Grande il prof, non pensavo ci fossero ancora persone tanto intelligenti e 'coraggiose". La sociolinguista, invece, dice la solita banalità dei benpensanti.
Benpensante ... B world ... è offensiva secondo quello che dicono I discendenti di.... etc etc Ad un certo punto il pensiero unico lascerà solo poche parole😢
@gianlucabelotti8860 Guarda, ho letto questo commento prima ancora che entrasse in scena. Quando l'ho vista e l'hanno presentata con nome e cognome, ho pensato "Ah, allora siamo a posto!"🤣
La razionalità che tenta di comunicare con l'ideologia, ma l'ideologia risponde: i faccio comunque così perché non essendo un essere pensate preferisco agire seguendo ciecamente i dettami con i quali sono stata indottrinata.
@@mariorossi5853 In realtà è proprio il contrario. Agire con "buonsenso" si riferisce a quelle situazioni in cui si agisce assumendo un comportamento che deriva dalla saggezza e dalla valutazione del contesto. Quindi dalla conoscenza di ciò che è concretamente. Ciò di cui parla lei è invece riferito ai casi in cui ci si accoda passivamente agli altri o, per dirla in maniera più semplice, ai casi in cui si segue la massa. Ed è proprio lì il problema, cioè il fatto che seguire la massa in maniera acritica e passiva spegne il pensiero critico e la saggezza.
Si è citata la canzone leggera "I watussi", ma si sarebbero potute citare canzoni più serie come "Angeli ne*ri" o "Vorrei la pelle nera", nelle quali la n-word viene usata esplicitamente come forma di condanna al razzismo. A questo punto, secondo Vera Gheno, anche queste canzoni sarebbero da evitare per non turbare la "sensibilità attuale", perdendo il messaggio positivo che portano con sè.
Salve, vorrei sapere da chi siano stati eletti i rappresentanti della comunità afrodiscendenti, con quale tipo di suffragio, se a partecipare al voto ci fossero anche minorenni e avere una mappa delle zone d'Italia per cui si è votato a favore o contro. Senza, mi verrebbe da dire che persino questo virtuosismo di farsi vedere come paladini contro gli oppressi possa essere inquadrato tra le imposizioni fatte da una maggioranza verso una minoranza, perchè il mio sospetto è che, se proprio vogliamo dividere i cittadini in due categorie basandoci sulla razza, siano stati i bianchi a definire Negro una brutta parola e imporla come tale ai neri. Sospetto anche che sia un banale calco del siglificato statunitense della parola operatk dagli stessi paladini che desiderano così tanto dimostrarsi sensibili non per gli oppressi ma per mostrarsi superiori a chi non lo fa.
Attraverso i film americani doppiati, in cui la parola razziata anglosassone è stata fatalmente tradotta con la nostra, la negativizzazione del termine ha subito una bella spinta, e, più in generale, attraverso la colonizzazione mass mediatica in toto, si è imposto il progressismo radical shick, lo stesso che... spinge a separare femminile e maschile quando si parla al plurale, e ovviamente il femminile deve essere detto sempre per primo...
Mettere prima il femminile e poi il maschile mi è stato insegnato fin da piccolo per galanteria nei confronti delle donne. All'epoca non c'era tutto questo delirante e controproduttivo fanatismo femminista.
@@nicri2781in clima di fanatismo femminista, in cui si crea addirittura il plurale diviso (definiamolo così), non per galanteria, si antepone il femminile al maschile, mi pare...
Che ridicola la Gheno... Cioè, se domattina mi sveglio ed inizio a strepitare che una parola urta la MIA sensibilità, e poi magari trovo altra gente che "si accoda" (sic!), allora bandiamo anche quella parola? Grande il Prof, che ha spiegato benissimo l'inganno.
In prima elementare avevo una compagna etiope (oggi sarebbe eritrea) che chiamavamo con quella parola senza alcun problema, nessuno la denigrava, anzi, era una nostra amica. Lei stessa la usava. Il professore fa un'ottima analisi, sono assolutamente d'accordo che la cosiddetta "correttezza politica", pur partendo da presupposti tutto sommato condivisibili, ha generato e sta generando orrori e complicazioni gratuite. Allo stato attuale, in pubblico non userei mai la parola in questione, per prudenza, ma parlando privatamente con alcune persone che so non essere razziste ed essere di buon senso, non mi farei problemi a usarla. Certo, avendo una bambina piccola, devo stare molto attento a non usarla in sua presenza, perché so che lei potrebbe imitarla negli ambienti sbagliati
Ti comprendo, considerata anche la responsabilità di proteggere la bambina da eventuali reazioni traumatiche da parte di quei conformisti che fossero, nella loro frustrazione, solleticati dal poter impartire una lezione. Certo però che se ci si pensa su, bisogna chiudere gli occhi e coprirsi le orecchie per credere vera la nostra libertà.
Guarda, quando andavo al liceo c'era una ragazza nera piccolina bellissima, si chiamava martina, era conosciuta come martina la neg**tta, nel senso di piccolina, e anche noi che la conoscevamo e il ragazzo italiano che diventò il suo fidanzato usava quella parola e credetemi, era tutto tranne che offensiva, anzi lo dicevamo in maniera dolce non tanto la parola in se, ma proprio il rivolgerci a lei. La parola veniva detta dentro una qualsiasi frase e nemmeno ci si pensava a quella parola perchè era una parola come altre, come a dire "la roscia" "la bionda". Immaginarsi oggi uno scenario del genere è praticamente fantascienza.
