante questo gli rimordeva la coscienza. devi essere fortemente orgogliosa di un uomo cosi' , Purtroppo oggi i valori veri che loro avevano non esistono piu' .
Bellissimo video. Nonostante siano passati più di cento anni quei ragazzi non verranno mai dimenticati...
👏👏❤️❤️🇮🇹🇮🇹
Bel video. Il mio pensiero va al soldato Rocco Rosafio deceduto sul Carso il 3 giugno 1917. Fratello di mio nonno, in famiglia si narra che fu un ragazzo intelligentissimo e per l’epoca colto, considerato che era figlio di contadini e che il mio bisnonno era violento ed autoritario, un padre-padrone insomma. Che Riposi in Pace, ovunque egli sia adesso...
Forse è sepolto a Redipuglia, assieme ad altri 100.000 soldati.
Mi commuovo ogni volta che se ne parla, anche il fratello di mio nonno morì sull'Isonzo. Mi dispiace tanto.
Grazie per aver condiviso con tutti noi il ricordo del seuo congiutno. Cordiali saluti.
Spero sia il milite ignoto 4:15
In Memoria del mio Bisnonno Paterno, ragazzo dell'81 e padre di famiglia di 4 figli...disperso di guerra nel 1917!...Non tornò più a casa...Ferraris Giovanni fu Giuseppe. Per altro la moglie morì di Spagnola e dunque mio nonno e i suoi fratelli furono cresciuti dai nonni, rimanendo orfani....
Gran bel video. Ignoravo e mai avrei immaginato che autori, così famosi, fossero stati impiegati per descrivere così mirabilmente la guerra combattuta sulle dolomiti.
È un fatto realmente ignoto ai più. L'idea comunque fu davvero rimarchevole. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Grazie per questo video nemmeno io sapevo degli scrittori inglesi invitati al fronte, con l'occasione ricordo mio nonno paterno (ragazzo del '98) che ha combattuto ed è rimasto mutilato di guerra a 19 anni.
In effetti la presenza degli autori inglesi sul nostro fronte durante la Grande Guerra rimane un aspetto poco noto del conflitto. Cordiali saluti da tutto il nostro staff.
Anche mio nonno paterno fu un ragazzo delle prima guerra mondiale. Rimase ferito ad una gamba in modo grave e la sua guerra finì lì. Mi raccontava, a me bambina, le sofferenze dei giovani feriti, poi lo scoppio di una bomba lo obbligò a lasciare la trincea, per fortuna. Morirono tantissimi. Poveri giovani di tutti i tempi, costretti a combattere una guerra sconosciuta, contro altri giovani mandati a morire per gli interessi dei potenti.
Il mio bisnonno ha partecipato alla Grande guerra e ha trascorso quattro anni in un lager austriaco solo perché era italiano.Ricordiamo anche questo per favore.
Ottimo documentario, con documentazione video non usuale, ma soprattutto commento in un linguaggio fruibile da tutti, ma veramente impeccabile sul piano linguistico.
In rete questo è diventato una rarità assoluta.
Complimenti.
Grazie per il suo sincero apprezzamento. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Ho visitato il Vs Museo l'altro ieri mattina, intorno alle 10.30 :) e, la signora alla reception, mi ha detto che Lei, Dott Gambarotto, era appena andato via :)
Volevo veramente ringraziarla di persona per l'eccellenza dei contenuti dei Vs video, vi seguo da molto.
Il Museo, cmq, squisitamente crepuscolare, di grande eleganza, e con un allestimento di prim'ordine sui diversi piani.
Interessantissimi anche i filmati d'epoca posti dentro le nicchie apribili.
Ancora complimentissimi :)
Quella generazione compresi i ragazzi del 99 furono un esempio di sacrificio estremo di tenacia e coraggio senza essere contaminati da ideologie estremiste si sacrificarono per l' unità di Italia. Un concetto oggi così lontano dal pensiero moderno da apparire quasi assurdo, ma io ho sempre ammirato lo spirito dei miei bisnonni e di quella nazione che oggi non riesce o non vuole riscoprire le proprie origini storiche.
Grazie al vostro lavoro spero che non ci si dimentichi della nostra storia. Un caro saluto.
