DAHMER: Dico la mia sulla serie più controversa del momento
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- Опубліковано 14 жов 2022
- Chiacchieratissima, "Dahmer" è la serie tv del momento. Mi sarà piaciuta?
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In realtà riuscire a empatizzare e quindi a non deumanizzare un persona pericolosa è una cosa molto positiva. Ci permette più facilmente di renderci conto di come alcune persone, sbagliando, reagiscono a un profondo disagio interiore. È una delle strategie difensive psicologiche più comuni quella di trasformare un killer in un mostro, qualcosa di non umano, quando invece lo è! Nessuno è totalmente fuori pericolo, paradossalmente a chiunque può capitare di arrivare al punto di diventare pericoloso per gli altri (in modi molto diversi), ed è proprio tramite la consapevolezza dell'umanità di queste persone che si può arrivare al prevenire queste escalation trattando il disagio in anticipo! Mi rendo conto che sia un concetto complesso che è per lo più masticato da chi è nel campo, però, io personalmente, non riesco a non sentirmi male a pensare ANCHE alla sofferenza di queste persone, per quanto non voglia scusarle delle loro colpe
Sono perfettamente d’accordo, finalmente qualcuno che lo dice!
Riconoscere la sofferenza che c'è dietro chi ne ha inferta tanta non ci rende dei mostri o loro complici, anzi.
Assolutamente d'accordo con te ❤️
Vi ringrazio molto! Sono felice di vedere che tanti sono d'accordo, empatizzare non deve mai essere sinonimo di giustificare 😊 anche se mi rendo conto che molti lo usano in questo senso
Sei riuscita a descrivere perfettamente quello che penso. La mente umana è “fragile”, pensiamo di essere al sicuro e di non diventare mai quei “mostri”, ma a volte non si sa mai.
Spesso nei tuoi video partono dei jumpscare sonori atroci, ogni volta salto sulla sedia😂 sono l’unica che soffre così tanto???
pensavo fosse un problema delle mie cuffie aiuto
Io l’ho amata. Una serie che ha dato spazio tanto alla psiche di Dahmer, quanto alla storia delle vittime. La puntata del ragazzo sordo muto, da un punto di vista tecnico, é perfetta. Avrebbero potuto farla molto più splatter, invece hanno giocato sul non detto e non visto in molte scene. Catartico il finale, con la comparsa di Gacy, come contraccolpo alla storia di Dahmer verso la fine. Una serie davvero dolorosa e potente
Ho iniziato a guardare questa serie appena è uscita e adesso sono ferma all'episodio 4 da più di due settimane. Alla fine di ogni episodio, ma soprattutto nei giorni successivi alla visione, mi perseguita un senso di disagio e angoscia che raramente mi capita di provare quando guardo film o serie tv che trattano (anche se romanzati) eventi di cronaca.
In compenso, sono molto contenta che questa serie stia venendo apprezzata, magari un giorno la finirò anche io, forse.
se ti interessa ti consiglio il libro "Le strade dell'innocenza" di James Ellroy. Racconta di un serial killer, partendo dalla genesi, da adolescente timido e sensibile, che rimane traumatizzato dopo aver subito una violenza e diventa un serial killer. Comunque è molto crudo e forte. Ho anche un video sul canale
L'ho trovata davvero bella anche io. Al di là del lato tecnico e di messa in scena ho apprezzato moltissimo anche l'ampio spazio dato alle vittime (dirette o indirette, tipo appunto la vicina, o genitori, ecc...), addirittura intere puntate dedicate loro in cui sono giustamente protagoniste.
Una delle scene che mi sono rimaste più impresse è quella "finale" del padre di Dahmer, e il suo pianto disperato per quel figlio "mostro" e incomprensibile a cui lui, nonostante tutto, voleva bene.