Oddio sarà stata eritrea anche all'epoca per quanto l'eritrea fosse occupata dall'etiopia, anzi può essere che la sua famiglia fosse emigrata proprio a causa di guerra e soprusi vari
@@XMarkxyz Beh, non volevo fare la cronistoria di quella bambina, il senso era che la sua nazionalità era etiope all'epoca. Etnicamente poteva essere altro (non sono sicuro, ci sono varie etnie in quell'area). Sul perché fosse emigrata, non so molto, ma se permetti non mi sembra carino parlarne. In ogni caso, ironia del Destino, oggi l'Eritrea è uno stato estremamente oppressivo e chiuso, quindi se volevano giustamente l'indipendenza, hanno usato male questa autonomia
Il professore ha mirabilmente sintetizzato origini e finalità del politicamente corretto. L'unico suggerimento che mi sentirei di proporre é quello di esplicitare come "guardate come sono buono..." significhi in realtà "(non) guardate quanto sono opportunista..."
E come mai nessuno ha da dire sul termine " black friday " che è una parola usata per la vendita a prezzi da liquidazione degli schiavi africani invenduti durante la settimana.
Pudore, quindi riguarda il bigottismo. "[...] ma di fatto [...]", no, non lo era. E anche negli stati uniti, come steven king ha pure giocato nella torre nera, il termine che risultava offensivo è pure cambiato in breve tempo. Non esistono termini offensivi, esistono termini che vengono usati in modo offensivo. Qualcuno dovrebbe insegnare a Vera Gheno che la lingua è usata per comunicare, nessun straniero ci può insegnare il significato dell'uso di una parola in italiano. Come se andassimo in giappone a dire a quelli della S*GA che il nome della loro console è offensivo, ci dovrebbero semplicemente mandare a quel paese.
Diciamo che siamo diventati sempre più "colonia" americana, sia politicamente che culturalmente. Basti pensare di come le tv e i tubi siano misurati in pollici e non in centimetri, sebbene noi utilizziamo il metro.
Oltre che di lingue, e di atletica, io sono appassionato di storia, e ho una collezione di due riviste non più esistenti, cioè "Storia illustrata" e "Historia". Nel numero 71 di quest'ultima, dell'ottobre del 1963, c'è un articolo, serio come quelle due riviste, e non certo razzista, intitolato "Le dolorose peripezie dei neXri d'America". Per ragioni anagrafiche, posso testimoniare che in Italia c'è più razzismo oggi, e non solo sugli spalti degli stadi, di quanto ce n'era negli anni 60 e 70. Ergo, è inutile cambiare la forma, cioè l'espressione linguistica, se non si cambia la sostanza, cioè l'atteggiamento nei confronti di coloro che hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Infine sfido i cultori del "politicamente corretto" a condividere una camera d'albergo con una persona africana, come ho fatto io tanti anni or sono. Nella fattispecie si trattava di un mezzofondista tanzaniano, con cui mi trovai benissimo, ovviamente.
@giulioangelino8105 anche io ho diversi numeri di Storia illustrata e Historia, ereditati da mio zio, venuto a mancare nel 1993. In un numero di Historia, il numero 120 del novembre 1967, c'è una intervista a Dino Grandi, interessantissima. Poi io mi sono abbonato a Storia e Dossier, curata da Jacques Le Goff e Franco Cardini, pero' è spirata anche quella, poi a Millenovecento, una bella rivista che trattava temi contemporanei, purtroppo defunta anche quella....temo di menare io un po' sfiga..ad ogni modo, da alcuni anni sono abbonato a BBC History Italia e Civilità romana, di Sprea edizioni, speriamo che non mi falliscano anche queste....però ora ho optato solo per l'abbonamento digitale, purtroppo, abbandonando quello cartaceo (che aveva il digitale in omaggio) perché devo decidere, o io o loro, in casa mia non c'è piu' spazio per tutti....
All' inizio, lì per lì, mi fa piacere ascoltare questi dibattiti. Mi fa vagheggiare la fine di questo impero, me la fa sentire come dietro l' angolo. Purtroppo però, quando ci si risveglia, ci si rende conto che non è vero. No, non è vero che l' Impero sia diventato così morbido come sembra ad alcuni dei suoi "cittadini". Dopo finisce che mi pento di aver ascoltato simili robe, mi viene il senso di colpa di non muovere neanche un dito e la nostalgia di tempi mai vissuti, quando c' erano ancora gli esseri umani.
"Comunità afrodiscendenti" 😂... se vogliamo dirla tutta sono "afrodiscendente" pure io che sono bianco latte visto che l'homo sapiens arriva da quelle zone 😅
Non ricordo bene se fu Malcom X o Luther King a usare in senso positivo e con orgoglio la parola "negritude". Bravo, prof Lombardi Vallauri, che con parole semplici e concetti chiarissimi ha spiegato il fenomeno in questione
Le comunità di colore non gradiscono il termine in argomento perché, per motivi linguistici e culturali, lo riconducono al lemma inglese. Per assonanza i due termini sono simili, quindi per loro hanno identico significato dispregiativo, non considerando le differenze storiche, culturali, del comune sentire. Allora proporrei un'alternativa: ripristiniamo la parola "moro". In fondo non credo che "Il Moro di Venezia" sia così dispregiativo altrimenti dovremmo censurare Shakespeare, né la marca "I 3 mori" altrimenti dovremmo boicottare cioccolato e caffè.
"Moro" mi piacerebbe anche, ma visto che mia moglie ha i capelli neri neri neri ma la pelle bianca bianca bianca, a quel punto non potrò piú chiamarla "mora" o "morettina mia"?
@@nicolanobili2113 Se per quello non potrò più comprare le more o mi tacceranno di schiavista. I termini "moresco", "saracino", "ebano" potrebbero ovviare (d'aspetto d'ebano con portamento saracino e moresco vestire)?