Un caro saluto a lei e e grazie di averci lasciato il suo interessante commento. Lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Grazie per queste pagine di storia straordinarie che ci riempiono il cuore di ammirazione verso gli alpini e che non si leggono nei libri di Storia
Grazie per il suo apprezzamento. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto
Grazie per questo video. Non sapevo nulla di questa questa storia. Saluti e grazie per il vostro lavoro dal più profondo del cuore.
Meraviglioso canale youtube con eccezionali contenuti, grazie per il lavoro svolto.
Grazie a lei per il suo apprezzamento. Un cordiale saluto e buone feste.
Questa cosa degli scrittori inglesi che sono stati sul fronte italiano non la sapevo
Si tratta di un episodio poco noto alla gran massa degli appassionati di storia della Grande Guerra. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto
Video come sempre interessante,che mi fa pensare ad un altro grande scrittore,americano,che arrivò sul nostro fronte e che a riguardo scrisse anche un libro famosissimo:mi riferisco a Ernest Hemingway e al suo "Addio alle armi".Hemingway restò poi molto legato,in particolare al Friuli,dove,amico della famiglia dei conti Kechler,tornava ogni anno per lunghi periodi,soprattutto negli anni '50. Amava le battute di caccia e un giorno si trovò,nei pressi della laguna di Marano,su una lunga spiaggia deserta che alle spalle presentava dune di sabbia e una pineta incontaminata.Ne rimase incantato tanto da chiedere agli amici friulani che erano con lui,come mai un posto così bello non fosse utilizzato come luogo per le vacanze. Lui lo chiamava la Florida d' Italia,in realtà era il litorale di Lignano. Fu grazie a quella sua intuizione se Lignano Sabbiadoro si è sviluppata turisticamente ed oggi,anche se purtroppo ha perso tutto l' incanto di un luogo incontaminato,è una grande spiaggia adriatica con case e ville immerse nella pineta. Hemingway era talmente di casa in Friuli che,per non dipendere dagli amici nei suoi spostamenti,acquistò presso la concessionaria Lancia di Udine una lussuosa Aurelia,targata UD,che teneva nel garage di casa Kechler.Lignano lo ricorda con un premio letterario e con un parco a lui dedicato. In Friuli molti ristoranti o trattorie hanno fotografie che lo ritraggono a tavola in momenti conviviali che amava particolarmente,essendo anche un gran mangiatore e soprattutto un grandissimo bevitore. Ma tutto cominciò dalla Grande Guerra.
Purtroppo non scriveva in quel periodo ma le pagine che ha lasciato dopo sono intrise dell'amore per l'Italia e per gli italiani. Da " Addio alle armi " a " Lungo il fiume tra gli alberi" passando a citazioni che si trovano persino nel postumo " Isole nella corrente" l'Italia e gli italiani sono sempre presenti, con pregi e difetti, nei romanzi di Hemingway. Mi viene in mente quando scrive che non era mai stato con una contessa a parte qualche italiana... ma quelle non contavano.
Commento interessantissimo,
grazie tante!
Questo Ernesto lo si ritrova un po' dappertutto nei suoi passaggi. In Olanda a S'Hertogenbosch c'è la birreria Hemingway, a San Sebastian, a Pamplona zona basca della Spagna, in Africa dove andava a caccia grossa, nella Rep. Dominicana a Juan Dolio c'è l'Hotel Hemingway frequentato solo da americani con tanto di bus school giallo per i ragazzi, a Venezia, a Cuba nella villa dove visse gli ultimi anni, prima di farsi saltare le cervella ed in 100 altre località del mondo dove vi mise piede ed oggi ci marciano turisticamente. In qualunque zona andava, la dipingeva come magnifica ed unica, non mi meraviglio che abbia parlato bene del Friuli. Abbastanza prezzemolino è stato questo Ernesto.
Non riesco a comprendere i sentimenti che spingevano questi uomini nel nostro paese.
Non riesco a capire se fosse una sincera ammirazione, o se fossero abbagliati da qualcosa che in realtà non comprendevano.
Non riesco a capire se lui potesse essere un ipocrita, o un uomo che sinceramente apprezzava le cose.