Edit.: la puntata romanzata della "relazione" con il ragazzo sordomuto l'ho vista come un mezzo per cercare di umanizzare un minimo Dahmer e forse per renderlo meno "bidimensionale". Alla fine però il punto è che Dahmer sceglie comunque di fare ciò che ha fatto, nonostante qualche scintilla di umanità possa aver avuto.
Grazie per aver scritto "al di là" NON tutto attaccato, sono commossa fino alle lacrime.
@@isabellacicchetti6058 grazie! Da brava grammar nazi per me l'"Aldilà" tutto attaccato è il film di Lucio Fulci 😜💜
Il rifiuto o paura di vedere e la negazione ad ascoltare da parte della famiglia è uno degli aspetti che personalmente mi ha disturbato di più.
Anche a me. Ed è per questo che non trovo sbagliato si sia dato spazio alla storia personale del killer, per molti invece una mossa pericolosa perché in qualche modo porterebbe a empatizzare con lui e a non vederlo come un'incarnazione del Male assoluto a cui fa comodo credere.
Ciao Matteo. Ho condiviso con te ogni singola parola. Complimenti per le tue recensioni davvero accurate. Non lasci nulla al caso. Poi quando hai citato l’episodio 6 😢 un pugno nello stomaco anche solo ricordarlo. A me è piaciuto come “prodotto”, anche se avrei ridotto un pò la seconda parte. Evan Peters l’avevo già conosciuto in AHS ma non mi aveva mai entusiasmato più di tanto. Qua ha dato grande prova di recitazione anche solo con i “silenzi”. E lasciami dire che una menzione speciale va anche al doppiatore italiano che lo rappresenta sullo schermo.
A me è piaciuta davvero tanto. Ho trovato interessante che si sia raccontato anche il suo vissuto fin da piccolo, perché questo aiuta a comprendere come una persona possa poi arrivare a commettere certi crimini. Sono riusciti a raccontare una persona prima di raccontare del mostro e basta.
La storia è stata molto romanzata, il personaggio della vicina non è reale bensì l'unione di due persone (la ragazza che aveva chiamato la polizia avvertendo del ragazzino, e una persona che abitava nel palazzo affianco a quello di Dahmer, se non sbaglio) e la "storia d'amore" tra Dahmer e il ragazzo sordo-muto non è mai avvenuta. (ritiro una persona nei commenti mi ha detto che è stata confermata in un documentario).
Il prodotto è buono, ma ho trovato anche io incoerente celebrare il dolore delle famiglie delle vittime nella serie senza averle nemmeno avvertite nella realtà.
Ho apprezzato la serie da un punto di vista oggettivo, ma soggettivamente mi ha lasciato molta amarezza e tristezza.
Concordo. Anche secondo me è stato un po' ipocrita parlare dello sfruttamento del dolore delle vittime e delle loro famiglie da parte del padre di Jeffrey e poi fare esattamente la stessa cosa con la serie. Mi chiedo perché trattare una storia vera e romanzarla molto, al posto di inventare una storia di sana pianta. Forse perché se al posto che su Jeffrey Dahmer avessero fatto la serie su Peppino lo scannatore non se la sarebbe filata nessuno?
Ho visto un documentario sempre su Dahmer dove uno degli amici del ragazzo sordomuto ha detto che lui stesso aveva detto nel corso degli anni prima della sua scomparsa di avere avuto delle relazioni con Jeffrey
@@reica_aesthetic_98 non ne ero a conoscenza, ho sempre letto e sentito che non avessero avuto alcun tipo di relazione, grazie per avermi informato
@@musicadrammatica figurati, anch'io ero convinta fosse un'invenzione prima di vedere quella testimonianza.