@@phantomzone2571 Guarda, mi piacciono un sacco i tuoi virtuosismi linguistici e sí, se parlassi con me, apprezzerei e li accetterei toto corde. Nondimeno, stai attento, certi algoritmi sono capaci di cose che noi comuni mortali ci sogniamo. Mia moglie è rimasta tre anni segnalata da Facebook perché facendo una battuta in un commento disse che la bevanda Negroni oggi si dovrebbe chiamare "Africanoni Americanoni". Ha protestato civilmente, ma niente da fare, messaggio cancellato e lei sotto osservazione per tre lunghi anni
“io continuo a ritenere più importante quello che mi dicono i rappresentanti della comunità”. Ma la comunità ha ritenuto importante comprendere l’inoffensività dell’aggettivo latino “nigro” e del suo diretto successore “negro”? Era forse possibile spiegare che una parola inoffensiva semplicemente non si cambia per delle sbagliate presunzioni? Questa stucchevole e svilente smania omologatrice (falsamente inclusiva) crea le basi per una società intellettualmente colonizzata, prona nel farsi dettare agende culturali non proprie e che nel lungo periodo possono risultare divisive nel ceppo culturalmente dominante. Questo atteggiamento di autocensura imposto, può considerarsi come uno dei motivi polarizzanti della società?
Assolutamente vero. E non perché lo dica la Politica, ma perché lo dice la Semantica. Il problema è che almeno il 95% di quelli che si scandalizzano se sentono la parola "negro" non hanno la minima idea di cosa sia la Semantica. In altre parole, oggi consentiamo di tracciare le linea etiche del nostro comportamento a gente che trenta o quaranta anni fa avremmo trovato in campi e officine, dove - per carità - si svolge un lavoro onorevole, ma non si dettano le regole del vivere sociale.
Per me che sono degli anni '40 negro ha lo stesso valore di nero, se non ricordo male anche Sartre affermava che negro è meglio perché non è un colore ma un insieme di caratteristiche, di tradizioni e di cultura dei popoli africani. Negli anni più recenti qualche perbenista pensò che fosse un insulto al colore della pelle, bah?
il politicamente corretto non fa altro che 'bruciare' continuamente i termini. Prima negro, poi poi 'nero', poi 'di colore'. Ogni volta si sostituisce il termine e nel giro di qualche anno qualcuno stabilisce che quella parola, da loro stessa suggerita in sostituzione di altre, non va più bene. La verità è che nessuno di questi termini è implicitamente offensiva ma al solito è l'uso che se ne fa ed è quindi inutile cambiare termine.
Mi ricorda la situazione con la parola "trap", quando è stata bannata un paio di anni fa, come rimpiazzamento venne suggerita "femboy", e i critici si rifiutarono di rimpiazzarla, dicendo che in un paio di anni, anche "femboy" sarebbe stata bannata e gli è stato detto no, non vi preoccupate. Ora nel 2024, anche "femboy" è bannata, proprio come avevano predetto i critici.
@@OBrasilo sinceramente neanche conoscevo i due termini nè cosa indicassero. Cmq sono andato a farmi una mini cultura rapida ed in effetti hai ragione. Sembra di stare in una giostra di stucchevole ipocrisia
Il punto di partenza è la lingua inglese...ciò che per noi è la stessa parola, per loro sono due concetti diversi. La carne di maiale usa la parola latina pork, l animale maiale invece la germanica pig. In latino nigrus è semplicemente la parola color nero. In italiano designa le persone africane da sempre ma non aveva un significato offensivo (a meno che non fosse aggiunto qualche epiteto). Il ritenerlo parola offensiva è stato un adeguamento al significato offensivo che ha da sempre in inglese (dove il colore è Black). Vi dico solo che nelle mie zone la parola Talian cioè Italiano è un offesa ed indica i meridionali che vennero a lavorare.... Allora togliamo la parola Italiano nell uso Dell intera lingua italiana? Usiamo un altro termine? Tipo NeoRomani?
Io non uso quella parola da decenni, perché evidentemente dispregiativa, ben prima del politicamente corretto. Quando mi chiedevano perché, la mia risposta era "perché, tu dici BIANCRO?" 😊
@@Falstaff1972 Credo che Valeria intendesse quelli che "cambiano" le parole utilizzabili senza alcun vantaggio. Insomma, quelli che hanno tolto la "g" da "nero" e si sono fatti belli per questo
È sicuramente una sensibilità importato dagli Stati Uniti, dai noi inizialmente per nulla percepita, ma lo stato dei fatti è che ora l'uso di questa parola viene associato al razzismo. Penso sia una cosa che si sarebbe potuta gestire diversamente in passato, ma che oggi non si può più cambiare.
Salve prof. a me fa molto ridere quando per evitare di scrivere termini che vengono intesi come volgari è in uso autocensurarsi con delle "x" o degli asterischi, faccio un esempio: la parola "cazzo" la si scrive "caxxo" o "ca**o". Questo esempio vale per tutti e trovo quanto sia assurdo poiché nella mia mente leggerò ugualmente "cazzo" anzi, ancora di più leggerò le "z" omesse poiché questo non fa che rimarcarle, cioè è come dire a qualcuno "puoi pensare a tutti i colori ma evita di pensare ad un elefante rosa" è ovvio che la mente farà l'opposto, per altro fa doppiamente ridere il fatto che due "x" siano meno volgare di due "z" insomma questa forma di bigottismo io non la comprendo. Lei cosa ne pensa di questo fenomeno? Non trova sia un comportamento ipocrita e fortemente influenzato dalla morale religiosa che in questo Paese ancora oggi spopola?
@@paolosalvatore4336 ma il fatto che la si continui ad usare anche quando non c'è nessun programma che ti censura è strano, cioè posso capire l'escamotage per eludere il limite imposta da un software ma quando questo limite, anche in una chat privata, diventa autoimposto il discorso si fa strano 😄
@@allegro_manontroppo L'uso di asterischi o altro è ben documentato molto prima che nascesse l'era informatica. Il punto non è "nascondere" la parola (come dici giustamente, capiamo tutti benissimo che cosa vuole dire), quanto indurre chi legge a non dire quella parola ad alta voce. La lettura è nata come attività collettiva, con uno che leggeva ad alta voce e altri che ascoltano. Nell'ultimo secolo si sta perdendo questa caratteristica, salvo alcune nicchie tipo quando si leggono le favole ai bambini
@@nicolanobili2113 e in quel caso come la si dovrebbe leggere quella parola con le "xx" ? la si leggerebbe "ca..o" e tutti noi capiremmo che si parla proprio del cazzo, quindi voglio dire... più la si nasconde più emerge :D a me fa molto ridere questo tentativo di oscurare una parola come se contenesse i semi del male, tanto vale usare un altro termine :)
@@allegro_manontroppo in alcuni casi la censura c'è ancora e non sapendolo in anticipo, ci si auto censura per non correre il rischio che venga cancellato l'intero commento.