@@jeanjeudi6364 Scrisse "Se hai amato qualche donna e qualche paese ti puoi ritenere soddisfatto, perché anche se dopo muori, non ha importanza." All'hotel ambos mundos dell'Avana conservano intatta la stanza dove viveva e scriveva prima di comperare la finca Vigia. Era Hemingway, nulla del suo stile di vita deve stupirti e non fu il primo a vivere in questo modo. Pensa a Lord Byron, di cui trovi tracce ovunque sia passato. Un artista non si giudica per come vive ma per come scrive.
Non capisco perché nessun editore abbia avuto l'idea di tradurre un libro di questo genere. C'è tutto: grandi scrittori, interesse, storia, drammaticità, avventura, ammirazione, da parte degli inglesi (spesso sarcastici, invece, verso di noi)... un mistero! Spero che qualcuno lo faccia prima o poi... sicuramente, con la giusta pubblicità, andrebbe a ruba e potrebbe costituire un motivo di orgoglio per noi che spesso ne abbiamo poco, verso il nostro paese; e invece dovremmo averne molto!
In effetti ce lo siamo chiesti anche noi! Un cordiale saluto dallo staff del Museo della Battaglia.
Bellissimo e informativo video che getta luce su un argomento che personalmente non conoscevo. Complimenti!
Grazie per l'apprezzamento. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Sempre i migliori, grazie.
Siete davvero eccezionali riportando, con rispetto e ammirazione il ricordo di quei terribili giorni...ci fate tornare in mente il tributo di vite umane pagato da tante famiglie italiane.. ...non solo mio padre e mio nonno combatterono entrambi nella Grande Guerra ma due miei prozii sono sepolti uno a Redipuglia e uno nel Sacrario Militare della Chiesa di San Nicola l'Arena a Catania...giovanissimi.....18 e 19 anni...❤
Complimenti per il canale
Grazie. Cordiali slauti e buone feste!
Come sempre Vi ringrazio per i Vostri video sempre interessanti. Sempre buoni con noi gli Inglesi...
hanno forse torto?
😂😂😂no questo no ! Ci succhiano il sangue da secoli!
Grazie per il suo apprezzamento. Un cordiale saluto.
@@toffonardi7037si, e ti ho già spiegato il perché.
Complimenti. Sempre video interessantissimi
Bellissima ed interessantissima narrazione che riguarda un fatto sicuramente sconosciuto ai più .
Gli inglesi mandarono il fior fiore dei loro scrittori , a testimonianza del valore e dello spirito di sacrificio dei nostri Alpini , a cui evidentemente resero pieno merito .
Bellissimo video, complimenti!
Aggiungo questo video ai gioielli che finora mi avete donato, grazie!
❤ poveri ragazzi, che condizioni terrificanti , basta guerre
Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Ma infatti. Fa pure piacere sentire gli Inglesi lodare i nostri compatrioti, ma il loro spirito penso fosse lo stesso di quanti ammiravano il coraggio dei Mujaheddin. Fu un orribile macello condotto con criminale irresponsabilità da uno stato maggiore di idioti.
Giusto, ma equivale ai macelli al fronte
franco-tedesco, e altri, provocati da Stati Maggiori di quei
Paesi, non sei d'accordo?
Basta Inghilterra
Se ne potevano starsene a casa loro
Video molto interessante.. Grazie mille🙏🏼
Grazie! Un cordiale saluto dallo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano
Ottimo video, come sempre poi
Grazie. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo.
Questo video mi ha fatto ripensare ai racconti dei miei nonni materni che ho avuto la fortuna di conoscere. Mio nonno ed i suoi fratelli ebbero la fortuna di fare tutti ritorno a casa quando finì la guerra, probabilmente perchè essendo tutti minatori furono arruolati nel genio e quindi impiegati più per scavare gallerie e trincee che per combattere. Mia nonna invece ricordava che nei pressi di casa sua erano accampati gli inglesi e raccontava di un giovane soldato che un giorno si presentò con in mano un foglietto e con un italiano stentato cercò di dichiararle il suo amore senza essere corrisposto (immaginate a quei tempi per una ragazza non ancora diciottenne intraprendere una relazione con un soldato straniero di passaggio quanto sarebbe stato disdicevole). Chissà quale sarà stato il destino di quel ragazzo. Anche i fratelli di mia nonna ebbero la fortuna di tornare sani e salvi e mia nonna mi raccontava del pudore con cui si relazionavano con una coppia di vicini di casa, abitanti nella stessa contrada, che avevano perduto il loro unico figlio poche settimane dopo che era partito per il fronte. Il ragazzo quand'era partito aveva preso in braccio la piccola madre portandola con sè fino al crocevia della strada dove si salutarono per l'ultima volta. Quando giunse la straziante notizia della morte posso solo immaginare lo sconforto dei genitori (mia nonna diceva che il padre non fu mai più lo stesso). Penso a tutto quello spreco di vite, a cosa continua a succedere oggi nel mondo ed a come ci viene raccontato (o per meglio dire propagandato).