Molto raramente mi accade che una serie riesca a suscitare un senso così profondo di malessere fisico e psicologico. Dalle atmosfere alla recitazione, fino ai plot paralleli del crimine, della sofferenza, della negligenza delle forze dell'ordine, delle urla inascoltate dei vicini e dei parenti delle vittime. Tutto si fonde in un ensamble angosciante e crudo, difficile da fruire senza un sentimento di rigetto. Per quanto mi riguarda, io sono contenta che questo prodotto sia uscito. Fa capire molte cose e, benché possa sembrare contraddittorio sulla carta, il modo in cui è eseguito è inattaccabile. È una denuncia su tutti i temi che devono essere denunciati. Senza esclusione di colpi. Ipocrisia? In quale modo migliore si sarebbero dovuti mostrare al mondo i fatti accaduti?
a mio parere molto ben fatta, i toni cupi erano perfetti per il tema e a me personalmente è piaciuta molto perchè mi ha ricordato un’altra serie di cui vado pazza che è true detective soprattutto per l’utilizzo di questo schema alternante tra passato e presente, nel complesso è stata “piacevole” (passatemi il termine) vederla, come finivo un episodio avevo subito bisogno di vedere quello successivo e come hai detto tu matteo l’interpretazione di peters è stata molto molto convincente, si vede che ha studiato e si è preparato al meglio per entrare nella parte
Nonostante conoscessi la storia questa serie mi ha spezzata. Mi ha lasciato una sensazione di peso sul petto.. sul cuore.. non lo so ..non mi è ancora passata..
A me è piaciuta veramente tanto, sotto tutti i punti di vista, a partire dalla scelta del cast.
È impressionante come ogni singolo attore sia stato scelto con una somiglianza veramente paurosa alle persone realmente coinvolte nella storia. Evan Peters magistrale a parer mio, mi ha sorpreso veramente tanto.
Non so in che misura tutto ciò che viene mostrato è coerente con i fatti accaduti, ma ancora oggi alcuni dettagli della storia sono controversi quindi ci stanno eventuali parti romanzate (esempio: la relazione presunta o meno tra Dhamer e il ragazzo sordomuto).
Mi è piaciuta la narrazione totalmente destrutturata dei primi 7 episodi.
Saggia auto-censura, visto l'argomento true crime estremamente macabro ed evidentemente dolorosissimo per i familiari delle vittime (che scandalosamente non sarebbero state interpellate).
È una buona produzione, che mi ha lasciato addosso una tristezza infinita.
A me questa serie e’piaciuta tanto.Non la guardavo perche’pensavo fosse “splatter”invece mi sono ricreduta.Mi ha dato una chiave d accesso per capire cio’che puo’indurre le persone ad agire in modo negativo lasciando a chi guarda il modo di empatizzare fino ad un certo punto.Poi ovvio sta nelle persone capire e distaccarsi.La prima puntata molto lenta,poi ho amato fino alle settima.Le ultime 3piu’noiose
Io l'ho trovato molto bello, al di la delle polemiche fatte giustamente dai familiari delle vittime, sostiene un argomento che mi ha colpito molto, cioè che non veniamo mai presi in considerazione come esseri umani ma per quello che rappresentiamo in apparenza. Daimler ha potuto commettere indisturbato delitti perche era un bel ragazzo bianco in apparenza gentile o quantomeno innocuo. Fosse stato nero lo avrebbero preso al primo omicidio.
Molto bella questa recensione!
Serie che ho adorato. Riguardo l'episodio 6 la relazione "sentimentale" che si può intuire tra i due si può immaginare anche nella realtà, perchè gli amici della vittima raccontarono che i due si conoscevano da molto tempo e in un certo senso si frequentavano, anche se Dahmer lo negò. Sapere questa cosa ha reso quell'episodio ancora più straziante per me
Ciao anch'io ho pensato molto a questa cosa e non riesco a darmi una spiegazione, lui aveva comunque raccontato tutto e proprio non riesco a capire perché negare che ci fosse un rapporto d'amicizia.. questa serie mi ha straziata
@@mariateresamars Non ne ho idea, una spiegazione logica potrebbe anche non esserci, visto il soggetto di cui stiamo parlando. Il fatto che sia rimasto il dubbio sulla natura di questo rapporto rende quell'episodio ancora più doloroso per me
@@cnsk8516 ti capisco benissimo questa serie è come un pugno nel petto che ti toglie il respiro..