Il prof. dice il vero, però le cose sono cambiate negli ultimi 20 anni. In italiano possiamo fare a meno della parola "ne*ro" che richiama l'offensiva parola "ni**er". Lo possiamo fare perché abbiamo il termine "nero" che è più light e del tutto equivalente. In spagnolo non c'è quest'alternatva.
Scusa ma il fatto che sia più “light” è solamente una falsa presunzione. Il termine “nero” in Italiano descrive esclusivamente il colore acromatico e solo in un secondo momento viene adattato alla descrizione di una popolazione. Il termine “negro, invece, è il termine specifico e dal significato univoco, reso offensivo dalla trasposizione culturale angloamericana.
@@tommino100 Sono d'accordo con quello che scrivi però mi conferma che nero sia più "light", proprio perché ne*ro era invece praticamente usato solo per identificare le persone con pelle nera (a differenza dello spagnolo). E' vero che in passato ne*ro si usava anche come aggettivo intercambiabile con nero e quindi erano proprio due termini equivalenti (Carducci: "sei nella terra fredda, sei nella terra negra" o il Montenegro o il Negramaro ecc...) . Però ad un certo punto, ne*ro si è cominciato a usare solo per indicare le persone con la pelle scura ed è diventato sostantivo. Questo utilizzo esclusivo lo rendeva praticamente identico al ni**er anglosassone e secondo me è questo il motivo per cui ora è così poco accettabile socialmente e politicamente. E' una questione di abitudine e di generazioni. io ho 50 anni e la ritengo poco opportuna, chi ne ha 20 proprio non la pronuncerebbe mai. Chi ne ha 70 anni la ritiene normale.
Aspetta! "Di colore" cambia: questa è la resa grosso modo letterale di "colored", termine americano che si applica a tutti i non bianchi. D'accordo, noi generalmente diciamo "di colore" per riferirsi ai neri, ma si può tranquillamente applicare anche a portoricani, molti sudamericani, asiatici e quant'altro. Insomma, è un termine piú vago e meno preciso, che io personalmente non uso non per correttezza politica, ma per evitare l'ambiguità
Bravissimo. Io fino al 2014 ho usato la parola "negro" nei miei articoli, ho dovuto smettere quando l'ordine dei giornalisti, accodandosi alle teorie dell'allora presidente della Camera, iniziò a dare addosso a chi non usava il politicamente corretto. E comunque ho sempre rifiutato di usare l'eufemismo "nero" (che al massimo, per essere corretti etnologicamente, si dovrebbe usare per quelle popolazioni, come gli etiopi, che non sono di razza subsahariana ma di pelle molto scura). Ah, oddio, ho usato il termine "razza"!
Sempre un po' liberatorio sentire il professore dire parole proibite senza nessuna paura, forte del fatto che un linguista vero non dovrebbe averne.
Grande il prof, non pensavo ci fossero ancora persone tanto intelligenti e 'coraggiose". La sociolinguista, invece, dice la solita banalità dei benpensanti.
Benpensante ... B world ... è offensiva secondo quello che dicono I discendenti di.... etc etc
Ad un certo punto il pensiero unico lascerà solo poche parole😢
@gianlucabelotti8860 Guarda, ho letto questo commento prima ancora che entrasse in scena. Quando l'ho vista e l'hanno presentata con nome e cognome, ho pensato "Ah, allora siamo a posto!"🤣
La razionalità che tenta di comunicare con l'ideologia, ma l'ideologia risponde: i faccio comunque così perché non essendo un essere pensate preferisco agire seguendo ciecamente i dettami con i quali sono stata indottrinata.
👏👏👏👏👏👏
Oltre che indottrinata segue la strada più semplice e perbenista.. anche se ottusa
Le fanno con lo stampino queste intellettuali sinistrate progressiste!
No, va beh... Per te 92 minuti di applausi! Totalmente d'accordo!
👍🏻✌🏻👏🏻👏🏻👏🏻
Ha detto bene: “preferisco accodarmi”. Come le pecore al gregge.
No, come spesso fanno le persone di buon senso.
@@mariorossi5853 In realtà è proprio il contrario. Agire con "buonsenso" si riferisce a quelle situazioni in cui si agisce assumendo un comportamento che deriva dalla saggezza e dalla valutazione del contesto. Quindi dalla conoscenza di ciò che è concretamente. Ciò di cui parla lei è invece riferito ai casi in cui ci si accoda passivamente agli altri o, per dirla in maniera più semplice, ai casi in cui si segue la massa. Ed è proprio lì il problema, cioè il fatto che seguire la massa in maniera acritica e passiva spegne il pensiero critico e la saggezza.
Ma ha detto di peggio: “preferisco rinunciare a una parola…” come dire: ditemi come devo parlare e pensare per essere conforme.
Su "afrodiscendenti" ho avuto la medesima reazione di Jep Gambardella nel famoso monologo sulla terrazza della Grande Bellezza...
Non ho visto il film, ma mi è venuto un "vaffa" proprio dal cuore...
"su donna con le palle crollerebbe qualsiasi gentiluomo"🤣
Bravo Prof.! Le stupidaggine prevalgono nei politicamente scorretti...
Si è citata la canzone leggera "I watussi", ma si sarebbero potute citare canzoni più serie come "Angeli ne*ri" o "Vorrei la pelle nera", nelle quali la n-word viene usata esplicitamente come forma di condanna al razzismo. A questo punto, secondo Vera Gheno, anche queste canzoni sarebbero da evitare per non turbare la "sensibilità attuale", perdendo il messaggio positivo che portano con sè.