Per restare in tema di scrittori e di guerra chiudo con una citazione famosa: "Beato quel popolo che non ha bisogno di eroi" - Bertold Brecht
Grazie per queste preziose informazioni ❤
Grazie a lei per avere trovato il video interessante. Un cordiale saluto.
Bellissimo video!!
Curato nei minimi dettagli e raccontato divinamente bene
Complimenti a tutto lo Staff del Museo!!
*Onore agli Alpini!*
Grazie a lei. Ci fa piacere che lo abbia apprezzato! Un cordiale saluto.
Bravissimo, complimenti!
Grazie del video Dott Gambarotto
Ma grazie a lei per il suo apprezzamento! Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano.
Molto interessante questo video
Il suo apprezzamento ci fa davvero piacere. Grazie!
Ciao Stefano, un saluto a tutto lo staff del museo, bellissimo video😍😍
Ciao Aurora. Un caro saluto.
Estremamente interessante! Grazie!
Grazie a lei! Un cordiale saluto.
Grazie per il video
Molto istruttivo
Grazie, interessantissimo
Grazie a lei. Un cordiale saluto.
Veramente bello come descrissero gli Alpini e il loro modo di vivere e conoscere a fondo la montagna e il suo linguaggio
Questi ragazzi hanno visto l'inferno e noi oggi siamo solo capaci di lamentarci per ogni piccolo disagio 😢
Oggi siamo abituati a condizioni di vita molto diverse da quelle di allora... Un cordiale saluto.
Video interessante e istruttivo grazie
Grazie a lei e cordiali saluti.
complimenti e un piacere vedere e ascoltare,grandi uomini un eterno grazie a tutti loro.
Il mio nonno era del 1894, è rimasto ferito per una scheggia in una gamba. Aveva 19 anni😟❤
Grazie per avere condiviso con tutti noi questo ricordo di famiglia. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
wow complimenti, bellissimo video
Grazie! Un cordiale saluto.
Che bei video che fate ❤
Ci fa davvero piacere che li trovi interessanti. Grazie ec ordiali saluti da tutto lo staff del Museo.
@@lalineadellamemoria spero di poter venire presto a visitarvi.
Ricordavo di aver letto di Wells ma non sapevo degli altri. Descrive la storia in maniera avvincente, mi sono iscritto perchè mi è piaciuto seguirla
Splendido lavoro, veramente bravo, grazie! 🤝🇮🇹🥂
Ricordo con tenerezza mio nonno, "ragazzo del '99", volontario a 17 anni..trincea, fango, freddo, nausea, odore di morte..torno'vivo a casa ma con l'anima ferita dalla visione delle miserie umane..non sapeva poverino che lo aspettava un'altra guerra...❤ti voglio bene nonno Attilio
Come sempre al top.. complimenti anche a chi tradusse dall'inglese.. bravissimi e mi piacerebbe visitare museo ma distante ( sono piemontese) e guidare al giorno d' oggi( dico cretinata) e' altra " guerra..
Se verrà a trovarci sarà il benvenuto, Un cordiale saluto.
Interessantissimo. Bravi.
Grazie! Cordiali saluti.
Altro video straordinario. Anche da qui, nasce la leggenda degli Alpini.