Il sesto episodio è insostenibile. Non ho dormito per due notti. Continuavo a pensare a quel ragazzo è piangere. Devastante davvero.
Le polemiche sono condivisibili, in particolare per il discorso della mancata informazione delle famiglie. Mi è sorto un po' un dubbio a proposito. Siccome di storie true crime è pieno il cinema da sempre, come funziona di solito? Chissà se il tatto nei confronti delle famiglie realmente coinvolte (se viventi) è sempre rispettato. Me lo chiedo perchè non ricordo polemiche simili su larga scala sebbene come già detto il cinema sia zeppo di storie simili.
Se ci pensi nemmeno tutti i canali You di True Crime avvertono le famiglie che faranno un video dedicato alla storia che le riguarda.
Io sono a metà fra l'ho apprezzata e non. Ho apprezzato l'attenzione al passato di Dahmer e alla sua psiche, una verità forte come un pugno in faccia dell'importanza dell'infanzia, e al tempo stesso non ho apprezzato l'eccessiva romanzata come forma di comprensione dei suoi atti. Sì ho capito cosa ha contribuito a deviare la sua psiche e ho provato pena, non posso negarlo, ma omettendo dei dettagli sugli orrori compiuti Dahmer pare quasi un incompreso. Guardando il documentario su di lui ho capito che la situazione era ben più atroce di quella descritta nella serie e non l'ho trovato giusto nei confronti delle vittime e del dolore che ne è scaturito. O la racconti bene una cosa o non la racconti affatto.
La parte finale in carcere mi ha fatto pensare alla diversità fra Dahmer e Gacy, la cui storia è fra le più agghiaccianti che abbia mai sentito. Dahmer in un certo senso sapeva quel che faceva e da quello che ho capito provava senso di colpa che lo porta a resistere a quel richiamo, ma alla fine non ce la fa (questo è un aspetto che mi ha colpita). Gacy fino all'ultimo era convinto di essere nel giusto e di non aver fatto niente di sbagliato.
E' vero ci si concentra sempre sul carnefice, ma non si allarga l'occhio a chi è intorno a lui che spesso sono altre vittime.. Non sapevo che non fosse stato chiesto il permesso alle famiglie.... Questa cosa è terrificante.
Matteo dopo la docuserie sulla mitica Wanda, che mi hai convinto tu a vedere, mi sa che guarderò anche questa serie. Oltre a dirti che attendo con ansia il trash di "Kiss me like you love me", ti consiglio di vedere "The Watcher" sempre su Netflix. L'ho adorata!!! C'è qualcuno che l'ha vista???
Io sono all'episodio 2 ora, non lho trovata avvincente quindi non so se continuare...
Concordo su tutto. Nonostante sia stata un visione angosciante e disturbante, io l'ho decisamente apprezzata, proprio per la sua narrazione equilibrata e non celebrativa del killer. Ottime interpretazioni e interessante la visione di più punti di vista. Effettivamente è stato uno scivolone non avvisare le famiglie delle vittime ma trovo che il lavoro fatto non abbia mancato di rispetto alle vittime stesse.
Noi lo abbiamo guardato tutto. Incredibile come sia riuscito a non farsi beccare un pazzo furioso.