Salve, vorrei sapere da chi siano stati eletti i rappresentanti della comunità afrodiscendenti, con quale tipo di suffragio, se a partecipare al voto ci fossero anche minorenni e avere una mappa delle zone d'Italia per cui si è votato a favore o contro. Senza, mi verrebbe da dire che persino questo virtuosismo di farsi vedere come paladini contro gli oppressi possa essere inquadrato tra le imposizioni fatte da una maggioranza verso una minoranza, perchè il mio sospetto è che, se proprio vogliamo dividere i cittadini in due categorie basandoci sulla razza, siano stati i bianchi a definire Negro una brutta parola e imporla come tale ai neri. Sospetto anche che sia un banale calco del siglificato statunitense della parola operatk dagli stessi paladini che desiderano così tanto dimostrarsi sensibili non per gli oppressi ma per mostrarsi superiori a chi non lo fa.
Attraverso i film americani doppiati, in cui la parola razziata anglosassone è stata fatalmente tradotta con la nostra, la negativizzazione del termine ha subito una bella spinta, e, più in generale, attraverso la colonizzazione mass mediatica in toto, si è imposto il progressismo radical shick, lo stesso che... spinge a separare femminile e maschile quando si parla al plurale, e ovviamente il femminile deve essere detto sempre per primo...
Mettere prima il femminile e poi il maschile mi è stato insegnato fin da piccolo per galanteria nei confronti delle donne.
All'epoca non c'era tutto questo delirante e controproduttivo fanatismo femminista.
@@nicri2781in clima di fanatismo femminista, in cui si crea addirittura il plurale diviso (definiamolo così), non per galanteria, si antepone il femminile al maschile, mi pare...
Che ridicola la Gheno... Cioè, se domattina mi sveglio ed inizio a strepitare che una parola urta la MIA sensibilità, e poi magari trovo altra gente che "si accoda" (sic!), allora bandiamo anche quella parola? Grande il Prof, che ha spiegato benissimo l'inganno.
esatto, è esattamente il modus operandi decostruzionista della cancel culture.
Molto interessante...grazie Professore!
Invece di neturbino si usa "operatore ecologico", ma sempre nell'immondizia lavora. Se avete bisogno di spiegarvelo, è un vostro serio problema...
In prima elementare avevo una compagna etiope (oggi sarebbe eritrea) che chiamavamo con quella parola senza alcun problema, nessuno la denigrava, anzi, era una nostra amica. Lei stessa la usava. Il professore fa un'ottima analisi, sono assolutamente d'accordo che la cosiddetta "correttezza politica", pur partendo da presupposti tutto sommato condivisibili, ha generato e sta generando orrori e complicazioni gratuite. Allo stato attuale, in pubblico non userei mai la parola in questione, per prudenza, ma parlando privatamente con alcune persone che so non essere razziste ed essere di buon senso, non mi farei problemi a usarla. Certo, avendo una bambina piccola, devo stare molto attento a non usarla in sua presenza, perché so che lei potrebbe imitarla negli ambienti sbagliati
Che Pecora che sei!!!!!!!!!!!!!!! Io la userò' sempre!!!!!!!!!!!!
Ti comprendo, considerata anche la responsabilità di proteggere la bambina da eventuali reazioni traumatiche da parte di quei conformisti che fossero, nella loro frustrazione, solleticati dal poter impartire una lezione.
Certo però che se ci si pensa su, bisogna chiudere gli occhi e coprirsi le orecchie per credere vera la nostra libertà.
Guarda, quando andavo al liceo c'era una ragazza nera piccolina bellissima, si chiamava martina, era conosciuta come martina la neg**tta, nel senso di piccolina, e anche noi che la conoscevamo e il ragazzo italiano che diventò il suo fidanzato usava quella parola e credetemi, era tutto tranne che offensiva, anzi lo dicevamo in maniera dolce non tanto la parola in se, ma proprio il rivolgerci a lei. La parola veniva detta dentro una qualsiasi frase e nemmeno ci si pensava a quella parola perchè era una parola come altre, come a dire "la roscia" "la bionda". Immaginarsi oggi uno scenario del genere è praticamente fantascienza.
Oddio sarà stata eritrea anche all'epoca per quanto l'eritrea fosse occupata dall'etiopia, anzi può essere che la sua famiglia fosse emigrata proprio a causa di guerra e soprusi vari
@@XMarkxyz Beh, non volevo fare la cronistoria di quella bambina, il senso era che la sua nazionalità era etiope all'epoca. Etnicamente poteva essere altro (non sono sicuro, ci sono varie etnie in quell'area). Sul perché fosse emigrata, non so molto, ma se permetti non mi sembra carino parlarne. In ogni caso, ironia del Destino, oggi l'Eritrea è uno stato estremamente oppressivo e chiuso, quindi se volevano giustamente l'indipendenza, hanno usato male questa autonomia
Il professore ha mirabilmente sintetizzato origini e finalità del politicamente corretto. L'unico suggerimento che mi sentirei di proporre é quello di esplicitare come "guardate come sono buono..." significhi in realtà "(non) guardate quanto sono opportunista..."
Non sarebbe meglio fregarsene di quello che dicono gli inglesi ?
E come mai nessuno ha da dire sul termine " black friday " che è una parola usata per la vendita a prezzi da liquidazione degli schiavi africani invenduti durante la settimana.
Ho trovato pure io questa definizione... Poi ho scoperto che è una bufala mediatica. Il significato è un altro che non ricordo
Dovrebbero togliere la laurea a Vera Gheno. È la terrapiattista della linguistica.
Pudore, quindi riguarda il bigottismo.
"[...] ma di fatto [...]", no, non lo era. E anche negli stati uniti, come steven king ha pure giocato nella torre nera, il termine che risultava offensivo è pure cambiato in breve tempo. Non esistono termini offensivi, esistono termini che vengono usati in modo offensivo. Qualcuno dovrebbe insegnare a Vera Gheno che la lingua è usata per comunicare, nessun straniero ci può insegnare il significato dell'uso di una parola in italiano.