Grazie per l'apprezzamento. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
In uno scenario così evocativo si svolse una delle lotte più crudeli : la guerra di mina. Italiani ed austroungarici cercavano di scavare tunnel nella roccia per porre grandi quantità di esplosivo sotto le postazioni dei nemici
Mio nonno materno,Gaeta Andrea, classe 1899. È stato in trincea, in prima linea, a neanche 100 metri dal nemico. Sono molti gli episodi che mi ha raccontato, dove ha rischiato la vita. Un GRANDE. ❤
Grazie per aver condiviso con tutti noi il ricodo di suo nonno. Un cordiale saluto.
Da ricordare le testimonianze dirette di Hugh Dalton e Norman Gladden.
Stupendo ❤
Bellissimo canale e video in questo caso, iscritto or ora 🫡🎩🙌🏻
Grazie per l'apprezzamento e per l'iscrizione! Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
sempre bravissimo il nostro amato Conservatore dott. Gambarotto!
Troppo gentile! Un sentito rigraziamento da parte di tutto il nostro staff.
Interessante.
Esiste una documentazione riguardante l'uso degli animali nella Prima Guerra Mondiale?
In particolare mi interesserebbero i rapporti militari sull'uso del Mastino Abruzzese.
Era tanto orgoglioso mio nonno della Medaglia di Cavaliere di Vittorio Veneto..❤
Avremo sicuramente il suo nome conservato qui al Museo fra quelli del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto. Cordiali saluti
Grazie per il Vs. impegno nel ricordare tutti i nostri combattenti ❤anche mio padre ando' volontario a 17 anni....altri tempi..🇮🇹@@lalineadellamemoria
" Gli Alpini camminano là....
Dove vola soltanto la Fede alata" .... cit. Soldato Pillon
" Centomila gavette di ghiaccio"........
Un Alpino Italiano 🇮🇹🇮🇹🇮🇹🇮🇹
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" Gnànca se more"
Sotto di noi le crode
Un cordiale saluto.
Solo ammirazione riconoscenza e rispetto per i nostri caduti 💚🤍❤️
Condividiamo Un cordiale saluto.
Bravissimo sono pienamente d'accordo con te onore hai nostri caduti w l'italia 🇮🇹sempre
L' elogio di heminguey ai soldati italiani e' famoso .del resto abbiamo versato tanto sangue e scritto la storia con tecniche di guerra diventate poi manuali militari studiati da ogni esercito
Un grande scrittore che amava il nostro paese. Un saluto da Vittorio Veneto. Lo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano
Fatiche non immaginabili, condizioni oltre l'estremo.
Il territorio montuoso italiano e non solo quello molto difficile.
Se ne accorsero anche i nazisti nel secondo conflitto.
Grazie per questa preziosa testimonianza...
Un caro saluto.
Il mio bisnonno alpino artigliere, a 37 anni,e padre di tre figli,venne proietteto sul fronte come staffetta portaordini, abbiamo ancora in casa la ricevuta della polizza assicurativa dove l' ente si impegnava a esborsare lire 500 alla sua vedova in caso di sua morte, mentre la moglie confezionava divise per l' esercito onde sfamare i figli Non volle mai parlare di ciò che aveva vissuto al fronte, sosteneva che era troppo crudele ed inutile, diceva però che poiché una guerra lo aveva risparmiato, un altra guerra gli avrebbe portato via il figlio. Cosa che accadde in Albania al mio prozio, nuovamente artigliere alpino😢
Grazie per aver condiviso con tutti i noi i suoi ricordi familiari. Un cordiale saluto da tutto il nostro staff e auguri di Buone Feste!
A questi si aggiunse in seguito Evelyn Waugh con i suoi reportage liberi da pregiudizi sulla guerra coloniale italiana in Etiopia
Grazie per aver ricordato ancora una volta l'eroismo degli alpini sulle vette dell'arco alpino durante la 1^ guerra mondiale. Credete che quei 4 grandi scrittori britannici abbiano convinto i connazionali dell'eroismo ed audacia dei soldati italiani ? Io credo soltanto in una minima parte dell'opinione pubblica britannica. Infatti, poi si sono visti a Versailles che hanno ritirato il braccino e si sono rimangiati il patto di Londra sottoscritto ne 1915.
Gli inglesi e gli americani sono la tipica specie che causa guerre e poi ritrae la mano. Provo un profondo disprezzo per loro.
Il lavoro degli scrittori britannici inviati sul nostro fronte non ebbe purtroppo alcun effetto sull'opinione pubblica inglese. Un cordiale saluto.