Stavamo valutando un libro da proporre sul nostro canale😪
Il mio eroe che guarda un episodio alla volta❤
Che le persone abbiano considerato, questo, un prodotto sopravvalutato o, addirittura, scarso è una cosa di cui non mi capacito. Con questo non voglio dire che non l'avrebbero potuto fare meglio, perché, personalmente, di difetti ne ho trovati. Ad esempio, il continuo alternarsi di flashback e flashforward l'ho trovato solo d'impaccio nel comprendere le vicende; in sostanza avrei preferito una narrazione secondo "fabula", più che intreccio. E c'è da dire che, anche per questo, ho trovato la serie più adatta a chi la storia di Dahmer la conosce bene piuttosto che a chi vuole approdare ad essa per la prima volta. È vero, però, che non capisco chi trova la serie romanzata e se ne lamenta. Non ha mai avuto le pretese di essere un documentario, quindi, di che ci si lamenta? Per giunta, molti dei fatti rappresentati sono assolutamente congruenti ai fatti reali: l'appartamento è stato riprodotto al dettaglio, la storia delle vittime, nella maggior parte dei casi, è altrettanto fedele a quella reale, persino il processo è riprodotto, se non fosse per gli occhiali, indossati da Peters, ma non da Dahmer, alla perfezione. Ma il punto peggiore è: perché le persone si fossilizzano tanto sulla questione della romanticizzazione del personaggio? Come se empatizzare con lui significasse aver collaborato nell'omicidio! Esattamente come pongo all'attenzione l'impossibilità di non riuscire ad empatizzare con le vittime, pongo all'attenzione l'impossibilità di fare altrettanto con Dahmer. Come non empatizzare con lui che ha più volte provato ad aprirsi con un padre assente (emotivamente e non solo), come empatizzare con lui che, in fondo, non ha avuto altra scelta che introiettare la concezione di amore secondo cui esso corrisponde a violenza e poi abbandono? Un killer che, prima di essere carnefice, è stato, in fondo, vittima degli altri (ha anche sofferto di bullismo, il vero Dahmer) e che, da carnefice, non ha fatto altro che peggiorare le cose, diventando vittima di sé stesso, poiché consapevole del male perpetrato agli altri e della mostruosità delle sue pulsioni. Un inconscio forse inesistente: quasi che tutti i suoi istinti fossero nel preconscio, sempre pronti a risalire a galla nel conscio e forse torturare ancora di più, lui ch'era consapevolmente nemico, non ingenuo, di sé stesso, lui che della sua compulsione non ha mai fatto motivo di orgoglio e vanto (a differenza di molti altri serial killers), ma solo di vergogna. Come non empatizzare con uno che ha una tale paura dell'abbandono da essere spinto a mangiarle le vittime. Sì, forse era una soluzione più veloce laddove i cadaveri erano troppi per c'entrare tutti nel suo appartamento; eppure, è evidente che il suo trigger principale fosse il momento di separazione. Psicoanaliticamente, il cannibalismo significa possesso, significa incorporare l'altro in sé così che esso non possa abbandonarti mai. Questo fa male. E fa male anche sapere che la polizia, per razzismo nei confronti di chi lo denunciava e omofobia inconscia nei confronti dello stesso Dahmer, non abbia mai voluto indagare fino all'apice degli eventi, fa male sapere (come lo stesso padre evidenzia) che Dahmer non avesse ricevuto alcun supporto psicologico, ch'era tutto ciò di cui avrebbe, da sempre, avuto bisogno. Come non empatizzare con uno che avrebbe preferito, per lui, la pena di morte? Con uno che è finito ucciso da un uomo non meno colpevole, certo più invasato di lui? Il punto non è empatizzare, quello è fondamentale e non bisogna mai aver paura di farlo. Il punto è giustificare; in questa vicenda nulla è giustificabile, ma è assolutamente comprensibile come, concedetemi la metafora, ogni granello di sabbia possa essere quello che, accumulato ad altri, può otturare il lavandino. Che poi il lavandino si sturi con l'acido, beh, è blackhumor e non credo sia questa la sede per farlo; certo è che il momento della liberazione o della scarica della pulsione è sinonimo di violenza tanto più la liberazione è necessaria e la pulsione è forte.
ciao matteo, so che non c'entra, ma hai visto the oc? mi piacerebbe sentire la tua opinione al riguardo
serie del 2003 ma io la sto recuperando solo adesso😅😅
Io ho empatizzato moltissimo con Jeffrey
Vorrei la tua opinione sulla serie TUTTO CHIEDE SALVEZZA, ho guardato la prima puntata su Netflix
prova a guardare The good nurse, sono sicuro che ti piacerà
Matte, ma PRISMA???