Come se andassimo in giappone a dire a quelli della S*GA che il nome della loro console è offensivo, ci dovrebbero semplicemente mandare a quel paese.
Grazie Prof
Bravissimo professore
Diciamo che siamo diventati sempre più "colonia" americana, sia politicamente che culturalmente. Basti pensare di come le tv e i tubi siano misurati in pollici e non in centimetri, sebbene noi utilizziamo il metro.
in cos'altro siamo una "colonia"?
Oltre che di lingue, e di atletica, io sono appassionato di storia, e ho una collezione di due riviste non più esistenti, cioè "Storia illustrata" e "Historia".
Nel numero 71 di quest'ultima, dell'ottobre del 1963, c'è un articolo, serio come quelle due riviste, e non certo razzista, intitolato "Le dolorose peripezie dei neXri d'America". Per ragioni anagrafiche, posso testimoniare che in Italia c'è più razzismo oggi, e non solo sugli spalti degli stadi, di quanto ce n'era negli anni 60 e 70. Ergo, è inutile cambiare la forma, cioè l'espressione linguistica, se non si cambia la sostanza, cioè l'atteggiamento nei confronti di coloro che hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Infine sfido i cultori del "politicamente corretto" a condividere una camera d'albergo con una persona africana, come ho fatto io tanti anni or sono. Nella fattispecie si trattava di un mezzofondista tanzaniano, con cui mi trovai benissimo, ovviamente.
@giulioangelino8105 anche io ho diversi numeri di Storia illustrata e Historia, ereditati da mio zio, venuto a mancare nel 1993. In un numero di Historia, il numero 120 del novembre 1967, c'è una intervista a Dino Grandi, interessantissima. Poi io mi sono abbonato a Storia e Dossier, curata da Jacques Le Goff e Franco Cardini, pero' è spirata anche quella, poi a Millenovecento, una bella rivista che trattava temi contemporanei, purtroppo defunta anche quella....temo di menare io un po' sfiga..ad ogni modo, da alcuni anni sono abbonato a BBC History Italia e Civilità romana, di Sprea edizioni, speriamo che non mi falliscano anche queste....però ora ho optato solo per l'abbonamento digitale, purtroppo, abbandonando quello cartaceo (che aveva il digitale in omaggio) perché devo decidere, o io o loro, in casa mia non c'è piu' spazio per tutti....
Senghor lanciò la parola d’ordine NEGRITUDE come affermazione di appartenenza
Giustissimo
All' inizio, lì per lì, mi fa piacere ascoltare questi dibattiti. Mi fa vagheggiare la fine di questo impero, me la fa sentire come dietro l' angolo. Purtroppo però, quando ci si risveglia, ci si rende conto che non è vero. No, non è vero che l' Impero sia diventato così morbido come sembra ad alcuni dei suoi "cittadini". Dopo finisce che mi pento di aver ascoltato simili robe, mi viene il senso di colpa di non muovere neanche un dito e la nostalgia di tempi mai vissuti, quando c' erano ancora gli esseri umani.
"Comunità afrodiscendenti" 😂... se vogliamo dirla tutta sono "afrodiscendente" pure io che sono bianco latte visto che l'homo sapiens arriva da quelle zone 😅
Non ricordo bene se fu Malcom X o Luther King a usare in senso positivo e con orgoglio la parola "negritude". Bravo, prof Lombardi Vallauri, che con parole semplici e concetti chiarissimi ha spiegato il fenomeno in questione
Era Senghor.
L'inquisizione cercava e trovava il diavolo in ogni cosa. Woke fa rima con inquisizione.
...ascoltate le canzoni di coloro i quali si "pensa" di discriminare, dove invece si proclamano orgogliosamente per ciò che sono...
Il comune senso del pudore, non esiste più. Basta vedere in giro.
Come sempre dipende da come le parole si dicono.
Le comunità di colore non gradiscono il termine in argomento perché, per motivi linguistici e culturali, lo riconducono al lemma inglese. Per assonanza i due termini sono simili, quindi per loro hanno identico significato dispregiativo, non considerando le differenze storiche, culturali, del comune sentire.
Allora proporrei un'alternativa: ripristiniamo la parola "moro". In fondo non credo che "Il Moro di Venezia" sia così dispregiativo altrimenti dovremmo censurare Shakespeare, né la marca "I 3 mori" altrimenti dovremmo boicottare cioccolato e caffè.
"Moro" mi piacerebbe anche, ma visto che mia moglie ha i capelli neri neri neri ma la pelle bianca bianca bianca, a quel punto non potrò piú chiamarla "mora" o "morettina mia"?
@@nicolanobili2113 Se per quello non potrò più comprare le more o mi tacceranno di schiavista. I termini "moresco", "saracino", "ebano" potrebbero ovviare (d'aspetto d'ebano con portamento saracino e moresco vestire)?
@@phantomzone2571 Guarda, mi piacciono un sacco i tuoi virtuosismi linguistici e sí, se parlassi con me, apprezzerei e li accetterei toto corde. Nondimeno, stai attento, certi algoritmi sono capaci di cose che noi comuni mortali ci sogniamo. Mia moglie è rimasta tre anni segnalata da Facebook perché facendo una battuta in un commento disse che la bevanda Negroni oggi si dovrebbe chiamare "Africanoni Americanoni". Ha protestato civilmente, ma niente da fare, messaggio cancellato e lei sotto osservazione per tre lunghi anni
Io invece riprenderei il lemma latino niger che suona diversamente, perde ogni connotazione negativA e mantiene l'etimologia
@@nicolanobili2113Facebbok è mondezza statunitense
“io continuo a ritenere più importante quello che mi dicono i rappresentanti della comunità”.