Grazie, sapendo come parlano sempre male delle forze armate italiane, il video da kolto piu informazioni.
Grazie per averlo apprezzato. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Nattaglia di Vittorio Veneto
Scrivevano per sostenere gli alleati. Il vero shock internazionale fu quando Cadorna scrisse pubblicamente che i suoi soldati erano codardi e traditori, dopo la disfatta di Caporetto.
Dottor Gambarotto solo complimenti simceri a lei. Per come racconta e spiega.
Grazie! La salutiamo cordialmente!
Siete grandi
Grazie! Un cordiale saluto.
Bella informazione
Grazie! Un saluto cordiale.
Grazie per questo video 👍
Video bellissimo, iscritto subito
Grazie per l'iscrizione. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Per favore fate dei video su Sydney Carline e i suoi disegni!!!
Grazie del suggerimento. Un cordiale saluto.
Ciao, sono stato a Fossalta di Piave e li in centro c'è una foto di Ernest Hemingway vicino al campanile distrutto nel paese, può essere un evento correlato anche se americano?
Hemingway si trovava in Italia come volontario della Croce Rossa Americana e non come scrittore o giornalista. Il suo ruolo era dunque diverso. Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo.
@@lalineadellamemoria grazie mille della risposta e grazie del vostro lavoro. Una cordiale serata a tutto lo staff
Hemingway a Fossalta fu ferito dallo scoppio di uno shrapnel austriaco mentre soccorreva un caduto sotto il fuoco nemico. Fu operato urgentemente sul campo e gli asportarono da una gamba le schegge più grandi. Poi fu trasportato nelle retrovie e lo ricoverarono a Milano dove fu rioperato e passò 3 mesi di degenza in ospedale. Quando scrisse che ti accorgi che riesci a dominare la paura se ti accorgi che riesci a sputare in terra parlava della lezione di Fossalta.
Vorrei sapere se esiste un volume che raccolga questi reportage. Grazie.
Purtroppo no. Un cordiale saluto.
Se a qualcuno può interessare esiste invece un libro di Fernanda Pivano intitolato con Hemingway sul fronte italiano.
Grazie.
Grazie a lei. Un cordiale saluto.
Mi sa che questi scrittori non riuscirono, però, a scalfire molto quell'aria di sufficienza che i britannici, come i francesi (ma forse un po' tutti i nord europei), hanno nei nostri confronti.
e non a ragione????
Siamo piccola gente a volte meschina ma capaci di azioni e pensieri eccezionalmente nobili acuti coraggiosi . Secondo me ci definisce l' episodio del libro cuore, sangue Romagnolo
Anche eminguei se non sbaglio era in Italia
A parte un po' di spocchia dei popoli "nordici", penso che il loro modo di pensare sia stato influenzato soprattutto dalla brutta figura che l'Italia ha fatto nel secondo conflitto mondiale.
Dobbiamo essere onesti, eravamo chiaramente impreparati.
No. Non ci riuscirono. La guerra sul fronte italiano rimase sempre poco considerata dall'opinione pubblica inglese. Un cordiale saluto.
Il miglior libro che racconta la prima guerra mondiale è di Emilio lussu.un'anno sull'altopiano.
Pace eterna a tutti i caduti 🙏
Un cordiale saluto.
Mio nonno medaglia d'oro sul Piave Biondi Vincenzo ❤❤❤riposi in pace
Grazie per averne condiviso i ricordo con tutti noi. Cordiali saluti.
Quale effetto ebbero effettivamente sull'opinione pubblica britannica i reportage di questi grandi scrittori?
Purtroppo nessuno! Un cordiale saluto.
Che canale intressante , perche i ragazzi invece portare cose così preferiscono fare quelli stupidi balletti
Grazie per l'apprezzamento! Un cordiale saluto.
Avendo visto, anche se a volte solo in foto/ricostruzione, alcune postazioni alpine, gli abnormi patimenti e sacrifici dei soldati, anche fosse solo per mangiare il rancio, sono ai limiti dell'inimmaginabile. Oggi ci si lamenta quando la batteria dello smartphone ci pianta in asso...
Stiamo parlando di un'epoca lontana anni luce dall nostra... Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Bella pagina di storia secondo me.
