SAN MICHELE ALL’ADIGE: IL VINO DI CONFINE

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  • Опубліковано 6 жов 2016
  • Là dove un tempo l’Adige formava una caratteristica ansa ed incontrava il Noce si è sviluppata un’esperienza viticola caratteristica dell’enologia di confine.
    Poco distante dall’ex monastero agostiniano, sede dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, si trova un vigneto molto particolare. Si tratta del Kinderleit, il vigneto dei bambini, considerato a tutti gli effetti uno dei luoghi storici dell’enologia nazionale visto che la vigna viene coltivata ininterrottamente fin dal medioevo.
    In questo sito collinare e in un podere poco distante, chiamato Masetto, la Cantina Endrizzi coltiva quattro vitigni che riassumono quella che possiamo chiamare, appunto, una viticoltura di confine.
    Stiamo parlando di due vitigni autoctoni imparentati fra loro, il Teroldego e il Lagrein, e di altre due cultivar internazionali, il Merlot e il Cabernet. Viticoltura di confine o viticoltura “glocal” in quanto vi troviamo l’espressione più autentica della dimensione locale e di quella internazionale.
    Dall’assemblaggio di questi quattro vini nasce il Masetto nero, una delle etichette più famose della Cantina Endrizzi, l’azienda fondata nel 1885 da Francesco e Angelo Endrici (anticamente "de Endrici" oppure "Endrizzi" in dialetto locale) che introdussero, da veri pionieri già all'inizio del '900, i vitigni più pregiati del mondo. A Francesco succedettero il figlio Romano, che fu anche Presidente della Provincia di Trento ed il nipote Franco che presiedette il Comitato Vitivinicolo Trentino con forte personalità per un ventennio. La quarta generazione è rappresentata dal pronipote Paolo e dalla moglie Christine, architetto di origine tedesca, ai quali seguiranno i figli Daniele e Lisa Maria attualmente impegnati all’estero in esperienze di vitienologia internazionale.
    Accanto alla qualità nel vigneto e in cantina, la filosofia di Endrizzi si concentra sulla biodiversità e la cura dell’ambiente, fattori che concorrono alla difesa e allo sviluppo equilibrato della vigna.
    Lasciata la valle dell’Adige ci innalziamo verso l’Altopiano della Vigolana fino a raggiungere l’abitato di Campregheri. Poco sopra scorgiamo un gruppo di case che compongono la località Rauteri.
    A maso Rauter incontriamo Michele Ferrari che con la moglie Roberta porta avanti un agriturismo dedicato interamente alla vacanza attiva. Qui gli ospiti possono soggiornare in confortevoli stanze ed approfittare delle ricche colazioni a base di prodotti del territorio come piccoli frutti e succhi, latte fresco e dolci della casa, così come di formaggi e salumi a chilometro zero.
    L’Altopiano della Vigolana offre numerose occasioni per gli escursionisti e i bikers, nonché per coloro che amano il trekking a cavallo o semplicemente la contemplazione nella natura.
    Accompagnati dagli jodler di Michele, (apprezzato cantante locale) ci immergiamo volentieri in un’azienda impegnata nell’orticoltura e piccoli frutti di qualità.
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КОМЕНТАРІ • 1

  • @gilmarmarostega7792
    @gilmarmarostega7792 4 роки тому

    Sono stato al Instituto Agrario di San Michele nel 1990...Un acoglienza con molta gioia e che rimane nella mia memoria. Ho visitato questi stessi vignete. Bravi maestri, ricercatori ed allievi. Una ottima Scuola per studiare in Italia.