Ma ha cominciato a fare body-building, e va' in motociclo? Ho sempre apprezzato la capacita' dei maschi di rifarsi, rinnovarsi sempre. BRAVO
La cultura e la competenza di Matteo nella critica cinematografica e letteraria lo fanno spiccare su tutti gli altri youtuber che fanno goffe recensioni dal basso della loro ignoranza: Matteo mi ricorda il grande indimenticabile critico Gian Luigi Rondi.
Io al momento mi sono fermata alla 4ª puntata , non ho retto a certe scene che, a mio parere, dovevano essere evitate per rispetto verso le vittime
A me è piaciuta molto però 10 episodi sono troppi. Ad un certo punto è diventata molto pesante. Anche perché ho visto tutti i 10 episodi in un giorno!
Too much😱
Vabbè, però pure te che te vedi 10 puntate in un giorno ahahaha e te lo credo
Ascolto volentieri la recensione con la consapevolezza che sarò tra le poche clienti Netflix a decidere di non guardarla. Conosco la storia vera, perché ho visto delle docuserie al riguardo, ebbene si, faccio parte di quelle persone che è incuriosita (ma non morbosamente attratta) dalla psiche umana. Ma non provo fascinazione da film e serie tv che ne trattano, e l'ho capito dopo aver visto il silenzio degli innocenti, non è materia per me la trasposizione televisiva o cinematografica.
Consiglio di evitare la prima e l'ultima puntata. Ha un concept molto simile a Marilyn. L'etica riguarda la fedeltà ai fatti, alla vera realtà, al di là delle maschere e delle illusioni, senza edulcorazioni ideologiche e senza politicizzazioni.
Non dimentichiamoci che, in una dimensione parallela, Dexter è vissuto davvero.
A me la serie è piaciuta molto, l'ho trovata ben fatta e mi ha colpito soprattutto da un punto di vista emotivo. Quello che forse non ho apprezzato è la spettacolarizzazione di alcune scene come (SPOILER ALERT) la scena finale in cui viene ucciso dall'altro carcerato, dove ad ogni colpo di spranga in testa segue l'immagine di un suo omicidio, mi è sembrata una scena che volesse quasi dire: "sì! muori bastardo! godete tutti per la morte di questo bastardo!" Sembra quasi che si voglia glorificare la figura dell'altro carcerato che lo uccide. A parte queste piccole parti la serie mi è piaciuta tantissimo.
Piccola aggiunta: una cosa che non sto apprezzando di Netflix è la maniera in cui sta cavalcando l'onda dell'interesse per i serial killer (John Gacy, Dahmer, Ted Bundy ecc) e lo stesso vale per Amazon che sta inserendo alcuni film a riguardo (sicuramente quello di Gacy), non so, non vorrei che si fomentasse un certo tipo di "interesse" malsano.
Ma quanta pubblicità in questo video😵
Alienata e marcescente, grande serie!
A me ha fatto molto male la scena dei due poliziotti che telefonavano al padre di una vittima per schernirlo e deriderlo con minacce e insulti razziali.
a me invece non è piaciuta per niente, l'ho trovata veramente morbosa e in alcuni momenti fuori luogo, penso che si poteva raccontare questa storia con più delicatezza. Ma io non amo lo stile spesso esagerato di Murphy già normalmente, qui proprio per me è no
A me non è piaciuta, forse perché conoscendo il fatto reale ho notato troppe incongruenze che mi hanno infastidito. Fosse stato una storia horror qualunque sarebbe stato diverso il mio giudizio ma se me la intitoli Dahmer.. Poi non è che abbia tanto apprezzato la recitazione di Evan peters, troppo catatonico. dai racconti, dalle testimonianze e dai filmati si vede che Dahmer non era così. Conquistava con la parlantina ridendo e sorridendo molto..per questo anche che la svangava sempre coi poliziotti.tra le altre cose non è vera la storia che bevesse il sangue, lui stesso in un intervista disse che dove lavorava aveva assaggiato una fialetta di sangue e aveva sputato subito che gli aveva fatto schifo. ..