Mi pareva che ci fossero stati di mezzo gli inglesi, non potevano mancare. A questo punto butto via i miei libri di Storia.
Un cordiale saluto.
Ma che scrittori del manga l’unico meritevole e titolare della vittoria di Vittorio Veneto si chiama ARMANDO DIAZ ed era Napoletano!!!
se i nostri antenati che hanno dato la vita per difendere il loro paese vedessero come i politici hanno ridotto l 'italia si rivolterebbero nella tomba 😡😡😡😡😡😡 riposate in pace onore e gloria a voi eterni eroi😢💚🤍❤️
Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
@@lalineadellamemoria💚🤍💔
@@lalineadellamemoria grazie un abbraccio a tutti voi 🇮🇹💚🤍💔🇮🇹🤝 w ' italia sempre e comunque lunga vita a tutti i patrioti che ancora sopravvivono nel nostro malridotto paese
i politici sono solo lo specchio di chi li vota....basta con questo piove governo ladro
...mio nonno omonimo,ragazzo del 1899,8° reparto arditi d'Italia!!!
Sarà Cavaliere di Vittorio Veneto allora! Cordiaii saluti.
Sempre notizie inedite, complimenti.
Bellissimo video.
Grazie. Cordiali saluti da tutto lo staff del Museo.
Ma è una "descrizione" o una "trascrizione"?🤔
Da ricordare i diari fondamentali di Hugh Dalton e Norman Gladden
Assolutamente si. Ma si tratta di memorialisti. Un cordiale saluto.
Chiediamo i confini!
Un fratello di mio bisnonno di parte paterna è caduto sull altopiano di Asiago ed è tumulato nel sacrario mentre il bisnonno materno è tornato ma non ha mai voluto raccontare niente di quello che aveva vissuto
Grazie per aver condiviso con tutti gli utenti del canale il ricordo del suo congiunto. Un saluto da Vittorio Veneto. Lo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano
Tutti si trovarono a combattere per una patria in cui, però, il grado di identificazione delle masse popolari italiane, alla vigilia del conflitto, era ancora modesto. “La debolezza dell’identità nazionale trova riscontro nei fenomeni linguistici, in quelli riguardanti la scolarità e l’alfabetizzazione.”
Fu una guerra soprattutto di posizione, come stanno a dimostrare le 12 battaglie dell’Isonzo, dove, malgrado gli sforzi, non si andava né avanti né indietro. Molti furono i renitenti (470.000 le denunce all’inizio della guerra) e i disertori. Altri, per non andare al fronte, ricorsero all’autolesionismo e alla simulazione di malattie che,quando si trattava di malattie mentali, erano molto difficili da smascherare.
La guerra portò un incremento dell’alfabetizzazione. “Numerosi furono i fanti che impararono a scrivere proprio dal 1915 al 1918. Insieme all’importanza di saper leggere e scrivere, i soldati scoprirono, a loro spese, la modernità delle nuove tecnologie, la potenza dell’industria, la forza coercitiva e la presenza dello Stato nella loro vita.”
Oltre ai soldati vi fu il fronte interno che fu soprattutto fronte industriale e operaio, costituito principalmente dalle donne e dalle maestranze industriali, e che comportò un incremento straordinario dell’occupazione operaia riguardante anche ragazzi. Il ruolo della donna mutò notevolmente in quanto “l’enorme consumo di energie umane determinato dalla guerra, il bisogno crescente di manodopera in tutti i settori e specialmente in quelli della produzione bellica, provocarono in effetti una specie di invasione di campo femminile non solo nell’ambito della famiglia ma nelle più diverse attività. Le donne divennero tranviere, ferroviere, portalettere, impiegate di banca e dell’amministrazione pubblica, operaie nelle fabbriche di munizioni.”
Il fattore umano, però, non fu tenuto in gran conto dal generale Cadorna: "Per lui la guerra doveva essere condotta tutta dall’alto. Decise le strategie a tavolino, pensava che esse dovessero essere semplicemente applicate, quali che ne fossero i costi." E così, nel corso del 1916 e della prima metà del 1917, una serie di azioni italiane si risolsero in tremendi macelli, privi di risultati decisivi, fino ad arrivare, nella notte tra il 24 e il 25 ottobre 1917, alla disfatta di Caporetto, “l’episodio più importane della guerra sul fronte italiano, vale a dire lo sfondamento repentino del fronte e il conseguente dilagare in profondità delle truppe austro - tedesche sul territorio nazionale.”