Ma la comunità ha ritenuto importante comprendere l’inoffensività dell’aggettivo latino “nigro” e del suo diretto successore “negro”? Era forse possibile spiegare che una parola inoffensiva semplicemente non si cambia per delle sbagliate presunzioni?
Questa stucchevole e svilente smania omologatrice (falsamente inclusiva) crea le basi per una società intellettualmente colonizzata, prona nel farsi dettare agende culturali non proprie e che nel lungo periodo possono risultare divisive nel ceppo culturalmente dominante.
Questo atteggiamento di autocensura imposto, può considerarsi come uno dei motivi polarizzanti della società?
Assolutamente vero.
E non perché lo dica la Politica, ma perché lo dice la Semantica.
Il problema è che almeno il 95% di quelli che si scandalizzano se sentono la parola "negro" non hanno la minima idea di cosa sia la Semantica.
In altre parole, oggi consentiamo di tracciare le linea etiche del nostro comportamento a gente che trenta o quaranta anni fa avremmo trovato in campi e officine, dove - per carità - si svolge un lavoro onorevole, ma non si dettano le regole del vivere sociale.
Fa piacere sentire la Gheno ammettere che è l'uso che fa la lingua.
Per me che sono degli anni '40 negro ha lo stesso valore di nero, se non ricordo male anche Sartre affermava che negro è meglio perché non è un colore ma un insieme di caratteristiche, di tradizioni e di cultura dei popoli africani. Negli anni più recenti qualche perbenista pensò che fosse un insulto al colore della pelle, bah?
Mi dispiace. Ma io qui di sensato non vedo nulla. Vedo solo della ideologia a buon mercato.
quella della Gheno, lo é sicuramente...
N word, slur ma perché? Cosa vuol dire?
come se fosse antani
Ma d'altra parte, se c'è la parola "nero", ancora più esplicita della sua versione censurata, perché usare quella più antiquata?
Peró nero non lo vedo meno “offensivo” di negro
il politicamente corretto non fa altro che 'bruciare' continuamente i termini. Prima negro, poi poi 'nero', poi 'di colore'. Ogni volta si sostituisce il termine e nel giro di qualche anno qualcuno stabilisce che quella parola, da loro stessa suggerita in sostituzione di altre, non va più bene.
La verità è che nessuno di questi termini è implicitamente offensiva ma al solito è l'uso che se ne fa ed è quindi inutile cambiare termine.
Mi ricorda la situazione con la parola "trap", quando è stata bannata un paio di anni fa, come rimpiazzamento venne suggerita "femboy", e i critici si rifiutarono di rimpiazzarla, dicendo che in un paio di anni, anche "femboy" sarebbe stata bannata e gli è stato detto no, non vi preoccupate. Ora nel 2024, anche "femboy" è bannata, proprio come avevano predetto i critici.
@@OBrasilo sinceramente neanche conoscevo i due termini nè cosa indicassero. Cmq sono andato a farmi una mini cultura rapida ed in effetti hai ragione. Sembra di stare in una giostra di stucchevole ipocrisia
Usiamola e finirà per tornare la normalità
Cmq è Castillano....o bisogna usare solo la contaminazione dell'idioma dell'impero ?
"Ci sono studi che: "X". Sono tutte *opinioni* valide."
Esiste la parola nella lingua italiana? Si e allora la uso.
Il punto di partenza è la lingua inglese...ciò che per noi è la stessa parola, per loro sono due concetti diversi. La carne di maiale usa la parola latina pork, l animale maiale invece la germanica pig. In latino nigrus è semplicemente la parola color nero. In italiano designa le persone africane da sempre ma non aveva un significato offensivo (a meno che non fosse aggiunto qualche epiteto). Il ritenerlo parola offensiva è stato un adeguamento al significato offensivo che ha da sempre in inglese (dove il colore è Black). Vi dico solo che nelle mie zone la parola Talian cioè Italiano è un offesa ed indica i meridionali che vennero a lavorare.... Allora togliamo la parola Italiano nell uso Dell intera lingua italiana? Usiamo un altro termine? Tipo NeoRomani?
Chissà come verrebbe presa ora “la tribù dei Vacaputanga”?!?
Una tribù de negher del menga grandi ciula e balabiott.
Ha ha ha.... Bella questa!
Mitico Walter.......
Io non uso quella parola da decenni, perché evidentemente dispregiativa, ben prima del politicamente corretto. Quando mi chiedevano perché, la mia risposta era "perché, tu dici BIANCRO?" 😊
Perché nella tua ignoranza non sai che negro viene dal latino nigrum, quindi la r ci sta tutta... 😳🤦🏻♂️
Lo Zeitgeist che ci ha imposto la stramal..etta “cultura”anglosassone.
Sono caucasica discendente 😊o saliente?😮
Falsa Gheno non si smentisce.
Perché?
Nessuno usa più la parola Vatussi semplicemente perché non se ne vedono più tanti in Italia. :P
Peccato che secondo i detrattori della nuova neo lingua questa non è l'unica sola parola a cui dover rinunciare.
io ancora la uso
O tempora, o mores...
Siamo veramente stanchi dei parolai presunti intellettuali, ... stanchi e sfiniti. Saluti.
Parla per te, a me Vallauri piace.
@@Falstaff1972
Non parlavo del prof. Vallauri.
@@Falstaff1972 Credo che Valeria intendesse quelli che "cambiano" le parole utilizzabili senza alcun vantaggio. Insomma, quelli che hanno tolto la "g" da "nero" e si sono fatti belli per questo
@@nicolanobili2113 Ok, chiedo scusa. Il commento non era chiaro.
È sicuramente una sensibilità importato dagli Stati Uniti, dai noi inizialmente per nulla percepita, ma lo stato dei fatti è che ora l'uso di questa parola viene associato al razzismo.
Penso sia una cosa che si sarebbe potuta gestire diversamente in passato, ma che oggi non si può più cambiare.
Discorsi del menga, qui di nero va bene? Anche se dicessi nero di m😇
Brava. Sempre meglio accodarsi. Sacro principio di prudenza.