Poi quello che da più fastidio e che nonostante racconti la storia di questo killer mostruoso, la gente, i fan insomma, romanticizzano al riguardo, come si fa a romanticizzare un killer? 😠
@@rory1570 credo che purtroppo si debba addebitare alla sottocultura pop che a lungo andare assorbe anche eventi di tale mostruosità. Non ho visto ancora la serie, ho qualche recalcitranza devo ammetterlo; conosci però la vicenda e devo concordare con chi non resta conquistato dell'interpretazione di Peters. Anche la fisionomia credo incida, Dahmer a dispetto della sua terribile parabola sembrava un vichingo, con tratti algidi e dalla bellezza certamente ineccepibile, l'interprete per contro lo rende troppo statico non permeando a mio avviso l'allure che probabilmente sarà valso al dahmer autentico la fiducia di tutti i poveri ragazzi da lui adescati. Che storia triste, un grande fallimento delle istituzioni e del TSO che andrebbe rinfrancato non solo in certi stati dell'America ma ovunque, proprio per evitare simili tragedie e purtroppo è il caso di dirlo: carneficine.
@@nicoladestefano706 posso capire i fan accanniti di Evan Peters, e stato fenomenale a interpretare killer psicopatici, ma piuttosto che vederlo da un punto di vista oggettivo, senza empatizzare, cosa che mi disturba, e invece, imparare da esso.
Esatto. Non so se renderlo più sinistro e alienato sia stato un modo di evitare si entrasse in sintonia con lui e magari anche di far notare di più come nessuno volesse capire che c'era qualcosa che non andava in lui, ma per me è una delle pecche di questa serie che comunque ho apprezzato.
a me non è piaciuta per nulla, l'ho trovata piatta e molto documentaristica, capisco che il protagonista sia incomprensibile anche nella realtà, ma in questa serie mi è sembrato robotico, senza una psicologia, piatto persino nell'essere pulsionale. Per molte scelte stilistiche mi è sembrata ritrita rispetto ad altri prodotti di netflix sulla stessa scia (tipo Mindhunter) e scontata nella fotografia.. la narrazione spezzettata mi demoliva anche la tensione, che poteva rimanere l'unico punto di interesse.. Direi che non fa proprio per me
GREGG ARAKI? non lo sapevo aiuto
Ma le balene di sottofondo...? Ansia
A me mi ha annoiato 😒 molto…infatti sono arrivata alla 4 puntata e lo mollato….
💪💪💪💪Peter Evans e' veramente un grande attore. Bella serie. Il padre proprio non lo posso sopportare, quando jeff era piccolo lui non lo ha supportato, se ne e' fregato; e anche con la moglie ha mandato il matrimonio a rotoli; e ora quando e' cresciuto vorrebbe rimediare ma fa solo danni e lo incasina solo di piu'.
Onestamente nella serie il padre di Dahmer lo ha sostenuto e come. Non capisco cosa c'entri il matrimonio fallito o perché sia colpa sua, la moglie era abusiva con forti problemi di dipendenza e ha provato più volte di ferirlo fisicamente, perché lui non dovrebbe avere il diritto di lasciare una relazione tossica? Perché è un uomo? Il padre non era perfetto, ma ha offerto decine di opportunità a suo figlio per migliorare la sua situazione, non ha poteri infiniti.
Io l’ho amata. Una serie che ha dato spazio tanto alla psiche di Dahmer, quanto alla storia delle vittime. La puntata del ragazzo sordo muto, da un punto di vista tecnico, é perfetta. Avrebbero potuto farla molto più splatter, invece hanno giocato sul non detto e non visto in molte scene. Catartico il finale, con la comparsa di Gacy, come contraccolpo alla storia di Dahmer verso la fine. Una serie davvero dolorosa e potente