Caporetto dimostrò che “la guerra era stata un’imposizione di minoranze sulla maggioranza del paese e specialmente sugli stati d’animo delle classi subalterne, ma soprattutto questa ultime avevano continuato a rimanere estranee, a subirla come una violenza, a non identificarsi affatto con le sue ragioni.” Per la prima volta si passò da guerra di posizione a guerra di movimento, con tutto quello che comportò la movimentazione rapida di un ingentissimo numero di uomini (un milione di militari e 400.000 profughi civili), con relativi carriaggi e masserizie, sulle poche strade che portavano al Tagliamento. “Secondo i dati ufficiali, le perdite complessive della rotta si contarono in circa 10.000 morti, 30.000 feriti, 40.000 sbandati, poco meno di 300.000 prigionieri.”
Hai scritto un verbale, ma non sei riuscito a scrivere una cosa sensata
Grazie per averci lasciato il suo commento. Un cordiale saluto.
Nessun risultato? Gorizia fu presa nel 1916
Poi certo, Cadorago aveva poca umanità e capacità comunicativa
ancora con queste fesserie da morte della patria??
Con la Croce Rossa arrivò anche lo storico inglese Trevelyan, restò tre anni con il servizio di ambulanze, e poi scrisse "Scene della guerra d'Italia", senz'altro da leggere per chi non vuole mandare al macero la memoria e non gradisce regredire ai likes per dare un'opinione
Grazie per aver segnalato il volume di Trevelyan! Un cordiale saluto da tutto lo staff del Museo della Battaglia di Vittorio Veneto.
Kipling perse un figlio durante la prima guerra mondiale. Consiglio a riguardo, il film "My boy Jack" con Daniel radcliffe nei panni del figlio di Rudyard kipling
Grazie della segnalazione. Cordiali saluti.
C'era anche Ernest HEMINGWAY
Era americano forse per questo non è stato menzionato...ma magari un cenno, non che mi piacesse il personaggio
Si, Ma come volontario della Croce Rossa Americana... E non era inglese. Un cordiale saluto.
@@lalineadellamemoria Soprattutto non scrisse nulla sino a che non fu congedato. Racconta lui stesso di come ricominciò a scrivere mesi dopo il ritorno a casa alla fine del "18. Nessuno lo ricorda ma anche Jhon Dos Passos era volontario in Italia, prima con la Croce Rossa Francese e dopo con il Corpo Sanitario Americano
❤
Il mio pensiero va' allo zio di mio marito: Pietro Di Fiore... disperso nelle cime dell' Adamello. ❤
Grazie per aver condiviso con noi il ricordo del suo congiunto. Cordiali saluti!
Non ho capito però una cosa di base.
Perché doveva importare qualcosa gli inglesi di quello che facevano gli italiani nella prima guerra mondiale?
Va bene eravamo alleati, ma non capisco perché ci doveva essere questo interesse di fondo.
Gli accordi stipulati con inglesi e francesi prevedevano concessioni all'Italia che avrebbero poi dovuto essere giustificate davanti all'opinione pubblica. Di qui la necessità di «dimostrare» a quella stessa opinione pubblica che l'Italia stava pagando la sua parte del conto in sacrifici e vite umane
@@lalineadellamemoria conto che però purtroppo fu disatteso, in quanto alla fine L'Italia non aveva ricevuto ciò che aveva pattuito con l'Inghilterra.
Provocando poi quello che sarebbe asceso dopo con il nome di fascismo.
@@Nntoira una cosa che gli italiani non hanno mai capito (e continuano a non capirlo) MAI FIDARSI DEGLI INGLESI sono peggio dei napòletani a fregarti...... ma io vedo ancora un'ì italietta Che lecca iil culo agli inglesi (che vi disprezzano) per andare contro gli odiati francesi, che invece non vi odiano per niente, ma va beh se c0è un popolo che non è in grado di comprendere il mondo in cui vive è proprio quello italiano