Le Pecore si accordano!!!!!!!!!!! Povera Italia a Rotoli
Salve prof. a me fa molto ridere quando per evitare di scrivere termini che vengono intesi come volgari è in uso autocensurarsi con delle "x" o degli asterischi, faccio un esempio: la parola "cazzo" la si scrive "caxxo" o "ca**o". Questo esempio vale per tutti e trovo quanto sia assurdo poiché nella mia mente leggerò ugualmente "cazzo" anzi, ancora di più leggerò le "z" omesse poiché questo non fa che rimarcarle, cioè è come dire a qualcuno "puoi pensare a tutti i colori ma evita di pensare ad un elefante rosa" è ovvio che la mente farà l'opposto, per altro fa doppiamente ridere il fatto che due "x" siano meno volgare di due "z" insomma questa forma di bigottismo io non la comprendo.
Lei cosa ne pensa di questo fenomeno? Non trova sia un comportamento ipocrita e fortemente influenzato dalla morale religiosa che in questo Paese ancora oggi spopola?
Quest'abitudine è nata per sfuggire alla censura automatizzata con dei programmi appositi.
@@paolosalvatore4336 ma il fatto che la si continui ad usare anche quando non c'è nessun programma che ti censura è strano, cioè posso capire l'escamotage per eludere il limite imposta da un software ma quando questo limite, anche in una chat privata, diventa autoimposto il discorso si fa strano 😄
@@allegro_manontroppo L'uso di asterischi o altro è ben documentato molto prima che nascesse l'era informatica. Il punto non è "nascondere" la parola (come dici giustamente, capiamo tutti benissimo che cosa vuole dire), quanto indurre chi legge a non dire quella parola ad alta voce. La lettura è nata come attività collettiva, con uno che leggeva ad alta voce e altri che ascoltano. Nell'ultimo secolo si sta perdendo questa caratteristica, salvo alcune nicchie tipo quando si leggono le favole ai bambini
@@nicolanobili2113 e in quel caso come la si dovrebbe leggere quella parola con le "xx" ? la si leggerebbe "ca..o" e tutti noi capiremmo che si parla proprio del cazzo, quindi voglio dire... più la si nasconde più emerge :D a me fa molto ridere questo tentativo di oscurare una parola come se contenesse i semi del male, tanto vale usare un altro termine :)
@@allegro_manontroppo in alcuni casi la censura c'è ancora e non sapendolo in anticipo, ci si auto censura per non correre il rischio che venga cancellato l'intero commento.
Vera Gheno ci dice che siamo una specie tribale,non qua ma altrove,lo ha detto,e purtroppo ha ragione
afrodiscendenti...🤣 cioè ci riempiamo la bocca di fumo..per non vedere i problemi reali..
accodati ….
La sociolinguista che erra.😢
poveretta.... che pena che mi fa.
la dottora Gheno ha un bellissimo paio di occhiali
Il prof. dice il vero, però le cose sono cambiate negli ultimi 20 anni. In italiano possiamo fare a meno della parola "ne*ro" che richiama l'offensiva parola "ni**er". Lo possiamo fare perché abbiamo il termine "nero" che è più light e del tutto equivalente. In spagnolo non c'è quest'alternatva.
Scusa ma il fatto che sia più “light” è solamente una falsa presunzione. Il termine “nero” in Italiano descrive esclusivamente il colore acromatico e solo in un secondo momento viene adattato alla descrizione di una popolazione. Il termine “negro, invece, è il termine specifico e dal significato univoco, reso offensivo dalla trasposizione culturale angloamericana.
@@tommino100 Sono d'accordo con quello che scrivi però mi conferma che nero sia più "light", proprio perché ne*ro era invece praticamente usato solo per identificare le persone con pelle nera (a differenza dello spagnolo). E' vero che in passato ne*ro si usava anche come aggettivo intercambiabile con nero e quindi erano proprio due termini equivalenti (Carducci: "sei nella terra fredda, sei nella terra negra" o il Montenegro o il Negramaro ecc...) . Però ad un certo punto, ne*ro si è cominciato a usare solo per indicare le persone con la pelle scura ed è diventato sostantivo. Questo utilizzo esclusivo lo rendeva praticamente identico al ni**er anglosassone e secondo me è questo il motivo per cui ora è così poco accettabile socialmente e politicamente. E' una questione di abitudine e di generazioni. io ho 50 anni e la ritengo poco opportuna, chi ne ha 20 proprio non la pronuncerebbe mai. Chi ne ha 70 anni la ritiene normale.
Sóccia, però, sentire il Prof. ripetere la parola inglese n****r diverse volte con tanta disinvoltura, un po' di dubbi me li fa venire.
Ma che cambia, cristo.
Definire nero, negro, di colore o addirittura afro discendente 😂😂 non cambia uno stato di fatto.
Aspetta! "Di colore" cambia: questa è la resa grosso modo letterale di "colored", termine americano che si applica a tutti i non bianchi. D'accordo, noi generalmente diciamo "di colore" per riferirsi ai neri, ma si può tranquillamente applicare anche a portoricani, molti sudamericani, asiatici e quant'altro. Insomma, è un termine piú vago e meno preciso, che io personalmente non uso non per correttezza politica, ma per evitare l'ambiguità
Lombardi 1 - Gheno 0
Cosa hai detto?
Hai detto Sandro
Bravissimo. Io fino al 2014 ho usato la parola "negro" nei miei articoli, ho dovuto smettere quando l'ordine dei giornalisti, accodandosi alle teorie dell'allora presidente della Camera, iniziò a dare addosso a chi non usava il politicamente corretto. E comunque ho sempre rifiutato di usare l'eufemismo "nero" (che al massimo, per essere corretti etnologicamente, si dovrebbe usare per quelle popolazioni, come gli etiopi, che non sono di razza subsahariana ma di pelle molto scura).
Ah, oddio, ho usato il termine "razza"!
La pecorina si accoda.